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Rassegna stampa Alcol e Guida del 2 maggio 2007

A cura di Alessandro Sbarbada e Roberto Argenta

 

CORRIERE DELLA SERA – FORUM ITALIANS

Finché il guidare ubriachi in Italia sarà guardato con tolleranza

Caro Beppe,

ti scrivo a proposito del tema "Alcool e guida". La scorsa settimana ero al matrimonio di una mia amica: la messa è stata celebrata in una città, mentre il pranzo si è tenuto in campagna, a circa un’ora di automobile dal luogo del rito religioso. Nella mia automobile, durante il tragitto, c’erano anche una mia amica, che vive da anni in Gran Bretagna, e suo marito, inglese. E’ stato molto interessante ascoltare i suoi commenti. Lui era davvero sconvolto, durante il viaggio di ritorno sulla strada extraurbana, nel vedere al volante persone in evidente stato di ubriachezza, e lo era ancor più nel constatare che in molti casi non si trattava di giovani spericolati, ma di tranquilli e maturi uomini che, dopo aver bevuto ben più di un bicchiere di troppo, si erano messi al volante per riportare a casa moglie e figli. In Gran Bretagna, la sera non si esce senza prima aver deciso chi guiderà al ritorno, oppure senza essersi organizzati per tornare a casa con il taxi: quando mi era capitato di trovarmi lì, avevo sempre accettato questa abitudine senza fare domande in merito, sicura com’ero che questo comportamento, così diverso da quello che abbiamo in Italia, fosse dovuto alla maggior durezza delle sanzioni previste lì. Invece quella sera ho scoperto che questo è vero solo in parte: da noi è previsto il ritiro della patente per 6 mesi, da loro per un anno: differenza dunque non abissale. Il vero deterrente, mi spiegava, è il giudizio sociale: mentre è considerato - quasi - perfettamente accettabile che un rispettabile professionista, alle 8 di un venerdì sera, abbia un barile di alcool in corpo, il mettersi ubriachi al volante è considerato un gesto estremamente disdicevole, vergognoso, disprezzato da tutti. Mi si è accesa la lampadina: finché il guidare ubriachi in Italia sarà guardato con tolleranza da larghe fasce della popolazione, ben poco potranno gli eventuali maggiori controlli. Se un adulto si sente molto "uomo" nel riportare a casa i familiari guidando ubriaco dopo una cerimonia o dopo una scampagnata, se un ragazzo si sente molto "figo" nello spingere l’acceleratore a tavoletta dopo una nottata in discoteca - e, soprattutto, vengono considerati tali anche da coloro che li circondano - non credo che la minaccia di essere privati della patente per un anno, piuttosto che per gli attuali 6 mesi, costituisca un valido deterrente.
Un saluto,

