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Notizie brevi 17/05/2007

Alessandria - Ore di terrore per il pullman dirottato Si teme un attacco terroristico, ma sembra solo un tentativo di rapina

Due agenti feriti e due banditi catturati: ma in questo Paese è tutto normale? L’effetto indulto, però, si sente…

 

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Ciò che resta del bus - Foto da Corriere.it - Emmevi


(ASAPS) ALESSANDRIA, 16 maggio 2007 – La vicenda ricorda sinistramente il copione, in chiave “Milano calibro 9”, del celebre film “Speed”, nel quale un pazzo dinamitardo, impersonato da Dennis Hopper, tiene in scacco la SWAT (Keanu Reeves e Sandra Bullock), minacciando a distanza di far saltare un autobus di pendolari se non otterrà il solito riscatto. Ma la realtà non è mai la pellicola di un film: la tensione si trasforma in paura, addirittura terrore, quando tre banditi danno l’assalto armato ad un pullman dell’Arfea che doveva riaccompagnare ad Acqui Terme studenti e lavoratori fatti salire nel vicino capoluogo di provincia, Alessandria. All’inizio nessuno aveva fatto caso al terzetto di albanesi seduti in ultima fila: poi, uno di loro si è alzato, ha avvicinato l’autista ed ha estratto una pistola, dirottando il torpedone verso l’autostrada. L’autista esita ad ubbidire, ma un colpo sparato in aria fuga ogni dubbio: è un sequestro di persona collettivo. Difficile, anche in tarda serata, azzardare ipotesi sulla finalità del gesto, anche se si fa sempre più corpo l’ipotesi che la semplice rapina sia sfuggita di mano ai tre balordi, finiti poi nella trappola tesa loro da Polizia e Carabinieri, avvertiti da più di un cellulare rimasto in mano agli atterriti passeggeri.


La cronaca

A bordo i passeggeri sono 17 in tutto, molti giovani, ma anche 2 agenti di polizia liberi dal servizio, in borghese: alcuni minuti dopo l’inizio del viaggio, il commando entra in azione. La reazione dei due poliziotti è immediata, ma c’è troppa gente attorno e la condizione è numericamente sfavorevole. Un agente rimedia una brutta coltellata al braccio e viene abbandonato al casello di Alessandria Sud (A26). Nel frattempo partono alcune telefonate dal bus verso il 113 ed il 112: tutte le unità operative rincorrono il pullman ed il cerchio si chiude. Presi dal panico, i tre sequestratori cospargono l’interno del veicolo di benzina, minacciando di appiccare il fuoco al minimo accenno di reazione. Più avanti, tutte le donne a bordo vengono fatte scendere, ma il viaggio della follia continua verso nord, in autostrada, dalla quale l’autobus esce a Vercelli Est e dove altri ostaggi vengono lasciati liberi. I banditi comprendono di averla fatta grossa, ma non demordono ed imboccano la statale 11, che conduce a Novara: tra Trecate e Magenta è una gazzella dei Carabinieri che intercetta il bus e lo costringe a fermarsi: determinati, i Carabinieri rispondono al fuoco e colpiscono il dirottatore armato, arrestandolo subito dopo. I complici sono in fuga e dopo aver guadagnato la boscaglia facendosi scudo con gli ostaggi rimasti, spariscono. Un istante prima di scendere hanno appiccato il fuoco al veicolo, andato completamente distrutto. Il secondo delinquente viene braccato con l’aiuto di cani poliziotto, ed arrestato dagli agenti nel giro di poco tempo.

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L’arresto di uno dei malviventi che hanno sequestrato il bus - Foto Corriere.it - Emmevi



La matrice: ancora un mistero

Si era subito parlato di magrebini e, con l’aria che tira, l’intera Italia è rimasta col fiato sospeso pensando ad un episodio terroristico: si tratta invece di albanesi. Uno, 27 anni, è regolarmente munito di permesso di soggiorno, e si trova piantonato in ospedale dopo essere stato attinto dai colpi di pistola esplosi dai militari dell’Arma. Il secondo, catturato dalla Polizia, ha appena 21 anni e sembra essere clandestino. Le modalità dell’evento, che dovrà essere ricostruito nei minimi dettagli, fanno pensare ad un maldestro tentativo di rapina. Ma proprio questo particolare, merita un’accurata riflessione, visto che gli ingredienti per la tragedia c’erano tutti: la determinazione del terzetto era così elevata da assaltare un bus carico di gente, accettando tutto il conseguente rischio e salendo a bordo con taniche di benzina e pistola carica.
Non hanno esitato, i dirottatori a ferire entrambi i poliziotti, casualmente a bordo, e se l’improvvisazione è stata loro fatale, par quasi di averla scampata bella, perché è proprio sopraggiunge il panico che le cose cominciano a girare male. Per fortuna, la professionalità dei due Carabinieri che per primi hanno intercettato il bus, ha risolto la situazione: senza esitazione, i militari hanno bloccato il veicolo in fuga e costretto i tre all’immediata fuga, rispondendo al fuoco con precisa e rapida determinazione.


Il commento dell’Asaps

Siamo tutti in divisa, e sappiamo il rischio potenziale che un evento come questo ha rappresentato. Bisogna riflettere ed imparare: è necessario tornare al controllo del territorio, al presidio delle statali. I fenomeni delle rapine in villa, dei furti d’auto, dei sequestri di persona nei confronti di autotrasportatori, mostrano sempre più matrici comuni e non è certo una novità che una buona parte della manovalanza, sia oggi affidata a cittadini stranieri, molti dei quali di nazionalità albanese e romena. I rapinatori di ville, per esempio, sono ormai costituiti in bande, senza una precisa organizzazione, ma con un fine comune assolutamente stabile: razziare. È un dato di fatto, purtroppo, che con l’indulto si sia tornati ad assistere ad un’improvvisa recrudescenza di tutti questi fenomeni: al maggio di quest’anno, i detenuti rimessi in libertà grazie alla legge 241/2006, che ha disposto la causa di estinzione della pena così come prevista dall’articolo 174 del codice penale, sarebbero 26.201, dei quali 16.158 italiani e 10.043 stranieri: il 12% di loro, 3.144 persone, sono nel frattempo rientrate in carcere per aver commesso ulteriori reati.
Si tratta di dati del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, commentati in maniera estremamente diversa dal Guardasigilli e dal Capo della Polizia: da una parte, il ministro Clemente Mastella, che ha negato la recrudescenza di reati in funzione della rimessa in libertà di tanti condannati; dall’altra, il Prefetto Giovanni De Gennaro, che si è limitato a illustrare alla Commissione Affari Costituzionali i risultati di un’indagine conoscitiva sullo stato della sicurezza in Italia tra agosto ed ottobre 2006: rispetto allo stesso periodo del 2005, + 1.952 rapine e + 28.830 furti.
Siamo tutti in divisa, dicevamo poco sopra, e siccome stiamo sulla strada, ce ne siamo accorti pure noi: purtroppo, siamo sicuri che le statistiche 2007 lo confermeranno, i reati sono in vertiginoso aumento. Avvertiamo, infatti, una specie di spietata concorrenza tra la criminalità, alle prese con crescenti difficoltà nel reperire obiettivi sicuri da razziare (troppi gatti e poco formaggio) ed ormai convinta – ma è un nostro parere – che in fondo il crimine paga… E sul comparto sicurezza, ormai si investe troppo poco. (ASAPS)


© asaps.it
Giovedì, 17 Maggio 2007
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