Foto Blaco
Dopo una
lunga serie di rinvii, dall’ 11 Dicembre scorso in tutta Italia è partita la
nuova procedura per il rilascio e il rinnovo dei documenti di soggiorno ai
cittadini stranieri. La rinnovata modalità, prevista dal Ministero dell’Interno
in collaborazione con l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, Poste
Italiane S.p.A. e gli Istituti di Patronato, ha l’obiettivo di semplificare e migliorare
il processo di erogazione del servizio e non ha precedenti in Europa per
dimensione e complessità. Introdotto con il decreto 3 agosto 2004, firmato dal
Ministro dell’Interno di concerto con il Ministro per l’Innovazione e le
Tecnologie, il nuovo permesso di soggiorno elettronico per gli extracomunitari
in Italia offre una soluzione completa e intuitiva per semplificare al massimo
i problemi di gestione degli oltre 700mila immigrati regolarizzati in base alle
disposizioni della legge Bossi-Fini. E, dopo di loro, sarà la volta di tutti
gli altri immigrati chiamati a rinnovare il permesso di soggiorno. Terminata la
fase di rodaggio avviata poco più di un mese prima fa in cinque province pilota
(Ancona, Brindisi, Frosinone, Prato, Verbano-Cusio-Ossola), è stata estesa in
tutta Italia la nuova procedura che renderà anche più veloci tutte le pratiche,
semplificando il rilascio dei permessi di soggiorno che, in questa nuova veste
elettronica, secondo le intenzioni, saranno pronti al massimo entro 45 giorni dalla
domanda. Pochi lo sanno ma in contemporanea con l’avvio delle nuove procedure,
parte anche il programma triennale di sperimentazione finalizzato
all’attuazione del processo di trasferimento ai Comuni delle competenze
amministrative in materia di immigrazione. Il programma è finalizzato
all’individuazione e allo sviluppo di nuovi processi necessari alla
realizzazione di un sistema di gestione ottimale delle procedure amministrative
da parte dei Comuni e si concluderà con una nuova proposta normativa che vede
il sistema dei Comuni al centro della governance in materia di
immigrazione. La sperimentazione del programma triennale coinvolge il Ministero
dell’Interno, l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani che si avvale della
propria struttura operativa Ancitel S.p.A., i Comuni di Ancona, Brescia,
Firenze, Lecce, Padova, Prato, Ravenna, il Consorzio dei Comuni di Portogruaro
e la Provincia Autonoma di Trento. Tre i gruppi di lavoro previsti dall’ANCI
per l’organizzazione del lavoro nell’arco dei 3 anni: 1) il primo avrà il
compito di curare la parte normativa con particolare riferimento alle modifiche
che sarà necessario introdurre per attuare il passaggio di competenze; 2) il
secondo avrà il compito di individuare il nuovo modello informatico destinato ai
comuni; 3) il terzo sarà una vera e propria cabina di regia che avrà il compito
di curare i rapporti e la comunicazione tra i soggetti coinvolti in questa
nuova fase e cioè Associazioni, Patronati, Province, Regioni. L’ANCI, nel
complesso, avrà la responsabilità di studiare e di evidenziare le buone prassi
amministrative già attuate da molti Comuni nonché quella di mettere a punto il
sistema informativo per arrivare all’ultimo anno con la verifica della
sperimentazione già avviata. Che dire, visto come vanno le sperimentazioni in
Italia, che Dio ce la mandi buona!
Un po’ di storia
Il nuovo permesso di soggiorno formato card nasce da lontano, nell’anno
2002, quando il regolamento (CE) n. 1030/2002 del Consiglio, del 13 giugno
2002, stabilisce che il permesso di soggiorno su supporto cartaceo deve essere
sostituito, all’atto della richiesta del primo rilascio o del rinnovo dello
stesso, dal permesso di soggiorno elettronico. E’ una rivoluzione, non solo
perché si introduce un nuovo modello dal formato card con buoni sistemi di
sicurezza antifalsificazione, ma soprattutto perché viene agevolato il
controllo per il fatto che il modello di documento sarà utilizzato in tutti i
paesi della Comunità Europea. E’ nel corso dell’estate di due anni dopo (2004),
in un torrido mese di agosto, che il Ministro dell’Interno firma il D.M. 3
agosto 2004 che determina le regole tecniche di sicurezza relative al permesso
ed alla carta di soggiorno. Il provvedimento modifica il modello del documento
di soggiorno approvato con D.M. 3 aprile 1986. Nello stesso decreto si annuncia
un decreto dirigenziale con il quale saranno determinate le modalità per la
sostituzione del permesso di soggiorno. Dovremo attendere circa un anno (2005
nel mese di marzo) per riprendere a parlare della rivoluzione informatica,
annunciata da tempo, che si dice scatterà l’anno successivo (2006). Ormai non
ci sono più dubbi dato che il tutto è scritto nero su bianco nella legge di
conversione del decreto 7/ 2005. In effetti la legge viene promulgata e pubblicata
ed è la 31 marzo 2005, n. 43 (pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 75 del 1°
aprile 2005). La norma, all’art. 7-vicies ter., fissa l’emissione del nuovo
documento in formato elettronico a decorrere dal 1° gennaio 2006. Come sempre
accade in Italia i tempi non vengono rispettati, ma una tirata d’orecchi della
Comunità Europea ci costringe a correre velocemente ai ripari e così dal 16
gennaio 2006, invece del previsto permesso card, parte l’emissione del permesso
di soggiorno intermedio in attesa di quello previsto dalla Direttiva
Comunitaria. Ora finalmente si parte con il nuovo documento, che sostituisce i
due modelli precedenti, tuttora validi fino alla loro naturale scadenza.
