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Articoli 02/05/2007

L’analisi “approfondita” degli incidenti stradali

 


Foto Blaco

L’obiettivo della Commissione Europea di ridurre il numero di vittime della strada del 50% entro il 2010, passa attraverso la realizzazione di una serie di contromisure efficaci che, per essere correttamente individuate, necessitano di una profonda conoscenza dei fenomeni di incidentalità stradale. E’ inoltre necessario disporre di strumenti in grado di monitorare e valutare la bontà delle misure adottate. A questo proposito, la Commissione Europea ha evidenziato (“Libro Bianco” del 2001 e altri documenti) la necessità di istituire un “Osservatorio Europeo della Sicurezza Stradale” per disporre di una banca dati comunitaria sul fenomeno dell’incidentalità stradale. Il progetto SAFETYNET (http://safetynet.swov.nl/index. htm) cofinanziato dalla DG TREN (Directorate-General Transport & Energy) della Commissione Europea, è nato proprio per realizzare l’Osservatorio Europeo della Sicurezza Stradale. L’obiettivo è di coordinare i vari Stati Membri nelle fasi di acquisizione, gestione e trasmissione dei dati dell’incidentalità stradale, così da costituire una base dati di supporto per lo sviluppo di efficaci politiche di controllo, sia a livello europeo che nazionale. L’Osservatorio sarà quindi una struttura di supporto, che raccoglierà tutte le informazioni sugli incidenti e sui danni ad essi correlati, che saranno poi rese disponibili a tutti gli Stati Membri su un portale Internet dedicato. Il Progetto si pone anche l’obiettivo di affinare e armonizzare le metodologie di raccolta dati che, adottate da tutti i partecipanti, consentiranno di effettuare confronti omogenei tra le varie realtà, in modo che ciascun Paese possa usufruire delle esperienze maturate negli altri. Il Progetto ha avuto inizio nel maggio 2004 (durata complessiva 4 anni) e vede coinvolti 21 fra i più importanti centri di ricerca europei sulla sicurezza stradale (l’INRETS ed il CETE per la Francia, lo SWOV ed il TNO per l’Olanda, il TRL e la Loughborough University per il Regno Unito, il TOI per la Norvegia, ecc.), fra questi il DITS in rappresentanza dell’Italia. Le attività condotte dal DITS nell’ambito del progetto SAFETYNET riguardano: 1. l’analisi dei metodi di indagine dell’incidentalità esistenti in campo stradale e per altri modi di trasporto e la definizione di nuove metodologie di indagine sulle cause degli incidenti; 2. la raccolta dati su un campione di incidenti mortali, finalizzata alla realizzazione di un database europeo per questa categoria di incidenti (sul modello del FARS americano - http://www-fars.nhtsa.dot.gov/); 3. la raccolta dati di tipo “approfondito” (in-depth investigation) su un campione iniziale di circa 250 casi, da svolgersi, in tempo reale, con un team interdisciplinare di esperti; 4. la costruzione del database per l’immagazzinamento, la gestione e l’analisi dei dati raccolti a livello europeo per entrambe le categorie di incidenti (punti 2 e 3). La raccolta ed analisi “approfondita” degli incidenti stradali, indicata con la notazione internazionale di in-depth investigation, rappresenta un’attività di notevole efficacia per lo studio delle cause di incidente. Le attività condotte in Italia sono descritte nel seguito, dopo una breve panoramica sul Progetto SAFETYNET.

