ANSA TRENTO, 16 MAG - Sta suscitando interesse anche a livello
nazionale il decalogo anti-alcol promosso dal Comune di Rovereto per premiare
gli organizzatori di feste pubbliche, non solo giovanili, con un controllo
nell’uso e nella promozione dell’alcool attraverso la gestione delle
sponsorizzazioni dell’amministrazione comunale. L’azione non si
limita alla sola sensibilizzazione e informazione sui rischi legati al consumo
di bevande alcoliche ma consegna alcune regole mirate alla tutela della salute
pubblica, ponendo attenzione sulla modalita’ con cui si somministrano le
bevande alcoliche durante le feste. Il decalogo pone il veto alla vendita di
superalcolici, ma vieta anche l’intitolazione delle feste con nomi di birra,
vino o grappa. Viene richiesto poi di sospendere la somministrazione di
alcolici un’ora prima della chiusura e per coloro che organizzano feste che si
sviluppano su piu’ giorni si chiede di attivarsi nella promozione di una
giornata ’alcol-free’. Inoltre non si devono vendere alcolici a prezzi
stracciati. Chi adottera’ queste linee guida accedera’ ai contributi comunali
con scaglioni che premiano coloro che saranno piu’ sensibili al problema, ad
esempio chi scegliera’ bevande ipoalcoliche e chi proporra’ azioni di
sensibilizzazione al tema alcol. Il decalogo e’ rivolto a tutti. Chi non
intende aderire alle linee guida del Comune - introdotte in via sperimentale
dal 7 maggio al 31 dicembre di quest’anno - non ricevera’ alcun contributo. Per sostenere questa iniziativa l’Associazione sostenitori della Polstrada (Asaps), l’Associazione club degli alcolisti in trattamento (Aicat) e l’Associazione europea familiari e vittime della strada (Aefvs) hanno sottoscritto una lettera aperta, che fara’ il giro di tutte le amministrazioni locali italiane, ’’affinche’ anche le altre localita’ italiane seguano il ’buon esempio’’’. ’’L’augurio - spiega il presidente dell’ Asaps, Giordano Biserni - e’ che l’esemplare iniziativa trentina funga da stimolo e che il maggior numero di amministrazioni comunali e provinciali valuti la possibilita’ di adottare provvedimenti analoghi’’. EMERGENZA ALCOLISMO (Tratto da Altromolise) ’Alcol... che fare?’, parte il
progetto a Trivento
2007-05-16 La Caritas Diocesana di Trivento, impegnata da diversi
anni nella lotta all’alcolismo, consapevole che questo problema nella nostra
regione sta diventando sempre più drammatico tanto da costituire uno dei più
rilevanti fenomeni di disagio sociale e di emarginazione, ha dato avvio, con la
collaborazione della Caritas di Campobasso, ad un progetto dal titolo
“Alcol…che fare?”. Il progetto è mirato a dare una risposta ecclesiale e
sociale più incisiva al fenomeno alcolismo, in un ottica di promozione umana
ponendo particolare attenzione alle famiglie che soffrono di questa forma di
disagio, pianificando strategie di prevenzione e di intervento. Il lavoro progettuale è articolato in più fasi. La prima delle quali ha riguardato la rilevazione anonima
dei casi di persone ricoverate per problemi alcolcorrelate dalle rubriche
esistenti negli ospedali di Campobasso e Agnone. Il campione è costituito da
1775 casi, di cui 1487 relativi all’ospedale di Campobasso e 288 relativi
all’ospedale di Agnone. Lo studio ha messo in evidenza anche i paesi che
presentano un maggior numero di ricoveri per patologie collegate all’alcol. A questa fase di monitoraggio se ne sono affiancate altre
intermedie relative sia al contatto con le diverse realtà operanti sul
territorio, sia alle azioni di sensibilizzazioni e informazioni nei paesi più a
rischio di devianza. Dagli incontri svolti, soprattutto nei paesi appartenenti
alla diocesi di Trivento, è emerso che il problema è sommerso perché legato
alla difficoltà di far uscire la famiglia dal muro di vergogna e di pregiudizio
sociale che le circonda. Proprio per questo i parroci presenti agli incontri hanno
proposto di intensificare gli incontri nelle parrocchie per raggiungere un
maggior numero di famiglie. A tal fine, si chiede la collaborazione dei parroci e di
tutti gli “uomini di buona volontà” nell’individuare una o più persone
sensibili a queste problematiche disponibili a frequentare il corso di
“Sensibilizzazione all’Approccio Ecologico Sociale ai Problemi Alcolcorrelate e
Complessi” della durata di 50 ore, che si terrà nel seminario di Trivento dal
18 al 23 giugno, che servirà a formare altri Servitori – Insegnanti, che
andranno ad operare attraverso i Club nelle loro specifiche realtà per
sensibilizzare e accogliere le famiglie che soffrono di questa forma di
disagio. L’iscrizione al corso è gratuita, le spese di viaggio,
vitto e alloggio sono a carico dei corsisti. Dott.ssa Anna Morsella - Responsabile Caritas “Alcol…che
fare?” Sac. Alberto Conti - Direttore Caritas di Trivento VITA Al via la campagna che intende
convertire gli italiani, soprattutto i piu’ giovani, alla guida sicura. Entro i
prossimi tre anni Tre anni per promuovere le ’’buone pratiche di sicurezza
stradale’’: niente alcol per chi guida e diffusione del rito del ’’conducente
designato’’ (una persona che decide di non bere per accompagnare gli amici a
casa in sicurezza). Sono i pilastri della campagna di prevenzione e
sensibilizzazione ’Guida il tuo team’, promossa dall’Aci e da Diageo Italia,
azienda leader nel settore delle bevande alcoliche, e presentata oggi a Milano.
