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Rassegna stampa Alcol e guida del 9 maggio 2007

A cura di Alessandro Sbarbada e Roberto Argenta

 

EMERGENZA ALCOLISMO – Riportato da: Redazione Cooperativa Novanta (Reggio Emilia)

Alcol in famiglia / Lettera aperta alla Signora Ministra della Salute On. Livia Turco

Illustre Signora Ministra,

so che ci sono molti argomenti importanti di cui chi governa deve occuparsi. Penso che uno di essi sia la riduzione degli effetti correlati all’alcol e in particolare il problema che tocca direttamente molti ed in modo indiretto tutti: le famiglie dove c’è un genitore con problemi di alcol o di droga.
Il Governo di cui Lei fa parte si prefigge, finalmente, di produrre delle politiche di settore nel campo delle dipendenze patologiche inaugurando così, spero, una nuova stagione che allinea il nostro Paese con gli altri paesi dell’Unione Europea.
Le scrivo perché il Suo Ministero ha emesso in questi giorni il Piano nazionale Alcol e Salute, un documento molto ricco ed impegnativo. Tuttavia relativamente al tema che Le dicevo vi è un solo fugace accenno tra la pletora di obiettivi.
I genitori alcolisti o tossicodipendenti non sono necessariamente abusanti, così come esistono genitori abusanti che non fanno per nulla uso di sostanze psicoattive. Tuttavia la concomitanza dei due problemi (alcol e violenza ai figli) comporta un fattore di rischio elevato per il minore: la violenza all’interno dei legami affettivi più significativi, come quelli familiari, può essere facilmente aggravata dal consumo di sostanze psicoattive illegali o legali come l’alcol, contribuendo a creare un ambiente disfunzionale, denso di conflitti ed inadatto ad uno sviluppo armonioso.

Il rischio è duplice: da un lato, il bambino può essere la vittima diretta o il testimone della violenza che gira per casa; dall’altro, l’abuso subito in età infantile, e spesso per periodi tutt’altro che brevi, è uno dei principali fattori che aumenta il rischio di psicopatologia nell’adolescente e nell’adulto, comprendendovi anche la dipendenza da sostanze psicoattive: numerose ricerche internazionali hanno messo in chiaro questa correlazione. Infatti i minori che vivono con genitori con problemi di alcol e che subiscono abuso e violenza domestica sono a più alto rischio di subire danni nel breve, nel medio e nel lungo periodo.

Per dimensionare questi fenomeni è bene ricordare che ad esempio prove di ricerca rilevate in Inghilterra riguardo alle popolazioni in trattamento per l’abuso di alcol dimostrano che il 60-80% delle donne in trattamento per problemi di alcol ha subito almeno una volta abuso domestico negli ultimi 12 mesi e che circa il 50% degli uomini seguiti dai servizi di alcologia lo ha perpetrato.
Oltre un terzo di questi uomini e donne sono genitori ed è perciò probabile che i loro figli stiano vivendo in un ambiente domestico negativo (sia con problemi di alcol nei genitori che di abuso). Credo che sia tempo di fare qualcosa circa questa questione.
La prevenzione di tali fenomeni e la protezione di soggetti vulnerabili, come lo sono di solito le donne e soprattutto i bambini, dovrebbe perciò essere un obiettivo tra i principali del Piano nazionale Alcol e Salute.
In linea di principio tutti si è dalla parte dei bambini.
Secondo il sentire comune in generale i bambini italiani godono di un ambiente piuttosto sano e sicuro; ma spesso si trascura il tema della violenza contro i bambini.
La questione però sta nel fatto che spesso si tratta di capire meglio che l’alcol è un elemento molto differente per i bambini rispetto a quanto non lo sia per noi adulti. Con l’eccezione delle PAC, le patologie alcol correlate, i danni solitamente non sono irreversibili. I bambini inoltre dispongono di doti innate per fronteggiare le difficoltà della vita. Molti bambini figli di famiglie con problemi di alcol sopravvivono bene finché almeno hanno un altro adulto competente che li sostiene o hanno intensi contatti con altri coetanei. Nei casi severi poi possono essere inviati rapidamente a servizi capaci di offrire terapie qualificate.
Ad esempio l’azienda sanitaria di Reggio Emilia partecipa a progetti sostenuti dalla Commissione Europea finalizzati alla costruzione di reti collaborative tra servizi sociali e sanitari per l’adulto e per i minori. Agendo sulle diverse categorie di professionisti che si trovano a contatto con i bambini e le loro famiglie, attraverso attività volte a sviluppare la consapevolezza del problema, si migliora la capacità di identificazione delle situazioni a rischio, si creano reti di supporto per le famiglie e i bambini, si fondano reti di professionisti che possano costituire una fonte di conoscenza e buone pratiche; in poche parole si mira a rilevare precocemente ed a contenere i danni derivanti dall’essere figli di genitori alcolisti o tossicodipendenti.
Però ci sono altri mezzi efficaci e tuttavia poco costosi per aiutare i bambini figli di famiglie con problemi di alcol e di droga: ciò che serve è il supporto di tutti gli adulti e la sensibilizzazione attiva di tutti i professionisti della scuola, dell’educazione, della sanità e sociali. Tutto l’arco degli attori che va dai genitori fino alle autorità è necessario. Infatti questo obiettivo è troppo grande per essere affrontato solo da qualche servizio od operatore o da qualche agenzia di volontariato. Ci vuole una grande risposta collettiva di contrasto.
Ecco perchè serve includere il sostegno alle famiglie con problemi di alcol e di droghe tra le strategie di governo: l’obiettivo consiste nell’aiutare i bambini delle famiglie con problemi di alcol e droghe a disporre di un ambiente sicuro per potere crescere al meglio. Ci sono leggi che riconoscono il diritto di molti cittadini a ricevere aiuto in varie situazioni di grande portata e serie quanto lo è questa. Non dovrebbe essere dato un diritto simile ai bambini figli di famiglie con i problemi di alcol o di droga?