Mary Lalli


CORRIERE DELLA SERA – FORUM ITALIANS

Alcol, droga e discoteche

Caro Beppe, cari Italians,

alcool e discoteche, giovani e discoteche, droga e discoteche. Su "Italians" se ne parla da tempo e penso di poter dare la mia opinione perché sono giovane e in discoteca ci vado (poco) e ci lavoro (molto). Studio e per mantenermi faccio il barman nelle molte discoteche del litorale viareggino, alcune molto famose. Quello spettacolo di distruzione cerebrale che voi vedete alla fine, io lo vedo nascere e crescere. E’ ugualmente desolante, credetemi. In genere l’iter è questo: ore 11 apertura delle porte e calata di lanzichenecchi, nella fattispecie massa di adolescenti che si affollano al guardaroba e poi al bar. Le prime bevute non sono mai leggere, dopo aver speso dai 15 ai 30 euro alla cassa "almeno voglio bere" quindi via di Invisibile e Cuba Libre. A tal proposito, i cocktails hanno un loro senso, un loro equilibrio tra alcool e allungamento, ecco questo in discoteca viene stravolto. Se provi a fare una bevuta come le ricette internazionali impongono ti dicono che non sa di niente, vanno alla cassa, si lamentano e tu vieni ripreso. Le dosi alcoliche devono essere almeno raddoppiate, quando non peggio, e tutto questo di fronte a bambini (perché tali sono) che non hanno ancora la barba! Ore 12: si alza il target. Entrano i trentenni reduci dall’happy hour e dalla cena, le tipologie di richieste non cambiano "perché tanto ormai ho già bevuto" e poi non possono sfigurare davanti alla tipa.. So che sembra un processo stupido, ma vi assicuro che ne vedo centinaia ogni sera.. Ore 1.00: sala piena, inizia il Grande Commercio. E non mi riferisco alla borsa valori ma alla droga. C’è di tutto e nulla è fatto di nascosto, canne fumate dietro le colonne con i buttafuori a due passi (ma se ti accendi una sigaretta intervengono!), pasticche vendute e consumate al bancone del bar per essere mandate giù con un sorso di gin tonic, strice di cocaina preparate sui tavoli davanti ai divanetti. Vi ripeto, non sto parlando della bettola malfamata, ma di locali della versilia dove il parcheggio è pieno di Cayenne e Suv.. Ore 2.00: lo sbando. Il consumo di alcool raddoppia e quello di droga triplica. La bevuta che va per la maggiore è vodka e red bull, serve a dare energia e continuare la serata. Ore 3.00: i primi crolli e le prime risse, ormai trovare qualcuno che articoli un discorso è una rarità. Ore 4.00: chiusura tra ragazzi privi di sensi. Ore 5.00, la Grande Paura.

Luca Lunedì


MARKETPRESS.INFO

SICUREZZA STRADALE: IL PROGRAMMA D’AZIONE EUROPEO CONTINUA A REGISTRARE BUONI RISULTATI – L’OBIETTIVO DI SALVARE 25 000 VITE SULLE STRADE D’EUROPA PUÒ ESSERE RAGGIUNTO NEL 2010 

Bruxelles, - L’obiettivo del programma d’azione europeo per la sicurezza stradale, lanciato nel 2001 dalla Commissione europea, può essere raggiunto entro il termine previsto. Si tratta di dimezzare il numero di morti sulle strade europee nel periodo 2001-2010, in modo da ridurre il numero totale delle vittime da quasi 50 000 a 25 000. È questo il messaggio principale che si ricava dalle ultime cifre disponibili, comunicate nel corso della prima giornata europea della sicurezza stradale. Queste cifre segnalano che l’ambizioso obiettivo era quello giusto: negli ultimi 12 mesi il numero dei morti è diminuito dell’8%. Nell’unione europea nel 2006 rispetto al 2001 sono state salvate quasi 12 000 vite umane. “Se continuiamo su questa strada, grazie allo sforzo concertato di tutti i cittadini dell’Unione europea, l’obiettivo può essere raggiunto nel 2010, ma non è un traguardo garantito: ci vuole uno sforzo continuo”, ha affermato Jacques Barrot, vicepresidente della Commissione responsabile per i trasporti, ricordando che la sicurezza stradale è una priorità del suo mandato e invitando tutti gli Stati membri ad esaminare attentamente la relazione che è stata appena pubblicata e a trarne le conseguenze. “Esorto soprattutto i governi ad intervenire energicamente nei casi in cui i risultati sono allarmanti”, ha aggiunto. Al di là delle nude cifre e delle statistiche sul numero di vittime di incidenti stradali, è infatti essenziale poter valutare le prestazioni dei paesi mediante indicatori opportunamente scelti, che riflettano l’effetto delle politiche svolte e permettano di intervenire meglio su problemi concreti. Nell’ambito della prima giornata europea della sicurezza stradale, questi risultati sono presentati ad un vasto pubblico. In occasione della giornata europea della sicurezza stradale, la Commissione pubblica per la prima volta i risultati del progetto “Safetynet”, finanziato dal sesto Programma Quadro di Ricerca, che pone le basi dell’osservatorio europeo della sicurezza stradale, grazie al quale è stato possibile effettuare un ingente lavoro sugli indicatori di prestazione in materia di sicurezza stradale. Nella relazione sono stati presi in considerazione sette indicatori di prestazione della sicurezza stradale: alcol e droghe; velocità; cinture di sicurezza e porto del casco; utilizzo dei fari di giorno; sicurezza passiva dei veicoli; infrastruttura stradale; primi soccorsi alle vittime. I primi tre indicatori sono i più importanti e quelli meglio documentati. Fra i paesi esaminati, si notano grandi disparità. Ad esempio, dal 5% al 30% dei decessi sulla strada sono dovuti ad incidenti in cui è coinvolto almeno un conducente che ha bevuto oltre il limite consentito dalla legge. Fino al 50% dei conducenti non rispetta i limiti di velocità in vigore. Dal 67% al 97% degli occupanti di automobili o di furgoni portano la cintura di sicurezza nei sedili anteriori, ma nei sedili posteriori queste percentuali sono comprese tra il 28% e l’89%. Dal 20% al 96% dei bambini di età inferiore ai 12 anni utilizza sedili appositi. Benché la protezione offerta dai veicoli (sicurezza passiva) migliori di anno in anno, è sorprendente constatare come il divario tra i paesi con le migliori prestazioni e gli altri paesi non diminuisca. Le tabelle allegate forniscono un quadro delle prestazioni dei vari Stati membri, nonché della Svizzera e della Norvegia, per l’alcolemia, l’uso della cintura e l’utilizzo di appositi sedili per i bambini. Per quanto riguarda i dati sulla velocità, le definizioni nazionali sono troppo disparate perché sia possibile elaborare una tabella comparativa. Gli indicatori di prestazione rientrano nella logica del “quadro di valutazione della sicurezza stradale”, reso pubblico oggi, in occasione della prima giornata europea della sicurezza stradale.

