EMERGENZA ALCOLISMO – Riportato da: Redazione Cooperativa
Novanta (Reggio Emilia)
Alcol in famiglia / Lettera aperta alla Signora Ministra
della Salute On. Livia Turco
Illustre Signora Ministra,
so che ci sono
molti argomenti importanti di cui chi governa deve occuparsi. Penso che uno di
essi sia la riduzione degli effetti correlati all’alcol e in particolare il
problema che tocca direttamente molti ed in modo indiretto tutti: le famiglie
dove c’è un genitore con problemi di alcol o di droga.
Il Governo di cui Lei fa parte si prefigge, finalmente, di
produrre delle politiche di settore nel campo delle dipendenze patologiche
inaugurando così, spero, una nuova stagione che allinea il nostro Paese con gli
altri paesi dell’Unione Europea.
Le scrivo perché il Suo Ministero ha emesso in questi
giorni il Piano nazionale Alcol e Salute, un documento molto ricco ed
impegnativo. Tuttavia relativamente al tema che Le dicevo vi è un solo fugace
accenno tra la pletora di obiettivi.
I genitori
alcolisti o tossicodipendenti non sono necessariamente abusanti, così come
esistono genitori abusanti che non fanno per nulla uso di sostanze psicoattive.
Tuttavia la concomitanza dei due problemi (alcol e violenza ai figli) comporta
un fattore di rischio elevato per il minore: la violenza all’interno dei legami
affettivi più significativi, come quelli familiari, può essere facilmente
aggravata dal consumo di sostanze psicoattive illegali o legali come l’alcol,
contribuendo a creare un ambiente disfunzionale, denso di conflitti ed inadatto
ad uno sviluppo armonioso.
Il rischio è duplice: da un lato, il bambino può essere la
vittima diretta o il testimone della violenza che gira per casa; dall’altro, l’abuso
subito in età infantile, e spesso per periodi tutt’altro che brevi, è uno dei
principali fattori che aumenta il rischio di psicopatologia nell’adolescente e
nell’adulto, comprendendovi anche la dipendenza da sostanze psicoattive:
numerose ricerche internazionali hanno messo in chiaro questa correlazione.
Infatti i minori che vivono con genitori con problemi di alcol e che subiscono
abuso e violenza domestica sono a più alto rischio di subire danni nel breve,
nel medio e nel lungo periodo.
Per dimensionare questi fenomeni è bene ricordare che ad
esempio prove di ricerca rilevate in Inghilterra riguardo alle popolazioni in
trattamento per l’abuso di alcol dimostrano che il 60-80% delle donne in
trattamento per problemi di alcol ha subito almeno una volta abuso domestico
negli ultimi 12 mesi e che circa il 50% degli uomini seguiti dai servizi di
alcologia lo ha perpetrato.
Oltre un terzo di questi uomini e donne sono genitori ed è
perciò probabile che i loro figli stiano vivendo in un ambiente domestico negativo
(sia con problemi di alcol nei genitori che di abuso). Credo che sia tempo di
fare qualcosa circa questa questione.
La prevenzione di tali fenomeni e la protezione di
soggetti vulnerabili, come lo sono di solito le donne e soprattutto i bambini, dovrebbe
perciò essere un obiettivo tra i principali del Piano nazionale Alcol e Salute.
In linea di principio tutti si è dalla parte dei bambini.
Secondo il sentire comune in generale i bambini italiani
godono di un ambiente piuttosto sano e sicuro; ma spesso si trascura il tema
della violenza contro i bambini.
La questione però sta nel fatto che spesso si tratta di
capire meglio che l’alcol è un elemento molto differente per i bambini rispetto
a quanto non lo sia per noi adulti. Con l’eccezione delle PAC, le patologie
alcol correlate, i danni solitamente non sono irreversibili. I bambini inoltre
dispongono di doti innate per fronteggiare le difficoltà della vita. Molti
bambini figli di famiglie con problemi di alcol sopravvivono bene finché almeno
hanno un altro adulto competente che li sostiene o hanno intensi contatti con
altri coetanei. Nei casi severi poi possono essere inviati rapidamente a
servizi capaci di offrire terapie qualificate.
Ad esempio l’azienda sanitaria di Reggio Emilia partecipa
a progetti sostenuti dalla Commissione Europea finalizzati alla costruzione di
reti collaborative tra servizi sociali e sanitari per l’adulto e per i minori.
Agendo sulle diverse categorie di professionisti che si trovano a contatto con
i bambini e le loro famiglie, attraverso attività volte a sviluppare la
consapevolezza del problema, si migliora la capacità di identificazione delle
situazioni a rischio, si creano reti di supporto per le famiglie e i bambini,
si fondano reti di professionisti che possano costituire una fonte di
conoscenza e buone pratiche; in poche parole si mira a rilevare precocemente ed
a contenere i danni derivanti dall’essere figli di genitori alcolisti o
tossicodipendenti.
Però ci sono altri mezzi efficaci e tuttavia poco costosi
per aiutare i bambini figli di famiglie con problemi di alcol e di droga: ciò
che serve è il supporto di tutti gli adulti e la sensibilizzazione attiva di
tutti i professionisti della scuola, dell’educazione, della sanità e sociali.
Tutto l’arco degli attori che va dai genitori fino alle autorità è necessario.
