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Balco-archivio Asaps
(ANSA) - ROMA, 17 MAG - Per incidenti stradali l’ Italia
e’ sopra la media della mortalita’ europea, di circa il 13 per cento, circa 900
morti in piu’ sulla media e 2700 in piu’ rispetto ai migliori della classe). Lo
affermano i dati dell’European Transport Safety Council. Nella Penisola,
motorini e motocicli rappresentano appena il 3,6% del totale della mobilita’,
ma incidono per il 26% sulla mortalita’ generale da incidenti stradali. La
mortalita’ da ’due ruote’ e’ in forte aumento e l’Italia ha il maggior numero
di vittime di Europa. Gli incidenti sono in aumento soprattutto in ambito
urbano, mentre su tutte le altre strade diminuiscono e la situazione varia da
citta’ a citta’. (ANSA).
SICUREZZA STRADALE: ITALIA SOPRA MEDIA UE PER INCIDENTI
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(ANSA) - ROMA, 17 MAG - Dai dati ETSC (organismo europeo
per la sicurezza stradale) riferiti dal 2001 al 2005, la Francia figura al
primo posto (-35%) per riduzione del numero delle vittime l’Italia e’ al 14esimo
posto di una classifica che riguarda 27 paesi europei (Ue 25 piu’0 Norvegia e
Svizzera), su dati e statistiche dal 2002 al 2005. L’indagine ha preso in esame
tre fattori, i progressi compiuti da ciascun paese nella riduzione del numero
di vittime sulla strada: l’Italia registra -18% dopo l’impiego della patente a
punti. A determinare il successo francese, maggiori controlli, misure atte a
far rispettare i limiti di velocita’, i controlli per la guida in stato di ebbrezza,
ma anche campagne d’informazione. Per quanto riguarda le cinture di sicurezza,
l’ Italia mostra un utilizzo che sfiora l’80%, tra i piu’ alti d’Europa.
’’Quelle anteriori vengono usati nel 71% dei casi
se ci riferiamo ai dati del 2005, nel 2006 siamo a quota
78%’’ afferma il
presidente dell’Asaps, Giordano Biserni. Drastico il crollo se si tratta invece di cinture posteriori, che
comunque sarebbero
obbligatorie.
Nella classifica stilata dall’ Etsc, i Paesi che
hanno fatto registrare la diminuzione piu’ grande del numero di morti sulle strade
sono Repubblica Ceca (con un calo di quasi il 12%), seguono Germania, Polonia,
Slovacchia, Olanda. Ma ci sono poi anche paesi come Spagna, Ungheria, Slovenia,
Finlandia e Gran Bretagna che hanno invece avuto un aumento di vittime. Per quanto
riguarda l’Italia, i dati disponibili non consentono di valutare la situazione
per cio’ che riguarda l’ebbrezza alla guida, la riduzione della mortalita’,
afferma l’organismo europeo per la sicurezza nei trasporti. Una condizione
questa condivisa con altri paesi quali Belgio, Irlanda, Norvegia, Svezia, Cipro
e Lussemburgo.
Sempre secondo Biserni, il dato di aumento dell’incidentalita’ in aree
urbane - che comunque corrisponde a un andamento generale visto che in genere l’80% degli incidenti
stradali avviene in
citta’, sottolineano i tecnici del ministero dei Trasporti - dipende ’’innanzitutto dal fatto che
molte nostre citta’
hanno impianti medievale, non sono nate per contenere un cosi’ alto numero di mezzi, poi anche dal fatto che
in citta’ ci sono i
pedoni, ci sono i ciclisti e i motorini che non circolano invece sulle autostrade e superstrade. E in citta’
manca anche la logica
del rispetto per l’utente debole’’. (ANSA).
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