Niente «svendite» di bevande alcoliche
e innalzamento dell’età per servire il «bicchiere» Dai
comuni una legge contro l’alcol
La proposta verrà presentata questa
sera in Comprensorio a Malè
VAL DI SOLE - Il messaggio portato avanti dal Coordinamento «Alcol, Guida e Promozione della salute» è sfociato, a livello politico, in un’iniziativa sottoscritta dai quattordici Comuni della valle. Si tratta in particolare di una proposta di legge sulla regolamentazione per la somministrazione di alcolici inviata alla Giunta provinciale, che contempla diversi punti tra cui l’innalzamento dell’età per la somministrazione di bevande alcoliche da far rispettare anche agli esercizi commerciali, oltre ad altre che riguardano ad esempio eventi dove si chiede che il prezzo delle bevande alcoliche non sia inferiore a quello che normalmente si paga nei pubblici esercizi ed altro che sarà illustrato nel corso dell’incontro di stasera «Noi e l’alcol: una valle in cammino» alla sala assemblea del Comprensorio a Malé ad ore 20.30. Nel corso del 2006 il Coordinamento ha curato proposte per sensibilizzare i giovani, ma non solo. Un occhio di riguardo per le scuole, come sottolinea il dottor Alberto Pasquesi, da quando il progetto «L’Alcol non mi fa la festa: se guido non bevo» è iniziato nel 2005, per affrontare il problema anche con i ragazzi più giovani e, nel corso dell’anno passato, gli studenti della scuola media dell’Istituto comprensivo Alta val di Sole di Fucine hanno promosso un’esposizione che in parte sarà riproposta stasera al Comprensorio, sugli effetti dell’alcol in campo sociale, fisico e psicologico, ma anche sui vantaggi del non bere. In tale contesto sono proseguiti anche gli incontri tra gli alunni e rappresentanti dell’Acat (Associazione dei club degli alcolisti in trattamento) che hanno portato la propria esperienza. Tra le altre iniziative del Coordinamento, serate no alcol e la possibilità di utilizzare l’etilometro fuori dai locali: quest’ultima proposta si è concretizzata l’inverno scorso in due locali, a Commezzadura e Dimaro. Tra le novità, l’istituzione del discobus "Stente sani Bus" anche in inverno (dal 10 febbraio al 24 marzo scorso) dopo le esperienze messe in campo per il periodo estivo. "Quest’anno c’è stato un aumento dell’età media dell’utenza ed una larga fetta è risultata negativa all’etilometro" commenta a proposito del discobus il dottor Pasquesi, vale a dire che più maggiorenni hanno usufruito del servizio e che lo stesso, lungi dall’essere considerato solo un mezzo di trasporto per chi ha esagerato con l’alcol, è servito anche a responsabilizzare i ragazzi. Si sono intensificati anche i rapporti con gruppi di volontariato mentre una serata è stata organizzata in collaborazione con i giovani del gruppo "Strade aperte" di Vermiglio, senza dimenticare che diversi giovani sono impegnati anche come volontari nel supporto alle iniziative del Coordinamento. Per confrontarsi su tali tematiche l’appuntamento è per stasera ad ore 20.30. L. Za. TRENTINO L’abuso
di alcol, tema di un incontro a Malé
MALE’. Oggi alle 20.30, presso la sala delle assemblee del
Comprensorio, il coordinamento “Alcol, guida e promozione della salute” propone
un incontro, aperto a tutti, su un tema di stretta attualità. Il tema scelto per
la serata è “Noi e l’alcol, una valle in cammino”. L’obiettivo è illustrare e
valutare le iniziative passate e confrontarsi su quelle future che possano
offrire una soluzione ai problemi legati all’abuso di alcol, un fenomeno in
preoccupante aumento, soprattutto tra i giovani. Il coordinamento è costituito da amministratori locali, da rappresentanti del mondo della scuola, della sanità, dei servizi sociali, da esponenti dell’associazionismo sportivo, del servizio di alcologia, dell’associazione degli alcolisti in trattamento e da un gruppo di giovani volontari. (f.ve.) IL GAZZETTINO Al Salone sulla viabilità a Riva del
Garda il ministro dei trasporti annuncia giri di vite per i «furbetti del
volante». Da giugno pene più severe per la guida
in stato di ebbrezza e per l’eccesso di velocità Bianchi: le tasse sulla benzina per la
sicurezza stradale
Riva del Garda (Trento) NOSTRO INVIATO Si prepara un altro giro di vite contro i "furbi al
volante", ma soprattutto si vuol contrastare la mortalità stradale
attingendo dalle tasse che si pagano sul prezzo della benzina. Sono alcune
delle misure annunciate ieri a Riva del Garda al Salone della Sicurezza
stradale promosso dall’Aci: il via libera alla legge che inasprisce le multe
avverrà entro giugno come ha confermato il ministro dei Trasporti, Alessandro
Bianchi collegato in videoconferenza da Roma. Colpiranno le violazioni più
gravi al codice della strada: recidiva, guida in stato di ebbrezza ed eccessi
di velocità. Mai come quest’anno il tema della sicurezza stradale ha
visto proliferare iniziative: la settimana mondiale organizzata dalle Nazioni
Unite dal 23 al 29 aprile ne è stato il momento culminante con molte
manifestazioni anche a Nordest (con in primo piano i diecimila studenti
coinvolti dalle Motorizzazioni civili). A fare il punto su quanto è stato fatto
e soprattutto si deve ancora fare in Italia, sono impegnati gli organizzatori
del Salone internazionale della Sicurezza Stradale (Siss) che si è aperto nel
moderno Palafiere di Riva del Garda e che l’Oms (Organizzazione mondiale della
sanità) ha inserito - come appendice - nelle manifestazioni della stessa
settimana "Roads safe" (sicurezza in strada). Il ddl anti-stragi si
preoccupa soprattutto di inasprire le sanzioni - fino a un massimo di 12mila
euro per chi provoca incidenti mortali - "ma è solo un primo approccio al
problema sicurezza" ha spiegato l’on. Michele Meta, presidente della
Commissione Trasporti della Camera. Gli ha fatto eco il collega Mauro Fabris,
parlamentare vicentino e presidente dei deputati Udeur, rilanciando con forza
"la creazione di un’Agenzia nazionale per la Sicurezza stradale, con i
poteri della Protezione Civile, che coordini tutti gli interventi, ad esempio
quelli dei 18 Corpi di polizia che hanno competenza in materia stradale,
evitando così sovrapposizioni o sprechi". Con quali fondi dovrebbe operare
l’Agenzia? "Considerati i costi sociali dell’incidentalità stradale
stimati in 35 milioni di euro l’anno per i 5.500 morti e i 313mila feriti che
si registrano ogni anno - hanno ricordato sia Fabris che Meta - nessuna spesa
sarebbe più opportuna: l’idea è di destinare alla sicurezza stradale, intesa in
senso globale, una percentuale dell’Iva che si paga sui carburanti.
