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Rassegna stampa 07/02/2005

Rassegna stampa del 6 Febbraio 2005

Rassegna stampa del 6 Febbraio 2005


Da "Il Messaggeroo" del 6 febbraio 2005
DOPO L’ARRESTO DI UN ALBANESE
Furti e rapine nelle ville, da Pesaro a Cremona la polizia ritrova oro e gioielli per migliaia di euro

 Dal furto di benzina alla scoperta di refurtiva per migliaia di euro, frutto di numerose rapine in villa messe a segno anche nella zona di Pesaro. E’ lo sviluppo clamoroso dell’indagine avviata dalla procura di Pesaro dopo l’arresto da parte della polizia autostradale di Fano di un albanese di 44 anni sorpreso una decina di giorni fa all’area di servizio Foglia Est, nei pressi del casello di Pesaro, a rubare benzina dai Tir in sosta. Nel corso della perquisizione all’auto dell’uomo gli agenti avevano rinvenuto anche degli attrezzi da scasso e della refurtiva risultata asportata poco prima da un’abitazione nelle colline fra Pesaro e Fano. Sono partite le indagini che hanno portato fino a Cremona dove, ieri, nell’abitazione del fratello e occupata saltuariamente dal 44enne sono stati ritrovati centinaia di monili d’oro, per il valore di migliaia di euro, frutto di decine di furti e rapine consumate negli ultimi tempi in Lombardia e nel Pesarese. In particolare, in un armadio contente gli effetti personali dell’albanese arrestato, sono state scoperte centinaia di collane, orecchini, braccialetti, orologi, monili, catenine, anelli. Gli inquirenti sospettano che l’uomo, che si spostava di frequente da una città all’altra del Nord e del Centro Italia, possa essere uno dei collettori dei preziosi che spariscono durante le rapine e i furti messi a segno dalle diverse bande di extracomunitari che prendono d’assalto le ville. L’uomo, D.M., già in carcere per furto, è accusato anche di ricettazione aggravata. I poliziotti hanno lanciato un appello a chi ha subito dei furti perché si rechi sul sito www.poliziadistato.it per il riconoscimento degli oggetti.

Da "L’Arena" del 6 febbraio 2005
Notte di superlavoro per gli agenti della polstrada di Verona sud.
Recuperato in un’area di sosta un altro automezzo sottratto ai proprietari
Camion rubato, inseguimento in autostrada
Trentenne cerca di speronare l’auto della polizia.
Un giovane bloccato per un furto in un tir in sosta
r.v

I camion, e il loro contenuto, restano sempre una delle prede più ambite dai ladri. Ma la polizia ha messo in atto un serie di controlli che hanno dato risultati evidenti. L’altra notte gli agenti della polstrada di Verona sud hanno sventato ben tre tentativi di furto ai danni di altrettanti camion. Il primo episodio è accaduto alle 20.15 sull’autostrada Serenissima, nel comune di Sommacampagna. Gli agenti del sostituto commissario Antonio Di Ruzza hanno individuato la motrice di un camion di cui, poco prima, era stato denunciato il furto a Mirandola, in provincia di Modena.
Il trattore era in transito in direzione di Milano. Gli agenti sono prontamente intervenuti e hanno intimato al conducente di fermarsi. Ma l’altro, per tutta risposta, ha iniziato a zigzagare tra una corsia e l’altra, rischiando di causare un incidente. Ha anche provato a tamponare la volante ma alla fine è stato costretto a fermarsi ed è stato sottoposto a fermo di polizia giudiziaria per furto e ricettazione. Si tratta di un bresciano, D.T., di 43 anni che è stato trasferito in carcere a Montorio a disposizione dell’autorità giudiziaria.
Un paio d’ore più tardi gli stessi agenti della polstrada di Verona sud hanno rinvenuto, in un’area di sosta nel comune di Castelnuovo, un altro camion, con rimorchio, che era stato precedentemente rubato.
Alle 4, il terzo intervento. La pattuglia era impegnata all’autogrill di Affi, in direzione Verona, in alcuni controlli per prevenire i furti nelle aree di servizio e di sosta. Gli agenti hanno notato un gruppo di persone che si muoveva in modo sospetto attorno a un camion in sosta. Quando si sono avvicinati, hanno notato che il telone del rimorchio era stato tagliato e i ladri stavano prelevando dal cassone alcuni scatoloni che, sarà poi accertato, contenevano hi-fi e televisori.
Immediato l’intervento: alcuni giovani sono riusciti a darsi alla fuga ma un trentenne residente a Bari è stato bloccato e arrestato con l’accusa di furto aggravato. Gli ulteriori accertamenti, compiuti in collaborazione con il nucleo di polizia giudiziaria della polstrada di Verona, hanno consentito di restituire tutta la refurtiva recuperata al legittimo proprietario.
Ulteriori controlli contro i furti a camion e negli autogrill continueranno su entrambe le tratte autostradali che attraversano la nostra provincia anche nei prossimi giorni insieme, naturalmente, alla normale attività di controllo sulla viabilità.