Infatti questo obiettivo è troppo grande per essere affrontato solo da qualche
servizio od operatore o da qualche agenzia di volontariato. Ci vuole una grande
risposta collettiva di contrasto.
Ecco perchè serve
includere il sostegno alle famiglie con problemi di alcol e di droghe tra le
strategie di governo: l’obiettivo consiste nell’aiutare i bambini delle
famiglie con problemi di alcol e droghe a disporre di un ambiente sicuro per
potere crescere al meglio. Ci sono leggi che riconoscono il diritto di molti
cittadini a ricevere aiuto in varie situazioni di grande portata e serie quanto
lo è questa. Non dovrebbe essere dato un diritto simile ai bambini figli di
famiglie con i problemi di alcol o di droga?
Cordialmente,
Umberto Nizzoli direttore del Programma Salute
Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Azienda USL di Reggio Emilia
L’ADIGE
Si concluderà senza alcol la Sagra di Primavera che, come
ogni anno, si terrà a fine mese a Martignano
Si concluderà senza alcol la Sagra di Primavera che, come
ogni anno, si terrà a fine mese a Martignano. Sabato 26 maggio, quando nel
vicino parco di Mesiano, si terrà la tradizionale festa universitaria, con
prevedibile spargimento di birra e sangria, sull’altro versante della collina
verrà promossa la festa alternativa: solo bibite gassate e succhi di frutta. Un
segnale di discontinuità che i giovani del Gao (Gruppo animatori oratorio)
vogliono lanciare ai coetanei. Come dire: «Ci si può divertire anche senza
cercare lo sballo». Il caso ha voluto che il party analcolico cadesse proprio
la serata della festa di ateneo. I ragazzi del Gao non si sono scoraggiati e
anzi fanno capire che la concorrenza non fa paura e che si tratta di una sfida
in più da affrontare. A Martignano è prevista l’animazione di Radio Studio Più
con i suoi deejay, a partire dalle 21. Il consumo di superalcolici è ormai la
regola anche fra gli adolescenti. Nelle scorse settimane si è molto parlato del
problema. Sul sito internet YouTube è stato pubblicato anche il video di una
studentessa trentina che, in preda ai fumi dell’alcol, non riusciva nemmeno a
reggersi in piedi. Le immagini amatoriali erano state girate proprio nel parco
di Mesiano. Premesso che gli organizzatori della festa universitaria (si tratta
dei ragazzi dell’attivissima associazione Asi Leonardo) hanno sempre fatto un
ottimo lavoro, garantendo divertimento e sicurezza ai giovani ospiti del parco,
è altresì vero che l’abitudine al consumo di alcol preoccupa molto gli addetti
ai lavori (nelle scorse settimane i responsabili dell’Associazione Auto Mutuo
Aiuto hanno parlato di «disagio sottovalutato»). Per questo la
"controfesta" di Martignano sarà un esperimento molto interessante.
IL GAZZETTINO (VICENZA)
Abuso di alcol: serata informativa
Il Comune promuove oggi, alle 20,30, nell’auditorium delle
scuole elementari Montessori in via Municipio una serata informativa, rivolta
ai ragazzi e alle loro famiglie, per illustrare le gravi e irreversibili
conseguenze derivanti dall’abuso di alcol. L’incontro organizzato con la
collaborazione del servizio tossicoalcoldipendenze di Cittadella vuole offrire
un sostegno ai genitori che spesso non avvertono "in tempo" questo
problema che riguarda i figli anche se giovanissimi. Saranno presenti autorità
comunali ed il dottor Augusto Chiodini direttore del dipartimento dipendenze
dell’Usl 15 di Cittadella. Tutta la cittadinanza è invitata. (a.f.)
IL GAZZETTINO (PORDENONE)
GIOVANI
Conferenza spettacolo contro le
dipendenze
Sacile
(ms) "Droga, alcol: non sono un mio problema":
questo il tema della conferenza spettacolo in programma oggi, dalle 8.15 alle
13, al Palamicheletto, organizzata dall’Istituto statale di istruzione
superiore "G. Marchesini" nell’ambito del progetto "Lotta alla dispersione
scolastica. L’iniziativa è dedicata alla prevenzione dell’uso delle sostanze
stupefacenti e dell’alcol, alla formazione della persona nella sua capacità di
assumersi responsabilità civili e quindi responsabilità in genere. Interverranno
il capitano Giovanni Girardenghi, vicecomandante provinciale della Guardia di
Finanza, che tratterà gli aspetti connessi allo spaccio e all’acquisto delle
sostanze stupefacenti, il dottor Paolo Cimarosti assieme ad altri operatori del
Sert, che affronteranno i problemi dell’alcol e della droga sotto l’aspetto
medico. Seguirà lo spettacolo "E da qui comincia il silenzio, orazione
civile sulla vita per strada" del musicista Marco Anzovino, imperniato
sugli stili di vita rischiosi e sull’impatto che possono avere in particolare
sulla guida.
«Un’iniziativa, aperta anche alle famiglie, che appare
necessaria - spiega il dirigente scolastico Andrea Napolitano - nell’ambito
della prevenzione dell’assunzione di sostanze stupefacenti e alcol, sia come
atto di prevenzione sia come strumento operativo di primo intervento contro la
diffusione delle droghe e dell’alcol nelle scuole e negli ambienti sportivi».