Naturalmente sono soldi che andrebbero assegnati a progetti ben
determinati". Si va dall’educazione nelle scuole, al potenziamento dei
controlli e dei sistemi elettronici, dalle campagne informative, a corsi di
guida fino a una serie d’interventi mirati - anche di segnaletica - che
dovrebbero finalmente avere un collegamento fra di loro. C’è ad esempio
l’iniziativa di un comitato genitori emiliani che ha proposto alla regione la
legge "No alcol, no bollo": "Per i giovani virtuosi che
venissero colti al volante sobri nei giorni a rischio, dovrebbero scattare
sconti sul bollo di proprietà" chiedono i firmatari. A Nordest
un’iniziativa analoga premiava gli "astemi" con biglietti gratis per
la discoteca, questa volta si va a toccare le tasche e le tasse delle famiglie. Anche dall’Aci sono arrivate proposte concrete specialmente
in tema di formazione: "Visto che in Italia oltre un incidente su tre -
spiega il segretario generale Ascanio Rozera - è provocato da neopatentati, è
giusto prevedere un rigoroso periodo di apprendistato. Si dovrebbe quindi far
guidare i sedicenni per due anni solo se assistiti e dunque istruiti da un
adulto che abbia offra le garanzie necessarie, quindi non necessariamente un
genitore considerando che in quella quota di neopatentati che provocano
incidenti ben il 75% ha almeno un parente stretto autore di un sinistro
stradale". Gigi Biignotti SALUTE EUROPA.IT Cannabis, alcol e disturbi psicotici: incontri di
aggiornamento in 16 città italiane Circa la metà dei pazienti affetti da disturbi psicotici
utilizza in modo non sporadico alcol e sostanze. Tuttavia, nonostante le
ricerche realizzate in circa venticinque anni in questo campo, non vi è ancora
una spiegazione univoca e condivisa universalmente sul perché l’utilizzazione
di alcol e sostanze tra le persone affette da disturbi psicotici sia così
frequente e oggi in continuo aumento. Dai dati emersi è evidente che coloro che utilizzano alcol e
sostanze hanno un esito significativamente meno favorevole rispetto a coloro
che non ne fanno uso. Alcol e cannabis, che destano particolare attenzione da
parte dei media e dell’intera popolazione, correlati ai disturbi psicotici
saranno oggetto di confronto scientifico nel Corso "Cannabis, alcol e
disturbi psicotici". Il Corso, organizzato dalla Società Italiana di Psichiatria
e coordinato dal Dottor Mariano Bassi, Presidente della stessa Società, si
propone di esaminare e di discutere con i partecipanti: i fattori di rischio che portano i pazienti psicotici ad
utilizzare alcol e cannabis gli aspetti epidemiologici del fenomeno i rapporti tra esordio della psicosi, alcol e cannabis i rapporti tra manifestazioni sintomatologiche, alcol e
cannabis e le possibilità applicative dei principali modelli di intervento. Il Corso, che si svolgerà in 16 città italiane e avrà inizio
a Roma il 7 maggio 2007 nel rispetto delle ultime normative di Farmindustria,
riserverà un’attenzione particolare alla formazione dei giovani psichiatri
dando loro l’opportunità, non solo di partecipare, ma anche di presentare
alcuni casi clinici. Docenti, nelle varie sedi, saranno alcuni fra i maggiori
esperti, nazionali ed internazionali, dell’argomento: Giuseppe Carrà, University College of London (UK) Massimo Clerici, Università degli Studi di Milano Giovanni de Girolamo, Area Città, Azienda USL di Bologna Estello Massimo Diana, Ser.T. Iglesias Luigi Janiri, Università Cattolica di Roma Fabrizio
Schifano, University of Hertfordshire (UK) Calendario dei Corsi
7 maggio Roma, 9 maggio Perugina, 14 maggio Padova, 15
maggio Pescara, 16 maggio Torino, 17 maggio Catania, 29 maggio Pisa, 29 maggio
Trieste, 30 maggio Genova, 30 maggio Ancona, 30 maggio Cagliari, 31 maggio
Bologna, 31 maggio Napoli, 1 giugno Bari, 5 giugno Milano, 19 giugno Reggio
Calabria. Il 7 maggio il Corso avrà luogo a Roma presso la Sala De
Chirico del Centro Congressi Roma Eventi (Via Albert 5/a -
www.roma-eventi.com). I lavori si svolgeranno dalle ore 9.30 alle ore 13.00. Al saluto di apertura saranno presenti il dottor Mariano
Bassi, Direttore del Dipartimento di Salute Mentale Area Città dell’Azienda USL
di Bologna e Presidente della Società Italiana di Psichiatria, il Professor
Alberto Siracusano, Direttore della Scuola di Specializzazione in Psichiatria
dell’Università degli Studi di Roma "Tor Vergata" e Presidente Eletto
della Società Italiana di Psichiatria , il Professor Luigi Janiri, Segretario
Sezione Regionale Lazio della Società Italiana di Psichiatria e il dottor
Andrea Cellie, Rappresentante per la Regione Lazio della sezione Giovani
Psichiatri (Sip Giovani). I casi clinici locali verranno presentati dal dottor
Francesco Bianchi (Roma) e dal dottor Giovanni Martinotti (Roma). Nel corso delle giornate di incontro verranno raccolti dati che ci consentiranno di avere una esatta fotografia di tutte le realtà italiane. IL GAZZETTINO (UDINE) LATISANA Musica
contro l’alcol