All’ufficio postale
Ma vediamo cosa cambia, cominciando da chi entra per la prima volta in
Italia. Fermo restando che entro 8 giorni lavorativi Dall’ingresso, tutti i
cittadini extracomunitari devono chiedere il rilascio del permesso di
soggiorno, il nuovo sistema prevede percorsi diversi, a seconda del motivo per
cui si arriva. In particolare, alle Poste si rilasciano i documenti di
soggiorno per motivi di adozione, affidamento, attesa occupazione, attesa
riacquisto cittadinanza, famiglia (anche per ragazzi da 14 a 18 anni), lavoro
autonomo, subordinato, stagionale, lavoro nei casi previsti dall’art. 27,
missione, motivi religiosi, residenza elettiva, ricerca scientifica, studio,
tirocinio o formazione professionale, turismo. Oltre quelli già citati,
potranno ora essere rilasciati dalle Poste anche i documenti per rinnovo dei
permessi per apolidia e asilo, la carta di lungo soggiorno per cittadini
extraUe, la conversione del permesso, il duplicato del permesso o della carta
di soggiorno smarriti, l’aggiornamento del permesso o della carta di soggiorno,
per cambio di residenza o nascita di figli. I permessi la cui competenza resta
ancora alle Questure sono dunque quelli relativi alla richiesta di asilo
politico (primo rilascio), apolidia (primo rilascio), motivi umanitari, cure
mediche, gara sportiva, giustizia, integrazione del minore, invito, minore età.
Presenteranno domanda all’ufficio postale anche i cittadini extracomunitari che
devono chiedere il rinnovo del permesso di soggiorno, oppure quelli che hanno
maturato i requisiti per chiedere la carta di soggiorno. I cittadini di uno
degli altri 24 paesi dell’Unione Europea, potranno chiedere la carta di
soggiorno per cittadini UE sia presso gli uffici postali, che, come hanno fatto
finora, presso gli uffici immigrazione delle Questure. Il cittadino straniero
innanzitutto dovrà andare a ritirare il kit, composto da 2 moduli a lettura
ottica simili a quelli usati per il decreto flussi, contenente la modulistica,
non più presso le Questure, ma in uno dei 14.000 Uffici Postali presenti su
tutto il territorio nazionale. La domanda potrà essere consegnata, invece, in
uno dei 5.332 Uffici Postali abilitati e nella busta vanno inseriti i documenti
riferiti alla tipologia di permesso richiesto. Va sottolineato che chi chiede
il rinnovo deve allegare anche una copia del permesso scaduto, non l’originale.
Al momento della riconsegna del kit l’immigrato dovrà avere con sé un documento
d’identità valido da esibire all’operatore e la busta contenente la modulistica
deve essere lasciata aperta. Ma i moduli sono estremamente complicati da compilare,
per questo per una corretta predisposizione delle domande con la nuova
procedura gli immigrati possono chiedere e ottenere l’aiuto gratuito di un
esperto che li seguirà all’occorrenza; a tale scopo, sono stati impegnati i
Patronati ed alcuni Comuni i quali offrono assistenza gratuita per la
compilazione. Con l’obiettivo di aumentare la disponibilità e l’accessibilità
delle informazioni sulla nuova procedura, sono stati appositamente sviluppati
anche i seguenti canali informativi:
1. Il Portale Immigrazione (www.portaleimmigrazione.it), che fornisce tutte le
informazioni necessarie sulle procedure di rilascio e di rinnovo del titolo di
soggiorno. Un’importante novità è rappresentata dalla possibilità di verificare
lo stato di avanzamento della propria pratica tramite un’area riservata
accessibile con UserID e la password riportati sulla ricevuta di accettazione
dell’istanza rilasciata dall’operatore postale. Il Portale inoltre fornisce
l’elenco degli Uffici Postali, dei Patronati e dei Comuni coinvolti nella
gestione delle istanze di richiesta.