Cordialmente,

Umberto Nizzoli direttore del Programma Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Azienda USL di Reggio Emilia

L’ADIGE

Si concluderà senza alcol la Sagra di Primavera che, come ogni anno, si terrà a fine mese a Martignano

Si concluderà senza alcol la Sagra di Primavera che, come ogni anno, si terrà a fine mese a Martignano. Sabato 26 maggio, quando nel vicino parco di Mesiano, si terrà la tradizionale festa universitaria, con prevedibile spargimento di birra e sangria, sull’altro versante della collina verrà promossa la festa alternativa: solo bibite gassate e succhi di frutta. Un segnale di discontinuità che i giovani del Gao (Gruppo animatori oratorio) vogliono lanciare ai coetanei. Come dire: «Ci si può divertire anche senza cercare lo sballo». Il caso ha voluto che il party analcolico cadesse proprio la serata della festa di ateneo. I ragazzi del Gao non si sono scoraggiati e anzi fanno capire che la concorrenza non fa paura e che si tratta di una sfida in più da affrontare. A Martignano è prevista l’animazione di Radio Studio Più con i suoi deejay, a partire dalle 21. Il consumo di superalcolici è ormai la regola anche fra gli adolescenti. Nelle scorse settimane si è molto parlato del problema. Sul sito internet YouTube è stato pubblicato anche il video di una studentessa trentina che, in preda ai fumi dell’alcol, non riusciva nemmeno a reggersi in piedi. Le immagini amatoriali erano state girate proprio nel parco di Mesiano. Premesso che gli organizzatori della festa universitaria (si tratta dei ragazzi dell’attivissima associazione Asi Leonardo) hanno sempre fatto un ottimo lavoro, garantendo divertimento e sicurezza ai giovani ospiti del parco, è altresì vero che l’abitudine al consumo di alcol preoccupa molto gli addetti ai lavori (nelle scorse settimane i responsabili dell’Associazione Auto Mutuo Aiuto hanno parlato di «disagio sottovalutato»). Per questo la "controfesta" di Martignano sarà un esperimento molto interessante.


IL GAZZETTINO (VICENZA)

Abuso di alcol: serata informativa

Il Comune promuove oggi, alle 20,30, nell’auditorium delle scuole elementari Montessori in via Municipio una serata informativa, rivolta ai ragazzi e alle loro famiglie, per illustrare le gravi e irreversibili conseguenze derivanti dall’abuso di alcol. L’incontro organizzato con la collaborazione del servizio tossicoalcoldipendenze di Cittadella vuole offrire un sostegno ai genitori che spesso non avvertono "in tempo" questo problema che riguarda i figli anche se giovanissimi. Saranno presenti autorità comunali ed il dottor Augusto Chiodini direttore del dipartimento dipendenze dell’Usl 15 di Cittadella. Tutta la cittadinanza è invitata. (a.f.)


IL GAZZETTINO (PORDENONE)

GIOVANI 

Conferenza spettacolo contro le dipendenze

Sacile

(ms) "Droga, alcol: non sono un mio problema": questo il tema della conferenza spettacolo in programma oggi, dalle 8.15 alle 13, al Palamicheletto, organizzata dall’Istituto statale di istruzione superiore "G. Marchesini" nell’ambito del progetto "Lotta alla dispersione scolastica. L’iniziativa è dedicata alla prevenzione dell’uso delle sostanze stupefacenti e dell’alcol, alla formazione della persona nella sua capacità di assumersi responsabilità civili e quindi responsabilità in genere. Interverranno il capitano Giovanni Girardenghi, vicecomandante provinciale della Guardia di Finanza, che tratterà gli aspetti connessi allo spaccio e all’acquisto delle sostanze stupefacenti, il dottor Paolo Cimarosti assieme ad altri operatori del Sert, che affronteranno i problemi dell’alcol e della droga sotto l’aspetto medico. Seguirà lo spettacolo "E da qui comincia il silenzio, orazione civile sulla vita per strada" del musicista Marco Anzovino, imperniato sugli stili di vita rischiosi e sull’impatto che possono avere in particolare sulla guida.
«Un’iniziativa, aperta anche alle famiglie, che appare necessaria - spiega il dirigente scolastico Andrea Napolitano - nell’ambito della prevenzione dell’assunzione di sostanze stupefacenti e alcol, sia come atto di prevenzione sia come strumento operativo di primo intervento contro la diffusione delle droghe e dell’alcol nelle scuole e negli ambienti sportivi». Per il dirigente scolastico, in un quadro non certo tranquillizzante, la scuola è chiamata a fare la sua parte: «In questo, però, non può essere lasciata sola, ma necessita della collaborazione delle altre istituzioni, anche per avvicinare di più le famiglie, al fine di sensibilizzarle».