Gli Inox ed i Future is Tomorrow, i due gruppi emergenti protagonisti questa sera dell’AsparagorgoRock, la manifestazione dedicata ai giovani e organizzata in collaborazione con il centro di aggregazione giovanile di Latisana, all’interno del programma dei festeggiamenti dell’Asparagorgo 2007. Per sensibilizzare e promuovere una forma di divertimento responsabile e prevenire i rischi causati dall’alcool, i chioschi proporranno birra analcolica. IL GAZZETTINO (PORDENONE) LA TESTIMONIANZA L’operatrice: «Giriamo video e poi
discutiamo a scuola»
«Sono stati molti i casi in cui chi si è volontariamente
sottoposto ai controlli ha deciso di passare le chiavi dell’auto alla morosa o
a qualche amico. Questo è un bel risultato poiché i ragazzi si rendono conto
della pericolosità di guidare dopo avere bevuto». Martina Zanin, volontaria
della Croce Rossa è tra quei giovani che continuano a passare le serate
dialogando con i coetanei all’uscita del Deposito Giordani dopo feste e
concerti. E molte volte dopo i risultati degli alcol-test tra i giovani nascono
dei confronti e delle discussioni sul tema dell’alcol e sui rischi a esso
collegati. «Capita spesso - aggiunge Martina - che a notte fonda si formino
gruppi di ragazzi che si mettono a discutere sui problemi e sui rischi per la
sicurezza in seguito a bevute da sballo». Gli operatori hanno poi deciso di realizzare dei brevi video con delle interviste proprio ai ragazzi che decidono di sottoporsi all’alcoltest. «Sono uno strumento - aggiunge la volontaria Cri - che ci consente, realizzando anche un Dvd, poi di entrare nelle scuole e discutere con i ragazzi sui temi dell’alcol e della sicurezza stradale». L’ARENA.IT Al Policlinico c’è un reparto dove è possibile intraprendere
un percorso curativo Dipendenze,
non solo droga Anche alcol e fumo uccidono
Il dottor Mezzelani: «In realtà smettere non è mai una sfida
troppo difficile È difficilissimo invece non ricominciare» Disintossicarsi a Verona da sostanze nocive non costa un
centesimo, il ricovero e le cure nel nuovo reparto di Medicina delle Dipendenze
sono a totale carico del sistema sanitario nazionale. Il reparto è stato
ospitato per alcuni anni nella medicina C con una sola cameretta a
disposizione; oggi conta quattro stanze a letto singolo con televisione e bagno
indipendente inoltre, ogni stanza è provvista di una poltrona letto in caso
fosse necessario l’assistenza familiare al paziente oppure, se richiesto dal
paziente, è concesso di pernottare alla moglie o al marito. Praticamente un
«reparto» a cinque stelle. Le stanze singole sono necessarie per garantire la privacy
del paziente al quale vengono chiesti i nominativi delle persone che desidera
gli facciano visita. La moderna struttura è operativa da gennaio 2006, gli
orari di visite per familiari e amici è concordato col personale del Reparto. Il reparto è diretto da Paolo Mezzelani specialista in
medicina interna, ematologia, geriatria e psichiatria che ha fortemente voluto
a Verona l’unità operativa di Medicina delle Dipendenze e spiega com’è nata e
come funziona. «Noi abbiamo ottenuto, a quanto mi risulta primo caso in Italia,
che l’Azienda ospedaliera creasse questo servizio di medicina delle Dipendenze
perché pensiamo che le dipendenze debbano essere considerate delle vere malattie
che, fra l’altro, incidono pesantemente sulla situazione sanitaria nazionale,
come il tabagismo che fa 88mila morti l’anno o l’alcolismo coi suoi 30mila
morti l’anno, e bisogna anche pensare che circa la metà della popolazione
carceraria è tossicodipendente». «Ecco quindi che la Dipendenza a Verona ha la dignità di
malattia ed è seguita anche in un Policlinico sotto il Servizio sanitario
nazionale. La dipendenza deve essere considerata una malattia cronica
recidivante: anche il fumo è una malattia, per fare un esempio: se uno ha
smesso 20 volte di fumare vuol dire che 20 volte ha ripreso». Smettere spesso non è troppo difficile, quello che è
difficilissimo è non ricominciare. «A tal riguardo abbiamo trovato estremamente
utile per i pazienti la nostra pronta disponibilità telefonica in caso di
difficoltà o, anche, di ricaduta. Dipendere non significa essere viziosi o
peccaminosi, significa essere, spesso gravemente, malati. Nel nostro reparto»,
aggiunge Mezzelani, «nel 2006 non si è verificata alcuna autodimissione, fatto
assai raro per tale tipologia di pazienti, e questo è frutto di una attenta
selezione dei pazienti nelle fasi pre-ricovero. L’occupazione dei letti è stata
del 96 per cento, 140 i ricoveri con una degenza media di 8-9 giorni». La patologia in regime di ricovero è stata: dipendenza da
oppioidi (eroina, metadone, buprenorfina, tramandolo, fentanile etc) 33 per
cento, benzodiazepine 25, alcol 16, tabagismo grave 15, cocaina 11. Il 18 per
cento dei pazienti è stato detossificato durante la stessa degenza da due o più
sostanze d’abuso. Per tutti i pazienti ricoverati è sempre previsto e
organizzato un programma riabilitativo post-degenza. Molte sono le richieste di
ricovero che pervengono da fuori regione, oltre il 50 per cento, dal Piemonte alla
Sicilia. L’attività ambulatoriale d’eccellenza del Servizio è
costituita dall’ambulatorio del fumo, il maggiore del Veneto e tra i più
importanti d’Italia per volume di pazienti trattati, oltre 2.000 visite e 500