Per il dirigente scolastico, in un quadro non certo tranquillizzante, la scuola
è chiamata a fare la sua parte: «In questo, però, non può essere lasciata sola,
ma necessita della collaborazione delle altre istituzioni, anche per avvicinare
di più le famiglie, al fine di sensibilizzarle».
CORRIERE ADRIATICO
L’appello di Frisoli
“Più sicure le strade della città”
ANCONA - Il consiglio comunale ha approvato l’ordine del
giorno sulla sicurezza stradale, relativo alla petizione dell’Aci che in
accordo con la Fia Foundation sta raccogliendo firme per appoggiare
l’iniziativa Strade sicure al fine di sollecitare una risoluzione
dell’assemblea generale dell’Onu. Nel presentare l’ordine del giorno il
presidente del Consiglio Pino Frisoli ha ricordato come sia in costante aumento
il numero di incidenti stradali e soprattutto quanto questi siano sempre più
legati alla guida in stato di ebbrezza. La Polizia Stradale delle Marche solo
nel 2004 aveva attivato 742 posti di controllo rilevando un totale di 1878
infrazioni al codice della stradale delle quali 480 dovute alla guida in stato
di ebbrezza.
“Per questo - ha detto Frisoli - il Comune di Ancona si è
attivato da tempo con il ’Progetto Notte, nelle tue mani’ un’iniziativa che
attraverso l’Informabus fa prevenzione nei luoghi frequentati soprattutto dai
giovani. Ed è anche per questo che il Comune ha aderito all’iniziativa Una
notte per la vita che prevede l’accompagnamento e ritorno in pullman dei
ragazzi dalle discoteche.
Ma il presidente del Consiglio ha anche sottolineato come
anche il solo passeggiare nella città sia pericoloso. Come sottolinea anche un
report di Sulla strada redatto dai servizi sociali dell’Amministrazione, tra il
2004 e il 2005 sono stati investiti 93 pedoni in città dei quali 6 in corso
Garibaldi, 5 in corso Stamina e 5 piazza Ugo Bassi. “E dobbiamo anche
sottolineare - ha concluso Frisoli - che nella nostra città c’è scarso rispetto
degli attraversamenti pedonali. Ecco perché è necessario stimolare l’attenzione
sul rispetto del codice della strada come è essenziale combattere le maggiori
cause di incidentalità”.
Il suggerimento che viene dalle forze dell’ordine, specie
ai più giovani, è quello di organizzarsi per trascorrere le serate in discoteca
come avviene in tutti i paesi d’Europa: chi si mette alla guida della
compagnia, a turno, non beve.
IL GAZZETTINO (PADOVA)
Si sta avvicinando l’estate e, ...
Si sta avvicinando l’estate e, come al solito, si
ripropone il problema, irrisolto, dei giovani che vogliono prendere lo spritz
nelle piazze del centro di Padova e dei no global che ne vorrebbero essere i
padroni.
Se Flavio Zanonato fosse lungimirante, farebbe quello che
il suo collega e compagno di partito Walter Veltroni ha fatto a Roma: la
Capitale vive le sera d’estate in mille punti della città e con numerose
proposte diverse, con attrazioni per i giovani ma anche per i meno giovani. Se
ciò si è riusciti a farlo in una città grande come Roma, non credo sia
impossibile farlo a Padova, che è decisamente più piccola! Ma poiché noi
dovremmo rappresentare una città partecipata e plurale, non possiamo tollerare
che a partecipare alle decisioni sia sempre e solo la sinistra, spesso la sinistra
radicale. Il Sindaco, tre anni fa, pur di ottenere la vittoria andò in cerca
dei voti dei Centri Sociali e di quelli dei no global, promettendo alla città,
senza poi mantenere l’impegno, che li avrebbe controllati e contenuti . Non
sapendo oggi dare una risposta utile e risolutiva né per tutelare i residenti
del centro, né per tutelare i giovani, ha pensato di delocalizzare il problema,
spostando l’area dove i ragazzi si incontrano abitualmente per lo spritz lungo
il Piovevo, dietro il Portello, in una zona già fortemente depressa a causa di
altre problematiche, credendo che, per salvare le piazze dal degrado e dalla
sporcizia sia sufficiente spostare il tutto in un altro posto.
Zanonato sembra un po’ Pierino che, non volendo pulire i
pavimenti nasconde la polvere sotto il tappeto. Due proposte. Prima: tolleranza
zero con le frange dei violenti facenti capo ai Centri Sociali ed ai no global.
Trovando finalmente il coraggio di estirpare questa piaga sociale dalla nostra
Città, anche rischiando di perdere un po’ del favore di alcuni ambienti della
Sinistra Radicale, tipo Rifondazione ed i Verdi.
Seconda: riempire il Centro di tavolini, sedie, panchine,
piccole ma numerose oasi di ordine, cultura e svago (spettacolini teatrali,
concertini di musica jazz, etc) dove i giovani abbiano la possibilità di bere e
relazionare in tranquillità, perché questo è giusto e, direi doveroso, in una
città dalla grande tradizione universitaria. Una città dove anche i residenti
possano uscire e rientrare nelle proprie abitazioni, a piedi o con l’auto,
senza dover rischiare, ogni volta, o di investire qualcuno o di essere
molestati da gente ubriaca o sommersi dalla sporcizia.
