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Rassegna stampa Alcol e Guida del 26 aprile 2007

A cura di Alessandro Sbarbada e Roberto Argenta

 

 
VITA NON PROFIT ONLINE

La lotta all’uso e abuso di alcol

La lotta all’uso e abuso di alcol, invece, e’ al centro delle proposte di legge firmate da Giovanni Marras (Fi), Antonio Pezzella (An) e Giuliano Barbolini (Ulivo), mentre anche Mauro Fabris, capogruppo dell’Udeur alla Camera, ha presentato un testo analogo. Per tutti il divieto di vendere bevande alcoliche ai minori di 16 anni in bar, pub, ristoranti, supermercati ed esercizi similari. (…)


 
IL GAZZETTINO (UDINE)

RAPPORTO REGIONALE 

Problemi alcolcorrelati e contrasto, domani a Udine la presentazione dei dati

Udine

Sarà presentato alle 17.30 di domani a Udine, nella sede di rappresentanza della Regione in via San Francesco 4, il primo Rapporto sulla diffusione in Friuli Venezia Giulia dei problemi alcolcorrelati e sulle azioni di contrasto e assistenza presenti sul territorio regionale.
In tale occasione sarà inoltre illustrata la campagna di prevenzione "Non rischiare, guida sicuro", portata avanti in occasione del mese di prevenzione alcologica e rivolta in modo particolare alla popolazione giovanile.
All’incontro è prevista la partecipazione dell’assessore regionale alla Salute e Protezione civile (il Friuli Venezia Giulia coordina il gruppo di lavoro delle regioni italiane sui temi relativi all’alcolismo), nonchè di Paolo Basaglia, direttore generale dell’Ass 4 "Medio Friuli".

Al responsabile del dipartimento delle Dipendenze della stessa azienda, Francesco Piani, il compito di tenere la relazione introduttiva davanti alla platea mentre Marco Giordani, componente del Centro studi sui problemi alcolcorrelati, presenterà successivamente i dati più significativi scaturiti dall’analisi del Rapporto sulla diffusione dei problemi alcolcorrelati.


 
IL TEMPO

Le forme delle dipendenze giovanili Se ne parla venerdì al Palacarucci

TERRACINA — «Parliamone insieme: le molteplici forme delle dipendenze giovanili a confronto». Questo il titolo della convegno che venerdì prossimo si terrà presso il Palacarucci di Terracina. Un argomento di estrema attualità che tocca il tasto dolente della prevenzione, del recupero e del reinserimento di quei giovani che si addentrano, senza via d’uscita, nel tunnel della droga o dell’alcool. All’incontro, promosso dall’associazione socio-culturale ‘Le Ninfe’ di Terracina con la fattiva collaborazione dell’UniCoop Tirreno, parteciperanno diverse e importanti autorità. Saranno presenti: Fabrizio Cirilli consigliere regionale di AN; Alessandro Di Tommaso, coordinatore Giovani della Margherita; Francesco Zicchieri, consigliere comunale AN; Valerio Golfieri, consigliere UDC; Alessandro Cittarelli, consigliere PRI; psicologo del Sert; dott. Franco Camerota psichiatra; dott.ssa Antonietta Pagliuca operatrice associazione ‘La Cordata’; il direttore della comunità terapeutica ‘il dialogo’di Fiuggi; dott. Domenico Zappone, presidente consultorio diocesano; Fabio Caiazzo, fiduciario Asi; Don Carlo Rinaldi dell’ufficio sport e turismo diocesano. La redazione del mensile ‘Pasquino’, altre realtà giovanili cittadine ed un gruppo dell’Azione Cattolica della Cattedrale invieranno video con interviste a tema. Toccanti saranno anche le testimonianze di chi opera nel settore vivendo ogni giorno sulla propria pelle una realtà in continuo incremento. Ros. Ber.


 

CORRIERE ADRIATICO

“Alcool, stanchezza sonnolenza e alta velocità, si può perdere la vita solo per questo?”

Riccardo Gabrielli di Centro per Tolentino

I pericoli del sabato sera un appello ai ragazzi

TOLENTINO - Il giovane Riccardo Gabrielli, alla sua prima esperienza politica con la lista Centro per Tolentino, lancia un appello ai suoi coetanei in merito alle stragi del sabato sera, una piaga che da alcuni anni si è accentuata pericolosamente. Vedere nei telegiornali domenicali immagini di auto accartocciate, di poveri genitori disperati o di amici increduli, è ormai diventata una terribile abitudine. Ci siamo abituati, noi tutti! Abituati alle morti di giovani ventenni, abituati ad un genitore che assiste alla morte di un figlio! Abituati ad un evento innaturale e orrendo che un’abitudine non è mai stata e non potrà mai essere! Quello che sgomenta è il fatto che tali morti sono evitabilissime: dovute ad imperizia nella guida, a disattenzioni banali quanto fatali. Alcool, stanchezza, sonnolenza, alta velocità - continua ancora nel suo intervento Riccardo Gabrielli - ma si può perdere la vita per questo? Chi scrive spiega ancora il giovane è un ragazzo di ventitrè anni, un semplice ragazzo come molti di quelli che ogni fine settimana perdono la loro vita. Sabato 28 aprile, grazie ad una preziosa e significativa iniziativa nazionale, i comuni di tutta Italia mettono a disposizione di noi giovani dei pullman gratuiti per raggiungere le vicine discoteche. E’ soprattutto ai giovani di Tolentino che rivolgo questo mio appello, quei giovani che ormai da troppo tempo, ogni fine settimana si trovano costretti ad emigrare in massa verso le coste perchè la nostra città non offre più nulla! Niente eventi, nè feste, nè situazioni che possano creare in noi ragazzi il minimo interesse! A Tolentino, da anni, noi giovani siamo considerati una categoria perennemente in secondo piano: è un dato tanto desolante quanto inconfutabile. L’iniziativa del prossimo sabato deve essere un’occasione di massima partecipazione per noi ragazzi, un’opportunità per mostrarci uniti, fortemente sensibili di fronte ad un problema che così tanto da vicino ci riguarda. Partecipiamo insieme a questo progetto! Regaliamo una tranquilla notte di sonno ai nostri genitori conclude Gabrielli e riempiamo tutti insieme i pullman verso le discoteche.

