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Rassegna stampa Alcol e guida del 17 maggio 2007

A cura di Alessendro Sbarbada e Roberto Argenta

 

Segnaliamo il seguente link invitando, chi lo desidera, ad esprimere la propria opinione.

http://rete180-mantova.blogautore.repubblica.it/2007/05/17/7/

 


LA PROVINCIA DI SONDRIO

Proviamo a pensare a feste e sagre analcoliche

Caro direttore, le inviamo copia di una lettera aperta indirizzata a tutti gli amministratori d’Italia: «Gentile signor Sindaco, gentile Presidente della Provincia, gentili Amministratori, scriviamo in rappresentanza di associazioni che operano nel nostro paese per la promozione di una cultura di salute e sicurezza. Il consumo di alcol comporta in Italia una inaccettabile mole di sofferenza umana, a partire dalla quotidiana strage che rileviamo sulle nostre strade. Riteniamo che ci si debba insieme tutti impegnare per cominciare a cambiare la nostra cultura. Desideriamo sottoporre alla vostra attenzione una recente iniziativa che si muove nella direzione da noi auspicata. La Giunta comunale di Rovereto (Tn) ha approvato all’unanimità una delibera che regolamenta le feste e manifestazioni, che si svolgono su quel territorio, promosse, patrocinate o sostenute dall’Amministrazione comunale (http://www.aicat.net/Documenti%20PDF/Delibera%20Comune%20di%20Rovereto/delibera%20Rovereto%20feste%20e%20alcol.pdf,). Il primo punto vieta di intitolare manifestazioni ricorrendo a termini ascrivibili a prodotti alcolici (Feste della Birra, del Vino, ecc.). Tale disposizione si fonda su un principio straordinariamente importante: non è considerato più accettabile promuovere in maniera tanto esplicita l’associazione tra alcol e divertimento. Viene poi sancito il divieto di vendita di bevande superalcoliche, né si potrà incentivare il consumo di vino o birra praticando prezzi inferiori a quelli comunemente praticati nei pubblici esercizi. L’eventuale finanziamento comunale verrà aumentato per le feste che venderanno solo bevande a bassa gradazione, con un ulteriore incentivo se in tali manifestazioni ci saranno spazi per fare prevenzione ai problemi legati alle sostanze. Viene infine richiesto agli organizzatori di quelle feste che si svolgono su più giornate, di organizzarne almeno una analcolica. Auspichiamo che questa lodevole ed esemplare iniziativa funga da stimolo per altre amministrazioni locali, affinchè valutino la possibilità di adottare provvedimenti analoghi. Rimaniamo a disposizione per un confronto, e sarebbe davvero gradito un vostro cortese riscontro. Ringraziamo per l’attenzione e cordialmente vi salutiamo.

Carla Mariani Portioli Vice Presidente - Associazione Europea Familiari e Vittime della Strada – onlus - mariani.crl@tiscali.it

Ennio Palmesino Presidente Associazione Italiana Club degli Alcolisti in Trattamento (AICAT) - info@aicat.net

Giordano Biserni Presidente Associazione Sostenitori Amici Polizia Stradale (ASAPS) giordano.biserni@asaps.it.


 

IL GAZZETTINO

Mentre continua il fenomeno degli ubriachi al volante (tremila l’anno solo in Veneto) fa discutere la decisione dell’amministrazione trentina 

Crociata anti-alcol, «stop alle feste di vino e birra»

Tre diverse associazioni chiedono a tutti i Comuni del Nordest di adottare la stessa delibera-choc di Rovereto

"No alcol, sì festa" e con più finanziamenti pubblici. È l’originale iniziativa appena approvata - all’unanimità - dalla giunta comunale di Rovereto (Trento) e già passata al vaglio del Consiglio comunale e di una sfilza di enti competenti. E ora ai Comuni nel Nordest arriva l’invito a seguire quella... strada.
Come tutte le volte che si "prende il toro per le corna" la delibera ha creato polemiche accendendo il dibattito sul contrasto dell’alcolismo soprattutto fra i giovani.
La delibera-pilota di Rovereto traccia le "linee guida per la realizzazione di manifestazioni culturali, sportive, ricreative e di promozione sociale". In pratica sono le regole per tutti gli eventi promossi o sostenuti dal Comune con la concessione di attrezzature, di spazi o di contributi (quindi tutto ciò che si svolge sul territorio di Rovereto).
La delibera - in vigore da lunedì scorso - dopo una lunga premessa sull’importanza di tutelare la salute pubblica, prescrive testualmente che «tutte le manifestazioni concorrano alla tutela del benessere, della salute, della sicurezza e del rispetto dell’ambiente, attivando e sollecitando un atteggiamento di responsabilità sociale fra i promotori e i fruitori».
Ci sono in particolare 5 divieti: quello di intitolare la manifestazione ricorrendo a termini ascrivibili a prodotti alcolici (festa della birra, del vino ecc.); quello di somministrare e vendere superalcolici; quello di non vendere più bevande alcoliche un’ora prima della chiusura della manifestazione (nel caso in cui si protragga oltre l’una) e c’è - quarto diktat - l’obbligo di effettuare una giornata o una serata "alcol free" (senza alcol), nel caso di manifestazioni di più giorni; infine l’alcol non sia venduto a prezzi stracciati per incentivarne il consumo (i prezzi non potranno essere inferiori a quelli mediamente applicati nei locali pubblici della zona).
A parte i divieti c’è poi il tutt’altro che trascurabile aspetto finanziario: è prevista una maggiorazione del contributo del Comune da 500 a 1.000 euro nel caso in cui l’ente promotore somministri durante la manifestazione bevande con gradazione alcolica inferiore a 6°; il contributo è da 250 a 500 euro se i promotori progettano attività specifiche sui temi dell’alcol, del fumo, delle droghe o di altre sostanze nocive per la salute.
L’iniziativa del Comune di Rovereto - ideata dall’assessore ai Giovani, Renato Manzana - è stata subito "sposata" da tre associazione onlus: quella dei Familiari e vittime della strada; dall’Associazione alcolisti in trattamento e dall’Associazione sostenitori amici della Polizia stradale (l’Asaps) tutte molto attive sul fronte della sicurezza. Non solo: «Per stimolare una imitazione virtuosa dell’iniziativa - spiega Giordano Biserni (Asaps) - abbiamo girato la delibera a tutti i Comuni specialmente del Nordest dove il problema degli "ubriachi al volante" è parecchio sentito».
Proprio in Veneto e Friuli Venezia Giulia, in effetti, si registrano i picchi di punti decurtati dalle patenti per infrazioni relative alla guida in stato d’ebbrezza. Ogni anno in Veneto la sola Polstrada "pizzica" in media tremila automobilisti che hanno alzato troppo il gomito. Si tratta dei dati del ministero dei Trasporti elaborati dalla stessa Asaps per descrivere il fenomeno dall’entrata in vigore delle "nuove" patenti (1 luglio 2003). Gli effetti si stanno via via riducendo, ma la media annua è di oltre 17 mila. A questi si devono aggiungere quelli di altre forze di Polizia. Nei primi cinque mesi del 2007, ad esempio, ben 205 automobilisti sono risultati positivi agli etilometri nei controlli dei carabinieri della provincia di Venezia. Sono stati denunciati alla Procura ed è stata ritirata la patente. «I controlli - spiega l’Arma - saranno intensificati nel periodo estivo, soprattutto lungo le strade che portano alle località balneari». La prefettura di Verona ha fornito ieri dati se possibile ancor più allarmanti: tra gennaio e aprile 2007 in provincia sono stati pizzicati 736 automobilisti ubriachi.