Noi vogliamo una città viva, giovanile, ma allo stesso
tempo ordinata e rispettosa delle diverse sensibilità compresa quella dei
commercianti, da troppo tempo messi alla gogna da parte di una certa cultura di
Sinistra che li vede sempre e solo come dei bottegai egoisti e chiusi
mentalmente.
Zanonato scelga: o decide di tutelare i cittadini, i
commercianti ed i giovani, mostrando, se necessario, pugno di ferro e
decisione, o salvaguarda Casarini e Max Gallob, diventando non il Sindaco dei
Padovani, ma il tutore dei violenti.
Se poi, il signor Sindaco, ha deciso di affidare le piazze
ai no global, ce lo dica, così sapremo a chi rivolgerci per la loro
manutenzione!
on. Filippo Ascierto
LA PROVINCIA DI SONDRIO
ProvocAzioni non si fermerà In programma nuove serate a
tema
COSIO (a.a.) Si ripeterà anche quest’anno l’esperienza di
“ProvocAzioni”, il progetto portato avanti dall’assessorato per i servizi alla
persona del comune di Cosio insieme alla Consulta giovanile del paese. La
giunta municipale ha infatti deliberato in favore della continuazione di questa
esperienza che ha visto nei mesi scorsi l’organizzazione di iniziative volte
alla sensibilizzazione di giovani e adulti sul tema dell’uso e abuso di droghe
e alcol, ma anche sulla situazione locale per di ragazzi, famiglie e abitudini
di divertimento. Il referente per il Comune sarà l’assessore Angelo Castellani,
e l’amministrazione garantirà anche un sostegno economico al progetto per le
spese di organizzazione di serate ed eventi. “ProvocAzioni ... Si può anche
volare! Le risorse le abbiamo, le risposte le possiamo dare” è il titolo della
prossima iniziativa organizzata dalla Consulta Giovanile in collaborazione con
le parrocchie, le associazioni, e l’Istituto Comprensivo di Cosio, e che sarà
l’ultimo appuntamento di questa prima fase del progetto. Si tratta di una
serata speciale per raccogliere i frutti di quanto svolto fino ad oggi, per
favorire il confronto tra quanti hanno preso parte alle iniziative, e per
gettare le basi per il futuro. La serata, in programma giovedì alle 20.30
presso la sala Piergiorgio Frassati di Regoledo, è rivolta agli adulti
(genitori, educatori, insegnanti) e tratterà temi legati all’educazione. E’
prevista inoltre una performance del gruppo Maeta Playback theatre.
IL MATTINO (AVELLINO)
LIONI. MEDIE INFERIORI ALLA RIBALTA
Un tema per combattere droga e
alcol
PAOLA DE STASIO Lioni. «La vera felicità sgorga dal cuore
non da una pastiglia o da una bottiglia». Era questa la tematica del concorso
«Viva il cinema. Disegnare la Pace», iniziativa ideata e promossa
dall’associazione Chiara Proiect in collaborazione con i comuni di Lioni, Calitri,
Frigento, Conza e Teora. Ieri mattina, a Lioni, si è svolta la cerimonia di
premiazione. Sono stati mostrati i lavori più significativi, più originali.
Loreta De Chiara, presidente dell’associazione, ha voluto rimarcare
l’entusiasmo e la grande partecipazione dei ragazzi che quando vengono
coinvolti, stimolati riescono a tirar fuori talento e sensibilità. Ai sindaci
l’onore di premiare i loro piccoli e promettenti concittadini. Il sindaco di
Teora, Salvatore Di Domenico, ha consegnato il premio alle alunne delle scuole
medie Alessia Stefanelli ed Ester Iannone, a Nadia Rosamilia delle elementari
ed alla piccola Laura Gervasio della scuola dell’Infanzia. Il sindaco di Conza,
Vito Farese, ha fatto altrettanto con Alessia Masullo per le elementari e Mario
Moretti per le medie. È toccato al primo cittadino di Frigento Luigi
Famiglietti attribuire riconoscimenti e premi agli studenti Andrea Cipriano,
Vladimir Magulko e Giuseppe D’Avino e a tutti gli alunni della 5° elementare di
Pila ai Piani. Mentre il sindaco di Calitri Di Milia ha consegnato il premio a
Victoria Mediska. Rodolfo Salzarulo primo cittadino di Lioni ha premiato Nadia
Cozzolino, Ilaria D’Amelio, Ilaria Foroni, Gerardo Di Sapio per le medie e per
la scuola dell’infanzia i lavori di gruppo di tutti gli alunni della sezione F
e della sezione B. Le tematiche sviluppate dagli alunni partecipanti al
concorso hanno evidenziato l’interesse per i rischi legati alle devianze e la
posizione critica assunta da ampia parte della nuova generazione scolastica nei
confronti dei fenomeni della tossicodipendenza e dell’etilismo.
AFFARI ITALIANI (ONLINE)
Test antidroga/ Il ministro
Ferrero: "Sono soldi buttati"
Forum/ Sei d’accordo col comune di Milano che ha
deciso di inviare un test antidroga alle famiglie con figli adolescenti?