RO.SCO.


 

ITALIA SERA

Presentate diverse iniziative ed una campagna per contrastare il drammatico fenomeno

Polizia in campo per la sicurezza stradale

E’ in corso la settimana mondiale dell’Onu contro gli incidenti d’auto
Salvare tante vite umane che troppo spesso purtroppo muoiono in incidenti d’auto. E’ questo lo scopo delle numerosissime iniziative che la Polizia Stradale ha organizzato per la settimana mondiale della sicurezza stradale indetta dall’Onu dal 23 al 29 aprile. “Nella guerra combattuta ogni giorno contro le stragi per incidenti stradali ci sono tanti nemici - sottolinea una nota della Polizia resa nota ieri - l’alcool, la droga, la velocità, la stanchezza. Il più pericoloso è, però, il fatalismo e la rassegnazione. Quindici morti al giorno sulle strade a causa degli incidenti stradali non possono essere un male necessario, un tributo da pagare inevitabilmente al progresso”. Road Safety is no accident (tradotto in italiano proprio come l’incidente stradale non è una fatalità) è lo slogan della settimana mondiale della sicurezza stradale indetta dall’Onu, che ha l’obiettivo di richiamare l’attenzione sulla gravità del fenomeno infortunistico e rilanciare, grazie ad una serie di eventi organizzati in tutti i Paesi, nuove ed efficaci azioni di sicurezza stradale per i prossimi anni. La Polizia Stradale, prosegfue la nota, darà il proprio contributo alla settimana Onu con una serie d’iniziative organizzate a livello centrale e locale insieme ai partners pubblici e privati impegnati quotidianamente per affermare la cultura della legalità sulla strada. Proprio in occasione della settimana mondiale della sicurezza stradale si concluderà a Roma la settima edizione del Progetto Icaro, la campagna di sicurezza stradale promossa dalla Polizia di Stato, dal Ministero dei Trasporti, dal Ministero della Pubblica Istruzione, dalla Fondazione per la sicurezza stradale delle compagnie di assicurazione (Ania), con la collaborazione di Sicurstrada e dell’Unicef. Accanto allo spettacolo teatrale ‘Icaroyoung’, destinato agli studenti delle scuole superiori che verrà messo in scena il 27 aprile alle 10,30 al teatro Italia e che vedrà come testimonial d’eccezione l’attore Max Giusti, verranno presentati i primi risultati del progetto di ricerca curato dalla Facoltà di Psicologia dell’Università “La Sapienzà’ di Roma, che ha coinvolto migliaia di studenti con l’obiettivo di conoscere e di intervenire in modo efficace sul mondo giovanile, per cui l’incidente stradale rappresenta, come noto, la prima causa di mortalita”. In venti discoteche di Roma, Torino, Bergamo e Rimini, nelle notti del 25, 28 e 29 aprile, saranno organizzate tre serate speciali della campagna “Guido con Prudenza - Zero alcol, tutta vita”, realizzata insieme alla Fondazione per la sicurezza stradale delle compagnie di assicurazione (Ania) e con la collaborazione del Silb (Associazione che riunisce gli imprenditori dei locali da ballo). All’ingresso delle discoteche i ragazzi verranno invitati a nominare il Bob che sceglierà di non bere per riaccompagnare a casa i propri amici in sicurezza, che sarà riconosciuto grazie ad un braccialetto di gomma blu e che verrà premiato a fine serata se avrà mantenuto il suo impegno. A tutti i frequentatori del locale verrà, comunque, distribuito un alcol test con cui potranno verificare in libertà il loro eventuale stato di ebbrezza e i conducenti che risulteranno negativi alla prova dell’etilometro della Polizia Stradale riceveranno, anzichè la multa, un biglietto di ingresso omaggio in discoteca. Su tutto il territorio nazionale centinaia di appuntamenti nelle scuole, convegni, eventi espositivi per parlare di sicurezza stradale perchè la guida sicura e il rispetto della vita e del prossimo diventino finalmente uno stile di vita.