Gigi Bignotti


 
IL GAZZETTINO

TREVISO 

Il procuratore Fojadelli: «Ma le norme contro gli abusi ci sono, applichiamole» 

NOSTRA REDAZIONE

A far discutere sono soprattutto i "punti di indirizzo" della delibera del Comune di Rovereto. In sintesi sono cinque: il divieto di intitolare la manifestazione ricorrendo a prodotti alcolici (festa della birra, del vino ecc.); il divieto di somministrazione e vendita di bevande superalcoliche; la sospensione della vendita di alcol un’ora prima della chiusura della manifestazione se si protrae oltre l’una; l’effettuazione di una giornata alcol free, nel caso di manifestazioni di più giorni; il prezzo delle bevande alcoliche che non potrà essere inferiore a quello medio nei pubblici esercizi.
Per tutto questo il Comune prevede una serie di facilitazioni e maggiorazioni dei contributi finanziari.
Un commento autorevole sull’iniziativa di Rovereto - presentata anche al recente Salone internazionale della Sicurezza stradale di Riva del Garda - viene dal Procuratore della Repubblica di Treviso Antonio Fojadelli che è anche presidente dell’Osservatorio creato dalla Regione Veneto sul fenomeno degli incidenti stradali.
Il magistrato appare perplesso e per riassumere il suo pensiero cita Oliver Cromwell, padre del riformismo inglese del diciassettesimo secolo. «Cromwell in effetti diceva: "Se Ella pensa ciò, può pensare qualunque cosa". (*)

Insomma, sarebbe come dire che non si deve più parlare di belle donne altrimenti possono venirti strane idee. Vorrei che non si abbandonasse mai il buon senso su questi temi».
- Dunque, le sembra che sia eccessiva la delibera anti-alcol di Rovereto? «Ma insomma, c’è una misura nel fare ogni cosa. Chi va alla grande kermesse tedesca dell’Oktober Fest, va alla festa della birra: basta non cadere per terra dopo aver bevuto chissà quanto, non guidare l’auto, mangiare prima di bere...
Insomma, non credo che sia evitando di intitolare una festa ad un alcolico che si eliminerà l’uso di quest’ultimo. E poi faccio presente che nel testo unico di pubblica sicurezza ci sono norme che vietano di servire da bere alcolici a chi appare averne bevuti già troppi. Le leggi dunque ci sono, basta farle rispettare».

- Se fosse lei un amministratore locale, cosa direbbe ai suoi cittadini?
«Tre cose: moderazione, educazione e self control. Non è difficile». (**)

- Ma perchè i giovani d’oggi bevono e si drogano?
«Sono insicuri, hanno l’ansia delle performance che devono dare; non sono più capaci di affrontare la quotidianità, non si sentono (o non sono), più all’altezza di farlo. I giovani dovrebbero parlare con se stessi, avere più confronto con la realtà e meno con immagini o modelli fittizi che non hanno alcuna concretezza».
Intanto proprio nella Marca si susseguono le iniziative dell’ufficio Sicurezza stradale della Provincia coordinato da Marino Biscaro. Si tratta di idee innovative a cominciare dalle campagne per i giovani e gli studenti, fino ai corsi e ai test di guida sicura, alle simulazioni di incidenti. Insomma, concretezza senza proibizioni: e i risultati in termini di diminuzione di vittime si stanno vedendo anche se la strada (in tutti i sensi) è ancora lunga.

A. Fed.

 
(*) Nota: solo coloro che sono abbastanza folli di pensare di cambiare il mondo possono cambiarlo davvero. (Anonimo)

 
(**) Nota: (commento ironico): buona idea! Chissà come mai nessuno ci ha pensato prima. Peccato che queste tre cose vengano annullate proprio dagli alcolici. Moderazione, educazione e self control hanno sicuramente un effetto Antabuse, ma proprio come l’Antabuse è meglio non associarle all’alcol.