Obiettivo: dimezzare le vittime della strada - piu’ di 5mila in Italia solo nel
2005 - entro il 2010, come imposto dall’Unione europea. ’’Un traguardo che
rischiamo di mancare’’, spiega Franco Lucchesi, presidente dell’Aci. ’’Le campagne d’informazione non bastano. Servono piu’
controlli-sollecita Lucchesi- In Italia se ne fanno solo 200mila all’anno, 23
al giorno, nonostante il Paese vanti la piu’ alta densita’ di veicoli in
Europa. La Polstrada aveva lanciato un progetto: controlli piu’ diffusi per
contrastare la guida in stato di ebbrezza. Ed e’ emerso che il numero di
ragazzi con un tasso alcolico sopra il limite aumentavano in relazione
all’aumentare dei controlli e nelle ultime ore della notte, raggiungendo quota
17% alle quattro del mattino’’. Secondo il presidente dell’Aci ’’le piaghe sono
due: la mortalita’ giovanile e gli incidenti in moto, due fenomeni che non si
riesce a contenere e che risultano sottostimati per colpa di statistiche poco
veritiere’’. Forse perche’ l’influenza dell’alcol sull’incidentalita’ non viene studiata sistematicamente, forse perche’ il metodo di ricerca utilizzato dall’Istat non e’ efficace a fotografare la situazione. ’’L’unica cosa certa e’ che le ricerche universitarie raccontano un’altra storia. Mentre ufficialmente l’alcol influisce sull’incidentalita’ per l’1,21%, secondo gli accademici la percentuale si aggirerebbe intorno al 15%, ben piu’ vicino alla media degli altri paesi Europei’’. IL GAZZETTINO (Vicenza) I gestori del bar di Santissima
Trinità respingono le accuse di aver diffuso tra i minorenni l’invito a bere.
«Alcuni giovani ci hanno aiutato a fare propaganda, ma non pensavamo che
finissero tra gli studenti» «Pubblicizziamo alcol a costi
bassi, ma non distribuiamo volantini nelle scuole» Schio (F. P.) I volantini gettati nei cortili delle scuole
superiori? Non siamo stati noi a fare questo. Sono stati alcuni giovani che,
volendo darci una mano nella pubblicità, ne hanno preso un mazzo per portarli
via. Erano maggiorenni; nessuno avrebbe mai pensato che li gettassero nelle
scuole; pensavamo che li depositassero in giro nel locali pubblici". Questa
la spiegazione che danno i gestori del bar di Santissima Trinità accusati di
pubblicizzare nelle scuole superiori della cittadella degli studi la vendita di
alcolici e superalcoli a prezzi stracciati. Ma, quanto pare, non è il primo e
l’unico bar che, pur di vendere, propone alcolici a un euro: "Ce ne sono
altri, che propongono a prezzi bassi, a un euro, il consumo di bevande
alcoliche- aggiungono i gestori- e poi noi non vendiamo alcolici ai minori di
anni diciotto; vede lì, in alto, il cartello che indica il divieto? Se quei
ragazzi di cui si parlava prima hanno gettato i volantini nelle scuole a nostra
insaputa, la colpa non è nostra". Sembra che a Schio, come dappertutto, i gestori si danno
tanto da fare per pubblicizzare i loro locali: "Certo, abbiamo fatto
stampare noi quel foglio per avere clienti; ma non c’è nulla di strano, è del tutto
normale; tutti i bar si fanno pubblicità per avere una clientala, per vendere
di più; rientra nella logica del commercio; ripetiamo, però, che noi non
abbiamo nulla a che fare con la pubblicità di alcolici verso le scuole, verso
minorenni; i volantini sono stati portati lì a nostra insaputa". Quello
dell’abuso di alcool resta comunque un problema molto grave se, come riferito
dal comandante di polizia locale Matteo Maroni, in città e in zona si
propongono ai giovanissimi formule come "Happy hour" o serate a tema
che costotuiscono di fatto istigazione all’abuso di alcool. Continua, intanto, il fine settimana, il controllo sulle strade da parte di carabinieri e vigili per individuare eventuali automobilisti che guidano in stato di ebbrezza. IL DENARO Corsi di guida sicura: incontro
sui rischi dell’alcol
di Antonietta Miceli Si svolgerà domani il quarto incontro del corso di
sensibilizzazione sul tema “Guida Sicura”, organizzato dall’Unità Operativa di
Alcologia della Asl Avellino 2, diretta dal dottor Luigi Perna, per favorire la
prevenzione in tale ambito con l’adozione di un modello di formazione già
sperimentato in Italia. L’evento formativo si terrà, con inizio alle ore 18,
presso l’aula magna “Angelo Pastore” dell’azienda sanitaria, in via degli Imbimbo
ad Avellino. “Sono definiti incontri di sensibilizzazione — spiega Perna -
perché l’obiettivo non è solo fornire più informazioni, ma anche invogliare ad
una riflessione e quindi ad una critica rispetto ad uno stile di vita non
