Domenica 22 Dicembre 2024
area riservata
ASAPS.it su
Rassegna stampa 08/03/2005

Rassegna stampa del 7 marzo 2005

Rassegna stampa del 7 marzo 2005


Da "Il Gazzettino" del 7 marzo 2005
LA TRAGEDIA DI PIANZANO
"Giovani, più rispetto per la vita"

Milvana Bitter

"I giovani devono capire che nessuno è un superuomo immune dal pericolo. C’è un tempo per il lavoro e un tempo per il divertimento, tempi che vanno rispettati". Con questa dichiarazione forte, il parroco don Vittorino Battistella ha raccolto l’invito di Andrea Dan dell’Associazione Manuela Sicurezza Stradale di affrontare dal pulpito, il problema della strage di giovani vite vittime della strada. Il sacerdote, nella sua omelia domenicale, ha parlato della necessità di aiutare i giovani a comprendere il valore della vita: "La frazione di Pianzano - ha spiegato - è stata sconvolta, in una sola settimana, da due grandi tragedie. E’ chiaro che, come comunità ci si deve interrogare. E’ anche vero però che le parole dei parroci non bastano a rendere i ragazzi consapevoli del rischio rappresentato dalla strada, dalla velocità, dai comportamenti scorretti. I giovani tendono a sentirsi diversi anche di fronte alla tragedia, a pensare che tanto a loro non può capitare".
Don Battistella, che è anche insegnante, conosce bene il mondo giovanile: "Credo - ha continuato il parroco - sia giusto dialogare con i ragazzi ma sono anche convinto che gli ammonimenti servano a poco. Bisogna sviluppare un processo educativo partendo dalla famiglia e dalla scuola per far capire ai ragazzi che ognuno di noi ha un dono prezioso da custodire, la vita". Un’omelia che arriva dopo una settimana terribile per la frazione di Pianzano, prima la scomparsa della 18enne Leonora Da Re, poi la tragica fine di Giorgio De Nardi, 24 anni, rimasto ucciso nel violento urto della sua auto contro un platano sulla strada che da Zoppè porta a San Fior di sotto. Una scomparsa, quella di Giorgio, che si carica di ulteriore tragedia perché avviene, a pochi giorni di distanza, dall’anniversario della morte del fratello Mirco, pure lui vittima sei anni fa di un analogo incidente stradale. Giorgio era appena tornato dall’Irlanda dove si trovava da oltre un anno per lavoro, faceva l’operaio per una ditta di coibentazioni. La sua morte ha gettato nello sconforto il papà Antonio, la mamma Antonia e il fratello più piccolo Sandro. Un dramma che si ripete quando era ancora aperta la ferita per la scomparsa di Mirco. La data dei funerali non è stata ancora fissata in attesa del nulla osta.

Da "Il Messaggero" del 7 marzo 2005
LA PROPOSTA
Contro le stragi, test antidroga sulle strade
di ANTONIO MARIA COSTA
Direttore Esecutivo dell’Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine (Unodc)