 

 
REPUBBLICA.IT

I morti " da due ruote" sono poi in continuo aumento e l’Italia ha il maggior numero di vittime di Europa. Nelle metropoli incidenti in continua crescita

Allarme sicurezza stradale Francia modello da seguire

di VINCENZO BORGOMEO

Voti alla sicurezza stradale: li dà l’European Transport Safety Council, sostenuto da tutti i governi del Vecchio Continente. E l’Italia è dietro la lavagna con il con il cappello da asino: siamo sopra la media della mortalità europea (di circa il 13 per cento, circa 900 morti in più sulla media e 2700 in più rispetto ai migliori della classe). Ma non è tutto: da noi le due ruote valgono solo il 3,6 per cento della mobilità ma incidono per il 26% sulla mortalità generale da incidenti stradali. Il che significa che i morti " da due ruote" sono in continuo aumento e che l’Italia ha il maggior numero di vittime di Europa.
Insomma un quadro disastroso, reso ancora più preoccupante per il fatto che abbiamo le città più pericolose fra tutte quelle del vecchio continente.
In città fra l’altri aumentano incidenti, morti e feriti, mentre su tutte le altre strade diminuiscono (qui avvengono il 45% dei morti e il 79% dei feriti totali). In più c’è un incredibile divario fra la situazione delle varie città (chi riduce la mortalità del 30% e chi la aumenta del 40%). E nessuno sa perché questo accada.
L’ETSC è indubbiamente severo, ma sono numeri, statistiche, impossibile da contestare. Il tutto è contenuto nel famoso Safety Performance index, che prende in considerazione due parametri principali: l’utilizzo delle cinture di sicurezza e la riduzione del numero di vittime. La Francia è al primo posto, noi complessivamente siamo al 14esimo posto di una classifica fatta da 27 paesi realizzata su statistiche 2002-2005. Ma c’è poco da gioire perché come abbiamo visto prima abbiamo record davvero poco invidiabili.
Ma come si arriva al record francese? "Innanzitutto da un forte impegno del governo - spiegano all’ETSC - perché Chirac ha posto la sicurezza stradale fra gli obiettivi primari del suo mandato, e questo è stato adottato soprattutto per quanto riguarda il rispetto dei limiti di velocità. In Francia oggi hanno 2000 telecamere fisse che fanno qualcosa come 30 mila verbali al giorno...

Molto importante, sempre secondo l’ETCS, poi il controllo degli incidenti che riguarda la guida in stato di ebbrezza. I dati vanno dal 1996 al 2005 e qui i Paesi che hanno fatto registrare la diminuzione più grande del numero di morti per guida in stato di ebbrezza sono Repubblica Ceca (meno 12,5%), e poi seguono Germania, Olanda e Polonia. Il trend di riduzione è importantissimo perché alla fine incide enormemente sul trend complessivo. Ma ci sono poi anche paesi come Spagna, Ungheria, Slovenia, Finlandia e Gran Bretagna che hanno invece avuto un aumento di vittima. E L’Italia? Mon si sa: da noi non è stato possibile registrare nulla. Il problema è enorme, e non a caso scorrendo le statistiche europee i nostri dati sono sempre i più carenti, i meno aggiornati e i più vecchi. Sulle tabelle accanto alla voce Italia c’è sempre un asterisco, così diventa davvero molto difficile poi fare qualsiasi tipo di stima e di investimento sul futuro.
In tutti i casi è in arrivo un disegno di legge per alcune azioni molto urgenti, c’è il progetto del nuovo Codice della Strada, e il Ministero è al lavoro per cercare di ridurre in tutti i modi incidenti e numeri di morti. Ma la strada appare onestamente completamente in salita.
Molto possono comunque fare le stesse case automobilistiche perché alla fine, poi, in una situazione di carenza legislativa, di strade dissestate e segnaletica improbabile, una macchina piena di tecnologia aiuta a salvarsi la pelle. Massimo Nordio, ad Toyota Motor Italia che a livello europeo sostiene il progetto ETSC è stato chiaro: "Watanabe, il nostro presidente, ha un sogno, quello di potere arrivare ad avere una macchina che più la usi e più migliora l’ambiente, e con faccia zero vittime. Quindi salvaguardia dell’ambiente, ma anche salvaguardia totale delle persone.
Va detto - continua poi Nordio - che poi il nostro impegno può arrivare fino a un certo punto, perché poi la sicurezza stradale riguarda tutti, dalle autorità ai costruttori passando per ogni singolo automobilista. Per questo è fondamentale lavorare insieme. Aziende, strutture e istituzioni e consumatori". E torniamo al tema del dibattito di oggi.
E proprio alla Consulta Nazionale della Sicurezza Stradale istituita nel 2001 proprio per dare in coordinamento generale ai 21 governi regionali e agli oltre 8000 comuni e, soprattutto, per incentivare con importanti finanziamenti progetti vari. Fino a oggi ci sono stati realizzati 4 programmi nazionali, 42 regionali e 1.122 interventi specifici. "Ma ogni volta che abbiamo dato un euro - spiegano alla Consulta Nazionale della Sicurezza Stradale - lo abbiamo fatto a fronte di un impegno: avere una scheda che ci spiega i risultati della spesa".
A proposito di trasparenza, però non tutto funziona: "Nel nostro stato diritto abbiamo la possibilità di tutelare la vita di ognuno di noi" spiega Cassaniti Mastrojani dell’Associazione Vittime della Strada "e secondo noi dobbiamo tener conto anche delle responsabilità sociali, oltre che strade, veicolo e conducente. Ossia quelle folli libertà che si prendono le istituzioni di fare un lavoro sbagliato senza che venga mai sanzionato da nessuno. La società - continua ancora Cassaniti Mastrojani - deve rispondere alla salvaguardia dei cittadini, che devono essere ascoltati dalle istituzioni. Le mancate risposte che i cittadini hanno sono la cartina di tornasole del nostro livello di democrazia".