sempre corretto. L’invito, dunque, è quello di prendere coscienza dei
cosiddetti fattori di rischio e fattori di salute per poter promuovere e
proteggere il proprio benessere psicofisico. Pertanto, l’obiettivo - spiega - è
articolato su due versanti, l’uno relativo alla possibilità per le persone
contattate di essere accompagnati da familiari o amici, l’altro riguarda i
contenuti stessi degli incontri”. La legge quadro sull’alcol del 2001 prevede,
per chi ha commesso un’infrazione per guida in stato di ebbrezza, oltre la visita
in seduta di Commissione, eseguita da un medico del Ser.T, esperto in
Alcologia, anche un approfondimento sul rischio alcol e guida. “Di qui l’invito - aggiunge Perna - , soprattutto nei casi
in cui si ritiene utile stimolare una più ampia discussione del problema, a
prendere parte ai nostri incontri di sensibilizzazione sul problema dell’alcol
al volante”. All’incontro, oltre all’equipe dell’Unità Operativa di Alcologia, formata da Luigi Perna, dalla sociologa Carmen Cozzolino, dall’educatrice professionale Antonella Spina e dalla psicologa Caterina Perillo, prenderanno parte la direttrice del Ser.T della Asl Avellino 2, Gabriella Pugliese, il Comandante della Polizia Stradale di Avellino, Alessandro Salzano, Maria Luisa Pascarella, direttore dell’Area di Coordinamento di Medicina Legale della Asl Avellino 2, e Anna Nardone, portavoce dell’Associazione Vittime della Strada. ESPRESSO Test alcolici in ospedale
Alla Molinette controlli su tutto
il personale sanitario
16 maggio 2007 -La legge è chiara: medici e infermieri non
possono bere in servizio. E sugli esami del sangue dei dipendenti partono alle
Molinette i primi controlli. A tutto il personale che passa dagli ambulatori
della medicina del lavoro per sottoporsi ai periodici esami di routine viene
fatto firmare da qualche giorno un consenso informato che semplificando dice:
ricordiamo a tutto il personale sanitario che la legge vieta il consumo di
bevande alcoliche in orario di lavoro, anche la birra rientra tra queste, e vi
informiamo che la legge ci autorizza dal 2006 a effettuare controlli
alcolimetrici sul nostro personale dipendente. I parametri consentiti sono gli
stessi del codice della strada. E l´obiettivo è quello di recuperare medici e
infermieri vittime di dipendenza dall´alcol ma soprattutto di prevenire
incidenti sul lavoro e danni a terzi che nel caso delle strutture sanitarie
sono i pazienti. È scritto nell´informativa: «Con finalità preventive è dato al
medico competente il compito e l´autorità di effettuare controlli alcolimetrici
sui luoghi di lavoro. La informiamo pertanto che detti controlli potranno
essere effettuati e ripetuti a discrezione del medico competente qualora ne
ravvisi l´opportunità». Il provvedimento rientra nell’ambito di una più ampia
politica nazionale di sensibilizzazione e responsabilizzazione di alcune
categorie di lavoratori, identificate per legge da circa un anno, tra quelle
che rischiano maggiormente di rimanere vittime di incidenti sul lavoro e tra
quelle che possono recare danno ad altri. «Abbiamo attivato questi controlli
attraverso la medicina del lavoro con l´obiettivo di prevenire incidenti e di
aiutare i dipendenti che hanno problemi di dipendenza dall´alcol - spiega
Roberto Arione, direttore sanitario delle Molinette - nel caso in cui vengano
individuati medici o infermieri con valori epatici sballati chiediamo loro se
bevono e li aiutiamo ad affrontare il problema in assoluta riservatezza». In
realtà, infatti, quelli che il diritto definisce come test alcolimetrici, tipo
il test del palloncino che fa la polizia stradale, non vengono ancora
effettuati. Ma dagli esami del sangue che sono fatti di routine è possibile
individuare parametri che indicano abuso di alcol. Insomma, l´uso occasionale
non è punito, (*) sono solo individuate le persone che hanno un vero problema
di dipendenza, che presentano cioè valori del sangue compromessi dall’abuso
costante di alcolici. «La nostra speranza è che non sia mai necessario effettuare
veri e propri esami ad hoc - dice Arione - crediamo che sia un buon deterrente
il solo fatto di firmare un consenso informato in cui si ricorda che bere
durante il lavoro è reato. A volte ribadire l´evidenza serve». Ma l´iniziativa sta creando non poco scompiglio tra il
personale delle Molinette. Quelli che si sono trovati di fronte al foglio del
consenso informato hanno reagito con grande meraviglia e per la maggior parte
già si chiedono: «Sarà legale? E sarà nel rispetto della nostra privacy?».