 
BRESCIAOGGI

Sicurezza stradale. Al via la campagna dell’Onu che invita i guidatori a non toccare alcol

«Bob», fallisce la prima

Controllate 122 persone, solo 8 non avevano bevuto Ogni giorno 15 morti per incidenti

Quindici morti al giorno sulle strade italiane per gli incidenti. Molte vittime sono giovani - gli incidenti sono la prima causa dei decessi tra chi ha meno di 30 anni - e avvengono di sera. Alcol, velocità, stanchezza sono le cause primarie. Oggi è raro che a provocare l’incidente sia un guasto al mezzo. Le auto sono più sicure e protette grazie agli air bag; le cause primarie di un sinistro sono disattenzione, imprudenza e alcol. La riprova quanto accaduto la scorsa notte a Bergamo con troppo alcol ingerito.
Entro il 2010 si dovrebbe arrivare alla riduzione del 50% degli incidenti mortali rispetto a dieci anni fa, ma si è ancora molto lontani dal traguardo. Da qui una serie di iniziative di sensibilizzazione unite ad una maggior prevenzione con controlli a tappeto.
Tra le iniziative quella della polizia stradale scattata martedì notte aderendo alla Settimana mondiale sulla sicurezza stradale indetta dall’Onu che si è aperta sotto lo slogan «Road Safety in so accident». Lo scopo? Richiamare l’attenzione generale sul fenomeno.
Si è partiti con controlli in venti locali frequentati da giovani, a Roma, Torino, Rimini e Bergamo. I locali, in Romagna e soprattutto al confine con la Bergamasca sono frequentati anche dai bresciani. L’iniziativa si ripeterà nelle notti tra il 27 e il 28 e la notte tra il 28 e 29 aprile all’insegna della campagna «Guido con prudenza - zero alcol, tutta la vita».
I risultati ottenuti con i controlli della polizia, effettuati nella Bergamasca, non sono lusinghieri. Anzi, preoccupanti. Solo otto giovani controllati su 122 persone non avevano toccato alcol prima di mettersi alla guida dell’auto. Chi più, chi meno (rimanendo nei limiti) aveva bevuto e alla fine sono state una cinquantina le patenti ritirate per ubriachezza o velocità.

La politica di indurre chi guida ad astenersi dal bere (lo si fa a turno in Germania e in Inghilterra), in Italia non prende piede e nel solo Bresciano sono migliaia ogni anno i ritiri della patente.
Lo scorso anno sono state sospese 773 patenti per velocità eccessiva (oltre 40 chilometri oltre il limite) e 3.308 per guida in stato di ebbrezza e 149 per consumo di droga. L’anno prima 867 per velocità e 2.803 per alcol. Numeri che nel 2007 dovrebbero crescere per un maggior numero di pattuglie della polizia impegnate.
Il controllo effettuato l’altra notte a Bergamo ha visto impegnate anche due pattuglie della stradale di Brescia e una di Darfo: 47 le patenti ritirate, 24 ubbriachezza e 23 per eccesso di velocità. Sottoposti all’etilometro 93 uomini e 29 donne. Dodici su 40 sono risultati positivi al test antidroga.
E’ questo il bilancio della prima nottata di controlli nell’ambito di «Guido con prudenza»: 11 pattuglie hanno organizzato quattro posti di blocco lungo le arterie più frequentate dell’hinterland cittadino, nei pressi di alcune discoteche. Hanno aderito cinque locali: Fluid, Bolgia, Phenelope, Studio Zeta e Bobadilla, in cui i clienti hanno nominato il cosiddetto Bob - non ha bevuto - per riportare a casa gli amici.
Soltanto otto ragazzi, tra i controllati dalla Polizia, sono risultati negativi al test dell’etilometro e hanno ricevuto anzichè la multa un biglietto di ingresso omaggio in discoteca.

Franco Mondini


 
IL GAZZETTINO (TREVISO)

LA PROPOSTA

Dan: «Ci vorrebbe un etilometro in ogni Comune»

(A.G.) «Spiegatemi a cosa serve l’alcol dopo l’una di notte». Andrea Dan, presidente dell’Associazione Manuela (questo il nome della figlia scomparsa in un incidente stradale), continua la sua battaglia per limitare la somministrazione delle bevande alcoliche nelle discoteche.
«Perché la legge 117 che ha avuto un voto unanime in commissione ancora non viene presentata in Regione?», chiede Dan. «Gli incidenti stradali sono causati dall’abuso di alcol e di stupefacenti - prosegue - Dovrebbe esserci un etilometro a disposizione di ogni comune». La sua voce, tuttavia, rimane una protesta isolata. Ed è Luca Zaia il primo a contrastarlo. «Ho già detto che se smettessimo di dare alcolici dopo l’una non sapremmo più cosa offrire ai turisti - commenta il vicegovernatore del Veneto -, ma il problema in realtà non è questo. Sono invece convinto che non ha senso fare del proibizionismo soltanto perché abbiamo sbagliato a educare. Ci sarà una grande battaglia in Veneto su questa questione ed è sulla base di dati certi che mi schiero contro il proibizionismo».
«È necessario mettere dei paletti - afferma Dan -, perché non tutti hanno dei punti di riferimento in casa». In questo senso, dunque, l’educazione non sarebbe sufficiente, ma Zaia ribatte: «In altri Paesi abbiamo visto che il proibizionismo non porta da nessuna parte e soprattutto abbiamo visto che non ottiene i risultati sperati. Pensiamo per fare un esempio agli orari di chiusura: prima del ’93 tutte le discoteche dovevano chiudere alle 2 di notte e i morti sulle strade erano 200 all’anno. Dopo è stata introdotta la deregulation delle chiusure: ognuno fa quello che vuole. Il risultato è che nel 2006 i decessi sono stati sessanta».

 

IL GAZZETTINO (TREVISO)

Assolte le discoteche e scartata ...