 

BOLOGNA 2000

Castellarano: ’Giovani e alcol’, stasera un incontro

Reggio Emilia - L’associazione del club degli alcolisti in trattamento del Distretto di Scandiano, con il patrocinio del Comune di Castellarano, in collaborazione con l’Azienda Sanitaria Locale di Scandiano e la Direzione dell’Istituto comprensivo di Castellarano, organizza una serata dal tema: ’Giovani e alcol: quale tutela della salute per i Giovani del terzo Millennio’.
All’appuntamento, previsto questa sera alle 21.00 presso la ’Casa Aperta-Parco dei Popoli’ di Castellaranno, partecipano: Enrico Ferrari, Assessore Politiche Sociali, Politiche del Lavoro e Sicurezza del Comune di Castellarano; la dottoressa Eletta Bellocchio, direttrici Ausl Distretto Scandiano; il dottor Antonio Claser, dirigente dell’Istituto comprensivo di Castellarano; Orianna Fortunati, Comandante corpo Polizia Municipale di Castellarano.

Relatore il dottor Andrea Roventa, psicologo, dirigente del servizio di alcologia di Bergamo.

Coordinatore Regina Zanetti, presidente Acat Scandiano.


 
ESPRESSO

Vietato bere per medici e infermieri: il limite è lo stesso previsto dal codice della strada

Test alcolici in ospedale (*)

Alla Molinette controlli su tutto il personale sanitario

16 maggio 2007 -La legge è chiara: medici e infermieri non possono bere in servizio. E sugli esami del sangue dei dipendenti partono alle Molinette i primi controlli. A tutto il personale che passa dagli ambulatori della medicina del lavoro per sottoporsi ai periodici esami di routine viene fatto firmare da qualche giorno un consenso informato che semplificando dice: ricordiamo a tutto il personale sanitario che la legge vieta il consumo di bevande alcoliche in orario di lavoro, anche la birra rientra tra queste, e vi informiamo che la legge ci autorizza dal 2006 a effettuare controlli alcolimetrici sul nostro personale dipendente. I parametri consentiti sono gli stessi del codice della strada. E l´obiettivo è quello di recuperare medici e infermieri vittime di dipendenza dall´alcol ma soprattutto di prevenire incidenti sul lavoro e danni a terzi che nel caso delle strutture sanitarie sono i pazienti. È scritto nell´informativa: «Con finalità preventive è dato al medico competente il compito e l´autorità di effettuare controlli alcolimetrici sui luoghi di lavoro. La informiamo pertanto che detti controlli potranno essere effettuati e ripetuti a discrezione del medico competente qualora ne ravvisi l´opportunità».
Il provvedimento rientra nell’ambito di una più ampia politica nazionale di sensibilizzazione e responsabilizzazione di alcune categorie di lavoratori, identificate per legge da circa un anno, tra quelle che rischiano maggiormente di rimanere vittime di incidenti sul lavoro e tra quelle che possono recare danno ad altri. «Abbiamo attivato questi controlli attraverso la medicina del lavoro con l´obiettivo di prevenire incidenti e di aiutare i dipendenti che hanno problemi di dipendenza dall´alcol - spiega Roberto Arione, direttore sanitario delle Molinette - nel caso in cui vengano individuati medici o infermieri con valori epatici sballati chiediamo loro se bevono e li aiutiamo ad affrontare il problema in assoluta riservatezza». In realtà, infatti, quelli che il diritto definisce come test alcolimetrici, tipo il test del palloncino che fa la polizia stradale, non vengono ancora effettuati. Ma dagli esami del sangue che sono fatti di routine è possibile individuare parametri che indicano abuso di alcol. Insomma, l´uso occasionale non è punito, sono solo individuate le persone che hanno un vero problema di dipendenza, che presentano cioè valori del sangue compromessi dall’abuso costante di alcolici. «La nostra speranza è che non sia mai necessario effettuare veri e propri esami ad hoc - dice Arione - crediamo che sia un buon deterrente il solo fatto di firmare un consenso informato in cui si ricorda che bere durante il lavoro è reato. A volte ribadire l´evidenza serve».
Ma l´iniziativa sta creando non poco scompiglio tra il personale delle Molinette. Quelli che si sono trovati di fronte al foglio del consenso informato hanno reagito con grande meraviglia e per la maggior parte già si chiedono: «Sarà legale? E sarà nel rispetto della nostra privacy?». «Nessuno può mettere in discussione che si facciano controlli se la legge lo prevede - dice Francesco Cartellà, responsabile della Cgil dell´ospedale - bisogna capire se questi controlli sono fatti nel rispetto della privacy e se i dipendenti sono sufficientemente bene informati di quello cui vanno incontro». E poi se il personale dell´ospedale non può bere alcol perché il bar interno vende birra? Non è anche questo un controsenso? «È quanto mai opportuno a questo punto che l´azienda vieti la vendita degli alcolici anche all´interno dell´ospedale - dice Cartellà - non si capisce a chi dovrebbero essere venduti se i dipendenti non possono consumarli».