1. Il Call Center, sviluppato e gestito in collaborazione con l’ANCI, è
disponibile gratuitamente attraverso un numero verde (800.309.309) ed è stato
realizzato nelle cinque lingue più parlate dagli immigrati in Italia (Arabo,
Francese, Inglese, Italiano, Spagnolo).
Una volta compilata la domanda, il kit viene portato alla posta e
l’impiegato postale ha il compito di verificare che, al momento della
riconsegna, nella busta vi siano tutti i documenti necessari per la tipologia
di permesso richiesto dall’immigrato. Inoltre, spetta al medesimo impiegato
postale il compito di verificare l’identità del richiedente e di consegnargli
la ricevuta che ha la stessa valenza dell’attuale “cedolino”. Tra il costo del
servizio postale, le marche da bollo ed i versamenti previsti per la stampa del
permesso, gli interessati dovranno pagare circa 80 euro per ogni domanda. La
domanda viene quindi inoltrata al Centro Servizi Amministrativi delle Poste
Italiana che necessariamente la scannerizza (ma questo passaggio viene
baipassato se la compilazione è avvenuta per via informatica presso patronati,
comuni o Sportello Unico) e quindi la spedisce alle Questure competenti. I dati
elettronici vanno invece riferiti al centro informativo del Viminale che
procede ad una verifica sui precedenti penali del richiedente. Il cittadino
straniero deve attendere due convocazioni in Questura, che arrivano per
raccomandata: nel corso della prima convocazione deve consegnare 4 fotografie e
lasciare le impronte digitali, indispensabili per la stampa del permesso di
soggiorno elettronico. Quest’ultimo documento sostituirà tutti quelli di carta
che hanno una durata superiore ai 90 giorni. Nella circostanza, l’interessato
potrà presentare, previa richiesta, eventuali integrazioni alla domanda mentre
il secondo appuntamento servirà invece al ritiro del nuovo permesso.
{foto3c}
Sul recto a sinistra i dati del titolare,
in asse a sinistra la foto, il tutto ricoperto da una pellicola olografica con
due immagini e una zona con O.V.I. (elemento ottico variabile). Sul verso una
banda ottica contenente i dati del titolare, un microcip e in basso il codice
ICAO.
Il nuovo documento
La realizzazione di tale documento risponde alle specifiche previsioni del
regolamento (CE) n. 1030/2002 del Consiglio, del 13 giugno 2002 ed è stata
ispirata alla necessità di contare su documenti di nuova generazione che
rispondano principalmente alla domanda di sicurezza sempre più crescente in
tutto il mondo. A tal fine si è pensato ad un documento formato card dotato di
microchip e banda a memoria ottica, in grado di fornire notizie dettagliate sul
titolare, di scoraggiare le facili contraffazioni, di consentire
l’identificazione certa da parte delle istituzioni competenti e un migliore
monitoraggio dei confini del nostro Paese. Il documento è conforme alle norme
ISO/IEC 7816-1 e 7816- 22, ed è composto da un supporto plastico
(policarbonato) delle dimensioni di mm. 53, 98 x 85,06, con uno spessore di mm.
0,80 in conformità della norma ISO/IEC 7010-1995 per le carte del tipo ID-1.
La stampa
Nella realizzazione del supporto fisico sono previsti tutti quegli elementi
di sicurezza propriamente tipici delle carte valori, quali:
• Elementi grafici a colori anti-fotocopiatura e antiscanner;
• Stampa a sfumatura di colore graduale e progressiva (effetto rainbow);
• Motivi grafici multicolore ad elevata qualità di registro di stampa;
• Personalizzazione con tecnica laser engraving;
• Inchiostri otticamente variabili (O.V.I.);
• Inchiostri visibili all’ultravioletto.
Fondo di sicurezza
Su tutto il documento sono stampati, con diverse grafiche, fondini di
sicurezza utili ad evitare le riproduzioni mediante scanner. I principali sono:
• Fondo di sicurezza con iride rosso arancio/blu chiaro/rosso arancio e
ocra/giallo/ocra;
• Microscrittura recante l’acronimo “EU” con iride ocra/ giallo/ocra
Elemento O.V.I.
Sul recto, in alto a sinistra, è presente un elemento
stampato con inchiostro ottico variabile cangiante da oro a verde, visibile
cambiando l’angolo di osservazione.
Laser engraving
I dati di personalizzazione sono realizzati mediante incisione con laser e
si distinguono dagli altri elementi della personalizzazione per la profondità
del tratto rispetto alla superficie della carta.
Con la stessa tecnica è stato realizzato il numero del documento. La
combinazione tra la scheda in policarbonato e l’incisione di alcuni dati con
tecnica al laser offrono una delle protezioni più sicure contro eventuali
falsificazioni.