Assolte le discoteche e scartata l’opzione proibizionista promossa da Andrea Dan, i relatori del convegno per la sicurezza stradale "Rientro sicuro" organizzato martedì sera all’Odissea di Spresiano sono tornati a spingere sul tasto dell’educazione. Materia che dev’essere impartita dai genitori, ma anche dalle istituzioni, la scuola in primo luogo. (*) Tutti d’accordo, quindi, fatta eccezione per Dan, il presidente dell’Associazione Manuela, che insiste perché venga vietata la somministrazione di alcol negli esercizi pubblici dopo l’una di notte. Ma i gestori dei locali notturni non ci stanno e sottolineano che «i ragazzi bevono nei pub che ormai si sono attrezzati con dj e musica».
«Qui da noi l’alcol costa - spiega Giannino Venerandi, titolare dell’Odissea - I giovani arrivano già carichi, perché si fermano a bere in altri posti, dove ci sono musica e bevande a basso prezzo». Cosa fare quindi? La famiglia Venerandi, che gestisce locali in tutto il Veneto, propone innanzitutto una pattuglia della Polizia stradale da contattare in caso di necessità e ad uso esclusivo - per quanto possibile - delle discoteche.
Il problema, tuttavia, quando si parla di morti sulle strade, sta altrove. Questo almeno è quanto testimoniano i dati diffusi dalla Provincia. «Il 2007 non si è aperto con un buon trend - spiega il presidente Leonardo Muraro - Nei primi sei giorni dell’anno i morti sono stati otto. Colpevolizzare le discoteche rispetto a questi incidenti però non ha senso. È sufficiente considerare in modo freddo i dati che abbiamo a disposizione per rendersene conto: le cosiddette stragi del sabato sera rappresentano infatti solo un terzo dei morti in provincia di Treviso, mentre gli under 25 costituiscono appena il 28 per cento dei decessi».
La fascia d’età più a rischio è dunque un’altra, quella degli over 65. E qui le discoteche non c’entrano. «A Treviso si muore in rettilineo dopo un’uscita di strada in solitaria - commenta Muraro -, di notte non si usa la cintura e la patente funziona all’italiana: basta andare in un’autoscuola per ricomprarsi i punti persi». Torna dunque in gioco l’educazione, chiamata in causa anche dal vicegovernatore del Veneto Luca Zaia, che prende come riferimento i Paesi nordici, dove «di notte viene messo a disposizione un servizio taxi fuori dei locali e dove ad ogni festa c’è sempre una riga di bicchieri per chi guida». «In altri Paesi esiste una maggiore cultura del divertimento - afferma il vicegovernatore -, va comunque ricordato che In Italia il picco di morti sulle strade cade di giovedì dalle 18 alle 20. Il problema è che fa più notizia l’incidente del diciottenne che centomila operai schiantati dopo il lavoro».
Dalla stessa parte di Zaia c’è Stefano Nadal, 38 anni, in sedia a rotelle da quando ne aveva 18 per colpa di un incidente. «Non si risolve il problema togliendo l’alcol - dichiara - Non bisogna dare auto potenti ai giovani che devono capire che andare veloci non li rende più fighi agli occhi delle ragazze».

Anna Girotto

 
(*) Nota: è molto più dissuasivo un etilometro che un educatore. Pensate forse che se il mancato uso l’uso del casco non fosse sanzionato, genitori ed educatori riuscirebbero a convincere gli adolescenti ad usarlo? Certo anche l’educazione è utile, ma la sua efficacia è sopravvalutata. Un po’ per un senso di onnipotenza di chi predisposto all’educazione, un po’ perché ai politici permette di non mettersi in contrasto con produttori e commercianti.


 
IL DENARO

analisi 

Febbre del sabato sera: iniziative di salvaguardia

di Luigi Snichelotto*

Da troppo tempo l’opinione pubblica richiede a gran voce, nei confronti dei diversi soggetti coinvolti, sia istituzionali che associativi, il varo di azioni di contrasto nei confronti di una piaga che segna profondamente il tessuto sociale italiano. Parliamo di quel rosario di vite umane che ogni sabato si immolano nelle strade italiane al ritorno da un insano momento di divertimento all’uscita dalle discoteche. Occorre subito dire che la discoteca è un luogo dove si può vivere un sano divertimento, ma come tutte le cose è l’eccesso del singolo o la voglia di superare i propri limiti che può creare pericolo. I gestori lo sanno, infatti, per questo sono da sempre disponibili a fare la loro parte per arginare questo fenomeno devastante. In questi giorni si fa un gran parlare dell’iniziativa del Governo per ridurre il problema. Gli incidenti automobilistici del sabato sera. Le associazioni di categoria, tra cui, la Fipe Confcommercio, Federazione italiana dei Pubblici esercizi, a cui aderisce anche il Silb, Sindacato italiano locali da ballo, hanno avviato una sinergia con il Governo per attuare sistemi di controllo al fine di tutelare coloro i quali frequentano il mondo del by night. La collaborazione sarà consolidata attraverso la creazione di un Comitato di rappresentanti istituzionali e del mondo associativo delle imprese di settore. Inoltre, vi sarà una verifica congiunta finalizzata al monitoraggio dei risultati ottenuti attraverso le strategie individuate a supporto di questa forte azione di interdizione. L’esperimento inizia nella notte tra il 24 e il 25 aprile, suggellando la sensibilità del nostro Paese in concomitanza della Settimana mondiale della Sicurezza stradale, voluta dall’Onu. Il ministero degli Interni - Polstrada, la fondazione Ania, con il sostegno dei gestori delle discoteche, sta predisponendo, all’interno dei locali, degli angoli presidiati da “mediatori culturali”, che provvederanno a distribuire materiale informativo, per preparare gli utenti sensibilizzandoli a evitare i danni derivanti dall’abuso di alcool. Intanto, il Silb, promotore dell’iniziativa “Guida con Prudenza”, attraverso i suoi Dj supporterà l’azione formativa esaltando un divertimento consapevole. La Polstrada, dal canto suo, provvederà a effettuare la verifica del tasso alcolico dei clienti delle discoteche. I gestori si faranno carico di regalare un’entrata gratuita in discoteca, in una delle successive serate, a quegli utenti che saranno risultati nei parametri oppure al di sotto del tasso alcolico previsto dalla legge. Peraltro, lo stesso mercato del divertimento notturno, sembra complesso, un mondo con molti distinguo, con regole, meccanismi e riti non sempre omogenei. Ad esempio, sulla costa romagnola, che aderisce in forma più massiccia a queste iniziative, già da tempo si è avviata una politica di prevenzione del rischio a cui possono andare incontro i giovani, all’uscita delle discoteche, tanto da organizzare trasporti collettivi con pullman che riportano a casa gli utenti delle discoteche, scongiurando il pericolo della guida in stato di ebbrezza oppure sonnolenza.