Ottavia Giustetti

 

(*) Nota: riproponiamo un articolo di ieri relativo ad alcol e sicurezza sul lavoro. Il dott. Emilio Cipriani e l’e.p. Romana Campara del Dipartimento di Prevenzione S.P.I.S.A.L di Bussolengo (Verona) hanno inviato questo utile commento:

riteniamo di poter contribuire con alcune osservazioni riguardo alla Intesa Stato Regioni del 16/03/2006.

Tale intesa ha stimolato gli operatori dei Servizi di Prevenzione Igiene e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro che si sono confrontati con i funzionari regionali in merito al fatto che l’intesa sia direttamente applicabile o meno. Si deve notare che il Provvedimento 16/03/2006 nelle premesse al primo "considerato" chiarisce che la scelta dell’Intesa Stato Regioni anziché del decreto previsto dalla legge 125/2001, è stata decisa in occasione della riunione tecnica del 16 gennaio come pregiudiziale posta dalle Regioni in contraddittorio con i rappresentanti presenti del Ministero del Lavoro e della Salute, i quali verificati i presupposti hanno di fatto poi in seguito licenziato il provvedimento come Intesa Stato Regioni appunto e non come Decreto. La Regione Veneto ed altre Regioni ritengono che tale provvedimento non abbia bisogno di alcun ulteriore intervento legislativo e che sia quindi direttamente applicabile.

E’ ben vero che alcune Regioni preferiscono dare maggiore efficacia ed applicabilità alle Intese Stato Regioni con successivi Provvedimenti Regionali.

Trasmettiamo la nota con preghiera di diffusione, in considerazione del fatto che in alcune realtà potrebbero essere ritardati gli interventi di prevenzione nei luoghi di lavoro in attesa di provvedimenti regionali non necessari.


 
IL MATTINO (SALERNO)

Rissa in pizzeria, scattano gli arresti

DANIELA FAIELLA Scafati. Rissa in pizzeria, l’altro ieri sera. In due aggrediscono la madre della titolare, 58 anni, ed un cittadino extracomunitario, suo dipendente, colpevole solo di essere intervenuto in difesa della donna. Volano pugni, calci, sedie, tavoli e bottiglie, a dare sfogo ad una violenza inaudita a cui solo l’arrivo tempestivo dei carabinieri riuscirà a porre fine. In manette, con le accuse di violenza privata e resistenza a pubblico ufficiale, sono finiti Andrea Voccia e Andrea Malafronte, entrambi 40enni e residenti a Scafati. Attimi di pura follia quelli vissuti, martedì sera, poco dopo le 21.30 nei locali della pizzeria Cirillo in piazza Vittorio Veneto. Voccia e Malafronte sembrano già in preda ai fumi dell’alcol quando entrano per chiedere pizzette ed una bottiglia di vino. Si rivolgono alla donna che è alla cassa, madre della titolare. La donna, 58 anni, non esita a mettersi a loro disposizione ma uno dei due clienti, Andrea Malafronte, pretende di servirsi da sé, di aprire la vetrina del bancone e scegliere le pizzette da consumare. Per motivi di igiene, la signora invita il cliente a non aprire la vetrina, ma il Malafronte le risponde in malo modo. Le frasi offensive non bastano. Il 40enne si avventa contro la donna e la colpisce. In sua difesa interviene un cittadino extracomunitario. Lavora in quella pizzeria da qualche tempo. L’intromissione di quello sconosciuto scatena l’ira di Andrea Voccia che gli sferra un pugno sulla bocca. Per l’extracomunitario scatta una vera e propria spedizione punitiva. Non solo il Voccia ma anche il Malafronte comincia a pestare l’uomo, apostrofandolo con frasi offensive e scagliandogli contro sedie, tavoli, bottiglie e piatti. I due continuano a sfogare la loro violenza sulla donna e su altri suoi parenti, intervenuti per difendere l’extracomunitario e per evitare che quei clienti in preda all’ira sfasciassero completamente la pizzeria. In fuga gli altri clienti. Uno di loro, una volta fuori dalla pizzeria, avverte i carabinieri. Il tenente Scafarto invia subito una pattuglia in piazza Vittorio Veneto. L’intervento dei militari è fulmineo, ma anche alla vista degli uomini in divisa, né il Voccia né il Malafronte accennano a calmarsi. Tutt’altro. Continuano ad inveire contro l’extracomunitario, a rincorrere la donna per colpirla, fino a quando i carabinieri non li bloccano per condurli in caserma. Inevitabile l’arresto per entrambi. Su disposizione del sostituto di turno Elena Guarino, Voccia e Malafronte sono stati trattenuti nelle camere di sicurezza della tenenza per l’intera notte, in attesa di essere giudicati con rito direttissimo celebrato ieri mattina. Il giudice ha convalidato gli arresti, sottoponendo entrambi all’obbligo di firma. Sono finiti invece in ospedale sia la donna che l’extracomunitario aggrediti in pizzeria. Trauma cranico e contusione al gomito destro per la 58enne e contusioni al labbro superiore e allo zigomo destro per il dipendente extracomunitario. Nella stesa pizzeria dove, martedì sera, è scoppiata la rissa fu messo a segno, solo qualche settimana fa, un singolare furto di formaggi. I responsabili, che agirono di notte e che portarono via anche uno stereo hi-fi, furono intercettati e bloccati dai carabinieri mentre tentavano di dileguarsi tra le vie del centro cittadino.