Tabella 1: Percentuale dei decessi sulla strada dovuti ad incidenti in cui è coinvolto almeno un conducente che ha consumato alcol oltre il limite stabilito dalla legge (salvo diversa indicazione)

 

 

Paese

Limite previsto dalla legge (mg/ml)

%

Rep. Ceca

0,0

4,8%

Austria

0,5

5,9%

Belgio

0,5

8,2% Prova effettuata soltanto sul 20% dei conducenti coinvolti in incidenti mortali

Paesi Bassi

0,5

8,3%

Ungheria

0,0

8,7% Di cui l’8,4% costituito da incidenti in cui risultavano coinvolti conducenti che avevano consumato alcol oltre il limite di 0,5 mg/ml

Grecia

0,5

9,4%

Polonia

0,2

9,8%

Germania

0,3

12,1%

Slovacchia

0,0

12,9%

Lituania

0,4

14,8%

Danimarca

0,5

16,0%

Regno Unito

 


17,0%

Svizzera

0,5

19,3%

Lettonia

0,5

21,7%

Norvegia

0,2

22,2% Conducenti in stato di ebbrezza deceduti, in % sul totale dei conducenti deceduti

Cipro

0,9

22,5% Limite alcolimetrico abbassato a 0,5 mg/ml nel 2006
Finlandia

Finlandia

0,5

23,4%

Estonia

0,2

23,5%

Svezia

0,2

25,0% In base all’autopsia dei conducenti deceduti

Portogallo

0,5

27,8% Conducenti in stato di ebbrezza deceduti, in % sul totale dei conducenti deceduti

Francia

0,5

28,8% % degli incidenti mortali in cui il conducente è stato sottoposto a test

Spagna

0,5

29,5% Conducenti in stato di ebbrezza deceduti, in % sul totale dei conducenti deceduti



SESTOPOTERE.COM

AUSL FERRARA: CAMPAGNA DI PREVENZIONE NAZIONALE "LAVORO SICURO SENZA ALCOL"