Il presidente della zona 6 Girtanner (An) ad Affari:
"Non vogliamo imporre controlli, ma stimolare la discussione"
Don Gino Rigoldi ad Affari boccia il Comune: "Il test
antidroga alle famiglie? Molto pericoloso"
L’assessore alla Politiche Sociali Mariolina Moioli:
"Il test antidroga? Una proposta senza senso"
La giunta Moratti si faccia l’antidopin. L’intervento su
Affari del segretario dei Ds milanesi Pierfrancesco Majorino
Riccardo Gatti Asl di Milano: "Il test antidroga
serve a poco se l’ottica è quella di controllare realmente la situazione"
Non si placa la polemica sul test antidroga che il comune
di Milano invierà alle famiglie con figli adolescenti a cominciare da quelle
della zona 6
"Se affrontiamo il problema dal punto di vista del
kit, penso sia solo denaro sprecato, non risolve nulla. E una volta che la
famiglia sa che il figlio si fa le canne, cosa fa?".
Così il ministro per la Solidarietà sociale, Paolo
Ferrero, stamani a palazzo Isimbardi, ha risposto ai giornalisti riguardo
all’iniziativa dell’assessorato comunale alla Salute del kit antidroga per
effettuare test da distribuire alle famiglie.
"Su questo terreno fioriscono mille iniziative. Io ho
l’impressione - ha detto Ferrero - che nelle famiglie un po’ cosa fanno i figli
lo si sappia. Il problema che bisognerebbe affrontare è che la diffusione
dell’uso di sostanze legali e illegali che modificano la percezione della
realtà sono diffusissime".
"Tutte le statistiche ci dicono che circa la metà dei
ragazzi o poco meno fa uso di cannabis o si ubriaca. Il problema da affrontare,
e per questo non servono i kit, è quello di aprire una discussione vera con i
ragazzi e con le famiglie".
"Il problema è discutere - ha spiegato Ferrero - sul
perché c’è questa voglia di fuga così alta, si ha difficoltà a costruire
relazioni tra i giovani e si pensa di far dover far uso di queste sostanze per
sopperire a questa difficoltà di relazione". Secondo il ministro, "se
la prendiamo da questo versante forse si fa qualche passo in avanti e si scopre
che non sono solo i ragazzi ad avere un problema.
Il problema è più generale, di una società che ha
difficoltà a dialogare e a far dialogare le generazioni, a vedere nell’altro un
possibile amico invece che un possibile avversario. Se invece - ha detto
Ferrero - la prendiamo dal punto di vista del kit penso sia solo denaro
pubblico sprecato, e non risolve nulla. Perché una volta che la famiglia sa che
il figlio si fa le canne, cosa fa?".
IL TEMPO
Capistrello: interessante convegno
«Come combattere le tossicodipendenze»
di MARINO DI MARCO CAPISTRELLO – Dipendenza da droghe e
alcol, come può la comunità intervenire, quali strategie attivare per poter
contenere il fenomeno? Sono domande alle quali si è cercato di dare delle
risposte nel corso di un convegno organizzato dalla Confraternita di S. Antonio
e che ha visto la partecipazione di due esperte della cooperativa sociale «Prometeo».
«La tossicodipendenza è purtroppo un fenomeno in continua crescita; è un
problema che esiste, che deve essere affrontato e riguarda l’intera comunità –
hanno esordito Maria Amato e Tiziana Montanaro, da anni impegnate, con un
progetto della Comunità Montana, a cercare di contenere il fenomeno e di
recuperare giovani che cadono nella rete». Le due esperte hanno descritto una
situazione in crescita. «Il consumo non è più solo limitato al classico
spinello – hanno affermato le due relatrici - ma altre droghe stanno,
purtroppo, invadendo il mercato. Difficile far capire gli effetti collaterali
che provocano a lunga scadenza nelle persone. La tossicodipendenza – hanno
continuato – è una vera e propria patologia: per curarla ha bisogno
dell’intervento di una grande équipe, ma spesso, invece, ci vede lottare in
pochi. Dalle nostre parti c’è una equivalente percentuale di maschi e femmine
che fanno uso di droghe e di alcol. Nel caso dell’alcol – è stato evidenziato
nel loro intervento - c’è una sorta di giustificazione da parte di alcune
famiglie, il fenomeno è visto spesso come una bravata». Nel corso
dell’intervento le due esperte hanno puntato l’attenzione sulla famiglia,
intesa in senso largo e sulla comunità. «Famiglia e associazioni – hanno
concluso - devono essere il fulcro per cercare di dare un efficace contrasto al
fenomeno. La famiglia con all’interno problemi di tossicodipendenza non va
lasciata sola, ma inserita in un contesto di grande solidarietà per evitare la
"chiusura” e attivare una forte azione di recupero». Un primo passo in
questo senso è già stato fatto con l’apertura di due centri di ascolto in Valle
Roveto.
IL GAZZETTINO (UDINE)
Franco Corleone: «La Carnia avrebbe bisogno di
conoscere un volto diverso dello Stato»
«Criminalizzare i giovani, un grave errore»
Oggi segretario di
Forum droghe, ieri viceministro alla Giustizia, parlamentare e consigliere
provinciale eletto in Carnia. Franco Corleone ha il curriculum ideale per
occuparsi della vicenda di Tolmezzo perché è interessato sia al
"dove" sia al "che cosa". E l’ex sottosegretario non lesina
critiche all’operato delle forze dell’ordine: «Sono esterrefatto - attacca l’ex
consigliere della Colomba a Palazzo Belgrado - da questa criminalizzazione dei
giovani. La Carnia è un territorio che ha bisogno di conoscere un volto diverso
dello Stato, non certo quello della repressione».