 
LA SICILIA

Anche se un anno è trascorso

Anche se un anno è trascorso da quel 17 maggio che ha risucchiato la vita di Moira Sesto, una splendida ragazza di 28 anni di Lentini che si trovava a bordo di una Mini One guidata, in stato di acclarata ubriachezza, da un noto calciatore, Alex Cordaz, molti nella sua città ricordano l’evento come appena accaduto. Erano le 2,30 quando alle porte di Lentini, sulla 194 la veloce e piccola vettura guidata dal portiere, allora in prestito all’Acireale oggi al Treviso in serie B, nel superare un camion in sosta di emergenza, si trovò miracolosamente quasi incolume (riportava una ferita ad un ginocchio) tra le lamiere di metà dell’auto. Nell’altra parte tranciata e compressa letteralmente spariva la ragazza che stava riaccompagnando a casa dopo una cena con amici a Catania. Una lunga lettera firmata dai genitori e dagli amici della ragazza evidenzia come la nostra società si trova ad utilizzare come riferimento "falsi eroi " con richiamo alla recente manifestazione, a favore della sicurezza stradale e contro le cosiddette stragi del sabato sera, organizzata dall’ACI e dalla Lega Calcio. "I calciatori professionisti - si legge nella lettera aperta inviata agli organi di stampa - sono scesi in campo interpretando il ruolo di testimonial della sicurezza stradale, per contrastare il gravissimo fenomeno che provoca ogni anno 5.500 morti sulle nostre strade, quindi impegnano la loro notorietà e credibilità per diventare esempio positivo di valori di riferimento incompatibili con atteggiamenti irresponsabili e criminali di chi ponendosi alla guida di un’autovettura attenta alla propria e all’altrui vita".

Nella lettera si ricorda come quella sera di una anno addietro "un calciatore professionista, Alex Cordaz, postosi alla guida in condizioni di totale ubriachezza, stroncò la giovane vita di una ragazza cui arrideva un futuro di speranze e di progetti". Ai genitori di Moira Sesto inoltre non è sfuggito il fatto che "lungi dal mostrare sensibilità il mondo del calcio si è chiuso a riccio a tutela del patrimonio rappresentato da Cordaz che ha quindi ripreso la normale carriera valorizzata in categoria superiore nel Treviso calcio". Proprio in questi giorni, i giudici del Tribunale di Siracusa sono chiamati ad esaminare le responsabilità penali del calciatore che guidava ubriaco non rientrando in quella immagine "ipocrita dei semidei della nostra epoca".

Agata Furnò


 

IL GAZZETTINO (PADOVA)

MONSELICE 

Sfascia la casa e picchia la madre, arrestato

(O.M.) Si sono riaperte le porte del carcere per Amos Guglielmo, 32 anni, residente a Monselice. L’uomo è accusato di violenza e resistenza a pubblico ufficiale.

Ieri mattina, poco prima delle 8, alla caserma dei carabinieri di Monselice, giunge la richiesta d’intervento della madre di Guglielmo. La donna afferma che il figlio, in preda all’alcol, sta sfasciando tutto casa. Inoltre ha scaricato la sua violenza gratuita contro la madre. I militari dell’arma conoscono bene Guglielmo. Il giovane ha precedenti per spaccio e violenza. Il giovane è all’interno della sua abitazione. Grida e continua sfasciare ogni cosa. I militari tentano di persuaderlo a ritrovare la calma. È un esercizio inutile. La reazione di Guglielmo va nella direzione opposta. Infatti si avventa contro gli uomini in uniforme. Riesce a colpirli con i pugni, ma immediatamente viene bloccato. Non è impresa facile trattenerlo. Il giovane si dimena nel tentativo di scappare alla solida presa dei due carabinieri. Alla fine si arrende.
I militari dell’Arma lo accompagnano in caserma. Dopo il rituale dell’identificazione, che Guglielmo ormai ben conosce, viene accusato del reato di violenza e resistenza a pubblico ufficiale. Per lui si riaprono le porte del carcere. A casa la madre comincia a ripulire l’abitazione dopo il disastro che ha lasciato dietro di se la furia insensata del figlio.


 
IL GAZZETTINO (VENEZIA)

SAN MICHELE AL TAGLIAMENTO

Ubriaco alla guida, denunciato

Automobilista denunciato per guida in stato d’ebbrezza. E’ accaduto la scorsa notte a San Michele al Tagliamento. Un 27enne di Cinto Caomaggiore è stato fermato dai Carabinieri sulla Statale 14. Sottoposto al test, il valore di tasso alcolico nel sangue era superiore a 1, il doppio del consentito. Ne è scattata la denuncia a piede libero e l’immediato ritiro della patente.


 
LA SICILIA

Aggredisce due carabinieri

Ubriaco molesta gli avventori di un bar e poi si scaglia contro i militari: arrestato  

