EMERGENZA ALCOLISMO Un nuovo studio del Pacific Institute on Research and Education (PIRE) pubblicato sul Journal of Studies on Alcohol fa il punto sui costi sociali della diffusione dell’alcol fra le giovani generazioni e scopre che sono superiori di gran lunga a quelli per problemi da dipendenza da sostanze. L’alcolismo giovanile infatti costa ai soli Stati Uniti 62 miliardi di dollari l’anno e miete più di 3.200 morti, oltre a causare 2.600 milioni di eventi dannosi. In pratica - sottolineano al PIRE - l’alcolismo giovanile risulta il problema principale del paese, anche perchè fa quattro volte tanto i morti di tutte le sostanze messe insieme, ma il governo federale spende 25 volte di più nella prevenzione della dipendenza da sostanze che nella prevenzione dell’alcolismo. I ricercatori hanno stimato che ogni bicchiere bevuto dai giovani americani costa alla nazione 3 dollari. Il fatturato generato dalle vendite di alcol ai giovani si aggira intorno ai 18 miliardi di dollari l’anno. IL
PENSIERO SCIENTIFICO EDITORE Nel mese della lotta
all’abuso di alcool nasce l’Alcohol Policy Index Lo hanno chiamato Alcohol Policy Index: un
indice universale per stabilire quali sono le misure più efficaci nella lotta
all’abuso di alcool . Nel mese dedicato alla prevenzione delle patologie
correlate all’alcool, sulla rivista open access Plos Medicine un gruppo di
ricercatori del New York Medical College ha pubblicato i risultati di una
singolare analisi condotta in 30 paesi in cui sono in vigore leggi che regolino
l’abuso di alcool o che sono attivamente impegnati in campagne comunicative,
sociali e sanitarie contro questa dipendenza. Fonte:
Ritter A. Comparing alcohol policies between countries: science or silliness? Plos Medicine,
2007;4:e153 emanuela grasso Il Pensiero Scientifico Editore
Il trend d’incidenza
delle vittime su quattro e due ruote sta crescendo secondo gli ultimi dati resi
noti dall’Acu di Udine. LA mappa in Friuli Distrazione e alcol,
ecco perché si muore
Distrazione, stupefacenti, alcol, mancato
rispetto dei segnali. Ecco perchè si muore sulle strade friulane che vedono
ogni anno quasi 2 mila 500 feriti e una settantina di morti in spregio alle
norme della guida sicura e soprattutto libera da strisce (di coca) e dai fumi
dei drink. Il trend d’incidenza delle vittime su quattro e due ruote sta
crescendo, secondo gli ultimi dati resi noti dall’Acu di Udine che ieri, a
palazzo Kechler, ha battezzato la campagna "Obiettivo 2010, un traguardo
per la vita" che si prefigge di ridurre del 50 per cento il rischio di
sinistri sulle strade. Utopistico? "Niente affatto, ce la faremo",
rassicurano il direttore Acu, Maddalena Valli, e il vicepresidente Giuliano
Parmegiani. A voler stilare la classifica del sangue versato in Friuli, si
scopre che, mentre nella nostra città si registrano circa 490 incidenti e 590
feriti, in provincia il primato spetta a Latisana con 80 feriti, seguita da
Codroipo (68 feriti) e da Cervignano (63); non scherza nemmeno Pozzuolo, con
oltre 40 feriti e Tolmezzo con 38 feriti. Irene Giurovich La settimana della sicurezza. Federfarma
propone a 1,90 euro il kit per sottoporsi al controllo come atto di prevenzione
Prezzo «politico» per
il test col palloncino
Il comandante dei vigili: «Educare i
giovani a non mettersi al volante dopo aver bevuto»
«Un soffio per la vita». È lo slogan che
caratterizza la settimana europea della sicurezza stradale (23 - 29 aprile),
con chiaro riferimento al famoso palloncino che può inchiodare quegli
automobilisti che avessero bevuto più di quanto ammesso dalla normativa. Grazie
alla collaborazione fra il ministero della Salute e Federfarma, l’associazione
dei titolari di farmacie, il kit per sottoporsi autonomamente, a scopo
preventivo, al test di misurazione del tasso alcolemico sarà venduto per tutta
la settimana a prezzo contenuto: 1,90 euro anzichè 3. L’ULTIMA MODA La follia del
"binge drinking"