Ferrara - L’Azienda Usl di Ferrara comunica che la Campagna di Prevenzione Nazionale 2007, attraverso lo slogan “Lavoro sicuro senza alcol”, vuole richiamare l’attenzione in particolare sui problemi legati all’alcol negli ambienti di lavoro. L’obiettivo di ogni Azienda USL, è la messa a punto, di programmi di intervento finalizzati a prevenire ed affrontare le problematiche alcolcorrelate che si possono manifestare negli ambienti di lavoro, evidenziando la pericolosità del binomio "ALCOL e LAVORO".
Il rapporto tra consumo di bevande alcoliche, abuso di alcol e sicurezza nei luoghi di lavoro, si pone come un tema di stretta attualità nelle realtà territoriali ad elevata concentrazione industriale e produttiva in genere.
Quest’anno, su indicazione della Regione Emilia Romagna, anche la AUSL di Ferrara partecipa ad un Progetto di prevenzione e fronteggiamento delle problematiche alcol-correlate nelle aziende del settore pubblico e/o privato del territorio distrettuale Centro-Nord e Sud-Est, in collaborazione con il Servizio di Prevenzione e Sicurezza negli ambienti di lavoro (SPSAL).
Sono state coinvolte le rappresentanze delle associazioni di categoria e sindacali per illustrare gli indirizzi regionali a sostegno dell’applicazione della normativa nazionale in tema di salvaguardia della salute e sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro, relativamente ai possibili effetti e danni derivanti dal consumo di bevande alcoliche.
Appare quindi opportuno iniziare un percorso di progressivo coinvolgimento delle aziende più sensibili a tale tematica, utilizzando il metodo messo a punto negli scorsi anni dalla AUSL di Modena e fatto proprio dalla Regione Emilia-Romagna, che ne ha raccomandato l’applicazione nel Piano Regionale della Prevenzione.
La realtà produttiva ferrarese è caratterizzata da una significativa presenza di attività a rilevante rischio di infortuni sul lavoro, tra cui ad esempio si possono ricordare il comparto delle costruzioni, quello metalmeccanico, chimico e dei trasporti. Anche i dati dell’attività assistenziale dei Ser.T. dell’AUSL di Ferrara mostrano, negli ultimi anni, un costante e significativo incremento della domanda di trattamento pervenuta ai Centri Alcologici. Nel corso del 2005 gli utenti alcoldipendenti in carico ai Centri Alcologici della Provincia di Ferrara sono stati 391, l’1,8% in più rispetto all’anno precedente. La proporzione complessiva risulta del 28,4%.
La salute e il benessere nei luoghi di lavoro costituiscono obiettivi prioritari da raggiungere per assicurare lo sviluppo di attività lavorative sicure e produttive. Ciò si raggiunge non solo attraverso il rispetto delle norme specifiche sulla prevenzione di infortuni e malattie professionali, ma anche promuovendo corretti stili di vita che portino a diminuire il consumo di bevande alcoliche.
E’ ormai nota, infatti, la correlazione negativa tra assunzione di bevande alcoliche e i problemi che ne possono derivare: maggiori assenze per malattia, gravi danni ed intossicazioni per l’uso contemporaneo di alcol e di altre sostanze tossiche, almeno il 10 % degli infortuni, riduzione delle capacità lavorative, problemi personali e familiari, costi economici per l’azienda e per la comunità. Una stima attribuisce all’uso di alcolici la corresponsabilità in Italia di almeno 100.000 infortuni, 150 dei quali mortali.
Nell’ambito del progetto regionale sono stati realizzati:
- un depliant informativo “Lavoro sicuro senza alcol”, che viene consegnato ai lavoratori nel corso degli incontri informativi in azienda;
- e l’ “alcolimetro”, strumento che serve a calcolare indicativamente il tasso di alcol nel sangue attraverso l’incrocio di diverse variabili (peso corporeo, sesso, unità alcoliche ingerite, etc.).
Gli interventi di sensibilizzazione hanno l’obiettivo di:
- diffondere, nella popolazione in generale e nel mondo del lavoro in particolare, la conoscenza sui rischi e i danni per la salute che il consumo di alcol può determinare;
- facilitare l’accesso e l’invio ai servizi alcologici dell’AUSL di Ferrara, per consulenze ai lavoratori e/o loro familiari.
I CENTRI ALCOLOGICI DELL’AZIENDA USL DI FERRARA