Secondo Corleone
gli arresti sono «provvedimenti esagerati, presi senza valutarne le conseguenze
sociali: questi giovani verranno etichettati e isolati in quanto le sostanze
stupefacenti sono demonizzate. Al contrario, in questo territorio chi fa abuso
di vino non è mai stato messo ai margini. Alla fine si otterrà il solo
risultato di far fuggire i giovani più in fretta». (*)
L’ex consigliere provinciale precisa di non volere in
alcun modo «spingere i ragazzi al consumo di stupefacenti», ma avverte che la
via repressiva e «la scelta proibizionista» non portano da nessuna parte: «La
Carnia - è l’opinione di Corleone - ha bisogno di rilanciarsi scegliendo stili
di vita che recuperino le radici, ma in modo aperto, senza cadere nelle risposte
reazionarie». Un tema che verrà affrontato lunedì prossimo in una conferenza
stampa alla quale, oltre a Corleone, parteciperanno Marco Lepre e i dirigenti
della Colomba Mario Puiatti e Massimo Brianese.
Tornando al fatto specifico degli arresti, Corleone è
convinto che i ragazzi sotto accusa «siano in realtà consumatori di
stupefacenti e non spacciatori. Ma la legge Fini-Giovanardi mette assieme tutte
le sostanze in modo non scientifico, dalla canapa all’eroina, e contro le norme
del giusto processo prevede che si possa essere qualificati come spacciatori
presunti appena si supera la detenzione di una quantità di droga determinata da
una commissione nominata dall’allora ministro Storace...». In polemica anche
con l’attuale Governo di centrosinistra, l’ex sottosegretario si batte da tempo
per l’abrogazione della legge Fini-Giovanardi e la depenalizzazione del
consumo, e ricorda che alla Camera e al Senato sono stati depositati disegni di
legge di questo tenore.
F.A.
(*) Nota: potremmo
chiederci se la tolleranza verso consumi massicci di vino non sia in relazione
al consumo di stupefacenti. Uno degli aspetti centrali della tossicodipendenza
è la ricerca di uno stato di coscienza alterato. I giovani fanno la stessa cosa
di molti genitori. Cambiano solamente sostanza.
TRENTINO
«Più pericolosi i giovani quando bevono troppo»
L’ESPERTO
TRENTO. Il dottor Marco Battisti è
medico legale dell’Azienda sanitaria.
Negli ultimi anni
sono in aumento le richieste di rinnovo di patente da parte di ultra
ottantenni?
«Direi di sì, anche
perché aumentando l’età media è normale che aumentino anche i soggetti anziani
che si presentano per rinnovare la patente di guida».
Ci può spiegare
come funziona la procedura?
«L’utente si
presenta al distretto sanitario di zona che, se non riscontra particolari
patologie, può fornire direttamente il via libera al rinnovo. Altrimenti, se
vengono riscontrati dei problemi di salute come cardiopatie, problemi di vista,
di diabete, lo rimanda alla commissione patenti dove tre medici (medico legale,
oculista e medico di distretto, ndr) valutano ogni singolo caso in base a
documenti e ad una valutazione dell’acutezza visiva».
Di cosa si tratta?
«È semplicemente
quanto si vede da lontano. Uno dei requisiti fondamentali per il rinnovo della patente,
soprattutto se si tratta di un soggetto in età avanzata».
Capita spesso che
le patenti non vengano rinnovate?
«Di solito no,
salvo patologie davvero importanti come, per fare un esempio, la demenza
senile. Il potere della nostra commissione, infatti, è quello di limitare la
durata del rinnovo, che per chi ha oltre settant’anni di età è di massimo tre
anni. Infatti, se riteniamo che la persona sia lucida, ma presenti delle
patologie particolari, possiamo limitare il rinnovo anche a sei mesi per monitorare
costantemente il soggetto».
Per la sua
esperienza, in cosa si differenzia la guida di un ottantenne da quella di un
sessantenne?
«Qualche
peggioramento è fisiologico, ma dipende caso per caso. Ci può essere un 65enne
con forti problemi di vista come un 80enne estremamente lucido».
Una persona anziana
alla guida, a suo parere, può rappresentare un pericolo in strada?
«Sinceramente mi
preoccupano di più i tanti giovani che si presentano presso le nostre
commissioni per problemi di alcool, con la patente ritirata più volte per guida
in stato di ebbrezza, piuttosto che un ottantenne con una cardiopatia che viene
monitorata con visite ogni sei mesi». (j.t.)