CORRIERE ADRIATICO

L’appello di Frisoli

“Più sicure le strade della città”

ANCONA - Il consiglio comunale ha approvato l’ordine del giorno sulla sicurezza stradale, relativo alla petizione dell’Aci che in accordo con la Fia Foundation sta raccogliendo firme per appoggiare l’iniziativa Strade sicure al fine di sollecitare una risoluzione dell’assemblea generale dell’Onu. Nel presentare l’ordine del giorno il presidente del Consiglio Pino Frisoli ha ricordato come sia in costante aumento il numero di incidenti stradali e soprattutto quanto questi siano sempre più legati alla guida in stato di ebbrezza. La Polizia Stradale delle Marche solo nel 2004 aveva attivato 742 posti di controllo rilevando un totale di 1878 infrazioni al codice della stradale delle quali 480 dovute alla guida in stato di ebbrezza.
“Per questo - ha detto Frisoli - il Comune di Ancona si è attivato da tempo con il ’Progetto Notte, nelle tue mani’ un’iniziativa che attraverso l’Informabus fa prevenzione nei luoghi frequentati soprattutto dai giovani. Ed è anche per questo che il Comune ha aderito all’iniziativa Una notte per la vita che prevede l’accompagnamento e ritorno in pullman dei ragazzi dalle discoteche.
Ma il presidente del Consiglio ha anche sottolineato come anche il solo passeggiare nella città sia pericoloso. Come sottolinea anche un report di Sulla strada redatto dai servizi sociali dell’Amministrazione, tra il 2004 e il 2005 sono stati investiti 93 pedoni in città dei quali 6 in corso Garibaldi, 5 in corso Stamina e 5 piazza Ugo Bassi. “E dobbiamo anche sottolineare - ha concluso Frisoli - che nella nostra città c’è scarso rispetto degli attraversamenti pedonali. Ecco perché è necessario stimolare l’attenzione sul rispetto del codice della strada come è essenziale combattere le maggiori cause di incidentalità”.
Il suggerimento che viene dalle forze dell’ordine, specie ai più giovani, è quello di organizzarsi per trascorrere le serate in discoteca come avviene in tutti i paesi d’Europa: chi si mette alla guida della compagnia, a turno, non beve.


IL GAZZETTINO (PADOVA)

Si sta avvicinando l’estate e, ...

Si sta avvicinando l’estate e, come al solito, si ripropone il problema, irrisolto, dei giovani che vogliono prendere lo spritz nelle piazze del centro di Padova e dei no global che ne vorrebbero essere i padroni.
Se Flavio Zanonato fosse lungimirante, farebbe quello che il suo collega e compagno di partito Walter Veltroni ha fatto a Roma: la Capitale vive le sera d’estate in mille punti della città e con numerose proposte diverse, con attrazioni per i giovani ma anche per i meno giovani. Se ciò si è riusciti a farlo in una città grande come Roma, non credo sia impossibile farlo a Padova, che è decisamente più piccola! Ma poiché noi dovremmo rappresentare una città partecipata e plurale, non possiamo tollerare che a partecipare alle decisioni sia sempre e solo la sinistra, spesso la sinistra radicale. Il Sindaco, tre anni fa, pur di ottenere la vittoria andò in cerca dei voti dei Centri Sociali e di quelli dei no global, promettendo alla città, senza poi mantenere l’impegno, che li avrebbe controllati e contenuti . Non sapendo oggi dare una risposta utile e risolutiva né per tutelare i residenti del centro, né per tutelare i giovani, ha pensato di delocalizzare il problema, spostando l’area dove i ragazzi si incontrano abitualmente per lo spritz lungo il Piovevo, dietro il Portello, in una zona già fortemente depressa a causa di altre problematiche, credendo che, per salvare le piazze dal degrado e dalla sporcizia sia sufficiente spostare il tutto in un altro posto.
Zanonato sembra un po’ Pierino che, non volendo pulire i pavimenti nasconde la polvere sotto il tappeto. Due proposte. Prima: tolleranza zero con le frange dei violenti facenti capo ai Centri Sociali ed ai no global. Trovando finalmente il coraggio di estirpare questa piaga sociale dalla nostra Città, anche rischiando di perdere un po’ del favore di alcuni ambienti della Sinistra Radicale, tipo Rifondazione ed i Verdi.
Seconda: riempire il Centro di tavolini, sedie, panchine, piccole ma numerose oasi di ordine, cultura e svago (spettacolini teatrali, concertini di musica jazz, etc) dove i giovani abbiano la possibilità di bere e relazionare in tranquillità, perché questo è giusto e, direi doveroso, in una città dalla grande tradizione universitaria. Una città dove anche i residenti possano uscire e rientrare nelle proprie abitazioni, a piedi o con l’auto, senza dover rischiare, ogni volta, o di investire qualcuno o di essere molestati da gente ubriaca o sommersi dalla sporcizia.
Noi vogliamo una città viva, giovanile, ma allo stesso tempo ordinata e rispettosa delle diverse sensibilità compresa quella dei commercianti, da troppo tempo messi alla gogna da parte di una certa cultura di Sinistra che li vede sempre e solo come dei bottegai egoisti e chiusi mentalmente.
Zanonato scelga: o decide di tutelare i cittadini, i commercianti ed i giovani, mostrando, se necessario, pugno di ferro e decisione, o salvaguarda Casarini e Max Gallob, diventando non il Sindaco dei Padovani, ma il tutore dei violenti.
Se poi, il signor Sindaco, ha deciso di affidare le piazze ai no global, ce lo dica, così sapremo a chi rivolgerci per la loro manutenzione!