IL TEMA della sicurezza sulle strade s’intreccia sempre più con quello della prevenzione delle tossicodipendenze. Va detto che mentre le misure volte a prevenire e reprimere la guida in stato d’ebbrezza riscontrano un consenso pressoché unanime, quelle in materia di stupefacenti sono ancora oggetto di un vivace dibattito. Su questo tema è necessario considerare che nell’ultimo quinquennio ben 5 Paesi europei hanno significativamente modificato i propri ordinamenti. Un’indagine condotta nel 2002 da Eurobarometer tra i giovani europei ha rivelato che il 79,4% degli intervistati è favorevole a che le forze dell’ordine, impegnate in un controllo anti-alcol sulle strade, effettuino simultaneamente il test anti-droga.
La questione di un più generalizzato impiego dei test anti-droga sulle strade va affrontata alla luce di considerazioni giuridiche, socio-sanitarie e di ordine pratico. Sul piano giuridico, la normativa mondiale offre un ventaglio di opzioni. Ci sono infatti normative ispirate al principio della "tolleranza zero": quale che sia il livello di sostanza illecita riscontrata, il soggetto è sanzionabile. Ma ci sono anche ordinamenti ispirati a una maggior tolleranza: il soggetto è sanzionabile se l’influsso di sostanze illecite è tale da offuscare le facoltà intellettive e volitive. In Italia, il Codice della strada (aggiornato dal Decreto legge 121 del 2002), si richiama a quest’ultimo principio. Altri aspetti di rilievo riguardano gli strumenti idonei ad accertare i livelli di abuso delle sostanze illecite e, ancor più importante, le condizioni che ne permettono l’utilizzo.
Si può attribuire alle forze dell’ordine la facoltà di effettuare controlli discrezionali in loco ispirati al principio della casualità, oppure subordinare tali controlli al fondato motivo di ritenere che il soggetto guidi sotto l’influsso di sostanze illecite, o alla pericolosità della condotta, etc. In Italia la procedura è particolarmente pesante. L’articolo 14 del Decreto legge 121 dispone che "quando si ha ragionevolmente motivo di ritenere che il conducente del veicolo si trovi sotto l’effetto conseguente all’uso di sostanze stupefacenti o psicotrope, gli agenti di polizia stradale... accompagnano il conducente presso strutture sanitarie... per il prelievo di campioni di liquidi biologici ai fini dell’effettuazione degli esami necessari...".
Molto efficiente è il modello australiano, dove le forze di polizia possono prelevare casualmente campioni di saliva dagli automobilisti per verificare la presenza di sostanze stupefacenti. Analogamente in Portogallo, dove i test anti-droga si effettuano con strumenti simili agli etilometri. L’auspicabilità, anche per l’Italia, dell’accoglimento del principio della casualità del test in loco è ispirata, tra l’altro, alla necessità di rafforzare la portata deterrente del dettato normativo: un divieto è tanto più efficace, quanto più imprevedibile è l’accettazione della violazione.
Sul piano socio-sanitario, la generalizzazione dei test anti-droga in loco s’inquadra nell’ambito di una più spiccata attenzione rivolta alla prevenzione delle tossicodipendenze. Io sono fautore del convincimento che le tossicodipendenze vengano trattate alla stregua di situazioni sanitarie che prevedono la prevenzione e il trattamento. Il costo sociale del trattamento suggerisce di promuovere con più fermezza la prevenzione.
E’ lecito ritenere che l’introduzione dei test anti-droga sulle strade possa contribuire a ridurre i consumi, così come è accaduto a fronte dell’introduzione dei test anti-alcol. La casistica disponibile evidenzia inoltre il collegamento tra l’abuso di sostanze psicoattive e gli incidenti automobilistici. Nel solo 2003, nel distretto di Milano, il 39% delle vittime di incidenti mortali è risultato positivo al test anti-alcol. Di questo 39%, il 29% si è rivelato positivo all’esame anti-droga ex post (in oltre il 50% dei casi la sostanza riscontrata era la cocaina). Nel complesso, il 51% delle vittime di incidenti stradali mortali è risultato sotto l’effetto di sostanze psicoattive. Benché si tratti di dati circoscritti ad una determinata area la loro eloquenza è inoppugnabile.
Va inoltre considerato che attualmente i test possono essere effettuati con strumenti agili e attendibili. Uno spunto di riflessione, tuttavia, è dato dall’esperienza dei Paesi che da tempo hanno imboccato questo cammino: il maggior coinvolgimento e la maggiore responsabilizzazione delle forze dell’ordine alle quali è rimessa la discrezionalità di effettuare un fermo stradale, ma anche di applicare il principio di casualità e infine di effettuare i test. Se l’esito del test in loco - che prevede una modalità sempre meno invasiva: prelevando campioni di saliva o sudore - è positivo, il soggetto viene accompagnato presso strutture sanitarie idonee a procedere all’identificazione e quantificazione della sostanza illecita.
Un maggior coinvolgimento delle autorità preposte alla sicurezza sulle strade è quindi necessario ed efficace per facilitare l’adozione dei test antidroga. Un auspicio sostenuto da argomentazioni di natura giuridica, socio-sanitaria e di ordine pratico. L’adozione dei test deve però innanzitutto essere considerata come uno strumento di cui la società decide di avvalersi, considerandone i benefici in termini di prevenzione delle tossicodipendenze e degli incidenti stradali.