pazienti-anno inoltre, aggiunge il direttore del servizio, vantiamo un ruolo di
«consulenza e formazione» sempre più richiesto in Italia e l’unità operativa
esplica servizio di consulenza presso tutti i reparti del Policlinico. Il tempo
d’attesa medio per il ricovero è di 20 giorni, mentre per il trattamento
ambulatoriale di 15 giorni. Tali tempi comunque sono in aumento nonostante la degenza
media sia breve e il trattamento ambulatoriale sia programmato in proprio ed
effettuato tutti i giorni anche al mattino, intanto stiamo pensando di attivare
un day-hospital. Il servizio, tra le altre, è attivamente impegnato
nell’attività didattica della Facoltà con tre corsi elettivi per anno con una
partecipazione media di 70 studenti per corso; naturalmente non trascuriamo la
formazione dell’organico infermieristico la cui preparazione e, direi
dedizione, risulta cruciale per tale tipologia di pazienti. L’attività di ricerca autonoma e in collaborazione con altri
istituti ha portato, solo negli ultimi 5 anni, a 22 pubblicazioni
internazionali e nazionali. L’unità operativa della Medicina delle Dipendenze è
composta da quattro specialisti: oltre a Mezzelani, direttore del servizio e
docente di Medicina delle Dipendenze alla scuola di specializzazione in
medicina interna e psichiatria, e dai dottori Fabio Lugoboni, Gianluca Quaglio
e Barbara Melara (borsista). Completano l’èquipe cinque psicologi tirocinanti.
Il reparto si trova nell’edificio sud del Policlinico di recente costruzione. Per informazioni: ospedale Policlinico G.B. Rossi,
segreteria, direzione e ambulatorio antifumo 0458128291, studi medici,
0458128296-8124762, fax 0458128290, e-mail: medicina.dipendenze@azosp.vr.it
sito www.medicinadipendenze.it Salvo D’Andrea IL GAZZETTINO (PORDENONE) Le conseguenze dell’abuso di alcolici comportano un costo sempre più elevato per la sanità e quindi per le casse pubbliche. Secondo una recente indagine della Regione, 197 posti letto negli ospedali regionali sono ogni giorno occupati da pazienti per cause alcol-correlate. Nel Friuli occidentale si calcola che siano circa cinquanta i posti letto occupati per motivi legati all’abuso di sostanze alcoliche (traumi da incidenti o malattie) per un costo di quasi trecento euro. Una spesa che "pesa" sul budget sanitario regionale che si può dunque calcolare in quindicimila euro al giorno. «Siamo di fronte - ha sottolineato il dotto Paolo Cimarosti del Servizio alcologia - a una vera e propria emergenza. Per questo è sempre più necessario fare prevenzione tra i giovani». IL QUOTIDIANO CALABRIA Tutti i numeri del Sert in città
Obiettivo: il reinserimento sociale e lavorativo del
paziente Il Servizio tossicodipendenze (Ser.T) di Soverato è stato
istituito nel 1991, la sua attività ufficiale è iniziata nel ’94 sotto il responsabile
dottore Franco Montesano, che lo ha diretto fino a gennaio 2006. Con questa
presenza si è attivato un servizio indispensabile che è diventato punto di
riferimento non solo del comprensorio Soveratese, ma di tutta la regione. L’esperienza maturata dal dottore Montesano nel campo delle
problematiche alcolcorrelate e la collaborazione con il privato sociale, come
ad esempio l’Arcat (Associazione regionale club alcolisti in trattamento), sono
stati elementi importanti per il decollo di questa struttura (sede in via
Trento e Trieste, davanti all’autostazione), che attualmente vede come
responsabile facente funzioni la dottoressa Teresa Corapi. «La mia professionalità ci dice la responsabile del Sert- è
maturata anche per le esperienze condotte assieme al dottore Montesano, che ha
saputo creare le basi per un servizio importante che adesso vede impegnato un
team di esperti». Il team è composto oltre che dalla responsabile che è una
psicologa, da Rosa Maria Macrina, psicologa, responsabile prevenzione, da tre
medici, Felice Genco, responsabile del settore somministrazioni e
disintossicazione, Enzo Mellace, responsabile dell’infettivologia, Egidio
Battaglia, responsabile alcologia, tre infermieri, Nicolina Parisi, Lia
Codispoti e Salvatore Demartino, due assistenti sociali, Teresa Carnuccio e
Raffaella Cosentino, che si occupano rispettivamente dei problemi correlati
all’alcol e dei rapporti con la Prefettura, dirigente sociologo, Raffaele
Migliano, responsabile epidiemologia, Giuseppe Cozza, amministrativo,
un’educatrice professionale, Rosalba Chiarella, che si occupa dell’inserimento
lavorativo ed integrazione. «Tra le attività spiega la dottoressa Corapi- quelle che
occupa maggiormente è il lavoro clinico, anche se la prevenzione meriterebbe
molto più tempo ed impegno, un organico più ricco che attualmente non è
possibile reperire, il servizio adesso è molto conosciuto e la gente, specie i
genitori, si avvicinano senza i pregiudizi di un tempo, si è capito che il Sert
è indispensabile, che la tossicodipendenza non è "un vizio" ma una
malattia che va affrontata serenamente e con gli interventi appropriati, l’Oms
la definisce "malattia cronica recidivante». Il dottore Migliano mentre ci fornisce i dati del 2006 (258