Di seguito i riferimenti dei Centri alcologici dell’Azienda USL di Ferrara e delle associazioni di auto mutuo aiuto che si rivolgono agli alcolisti e alle loro famiglie:
FERRARA - Centro di Farmacoterapia e Centro Alcologico
via Mortara ,14 - tel. 0532 235070 fax 0532 206572 e-mail: sert.farmacoterapia@ausl.fe.it
COPPARO - Centro Alcologico
via Roma, 18 - tel. 0532 879944 Fax 0532 879948 e-mail: sertmedico@ausl.fe.it
Ser.T. di CENTO
via Accarisio, 32 Tel. 051 903314 Fax 051 6831343 e-mail: sert.cento@ausl.fe.it
Ser.T. di CODIGORO
via Kennedy, 4/A Tel 0533 729757 Fax 0533 729743 e-mail: sert.codigoro@ausl.fe.it
Ser.T. di PORTOMAGGIORE
via E. De Amicis 22 Presso ex Ospedale Tel 0532 817548 Fax 0532 817556 e-mail: sert.pm@ausl.fe.it
LAGOSANTO - Punto Informativo Alcol e Centro di Ascolto
c/o l’Ospedale del Delta - ambulatorio n. 47 tel. 0533 723243 - il lunedì e il venerdì dalle 11 alle 13
ASSOCIAZIONI DI AUTO-MUTUO-AIUTO DI FERRARA
Alcolisti Anonimi: v. Ripagrande, 7/A Ferrara (FE), tel. 0532 765124
Associazione Club Alcolisti in Trattamento: Apcat Ferrara, Interno Castello, 1, 44028 Poggio Renatico(FE), Tel. 0532-825887


MERATEONLINE.IT

Colico: via alla campagna contro la guida pericolosa

Ha preso il via la sperimentazione di un`attività promossa dalla Croce rossa e dall`Automobile club di Lecco per sensibilizzare gli autisti nei confronti della guida in stato di ebbrezza in occasione dell`Obiettivo 2010. Le ambulanze della Cri di Colico avranno a bordo degli etilometri monouso "Soffia e sai" forniti gratuitamente da Aci, che i volontari distribuiranno in occasione di interventi e iniziative con lo scopo di sensibilizzare soprattutto i giovani ai rischi che si corrono guidando dopo aver assunto alcolici. "In alcuni momenti - ha spiegato il presidente Cri Franco De Poi, le persone sono più sensibili alla problematica alcol, magari dopo incidenti o risse fuori dai bar. Inviteremo le persone ha prendere un test per rendersi conto del loro stato. Logicamente questa attività sarà effettuata compatibilmente con le esigenze sanitarie del momento, ma la riteniamo molto valida ed educativa". "Questa sperimentazione - ha spiegato il direttore Aci Roberto Conforti - servirà per fare delle valutazioni e dare il via a un progetto su larga scala all`esterno degli esercizi commerciali e in altri contesti. La disponibilità dei volontari della Cri è grande e ricevere questi test da loro invece che da forze di polizia non rischia di far temere sanzioni da parte di chi prova il test. Avere l’opportunità di capire il proprio stato di sobrietà e quello che si rischia anche penalmente è certamente sensibilizzante ed educativo". Cri e Aci hanno ricordato che la guida in stato di ebbrezza, oltre che provocare molte vittime e incidenti, ha gravi conseguenze penali.


CORRIERE ADRIATICO

Alcol, cocaina e “fumo”

JESI - Non di sola cocaina è fatto il consumo di droghe in Vallesina, come del resto sul territorio nazionale e anche più in là. Le statistiche dicono che è l’alcol (il suo abuso) la prima fonte di dipendenza e guai enormi, anche nel post-discoteca. Ma nessuno si decide, come avviene con successo in altre nazioni, a proibire l’alcol in discoteca dopo le 1,30 e poi musica a tutto decibel fino all’alba, per far smaltire la sbornia lì e non in strada. Ma questa è un’altra storia. L’hashish era, come la marijuana, considerato una droga leggera fino a pochi mesi fa. Ora per la legge, è come l’eroina, il crak, la cocaina, l’ecstasy etc. Che poi molto giovani la pensino diversamente, poco importa.