E’ il fenomeno del momento: si chiama "binge drinking" e consiste nel bere con l’unico scopo di ubriacarsi. Quantificabile in 5/6 bicchieri concentrati in una sola serata, il binge drinking riguarda il 5,2% dei ragazzi fra gli 11 e i 18 anni, con punte del 21% tra i maggiorenni. Una tendenza che aumenta ulteriormente tra i fumatori e chi frequenta le discoteche. Il Veneto è tra le regioni italiane ove il fenomeno è più diffuso (10,1% degli under 18), secondo solo al Trentino Alto Adige (12,8%), terza l’Emilia Romagna (8,2%). Su questa nuova forma del bere e in generale sul binomio alcol e giovani, gli interessati potranno trovare volantini, brochure e materiale informativo nel gazebo allestito in piazza Garibaldi. Qui sabato si terrà una grande giornata di sensibilizzazione a cura di Comune, Progetto Giovani, Polizia stradale e Motorizzazione. «NO ALCOL: se guidi
non bere». È questo lo spot scelto dalla Regione per la campagna d’informazione per la Settimana mondiale per la sicurezza sulle strade. Del resto, oltre il 30% degli incidenti mortali, che avvengono sulle nostre strade, è causato da un guidatore ubriaco. (…) bar (per ora) raggiunti dal provvedimento:
"Ai dadi" e "Beluga" di via Soncin e
l’"Alexander" di via San Francesco Spritz, il Comune
firma il coprifuoco
Dovranno chiudere alle
21 anzichè a mezzanotte, per evitare l’assembramento e gli schiamazzi dei
clienti (M.A.) Nell’arco di 48 ore tre bar del centro
storico saranno costretti ad abbassare le saracinesche alle 21 anziché a
mezzanotte. Il sindaco Flavio Zanonato, ieri mattina, ha firmato l’ordinanza di
chiusura anticipata per i locali "Ai Dadi" e "Beluga Fashion
Drink" che si trovano in Ghetto, e per il pub "Alexander" di via
San Francesco. Due di questi, il bar "Ai Dadi" e
l’"Alexander", sono gestiti da cinesi. Secondo l’assessore alla
Polizia municipale, Marco Carrai, i tre locali sarebbero "altamente
frequentati" e di conseguenza causa di schiamazzi notturni da parte dei
loro avventori, perchè l’alcol viene venduto a basso prezzo: in particolare il pub
"Ai Dadi", dove un bicchiere di spritz costa solo 80 centesimi,
quando nel resto dei bar del centro viene venduto intorno ai 2 euro. Bus navetta gratis
agli avventori alticci
Pordenone
Bus navetta gratuito verso Maniago - da dove
provengono gran parte dei loro avventori - e analcolici gratis per i guidatori.
A condizione, naturalmente, che superino la prova etilometro. Per il loro nuovo
locale aperto a Frisanco (Pordenone), Michele e Paola Benvenuto, fratelli col
pallino dell’innovazione, si sono dati come mission la sicurezza dei loro
avventori e hanno organizzato un bus navetta gratuito che fa la spola tra la
piazza di Maniago e il loro locale. La "navetta" viene attivata
attorno alle 21 e percorre il tragitto da e per la Val Colvera fino a che
l’ultimo cliente fa ritorno alla città dei coltelli. Per quanti invece
raggiungono autonomamente il "Bus del Colvera", è possibile
partecipare all’iniziativa "Stasera guido io", che privilegia quanti
si mettono al volante sobri. In pratica, all’arrivo nel locale l’autista che
decide di astenersi dall’assumere alcolici consegna le chiavi dell’auto al
barman e ottiene in cambio un distintivo di riconoscimento che dà diritto a tre
consumazioni gratuite di analcolici. All’uscita dal disco-pub, il volontario si
deve però sottoporre all’alcol test prima di avere indietro le chiavi e di
poter uscire senza pagare. se tutto filerà liscio potrà andarsene liberamente;
diversamente, sarà accompagnato a casa col bus navetta e potrà tornare a
riprendersi le chiavi e la macchina (e a pagare il conto) il giorno successivo. Lorenzo Padovan Settimana della
sicurezza: gli studenti hanno posto domande agli esperti di Stradale,
carabinieri e Azienda ospedaliera Bere meglio per
fermare le stragi sulle strade
L’uomo, il mezzo, la strada. Su questi tre
argomenti ieri mattina i ragazzi delle superiori di Pordenone hanno fatto
domande alla Polizia Stradale e Municipale, a carabinieri, a rappresentanti
dell’Ass e dell’Aci, a insegnanti di autoscuole, eccetera. L’occasione è stato
il dibattito "2 domande a", moderato da Gigi Di Meo, organizzato in
Provincia in occasione della settimana della sicurezza stradale. Il pericolo
della guida sotto l’effetto dell’alcol e delle sostanze stupefacenti, della
stanchezza che porta ai famosi "colpi di sonno", l’utilizzo dei
sistemi di sicurezza passiva (cinture, poggiatesta, ecc), l’attenzione alla