 Il Progetto SAFETYNET

 SAFETYNET è un Progetto Integrato (ovvero composto da diversi sotto-progetti), condotto da un consorzio di 21 Centri di Ricerca sulla sicurezza stradale, in rappresentanza di 19 Paesi europei. È suddiviso in 7 sotto-progetti (Work Package - WP) dei quali i primi 3 si occupano dei dati di tipo macroscopico, il quarto e quinto dei dati di tipo indepth e gli ultimi due dell’uso e della pubblicazione delle informazioni: 1. CARE 2. Risk Exposure Data 3. Safety Performance Indicators 4. Independent Accident Investigation 5. Independent Accident and Injury Database 6. European Road Safety Information System 7. Data analysis and synthesis Fra i WP focalizzati sui dati macroscopici, il primo si occupa di CARE, il database europeo già esistente, in cui gli uffici statistici nazionali convogliano i dati di incidentalità raccolti in ciascun Paese. L’obiettivo è l’analisi delle carenze esistenti nei database nazionali (ad es. la sottostima del numero reale dei morti), la loro armonizzazione e l’estensione di CARE ai nuovi Paesi Membri, alla Svizzera e alla Norvegia. I WP 2 e 3 si occupano di altri dati macroscopici, utili per la comprensione del fenomeno di incidentalità: i dati di esposizione al rischio, ovvero le percorrenze realmente effettuate sui diversi modi e sulle diverse infrastrutture di trasporto, e gli indicatori di prestazione di sicurezza. Questi ultimi si riferiscono a grandezze direttamente correlate agli incidenti, quali velocità, livello alcolico, uso delle cinture di sicurezza. Fra i WP focalizzati sui dati di tipo in-depth, il 4 si occupa di analizzare le modalità di raccolta dei dati di incidentalità in Europa, confrontando anche quello che viene fatto nei diversi modi di trasporto e cercando di evidenziare le attuali distorsioni nei processi. Il 5 mira alla realizzazione di due database europei: il primo sugli incidenti mortali, il secondo sulle cause degli incidenti, analizzate mediante in-depth investigation. Infine, gli ultimi due WP si occupano dell’uso dei dati, in termini di pubblicazione, mediante il portale Internet ERSO (European Road Safety Observatory) ed in termini di tecniche di analisi. Il motivo di questo tipo di disaggregazione sta nel fatto che la conoscenza e la comprensione dei fenomeni di incidentalità necessitano di varie categorie di dati. La conoscenza dei trend, ad esempio, per monitorare il raggiungimento degli obiettivi di diminuzione del numero di morti, necessita di dati non molto dettagliati, ma riferiti a tutti gli incidenti. All’altro estremo stanno studi specialistici, per verificare, ad esempio, il funzionamento di alcuni dispositivi di sicurezza in caso di incidente, che necessitano di indagini molto approfondite su un numero relativamente basso di casi. In generale, non esiste una unica tipologia di database che risponda a tutti i bisogni di conoscenza e comprensione del fenomeno incidentalità. Esistono diversi livelli di disaggregazione dei dati, ciascuno in grado di rispondere a determinate esigenze. Esistono quattro differenti livelli di aggregazione dei dati, da quello Base, che corrisponde ai database nazionali (ISTAT per l’Italia), a quello Specialistico, che contiene livelli molto spinti di dettaglio su campioni relativamente piccoli. Il database di livello In-depth in fase di costruzione nell’ambito di SAFETYNET è il primo che mira esplicitamente alle cause degli incidenti, e quindi alle misure di sicurezza attiva, mentre attività analoghe condotte in passato sono state maggiormente mirate alle cause delle lesioni, e quindi alla sicurezza passiva.

 L’attività di in-depth investigation in Italia

 L’in-depth investigation è una analisi dettagliata degli incidenti stradali per identificare i fattori causali di tipo fisico (infrastruttura, veicolo) e comportamentale che portano al verificarsi dell’evento incidente.
Questo tipo di analisi ha diverse applicazioni:
• Supporto alla progettazione dei veicoli (efficacia delle normative esistenti; sviluppo di nuovi prodotti e tecnologie; sviluppo dei sistemi di e-safety di assistenza alla guida).

• Supporto alla progettazione dell’infrastruttura (caratteristiche di progetto; interazione fra i veicoli e le barriere; bisogno di sistemi ITS - Intelligent Transport Systems - di assistenza alla guida).
• Supporto alle politiche riguardanti l’utente (comprensione delle dinamiche di guida; efficacia delle misure di controllo ed enforcement). Le indagini, effettuate esclusivamente a fini di ricerca scientifica, comportano l’intervento in loco, in tempi molto rapidi dopo l’incidente, di tecnici appositamente addestrati. I tecnici provvedono a rilevare un lungo elenco di variabili riguardanti: • Comportamento dell’utente
• Caratteristiche dell’infrastruttura
• Caratteristiche del veicolo
• Fattori di circostanza Inoltre, vengono prese immagini dell’incidente, cercando di cogliere ciò che ciascun utente coinvolto poteva vedere negli istanti precedenti l’incidente. Le indagini vengono poi completate con interviste alle persone coinvolte ed ai testimoni. Su questi dati viene quindi condotta da un team di esperti una apposita analisi.