utenti, 85 soggetti in appoggio, 200 alcolisti) ci spiega come «l’appoggio e la
partecipazione delle famiglie è importante come importante è la prevenzione
nelle scuole, che dovrebbe essere capillare a cominciare dalle medie inferiore,
visto che si è fortemente abbassata l’età degli assuntori». Ma si guarisce dalle tossicodipendenze? Al Ser.T affermano che «per guarigione noi intendiamo il riportare il soggetto ad una normale vita sociale e lavorativa».L’uso di "canne" crea dipendenza, è molto facile che da esso si passi alle cosiddette droghe forti, quindi prevenzione innanzi tutto ed in questo il Sert sta facendo tanto: è la cultura della droga che deve essere prima d’ogni cosa combattuta. Ma il Sert non si occupa solo degli effetti dei cannabinoidi, c’è un problema ancora più grave, quello dell’uso della cocaina, se ne sta occupando il dottore Genco al quale dedicheremo un prossimo servizio. LA PROVINCIA DI LECCO Il bus verso la discoteca ha già una gomma a terra Lunedì soltanto
una quindicina di partecipanti: sabato si replica Poi si deciderà se
l’esperimento potrà continuare anche in estate Il disco-bus del Comune continua la sua marcia ma il motore comincia a dare qualche segno di cedimento. Non certo per colpa dell’assessore Angela Fortino che sta profondendo grandi sforzi per far decollare l’iniziativa. Quanto, piuttosto, per la risposta un po’ troppo tiepida dei ragazzi che, per l’appunto, dovrebbero usufruire del pullman messo a disposizione gratuitamente dal Comune per raggiungere le discoteche del territorio in tutta sicurezza. Lunedì sera, in occasione del terzo appuntamento con il disco-bus, sono stati soltanto una quindicina i ragazzi che si sono presentati alle 22 in piazza Sassi per salire sul torpedone diretto a «La Bolgia» di Dalmine. E questo nonostante le prenotazioni - per così dire - erano state molte di più fino a far temere gli organizzatori che un pullman solo non sarebbe bastato a soddisfare le richieste. Invece, al momento della verità, molti sono rimasti a casa o hanno preferito dirigersi verso le discoteche con mezzi propri. Ad accogliere i superstiti - chiamiamoli così - c’era l’assessore Angela Fortino. «Sia chiaro - ci ha detto - che il mettere a disposizione un pullman gratuitamente non significa autorizzare implicitamente questi ragazzi a lasciarsi andare nell’alcool, come se fossi un alibi per sottrarsi alle proprie responsabilità». Si tratta, piuttosto, di un segno di attenzione verso un mondo che lamenta l’eccessiva lontananza delle istituzioni. «Prima della partenza - prosegue l’assessore - leggo e distribuisco un volantino che mette in guardia dall’abuso di alcool. Un modo per cercare di spiegare ai giovani che la prevenzione resta comunque sempre la migliore delle alternative possibili». Soddisfatti, in ogni caso, i ragazzi che hanno partecipato al viaggio, sia per quanto riguarda la qualità del locale che per la comodità offerta e che contribuisce ad abbattere drasticamente il costo della serata in discoteca. Sabato, il Comune ci riprova. Alle 22 circa il pullman partirà alal volta dell’Orsa Maggiore e del Club 65 di Lecco. «La prenotazione continua a non essere obbligatoria - aggiunge ancora l’assessore - però è chiaro che chi manifesta un desiderio e poi non si presenta toglie posti e disponibilità ad altri, che magari hanno ricevuto un diniego. Insomma, chi chiama per chiedere un posto sarebbe buona cosa che si presentasse». La prossima settimana si comincerà a tirare un primo consuntivo di questa iniziativa, davvero senza precedenti a livello di Amministrazione comunale. «Ne dovremo parlare - dice l’assessore - anche con i gestori che, come è noto, si sono accollati interamente l’onere del pullman. E’ di tutta evidenza che viaggiare vuoti o quasi finirebbe per trasformare questa iniziativa in un costo, anziché in una opportunità». BRESCIAOGGI La mostra degli studenti dell’«Olivieri» alla galleria Da.Ma
Terapia di quadri e installazioni
contro alcool, fumo e droghe Quadri, ma anche installazioni. Un modo non del tutto nuovo,
ma certamente coinvolgente per una terapia, sia pure solo mentale, contro il
cancro delle tossicodipendenze. Non solo le droghe riconosciute nel grido lanciato dalle
quaranta opere presentate e dalle classi Prima, Seconda I e Terza N del Liceo
Artistico «Maffeo Olivieri» alla galleria DA.Ma di via Cattaneo. Polmoni
anneriti dal fumo che fanno da contraltare a polmoni puliti, una sagoma umana,
simile al contorno con il gesso degli incidenti stradali sommersa da pacchetti
di sigarette, un boccale di birra che invita a immergersi nel boccale una
lingua penzoloni e corrosa, introducono alla mostra e soprattutto dicono che
fumo e alcool sono nemici per i giovani altrettanto pericolosi della droga. Una mostra di denuncia nelle sale, fresche di recente
restauro con la direttrice Silvia Landi a fare gli onori di casa e la
professoressa Marta Mai nelle vesti di presentatrice. Una denuncia che è anche
una passeggiata didattica fra i grandi artisti che lasciano il testo di Storia
dell’Arte e approdano con soluzioni originali nell’antico palazzo della