«Nessuno può mettere in discussione che si facciano controlli se la legge lo
prevede - dice Francesco Cartellà, responsabile della Cgil dell´ospedale -
bisogna capire se questi controlli sono fatti nel rispetto della privacy e se i
dipendenti sono sufficientemente bene informati di quello cui vanno incontro». E
poi se il personale dell´ospedale non può bere alcol perché il bar interno
vende birra? Non è anche questo un controsenso? «È quanto mai opportuno a
questo punto che l´azienda vieti la vendita degli alcolici anche all´interno
dell´ospedale - dice Cartellà - non si capisce a chi dovrebbero essere venduti
se i dipendenti non possono consumarli». Ottavia Giustetti (*) Nota: se questa disposizione è stata fatta per seguire le indicazioni della legge quadro sull’alcol 125/01 è vietato bere anche occasionalmente. La Conferenza Permanente per i rapporti Stato- Regioni ha indicato le professioni per le quali è fatto divieto di assumere e somministrare alcolici. In ambito sanitario la professioni indicate sono: medico specialista in anestesia e rianimazione; medico specialista in chirurgia; medico ed infermiere di bordo; medico comunque preposto ad attività diagnostiche e terapeutiche; infermiere; operatore socio-sanitario; ostetrica caposala e ferrista. Affinché diventino operative il provvedimento della Conferenza Permanente deve essere ratificato dalle regioni. Non siamo a conoscenza di quante a quali regioni lo abbiano approvato. CORRIERE DELLA SERA – FORUM ITALIANS Bere per ubriacarsi: l’abbiamo
importato dal nord Europa
Ciao Beppe, ciao Italians, visto che il tema del bere tra i giovani sta diventando
molto caldo anche in Italia, vorrei esprimere alcune mie riflessioni. Credo che
da noi l’aumento del consumo di alcolici possa avere effetti veramente
devastanti, e in parte è già così, a causa della nostra specificità. Siamo
diversi proprio in tutto. Fortunatamente la sbornia fine a se stessa non faceva
parte del nostro retaggio culturale. Per gli italiani divertirsi ha sempre
voluto dire stare in compagnia, e il poter raccontare di aver passato la notte
nel posto più «in» della regione. Quindi, con la disponibilità della macchina a
18 anni, è iniziato il fenomeno del nomadismo serale, perché andare nel bar
sottocasa o nella discotechina in città è da «sfigati». Per essere «cool»
bisognava, e bisogna, fare minimo 2-300 km, e se il posto «in» è sotto casa,
allora è pieno di campagnoli o montanari che lo invadono il sabato sera
rovinandolo. Insomma bisogna spostarsi, senza se e senza ma. Io ho vissuto molto all’estero, Svizzera, Danimarca e Germania, e questo bisogno di nomadismo non l’ho mai riscontrato. I nostri coetanei non hanno mai trovato niente di scandaloso nella birreria di paese o nella discoteca nello scantinato della scuola locale, a loro bastava l’alcol. Deprecabile, ma non altrettanto pericoloso (a parte rari eccessi). Quando con i voli low-cost i giovani italiani hanno scoperto come funzionava all’estero, e soprattutto, che l’alcol allenta di molto i freni inibitori aiutando cosi il «divertimento», ci è voluto ben poco ad aggiungere al tipico nomadismo nostrano il consumo eccessivo di alcolici, creando un connubio veramente micidiale. Come uscirne? Difficile da dire, secondo me i vari braccialetti del non bevitore e simili non possono funzionare, nessuno vuole fare il ruolo dello «sfigato» e soprattutto non è divertente essere l’unico sobrio in mezzo a una compagnia di sbronzi. Credo a breve si possano solo dare alternative valide di trasporto, creando linee di trasporto pubblico notturno da e per le discoteche, e ovviamente fare controlli più severi nei punti nevralgici. Sul lungo periodo bisogna creare modelli sociali meno frivoli e con valori più concreti e positivi, ma questo credo sia un problema più generale di tutta la società italiana. Un saluto da Wolfsburg, Paolo De Mattei
CORRIERE DELLA SERA – FORUM ITALIANS Difendo la libertà, anche quella
di drogarsi
Caro Beppe, capisco il bisogno di sicurezza e il problema della
criminalità, ma arrivare al punto di dire che non deve poter essere legale
drogarsi o che va punito il cliente che va con prostitute, solo per fermarmi
due notizie che leggo sul corriere online? Poi leggo su "Italians"
che le dichiarazioni del sindaco di Torino Chiamparino a proposito della prima
questione sono utilizzate per criticare la sinistra, che le cose le capirebbe
in ritardo, e non ce la faccio più. Quindi scrivo per scaricarmi un po’. Sono d’accordo con chi sostiene la necessità di rispettare