Da "AGI" del 7 marzo 2005
UCCIDE FIGLIO IN COMA E MOGLIE E POI SI UCCIDE


Bologna
Sarà il sostituto procuratore della repubblica dott. Tampieri a condurre le indagini sulla tragedia avvenuta ieri sera a Bologna, allorché un noto gastroenterologo, Mario Miglioli, 63 anni, si sarebbe tolto la vita dopo aver ucciso la moglie e il figlio, in coma da diversi anni a causa di un incidente stradale. All’origine del tragico gesto, ci sarebbero le condizioni di salute del medico che avrebbe scoperto di soffrire di un male incurabile. Secondo gli inquirenti, il professionista per uccidere e familiari e togliersi la vita avrebbe usato una iniezione di veleno: probabilmente sarà disposta l’autopsia per verificare le cause del decesso. La tragedia e’ avvenuta in un appartamento in via Piella, nel centro storico bolognese: a dare l’allarme sarebbe stato un familiare. La grave situazione familiare di Miglioli era nota a chi lo conosceva bene.

Da "Il Quotidiano Calabria" del 7 marzo 2005
Dagli agenti della Stradale che li hanno sorpresi su una piazzola dell’autostrada
Arrestati due corrieri della droga
Sequestrato un chilogrammo di cocaina nascosto nell’auto


Il Vibonese sempre più supermercato della droga. Se ne è avuta un’ennesima e implicita conferma nella notte tra sabato e domenica grazie all’intuito e all’intelligenza investigativa di due poliziotti della Polizia Stradale di Vibo Valentia, che hanno arrestato due giovani che trasportavano nella loro auto un chilogrammo di cocaina. Gli arrestati entrambi incensurati sono Giuseppe Greco di 27 anni e Saverino Caruso di 23, tutti e due di Locri che sono accusati di detenzione e trasporto di sostanze stupefacenti. In servizio di pattuglia sull’autostrada i due poliziotti poco dopo le 3,30 di domenica hanno notato in una piazzola di sosta della carreggiata nord, nel tratto Sant’Onofrio - Pizzo, qualche chilometro prima della stazione di servizio, una Fiat Punto di coloro grigio ferma. Immediati i contatti con la sala operativa del comando della sezione della Polstrada per avere riscontri su eventuali segnalazioni di incidenti, di soccorso per guasti o altro. La risposta era negativa. A quel punto seguendo anche gli input del comandante Francesco Picardi e del responsabile della squadra di P.G., ispettore Concesso Scarfone, che inviavano sul posto un’altra pattuglia e nel contempo predisponevano misure idonee onde impedire un’eventuale fuga, si avvicinavano all’auto al cui interno vi erano due giovani che alla vista degli agenti evidenziavano un evidente nervosismo. A quel punto scattava il controllo con la richiesta della loro identità e la duplice perquisizione personale prima e all’interno dell’auto poi. Negativa la prima, positiva la seconda. Dalla tasca posta sulla parte posteriore della spalliera dello sportello anteriore destro, ecco saltare fuori due involucri ben chiusi con nastro adesivo. Non ci voleva molto per capire cosa c’era all’interno: una polverina bianca che dagli esami effettuati poco dopo in caserma risultava essere cocaina leggermente tagliata. Droga cioè pregiata per una valore di alcune centinaia di migliaia di euro, destinata al mercato del Vibonese. Probabilmente i due avrebbero dovuto consegnare la droga a qualcuno a cui avevano dato appuntamento. I due in pratica sarebbero stati dei corrieri con il compito di trasportare la cocaina dalla Locride alla zona di Vibo per essere quindi immessa nel fiorente mercato locale. Ma evidentemente non avevano fatto i calcoli con i due agenti bravi nell’intuire che qualcosa non andava, l’anomalia di una sosta a quell’ora in una piazzola di sosta ad un chilometro di distanza da una frequentata stazione di servizio, senza che avesse subito un incidente o un guasto.
L’intera operazione si svolgeva con il coordinamento del sostituto procuratore di turno Guglielmo Garofalo. Giuseppe Greco e Saverino Caruso si trovano ora rinchiusi nella casa circondariale di località "Cocari" in attesa dell’udienza di convalida. Ovviamente sequestrate droga e auto. L’arresto dei due evidenzia un fatto molto importante e cioè che la Polizia Stradale, un corpo specializzato nell’ambito del controllo e della sicurezza stradale, non si limita solo a questo ma all’occorrenza spazia in altri campi. Non bisogna infatti dimenticare le rapine sventate sull’autostrada e gli arresti di rapinatori. Nell’ambito della droga la Polstrada vibonese, sempre diretta da Francesco Picardi e con la preziosa collaborazione dell’ispettore Scarfone, alcuni anni fa ha intercettato e sequestrato un’ingente quantità di mariujana in panetti, arrestando i responsabili.