on. Filippo Ascierto


LA PROVINCIA DI SONDRIO

ProvocAzioni non si fermerà In programma nuove serate a tema

COSIO (a.a.) Si ripeterà anche quest’anno l’esperienza di “ProvocAzioni”, il progetto portato avanti dall’assessorato per i servizi alla persona del comune di Cosio insieme alla Consulta giovanile del paese. La giunta municipale ha infatti deliberato in favore della continuazione di questa esperienza che ha visto nei mesi scorsi l’organizzazione di iniziative volte alla sensibilizzazione di giovani e adulti sul tema dell’uso e abuso di droghe e alcol, ma anche sulla situazione locale per di ragazzi, famiglie e abitudini di divertimento. Il referente per il Comune sarà l’assessore Angelo Castellani, e l’amministrazione garantirà anche un sostegno economico al progetto per le spese di organizzazione di serate ed eventi. “ProvocAzioni ... Si può anche volare! Le risorse le abbiamo, le risposte le possiamo dare” è il titolo della prossima iniziativa organizzata dalla Consulta Giovanile in collaborazione con le parrocchie, le associazioni, e l’Istituto Comprensivo di Cosio, e che sarà l’ultimo appuntamento di questa prima fase del progetto. Si tratta di una serata speciale per raccogliere i frutti di quanto svolto fino ad oggi, per favorire il confronto tra quanti hanno preso parte alle iniziative, e per gettare le basi per il futuro. La serata, in programma giovedì alle 20.30 presso la sala Piergiorgio Frassati di Regoledo, è rivolta agli adulti (genitori, educatori, insegnanti) e tratterà temi legati all’educazione. E’ prevista inoltre una performance del gruppo Maeta Playback theatre.


IL MATTINO (AVELLINO)

LIONI. MEDIE INFERIORI ALLA RIBALTA 

Un tema per combattere droga e alcol

PAOLA DE STASIO Lioni. «La vera felicità sgorga dal cuore non da una pastiglia o da una bottiglia». Era questa la tematica del concorso «Viva il cinema. Disegnare la Pace», iniziativa ideata e promossa dall’associazione Chiara Proiect in collaborazione con i comuni di Lioni, Calitri, Frigento, Conza e Teora. Ieri mattina, a Lioni, si è svolta la cerimonia di premiazione. Sono stati mostrati i lavori più significativi, più originali. Loreta De Chiara, presidente dell’associazione, ha voluto rimarcare l’entusiasmo e la grande partecipazione dei ragazzi che quando vengono coinvolti, stimolati riescono a tirar fuori talento e sensibilità. Ai sindaci l’onore di premiare i loro piccoli e promettenti concittadini. Il sindaco di Teora, Salvatore Di Domenico, ha consegnato il premio alle alunne delle scuole medie Alessia Stefanelli ed Ester Iannone, a Nadia Rosamilia delle elementari ed alla piccola Laura Gervasio della scuola dell’Infanzia. Il sindaco di Conza, Vito Farese, ha fatto altrettanto con Alessia Masullo per le elementari e Mario Moretti per le medie. È toccato al primo cittadino di Frigento Luigi Famiglietti attribuire riconoscimenti e premi agli studenti Andrea Cipriano, Vladimir Magulko e Giuseppe D’Avino e a tutti gli alunni della 5° elementare di Pila ai Piani. Mentre il sindaco di Calitri Di Milia ha consegnato il premio a Victoria Mediska. Rodolfo Salzarulo primo cittadino di Lioni ha premiato Nadia Cozzolino, Ilaria D’Amelio, Ilaria Foroni, Gerardo Di Sapio per le medie e per la scuola dell’infanzia i lavori di gruppo di tutti gli alunni della sezione F e della sezione B. Le tematiche sviluppate dagli alunni partecipanti al concorso hanno evidenziato l’interesse per i rischi legati alle devianze e la posizione critica assunta da ampia parte della nuova generazione scolastica nei confronti dei fenomeni della tossicodipendenza e dell’etilismo.


AFFARI ITALIANI (ONLINE)

Test antidroga/ Il ministro Ferrero: "Sono soldi buttati"

Forum/ Sei d’accordo col comune di Milano che ha deciso di inviare un test antidroga alle famiglie con figli adolescenti?