Delia. Proprio oggi che compie 30 anni, Liborio Pilato parrucchiere, sarà processato per direttissima con l’accusa di resistenza e violenza a pubblico ufficiale. Reato che martedì pomeriggio ha spedito il deliano in carcere, a Malaspina, dopo che aveva alzato il gomito e, ubriaco fradicio, aggredito senza un apparente motivo due carabinieri della Stazione di Delia, comandata dal maresciallo Nunzio Italiano, che peraltro è rimasto leggermente ferito assieme ad un appuntato durante la colluttazione inscenata da Pilato all’ingresso di un bar del paese.
Alle ore 15,30 Pilato era già più che sbronzo. Stazionava sull’uscio del «Roxy Bar» di via Pagliarello a scolarsi l’ennesima birra, importunando i clienti del locale. Quando i carabinieri sono passati lì davanti durante un servizio di pattugliamento della zona lui, che fino all’altro giorno era incensurato, li ha pesantemente minacciati addirittura di accoltellarli, arrivando perfino ad autoproclamarsi come unico e solo «giustiziere del paese». Avvertimenti e frasi deliranti, ovviamente, frutto dei fumi dell’alcol che il parrucchiere aveva mandato giù.
Quindi è stato invitato con le buone maniere a venire in caserma, dove Pilato si è calmato e alla fine ha chiesto scusa per quella reazione. Ma quando ha chiesto di andarsene per prendere la macchina, i carabinieri, visto che era ancora alticcio, hanno preferito accompagnarlo nel suo appartamento di via Pavese, dove vive con la madre. Ed è lei, dieci minuti dopo, che ha richiamato i carabinieri per dire che il figlio si era nuovamente allontanato da casa per riprendere il suo "giro" di bevuta. Pilato, in effetti, i carabinieri lo hanno sorpreso a bere birra al bar «Flora» di corso Umberto I. E anche qui, il ritornello delle minacce è ripreso puntualmente. Prima ha intimato, minacciandoli, al maresciallo Italiano e all’altro carabiniere di andarsene via. A quest’ultimo, in modo particolare, Liborio Pilato ha detto che lo avrebbe ammazzato. A quel punto, ancora una volta, ai militari dell’Arma non è rimasto altro da fare che prenderlo sotto braccio per riaccompagnarlo a casa, ma il trentenne non voleva lasciare il bar e così si è scagliato contro di loro, facendoli ruzzolare a terra. Ne è venuto fuori un tafferuglio, con Liborio Pilato che si dimenava a più non posso per evitare di sottrarsi alle manette dei carabinieri, che lo avevano immobilizzato. A uscirne feriti da quel vivace "corpo a corpo" sono stati i carabinieri, che hanno riportato lievi ematomi. Pilato (difeso dall’avvocato Catena La Magra), su disposizione del Pm Ombretta Malatesta è stato arrestato e oggi, giorno del suo compleanno, sarà processato col rito direttissimo dal giudice Alessandra Giunta.

Valerio Martines


 
IL GIORNALE DI VICENZA.IT

Fuori pericolo il giovane travolto al Multicenter

Migliora l’investito

Migliorano le condizioni del giovane investito l’altra notte lungo la strada regionale 11. Il romeno Cristian Costica Donos, 30 anni, resta ricoverato al S. Bortolo, ma dovrebbe cavarsela in qualche settimana. Inizialmente era parso più grave anche perché l’alcol ingerito, unitamente alle botte, gli aveva fatto perdere i sensi.

L’incidente era avvenuto nella notte fra lunedì e martedì. In base a quanto ricostruito dalla polstrada di Schio, verso l’1.30 Donos stava attraversando a piedi la regionale 11 davanti al Multicenter, fra Vicenza e Creazzo. Il traffico a quell’ora non era sostenuto, ma il romeno non si era accorto che stava arrivando la Renault Laguna condotta da Marco Fucile, 25 anni, residente in città. L’impatto era stato inevitabile: Donos era stato caricato sul cofano e sbalzato a terra. Era stato trasportato in ospedale mentre gli agenti ritiravano la patente a Fucile, risultato positivo all’alcoltest.


 
TRENTINO

GARDOLO 

Ubriaco al volante denunciato 

TRENTO. Aveva un tasso alcolemico di poco inferiore alla soglia per il coma etilico e nonostante questo si era messo alla guida della sua macchina. Il protagonista di questa vicenda, terminata con una denuncia per guida in stato di ebbrezza, è un trentunenne di Trento che è stato fermato nella notte fra martedì e mercoledì a via IV Novembre a Gardolo dai carabinieri del nucleo radiomobile. Sottoposto all’alcoltest, ha fatto registrare un valore pari a 2.29 quindi oltre quattro volte superiore al limite di legge.


 
TRENTINO

La bravata (con denuncia) a metà aprile in galleria Adria 

Il ladro di biciclette pentito ora è alla ricerca del derubato 

TRENTO. Il ladro cerca disperatamente il derubato per tentare di riparare il danno. Succede a Trento dove un ragazzo di diciott’anni appena compiuti si trova denunciato per furto aggravato a causa di quella che definisce una «bravata» e per la quale si sente in colpa ed è molto pentito. Il fatto è successo nella notte fra il 16 e il 17 aprile quando quattro amici trascorrono la serata prima della partenza per la gita scolastica a bighellonare per Trento. C’è euforia fra loro si dicono stupidaggini, sono allegri. Poi scatta qualcosa che il protagonista pentito di questa vicenda non sa ancora spiegarsi. «Non so forse il fatto di essere il gruppo, un po’ alticci - racconta - e abbiamo preso delle biciclette». Lui la trova in galleria Adria fra via Oriola e piazza Lodron. Una bici grigia e senza lucchetto, dice. Si mette in sella e gli altri fanno la stessa cosa con altre bici. «L’idea era di andare in stazione e poi tornare indietro. Nessuno mi crederà - dice il ragazzo - ma io volevo veramente riportarla dove l’avevo presa». La storia, però, finisce in maniera diversa. Il gruppetto viene visto in via Inama da una signora che chiama i carabinieri. I militari intercettano il gruppetto e per il protagonista di questa storia parte la denuncia per furto aggravato. Ora lui e il suo avvocato Michele Bertamini stanno cercando il proprietario della bici in questione. L’annuncio su Bazar non è stato sufficiente, sperano che l’articolo sul giornale funzioni di più. Il ragazzo, infatti, vorrebbe risarcire il derubato anche per migliorare la sua posizione processuale. Per ora il «ladro» chiede scusa, è pentito. «Non so perché l’ha fatto - dice - ma ho la certezza che non lo rifarò mai e poi mai».