Da "Il Mattino" del 6 febbraio 2005
Una crociata anche per la sicurezza stradale
PIETRO GARGANO

Ci riallacciamo alla lettera del dottor La Rocca sulla crociata che il ministro Sirchia e i media hanno intrapreso sulla questione fumo. Si decide persino di chiudere i bagni nelle scuole durante la ricreazione pur di non far fumare. Senza dubbio, una battaglia di civiltà a tutela della salute che ci vede partecipi e convinti sostenitori. Tuttavia, a nostro avviso, non è stata colta fino in fondo la provocazione dello scrivente sulla necessità di prestare attenzione pari, se non superiore, a quello che ci piace definire - per stare sulla triste cronaca delle ultime settimane - lo tsunami quotidiano rappresentato dalle vittime dei traumi in generale e della strada in particolare. Da un osservatorio privilegiato quale è il Trauma Center del Dipartimento di Emergenza di un grosso ospedale ci dispiace dover denunciare che esiste da tempo una vera e propria epidemia-trauma negletta, che sembra interessare poco o nulla le istituzioni e l’opinione pubblica. Al contrario il trauma rappresenta una entità clinica di riscontro quotidiano a cui siamo, forse, tutti un po’ assuefatti anche perché il trauma si comporta come un killer silenzioso che sacrifica senza discriminazione uomini e donne, adulti e bambini, bianchi e neri, cattolici e protestanti, gente comune e menti eccelse. Se è vero che il fumo rappresenta la quinta causa di morte in assoluto, il trauma, a livello mondiale, rappresenta la prima causa di morte nella popolazione di età compresa tra 1 e 44 anni, nonché la terza causa di morte in assoluto subito dopo le malattie cardiovascolari e i tumori. Sottolineiamo altresì che i traumi della strada sono al primo posto, a livello mondiale, tra le cause di morte per trauma. E non si pensi che il trauma colpisca solo chi - volontariamente - mette in atto condotte scellerate. Tutt’altro. Se è dimostrato che il fattore umano - non l’impalpabile fatalità - è alla base del 90 per cento dei traumi stradali, è altrettanto vero che solo raramente i responsabili dei sinistri - le statistiche li descrivono spesso come recidivi - ne rappresentano anche le uniche vittime. E allora, al pari dei non fumatori, chi tutela le vittime innocenti? Quanto e cosa si fa di veramente serio in termini di prevenzione? A chi di noi è mai capitato di vedere bloccato e sanzionato in tempo reale e prima che si verifichi il disastro il pilota di turno che ha scambiato un tratto di strada per un autodromo? Al di là della propaganda, quanto ha prodotto realmente la patente a punti sulla riduzione dei sinistri? Cosa si fa per impedire che lo sballo del fine-settimana si trasformi in tragedia? Bastano dieci punti in meno sulla patente per chi, dopo aver fatto uso delle cosiddette sostanze ricreazionali (leggi alcol e droghe) non reggendosi in piedi si mette alla guida? Non occorre inventarsi nulla. Il Regno Unito, in soli dieci anni, con una seria politica di prevenzione e repressione, ha dimezzato il numero delle vittime dei sinistri stradali. Solo in Italia, proiettato sullo stesso periodo, eviteremmo 50 mila morti, un milione e mezzo di feriti di cui 500 mila con gravi invalidità permanenti. Morti e feriti certi, non potenziali vittime di un ipotetico danno passivo. E pari svolta culturale riteniamo si debba porre nei confronti delle strutture sanitarie deputate al trattamento dei traumatizzati, dalla prevenzione, e alla cura e alla riabilitazione. La diffusione sempre più capillare di centri di eccellenza - Trauma Center - deve costituire un obiettivo strategico del Servizio sanitario nazionale. Studi pubblicati su autorevolissime riviste scientifiche hanno ormai dimostrato l’importanza della gestione centralizzata di questi pazienti con ricadute significative in termini di riduzione di morbilità e mortalità. Ci saremmo attesi che la medesima tenacia dimostrata nella campagna antifumo, fosse riservata dal ministro all’emergenza-trauma prioritariamente rispetto ad altre problematiche (obesità e così via). Anche perché, oggi più che in passato, in maniera forte la coscienza sociale ritiene che la vita e l’integrità psico-fisica di ogni individuo debbano essere sempre salvaguardate e non accetta mai che il trauma, per quanto devastante, possa determinare condizioni ineluttabili di morte o di gravi invalidità permanenti. E tutto questo affinché i morti, i feriti e gli invalidi permanenti non pesino anche sulle coscienze di chi ha taciuto. Antonio Martino direttore Trauma Center del Cardarelli - NAPOLI La testimonianza da un presidio cruciale del dolore, con le terribili cifre fornite, è molto importante. Il professore Martino, come l’amico La Rocca, non polemizza sulla legge antifumo ma sulla sproporzione di certi interventi rispetto alle effettive priorità della salute. Chi può dargli torto?.
Da "Il Corriere Romagna" del 6 febbraio 2005
Fermati ed espulsi due clandestini di origine romena