La struttura di raccolta

 Nell’ambito del progetto verranno condotti, a livello europeo, circa 1.000 casi di in-depth investigation. Di questi 250 (il 25%) verranno investigati in Italia (le attività di raccolta sono cominciate nel Febbraio 2006) sulla rete stradale della Regione Marche. Dalla collaborazione fra il DITS e la Regione Marche, infatti, è stata creata una struttura di raccolta, che si avvale di tecnici del Servizio Sanità regionale, appositamente formati per le attività di investigazione sul campo e di personale del DITS per le attività di formazione, supporto tecnico ed analisi. La struttura è stata creata con l’accordo delle Forze di Polizia, dei servizi di soccorso (118), dell’ANCI, del Ministero dell’Interno e del Ministero Infrastrutture e Trasporti. Si avvale, inoltre, del supporto di ricercatori della Facoltà di Psicologia 1 e di esperti informatici del Centro di Ricerca per il Trasporto e la Logistica. Il campione è stato strutturato in maniera da essere rappresentativo, rispetto ad alcune variabili principali, della realtà nazionale. Vengono investigati incidenti con infortunati, per i quali viene richiesto l’intervento dei servizi di soccorso. La raccolta viene effettuata sia nel contesto urbano (75% del campione) che in quello extraurbano (25%). Il 10% dei casi riguarderà incidenti con pedoni coinvolti e gli incidenti verranno raccolti su tutte le tipologie di strade. Dal punto di vista operativo, i 12 team creati su tutto il territorio regionale vengono allertati dai servizi di emergenza (118 o Forze di Polizia) e, se il caso risponde alle esigenze dello studio, raggiungono in breve tempo il luogo di incidente. Sul posto svolgono una serie di attività di rilievo sui veicoli, sulle condizioni dei soggetti coinvolti, sulle condizioni ambientali ed infrastrutturali ecc. Vengono effettuate inoltre delle interviste ai soggetti coinvolti, sul campo oppure presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale. In alcuni casi, vengono completate nei giorni successivi. I dati raccolti nel database sono solo ed esclusivamente a scopo scientifico ed escludono ogni elemento (n. di targa dei veicoli, nomi delle persone, ecc.) che possa condurre alla identificazione dell’incidente cui i dati fanno riferimento. È utile evidenziare le differenze fra i dati raccolti dai team del Progetto e quelli raccolti dalle Forze di Polizia. Tali differenze sono sia quantitative (l’in-depth investigation richiede una elevata mole di dati) sia qualitative. Quest’ultimo aspetto è legato al diverso approccio delle due attività: mentre lo scopo principale della raccolta effettuata dalle Forze di Polizia è l’identificazione delle responsabilità, quello dell’in-depth investigation è stabilire quali cause hanno portato all’incidente. Con un semplice esempio, si pensi ad un incidente dovuto al mancato rispetto del segnale di Stop da parte di un veicolo. Questa informazione è di grande importanza per le Forze di Polizia, mentre ai fini della in-depth investigation conta stabilire perché non è stato rispettato lo Stop (es. carenza della segnaletica, scarsa visibilità all’incrocio, effetti di abbagliamento, distrazione dovuta a specifici fattori, condizioni di stanchezza, ecc.).

Il database

 I dati raccolti sul campo con moduli cartacei e fotocamere digitali vengono poi immessi in un database appositamente creato dal DITS. Il database si compone di due parti principali: un modulo per l’immissione e l’analisi dei dati ed un sistema di trasmissione a distanza dei dati stessi. I dati raccolti dai diversi partner europei partecipanti vengono inviati ad un Database centrale, che ha sede presso il DITS. Le procedure di upload e download dei dati vengono effettuate mediante protocolli di trasferimento sicuri (SFTP).

