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Articoli 07/05/2007

Realtà a due facce: ansia e depressione

 



An
sia e depressione sono caratteristiche frequenti del cosiddetto “disagio di vivere”, espressione a volte di un malessere sociale, altre volte di problemi interni alla persona. Alcune forme d’ansia possono scaturire dallo stile convulso e conflittuale della vita contemporanea. Forme depressive possono, invece, insorgere dalla continua sensazione d’inadeguatezza che si avverte nella forte competizione economica e sociale, e nel confronto forzato con i modelli costantemente elevati proposti oggi dai mass-media. Molte condizioni ansiose o depressive non trovano, tuttavia, spiegazione nell’elemento sociale, ed hanno meccanismi d’origine ancora non ben definiti, nonostante gli enormi progressi di farmacologia, neurologia e psichiatria in questo campo. In passato si riteneva che questi disturbi fossero determinati esclusivamente da traumi psicologici; la psicanalisi rileva, infatti, l’importanza del fattore della “perdita”, intesa come separazione, rottura di legami, proibizione, e di lutti inconsci infantili o precoci, la cui mancata elaborazione costituirebbe la premessa della depressione nell’età adulta. Oggi, pur non negando le componenti psicologica, socioambientale e educativa, si è concluso che all’origine dei disturbi ci sia un’alterazione biochimica del cervello, ossia la carenza di alcuni neuromediatori (noradrenalina, dopamina, serotonina) utilizzati dai recettori cerebrali. In molti casi di depressione maggiore esiste una chiara predisposizione familiare; lesioni organiche, malattie generali concomitanti, fattori genetici sono stati individuati come cause o concause.

• Per quanto riguarda l’ansia, essa in realtà fa parte del sistema fisiologico di difesa dell’organismo correlato con l’istinto di conservazione, che ci consente di percepire in anticipo il pericolo. Nel caso dell’ansia patologica questo sistema sarebbe mal regolato, e produrrebbe una risposta sproporzionata e irrealistica a preoccupazioni concernenti l’esistenza o l’ambiente, provocando effetti di blocco e sensazione di malessere, dallo stato di tensione ansiosa all’attacco di panico o alle fobie. Numerose sono le ipotesi che una situazione d’ansia cronica possa determinare delle variazioni biochimiche nel cervello simili a quelle tipiche della depressione.

Ansia e depressione possono presentarsi come reazione ad una situazione ambientale, in cui avvenimenti esterni reali vengono drammatizzati (incidenti, situazioni di tensione psicologica, conflitti, shock, delusioni), oppure in forma episodica come neurosi, o come psicosi maggiore. Generalmente nelle sindromi ansiose sono presenti agitazione, o immobilità nello stato di panico, disturbi neurovegetativi di varia intensità (tachicardia, dolore al petto, senso di soffocamento, sudorazione, tremori, vertigini, annebbiamento visivo), a volte paura ingiustificata della morte, dell’avvenire o del passato. La depressione è, invece, contrassegnata da abbassamento del tono dell’umore, prostrazione fisica e psichica, accompagnati da insonnia e disturbi neurovegetativi (cefalea, vertigini, sintomi cardiovascolari). Accanto alla tristezza, alla disistima, al disinteresse e alla scarsa capacità d’iniziativa, sono spesso presenti insicurezza, irrequietezza ed ansia. Nelle forme maggiori, che rientrano nell’ambito delle psicosi, l’angoscia è disperata e incomprensibile, prevale
 un senso d’incolmabile vuoto interiore, di colpa e di dolore, che conduce a fantasie autolesive fino ai tentativi di suicidio. Le forme minori (nevrotiche e reattive) sono, viceversa, sempre riconducibili a conflitti interiori o a difficoltà d’adattamento a vicissitudini esistenziali. Il malessere pare, quindi, ancorato ad eventi della vita che lo rendono relativamente comprensibile; prevalgono scontento, irritabilità, pessimismo, ma non si raggiunge mai il livello psicotico della completa alienazione. Nella maggior parte dei casi questi disturbi non sono immediatamente riconosciuti, ma sono spesso sottovalutati e mal curati, senza fare ricorso in tempo utile a specifiche terapie. Un quadro ansioso è frequentemente scambiato per “nervosismo”, legato a fattori transitori; la depressione viene molte volte considerata come un periodo in cui il soggetto è “giù di tono”, per cui gli si richiede semplicemente di reagire con uno “sforzo di volontà”. In realtà ansia e depressione sono malattie vere e proprie, che possono arrivare a compromettere nelle forme più gravi il lavoro e la vita familiare e sociale. Non bisogna poi dimenticare che la depressione ha un rischio importante di suicidio. Dal punto di vista clinico, peraltro, l’impiego di farmaci antidepressivi anche per la maggior parte dei disturbi d’ansia consente di unificare il trattamento e di ottenere buoni risultati in entrambe le situazioni. Oltre alla terapia farmacologica, che può comportare effetti tossici e dipendenza se protratta per lunghi periodi, si sono dimostrate efficaci terapie complementari, come la psicoterapia cognitivo-comportamentale, ed in alcuni casi la psicanalisi. Nelle forme reattive, legate ad eventi o a situazioni ambientali D’eccessivo stress, si può cercare di prevenire la malattia vera e propria accorgendosi in tempo del disagio psichico che sta emergendo ed evitando di accumulare troppi carichi emotivi e troppe preoccupazioni, rimanendo, invece, in ascolto di se stessi, chiedendo aiuto ad un medico specialista; comunque, dividendo con qualcuno le proprie difficoltà. A volte anche il semplice supporto psicologico ed affettivo di un amico può essere un valido aiuto, tale da rendere più sostenibile un periodo di vita critico e difficile. Non ci si dovrà vergognare ad affidarsi a figure professionali competenti in materia (psicologici e medici). Nella realtà della nostra Amministrazione esistono, ad esempio, dei team di supporto psicologico. Nella garanzia di assoluta privacy e riservatezza tali team sono contattabili per il tramite dei medici di polizia.

*Medico Capo Polizia di Stato Questura di Ragusa

Da “Il Centauro” n.111

  

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di Antonia Liaci

Da "Il Centauro"
Lunedì, 07 Maggio 2007
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