IL GAZZETTINO (BELLUNO)
A Mel la dottoressa De Marchi ha
presentato i dati relativi alla provincia: «Purtroppo sono sovrapponibili a
quelli nazionali. C’è un’incidenza maggiore dei reati sessuali»
Violenza sulle donne, Belluno non
è un’isola felice
In due anni più di cento persone
hanno chiesto aiuto al centro. Nel 60% dei casi hanno subito vessazioni da
parte del partner Una donna su quattro, almeno una volta nella vita, subisce
violenza fisica o sessuale dal proprio partner. Tutto ciò succede anche nel
bellunese, come nel resto del mondo occidentale. Questo uno dei dati presentati
venerdì scorso a Mel dalla dott.ssa Margherita De Marchi, medico di base e
presidente dell’associazione ’Belluno Donna’, nel corso dell’incontro
intitolato "Violenza alle donne. La situazione nel bellunese". Lo
scenario presentato smentisce il senso comune che queste vicende qui da noi
siano marginali. «Si crede che la violenza non ci riguardi, che sia solo di
altre culture. Prima di occuparmene, questa realtà sfuggiva anche a me, pur
facendo il medico» ha detto la De Marchi. Una ricerca condotta nel 2001 ha
fornito per la prima volta nella nostra provincia dei dati sulla violenza alle
donne. Nel 2003 è nata l’associazione, l’anno dopo il centro anti-violenza di
Belluno. In due anni oltre cento donne hanno chiesto aiuto al centro: «la punta
dell’iceberg di un fenomeno ancora sommerso, i dati Istat dicono che solo il 5%
delle violenze viene denunciato». L’idea del "mostro sconosciuto" va
eliminata, il pericolo viene dalle persone più vicine: «nella maggior parte dei
casi il violento è una persona che la donna conosce: marito o ex, compagno,
parenti. La violenza è fatta da persone normali, che non hanno problemi
psicologici, di alcol o di droga. (*) La violenza è oggi la prima causa di
morte delle donne tra i 18 e i 40 anni, più del cancro e degli incidenti
stradali». L’esperienza del centro anti-violenza disegna questo quadro della
realtà bellunese: «i dati di Belluno sono sovrapponibili a quelli nazionali,
con un incidenza leggermente maggiore sulla violenza sessuale. Le donne che
hanno chiesto aiuto hanno subito violenza nel 60% dei casi dal partner, nel 17%
dall’ex partner, ed in un solo caso era uno sconosciuto. Il violento è un
italiano nel 90% dei casi. Abbiamo avuto solo 2 casi di violenza da parte di
altre donne, ma erano associate ad altri familiari maschi. Le straniere che
hanno chiesto aiuto sono il 13% del totale, un numero non indifferente. La
violenza più diffusa è quella psicologica, poi c’è quella fisica, quella
economica ed infine quella sessuale (11% dei casi)». A breve l’associazione
’Belluno Donna’ presenterà alle istituzioni un progetto per la continuazione
dell’attività, finora condotta con pochissime risorse. «Se non ci sarà una
risposta positiva, Belluno perderà una risorsa fondamentale per una società che
si voglia definire civile». L’incontro di Mel è stato organizzato dal Circolo
Promozione Cultura.
Marco Salogni
(*) Nota: la
violenza sarà pure fatta da persone normali, ma l’alcol ha spesso un ruolo
importante, sia per l’aggressore che per le vittime. Il primo articolo della
rassegna di oggi lo spiega bene.
TGCOM
Vico, ragazza drogata e poi stuprata I tre arrestati si
accusano a vicenda
La 17enne sequestrata e violentata a Vico del Gargano, nel
Foggiano, sarebbe stata indotta dai suoi aguzzini ad assumere droga. E’ quanto
emergerebbe dagli interrogatori a cui i tre 21enni arrestati sono stati
sottoposti nel carcere di Lecce. I giovani si sono accusati a vicenda: solo uno
di loro avrebbe avuto con la vittima un rapporto sessuale. Dopo lo stupro e 7
coltellate, la ragazza è stata abbandonata agonizzante. Sentiti in carcere dal pm di Lucera Claudio Rastrelli, i
tre 21enni si sarebbero accusati l’un l’altro. Secondo quanto è emerso finora,
la giovane vittima sarebbe stata indotta dai suoi aguzzini a bere alcolici e ad
assumere sostanze stupefacenti (forse hascisc) prima di essere sequestrata e
violentata. I quattro, che forse già si conoscevano, si erano incontrati nel
pub del centro storico di Vico del Gargano. Quindi la ragazzina era stata
costretta a seguire i tre in una vicina zona di campagna, dove sarebbe stata
costretta a subire un rapporto sessuale completo con uno dei tre; gli altri si
sarebbero limitati a palpeggiarla. Dopo la violenza, uno dei tre aguzzini forse
mosso a pietà, avrebbe abbandonato la giovane, in una pozza di sangue, sotto un
palo dell’illuminazione pubblica nelle campagne di Vico del Gargano. La
minorenne è attualmente ricoverata in prognosi riservata nell’ospedale di San
Severo (Foggia): le sue condizioni sono gravi ma è fuori pericolo.
IL GIORNALE.IT
Vendeva la figlia 13enne per una
bottiglia di birra
di Redazione
Bari - Vendeva la figlia di 13 anni agli amici per una
bottiglia di birra. Un padre lasciava che i suoi conoscenti, uno per volta o
addirittura in gruppo, abusassero della ragazza, spesso in cambio di una
bottiglia di birra. Dopo due anni di sofferenze, costellate anche da ricoveri
in cliniche per problemi ginecologici, la ragazzina ha trovato il coraggio di
denunciare tutto ai carabinieri. Situazione familiare La vicenda si inserisce in uno
scenario di degrado sociale e familiare. I genitori sono separati: la ragazzina
spesso viveva con il padre che nel 2004, quando lei era poco più che
tredicenne, cominciò a farla prostituire in cambio di pochi soldi. La ragazzina
- a quanto si è saputo - era svegliata in piena notte era costretta a sevizie
della peggiore specie da parte degli amici del padre, arrivando addirittura a
vere e proprie violenze di gruppo. Struttura protetta Vive da circa un anno in una struttura
protetta la ragazza che il padre sfruttatore ha fatto prostituire dal 2004,
quando aveva solo 13 anni, al 2006 quando ha avuto il coraggio di denunciarlo.