La SNACS analysis

 L’analisi dei dati raccolti e la individuazione delle cause “concorrenti” all’incidente viene condotta con un metodo denominato SNACS (SafetyNet Accident Causation System). Si tratta di un metodo sviluppato sulla base di precedenti lavori di ricerca, in cui, mutuando concetti propri della sicurezza in azienda, l’incidente viene visto come conseguenza di un errore nella interazione dinamica Uomo-Tecnologia- Organizzazione. Il metodo è stato personalizzato secondo le esigenze del Progetto, analizzando in maggior dettaglio alcuni specifici fattori causali. Ad esempio, poiché un obiettivo principale del lavoro è fornire indicazioni per lo sviluppo dei sistemi di e-safety di assistenza al guidatore (quali sistemi di controllo della velocità, della distanza fra i veicoli, della direzione di marcia, delle condizioni del guidatore, ecc.), grande attenzione viene posta sulle cause di incidente legate a comportamenti dei guidatori (es. difficoltà di percezione delle condizioni di marcia o dell’infrastruttura, effetti di distrazione legati alla lettura/uso della strumentazione o di elementi esterni, condizioni di stanchezza, ecc.) che possono essere supportati dai sistemi e-safety di sicurezza attiva. L’applicazione della SNACS risponde all’esigenza di poter confrontare fra loro più incidenti. Ciascun incidente stradale, infatti, ha caratteristiche di unicità, legate sia alla dinamica, sia alle caratteristiche dei veicoli, sia alle caratteristiche peculiari del luogo in cui l’incidente avviene: è estremamente difficile trovare due incidenti esattamente uguali fra loro ed anche il confronto è spesso difficoltoso.

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Foto Blaco

Tuttavia più incidenti possono avere una serie di cause in comune. Tramite il metodo SNACS si procede alla individuazione e categorizzazione delle cause concorrenti. Ciò facilità il confronto fra incidenti e l’applicazione di metodologie statistiche per l’analisi congiunta di insiemi di incidenti di cui siano state individuate e categorizzate le cause. I fattori causali presi in considerazione possono essere di tipo “istantaneo”, cioè legati a comportamenti momentanei (es. distrazione legata all’uso dell’autoradio), oppure di tipo “latente”, cioè legati a difetti che hanno origine anche molto tempo prima dell’incidente e che, se non rimossi, permangono come fattori di rischio (es. difetti di costruzione dell’infrastruttura, di costruzione del veicolo, di organizzazione). Tecnicamente, la SNACS si articola su una serie di passaggi, che, in maniera estremamente sintetica, partono dalla individuazione dell’evento critico, ovvero quell’evento dopo il quale l’incidente non è più evitabile, per arrivare ad individuare, con un’analisi di tipo “ad albero”, le cause concorrenti.

Conclusioni

La creazione del database SAFETYNET sulla accident causation rappresenta un importante passo avanti nella conoscenza e nel fenomeno dell’incidentalità, in quanto è il primo esempio di database di livello in-depth specificamente orientato alla ricerca delle cause degli incidenti. Il metodo SNACS utilizzato nella analisi dei dati consente di individuare e categorizzate le cause concorrenti all’incidente ed è propedeutico ad ulteriori analisi di tipo interpretativo.

* Università di Roma “La Sapienza”, Centro di Ricerca per il Trasporto e la Logistica, Dipartimento “Idraulica, Trasporti e Strade”

** Ministero dei trasporti - Direzione generale per la motorizzazione 

[Riferimenti]

Hauer, E. (2003) Opinion on LTCCS (Large Truck Crash Causation
Study). Unpublished document.
Hollnagel, E. (1998) CREAM - Cognitive Reliability and Error Analysis
Method. Elesevier Science, Oxford.
Huang, Ljung, Hollnagell and Sandin (2004) Accident Models for
Modern Road Traffic - Changing Times Creates New Demands. IEEE
International Conference on Systems, Man and Cybernetics, The
Hague, Netherlands.
Ljung, M. (2002) DREAM - Driving Reliability and Error Analysis
Method. Linkoping University

 

Da “Il Centauro” n.111


© asaps.it

di Francesco Filippi*, Luca Persia*, Pietro Marturano**

Da "Il Centauro"
Mercoledì, 02 Maggio 2007
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