Il presidente della zona 6 Girtanner (An) ad Affari: "Non vogliamo imporre controlli, ma stimolare la discussione"

Don Gino Rigoldi ad Affari boccia il Comune: "Il test antidroga alle famiglie? Molto pericoloso"

L’assessore alla Politiche Sociali Mariolina Moioli: "Il test antidroga? Una proposta senza senso"

La giunta Moratti si faccia l’antidopin. L’intervento su Affari del segretario dei Ds milanesi Pierfrancesco Majorino

Riccardo Gatti Asl di Milano: "Il test antidroga serve a poco se l’ottica è quella di controllare realmente la situazione"

Non si placa la polemica sul test antidroga che il comune di Milano invierà alle famiglie con figli adolescenti a cominciare da quelle della zona 6
"Se affrontiamo il problema dal punto di vista del kit, penso sia solo denaro sprecato, non risolve nulla. E una volta che la famiglia sa che il figlio si fa le canne, cosa fa?".
Così il ministro per la Solidarietà sociale, Paolo Ferrero, stamani a palazzo Isimbardi, ha risposto ai giornalisti riguardo all’iniziativa dell’assessorato comunale alla Salute del kit antidroga per effettuare test da distribuire alle famiglie.

"Su questo terreno fioriscono mille iniziative. Io ho l’impressione - ha detto Ferrero - che nelle famiglie un po’ cosa fanno i figli lo si sappia. Il problema che bisognerebbe affrontare è che la diffusione dell’uso di sostanze legali e illegali che modificano la percezione della realtà sono diffusissime".
"Tutte le statistiche ci dicono che circa la metà dei ragazzi o poco meno fa uso di cannabis o si ubriaca. Il problema da affrontare, e per questo non servono i kit, è quello di aprire una discussione vera con i ragazzi e con le famiglie".
"Il problema è discutere - ha spiegato Ferrero - sul perché c’è questa voglia di fuga così alta, si ha difficoltà a costruire relazioni tra i giovani e si pensa di far dover far uso di queste sostanze per sopperire a questa difficoltà di relazione". Secondo il ministro, "se la prendiamo da questo versante forse si fa qualche passo in avanti e si scopre che non sono solo i ragazzi ad avere un problema.
Il problema è più generale, di una società che ha difficoltà a dialogare e a far dialogare le generazioni, a vedere nell’altro un possibile amico invece che un possibile avversario. Se invece - ha detto Ferrero - la prendiamo dal punto di vista del kit penso sia solo denaro pubblico sprecato, e non risolve nulla. Perché una volta che la famiglia sa che il figlio si fa le canne, cosa fa?".


IL TEMPO

Capistrello: interessante convegno

«Come combattere le tossicodipendenze»

di MARINO DI MARCO CAPISTRELLO – Dipendenza da droghe e alcol, come può la comunità intervenire, quali strategie attivare per poter contenere il fenomeno? Sono domande alle quali si è cercato di dare delle risposte nel corso di un convegno organizzato dalla Confraternita di S. Antonio e che ha visto la partecipazione di due esperte della cooperativa sociale «Prometeo». «La tossicodipendenza è purtroppo un fenomeno in continua crescita; è un problema che esiste, che deve essere affrontato e riguarda l’intera comunità – hanno esordito Maria Amato e Tiziana Montanaro, da anni impegnate, con un progetto della Comunità Montana, a cercare di contenere il fenomeno e di recuperare giovani che cadono nella rete». Le due esperte hanno descritto una situazione in crescita. «Il consumo non è più solo limitato al classico spinello – hanno affermato le due relatrici - ma altre droghe stanno, purtroppo, invadendo il mercato. Difficile far capire gli effetti collaterali che provocano a lunga scadenza nelle persone. La tossicodipendenza – hanno continuato – è una vera e propria patologia: per curarla ha bisogno dell’intervento di una grande équipe, ma spesso, invece, ci vede lottare in pochi. Dalle nostre parti c’è una equivalente percentuale di maschi e femmine che fanno uso di droghe e di alcol. Nel caso dell’alcol – è stato evidenziato nel loro intervento - c’è una sorta di giustificazione da parte di alcune famiglie, il fenomeno è visto spesso come una bravata». Nel corso dell’intervento le due esperte hanno puntato l’attenzione sulla famiglia, intesa in senso largo e sulla comunità. «Famiglia e associazioni – hanno concluso - devono essere il fulcro per cercare di dare un efficace contrasto al fenomeno. La famiglia con all’interno problemi di tossicodipendenza non va lasciata sola, ma inserita in un contesto di grande solidarietà per evitare la "chiusura” e attivare una forte azione di recupero». Un primo passo in questo senso è già stato fatto con l’apertura di due centri di ascolto in Valle Roveto.


