Festival Musicale Analcolico Caro Beppe, Alessandro Sbarbada, a.sbarbada1@tin.it, L’ADIGE Test antidroga come a Milano? Meglio stare di più insieme
ai figli Queste notizie mi hanno suscitato una reazione di profonda
contrarietà e di sdegno e ora proverò a spiegarne i motivi. Per prima cosa,
l’iniziativa equipara ancora una volta nel generico termine e concetto di
«droga» sostanze diverse e di ben diverso impatto sulla salute fisica e mentale
dei consumatori. Si trasmette così implicitamente un messaggio scorretto e
potenzialmente dannoso per la salute dei ragazzi, che invece devono aver ben
chiara la distinzione fra uno spinello di marijuana, con cui molti entrano in
contatto senza subirne conseguenze rilevanti, e sostanze come l’eroina, con cui
anche una sola esperienza può essere letale, come purtroppo a volte accade, o
anche come l’extasis che gira allegramente nelle discoteche e ti spappola il
cervello. Mi vengono poi di seguito altre elementari obiezioni. Ogni anno in
Italia l’abuso di alcool miete 30.000 vittime, contro le circa 800 per
stupefacenti; inoltre il 40% degli incidenti stradali sono conseguenza
dell’ubriachezza e sappiamo bene, perché ci viene ricordato ogni fine
settimana, quale costo questo abbia in termini di giovani vite. Dunque, prima
del test antidroga, forse sarebbe il caso di distribuire alle famiglie il kit
per la prova del palloncino. Si tratta di un test semplice e collaudato, che si
presta benissimo a essere eseguito anche in famiglia. Ma si dà il caso che
sull’alcool lo Stato abbia il monopolio con i conseguenti cospicui proventi, e
i media ci inondano di pubblicità di prodotti alcolici, che spudoratamente
ammiccano proprio ai consumatori più giovani. Discorso analogo potrebbe essere
fatto riguardo al consumo di tabacco, vizio estremamente nocivo e diffuso anche
fra i giovanissimi, il cui abuso determina a sua volta un numero di vittime ben
superiore a quello delle droghe. Perché non distribuire un test anche per
quello? Ma anche qui lo Stato ne ricava lauti proventi, sulla pelle delle
persone, come dichiarano in modo esplicito le scritte mortuarie che si sono
volute stampare sui pacchetti. E i marchi di sigarette campeggiano da anni
sulle moto e sulle auto da corsa, seguite come si sa da un pubblico composto in
larga parte da giovanissimi. Ma nell’iniziativa del Comune di Milano c’è
qualcosa di peggio del facile schematismo, della mancanza di logica, della
falsa coscienza. In questa idea del controllo di polizia trasferito a domicilio
c’è il segnale di una colpevole resa, di una sostanziale abdicazione rispetto
all’autorità e alla responsabilità che i genitori dovrebbero esercitare nei
confronti dei figli. Il ricorso al test antidroga, nei termini del blitz
suggerito dallo zelante assessore di An, configura un quadro di genitori
assenti, in cerca di facili e rapide rassicurazioni, che poco sanno delle
droghe e soprattutto dei ragazzi di oggi. Genitori che hanno rinunciato
all’imprescindibile dovere di dialogare coi propri figli, di osservarli, di
prestare loro una vera attenzione. Non è facile allacciare e mantenere un
rapporto di confidenza e di ascolto fra genitori e figli, specie quando i
ragazzi attraversano l’età dell’adolescenza con le sue intrinseche forme di
antagonismo, ma è necessario se si vuole cercare di intuire le necessità, i
problemi spesso confusi e inespressi, gli eventuali segnali di disagio. Molto
più semplice e comoda, è la logica del «Sorvegliare e punire» suggerita dal
Comune milanese, ancorché cieca e nella sostanza infruttuosa: come si fa a non
capire che il suddetto test antidroga è quanto di più avverso si possa
immaginare a un clima di dialogo e rispetto reciproco? Il compito primo di un
genitore dovrebbe essere quello di stare a fianco dei figli e giorno per giorno
provare a trasmettergli il poco o tanto che ha imparato dalla vita. Cioè
offrire loro un modello, a cui aderire o da cui prendere le distanze, ma
comunque un modello di riferimento. Invece che inventarsi nuove forme di
controllo, avvilenti per chi le applica quanto per chi le subisce, sarebbe il
caso di interrogarsi sui modelli offerti dagli adulti, e dal mondo creato da
loro, ai figli di oggi: in famiglia, a scuola, nella politica, e poi da voci
alle quali i ragazzi sono particolarmente sensibili, come la pubblicità, lo
sport, la televisione. Modelli in gran parte incentrati su arrivismo,
individualismo, utilitarismo, sulla rincorsa ai consumi, sulla ricerca del facile
successo, con pesanti conseguenze di insoddisfazione e frustrazione per la
stragrande maggioranza delle persone e dei giovani che non hanno possibilità di
accedervi. Andrebbe ricercata qui la causa dei comportamenti negativi e spesso
autolesionisti di molti ragazzi, di una situazione di smarrimento e di crisi di
