Nicolas Sarkozy sale
all’Eliseo: gli fa da cicerone l’inquilino dell’ultimo decennio, Jacques Chirac
(ansa)
(ASAPS) PARIGI, 18 maggio 2007 – È fatta: Nicolas Sarkozy
è il nuovo capo dello stato francese, dopo aver dominato la scena politica
degli ultimi anni e dopo aver letteralmente sbaragliato, nonostante la vicenda
delle banlieux parigine, la concorrenza per l’Eliseo alla successione di
Jacques Chirac. Per noi di Asaps, le vicende politiche – per quanto interne ad
uno stato così vicino al nostro – non sono il principale argomento di
dibattito: c’interessa, però, come nel mondo la questione della sicurezza
stradale venga affrontata dagli altri paesi. La Francia, negli ultimi
anni, è stata in questo un’indubbia protagonista della scena europea, dimostrando
di essere effettivamente una “prima della classe”. I recenti dati distribuiti
dall’ETSC lo dimostrano ampiamente. L’incantesimo si è però un po’ rotto
all’inizio di quest’anno, prima degli ultimi 5 mesi di Chirac alla testa della
repubblica. Lui, l’homme de ferre
della politica transalpina, fece subito capire di voler riportare Le Pays ad essere un assoluto
protagonista e, senza pensarci due volte, fece subito riecheggiare un paio di
atomiche nei territori francesi d’Oltremare. Subito dopo, però, impostò il
proprio mandato parlando di sicurezza stradale, di barriere architettoniche e
di lotta contro il cancro, imprimendo ai governi una forte spinta su questi
temi sociali soprattutto nel 2002, anno nel quale venne rieletto alla carica di
capo dello stato: un proposito che si dimostrò subito titanico, ma al quale –
nonostante l’impopolarità arrecatagli dalle migliaia di postazioni radar
approntate sulle strade e dall’imposizione del divieto di fumo nei locali pubblici
– ha sempre contrapposto una costante determinazione, tanto da sembrare
vestito, a noi semplici osservatori stranieri, della divisa di un De Gaulle più
combattivo che mai. Sebbene la violenza stradale mostri in Francia un
pericolosissimo segno di ripresa (più avanti citiamo gli ultimi dati dell’Osservatorio
interministeriale francese), Chirac può vantarsi, a buon diritto, di aver
risparmiato oltre 8mila vite a partire dal 2002, e di aver sottratto più di
100mila persone dalle cure ospedaliere: proprio nel 2002, anno della sua
conferma all’Eliseo, Chirac illustrò in un discorso pubblico le cifre tremende
della sinistrosità, commentando la notizia che la morte inutile di 7.242
persone non era degna di un paese civile. Il 2006, per il secondo anno consecutivo,
la Francia ha
chiuso 12 mesi solari sotto la soglia delle 5.000 vittime. Certo, la dialettica del presidente influenzò fortemente la
coscienza dei francesi, ma l’istituzione di un’authority interministeriale
costituita da soli esperti del settore, la rinnovata vita di un dipartimento
della sicurezza stradale, il rinforzo degli organici di polizia e delle
dotazioni tecniche, oltre che di una massiccia serie di interventi legislativi
e di campagne di sensibilizzazione, hanno reso le strade più sicure. Più volte, abbiamo commentato il cambio di mentalità
registrato nell’utenza stradale francese, sicura della sanzione in caso di
trasgressione, controllata adeguatamente in ordine al rispetto delle regole, e
soprattutto caratterizzata da un alto tasso di condivisione della norma. Insomma, una sorta di incantesimo, di momento magico, del
quale si sono sempre detti più che orgogliosi il comandante in capo (ovviamente
Chirac), il capo storico dell’authority interministeriale Remy Heitz (si tratta
ormai di un “ex”, in quanto promosso ad incarichi superiori), ed i vari
premier. Il fatto che i problemi siano divenuti estremamente preoccupanti
proprio alla vigilia dell’elezione di Sarkozy, rende il compito del neo
presidente molto difficile: a partire da gennaio 2007, infatti, tutti i mesi –
marzo escluso (-2,2%) – hanno evidenziato una consistente ripresa della
sinistrosità, che ha in gennaio il bollettino più nero (+14% delle vittime). Il
confronto tra i mesi di aprile 2006 e del 2007, ha mostrato una
crescita della mortalità dell’8,1%, nonostante gli impegni sulla strada siano
rimasti immutati. L’Osservatorio Nazionale Interministeriale della Sicurezza
Stradale (ONISR), pur parlando di congiuntura sfavorevole (soprattutto legata
alla mitezza del clima), ha incassato il colpo e deve purtroppo mettere in
risalto che la mortalità di questo scampolo del 2007 è in crescita, rispetto al
2006, del 6,6%. Un colpo durissimo, inferto al morale degli esperti dopo 5 anni
di incessante decremento della violenza stradale. Ma quali sono, allora, le ragioni della debacle?
Gli specialisti attribuiscono la causa a 3 fattori
principali:
- la
velocità in continuo aumento (crescono le sanzioni per coloro che superano di 40 km/h i limiti massimi di
velocità);
- un
inverno straordinariamente mite (marzo escluso);
- l’aspettativa
da parte dell’utenza di un’amnistia per gli illeciti stradali, sia di natura
amministrativa che penale.
Sarkozy, in un’intervista rilasciata al sito
dell’associazione “Prevenzione Stradale”, ha però subito sgombrato il campo da
illusioni. “…trattandosi di contravvenzioni e delitti a tutti gli effetti – ha
detto – un’amnistia di questo genere non farebbe altro che incitare gli
automobilisti a violare la legge, a rilassare i propri comportamenti, convinti
che comunque beneficeranno a breve di una misura di clemenza”.
Quindi, niente amnistia. La strada tracciata da
Chirac sembra essere ormai consolidata e sembra proprio che il suo successore,
intenda seguirla fino in fondo. L’obiettivo del 2010 è ormai vicino e sarebbe
un peccato, per la Francia,
che è stata un esempio da seguire, perdere l’occasione di primeggiare la
classifica della vita, assieme agli altri virtuosi d’Europa. (ASAPS) |