Si prepara un altro giro di vite contro i "furbi al
volante", ma soprattutto si vuol contrastare la mortalità stradale
attingendo dalle tasse che si pagano sul prezzo della benzina. Sono alcune
delle misure annunciate ieri a Riva del Garda al Salone della Sicurezza
stradale promosso dall’Aci: il via libera alla legge che inasprisce le multe
avverrà entro giugno come ha confermato il ministro dei Trasporti, Alessandro
Bianchi collegato in videoconferenza da Roma. Colpiranno le violazioni più
gravi al codice della strada: recidiva, guida in stato di ebbrezza ed eccessi
di velocità. Mai come quest’anno il tema della sicurezza stradale ha
visto proliferare iniziative: la settimana mondiale organizzata dalle Nazioni
Unite dal 23 al 29 aprile ne è stato il momento culminante con molte
manifestazioni anche a Nordest (con in primo piano i diecimila studenti
coinvolti dalle Motorizzazioni civili). A fare il punto su quanto è stato fatto
e soprattutto si deve ancora fare in Italia, sono impegnati gli organizzatori
del Salone internazionale della Sicurezza Stradale (Siss) che si è aperto nel
moderno Palafiere di Riva del Garda e che l’Oms (Organizzazione mondiale della
sanità) ha inserito - come appendice - nelle manifestazioni della stessa
settimana "Roads safe" (sicurezza in strada). Il ddl anti-stragi si
preoccupa soprattutto di inasprire le sanzioni - fino a un massimo di 12mila
euro per chi provoca incidenti mortali - "ma è solo un primo approccio al
problema sicurezza" ha spiegato l’on. Michele Meta, presidente della
Commissione Trasporti della Camera. Gli ha fatto eco il collega Mauro Fabris,
parlamentare vicentino e presidente dei deputati Udeur, rilanciando con forza
"la creazione di un’Agenzia nazionale per la Sicurezza stradale, con i
poteri della Protezione Civile, che coordini tutti gli interventi, ad esempio
quelli dei 18 Corpi di polizia che hanno competenza in materia stradale,
evitando così sovrapposizioni o sprechi". Con quali fondi dovrebbe operare
l’Agenzia? "Considerati i costi sociali dell’incidentalità stradale
stimati in 35 milioni di euro l’anno per i 5.500 morti e i 313mila feriti che
si registrano ogni anno - hanno ricordato sia Fabris che Meta - nessuna spesa
sarebbe più opportuna: l’idea è di destinare alla sicurezza stradale, intesa in
senso globale, una percentuale dell’Iva che si paga sui carburanti.
Naturalmente sono soldi che andrebbero assegnati a progetti ben
determinati". Si va dall’educazione nelle scuole, al potenziamento dei
controlli e dei sistemi elettronici, dalle campagne informative, a corsi di
guida fino a una serie d’interventi mirati - anche di segnaletica - che
dovrebbero finalmente avere un collegamento fra di loro. C’è ad esempio
l’iniziativa di un comitato genitori emiliani che ha proposto alla regione la
legge "No alcol, no bollo": "Per i giovani virtuosi che
venissero colti al volante sobri nei giorni a rischio, dovrebbero scattare
sconti sul bollo di proprietà" chiedono i firmatari. A Nordest
un’iniziativa analoga premiava gli "astemi" con biglietti gratis per
la discoteca, questa volta si va a toccare le tasche e le tasse delle famiglie. Anche dall’Aci sono arrivate proposte concrete specialmente
in tema di formazione: "Visto che in Italia oltre un incidente su tre -
spiega il segretario generale Ascanio Rozera - è provocato da neopatentati, è
giusto prevedere un rigoroso periodo di apprendistato. Si dovrebbe quindi far
guidare i sedicenni per due anni solo se assistiti e dunque istruiti da un
adulto che abbia offra le garanzie necessarie, quindi non necessariamente un
genitore considerando che in quella quota di neopatentati che provocano
incidenti ben il 75% ha almeno un parente stretto autore di un sinistro
stradale". |
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