le leggi come condizione indispensabile alla convivenza civile (Cofferati,
tanto per citare un esempio). Non condivido nella maniera più assoluta che a un
cittadino possa essere proibito di fare ciò che più gli aggrada fintanto che
non nuoce ad altre persone e che nessuno lo obblighi. Capisco che possa
addolorare vedere un proprio caro tenere condotte autodistruttive, o famiglie
distrutte da certi comportamenti, ma illegale? Sono e devono rimanere tali il
furto e l’omicidio (per droga o qualsivoglia ragione), condurre un veicolo
sotto l’influenza di sostanze stupefacenti o alcol, lo sfruttamento della
prostituzione e via discorrendo. Poi, sinceramente a me, se uno vuole uccidersi
un po’ alla volta o tutto d’un botto, con aiuto o senza, lo può tranquillamente
fare. Non farei salti di gioia, ma mai e poi mai mi permetterei di
impedirglielo per legge. Mi chiedo poi, serve davvero a qualcosa vietare il
«consumo»? Gli alcolisti ci sono anche nei Paesi in cui l’alcol è vietato. Le
prostitute (per scelta) ci sono dove magari si rischia la morte a fare quel
mestiere. Facilmente questo discorso si estende a droga, divorzio, aborto,
convivenza fuori dal matrimonio, rapporti omosessuali, eutanasia e tante altre
vicende umane che alcuni vogliono o vorrebbero illegali invece che regolate. Ci
sono tanti bei principi e un sacco di ipocrisia e mancanza di realismo, a me
pare. Anche a sinistra (pure in quella estrema), dove si fa finta di non vedere
certi problemi o dove c’è lo stesso grado di moralismo, magari con
giustificazioni diverse e in forme diverse. Sono andato un po’ fuori tema
rispetto all’argomento che mi ha stimolato a scrivere. Ma davvero si sta
passando il segno, penso. Saluti dalla Danimarca, Giovanni Tocci IL MATTINO LETTERE Strade più sicure Sì, ma da
quando?
È recente la notizia che un ubriaco al volante ha ucciso 4 ragazzi. quattro vite preziose si sono perse. Perché? Qualcuno fa qualcosa? I politici fanno qualcosa? La tecnologia attuale permette di introdurre dei sensori nell’auto che individuano le esalazioni alcoliche della persona seduta alla guida! È realtà non fantascienza! se il sensore "legge" un tasso alcolico superiore alla media semplicemente l’auto non parte. Perché non si decide a livello politico di rendere obbligatorio questo utilissimo dispositivo? Bisogna iniziare una nuova era, nella quale i veicoli siano amici dell’uomo e non distruttivi. Ogni anno vi sono 5000 morti in Italia per incidenti, nessuno fa nulla, dove sono i politici? Essi dovrebbero risolvere i problemi. Iniziamo allora col rendere obbligatoria una bella auto con limitazione elettronica della velocità, mettiamo a 120km/h. Non abbiamo più bisogno di pazzi che volano a 220 km/h sulle autostrade. Le autostrade sono di tutti, non sono piste private! Fatto: l’Italia ha il numero di incidenti stradali e morti sull’asfalto tra i più alti d’Europa. Fatto: ogni fine settimana è un bollettino di guerra, muoiono in auto decine di giovani. Fatto: le colpe sono spesso attribuibili all’imperizia di chi guida guida, al l’alcol e alle droghe assunte, oltre che alla velocità eccessiva. Tuttavia, come mai una strage come quella a cui si riferisce il lettore si verifica nel nostro Paese e non dove non esistono limiti di velocità, come in Germania? In Francia non hanno auto con l’etilometro integrato, eppure il week end trascorre in (relativa) calma. Secondo me, l’unica strada che può dare gli sperati frutti è quella di intensificare i controlli. A poco serve inasprire le pene o ridurre la velocità massima, se poi nessuno rispetta il codice. Yuri Leveratto, Napoli
ROMAGNA OGGI Cesena, marito troppo geloso:
botte da orbi alla moglie incinta CESENA – Ubriaco
fradicio ha picchiato la moglie incinta di 3 mesi, davanti al figlio di 8 anni,
per motivi di gelosia. La vittima, impaurita dall’atteggiamento aggressivo del
coniuge, un tunisino di 34 anni, ha richiesto l’intervento della Polizia che ha
inviato sul posto, nella zona di Vigne, nel cesenate, una pattuglia delle
Volanti del Commissariato di Cesena. L’uomo, già noto per reati contro persona,
ha confermato di aver bevuto, negando di aver picchiato la donna. La vittima dell’aggressione, una 28enne, è stata accompagnata assieme al figlio presso la casa della madre. CORRIERE ADRIATICO Ritirate sei patenti