famiglia Sorlini-Faglia. Una rivisitazione delle figure di Picasso, del
materiale povero, quasi banale di Burri, di Durer e di Magritte. Opere che
fanno galleggiare, alla maniera spesso ingenua dei ragazzi, interrogativi,
suscitano problematiche che, per diventare chiare, hanno bisogno della
riflessione. La mostra, nelle intenzioni degli studenti e dell’insegnante di discipline pittoriche, Delfina Bordiga che è anche la referente per l’educazione alla salute, apre una piccola finestra sul mondo di oggi e sul momento evolutivo dell’età adoloscienziale. L’esposizione rimane aperta dal martedì al sabato (ore 17-19) fino al 16 maggio. Roberto Timpini IL GAZZETTINO (PORDENONE) Controlli
contro gli abusi alcolici
Dopo il successo della campagna al "Giordani" due
serate per promuovere la sobrietà in centro Alcol e giovani, dopo il successo della campagna anti-sballo
in occasione dei concerti al Deposito Giordani e al Palasport cittadino
l’azione dei volontari "anti-stragi del sabato sera" si sposta nel
centro di Pordenone. Le "pattuglie" di giovani volontari - impegnati
nel progetto che prosegue ormai da tre anni - andranno in mezzo al "popolo
dell’aperitivo" del fine settimana per fare prevenzione e per distribuire
gratuitamente gli alcol-test ai giovani che vorranno misurare il loro livello
alcolimetrico prima di mettersi al volante. Per la fine di maggio sono state
programmate due serate (dalle 19 alle 22 circa) durante le quali saranno
effettuati le "prove" sul livello di alcol assunto e distribuiti il
"regolo" e materiale informativo soprattutto ai giovanissimi. Si tratterà di una sorta di esperimento che - se ci saranno
le risorse e il numero di volontari adeguato - potrebbe anche ripetersi nel
corso dei mesi estivi. Intanto, quella che sarà sicuramente ripetuta è la
campagna di sicurezza al Deposito Giordani e all’esterno del palazzetto dello
sport. Il Comune, il servizio di alcologia dell’Ass6, l’Acat e la Croce Rossa
hanno presentato ieri i risultati dell’ultima campagna: dall’ottobre 2006
all’aprile 2007 ci sono stati complessivamente cinquemila contatti all’esterno
dei luoghi di aggregazione dopo i concerti, 333 gli alcoltest volontari
effettuati tra i giovani che uscivano dopo i concenrti. Tra questi, circa 60
giovani sono stati "pizzicati" con un tasso alcolimetrico superiore
allo 0,50 mg/litro, cioé oltre il livello legale stabilito dal codice della
strada. L’obiettivo della campagna era quello di premiare quei giovani che
assumevano un comportamento virtuoso: a chi è stato trovato a posto prima di
guidare accompagnando almeno altre due persone è stato regalato un biglietto
per il concerto successivo. Come dire: se guido non bevo e mi guadagno il
biglietto del concerto. L’etilometro è stato utilizzato in occasione di 19
concerti promossi dal "Deposito" e da Azalea Promotion. Tra gli altri
quelli di Baglioni, Elisa, Tiziano Ferro, Fabri Fibra, Vibrazioni, Velvet e
Sepoltura. «Un bilancio positivo - ha sottolineato Paolo Cimarosti,
responsabile del Servizio alcologia dell’Ass6 - che ha visto operare insieme il
Comune, i servizi sanitari e il volontariato. Motivo di soddisfazione è stato
anche sapere che il progetto è stato "clonato" in alcune località di
mare del Veneto. Solo andando in mezzo ai giovani si può cambiare le cultura
del bere per sballarsi». Un "modello" che potrebbe allargarsi ancora.
«Speriamo - ha detto Martina Zanin, volontaria della Cri - che vi siano altre
discoteche o luoghi di aggregazione che vogliano testare questa iniziativa. Per
i locali può essere solo positiva, visto che non comporta meno incassi ma un
interesse da parte dei giovani». Della validità dell’iniziativa è convinto
l’assessore Gianni Zanolin: «È una goccia - ha detto - nel mare del problema
alcol. Ma il fatto che in 5 anni di attività del "Giordani" non sia
morto nessuno è un risultato molto positivo: i giovani hanno scelto di
divertirsi senza rischiare la vita». Davide Lisetto IL MATTINO (CIRCONDARIO SUD2) Bullismo, il sindaco D’Alessio vieta le
bibite in vetro e lattina Pompei. Il sindaco Claudio D’Alessio usa il pugno duro e la
tolleranza zero verso il bullismo e firma un’ordinanza che vieta ai locali
pubblici di vendere bevande in bottiglie di vetro e di metallo dalle venti alle
sei. Multe tra i venticinque e i cinquecento euro per i gestori che non
rispetteranno il divieto sindacale. «Negli ultimi giorni - sottolinea il primo
cittadino - si è registrato un aumento di risse e aggressioni tra giovanissimi,
principalmente nel centro cittadino. Come amministrazione abbiamo il dovere di
istituire validi strumenti atti a combattere e reprimere fatti del genere. Si è
reso necessario, dunque, un provvedimento duro ma efficace per la salvaguardia
dell’ordine e della sicurezza pubblica». Il sindaco spiega le proprie
preoccupazioni: «Nelle ore serali - precisa D’Alessio - le bottiglie di vetro
possono essere usate come pericolose armi da chi, purtroppo, fa un uso smodato
di alcolici. (*) Inoltre, è nostra volontà che piazza Bartolo Longo, area
antistante il santuario della Beata Vergine di Pompei, rimanga sempre decorosa.