IL GAZZETTINO (UDINE)

Franco Corleone: «La Carnia avrebbe bisogno di conoscere un volto diverso dello Stato» 

«Criminalizzare i giovani, un grave errore»

 Oggi segretario di Forum droghe, ieri viceministro alla Giustizia, parlamentare e consigliere provinciale eletto in Carnia. Franco Corleone ha il curriculum ideale per occuparsi della vicenda di Tolmezzo perché è interessato sia al "dove" sia al "che cosa". E l’ex sottosegretario non lesina critiche all’operato delle forze dell’ordine: «Sono esterrefatto - attacca l’ex consigliere della Colomba a Palazzo Belgrado - da questa criminalizzazione dei giovani. La Carnia è un territorio che ha bisogno di conoscere un volto diverso dello Stato, non certo quello della repressione».
Secondo Corleone gli arresti sono «provvedimenti esagerati, presi senza valutarne le conseguenze sociali: questi giovani verranno etichettati e isolati in quanto le sostanze stupefacenti sono demonizzate. Al contrario, in questo territorio chi fa abuso di vino non è mai stato messo ai margini. Alla fine si otterrà il solo risultato di far fuggire i giovani più in fretta». (*)

L’ex consigliere provinciale precisa di non volere in alcun modo «spingere i ragazzi al consumo di stupefacenti», ma avverte che la via repressiva e «la scelta proibizionista» non portano da nessuna parte: «La Carnia - è l’opinione di Corleone - ha bisogno di rilanciarsi scegliendo stili di vita che recuperino le radici, ma in modo aperto, senza cadere nelle risposte reazionarie». Un tema che verrà affrontato lunedì prossimo in una conferenza stampa alla quale, oltre a Corleone, parteciperanno Marco Lepre e i dirigenti della Colomba Mario Puiatti e Massimo Brianese.
Tornando al fatto specifico degli arresti, Corleone è convinto che i ragazzi sotto accusa «siano in realtà consumatori di stupefacenti e non spacciatori. Ma la legge Fini-Giovanardi mette assieme tutte le sostanze in modo non scientifico, dalla canapa all’eroina, e contro le norme del giusto processo prevede che si possa essere qualificati come spacciatori presunti appena si supera la detenzione di una quantità di droga determinata da una commissione nominata dall’allora ministro Storace...». In polemica anche con l’attuale Governo di centrosinistra, l’ex sottosegretario si batte da tempo per l’abrogazione della legge Fini-Giovanardi e la depenalizzazione del consumo, e ricorda che alla Camera e al Senato sono stati depositati disegni di legge di questo tenore.

F.A.


(*) Nota: potremmo chiederci se la tolleranza verso consumi massicci di vino non sia in relazione al consumo di stupefacenti. Uno degli aspetti centrali della tossicodipendenza è la ricerca di uno stato di coscienza alterato. I giovani fanno la stessa cosa di molti genitori. Cambiano solamente sostanza.


TRENTINO

«Più pericolosi i giovani quando bevono troppo»  

L’ESPERTO 

TRENTO. Il dottor Marco Battisti è medico legale dell’Azienda sanitaria.

Negli ultimi anni sono in aumento le richieste di rinnovo di patente da parte di ultra ottantenni?

«Direi di sì, anche perché aumentando l’età media è normale che aumentino anche i soggetti anziani che si presentano per rinnovare la patente di guida».

Ci può spiegare come funziona la procedura?

«L’utente si presenta al distretto sanitario di zona che, se non riscontra particolari patologie, può fornire direttamente il via libera al rinnovo. Altrimenti, se vengono riscontrati dei problemi di salute come cardiopatie, problemi di vista, di diabete, lo rimanda alla commissione patenti dove tre medici (medico legale, oculista e medico di distretto, ndr) valutano ogni singolo caso in base a documenti e ad una valutazione dell’acutezza visiva».

Di cosa si tratta?

«È semplicemente quanto si vede da lontano. Uno dei requisiti fondamentali per il rinnovo della patente, soprattutto se si tratta di un soggetto in età avanzata».

Capita spesso che le patenti non vengano rinnovate?

«Di solito no, salvo patologie davvero importanti come, per fare un esempio, la demenza senile. Il potere della nostra commissione, infatti, è quello di limitare la durata del rinnovo, che per chi ha oltre settant’anni di età è di massimo tre anni. Infatti, se riteniamo che la persona sia lucida, ma presenti delle patologie particolari, possiamo limitare il rinnovo anche a sei mesi per monitorare costantemente il soggetto».

Per la sua esperienza, in cosa si differenzia la guida di un ottantenne da quella di un sessantenne?

«Qualche peggioramento è fisiologico, ma dipende caso per caso. Ci può essere un 65enne con forti problemi di vista come un 80enne estremamente lucido».

Una persona anziana alla guida, a suo parere, può rappresentare un pericolo in strada?

«Sinceramente mi preoccupano di più i tanti giovani che si presentano presso le nostre commissioni per problemi di alcool, con la patente ritirata più volte per guida in stato di ebbrezza, piuttosto che un ottantenne con una cardiopatia che viene monitorata con visite ogni sei mesi». (j.t.)