*presidente di Fipe- Confcommercio Campania 

 

AGOPRESS

EVENTI. SICUREZZA STRADALE: UNA SETTIMANA D’INIZIATIVE NEL MONDO

Un ragazzo morto ogni 90 secondi per un totale di oltre 1.000 giovani, con meno di 25 anni, che ogni giorno rimangono vittime di incidenti stradali, in tutto il mondo. Gli incidenti sulla strada sono la prima causa di morte dei ragazzi tra i 10 e i 24 anni: ne muoiono circa 400mila ogni anno. Dati agghiaccianti che emergono dal rapporto "Giovani e sicurezza stradale" pubblicato dall’organizzazione mondiale della Sanità alla vigilia della settimana della sicurezza stradale. Proclamata dall’Onu si svolge per la prima volta dal 23 al 29 aprile 2007 la settimana per la sicurezza globale sulle strade. Un’occasione unica per richiamare l’attenzione sulla gravità del fenomeno e promuovere iniziative ed eventi rivolti in particolare ai giovani. In molti casi le vittime (soprattutto sotto i 15 anni) sono bambini che giocano per strada e pedoni. In altri casi sono giovani motociclisti e automobilisti, ma anche ciclisti. Per questi motivi l’Oms sostiene che anche i programmi di prevenzione debbano tener conto dei differenti tipi di rischi, dall’infanzia all’età adulta. La convinzione è comunque quella che molti degli incidenti siano prevedibili ed evitabili. Per questo motivo come slogan della manifestazione è stato scelto: Road safety is no accident (l’incidente stradale non è una fatalità). Per spronare i giovani ad usare il casco, le cinture di sicurezza, a non guidare ubriachi o troppo velocemente la campagna è accompagnata da 5 poster che illustrano la responsabilità dei giovani ad agire ed essere parte attiva della soluzione del problema.
Anche la Polizia di Stato offre il suo contributo a questa importante iniziativa con due eventi di rilievo. Al teatro Italia, a Roma, si svolgerà il 27 aprile la giornata conclusiva del progetto Icaro che - con la partecipazione straordinaria di Max Giusti come testimonial d’eccezione - presenterà lo spettacolo itinerante sulla sicurezza stradale e una ricerca dell’Università di Roma sui giovani e la strada.
Nelle notti del 25, 28 e 29 aprile inoltre in alcune discoteche di a Roma, Torino, Bergamo e Rimini si combatterà la guida in stato di ebbrezza e le cosiddette stragi del sabato sera con l’iniziativa "Guido con Prudenza – Zero alcol, tutta vita". La campagna realizzata dalla polizia stradale insieme alla fondazione Ania, e con la collaborazione dei locali da ballo, prevede la distribuzione di alcol test e di biglietti omaggio per l’ingresso in discoteca a chi risulta negativo alla prova dell’etilometro. 


 

 

L’ADIGE

«Mamma, che fatica! Però alla fine, unendo le forze, ce l’abbiamo fatta!»

di CHIARA TURRINI «Mamma, che fatica! Però alla fine, unendo le forze, ce l’abbiamo fatta!» Parla con voce emozionata Niccolò Filippi, riccioluto e iperattivo «boss» del Warning Day, tra un’occhiata all’organizzazione e un’altra allo staff, durante l’evento studentesco dell’anno. Al Palafiere di Riva del Garda, padiglione C 2, è stato un grande successo - più di duemila i biglietti staccati - per la prima grande festa nata da un’idea congiunta del Liceo Maffei e dell’Istituto Floriani. Una non-stop di musica dal vivo, happening, esibizioni, dj-set e divertimento, il tutto motivato da scopi benefici: l’intero ricavato della serata - ogni ingresso infatti costava cinque euro - è stato devoluto ad associazioni umanitarie quali Amnesty International ed Emergency. «Dobbiamo ringraziare moltissime persone, le istituzioni, gli amici, i parenti, le aziende che ci hanno dato una mano dimostrando una disponibilità fuori dal comune. Grazie soprattutto a Salvador Valandro, che in concreto ci ha dato una mano enorme. Ma anche tutti coloro che ci hanno aiutato con la pubblicità, su internet e non solo.» Nel padiglione, oltre al palco e alla zona ristoro con cibo e bevande, distribuite dal comitato Bacionela, c’erano anche stand delle associazioni umanitarie e del Mandacarù. All’entrata della festa si raccoglievano firme per il Parco Agricolo Alto Garda Trentino. Emergeva chiaramente il fine benefico dell’happening. E per quanto riguarda l’alcol? Dalla zona ristoro si spinano birre a tutto spiano, ma l’organizzazione ci ha già pensato. «All’entrata abbiamo sistemato gli addetti ai timbri - risponde pronto Filippi - che marchiano con l’inchiostro verde i maggiori di sedici anni e con il rosso quelli al di sotto di quella soglia, che non possono bere alcolici. Ovviamente speriamo che si beva con moderazione, almeno facciamo il possibile.» Quindi tutti a saltare a ritmo di musica: la serata si è aperta con il rock punk dei trentini «Next Point», che hanno poi lasciato il palcoscenico ai «Philosophy of watermelon», gruppo punk rock nel quale milita anche Gian Maria «Giamma» Maiorca, presidente dell’associazione Warning, fautore della manifestazione. Ma c’è stato anche lo spazio per Emegency ed Amnesty International: la musica si è interrotta per un attimo, e l’attenzione si è spostata sui progetti umanitari che le associazioni portano avanti in tutto il mondo. Il picco delle presenze si è registrato dopo la partita del Milan contro il Manchester. A seguire ancora la musica dei «The Bastard sons of Dioniso», targati Pergine, e i «Bikini The Cat», entrambi rock punk misto al garage e con sfumature acustiche. Al posto dei «Vanilla Sky», costretti al forfait per motivi di salute di un membro del gruppo, i «Derozer», band hard core vicentina. Insomma, gli studenti rivani hanno capito che l’unione fa la forza, e così anche Riva ha avuto, al pari di Trento, la sua «Piccola Mesiano», versione adattata alla scuola superiore del famoso evento universitario.