CORRIERE ADRIATICO

Duro intervento dei vertici della Lega Nord

“Chi non rispetta la legge deve andarsene per sempre”

APPIGNANO - Prima un nomade uccide quattro ragazzi, poi un campo Rom viene dato alle fiamme: ecco gli effetti del buonismo di sinistra: Paolo Grimoldi Deputato della Lega Nord e Coordinatore federale del Movimento Giovani Padani, commenta quanto accaduto ad Appignano del Tronto. Con certi personaggi l’integrazione è impossibile, perché quest’ultima - spiega il deputato leghista - può esserci solo se gli immigrati hanno intenzione di inserirsi nella comunità. Invece ad Ascoli Piceno come a Milano, i nomadi tendono volutamente a ghettizzarsi, a mantenersi Stato nello Stato, a non rispettare la legge. Fino a quando si arriva a casi estremi come è successo ad Appignano, che scatenano la comprensibile, anche se non giustificabile, rabbia dei cittadini. La cosa più preoccupante - conclude Grimoldi - è che tutto ciò rischia di essere solo l’antipasto. Con la nuova legge sull’immigrazione voluta dal governo di sinistra, che apre le porte del Paese a tutti, la situazione può esplodere. L’annullamento della legge Bossi-Fini e l’introduzione della nuova normativa che farà entrare in Italia chiunque lo vorrà, alla sola condizione di pagare il biglietto d’ingresso, è l’ennesima conferma che l’Italia sta diventando il paese dei balocchi”. E sull’argomento interviene anche Pietro Infriccioli Coordinatore provinciale della Lega Nord Marche-Ascoli Piceno. “Lungi da noi il voler strumentalizzare i tragici fatti di Appignano del Tronto, ma questa terribile vicenda, viene a confermare ciò che da molto tempo e forse da troppi anni la Lega Nord Padania va denunciando in tutte le sedi istituzionali e non solo …. Ribadiamo ancora una volta che questa non è una questione di nazionalità o di xenofobia, bensì, riteniamo che l’aver guidato in stato di ebbrezza e l’essere Rom non vanno certo legati all’omicidio, però se lo stesso nella presunta condizione di clandestinità fosse stato espulso e quindi rimandato nel suo paese d’origine, forse in questi giorni non saremmo qui a piangere quattro vittime innocenti. Non è possibile nel 2007 morire per colpa di chi se ne infischia delle nostre regole, regole che hanno valore solo ed esclusivamente per coloro che giornalmente si alzano armati di sana onestà e pazienza per recarsi al lavoro, regole che valgono per le nostre forze dell’ordine anch’esse mortificate da leggi come l’indulto, da minori risorse destinate alla pubblica sicurezza, ma soprattutto dalla mancata certezza della pena”.


CORRIERE ADRIATICO

Nessuna apertura dell’Arengo per un possibile ritorno della comunità nomade con destinazione Campolungo Il sindaco Celani “Lo escludo nel modo più assoluto”