IL GAZZETTINO (BELLUNO)

A Mel la dottoressa De Marchi ha presentato i dati relativi alla provincia: «Purtroppo sono sovrapponibili a quelli nazionali. C’è un’incidenza maggiore dei reati sessuali»

Violenza sulle donne, Belluno non è un’isola felice 

In due anni più di cento persone hanno chiesto aiuto al centro. Nel 60% dei casi hanno subito vessazioni da parte del partner
Una donna su quattro, almeno una volta nella vita, subisce violenza fisica o sessuale dal proprio partner. Tutto ciò succede anche nel bellunese, come nel resto del mondo occidentale. Questo uno dei dati presentati venerdì scorso a Mel dalla dott.ssa Margherita De Marchi, medico di base e presidente dell’associazione ’Belluno Donna’, nel corso dell’incontro intitolato "Violenza alle donne. La situazione nel bellunese". Lo scenario presentato smentisce il senso comune che queste vicende qui da noi siano marginali. «Si crede che la violenza non ci riguardi, che sia solo di altre culture. Prima di occuparmene, questa realtà sfuggiva anche a me, pur facendo il medico» ha detto la De Marchi. Una ricerca condotta nel 2001 ha fornito per la prima volta nella nostra provincia dei dati sulla violenza alle donne. Nel 2003 è nata l’associazione, l’anno dopo il centro anti-violenza di Belluno. In due anni oltre cento donne hanno chiesto aiuto al centro: «la punta dell’iceberg di un fenomeno ancora sommerso, i dati Istat dicono che solo il 5% delle violenze viene denunciato». L’idea del "mostro sconosciuto" va eliminata, il pericolo viene dalle persone più vicine: «nella maggior parte dei casi il violento è una persona che la donna conosce: marito o ex, compagno, parenti. La violenza è fatta da persone normali, che non hanno problemi psicologici, di alcol o di droga. (*) La violenza è oggi la prima causa di morte delle donne tra i 18 e i 40 anni, più del cancro e degli incidenti stradali». L’esperienza del centro anti-violenza disegna questo quadro della realtà bellunese: «i dati di Belluno sono sovrapponibili a quelli nazionali, con un incidenza leggermente maggiore sulla violenza sessuale. Le donne che hanno chiesto aiuto hanno subito violenza nel 60% dei casi dal partner, nel 17% dall’ex partner, ed in un solo caso era uno sconosciuto. Il violento è un italiano nel 90% dei casi. Abbiamo avuto solo 2 casi di violenza da parte di altre donne, ma erano associate ad altri familiari maschi. Le straniere che hanno chiesto aiuto sono il 13% del totale, un numero non indifferente. La violenza più diffusa è quella psicologica, poi c’è quella fisica, quella economica ed infine quella sessuale (11% dei casi)». A breve l’associazione ’Belluno Donna’ presenterà alle istituzioni un progetto per la continuazione dell’attività, finora condotta con pochissime risorse. «Se non ci sarà una risposta positiva, Belluno perderà una risorsa fondamentale per una società che si voglia definire civile». L’incontro di Mel è stato organizzato dal Circolo Promozione Cultura.

Marco Salogni


(*) Nota: la violenza sarà pure fatta da persone normali, ma l’alcol ha spesso un ruolo importante, sia per l’aggressore che per le vittime. Il primo articolo della rassegna di oggi lo spiega bene.


TGCOM

Vico, ragazza drogata e poi stuprata I tre arrestati si accusano a vicenda

La 17enne sequestrata e violentata a Vico del Gargano, nel Foggiano, sarebbe stata indotta dai suoi aguzzini ad assumere droga. E’ quanto emergerebbe dagli interrogatori a cui i tre 21enni arrestati sono stati sottoposti nel carcere di Lecce. I giovani si sono accusati a vicenda: solo uno di loro avrebbe avuto con la vittima un rapporto sessuale. Dopo lo stupro e 7 coltellate, la ragazza è stata abbandonata agonizzante.
Sentiti in carcere dal pm di Lucera Claudio Rastrelli, i tre 21enni si sarebbero accusati l’un l’altro. Secondo quanto è emerso finora, la giovane vittima sarebbe stata indotta dai suoi aguzzini a bere alcolici e ad assumere sostanze stupefacenti (forse hascisc) prima di essere sequestrata e violentata. I quattro, che forse già si conoscevano, si erano incontrati nel pub del centro storico di Vico del Gargano. Quindi la ragazzina era stata costretta a seguire i tre in una vicina zona di campagna, dove sarebbe stata costretta a subire un rapporto sessuale completo con uno dei tre; gli altri si sarebbero limitati a palpeggiarla. Dopo la violenza, uno dei tre aguzzini forse mosso a pietà, avrebbe abbandonato la giovane, in una pozza di sangue, sotto un palo dell’illuminazione pubblica nelle campagne di Vico del Gargano. La minorenne è attualmente ricoverata in prognosi riservata nell’ospedale di San Severo (Foggia): le sue condizioni sono gravi ma è fuori pericolo.


