Rassegna stampa del 22 Febbraio 2005 |
Da "Il Secolo XIX" del 22 febbraio 2005 La truffa delle immatricolazioni Maxi inchiesta della procura su un raggiro che coinvolge una ditta di Milano, titolari di officine e un funzionario della Motorizzazione di Bergamo Tir e mezzi agricoli messi a norma con documentazioni fasulle Dario Freccero Immatricolazioni fasulle, documentazioni irregolari, funzionari compiacenti.
È partita da Savona una maxi inchiesta che riguarda l’irregolare
messa a norma di tanti rimorchi - agricoli e per autostrasporti - ad opera
di un’organizzazione con ramificazioni in tutt’Italia, compreso nel savonese.
A Savona vige il massimo riserbo ma in altre zone d’Italia la vicenda
è già esplosa e sono stati fatti sequestri (di mezzi), denunce
e scoperti raggiri da milioni di euro.
La vicenda ha preso spunto qui da noi per una serie di controlli su mezzi agricoli i cui rimorchi, ovvero i "carrelli" agganciati alle motrici, risultavano immatricolati in modo poco limpido. I primi ad accorgersene sono stati gli agenti della Polstrada che hanno relazionato la Procura. È poi emerso che il fenomeno era esteso e le regioni coinvolte tante con un ingente giro d’affari soprattutto in quelle con alta densità di mezzi da lavoro. Gli accertamenti hanno chiarito il resto. Alcune aziende operanti nel settore dei mezzi agricoli offrivano a ignari camionisti e contadini la possibilità di mettere a norma i propri rimorchi - in disuso o non immatricolati o non più efficienti - a basso costo: 2500 euro l’uno. Il tutto con la compiacenza di funzionari della Motorizzazione (di Bergamo, per esempio) e di alcune officine meccaniche. E questo, in concreto, consentiva ai proprietari di regolarizzare rimorchi che così diventavano di nuovo appetibili per il mercato e potevano essere utilizzati per lavoro ed in strada pur non avendo i requisiti di legge. La procedura di messa in regola però era fasulla. E in Abruzzo - per citare una delle regioni dove l’inchiesta è già esplosa - la sezione di polizia giudiziaria dell’Aquila ha sequestrato decine di mezzi scoprendo un raggiro di oltre 2,5 milioni di euro. "Se lei vuole, alla cifra di 2500 euro possiamo regolarizzare e rendere operativo il suo rimorchio così da evitarle l’acquisto di una nuova macchina". Era grosso modo questo il discorso che una ditta di Milano (ma con sede operativa a Pavia) faceva recitare ad alcuni suoi emissari nella Marsica (Abruzzo appunto) oltre che a titolari di officine meccaniche e addirittura ad un funzionario della Motorizzazione di Bergamo. Autotrasportatori e contadini ignari accettavano la proposta e si recavano nelle officine indicate che provvedevano alla punzonatura e poi alla consegna di targhe e libretti rilasciati dalla Motorizzazione lombarda. Successivamente veniva effettuato il passaggio di proprietà e i mezzi entravano a tutti gli effetti nei registri italiani. A Savona, dove vige appunto il più assoluto riserbo su tutta la vicenda, sono stati scoperti rimorchi irregolari e probabilmente anche emissari che localmente hanno favorito il fenomeno. "No comment, l’indagine è delicatissima e ancora in corso", è la risposta della Polizia Stradale. E i referenti sindacali degli autotrasportatori cadono dalla nuvole. "È un settore che purtroppo si presta a irregolarità - commenta Giuseppe Barberis, presidente della "Cna" - ma di questa vicenda dei rimorchi non so nulla". Ma dall’Abruzzo assicurano: "L’inchiesta è unica e coordinata da Savona". Coinvolge, tra le altre, le città di Bologna, Cuneo, Forlì, Alessandria, Parma, Ravenna, Treviso, Salerno, Pavia, Padova, Pordenone, Udine, Asti, Venezia, Ferrara, Piacenza, Varese, Torino e Reggio Emilia. Da "Il Gazzettino" del 22 febbraio 2005 "L’alcol ha sostituito lo spinello" Il direttore del Dipartimento dipendenze dell’Usl rilancia l’allarme: "E’ il nuovo rito iniziatico" Laura Simeoni.
"L’alcolismo giovanile è un fenomeno che sta dilagando in
modo preoccupante nella Marca trevigiana e non dobbiamo sottovalutarlo".
