Foto EFE, dalla rete
(noticiasdealava.com)
(ASAPS) MADRID, 18 maggio 2007 – L’impressione è che l’ex
premier spagnolo, José Maria Aznàr, abbia commesso un errore o una leggerezza.
L’effetto però è stato comunque dirompente, tanto da suscitare un coro così
ampio di polemiche, anche tra le fila della sua disciolta maggioranza, da
sembrare addirittura irreversibile. Tutto ruota attorno ad una serie di
dichiarazioni che Aznàr ha rilasciato alcuni giorni fa a Valladolid, a margine
di una cerimonia che lo vedeva premiato della medaglia d’onore da parte dell’Accademia
del vino in Castilla y Leon. L’ex capo del governo di Madrid, considerato uno dei leader storici
del partito popolare, ha infatti criticato i recenti giri di vite in materia di
velocità e di abuso di alcol. Eppure, la
DGT – che anche sotto la direzione governativa dei popolari
aveva tenuto un profilo molto agguerrito sulla medesima materia – aveva
iniziato a raccogliere i primi successi proprio nell’era del predecessore di
Zapatero. Ricordiamo bene che gli studi spagnoli in materia di correlazione tra
alcol e mortalità stradale, furono pubblicati con José Maria Aznàr alla guida
di un paese, la Spagna,
che attribuisce all’ebbrezza alcolica il 30% della mortalità stradale. Vogliamo
augurarci che l’ex leader, abbia parlato pensando semplicemente di conquistare
la platea che lo stava onorando con una sorta di laurea a sommelier ad honoris
causa , senza immaginare che le parole avrebbero messo in imbarazzo anche il
presidente del suo stesso partito, Mariano Rajoy, e senza immaginare di essersi
attirato contro lo sdegno delle associazioni delle vittime della strada (DIA).
“Non si può superare una certa velocità – ha detto Aznàr – non si possono mangiare
hamburger più di tanto e si proibisce bere vino: lasciate che decida da solo,
in questo consiste la libertà”. Ma non è tutto: tutte le campagne sociali della
DGT, la Direzione Generale
del Traffico, sono impostato con uno slogan comune: “non possiamo guidare per
te”, non possiamo indossare il casco per te”, “non possiamo allacciare la
cintura per te”. Sono campagne di grande effetto, ritenute estremamente
efficaci sul piano sociologico e psicologico. Ebbene, Aznàr ci avrebbe addirittura
ironizzato sopra, commentando “…e chi ha detto che voglio che tu guidi per me? Lasciatemi
bere tranquillo, fin quando non metto in pericolo e non danneggio nessuno”. La
ridda di polemica e sdegno, ve la risparmiamo. Comunque stiano le cose, Aznàr –
il cui figlio venne sorpreso dalla Polizia Stradale mentre correva ad altissima velocità nel
centro di Firenze (incorse nel ritiro di patente) – ha commesso un passo falso.
Non sarebbe male se tentasse di riparare. (ASAPS)
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