Da "Brescia Oggi" del 7 marzo 2005
Calvisano è finito contro l’auto di un rumeno, poi si è dileguato.
Rintracciato dalla polizia stradale
Fugge dopo lo scontro, arrestato
Il "pirata" della strada, un clandestino, era senza patente e aveva bevuto

w.p.


è fuggito dopo un incidente, ma gli agenti della polizia stradale di Montichiari lo hanno rintracciato nel giro di un’oretta.
Il pirata della strada, un kossovaro di 39 anni, oltre a non essersi fermato a fornire i propri dati dopo l’incidente, in cui fortunatamente non ci sono stati feriti, è clandestino in Italia, aveva a suo carico un provvedimento di espulsione, era alla guida di un’auto senza avere alcuna patente e, per finire, era anche ubriaco e, quindi, non era nemmeno perfettamente lucido e in grado di reagire di fronte a qualsiasi evenienza. Come dimostarto dall’incidente in cui è rimasto coinvolto. L’immigrato è stato arrestato per violazione della Bossi-Fini, per non essersi fermato dopo lo scontro e per guida in stato di ebbrezza.
L’incidente si è verificato attorno alle 9 nel centro abitato di Calvisano all’incrocio tra Largo Repubblica e via De Amicis. Il 39enne era alla guida di una Opel Astra (l’auto gli era stata prestata da un conoscente). Per cause ancora in corso d’accertamento da parte della polizia stradale di Montichiari l’Astra è entrata in collisione con una Citroen condotta da un cittadino rumeno. Nell’incidente, come detto, non ci sono stati feriti, ma le auto sono rimaste danneggiate. Il conducente dell’Astra, anzichè scendere e fare la constatazione amichevole o chiedere l’intervento della polizia locale, in caso di mancato accordo con l’altro conducente, ha riacceso l’auto e dato gas prendendo il largo. Subito è stato dato l’allarme e l’automobilista è stato rintracciato poco dopo dagli agenti della polizia stradale di Montichiari lungo la provinciale 37. Sono bastati pochi accertamenti per stabilire con certezza che si trattava proprio del "pirata" fuggito dall’incidente a Calvisano. L’uomo è stato condotto in questura e arrestato.

Da "Brescia Oggi" del 7 marzo 2005
Controlli della Stradale nel Basso Garda
Ubriachi al volante Ritirate 22 patenti

w.p.


L’ennesima notte di controlli preventivi alle stragi del sabato sera ha portato al ritiro di ben 22 patenti per guida in stato di ebbrezza e sotto effetto di sostanze psicotrope. Il maxi controllo è stato effettuato dalla mezzanotte di sabato fino alle 6 di ieri mattina nella zona del Basso Garda tra Desenzano e Sirmione. Nei controlli sono state impegnate cinque pattuglie della polizia stradale. Gli agenti hanno controllato i conducenti di 93 vetture. Per 71 giovani alla guida i poliziotti non hanno trovato nulla di irregolare, mentre per altri 22 l’etilometro e il narcotest sono risultati positivi. Gli automobilisti trovati alterati alla guida sono tutti molto giovani. Per tutti è scattato il ritiro immediato della patente e il sequestro della vettura per chi si trovava solo in auto.
I controlli di prevenzione alle stragi del sabato sera vengono effettuati quasi ogni fine settimana dagli agenti della polizia stradale. E ogni volta una percentuale di automobilisti, che si avvicina molto al 30 per cento, viene trovata alla guida in condizioni non idonee. Nemmeno la paura di incappare in un controllo fa desistere i giovani dall’alzare troppo il gomito.

Da "Giornale di Brescia" del 7 marzo 2005
Ubriaco, senza patente né assicurazione
SLAVO CLANDESTINO FUGGE DOPO UN INCIDENTE: ARRESTATO

g. s.