SECCHIANO
Ieri pomeriggio nell’ambito di un normale controllo gli uomini della Polizia stradale di Novafeltria hanno fermato due clandestini di nazionalità romena nella frazione di Secchiano.Entrambi 30enni, i due uomini sono stati fermati dalle forze dell’ordine che, dal controllo dei documenti hanno accertato la presenza irregolare delle due persone. Per loro è scattato il provvedimento di espulsione, pertanto entro 5 giorni dovranno lasciare il territorio nazionale.

Da "Il Mattino" del 6 febbraio 2005
Il comandante e le strade sannite
MARISA DEL MONACO

Milanese di nascita e salernitano d’adozione, con una infanzia e una adolescenza vissute tra Salerno e Napoli e poi in giro per l’Italia, Francesco Cipriano è al vertice della Polizia Stradale di Benevento dal dicembre del 2002. Da quando, da Genova, dove si occupava di ordine pubblico, è giunto nella nostra città. Un bel salto direi. Da una città di mare, del Nord, ad una del Sud che il mare non lo ha certo dietro l’angolo e per di più con un incarico differente. Come si è trovato a gestire la sua nuova situazione di vita e di lavoro? "Sono un tipo che si adatta facilmente. Per quanto riguarda gli incarichi, come lei ha giustamente osservato, sono differenti ma costituiscono due specialità della nostra amministrazione. La Polizia stradale e l’ordine pubblico sono due settori che fanno parte di una unica struttura centrale. E quindi, seppur diversi tra loro, hanno in comune proprio questo". Comandante, la Polizia stradale, opera nell’ambito della viabilità. Come ritiene che sia quella della provincia di Benevento? "Per quel che concerne le nostre principali arterie i problemi sono quelli di sempre. Disponiamo di strade che sono insufficienti rispetto al volume di traffico che devono sopportare. Basti pensare all’asse Telese-Caianello, alla Benevento-Caserta, ma anche ad altre arterie importanti come quelle che conducono verso l’Adriatico, il Molise e la Puglia. Ecco, direi che sono senz’altro da rivedere sotto il versante dei profili strutturali. Già in parte, ci sono degli importanti lavori in atto, specialmente sulla Fondovalle Tammaro, a Zingara Morta per i quali, chiaramente, devono essere investite delle risorse per il miglioramento. Abbiamo notizie di progetti di un certo rilievo che riguardano soprattutto la statale 372 per Caianello e l’asse Benevento-Caserta, dove pare che verrà costruita una sorta di autostrada. Però, mi preme sottolinearlo, non siamo in fase esecutiva". Veniamo adesso alla manutenzione e alla gestione delle strade. "L’Anas, con la quale operiamo in stretta e continua collaborazione, in provincia fa un lavoro di cui noi siamo soddisfatti. A tal proposito vorrei ricordare che l’Anas sta progettando l’ampliamento di alcune delle più importanti arterie e lo scorso anno di questi progetti si è parlato anche