E’ stata trasferita lì quando i carabinieri hanno avviato le indagini, che
hanno confermato subito le violenze che la piccola era costretta a subire.
L’uomo è stato arrestato in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare
del gip del tribunale di Bari. La denuncia fu fatta nel 2006 dalla ragazzina
insieme con la madre. Ai carabinieri la ragazza - che oggi ha 16 anni - ha
raccontato tutto: dalle violenze sessuali che era costretta a subire da
conoscenti del padre alle frequenti visite in ospedale dovute ai problemi
fisici conseguenti alle violenze subite.
IL GAZZETTINO (VICENZA)
ASOLO
Ubriaco inveisce contro i passanti poi prende anche a
pugni un amico
"Spettacolo" fuori programma l’altra sera in
centro ad Asolo proprio all’altezza dell’imbocco di via Browning. Un giovane
sui 25-30 anni ubriaco fradicio per circa un’ora ha inveito contro i passanti e
poi, dopo l’arrivo dei carabinieri, ha fatto baruffa con l’amico che era con
lui e l’ha abbandonato dopo avergli sferrato un pugno. Insieme erano arrivati
ad Asolo in macchina e l’avevano parcheggiata proprio vicino al semaforo.
L’amico sobrio, vista la situazione, voleva assolutamente far salire in
macchina l’ubriaco ma questi non ne voleva sapere, anzi. Per circa un’ora ha
camminato per la zona importunando i passanti, dicendo loro parole di tutti i
tipi. Quando l’amico sobrio si è avvicinato, lui di scatto si è voltato ed ha
rotto per terra un bicchiere ed ha dato un forte pugno sulla carrozzeria della
macchina. La situazione è salita di tono a tal punto che intorno all’ubriaco si
è formata quasi una platea...Verso mezzanotte poi sono arrivate anche le auto
dei carabinieri sicuramente avvertite da qualche passante. I militi dell’arma
hanno cercato di calmare il giovane ubriaco e poi sono andati via. Subito dopo
però quando l’amico ha tentato di farlo salire in macchina, lui gli ha sferrato
un pugno lasciandolo sul posto mentre lui ha preso le chiavi dell’auto e se ne
è andato.
IL GAZZETTINO (TREVISO)
La violenta lite è avvenuta
l’altra sera tra due gruppi di extracomunitari nei giardinetti di piazza San
Martino
Rissa in pieno centro tra
magrebini
Un immigrato di 23 anni è stato ricoverato per
ferite alla testa. È allarme tra i residenti
Conegliano
(F.Fi.) Un marocchino di 23 anni in ospedale con venti
giorni di prognosi per traumi e tagli al cuoio capelluto, un altro, coetaneo,
portato in commissariato in condizioni critiche soprattutto per l’alcol che
aveva in corpo e le lesioni ricevute. E’ il bilancio dell’ennesima violenta
rissa scoppiata lunedì sera, alle 21,30 nei giardinetti di piazza San Martino,
in pieno centro, tra due gruppi di extracomunitari magrebini. La chiamata alla polizia è stata drammatica: qualche
passante ha dato l’allarme notando il pestaggio ai danni dei due giovani
rimasti a terra, uno dei quali sanguinava copiosamente dalla testa. Quando la volante del commissariato è arrivata sul posto
ha trovato infatti i due giovani amici, ubriachi fradici, senza documenti, che
si lamentavano per il dolore. Il più grave aveva il volto coperto di sangue per
le ferite alla testa, colpito con tutta probabilità da una violenta
bottigliata. E’ stato portato subito al pronto soccorso dove i medici dopo le
prime medicazioni hanno disposto il ricovero con prognosi di venti giorni. Gli altri protagonisti della sanguinosa zuffa sono fuggiti
a piedi e sono riusciti a far perdere le proprie tracce prima dell’arrivo della
polizia, che sta indagando per fare luce su questo ulteriore episodio di
violenza. La rissa pare sia scoppiata per futili motivi, e l’eccesso
di alcolici potrebbe aver avuto in questo caso una parte importante, ma non
viene escluso un regolamento di conti avvenuto nel sottobosco della
microcriminalità diffusa nel mondo degli extracomunitari e irregolari,
nonostante i controlli sistematici e sempre più rigorosi delle forze
dell’ordine. In città, intanto, sale la preoccupazione per il ripetersi
ormai sistematico di fatti che mettono a dura prova la tranquillità e la
sicurezza comune. Negli stessi giardini di piazzale San Martino, che danno
l’impressione di essere diventati terra di nessuno, venti giorni fa erano stati
letteralmente massacarti di botte due giovani di nazionalità italiana, che
avevano trascorso il pomeriggio sulle panchine. Con tutta probabilità avevano
ecceduto nel bere e, per cercare di smaltire la sbornia, si erano appisolati.
Secondo quanto avevano riferito ai carabieneri, ad un certo punto sarebbero
arrivati nel giardino quattro giovani nordafricani dai quali i due sarebbero
stati aggrediti con calci e pugni di un
Giovedì, 10 Maggio 2007
email
stampa
Attenzione!
Stai per cancellarti dalla newsletter. Vuoi proseguire?
Iscriviti alla Newsletter
|