Andava in giro in auto senza patente di guida e senza assicurazione. E per di più era palesemente ubriaco e aveva sulle spalle un decreto di espulsione del Questore, emesso perché immigrato senza permesso di soggiorno, al quale si era guardato bene dall’obbedire. Così uno slavo di 39 anni, originario del Kosovo, quando è rimasto coinvolto in un incidente, avvenuto ad un incrocio nel centro abitato di Calvisano, invece di fermarsi si è dato alla fuga con la sua Opel Astra ma un pattuglia della Polizia stradale lo ha intercettato e arrestato. Tutto si è svolto ieri mattina, intorno alle 9, tra Calvisano e Montichiari ed è iniziato con un violento incidente, fortunatamente senza feriti, avvenuto in centro a Calvisano all’incrocio tra via De Amicis e largo Repubblica. Una Citroen Xm guidata da un romeno di 32 anni che risiede a Isorella con regolare permesso, si è scontrata con una Opel Astra. L’uomo che era alla guida della Opel, invece di fermarsi dopo lo scontro, almeno per verificare se il guidatore dell’altra vettura fosse rimasto ferito, ha pigiato sull’acceleratore ed è fuggito. I carabinieri giunti sul posto hanno immediatamente diramato la descrizione dell’automobile e pochi minuti dopo, a Montichiari nei pressi dell’aeroporto, una pattuglia della Stradale ha intercettato una Opel Astra che presentava evidenti segni dello scontro. Un breve inseguimento e l’auto è stata costretta a fermarsi e il conducente, dopo gli accertamenti, è stato arrestato per il decreto di espulsione non ottemperato, denunciato per guida senza patente e in stato di ebbrezza.

Da "L’Adige" del 7 marzo 2005
Tenta "colpo" al Millenniun, la polizia lo arresta
Carta falsa, in manette


"Sono reati sempre più frequenti", dice il vicesquestore Giansante Tognarelli, facili da commettere e difficili da scoprire. Ma, sabato scorso, al Millennium Center le cose sono andate bene per gli agenti del Commissariato di Rovereto e per gli uomini della Polizia Stradale di Riva del Garda.
Sabato pomeriggio, il centro commerciale è pieno di clienti. Due stranieri, ungheresi per la precisione, si presentano in uno dei negozi di abbigliamento della grande struttura e acquistano merce per 800 euro. Una bella spesa. Uno dei due paga con una carta di credito tedesca. Tutto bene, il pagamento va a buon fine. Tutto, almeno all’apparenza, regolare. La coppia di magiari poi si presenta ad un altro negozio del Millennium. Un giro tra i capi di abbigliamento, la scelta di alcuni abiti, via verso la cassa. Ma questa volta il "trucco" non funziona. Uno dei due clienti stranieri estrae la carta di credito, la consegna alla commessa la quale, però - insospettita e allertata, appunto, dalle frequenti truffe elettroniche - chiede all’uomo i documenti. A questo punto per i due malviventi le cose si mettono male. Il giovane ungherese ritira di scatto la carta e assieme al giovane amico si dirige verso l’uscita. Ma nel frattempo la commessa ha dato l’allarme. Gli addetti alla sicurezza del Millennium chiamano la polizia e sul posto, in pochi minuti, arriva una pattuglia. Ma il centro commerciale è enorme; quindi è stato chiesto l’aiuto di una volante della Polstrada. I due giovani hanno tentato di darsela a gambe ma uno di loro, Z.K. 25 anni, è stato bloccato nel piazzale dagli uomini della Polizia di Stato. Addosso gli è stata trovata una carta di credito tedesca, non si sa ancora se rubata o clonata. Il giovane, dopo l’identificazione, è stato portato nel carcere di Rovereto con l’accusa di indebito utilizzo di carta di credito altrui. Un reato, si passi il termine, moderno; introdotto nel Codice nel ´91. Altra accusa, a causa delle firme false, quella di sostituzione di persona.
 


Martedì, 08 Marzo 2005
stampa
Condividi


Area Riservata


Attenzione!
Stai per cancellarti dalla newsletter. Vuoi proseguire?

Iscriviti alla Newsletter
SOCIAL NETWORK