 
LA PROVINCIA DI LECCO

Monte Marenzo «Via delle croci»: funziona l’idea della Polisportiva

MONTE MARENZO (c. doz.) C’era tanta gente lunedì sera a Calolzio e ieri a Monte Marenzo in occasione dell’iniziativa organizzata dalla locale Polisportiva per sensibilizzare in modo particolare i giovani sul tema della sicurezza stradale. Si tratta della manifestazione intitolata «Le vie delle croci», messa a punto proprio per focalizzare il grave problema delle stragi del sabato sera e dei rischi connessi al consumo di alcol prima di mettersi alla guida. Si tratta di una marcia, composta da una serie di momenti di riflessione e preghiera, per ricordare le vittime della strada in tutti i Comuni della Valle San Martino. La «Via crucis» ha preso il via lunedì sera, quando all’incrocio tra via Padri Serviti e corso Europa - uno dei punti del Calolziese teatro negli ultimi anni di diversi incidenti dalle conseguenze drammatiche - si sono riunite diverse decine di persone, insieme al sindaco Paolo Arrigoni e al parroco di Foppenico don Angelo Belotti, oltre che al promotore Angelo Fontana, per riflettere sul problema della sicurezza delle strade e riunirsi in preghiera. Oggi toccherà a Vercurago, alle 11 al monumento ai Caduti.


 
L’ADIGE

Un capitalismo tutto da ridere

Dopo la Bbc, pure la televisione tedesca ha dedicato un po’ di spazio al caso Telecom e a quello che è stato definito (forse per la presenza di Beppe Grillo) un «capitalismo da ridere»

(…)

Giorgio Leoni - Rovereto Mesiano, bella festa anche senza alcol Ho avuto il piacere di partecipare negli ultimi anni alla festa di Mesiano e vorrei scrivere in risposta alla lettera pubblicata il 19 aprile riguardante i tagli all’alcol pensati per questa occasione di incontro. Mi spiace caro lettore che tu ne sia rimasto contrariato, anzi «preso dallo sconforto», ma dal mio punto di vista, trattandosi di una festa per universitari, quindi ragazzi di 20-25 anni, questi dovrebbero essere abbastanza maturi per capire che nessuno vuole ridurre la vendita di alcol per «buonismo e perbenismo di stampo cattolico», come li chiami tu, ma per molte altre ragioni. Perché, per esempio, per rispondere alla tua domanda «chi l’ha detto che bere è male?» basterebbe pensare a tutte le vittime legate all’alcol, oppure che quest’ultimo è la prima causa di morte tra i giovani dai 14 ai 29 anni (incidenti stradali, coma etilico, risse, violenze). Questo non significa che sei un professionista meno rispettabile se vai alla festa e bevi, ma forse potremmo non accontentarci della visione «l’alcol a me non fa male perché non guido», perché a Mesiano non ci vanno solo persone che abitano vicino alla facoltà, anzi, la maggior parte è costretta a prendere la macchina per tornare a casa perché abita fuori città. Forse uno dei motivi per cui si cerca di ridurre le bevute è proprio questo, evitare che questa bella giornata di festa si trasformi in un ennesimo incidente del sabato sera. Ma credo che gli obiettivi di chi ha deciso i tagli siano più ampi e ambiziosi. A Mesiano c’è un sacco di gente, c’è bella musica, credo ci siano tutte le possibilità di divertirsi anche con meno alcol. Giulia Coser - Trento La polvere della periferia F inalmente qualcuno ha il coraggio di affrontare i problemi in modo diretto, senza inutili piagnistei o facendo finta di non vedere quello che è sotto gli occhi di tutti. Vorrei offrire tutta la mia solidarietà al dottor Demattè che analizza senza falsi pudori il problema delle polveri a Mezzolombardo, indicando senza possibilità di fraintendimenti responsabilità e soluzioni. Un sentito ringraziamento ad una persona che ha deciso di esporsi a favore di una periferia dimenticata. Sabatino Cattani - Mezzolombardo


 

IL GAZZETTINO

Sicurezza, vietato bere durante il lavoro

Ho visto sull’edizione del 16 aprile a pagina 5 la foto a colori del cartellone con le norme di sicurezza per i lavoratori e ho notato che mancava un segnale molto importante: quello di non bere alcool prima dopo e durante il lavoro.