Lo dobbiamo, principalmente, e poi ai visitatori». Una città sicura senza,
però, penalizzare gli esercenti. «Mostrare una città pulita e sicura è una
nostra priorità. Non per questo vogliamo danneggiare i legittimi interessi
degli esercenti. Ci è parso ragionevole, dunque, imporre il divieto solamente
nelle ore serali». In vista della stagione estiva, periodo di maggiore
affluenza turistica, il sindaco di Pompei ha voluto, con il suo provvedimento,
eliminare varie forme di pericolo che possono danneggiare residenti e turisti.
«Tutti hanno il diritto di fruire degli spazi pubblici - ha detto il sindaco -
in condizioni di assoluta tranquillità e sicurezza». Si prolunga, inoltre,
anche il divieto sindacale che vieta la circolazione di ciclomotori per il
centro cittadino dalle quattordici alle due. «Impedire l’ingresso in città di
scooter - precisa il primo cittadino - è un ottimo deterrente per sconfiggere
gli episodi criminali». su.ma. (*) Nota: è curioso che per evitare le violenze causate dell’uso degli alcolici si pensi di proibire i contenitori ma non il contenuto. CORRIERE DELLA SERA – FORUM ITALIANS Irlanda:
non è "cool" mettersi al volante ubriachi
Caro Beppe, prendo spunto dalla lettera di un Italian per una breve
riflessione sui costumi "europei" in materia di alcol e pulizia delle
città. In Irlanda è uso, abitudine, tradizione - quasi un obbligo - tracannare
boccali su boccali di birra: non so se possano essere definiti
"alcolizzati", certo è che la gran parte dei cittadini - dai 14 agli
over 60 - nel fine settimana beve enormi fiumane di birra. Retaggio di una
tradizione centenaria alla quale si va ad aggiungere la crescita economica
degli ultimi anni, che garantisce agli irlandesi discreti quantitativi di
denaro. Ed è vero anche che Dublino, alle 5 del mattino ogni fine settimana,
diventa un campo di battaglia con sporcizia dappertutto: bicchieri, cartacce,
vetri rotti, lattine e altro ancora. Qui però esistono delle regole, una
disciplina, un senso comune che unisce cittadini e autorità: al mattino la
città brilla come uno specchio, tirata a lucido e pronta ad accogliere i
turisti, vivere un’altra notte di bevute e non si vede la benché minima
cartaccia. Altro che i rifiuti di settimane che si accumulano nelle viuzze
delle città italiane. Qui si ripulisce, presto e bene. Tornando al primo punto:
se è vero che si beve - troppo - e fin da giovani, è altrettanto vero che la
polizia presidia gran parte della città, chi viene sorpreso in uno stato di
ubriachezza molesta viene prelevato dalle forze dell’ordine e nessuno, dico
nessuno, si sognerebbe mai di mettersi al volante. Ne ho parlato con una
giovane collega giornalista di Dublino, la quale mi ha confermato che non è
affatto "cool" mettersi al volante ubriachi da queste parti; anzi, è
totalmente "silly"! E sarebbero gli stessi amici ad impedire alla
persona di guidare in condizioni psico-fisiche alterate. In compenso si trovano
taxi in ogni angolo e in ogni ora del giorno e della notte. Sono centinaia,
sempre disponibili e, insieme al servizio di trasporto pubblico, sono i mezzi
più utilizzati per spostarsi, anche e soprattutto dai giovani. Insomma: Dublino
si trasforma in una pattumiera, ma altrettanto velocemente viene ripulita. Si
beve molto e fin da giovani, ma non si utilizza mai la propria vettura come
mezzo di trasporto. Piccoli compromessi, per evitare pericoli o danni maggiori!
Un caro saluto dall’Irlanda. Dario Salvi, cugi77@tin.it L’ADIGE La
Grecia vieterà tabacco e alcolici ATENE Nel tentativo di arginare il sempre crescente consumo di sigarette e bevande alcoliche tra i giovani, il governo di Atene ha deciso di proibire dal 20 maggio la vendita di tabacchi e alcolici ai minori di 18 anni. L’iniziativa è stata annunciata dal ministro della Sanità Dimitris Avramopoulos il quale ha precisato che i negozianti saranno obbligati a richiedere un documento d’identità dell’acquirente IL GAZZETTINO (VICENZA) Bassano Alcune madri allarmate ... Alcune madri allarmate hanno segnalato alla polizia
municipale che i loro figli minorenni ritornavano a casa alticci. Alcuni
frequentavano una nota sala giochi in città. Agenti in borghese hanno
effettuato un sopralluogo e hanno constatato che lì venivano servite bevande
alcoliche a minori di sedici anni. Un comportamento contrario alla legge. Così
per il barista che gestiva il servizio all’interno del locale è scattata la
denuncia. E il titolare rischia la sospensione dell’attività. Non è tutto: oltre ai negozi della periferia aperti in
violazione dell’obbligo di chiusura domenicale, negli ultimi giorni i vigili
hanno sottoposto a controlli a tappeto anche i distributori automatici di
sigarette all’esterno delle tabaccherie, trovandone tre attivi anche durante il
giorno. Immediate le segnalazioni per la violazione della legge sul fumo. La
polizia locale bassanese ha dichiarato dunque guerra agli esercenti che con il
loro comportamento potrebbero alimentare le devianze giovanili, il rito sempre
più disinvolto dell’alcolico o della sigaretta tra i teen-ager. Tedesco IL GIORNALE DI VICENZA.IT Superalcolici ai minorenni che
frequentavano una sala giochi Dopo le segnalazioni dei genitori due vigili in borghese si