segnaletica stradale, il rispetto dei limiti di velocità Tutti argomenti
trattati ieri. E se qualcuno potrebbe dire che sono state le soliti inutili
chiacchiere e raccomandazioni fatte ai ragazzi (inutili perché tanto loro non
ascoltano), a scrollare il pubblico, con la sua solita vivace spontaneità e
concretezza, ci ha pensato Mauro Corona, ancora una volta "senza peli
sulla lingua". Francesca Orlando IL GAZZETTINO È il tumore provocato dal tabacco il
principale fattore dei decessi nell’opitergino-mottense, pari al 13 per
cento Fumo killer, è la
prima causa di morte
Al Sert vengono seguite 158 persone con
problemi di tossicodipendenza, 192 per alcol
Oderzo
Sono i tumori provocati dal fumo di tabacco la
principale causa di morte per malattia prima degli ottant’anni
nell’opitergino-mottense. La falce della morte lavora a tempo pieno in questa
zona negli incidenti stradali. Ma, per quanto riguarda le malattie, la causa
potremmo dire sia volontaria, perchè si tratta del fumo di sigaretta. I dati
relativi a tutto ciò sono stati resi noti dal dottor Claudio Dario, direttore
generale dell’Usl 9, in un interessante convegno nel corso del quale si è
parlato di salute, strutture sanitarie e futuro dell’ospedale di Oderzo. «La
nostra provincia - ha detto Dario - è la 5° in Italia per percentuale di morti
negli incidenti stradali, e viene dopo province come Roma, Napoli, Milano. Per
quanto riguarda le malattie, la prima causa sono i tumori dovuti al fumo di
tabacco, con decessi pari al 13% del totale. Seguono gli infarti, pari all’11%,
i tumori del colon pari al 6%». Per quanto riguarda la popolazione femminile la
percentuale del tumore al seno è contenuta, pari al 3,6%. Un risultato
raggiunto grazie all’intensa prevenzione attuata attraverso lo screening
mammografico. «Si tratta di morti legate agli stili di vita - ha precisato
Claudio Dario - fra essi le sigarette e l’alimentazione». Stili di vita che
sono modificabili: si può fare molto per incidere sulla sedentarietà, sulla
dipendenza dal fumo, sull’alimentazione troppo ricca. I nuovi comportamenti si
riflettono anche sulle altre dipendenze, quelle da droghe e da bevande
alcoliche. Al Sert vengono seguite 158 persone con problemi di
tossicodipendenza e 192 con problemi di alcolismo. E’ soprattutto riguardo le
droghe che i comportamenti sono cambiati. Oggi i giovani che le assumono sono
in pratica degli "insospettabili", studiano o lavorano e,
incontrandoli per la strada, mai verrebbe in mente di considerarli dei
"tossici". Claudio Dario si è pure soffermato sul problema delle
risorse. In materia di Sanità, «se il Veneto ricevesse i trasferimenti che ha
la Lombardia - ha detto - potremmo dare molto di più». Quanto al futuro
dell’ospedale di Oderzo, per il direttore generale non ci sono punti
interrogativi. «Il nuovo Pronto Soccorso - ha ribadito - è fra i nostri obiettivi
prioritari. Stiamo impostando sia la riorganizzazione logistica che quella
organizzativa». Il direttore ha inoltre spiegato come, essendo l’ospedale di
Motta di Livenza divenuto struttura privata che cammina con le proprie risorse,
l’Usl 9 possa investire di più nell’ospedale di Oderzo. Il quale avendo tutti i
reparti in una dimensione contenuta si presta benissimo alle sperimentazioni -
vedi ad esempio la cartella clinica informatizzata - che poi vengono estese su
scala più ampia. Annalisa Fregonese La strage su una
strada di Appignano, in provincia di Ascoli Piceno
Rom ubriaco falcia con
un furgone 4 giovani
I ragazzi investiti,
tra i 16 e i 19 anni, sono morti. L’investitore è stato arrestato ed è
piantonato in ospedale dalla polizia APPIGNANO (Ascoli Piceno) - Un giovane Rom, di
22 anni, Marco Ahmetovic, alla guida di un furgone ha falciato la notte scorsa
cinque ragazzi tra i 16 e i 19 anni: quattro sono morti mentre uno è stato
operato e si trova in ospedale in gravi condizioni. L’incidente è avvenuto
intorno a mezzanotte su una strada nei pressi di Appignano (Ascoli Piceno). L’investitore,
completamente ubriaco, è stato arrestato. I ragazzi erano andati insieme a
prendere un gelato, quando il furgone è piombato su di loro. È stata una strage.