FABRIANO - Più controlli sulle strade principali e in prossimità di discoteche e luoghi di ritrovo dei giovani nelle serate del weekend. Nello scorso fine settimana i carabinieri di Fabriano hanno condotto una serie di servizi per prevenire le stragi del sabato sera lungo le strade del territorio: 80 gli automezzi controllati, sei le patenti ritirate per guida in stato di ebbrezza. I sei conducenti delle vetture sono anche stati denunciati all’autorità giudiziaria. Non si allenta la morsa dei controlli che i carabinieri della Compagnia di Fabriano stanno attuando durante i weekend allo scopo di prevenire gli incidenti che puntualmente si verificano ogni sabato. I militari hanno controllato oltre 80 vetture. IL MATTINO Raid di ubriachi Barcaccia
sfregiata
Hanno inciso con un grosso
cacciavite l’opera d’arte in piazza di Spagna
CINZIA PELUSO Non trovano pace le città d’arte italiane. Ieri notte a piazza di Spagna, a Roma, l’ennesimo sfregio al nostro patrimonio monumentale. È stata danneggiata la «Barcaccia». Quattro cittadini extracomunitari ubriachi hanno inciso con un cacciavite la fontana che porta le firme di Pietro e Gianlorenzo Bernini, ai piedi della storica scalinata di Trinità dei Monti. Ora su quell’opera, nota in tutto il mondo per la sua enorme bellezza, figurano scalfitture profonde due centimetri che si estendono per quattro. È stato staccato anche un pezzo di quello stemma papale della famiglia dei Barberini. Gli stranieri che hanno compiuto l’atto vandalico, una russa, un moldavo, un ucraino ed un lituano, sono stati arrestati dai carabinieri. Hanno un’età compresa tra i 29 ed i 40 anni e sono incensurati. Si trovano in Italia da circa due mesi. Ora, tre di loro saranno processati oggi per direttissima. I militari li hanno potuti cogliere in flagrante grazie all’avvertimento di un residente che, verso l’una di notte, si è insospettito del chiasso che proveniva dalla piazza e quindi si è accorto che i quattro stavano sfregiando la fontana. Quando i militari sono arrivati, hanno trovato infatti una donna e tre uomini immersi con i piedi nell’acqua che si schizzavano l’uno con l’altro, ballando e cantando. E uno aveva in mano un grosso cacciavite. All’invito dei carabinieri a uscire, hanno reagito aggredendo le forze dell’ordine per non essere identificati. Gli addetti della Sovrintendenza di Roma hanno accertato l’entità del danno effettuando un sopralluogo sul posto. Fortunatamente, le conseguenze di questo ennesimo atto vandalico saranno meno disastrose del temuto. Il tassello dello stemma asportato è stato infatti recuperato. In questo modo sarà possibile effettuare facilmente il restauro. Resta, comunque, il fatto di un attentato non solo a un monumento famoso, ma alla scenografia di un’intera piazza storica, piazza di Spagna, celebre ovunque, all’estero. Si moltiplicano, così, gli appelli delle forze politiche e degli esperti affinché si intervenga in via preventiva per evitare questi scempi. Ma, se per il sindaco Walter Veltroni, il pronto intervento dei carabinieri è il segno di come la città sia ben presidiata, per Antonio Tajani, presidente degli eurodeputati di Forza Italia, Veltroni, invece, dovrebbe seguire l’esempio di Albertini, che quand’era sindaco a Milano «risolse il problema con la realizzazione del progetto vigile di quartiere, inviando per le strade la polizia locale». Intanto, il presidente dell’Istituto Italia, Giuseppe Sorrenti, invoca l’intervento del governo. E chiede di «inasprire le pene per i danneggiatori dell’arte e della cultura». È una storia iniziata da tempo quella delle «ferite» al patrimonio artistico del Bel Paese. L’episodio più recente nello scorso febbraio a Firenze, quando fu imbrattata con un solvente chimico la Natività di Cosimo Daddi nella chiesa di San Donnino. Nel 2005, sempre a Firenze, Piero Cannata, il noto sfregiatore che prese a martellate il David di Michelangelo, disegnò a piazza della Signoria una croce con uno spray nero sulla targa che ricorda il luogo dove venne arso vivo, nel 1498, il frate eretico Girolamo Savonarola. IL GIORNALE DI VICENZA L’incidente è accaduto nella notte davanti al
Multicenter lungo la strada regionale 11
Investito da una vettura, è grave
La polstrada ha ritirato la
patente all’automobilista per l’alcol
È stato investito mentre attraversava la strada da una
vettura il cui conducente è risultato positivo all’alcoltest. Ora il romeno
Cristian Costica Donos, 31 anni, è ricoverato in gravi condizioni all’ospedale
S. Bortolo e i medici si sono riservati la prognosi. L’incidente è avvenuto la notte scorsa. In base ad una
prima ricostruzione della pattuglia della polizia stradale di Schio, Donos