Ahmetovic non poteva essere espulso

Giallo sulla cittadinanza dello zingaro che ha travolto e ucciso quattro ragazzi

APPIGNANO - Marco Amhetovic, il giovane rom di 22 anni che una settimana fa, guidando in stato di ebbrezza, ha investito e ucciso quattro ragazzi di Appignano, difficilmente avrebbe potuto stato espulso dal nostro Paese. E questo, anche con il permesso di soggiorno scaduto. Infatti, tutto ruota intorno allo status giuridico del giovane rom, che è regolato dal diritto internazionale.
Marco Amhetovic avrebbe avuto il permesso di soggiorno perché figlio di due genitori di etnia diverse (serba e bosniaca), dell’ex Jugoslavia, cioè, di persone appartenenti a Paesi che non fanno parte dell’Unione europea. Ma da qui ad espellerlo dall’Italia, ce ne corre. Intanto, perché occorre verificare come i genitori del giovane nomade sono entrati in Italia. Proprio la loro etnia, farebbe pensare che il loro ingresso in Italia sia avvenuto durante la guerra che ha investito l’ex Jugoslavia e questo potrebbe comportare uno status di profugo. In questo caso, l’espulsione del giovane, sarebbe impossibile, perché la nostra legislazione garantisce, per l’appunto, i profughi. Se, poi, lo status giuridico del giovane è quello di apolide, ovvero, senza nazionalità come sono in genere le comunità dei rom, anche in questo caso l’espulsione dall’Italia non sarebbe possibile, perché non ci sarebbe uno stato straniero a cui consegnare il giovane. E’ vero che Marco Amhetovic è nato a Caserta, ma proprio per il fatto di essere nato in territorio italiano, potrebbe consentire al giovane rom di chiedere la concessione della nazionalità del nostro Paese. E anche in questo caso, non potrebbe essere espulso. Insomma, come si vede, clausole che sconfinano nel diritto internazionale e di cui non si può non tenerne conto. E i casi descritti taglierebbero la testa al toro sui controlli sul permesso di soggiorno del giovane rom, scaduto nella seconda metà del 2006. Intanto, nonostante le dichiarazioni di amministratori e di politici e le conferenze stampe a ripetizione, su quanto è accaduto, prosegue la discussione tra la gente comune su un altro aspetto della vicenda, quello che riguarda la concessione del Comune di Ascoli per l’affitto dell’immobile abitato dalla comunità rom ad Appignano e per il quale l’Arengo non ha mai percepito un euro. Un mancato versamento che ha spinto il Comune di Ascoli ad aprire un procedimento di sfratto, convalidato dal Tribunale del capoluogo e che sarebbe dovuto scattare lo scorso 15 aprile. Ma il mancato pagamento del canone di affitto si estende, però, anche alle bollette dell’acqua, per il cui uso non è mai stato versato un euro. Si tratterebbe, secondo alcune voci, di qualcosa come 20.000 euro, se non qualcosa di più.
Una circostanza che spinse il Consorzio idrico a rivalersi sull’Arengo, ricevendo un netto rifiuto. In quella occasione fu proprio il Comune di Ascoli a sollecitare il Ciip a togliere l’acqua alla comunità rom, un provvedimento a cui si oppose la Prefettura, che per motivi di urgenza e igienici, essendoci la presenza di diversi minori nell’accampamento di Appignano, ordinò al Consorzio idrico di riallacciare l’acqua. E qui ci sono le prime domande dal parte della gente, non solo quella di Appignano, ma anche di quella di Ascoli. Perché, si chiede la gente, il Comune di Ascoli, solo recentemente, il fatto risale a circa tre anni fa, si è deciso a chiedere lo sfratto alla comunità rom, chiedendo il pagamento del fitto e delle bollette dell’acqua arretrate? (*) Insomma, dal 1996, anno in cui i rom, per scelta del sindaco Roberto Allevi, furono trasferiti nell’immobile di Appignano, solo nel 2004 l’Arengo si è deciso a chiedere conto dei fitti e delle bollette dell’acqua arretrati. Non che una richiesta in tal senso avrebbe facilitato l’abbandono dell’immobile di Appignano da parte della comunità rom, ma in qualche modo avrebbe contribuito ad aprire una discussione sulla vicenda, prima che la tragedia della scorsa settimana avrebbe fatto esplodere il caso. Ieri il sindaco Piero Celani è tornato sull’argomento per dire che della questione ci si è accorti solo quando è terminata la ricognizione sul patrimonio dell’Arengo e che, comunque, è esclusa la possibilità di un ritorno della comunità rom”.

NINO ORREA

(*) Nota: a me sembra che il problema di questo zingaro fosse l’uso degli alcolici, non dell’acqua. In questa tragica vicenda si sta parlando di tutto, meno che dell’unica cosa che era possibile evitare: la guida in stato di ebbrezza.