IL GAZZETINO Ascoli Piceno Quattro mazzi ... Ma la tragedia, ammonisce il presidente della
Provincia di Ascoli Massimo Rossi, del Prc, non ha nulla a che vedere con
l’appartenenza dell’investitore alla comunità Rom: è l’alcol il problema. E, mentre il movimento
di ultradestra Forza Nuova chiede l’espulsione dei Rom che non sono cittadini
Ue (e pensare che Ahmetovic, pur avendone tutti i requisiti, non aveva mai
fatto domanda per ottenere la cittadinanza italiana), Rossi invita la
cittadinanza a dare un «segnale di civiltà». Tuttavia il senatore Luigi Lusi
(Dl) chiede un provvedimento esemplare nei confronti del ventiduenne e
sollecita controlli nei campi nomadi. «Il nostro Paese - ha detto - ha da
sempre dimostrato grande apertura e ospitalità nei confronti degli immigrati e
della comunità rom. Ma è opportuno ribadire che, al di là della tolleranza per
le culture diverse, le persone che risiedono in Italia sono tenute s rispettare
le leggi del nostro Paese. Per questo oltre ad una costante campagna di controllo
nei campi nomadi sono necessari provvedimenti duri che coinvolgano tutti i
residenti dei campi nei quali sono ospitati soggetti che delinquono». In paese c’è comunque tensione, la gente è annichilita: tutti conoscevano i ragazzi, figli chi di un fornaio, chi di un carabiniere, chi del gestore di un bar. La rabbia dei
cittadini
“Inutile la raccolta
di firme”
APPIGNANO - “Non bisognava arrivare a questo,
è una tragedia, una guerra”. In piedi all’ombra di un albero Claudio e
Gianfranco, due amici sui cinquant’anni, danno voce al senso di impotenza della
comunità. “Qui non ne possiamo più, sono state raccolte centinaia di firme, i
carabinieri intervengono di continuo ma quando ne arrestano uno è già libero il
giorno dopo. Un bidello che si è azzardato a rimproverare un ragazzino Rom il
giorno dopo è stato preso a schiaffi. Poche sere fa a Valle Orta è intervenuta
un’ambulanza perché due nomadi litigavano e quelli l’hanno sfasciata. Chi passa
di lì viene preso a sassate, c’è stato un incendio poco fa, rubano il rame e
bruciano i cavi”. Discorsi razzisti? “No - rispondono -, il razzismo è quello
di chi pensa che ci siano cittadini a cui tutto è dovuto solo perché magari
vengono da lontano. Noi gli offriamo gratis lo scuolabus, loro non pagano le
bollette dell’acqua. Noi gli diamo ospitalità, quelli passano la sera a
scolarsi bottiglie di stravecchio e poi succede questo”. Difficile trovare
qualcuno che spenda una parola per mettere in guardia dal pericolo
dell’intolleranza. Ci prova un uomo maturo che tutti chiamano Pippo, nel
capannello di persone che alle undici fa la veglia davanti ai quattro mazzi di
fiori allineati che ricordano Eleonora, Davide, Danilo e Alex. “Le teste calde
ci sono dappertutto, anche tra noi italiani”, prova a dire prima che un tipo
più giovane, Salvatore, si scaldi nella sua tuta da ginnastica per metterlo a
tacere. “A me hanno tolto la patente per una birra di troppo, questi si
ubriacano tutte le sere e c’è scappata la strage, bisognerebbe cacciarli tutti
dall’Italia”. L.S. CORRIERE ADRIATICO Iniziative di
prevenzione della Provincia
Educazione stradale
nelle scuole e controlli sull’alcol
APPIGNANO - Sangue sulle strade, ancora e
sempre sangue. Sembra una constatazione ormai ineluttabile, quasi una
dichiarazione di incapacità a frenare eventi che si affollano e si moltiplicano
senza soluzione di continuità. C.P. (*) Nota: i meeting sulla pace hanno successo quando si concretizzano nel disarmo. I meeting sui problemi alcol correlati avranno successo quando ridurranno concretamente il consumo di alcolici. Oggi a Cossignano, con la collaborazione della provincia di Asoli Piceno, si è svolta la fiera di San Giorgio, nella quale non sarà mancata l’occasione di elogiare e promuovere il vino locale. CORRIERE ADRIATICO L’assessore Travanti:
“Non alimentiamo ora la polemica ma qualcosa dovremo fare” Rossi non vuole accusare
i nomadi “Si è trattato solo di