Il dottor Germano Zanusso, direttore del Dipartimento dipendenze dell’Usl
9, rilancia la questione denunciata nello scorso fine settimana nel convegno
sulla sicurezza stradale dal comandante dei Vigili urbani del Comune di
Treviso Danilo Salmaso. Sarebbero troppi infatti i ragazzi trevigiani
che bevono alcolici e superalcolici mettendosi poi in sella al motorino
o alla guida di un’auto, con il rischio di provocare seri incidenti. Il
comandante citava gli alti valori di alcolemia riscontrati nei giovani
fermarti dalle Forze dell’ordine: 1,35-1,50, quando il limite massimo
tollerato è di 0,50 milligrammi per litro.
Il dirigente dell’Usl rincara la dose e invita le istituzioni e le agenzie educative ad attivarsi in modo serio e non solo sul fronte repressivo, poiché la situazione risulta assai complessa. Secondo Zanusso l’abuso di alcolici e superalcolici avrebbe sostituito nell’immaginario giovanile i riti iniziatici trasgressivi affidati un tempo allo spinello. Ma con un’aggravante, costituita dal fatto che l’alcol non è sostanza illegale e quindi sfugge ai controlli e alle verifiche numeriche. "Di fatto non riusciamo a calcolare quanti giovani usino e abusino di sostanze alcoliche - commenta il dottor Zanusso - anche se possiamo ipotizzare un venti per cento in più rispetto a due, tre anni fa". I genitori d’altro canto sembrano sottovalutare il fenomeno, soprattutto se rimane legato al fine settimana e lo inseriscono nell’elenco di "innocue bravate" compiute dai figli adolescenti. Invece il pericolo è in agguato poiché l’errato rapporto con vino e liquori nei ragazzi spesso maschera il disagio emotivo e psicologico, che rischia di esplodere quando meno ce lo aspettiamo. L’alcol è facile da reperire, nella cultura veneta viene associato al rito della festa, gli uomini lo usano per socializzare, apparentemente ha effetti liberatori. L’ultima moda tra i giovani trevigiani consiste nel condividere lo spritz dentro e anche fuori dei locali chiacchierando con gli amici tra risate collettive. Dimenticando che il mitico aperitivo trevigiano ha mutato dimensioni e da bicchierino si è trasformato in largo bicchiere, ha raddoppiato le dimensioni e così le insidie, tenendo infine conto che i vecchi almeno lo consumavano con i "cicchetti" mentre i ragazzi bevono spesso a stomaco vuoto. Da "La Gazzetta del mezzogiorno" del 22 febbraio 2005 Gare di velocità, a tarda ora, sul piazzale dell’Ipercoop? Un blitz della polizia blocca sessanta vetture e duecento giovani. Ma delle scommesse non c’è prova Corse clandestine, denunce e sequestri Finisce in deposito una dozzina di vecchie auto trasformate in bolidi ruggenti La
gara di velocità, a quanto pare il "chilometro da fermo",
era già pronta per essere disputata. Ma le "vedette"
in motocicletta hanno segnalato l’arrivo della polizia, e così
automobilisti e scommettitori hanno fatto finta di essersi dati appuntamento
solo per esibire le loro veloci vetture. E’ accaduto venerdì sera
sullo spiazzo del centro commerciale Ipercoop di Surbo dove, attorno alle
ore 22, hanno fatto il loro ingresso cinque "Volanti" della
Questura e altre due vetture della Stradale e dei carabinieri. Sul grande
spiazzo rimasto libero dopo la chiusura del centro commerciale, c’erano
circa sessanta macchine e non meno di duecento persone, tutti uomini di
giovane età, pochi gli adulti: operai, commessi, molti disoccupati
e qualche studente, provenienti dalla città capoluogo e dai paesi
dell’interland, soprattutto del Nord Salento, quali Squinzano, Trepuzzi
e Surbo, ma anche Monteroni e San Pietro in Lama. Gli agenti della Sezione
"Volanti" diretta dal vice questore Luisa Cavallo, avevano saputo
che durante la settimana si riuniva sullo spiazzo un gran numero di automobilisti,
appunto per effettuare gare di velocità, ovviamente non autorizzate,
anche al fine di movimentare l’altrettanto clandestino gioco delle scommesse.