Piergiorgio Fol


 

CORRIERE ADRIATICO

“Carisap per la scuola”

I ragazzi amano troppo l’alcol

ASCOLI - Il 74% dei giovani italiani, e nello specifico il 67% dei 13 - 15enni, beve il sabato sera e nei giorni di festa. E’ quanto emerge da alcune indagini statistiche cittadine che rivelano come sia sempre più diffuso tra i teen agers il fenomeno del consumo di bevande alcoliche e come il trend sia, purtroppo, in forte crescita nel corso degli ultimi anni. Dati statistici alla mano, non si tratta più di ragazzate, bravate di una sola serata. Sembrerebbe che sballarsi di alcol sia la moda del momento tra i ragazzini e anche quella più facile, in un certo senso legata al fai da te: basta trovare una bottiglia a casa. Senza pensare poi a quella, la bottiglia, trincata prima di entrare in discoteca. Il consumo di alcol tra i giovani è certamente un fenomeno preoccupante e in forte incremento - dichiara il prof Leonardo Seghetti, docente di chimica presso l’Istituto Tecnico Agrario Ulpiani, - i ragazzi di oggi hanno l’abitudine negativa del consumo fuori pasto e si sono sempre più allontanati dal modello del bere mediterraneo che associa il bere vino durante i pasti ed è legato ad una certa moderazione. Ora i giovani bevono sempre di più aperitivi alcolici, amari e liquori, le bevande a più alta gradazione alcolica, quelle che sballano prima. È necessario, secondo il professor Seghetti, come genitori non stancarsi mai di fare le cosiddette prediche e come insegnanti iniziare e continuare in classe un’opera di sensibilizzazione e di promozione della salute e della vita e allo stesso tempo insegnare a saper bere al momento giusto. Proprio ultimamente - racconta il docente dell’Itas - con una classe siamo andati a visitare una cantina. Al posto della tradizionale degustazione finale, l’enologo ha regalato ad ogni ragazzo una bottiglia di vino, invitandoli a stappare la bottiglia a tavola, in compagnia delle proprie famiglie. Un significativo esempio, senza dubbio. Un’abitudine negativa per la salute e la sicurezza dei ragazzi è l’incremento delle happy hours. La moda dell’aperitivo ha ormai contagiato tutti e molto spesso gli aperitivi sono presi come un’alternativa alla cena. Non vedo tutto questo allarmismo - afferma Primo Valenti, titolare del Lorenz Café di piazza del Popolo - forse la frequenza all’aperitivo è aumentata, ma non per i ragazzi con età inferiore ai diciotto anni. È importante che noi gestori eseguiamo i controlli necessari”. L’argomento sarà affrontato in classe nell’ambito dell’iniziativa “Carisap per la scuola”.

FRA.CA.,


 

METRONEWS

Il gip ha convalidato l’arresto per Marco Ahmetovic

Il gip ha convalidato l’arresto per Marco Ahmetovic, il 22enne di origine Rom accusato di omicidio colposo plurimo, insieme al reato di resistenza a pubblico ufficiale e di guida in stato di ebbrezza, per aver investito ed ucciso con un furgone quattro giovani fra i 15 e i 19 anni ad Appignano del Tronto (Ascoli Piceno) lunedi’ notte.


 

IL MATTINO (NAZIONALE)

LA STRAGE 

I 4 ragazzi travolti A fuoco il campo dove viveva il rom 

Ascoli Piceno. Il campo nomadi che ospitava anche Marco Ahmetovic, il ventiduenne che - completamente ubriaco - ha travolto e ucciso con il suo furgone quattro ragazzi, è stato dato alle fiamme. Qualcuno ha approfittato del fatto che, mentre si svolgevano i funerali delle giovani vittime, la vigilanza dei carabinieri si era allentata. I militari presidiavano l’accampamento proprio per evitare ritorsioni. Ad Appignano del Tronto è stato il giorno del dolore silenzioso. Non c’è stato spazio per la rabbia, ma solo per le lacrime e il silenzio nell’ultimo saluto a Eleonora Allevi, Davide Corradetti, Danilo «Lillo» Traini e Davide Corradetti, i quattro ragazzi tra i 16 e i 19 anni falciati lunedì notte da un furgone guidato dal Rom ubriaco. Tutto il paese li ha accompagnati ieri pomeriggio al cimitero dopo il rito funebre celebrato dal vescovo di Ascoli monsignore Silvano Montevecchi, che se da un lato ha sottolineato l’importanza del perdono, dall’altro ha usato parole severe richiamando al leale rispetto delle regole chi vuole integrarsi in una comunità. Anche se non l’ha mai citata, è stato chiaro il riferimento alla comunità Rom alle porte del paese, da anni insediata lì ma mai accettata dalla gente del posto. Il campo nomadi è stato abbandonato in fretta e furia dai suoi occupanti la notte dell’incidente. Nessuno fra i nomadi si è fatto vedere ieri, e chi pensava che qualcuno potesse farlo, magari per chiedere scusa pubblicamente alle famiglie delle vittime e a tutta Appignano, è rimasto deluso. 