 
SALUTE EUROPA.IT

Le neuroscienze si tingono di rosa

Un’assegnista di ricerca presso l’Istituto di neuroscienze (In) del Consiglio Nazionale delle Ricerche, ventotto anni, Paola Maccioni è stata premiata con una borsa di studio di 15.000 euro per la durata di un anno, dalla giuria - presieduta da Umberto Veronesi - del programma "L’Oréal Italia per le donne e la scienza 2007", promosso in collaborazione con la Commissione italiana dell’Unesco, grazie a uno studio nel settore delle neuroscienze. Il premio, giunto alla quinta edizione, è andato anche ad altre quattro giovani ricercatrici.
Laureata a pieni voti in scienze biologiche all’Università di Cagliari, Paola Maccioni attualmente frequenta il terzo anno del dottorato di ricerca in neuroscienze all’Università di Cagliari ed è assegnista di ricerca presso l’In-Cnr di Cagliari dove conduce studi sulla neurobiologia dell’alcolismo. In particolare, il progetto per il quale è stata premiata è dedicato allo "Studio delle proprietà anti-alcol dei modulatori allosterici positivi del recettore GABAB".
"Il nostro progetto di ricerca si propone di studiare in opportuni modelli sperimentali l’effetto di diversi farmaci che attivano il recettore GABAB sul consumo di alcol e le proprietà gratificanti dell’alcol - spiega la ricercatrice - Oltre agli agonisti diretti, verrà prestata particolare attenzione ad una nuova classe di farmaci che svolgono un’azione di modulazione allosterica positiva sul recettore GABAB".
"L’alcolismo costituisce un grave problema di ordine medico e sociale - aggiunge Giancarlo Colombo, ricercatore dell’In-Cnr, con il quale lavora la dr.ssa Maccioni - e le terapie farmacologiche attualmente disponibili sono di modesta efficacia. La comprensione del meccanismo d’azione dell’alcol nel cervello è condizione necessaria per sviluppare nuovi farmaci per il trattamento di questa forma di dipendenza".
Per questi studi vengono utilizzati ratti della linea Sardinian Alcohol preferring (sP), selezionati geneticamente per l’elevato consumo ’volontario’ di alcol.


 
BRESCIA OGGI

Da tempo ricoverato dopo una caduta, ha ripreso a parlare e riesce a reggersi in piedi

Francesco Nuti esce dal tunnel

L’intervento neurochirurgico lo ha sottratto a morte certa

Francesco Nuti è in progressivo miglioramento e le attuali condizioni di salute lasciano presagire buone possibilità che torni a camminare da solo. L’attore e regista toscano, che lo scorso settembre era entrato in coma per un grave trauma cranico, era stato trasferito da Roma al reparto di alta specialità per gravi cerebrolesioni dell’ospedale Versilia a Lido di Camaiore, nel dicembre 2006. «Dopo una serie di accertamenti- ha comunicato il primario del reparto in cui il regista è ricoverato- Francesco Nuti è stato sottoposto a un ulteriore intervento neurochirurgico effettuato dal professor Mennonna. E dopo il nuovo ricovero al Versilia è migliorato, riprendendo a comunicare e a partecipare alla riabilitazione. Attualmente seppur con difficoltà riesce a parlare, mentre le altre funzioni neurologiche sono in evoluzione riuscendo a stare in piedi con aiuto. I medici ritengono che ci siano buone possibilità di un ritorno al cammino autonomo».
Da tempo l’artista toscano soffre di problemi di alcolismo e più di una volta, aveva chiesto aiuto per tornare a lavorare nel cinema, minacciando persino il suicidio. Nell’aprile 2003 i vigili del fuoco di Roma, avvertiti da un amico al quale l’attore aveva manifestato l’idea di farla finita, erano andati nell’appartamento di Nuti, nel quartiere Parioli, trovando il regista sul letto in stato confusionale, forse privo di sensi. Un’ambulanza lo aveva portato all’ospedale San Giacomo per i primi accertamenti. I medici avevano parlato di una grossa sbornia, senza particolari rischi per la salute. Nuti era stato poi trasferito all’ospedale Fatebenefratelli, all’isola Tiberina.
Prima dell’incidente Nuti stava lavorando a un nuovo progetto cinematografico, «Olga e i fratellastri Billi» con Sabrina Ferilli e Isabella Ferrari. Aveva terminato la sceneggiatura e i dialoghi. Nuti aveva previsto un ruolo anche per sé, quello di un cuoco toscano che vive nel Nord Italia perché la sua compagna è in carcere. L’attore e regista compie oggi 52 anni.


 
TGCOM

Una cella a cinque stelle per Paris

Hilton in prigione solo per 23 giorni

Una cella a cinque stelle per Paris Hilton, la cui pena è stata letteralmente dimezzata dopo i suoi buoni propositi. Il fatto che si sia presentata personalmente davanti alla Corte ha influito sulla decisione di ridimensionare la sua condanna a 45 giorni di prigione. La bionda ereditiera dovrà scontare solo 23 giorni dietro le sbarre e sarà "ospitata" in un ramo della prigione riservato alle celebrità.
Le autorità infatti hanno anunciato che la Hilton sconterà la sua condanna, ridimensionata a 23 giorni, inflitta per guida in stato di ebbrezza, ma sarà tenuta separata dalle altre detenute.
L’ereditiera temeva di subire le angherie delle "compagne" e si era appellata al Governatore della California per evitare il carcere.
Respinta la sua richiesta di evitare la cella, per l’ereditiera è stato stabilito che sarà rinchiusa nel Century Regional Detention Center di Lynwood, ma in una unità di dodici celle a due posti riservate a poliziotti, pubblici ufficiali, celebrità e detenuti di alto profilo.
L’ereditiera potrà stare fuori della cella per almeno un’ora ogni giorno, fare la doccia, guardare la televi

Venerdì, 18 Maggio 2007
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