sono finti clienti del locale La rivolta delle mamme Coinvolti trecento «under
16». Denunciato il gestore Era diventato il punto di ritrovo del sabato sera per
centinaia di adolescenti bassanesi, soprattutto quattordicenni, studenti del
primo anno delle superiori cittadine. Aperto con una licenza per sala giochi,
il locale Blue Stars di via campo Marzio, gestito da M.L. 28 anni residente in
un Comune del circondario, con il tempo ha assunto sempre più la dimensione di
un pubblico esercizio, mentre l’attività di svago ed intrattenimento era
passata nettamente in secondo piano. In realtà, a richiamare tanta gioventù non erano le sfide a
videogiochi, ma la possibilità di bere alcolici, in barba alla legge che ne
vieta la somministrazione ai minori di 16 anni. Un rituale di gruppo che si andava consolidando in maniera
sempre più insistente, preoccupando numerose famiglie i cui figli tornavano
spesso a casa alticci, magari in sella alla bici o guidando lo scooter fresco
d’acquisto, mettendo a repentaglio la loro incolumità e quella di altre
persone. Dopo gli inutili tentativi di scoraggiare i loro ragazzi,
esasperati, alcuni genitori si sono rivolti al comando della polizia locale
riferendo ogni particolare di quanto stava accadendo. «Ed è stato proprio grazie alle segnalazioni di un gruppo di
mamme che siamo intervenuti - hanno spiegato Claudio Mazzocco, assessore alla
sicurezza e il comandante della polizia locale Maurizio Zuliani - il fenomeno
si è di fatto concluso con una denuncia nei confronti di chi somministrava
bevande alcoliche agli under 16 e, di conseguenza al gestore, che è stato pure
sanzionato per esercizio abusivo di attività. Ora la questione è sul tavolo del
giudice. Il proprietario rischia la chiusura temporanea del locale e il suo
collaboratore, un ventenne, l’arresto fino ad un anno». All’epilogo della vicenda verificatasi nella serata di
sabato 14 aprile la polizia di via Vittorelli è arrivata con un’operazione
pianificata in ogni minimo dettaglio. «Da tempo alcuni residenti della zona ci avevano segnalato
assembramenti di giovanissimi, nel dopocena del sabato ma non a notte
inoltrata, accompagnati da schiamazzi e confusione, che andavano oltre il
consueto disturbo della quiete pubblica - ha ricostruito Mazzocco - Tuttavia,
la svolta è arrivata proprio dai genitori dei ragazzi che hanno denunciato
l’irregolarità della situazione permettendoci di intervenire. La loro
collaborazione, quindi, è risultata determinante per la buona riuscita
dell’operazione, grazie alla quale ora dicono di poter tirare un sospiro di
sollievo». «Due nostri agenti, un uomo e una donna, in borghese, si
sono finti clienti del locale - ha raccontato l’ispettore Davide Bertoncello -
e dopo un paio d’ore di permanenza hanno potuto riscontrare la veridicità dei
fatti segnalati. Al di là dell’eccessiva calca di adolescenti, a questi
venivano regolarmente somministrati superalcolici nonostante risultassero sotto
ai 16 anni, come successivamente confermato da quattro quattordicenni. In meno
di due ore i giovanissimi completavano almeno un giro comprendente uno spritz,
una birra e un superalcolico, vodka o più spesso rum, con succo di pera giusto
per renderne più gradevole il gusto. Un autentico rito collettivo che aveva per
protagoniste intere classi di studenti. Tanto che sulla questione abbiamo
contattato anche gli istituti superiori della città». Una situazione, quella a cui si era arrivati, che secondo
Zuliani stava assumendo proporzioni rilevanti complice il passaparola fra
coetanei, e che stava sfuggendo di mano allo stesso titolare. «Si è giustificato sostenendo che servivano da bere ai ragazzi in attesa di mettersi alla consolle dei videogiochi - ha rilevato il comandante - ma qui stiamo parlando di 300 giovanissimi e una decina di postazioni. In realtà, nel locale girava troppo alcol e soprattutto fra persone alle quali per legge non può essere somministrato. È la prima azione di questo genere svolta in città e testimonia l’attenzione della polizia locale verso l’abuso e il consumo improprio di alcol». IL GAZZETTINO (TREVISO) Il gestore di un locale di San Giacomo è accusato di aver
somministrato bevande alcoliche Clienti
ubriachi, 1300 euro al barista
Vittorio Veneto (…) Ha invece scelto di estinguere il reato tramite oblazione il 34enne Denis Della Giustina, accusato - in qualità di gestore del "Al Niki Bar" di San Giacomo - di avere dato alcolici a clienti ubriachi. Il barista pagherà circa 1.300 euro. E si terrà il 4 ottobre il processo per atti contrari alla pubblica decenza a carico del giovane M. D., che sarebbe stato sorpreso a urinare in un’aiuola vicina ai bar Flaming e Taverna il 23 aprile 2006. IL GAZZETTINO (VICENZA) Titolare: «Il mio locale dà fastidio a
qualcuno»
"Un ragazzo aveva dichiarato di avere 16 anni e di non
avere con sé un documento d’identità, che avrebbe comunque portato a farci
vedere il giorno successivo. Forse siamo stati ingenui, ma ci siamo fidati,
anche perché i suoi amici erano più vecchi di lui". Si giustifica così,
M.L., 28 anni, gestore della sala giochi "Blue Stars", all’indomani
della denuncia ricevuta per somministrazione di bevande alcoliche ai min
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