IL GIORNALE.IT

Vendeva la figlia 13enne per una bottiglia di birra

di Redazione

Bari - Vendeva la figlia di 13 anni agli amici per una bottiglia di birra. Un padre lasciava che i suoi conoscenti, uno per volta o addirittura in gruppo, abusassero della ragazza, spesso in cambio di una bottiglia di birra. Dopo due anni di sofferenze, costellate anche da ricoveri in cliniche per problemi ginecologici, la ragazzina ha trovato il coraggio di denunciare tutto ai carabinieri.
Situazione familiare La vicenda si inserisce in uno scenario di degrado sociale e familiare. I genitori sono separati: la ragazzina spesso viveva con il padre che nel 2004, quando lei era poco più che tredicenne, cominciò a farla prostituire in cambio di pochi soldi. La ragazzina - a quanto si è saputo - era svegliata in piena notte era costretta a sevizie della peggiore specie da parte degli amici del padre, arrivando addirittura a vere e proprie violenze di gruppo.
Struttura protetta Vive da circa un anno in una struttura protetta la ragazza che il padre sfruttatore ha fatto prostituire dal 2004, quando aveva solo 13 anni, al 2006 quando ha avuto il coraggio di denunciarlo. E’ stata trasferita lì quando i carabinieri hanno avviato le indagini, che hanno confermato subito le violenze che la piccola era costretta a subire. L’uomo è stato arrestato in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare del gip del tribunale di Bari. La denuncia fu fatta nel 2006 dalla ragazzina insieme con la madre. Ai carabinieri la ragazza - che oggi ha 16 anni - ha raccontato tutto: dalle violenze sessuali che era costretta a subire da conoscenti del padre alle frequenti visite in ospedale dovute ai problemi fisici conseguenti alle violenze subite. 


 

IL GAZZETTINO (VICENZA)

ASOLO 

Ubriaco inveisce contro i passanti poi prende anche a pugni un amico

"Spettacolo" fuori programma l’altra sera in centro ad Asolo proprio all’altezza dell’imbocco di via Browning. Un giovane sui 25-30 anni ubriaco fradicio per circa un’ora ha inveito contro i passanti e poi, dopo l’arrivo dei carabinieri, ha fatto baruffa con l’amico che era con lui e l’ha abbandonato dopo avergli sferrato un pugno. Insieme erano arrivati ad Asolo in macchina e l’avevano parcheggiata proprio vicino al semaforo. L’amico sobrio, vista la situazione, voleva assolutamente far salire in macchina l’ubriaco ma questi non ne voleva sapere, anzi. Per circa un’ora ha camminato per la zona importunando i passanti, dicendo loro parole di tutti i tipi. Quando l’amico sobrio si è avvicinato, lui di scatto si è voltato ed ha rotto per terra un bicchiere ed ha dato un forte pugno sulla carrozzeria della macchina. La situazione è salita di tono a tal punto che intorno all’ubriaco si è formata quasi una platea...Verso mezzanotte poi sono arrivate anche le auto dei carabinieri sicuramente avvertite da qualche passante. I militi dell’arma hanno cercato di calmare il giovane ubriaco e poi sono andati via. Subito dopo però quando l’amico ha tentato di farlo salire in macchina, lui gli ha sferrato un pugno lasciandolo sul posto mentre lui ha preso le chiavi dell’auto e se ne è andato.


IL GAZZETTINO (TREVISO)

La violenta lite è avvenuta l’altra sera tra due gruppi di extracomunitari nei giardinetti di piazza San Martino

Rissa in pieno centro tra magrebini 

Un immigrato di 23 anni è stato ricoverato per ferite alla testa. È allarme tra i residenti

Conegliano

(F.Fi.) Un marocchino di 23 anni in ospedale con venti giorni di prognosi per traumi e tagli al cuoio capelluto, un altro, coetaneo, portato in commissariato in condizioni critiche soprattutto per l’alcol che aveva in corpo e le lesioni ricevute. E’ il bilancio dell’ennesima violenta rissa scoppiata lunedì sera, alle 21,30 nei giardinetti di piazza San Martino, in pieno centro, tra due gruppi di extracomunitari magrebini.
La chiamata alla polizia è stata drammatica: qualche passante ha dato l’allarme notando il pestaggio ai danni dei due giovani rimasti a terra, uno dei quali sanguinava copiosamente dalla testa.
Quando la volante del commissariato è arrivata sul posto ha trovato infatti i due giovani amici, ubriachi fradici, senza documenti, che si lamentavano per il dolore. Il più grave aveva il volto coperto di sangue per le ferite alla testa, colpito con tutta probabilità da una violenta bottigliata. E’ stato portato subito al pronto soccorso dove i medici dopo le prime medicazioni hanno disposto il ricovero con prognosi di venti giorni.
Gli altri protagonisti della sanguinosa zuffa sono fuggiti a piedi e sono riusciti a far perdere le proprie tracce prima dell’arrivo della polizia, che sta indagando per fare luce su questo ulteriore episodio di violenza.
La rissa pare sia scoppiata per futili motivi, e l’eccesso di alcolici potrebbe aver avuto in questo caso una parte importante, ma non viene escluso un regolamento di conti avvenuto nel sottobosco della microcriminalità diffusa nel mondo degli extracomunitari e irregolari, nonostante i controlli sistematici e sempre più rigorosi delle forze dell’ordine.
In città, intanto, sale la preoccupazione per il ripetersi ormai sistematico di fatti che mettono a dura prova la tranquillità e la sicurezza comune. Negli stessi giardini di piazzale San Martino, che danno l’impressione di essere diventati terra di nessuno, venti giorni fa erano stati letteralmente massacarti di botte due giovani di nazionalità italiana, che avevano trascorso il pomeriggio sulle panchine. Con tutta probabilità avevano ecceduto nel bere e, per cercare di smaltire la sbornia, si erano appisolati. Secondo quanto avevano riferito ai carabieneri, ad un certo punto sarebbero arrivati nel giardino quattro giovani nordafricani dai quali i due sarebbero stati aggrediti con calci e pugni di un

Giovedì, 10 Maggio 2007
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