L’accusa è pesante, pesantissima. Contro le istituzioni
italiane e in particolare la città di Roma colpevoli, secondo l’Associazione
Diritti Pedoni di Roma e del Lazio, di non aver rispettato gli impegni assunti
con il suo "programma per Roma" (del 2001), gli indirizzi del Governo
sulla sicurezza stradale e l’obiettivo della Ue di ridurre del 50% le vittime
della strada entro il 2010.
La prima settimana mondiale sulla sicurezza stradale indetta dall’Onu dal 23 al
29 aprile 2007 - lamenta l’Associazione pedoni - doveva "agitare"
tutte le istituzioni italiane visto che il tasso di mortalità italiano (9,2
morti x 100.000 abitanti) è superiore a quello medio della UE (8,2 morti x
100.00 abitanti).
Ulteriore "agitazione" doveva colpire le istituzioni del Comune di
Roma (con quelle omogenee della Provincia di Roma e della Regione Lazio) visto
che Roma, con 703 morti e 92.351 feriti (1.7.2001 ÷ 30.6.2005) e con l’8,37
incidenti gravi per 1.000 abitanti, è primatista assoluta in Europa. E invece: il Colosseo non è stato illuminato, non sono
state portate le bandiere a mezz’asta, non è stato osservato il "minuto di
silenzio", non sono stati resi gratuiti i mezzi pubblici, non si sono
coinvolte le scuole di ogni ordine e grado. Insomma nulla di nulla. E’ stata ignorata
l’iniziativa dell’ONU in quella Italia che nel 2005 ha avuto un costo sociale
stimato in 30.654 milioni di euro (pari a circa 2,5 % del PIL) determinato dai
5.426 morti e 313.727 feriti negli incidenti stradali ; in quella Italia così
"sensibile" al rispetto del valore della vita dell’embrione ma non al
rispetto dell’obiettivo della UE di ridurre del 50% il numero dei morti in
incidenti stradali entro il 2010 ; in quella Italia che dimentica il danno
prodotto dall’alto livello dell’inquinamento dell’aria : muoiono persone,
animali, piante e monumenti; si ammalano i bambini.
Nei primi 4 anni di amministrazione della Giunta Veltroni (2001 - 2005) la
Polizia Municipale di Roma ha registrato negli incidenti stradali 252 pedoni
morti e 10.573 pedoni feriti: una strage continua dall’elevato costo sociale e
dalla drastica diminuzione della libertà (dalla paura e del diritto alla
mobilita’) e che rappresenta quel genocidio - nascosto dalla stampa e dalla
televisione in complicità con le forze politiche - reso possibile dall’assenza
di efficienti azioni per il trasferimento di mobilità dal mezzo privato
individuale (75%) al mezzo pubblico collettivo (25%).
Il tragico dramma del traffico a Roma si può attenuare con interventi
strutturali sul Trasporto Pubblico Locale: aiutare i romani a lasciare l’auto
anche con la nota operazione "cura del ferro" (sviluppo della
metropolitana, rete tramviaria e ferroviaria) che viene sbandierata dal 1994
(Giunta Rutelli-Tocci) ma non realizzata.
Anzi, il sistema di trasporto pubblico di Roma ha perso il meno 24,2 per cento
degli spostamenti giornalieri nel 2004 rispetto al 1996 ed ha diminuito del
26,7 per cento i km di rete tranviaria attiva nel 2007 rispetto al 1990 e si è
preoccupato di smantellare tutta la rete tranviaria attualmente non attiva.
Da Repubblica.it/motori
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