Tutti gli automobilisti e le loro famiglie fatti
velocemente evacuare
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Ciò che è rimasto della macchina che è bruciata nella
galleria
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Il fumo che esce dalla
canna della galleria
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Il sovrintendente Lorenzo Borselli, di spalle, mentre
parla con i i Vigili del Fuoco al termine dell’intervento di evacuazione della
galleria
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Lo conosciamo troppo bene per non sapere che un articolo celebrativo su
se stesso non l’avrebbe mai e poi mai scritto. Lorenzo Borselli
è così: generoso e ricco di aggettivi estremamente
qualificativi per gli altri, quanto avaro di parole per lui stesso. Poi se
anche avesse voluto, il nostro amico e primo redattore del nostro sito e della
nostra rivista il Centauro, l’articolo non l’avrebbe potuto scrivere in quanto
è di nuovo ricoverato in ospedale in seguito ad un incidente piuttosto serio
che lo ha visto protagonista nelle settimane scorse, mentre con la moto tornava
a casa dopo aver terminato il suo turno in ufficio. Allora questa volta parliamo noi di lui. In occasione del 155° anniversario di fondazione del Corpo, Festa della
Polizia di Stato, il sovrintendente Lorenzo Borselli e l’agente scelto
Andrea Lazzari sono stati insigniti della Medaglia di bronzo al merito
civile per un riuscito e rischioso intervento di soccorso. Il 28 agosto del 2005 dopo aver terminato il loro turno notturno di
servizio, erano stati informati che nella galleria San Donato,
tra Firenze Sud ed Incisa, sulla A1, una vettura alimentata a gas aveva preso
fuoco e molte persone si trovavano in coda nella canna che cominciava ad essere
invasa dal fumo. Borselli e Lazzeri, senza pensarci un minuto, salirono sulla macchina
bianco azzurra della Stradale, a sirene spiegate in pochissimi minuti
arrivarono sul posto e si lanciarono all’interno della galleria, invitando
tutti i conducenti e i loro famigliari ad uscire velocemente. L’auto bruciata era di una coppia di anziani palermitani, per fortuna
illesi, che stavano raggiungendo il figlio in una città del nord. Le persone
evacuate furono circa 400, tutte fatte uscire dai due esperti poliziotti e
convinte a lasciare le auto aperte e gli effetti a bordo, per non perdere
tempo. Il fumo che si sprigionava risultò essere una forma di cianuro, e
per questo gli agenti vennero segnalati dai Vigili del Fuoco per il loro
generoso e rischioso gesto. Insieme alla pattuglia si prodigarono in modo particolare
anche un Vigile del Fuoco di Firenze, libero dal servizio, Alberto Boanini, ed
un
privato cittadino. Tutti decorati. Le foto che riportiamo che corredavano la notizia quando la pubblicammo
a suo tempo, senza dire chi erano i protagonisti, ci sembrano eloquenti. La motivazione della Medaglia con la quale sono stati insigniti Lorenzo
Borselli e Andrea Lazzari dice: "Evidenziando coraggiosa determinazione, encomiabile spirito di
umana solidarietà, ed elevate capacità operative, interveniva, unitamente ad
altri animosi, per soccorrere gli automobilisti coinvolti in un incidente
sviluppatosi su una autovettura alimentata a GPL, all’interno di una galleria,
scongiurando più gravi conseguenze. Chiaro esempio di elette virtù civiche e non comune senso del
dovere". Noi conosciamo bene Lorenzo col il suo coraggio e la sua
determinazione, conosciamo anche bene il suo spirito di umana solidarietà.
Ricordiamo ancora oggi il suo pianto dirotto dopo che il collega Gianfranco
Costantini di Firenze Nord aveva perso la vita in un grave incidente in
servizio, conosciamo la cifra dei suoi scritti per ricordare la Medaglia d’Oro
Stefano Biondi o la vicenda di Ivan Liggi, o ancora di quella volta che
raccontò di Lapo Fratoni un altro collega di Firenze Nord travolto durante i
rilievi di un sinistro nel quale riportò numerose e plurime fratture scomposte
tanto da dover subire 9 interventi chirurgici per poter indossare di nuovo la
divisa della Stradale. O ancora l’anno scorso quando ha ricordato il carabiniere Donato Fezzuoglio
ucciso a Perugia, e recentemente l’Ispettore Filippo Raciti ucciso durante
i tragici scontri di Catania Quel Lorenzo che nell’ultimo numero de il Centauro ha ricordato le
colleghe delle forze di polizia cadute in servizio: Laura Battisti della Questura
di Roma, Federica Barbiero della Polizia Municipale di Savona, Sabrina
Pagliarani della Stradale di Busto Arsizio insieme a Gabriella Vitali
moglie di Luigi D’Andrea ucciso dalla banda Vallanzasca a Dalmine nel 1977 e
lo ha fatto con una sensibilità e una ricchezza di sentimenti che hanno
commosso i loro familiari. Lui non ha potuto ritirare, nella cerimonia ufficiale, la
medaglia, di cui non vuol parlare, a causa di quel maledetto
incidente che lo tiene fermo in ospedale. Allora questa volta, anche senza raggiungere le inarrivabili cime della
sua capacità di descrivere gli eventi, abbiamo fatto noi il
racconto. Non tanto per illustrare le gesta di un poliziotto
veramente in gamba come il suo collega Andrea, ma anche per dirgli che noi
della squadra dell’Asaps, e crediamo tanti altri amici, gli vogliamo veramente
bene. La medaglia del nostro affetto è d’oro.
Giordano Biserni
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