IL GIORNALE.IT

Milan, tutto in una notte Piove sulla sfida col Manchester

di Roberto Bonizzi

Milano - Galliani prova a sdrammatizzare. "Piove? Sembra Manchester...". A chi insiste con le richieste di previsioni il vice presidente del Milan rifila un grande classico: "Campo bagnato, campo fortunato". Tensione e scaramanzie. Cresce l’attesa a Milano e a Milanello per la sfida delle sfide. Il match in programma alle 20,45 a San Siro. I rossoneri di Carlo Ancelotti sono costretti a vincere con il Manchester United di Sir Alex Ferguson che all’andata ha giocato un brutto scherzo in rimonta, chiudendo 3-2 grazie a Cristiano Ronaldo e Wayne Rooney, complice anche qualche “svarione” di Dida.
Vendicare Istanbul Il Milan, in campo senza capitan Maldini, che non ha recuperato dall’infortunio al ginocchio rimediato all’andata, probabilmente si affiderà ancora al mestiere dell’acciaccato Pippo iumati in avanti per provare a bucare la difesa inglese. Una nuova bocciatura per iumati, che in Champions non riesce mai a lasciare il segno. Alle spalle di Superpippo Kakà e Seedorf. Cerniera italiana a centrocampo (iumatini-Pirlo-Gattuso). Dietro tutto come all’andata con Kaldze al posto di Maldini. Per gli inglesi, invece, retroguardia rinforzata dal rientro di Rio Ferdinand, il centrale dei Red Devils e della Nazionale inglese assente all’andata per infortunio. L’obiettivo del Milan è raggiungere il Liverpool in finale ad Atene. Per una rivincita della sfida incredibilmente persa a Istanbul (da 3-0 a 3-3, con sorpasso ai rigori). I reds di Benitez attendono comodi l’avversaria dopo il successo, sempre dopo i rigori, sul Chelsea di Mourinho.
Pioggi e divieto di alcolici Sono attesi a migliaia i tifosi inglesi che stasera, seguiranno in trasferta il Manchester United. Al momento si registra un clima sereno, ma non si nasconde un po’ di apprensione per il comportamento delle tifoserie, soprattutto di quella inglese, dopo i tafferugli scoppiati a Roma e le polemiche successive. Secondo le forze dell’ordine, i tifosi presenti stasera allo stadio Meazza dovrebbero aggirarsi tra i 5 e i 6mila (4.500 i biglietti a loro destinati nel terzo anello). I primi sono arrivati ieri sera con un volo giunto a Malpensa, dove nel primo pomeriggio era arrivata anche la squadra inglese. E oggi si prevedono altri due charter in arrivo a Malpensa e due a Orio al Serio (Bergamo). I restanti tifosi giungeranno con voli di linea o altri mezzi. Intanto è entrata in vigore l’ordinanza del prefetto di Milano, Gian Valerio Lombardi, che vieta la vendita di bevande alcoliche negli esercizi pubblici nell’area dello stadio Meazza e zone limitrofe, nel centro cittadino e all’aeroporto di Linate, mentre la Questura, responsabile dell’ordine pubblico, ha organizzato un nutrito schieramento di forze.


VIRGILIO NOTIZIE

Birra vietata, ma scorre al Duomo
Vendita di alcolici tra i fan di Manchester e Milan

MILANO, - La vendita di alcolici e’ vietata ma molti tifosi consumano birra in Piazza Duomo in attesa della sfida di stasera tra Milan e Manchester. Oltre ai venditori abusivi che si aggirano tra i fan inglesi vendendo lattine, anche qualche bar serve la birra in bicchieri di plastica. I tifosi inglesi si sono raccolti sul lato opposto al Duomo, nei pressi di piazza dei Mercanti. I milanisti si sono appostati attorno alla Galleria Vittorio Emanuele rispondendo coro su coro agli avversari di stasera.


BASILICATANET

(RI) A SATRIANO IL 6 MAGGIO FIACCOLATA PER LE VITTIME DELLA STRADA

Giovedì, 03 Maggio 2007

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