in una conferenza cui ha preso parte anche il ministro delle infrastrutture Pietro Lunardi". Stretta collaborazione con l’Anas diceva. E con i collegi della Questura e le altre forze di polizia presenti sul territorio come sono i rapporti? "Noi siamo una struttura che viene coordinata, per taluni servizi, come quello che abbiamo effettuato ieri sull’Appia, dalla Questura. Sono molti gli aspetti concreti, inoltre, per i quali siamo amministrati dalla Questura. Con le altre forze di polizia, quando c’è bisogno, ci raccordiamo sicuramente anche se non c’è quella contiguità per quel che riguarda gli uffici che controllano il territorio urbano. Da un anno, per esempio, abbiamo in corso dei servizi congiunti con il Corpo Forestale dello Stato e con la Polizia provinciae per il controllo del trasporto rifiuti sulle strade". Dalle sue parole traspare l’amore per quello che fa. Perché ha deciso di intraprendere proprio questa professione? "È stata una scelta dettata dalla passione più che dalla necessità contingente poiché io ero già funzionario del Corpo Forestale". Andiamo un po’ più sul privato adesso. Mi racconti i suoi hobby, le sue passioni legate al tempo libero. "Mi piace andare al cinema, sono un tifoso del Benevento calcio da quando ha sfiorato la serie B, e poi mi dedico alla lettura, a quella inerente la materia di cui mi occupo perché essa necessita di un aggiornamento continuo".
Da "L’Unione Sarda" del 6 febbraio 2005
Polstrada
In pensione Pasquale Di Vit


Dopo oltre 40 anni di servizio nella polizia (e 30 di militanza sindacale), il commissario Pasquale Di Vito lascia l’incarico di Comandante della squadra dipartimentale di polizia giudiziaria della Polstrada Sardegna e quella di segretario generale regionale del Siulp Sardegna. Per tanti anni in prima linea nelle investigazioni, ma noto soprattutto per la sua attività di portavoce del sindacato di polizia Siulp. Lucano d’origine ma sardo d’adozione, Di Vito prende servizio nella Polstrada nel 1969. Dal 1998 dirige la sezione di polizia giudiziaria occupandosi del traffico di auto rubate in tutta la regione, patenti false e facili e documenti contraffatti. Come sindacalista è tra i fondatori del Siulp e consigliere nazionale. Contribuisce in maniera decisiva alla nascita del commissariato di Quartu e all’istituzione del XIII reparto mobile di Cagliari. "Sono soddisfatto delle cose fatte", traccia un bilancio Di Vito, "rimane una punta di rammarico per quelle rimaste insolute". Prende il suo posto come segretario generale regionale del sindacato il vice questore Annamaria Mazziotto, eletta all’unanimità dal direttivo regionale e già segretario provinciale. "È un funzionario di prestigio e di esperienze", ha detto Di Vito nel passarle l’incarico.


Lunedì, 07 Febbraio 2005
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