Esperimenti per l’ESP
sui veicoli commerciali (foto Man)
(ASAPS) WASHINGTON (USA), 22 maggio 2007 – Gli Stati
Uniti, che ricercano ormai da moltissimo tempo una sempre maggior sicurezza stradale, pensano
di imporre l’ESP (Electronic Stability Program) come dotazione di serie. Ad
avanzare l’ipotesi, prospettata come “indispensabile”, è la NHTSA (National Higway
Trafic Sadfety Administration), dopo aver realizzato un’ampia ricerca sugli
effetti di un parco veicolare interamente dotato del preziosissimo dispositivo.
Secondo lo studio, infatti, si potrebbe evitare il 34% degli incidenti autonomi
dovuti a sbandamenti (ma anche il 71% dei testacoda), corrispondenti – più o
meno – a 10.000 vittime e 25.000 feriti. Si tratterebbe di una vera e propria
rivoluzione “copernicana”, in materia di sicurezza stradale, anche se non si
tratta di una novità assoluta e proprio questo particolare è davvero degno di
un’amara riflessione: già agli albori delle cinture di sicurezza, infatti, ci
vollero leggi, come quella pretesa ora dalla NHTSA, per obbligare i costruttori
ad istallarle di serie. Analogamente, in tempi successivi, è stata la volta
dell’ABS e poi dell’Airbag. Tutti dispositivi salvavita, esattamente come un
farmaco miracoloso o come una manovra di rianimazione cardio-polmonare ben
eseguita, con la differenza che siamo nel campo della prevenzione: quindi, una
semplice precauzione, esattamente come il casco. Negli USA, comunque, la legge
federale è stata ormai scritta, e nel giro di poche settimane dovrebbe passare
al vaglio del Congresso, tanto che gli esperti ritengono di poterla veder
applicata già nel 2008 con i primi benefici effetti entro il 2011. Ma che
cos’è, con esattezza, l’ESP? L’acronimo, che nell’accezione linguistica globale
molti ritengono un inglesismo, è in realtà di ceppo linguistico tedesco, visto
che è stata la BOSCH
a brevettarlo diversi anni fa: letteralmente, significa “Elektronisches
Stabilitätsprogramm”, passato rapidamente al meglio compreso “Electronic
Stability Program”, ovvero “Programma Elettronico di Stabilità”, noto alla
massa come “Controllo Elettronico di Stabilità”. In soldoni, si tratta di un
dispositivo che controlla la stabilità del veicolo in caso di pericolo,
regolando la potenza del motore e la frenatura delle singole ruote, ciascuna
con diversa intensità. Gli effetti benefici sono moltissimi, limitando il sovrasterzo
od il sottosterzo in caso la curva sia
stata impostata “malamente” o in caso di manovre improvvise. Il tutto, evitando
lo sbandamento del veicolo. L’ESP di ultima generazione ha trovato applicazioni
specifiche anche in relazione al tipo di veicolo per il quale sia progettato: i
veicoli commerciali, per esempio, dispongono di un dispositivo particolare (ADAPTIVE
ESP), in grado di calibrarsi in relazione al diverso peso trasportato e,
quindi, alla massa a pieno carico. Da un punto di vista tecnico, tutto viene
gestito da una centralina che riceve le informazioni provenienti da 4 sensori
di velocità (inseriti sul mozzo della ruota), da un sensore che tiene conto
dell’angolo di sterzo e che interpreta le “intenzioni” del conducente, ed
infine da 3 accelerometri che forniscono informazioni circa le forze che
agiscono sul veicolo. L’insieme dei dati costituisce un’equazione, interpretata
dal software che agisce sull’alimentazione del propulsore (riducendo la coppia)
e sulle singole pinze di ciascuno dei 4 freni, correggendo per compensazione la
dinamica del movimento del veicolo. (ASAPS)
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