stava attraversando a piedi la strada regionale 11 davanti al Multicenter, al
confine fra il territorio comunale di Vicenza e quello di Creazzo. Era l’una e
mezza e il traffico non era sostenuto, ma il romeno non si è accorto che stava
arrivando la Renault Laguna condotta da Marco Fucile, 25 anni, residente in
città. Il giovane automobilista ha cercato di frenare ma oramai
era troppo tardi: l’impatto è stato inevitabile. Il romeno è stato caricato sul
cofano e spinto a terra. È sbalzato in avanti di qualche metro ed è rimasto a
terra. Fucile lo ha subito soccorso ed ha dato l’allarme al 118 mentre si
fermavano altri automobilisti. L’ambulanza del Suem lo ha trasportato d’urgenza
in ospedale dove è stato ricoverato. I poliziotti dell’ispettore capo De Virgilis sono arrivati poco dopo per i rilievi. Fucile è stato sottoposto all’esame alcolimetrico, come di prassi, ed è risultato positivo. Per questo gli agenti gli hanno ritirato la patente e lo hanno denunciato per guida in stato di ebbrezza. Fucile, assistito dall’avv. Anna Zanini, sarà iscritto sul registro degli indagati anche se al momento la sua preoccupazione è lo stato di salute di Donos. IL TRENTINO Investito ma ubriaco: multa
Il ciclista si era messo sui
pedali sbronzo
TRENTO. È stato investito da un’auto ad un incrocio
semaforico e per fortuna non si è fatto quasi nulla. La sorpresa è arrivata
pochi minuti dopo quando è stato multato dagli agenti della polizia municipale
per guida in stato di ebbrezza. Il singolare episodio è avvenuto in piazza Sanzio venerdì scorso alle 19.15. Un uomo di 77 anni, pensionato residente nel capoluogo, a bordo della sua bicicletta ha attraversato l’incrocio senza rispettare il semaforo rosso ed è stato urtato da una Smart che invece stava transitando regolarmente. Gli agenti della polizia municipale, giunti sul posto, dopo essersi sincerati che il pensionato non avesse riportato gravi ferite, lo hanno sottoposto alla prova dell’alcoltest. Prova che ha dato esito positivo rilevando nel sangue dell’anziano un tasso alcolemico pari a 1,39 g/l. I vigili urbani hanno quindi applicato alla lettera il Codice della strada e, non potendo ritirargli la patente o decurtargli punti, lo hanno segnalato alla magistratura per guida in stato di ebbrezza. IL GAZZETTINO (Venezia) Esce dalla discoteca, si siede ...
Esce dalla discoteca, si siede sul muretto dello stabilimento balneare vicino al locale, ma perde l’equilibrio e precipita da circa cinque metri d’altezza sulla spiaggia sottostante. Così un giovane austriaco di 23 anni, M.B., si trova ora ricoverato, in gravi condizioni, all’ospedale civile. Non è in pericolo di vita. Nonostante un volo tremendo. L’episodio è accaduto l’altra mattina all’alba, verso le 4.30, in lungomare Marconi al Lido. Il ragazzo era appena uscito, in evidente stato di ubriachezza, dalla discoteca "Club 22". Per cause ancora in fase di accertamento, M.B. ha perso l’equilibrio ed è caduto, in modo accidentale, da un’altezza di almeno cinque metri. Subito soccorso da alcuni passanti, sul posto è intervenuto poi il "118" il medico rianimatore del Suem che gli ha prestato le prime cure del caso. Arrivato in idroambulanza nel nosocomio dei santi Giovanni e Paolo M.B. in evidente stato confusionale, è stato sottoposto a tutti gli accertamenti radiologici e ad una Tac. Esami hanno escluso danni al cervello. L’austriaco ha riportato trauma cranico, botte e contusioni in tutto il corpo, oltre ad alcune fratture, ma è riuscito comunque nell’impatto violento contro il terreno ad attutire il colpo. Poche ore più tardi, intorno alle 14, sempre al Lido, si è verificato anche un incidente stradale, risoltosi senza gravi conseguenze. Lo scontro frontale, tra un’auto e una moto, è avvenuto stavolta nella zona di San Nicolò, in via dell’Ospizio marino, che costeggia proprio l’ex ospedale al mare, all’altezza dell’incrocio con via Marco Polo. Ferito, J.L., giovane lidense di 19 anni. Al volante della Rover c’era un uomo, Z.S, di 75 anni. L’auto, diretta verso San Nicolò, a quanto pare stava svoltando per entrare in via Marco Polo quando, forse a causa di una mancata precedenza, si è scontrata con il motociclista che arrivava dalla direzione opposta. Lorenzo Mayer IL TEMPO Olevano Romano Rissa in pieno