una fatalità”
APPIGNANO - “Ho deciso di non andare
all’obitorio per non spettacolarizzare questo grande momento di dolore che va
vissuto in assoluta intimità”, dichiara il presidente dell’Amministrazione
provinciale, Massimo Rossi, profondamente turbato per la strage di Appignano
dove sono morti quattro giovanissimi. CORRIERE ADRIATICO “Ho cercato di
risolvere il problema Ma questo è il momento del dolore” Attacchi a Nazzarena
Agostini: “Ha tollerato troppo gli eccessi della comunità di nomadi” La piazza assedia il
sindaco “buonista”
APPIGNANO - Lei ha gli occhi gonfi di pianto e
nell’ora del dolore parla di tragica fatalità. Loro no, le rinfacciano tutti
quei campanelli d’allarme che forse potevano risparmiare la notte dell’orrore:
il bidello picchiato davanti alla scuola, l’auto a fuoco, i furti di rame,
l’ambulanza sfasciata. Tutte bravate “di quegli zingari che hanno smammato da
Ascoli per mandarli qui da noi”, assicurano ai tavolini del bar La Taverna, in
piazza Umberto I, sintetizzando una disputa di confine che dura da dieci anni,
tra il capoluogo di provincia e il comune di duemila anime, su chi dovesse
convivere con un’ingombrante comunità Rom. “Sindaco, voglio vedere se parli
ancora di risorse...”, le urlano dietro mentre Maria Nazzarena Agostini
s’infila in municipio alle tre e un quarto di un pomeriggio da lutto cittadino,
il primo di due giorni con le bandiere a mezz’asta. Lì accanto c’è una
pattuglia dei carabinieri, tanto per controllare che la rabbia covata durante
la notte non si sfoghi in vendetta. Nella notte la Agostini s’era presa anche
gli insulti di alcuni ragazzi disperati. Il sindaco, quando c’è temporale, fa
sempre da parafulmine. Figurarsi dopo che ha provato a rassicurare che non
c’erano nubi scure all’orizzonte. Non le perdonano, i suoi cittadini, quella
sortita alle telecamere del Tg regionale itinerante, quando la quarantenne
esponente di Rifondazione comunista, eletta nell’aprile 2005 con 746 voti, pari
al 52,1% dei suffragi, avrebbe risposto così a una domanda sulla convivenza con
la comunità nomade stanziata sulla collina di Valle Orta: “I Rom? Per noi sono
una risorsa e non un problema”. Vallo a spiegare adesso a quelli che fino alle
cinque del mattino hanno vegliato i cadaveri di quattro ragazzi all’obitorio e poi
hanno fatto la processione su quel guardrail sporco di sangue e annerito
dall’incendio lungo la strada che da Appignano scende verso la Salaria. “Che
coraggio ha di farsi vedere... Dovrebbe dimettersi subito”, mescolano le
invettive all’aperitivo con noccioline servito davanti alla chiesa che in una
targa ricorda frate Francesco d’Appignano e “quanti vorranno imitarne la
fortezza di carattere”. Ci prova il sindaco-ragazzina, una abituata a
confrontarsi con la sofferenza e la voglia di riscatto, visto che il suo lavoro
di insegnante la porta anche tra i detenuti del carcere di Fermo. Ma dopo
alcune frasi ad effetto d’appello al senso civico e alla solidarietà, dopo aver
incarnato con il suo volto delicato e teso il dolore di tutta una comunità,
volta le spalle a una ventina di cronisti e cameramen e comincia a
singhiozzare. Il suo discorso aveva cercato di sviare da quella domanda che
adesso la insegue ai quattro angoli del paese che governa da due anni alla
guida della lista civica Bilancia. “Ma che senso ha parlare oggi dei Rom? Oggi
è il giorno del lutto”, risponde brusca al telefono a chi - quella domanda -
non cerca di eluderla. “Non si può guidare ubriachi e mandare all’aria la vita
di quattro ragazzi, come fossero birilli - dice nella sua stanza di sindaco,
affiancata dal suo vice Antonio Maurizi - Siamo annullati, piegati in due da un
dolore troppo pesante per le spalle di una comunità piccola come la nostra.
Questi ragazzi li avevamo visti nascere e crescere: erano andati solo a
prendere un gelato, in una tranquilla serata, e la loro vita è stata spazzata
via da un pazzo ubriaco, che ora deve pagare. Spero sia fatta giustizia”. |