A quanto è dato di sapere, in un paio di occasioni - perché
il fenemono si sarebbe per così dire presentato da un mese appena
- i poliziotti avrebbero tentato di "pizzicare" i "clandestini",
ma in entrambe piloti e scommettitori erano stati informati del loro arrivo
proprio dalle "vedette" in motocicletta collocate agli ingressi
dello spiazzo ed anche lungo la superstrada per Brindisi. Venerdì
scorso, così, gli uomini in divisa hanno agito d’anticipo ed in
forze. Ma anche in questo modo hanno potuto portare a termine il blitz
solo a metà, perché le "vedette" hanno comunque
messo in guardia chi stava per lanciarsi nel chilometro da fermo e chi
a sua volta era pronto a scommettere sul vincitore. I quindici uomini
giunti a bordo delle cinque "Volanti" e delle due macchine di
Polstrada e carabinieri, hanno infatti potuto denunciare solo in via amministrativa
una dozzina di automobilisti e sequestrare le loro vetture. E tanto solo
perché si trattava di auto prive di assicurazione oppure modificate
al fine di aumentarne prestazioni e velocità. In ogni caso vetture
datate e non certo nuove, perché il rischio di incidenti è
sempre alto. Tra queste, Fiat Uno e Punto, due Abarth e Giannini, ed ancora
una Opel Tigra ed una Ford Escort, un paio di Bmw delle serie meno recenti,
e poi qualche Renault e solo tre fuoristrada giapponesi. Tutti i mezzi
erano per così dire corazzati, anche se solo a livello di potenziamento
di carrozzeria esterna e sbarre di metallo anteriori e posteriori. Al
momento del blitz, infatti, per quanto circondati, i convenuti sullo spiazzo
dell’Ipercoop non avevano i motori accesi e dunque non erano impegnati
in nessun tipo di gara ed inoltre nessuno aveva in mano denaro, fogli
di carta con sopra impressi nomi e numeri o quant’altro in grado di far
trovare ai poliziotti la conferma delle scommesse clandestine. In ogni
caso, l’operazione di servizio di venerdì sera disposta dal questore
Giorgio Manari, è servita ad avvisare, per così dire, chi
si dedica a gare e scommesse, che i rappresentanti delle forze dell’ordine
sono al corrente di quanto si verifica sul piazzale del centro commerciale
come in altre zone della provincia, e che per questo il fenomeno è
tenuto costantemente sotto controllo. E vale aggiungere che si tratta
di un fenomeno, che il nuovo codice della strada punisce anche con sanzioni
pecuniarie da cinque a 20mila euro, e nei casi in cui le gare clandestine
procurano incidenti e lesioni, persino con l’arresto.
Da "Sesto Potere" del 22 febbraio 2005 ARRESTATI SU A/1 DA POLSTRADA PER RAPINA A BOLOGNA Terni
Tre pregiudicati siciliani sono stati arrestati ieri pomeriggio con parte del bottino di una rapina compiuta tre ore prima in una banca in provincia di Bologna. La rapina era stata attuata verso mezzogiorno in una agenzia della Banca Popolare di Lodi a San Lazzaro di Savena. Due uomini, non mascherati ed armati di taglierino, si erano fatti consegnare 14 mila euro. Fuori della banca era rimasto un altro bandito con funzioni di ’palo’. Verso le 15, sotto una fitta nevicata, una pattuglia della stradale di Orvieto, durante un normale servizio di pattugliamento, ha sorpassato una ’Audi A4’ con tre uomini a bordo che ha insospettito gli agenti. Questi gli hanno intimato l’ alt e l’ hanno costretta a fermarsi in prossimita’ dell’ area di servizio di Fabro. I tre uomini sono scesi ed uno di loro, nonostante il freddo intenso, ha lasciato il giubbotto sul sedile dell’ auto. I poliziotti hanno controllato l’ indumento e vi hanno trovato i 7.000 euro. A questo punto sono stati perquisiti e sono stati trovati due taglierini. Dallo scontrino autostradale la polizia ha accertato che l’ auto era entrata in autostrada da un casello di Bologna. Dai controlli con gli organi di polizia locali hanno appurato che c’ era stata una rapina compiuta in mattinata da tre uomini nella banca di San Lazzaro di Savena. I tre, di eta’ compresa tra i 22 ed i 35 anni (solo uno aveva documenti d’ identita’) sono pertanto stati arrestati e condotti nel carcere di Orvieto. Le indagini proseguono poiche’ gli inquirenti ritengono che i rapinatori arrestati possano avere complici, in possesso del resto del bottino non ancora recuperato. Per la Polstrada di Orvieto si tratta dell’ ennesima operazione che ha condotto all’ arresto di responsabili di rapine, bloccati mentre erano in transito nel tratto umbro dell’ autostrada del Sole. |
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