centro storico tra giovani italiani e rumeni È SCOPPIATA l’altra notte intorno alle 2 in piazzale Aldo Moro, pieno centro di Olevano, una rissa tra 5 ragazzi romeni in evidente stato di ubriachezza. Questi (riferisce un testimone) si sarebbero poi spostati nei giardini pubblici poco distanti dove con alcune bottiglie di vetro avrebbero cominciato a infastidire alcuni ragazzi di Bellegra. I Carabinieri, avvertiti da uno di loro, sul posto non hanno trovato nessuno perché i protagonisti della lite si erano già dileguati. Enr. Mil. BOLLETTINO UNIVERSITA’ E RICERCA Una ricercatrice dell’Istituto di
neuroscienze del Cnr di Cagliari ha vinto una borsa di studio Un’assegnista di ricerca presso
l’Istituto di neuroscienze (In) del Consiglio
Nazionale delle Ricerche, ventotto anni, Paola Maccioni è
stata premiata con una borsa di studio di 15.000 euro per la durata di un anno,
dalla giuria - presieduta da Umberto Veronesi - del programma "L’Oréal
Italia per le donne e la scienza 2007", promosso in collaborazione con la
Commissione italiana dell’Unesco, grazie a uno studio nel settore delle
neuroscienze. Il premio, giunto alla quinta edizione, è andato anche ad altre
quattro giovani ricercatrici. Laureata a pieni voti in scienze biologiche all’Università
di Cagliari, Paola Maccioni attualmente frequenta il terzo anno del dottorato
di ricerca in neuroscienze all’Università di Cagliari ed è assegnista di
ricerca presso l’In-Cnr di Cagliari dove conduce studi sulla neurobiologia
dell’alcolismo. In particolare, il progetto per il quale è stata premiata è
dedicato allo "Studio delle proprietà anti-alcol dei modulatori
allosterici positivi del recettore GABAB". "Il nostro progetto di ricerca si propone di studiare
in opportuni modelli sperimentali l’effetto di diversi farmaci che attivano il
recettore GABAB sul consumo di alcol e le proprietà gratificanti
dell’alcol", spiega la ricercatrice. "Oltre agli agonisti diretti, verrà prestata
particolare attenzione ad una nuova classe di farmaci che svolgono un’azione di
modulazione allosterica positiva sul recettore GABAB". "L’alcolismo
costituisce un grave problema di ordine medico e sociale", aggiunge
Giancarlo Colombo, ricercatore dell’In-Cnr, con il quale lavora la dr.ssa
Maccioni, "e le terapie farmacologiche attualmente disponibili sono di
modesta efficacia. La comprensione del meccanismo d’azione dell’alcol nel cervello è condizione necessaria per sviluppare nuovi farmaci per il trattamento di questa forma di dipendenza". Per questi studi vengono utilizzati ratti della linea Sardinian Alcohol preferring (sP), selezionati geneticamente per l’elevato consumo ’volontario’ di alcol. ASCA SALUTE: COLDIRETTI, INTEGRATORI NON ALLUNGANO VITA. MEGLIO
CIBO NATURALE Roma, 16 mag - L’assunzione delle cosiddette
vitamine/complessi antiossidanti e segnatamente A, C, ed E, con selenio sembra
non porti vantaggi addizionali rispetto a una dieta normale, nell’allungare la
vita di chi li assume. E’ quanto afferma la Coldiretti sulla base dei risultati della ricerca pubblicata dal Journal of the American Medical Association n.297 del 2007 che e’ stata portata avanti dal Cochrane Hepato-Biliary Group del Copenhagen University Hospital in Danimarca che prevedeva l’analisi di ben 67 studi che complessivamente hanno coinvolto 232.606 persone. Il motivo di fondo, a detta di molti ricercatori, sarebbe che piu’ della singola vitamina e’ l’interazione ’’nutriente-nutriente’’ nel cibo naturale a garantire - sottolinea la Coldiretti - un supplemento antiossidante e protettivo rispetto all’insorgere dell’invecchiamento. Molto meglio quindi - precisa la Coldiretti - affidarsi a frutta, verdura e cibi riconosciuti come sani, a partire dall’olio di oliva e dal vino, che sempre piu’ studi certificano come fonte della lunga vita. Secondo gli ultimi dati Nielsen, il mercato delle pillole-integratori alimentari - conclude la Coldiretti - fattura in Italia ben 1 miliardo e 890mila euro l’anno, per un totale di oltre 85 milioni di confezioni vendute e con un incremento annuo superiore al 10%. ADN KRONOS Caccia alla Rubbel Beer, più la
bevi più si spoglia
La birra belga è stata ritirata
dal mercato perché troppo ’osé’ e ora è tra i pezzi più ricercati dai
collezionisti di mezzo mondo Bruxelles, 16 mag. - E’ andata subito a ruba, ma ha avuto
vita breve la Rubbel Sexy Lager Beer, ora ricercatissima dai collezionisti di
mezzo mondo. L’aggressiva birra belga che mostrava donnine in bikini o in
costume intero sull’etichetta è stata tolta dal mercato perché giudicata troppo
’osé’. Bevendo la birra, il livello scendeva fino a mostrare le bionde
fanciulle completamente nude. Giovedì, 17 Maggio 2007
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