 

 
CORRIERE ADRIATICO

Duro giudizio di Celani sui Rom ma Rossi dissente

“Non si può morire per colpa di un ubriaco”

APPIGNANO - Il giorno della tragedia il sindaco Celani ha preferito non rilasciare dichiarazioni sulla tragedia di Appignano del Tronto ma ieri ha rotto gli indugi. L’occasione propizia è stata la celebrazione dell’anniversario della Resistenza sul pianoro di Colle San Marco. “Oggi - ha detto il sindaco durante il suo intervento - colle San Marco è pieno di tanti giovani ma purtroppo ne mancano quattro. Non si può morire a sedici anni per colpa di chi non rispetta le regole del vivere civile. In questa occasione voglio affermare il rispetto delle regole che devono valere per tutti, senza distinzioni”.
Ma non allo stesso modo la pensa il presidente dell’Amministrazione provinciale, Massimo Rossi che al contrario ha preso spunto dalle parole del sindaco ascolano per dare il suo commento dell’accaduto rimarcando di non voler scaricare tutte le responsabilità sui Rom. “Quanto accaduto ad Appignano del Tronto è una vicenda che ci segna nell’animo: sono anche io un padre di famiglia e posso immaginare cosa significa perdere un figlio. Non condivido però quanto ho letto questa mattina (ieri ndr.) sui giornali: chi ha provocato l’incidente è stato solo un automobilista ubriaco. E’ stata solamente una coincidenza che a provocare la tragedia sia stato un appartenente alla comunità Rom”.
E Rossi critica anche i media: “In pochi ricordano che i Rom sono stati massacrati e mandati nei forni crematori”.
L’assessore provinciale alle politiche sociali di Ascoli Piceno Licia Canigola del partito dei Comunisti Italiani si stringe “intorno a tutta la comunità di Appignano, che in questo momento vive un dramma che non potrà più essere dimenticato”.


 
CORRIERE ADRIATICO

Le donne e i bambini nel migliore dei casi vanno ad elemosinare e gli uomini girano con auto di grossa cilindrata

Basta con l’ipocrisia di chi evoca integrazione e tolleranza

APPIGNANO - Quando delle vite, giovani vite, sono travolte e spazzate via, come è accaduto ad Appignano del Tronto, s’impone la massima discrezione e il rispetto per il dramma ed il dolore delle famiglie e della Comunità intera, ma subito dopo, per onestà è giusto dire come stanno realmente le cose. Purtroppo questa è una delle tante tragedie annunciate, dove il protagonista non è l’alcol o almeno non è solo l’alcol; è vero che chiunque potrebbe bere, ubriacarsi e causare un gravissimo incidente stradale, è già accaduto e potrebbe accadere di nuovo. E’ altrettanto vero però, e i dati statistici lo confermano, che sempre con maggior frequenza, chi causa questi episodi, chi guida con un elevato tasso alcolico, spesso senza patente ed assicurazione, viene da fuori, come si suol dire, spesso sono clandestini.
L’ultimo caso da ricordare è quello di Reggio Emilia, dove un albanese dalle cento patenti false, che entrava ed usciva dal carcere, nell’ultimo incidente stradale da lui causato, in stato d’ebbrezza, ha ucciso due ragazze.
Chi controlla queste persone, ma soprattutto cosa succederà ora che il Governo farà entrare in Italia chiunque avrà i soldi per auto-sponsorizzarsi? Pensate le mafie orientali e sud-americane quanti immigrati sponsorizzeranno. Purtroppo immagino un futuro davvero preoccupante.
Il caso di Appignano del Tronto sembra essere uno di questi, un romeno senza permesso di soggiorno che guidava in stato d’ubriachezza, da diverse ore, che in paese rifiutava l’integrazione, che la comunità cittadina gli aveva offerto, e che nessuno, facendo ricorso alle leggi vigenti, ha saputo fermare prima che commettesse l’irreparabile.
Basta con l’ipocrisia di chi evoca l’integrazione e la tolleranza per tutti, solo una minima parte dei Rom vuole integrarsi, e rispetta le leggi, la maggioranza vive secondo la propria logica, le donne ed i bambini nel migliore dei casi vanno ad elemosinare e gli uomini, tutto il giorno, girano con auto di grossa cilindrata.
I fatti parlano chiaro, quando le Amministrazioni comunali, allo scopo di integrarli concedono ai Rom o ad altri cittadini, delle abitazioni questi dovrebbero rispettare le regole civili e le leggi, debbono pagare il canone, che è sempre di tipo sociale, ed eventualmente le utenze, debbono rispettare le norme igieniche e non possono sub affittare le case oppure ospitare, in maniera stabile, altre decine di famiglie o come accade a volte, clandestini o latitanti.
I motivi per cui le comunità locali non accettano di buon grado la convivenza con i Rom o con gli extracomunitari che si comportano così non sono legati al razzismo, alla xenofobia o all’intolleranza, gli italiani fortunatamente, non sono razzisti e xenofobi, la causa è solo la legittima preoccupazione di chi vive il disagio e subisce il non rispetto delle regole. I racconti dei cittadini di Appignano, di ogni estrazione, evidenziano proprio ciò.
La legge è uguale per tutti, almeno così dovrebbe essere, ma così non sempre è. Una giovane coppia italiana deve giustamente pagare le tasse, gli affitti, le bollette, le rate e le cambiali, anche quando con i salari di oggi si fa fatica ad arrivare alla fine del mese, altrimenti scattano i pignoramenti e i provvedimenti di legge, io mi chiedo perché per queste non si reclama la stessa solidarietà e tolleranza. Quanto è accaduto lunedì notte dovrebbe essere una lezione per tutti. Non si interviene con le dovute maniera cosa altro potrebbe ancora accadere?

Venerdì, 27 Aprile 2007

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