Pellicola olografica
Sul recto del documento è applicata una pellicola trasparente applicata a
caldo con due immagini olografiche (Kinegram PCI), identiche raffiguranti un
rosone con figure geometriche con all’interno il globo terrestre su cui è
realizzato in modo speculare la lettera “E” acronimo di Europa, circondata
dalle 12 stelle della bandiera europea. L’effetto cinetico è osservabile
modificando l’angolo di osservazione.
Reazioni U.V.
Il verso, illuminato da una lampada di Wood evidenzia un fondo scuro con
una luminescenza ottica di stelle alternate all’acronimo “EU” (stampa latente).
Banda
La zona riservata alla memoria di lettura-scrittura con tecnologia ottica
si presenta come una banda orizzontale di aspetto metallizzato brunito. Nella
zona superiore è riportata la dicitura “Istituto Poligrafico e Zecca dello
Stato S.p.A. by Drexler Tecnology Corporation ISO standard”. Sulla zona
inferiore della banda è riportata una fascia recante una successione di stemmi
della Repubblica uniti da elementi a guilloche. Nella parte di sinistra della
zona di memoria vera e propria è inserito un elemento chiamato “Embedded
Hologram”, realizzato in fase di personalizzazione, riproducente la stessa foto
presente in chiaro sul recto del documento e la numerazione del documento
stesso. Questo elemento si rende meglio visibile, come l’ologramma,
sottoponendo l’immagine ad idonea illuminazione.
Microprocessore
In grado di memorizzare un gran numero di informazioni: i dati
dell’immigrato, quelli del suo datore di lavoro, il luogo di lavoro, la data
d’inizio dell’attività lavorativa e il suo domicilio. In una futuribile
versione più complessa arriverà persino a contenere le informazioni che si
trovano sul suo libretto di lavoro così come l’indicazione della frontiera
attraverso la quale presumibilmente lo straniero farà ritorno nel suo Paese.
Prevista anche la possibilità di inserire l’impronta digitale.
Luci ed ombre
Voglio terminare con delle semplici considerazioni. Mi sembra che in questo
paese si tenda a semplificare le procedure ma non sempre questo va di pari
passo con alcune esigenze di sicurezza. Ovviamente nulla da dire sul supporto
del nuovo documento, che mi sembra risponda pienamente alle esigenze di
sicurezza, ottima la banda magnetico-ottica che avevamo già avuto modo di apprezzare
sulla nuova carta d’identità, purtroppo ancora sperimentale. Qualche
perplessità può sorgere invece in merito all’attribuzione di compiti di
verifica e controllo agli impiegati postali che li assumono, non si capisce, in
base a quali competenze normative ed operative. E’ previsto infatti che
l’impiegato identifichi la persona che consegna la domanda e, qualora sia tutto
in regola, ne rilasci ricevuta; ma in proposito chi ci rassicura sulla
genuinità dei documenti identificativi esibiti dal richiedente? Possiamo dare
per scontato che, almeno allo stato, detti impiegati non hanno alcuna
competenza, né posseggono la strumentazione adeguata, necessaria a determinare
la genuinità del passaporto esibito: bisogna dare quindi per scontato che,
almeno fino alla prima convocazione in Questura, potremmo trovare
extracomunitari muniti di cedolino (ricevuta) regolare ma con passaporto falso
!!!!!. Sempre sotto l’aspetto del controllo documentale rimane ancora da
chiarire quello che accade in Questura alla prima convocazione: sappiamo che lo
straniero viene sottoposto a rilievi fotodattiloscopici e di conseguenza sarà
acquisita un’associazione diretta tra volto, impronta e dati anagrafici
contenuti nel Passaporto.
Ma nella circostanza sarà assicurata una postazione dedicata al controllo di
questi documenti con personale esperto che sia in grado di determinarne la
genuinità????, oppure si continuerà a fare, come in passato, soltanto una
verifica veloce ad approssimativa. Infine che dire sul passaggio di competenza
tra le Questure ed i Comuni! La questione solleva numerosi dubbi innanzitutto
riferiti alla necessità di modificare un elevato numero di norme ma soprattutto
a quella di individuare i soggetti titolati a gestire all’interno del comune la
procedura di rilascio. Si sta pensando che possano essere gli operatori di
Polizia Municipale, oppure gli impiegati amministrativi del Comune stesso? Ma
soprattutto chi si occuperà della loro indispensabile formazione mirata a
contrastare il fenomeno della falsificazione dei documenti? Vedremo, spero solo
che questa non sia l’ennesima rivoluzione che invece di semplificare il nostro
lavoro non lo aggravi, mortificandolo per giunta con nuove problematiche!!! |