valori che rende ancora più difficile il rapporto fra genitori e figli e a cui
non certo coi test antidroga a domicilio si può credere di porre rimedio. ALESSANDRO TAMBURINI VIRGILIO NOTIZIE FIAT/ MIRAFIORI MOTOR VILLAGE, PRIMO COMPLEANNO
Slalom parallelo dei trattori New
Holland. Per Iveco uno Stralis
Torino, (Apcom) - Nel fitto calendario del fine settimana
anche una iniziativa destinata a contrastare, specie tra i giovani, l’abuso di
alcool che prevede anche la distribuzione di materiale informativo sulla
sicurezza stradale redatto dalla Regione Piemonte. Attese, inoltre, alcune
iniziative legate ai vari brand: Lancia proporrà una esibizione di scherma,
sport di cui è sponsor ai massimi livelli con i campioni Andrea Cassarà e
Margherita Granbassi quali testimonial. Iveco, poi, esporrà il suo IPMU (Iveco Promotional Mobile Unit), un veicolo-hospitality derivato dallo Stralis AS3 e attrezzato e personalizzato con la livrea nera e con i tipici tatuaggi maori che richiamano gli All Blacks, la squadra di rugby neozelandese di cui Iveco è sponsor ufficiale. Trattori in slalom tra i birilli, infine, con New Holland Agriculture e quattro trattori che daranno al pubblico una dimostrazione della loro potenza e agilità nel corso di uno slalom parallelo tra birilli di grande spettacolarità. New Holland Construction, azienda leader nel settore delle macchine movimento terra, esporrà invece in un grande spazio all’aperto 5 modelli in rappresentanza della sua gamma composta da 12 famiglie di prodotti. SESTOPOTERE.COM VARATO PROGETTO SICUREZZA A BOLOGNA: I DATI
Bologna -La
Questura di Bologna, nell’ambito delle strategie di prevenzione finalizzate a
contrastare il fenomeno delle cosiddette "Stragi del sabato sera" e
nell’ottica della cosiddetta "Sicurezza Partecipata", con la
collaborazione di A.T.C., di CO.TA.BO., di CAT, di FEDERFARMA Bologna e dei
gestori di alcuni locali da ballo , ha realizzato un’iniziativa per favorire
l’utilizzo, da parte dei giovani, dei mezzi pubblici e dei taxi per recarsi in
discoteca, invogliandoli in tal senso grazie ad agevolazioni economiche. Il progetto prevede anche una campagna informativa e di
sensibilizzazione, già avviata da alcuni mesi, presso i locali di pubblico intrattenimento,
con un contatto diretto tra i giovani e i poliziotti della Questura e della
Polizia Stradale. Lo scopo dell’accordo è quello di contrastare
efficacemente i rischi derivanti dalla guida in stato di ebrezza o sotto
l’effetto di sostanze stupefacenti, nell’ottica di una strategia articolata
d’interventi, che non si limitino ad un maggiore impegno nel controllo del
territorio, ma offrano proposte di nuova concezione. Il protocollo nasce con l’ambizioso proposito di uno
sforzo comune che, coinvolgendo gli operatori più direttamente interessati -
gestori del trasporto pubblico e privato, locali da ballo e Polizia di Stato -,
affianchi alla tradizionale risposta repressivo sanzionatoria un’azione
preventiva combinata e operante su piani diversi. In particolare i gestori dei locali Single,Chalet Giardini
Margherita,Villa Prugnolo, Baraccano e Laguna si impegnano a contribuire alla
campagna di sensibilizzazione a favore dei giovani sui rischi legati
all’assunzione di alcool e/o sostanze stupefacenti, dedicando all’iniziativa
uno spazio nel corso di una serata al mese, alla quale parteciperanno anche
funzionari della Questura e della Polizia Stradale ed offrendo una riduzione
sul prezzo del biglietto d’ingresso. I gestori del trasporto pubblico A.T.C. ,
per tutta la durata del protocollo, hanno predisposto un servizio di navetta
gratuito da e per le discoteche al fine di invogliare i giovani a non
utilizzare l’auto. In particolare il servizio del venerdì sera, che prevede
due distinte corse, parte da Piazza VIII Agosto alle ore 22:15 e alle 23:50,
transita dal parcheggio della Certosa alle ore 22.30 e alle 00:05, quindi va
all?incrocio Rigosa- Morazzo, alle ore 22:40 e alle 00:15 fino al Laguna.
Prosegue poi fino al locale Villa Prugnolo. Per il ritorno la navetta parte da
Villa Prugnolo alle ore 02:00 e alle 03:35 ed effettua fermate all?incrocio
Rigosa- Morazzo alle 02:30 e alle 04:05, al parcheggio della Certosa alle 02:40
e alle 04:15 e conclude la corsa in Piazza VIII Agosto. Anche il sabato sera sono
programmate due distinte corse. La navetta parte da Piazza VIII Agosto alle ore
22:30 e alle 23:40, effettua la prima sosta nei pressi dell’entrata dei
Giardini Margherita (locali Chalet Giardini Margherita e Baraccano) alle ore
22:40 e alle 23:50, prosegue per il parcheggio Lercaro con fermata prevista
alle ore 22:45 e 23:55, fino al locale Single. Per il ritorno la partenza dal
Single è prevista alle ore 02:20 e alle 03:30, prosegue sino al parcheggio
Lercaro alle 02:45 e alle 03:55. La sosta successiva è nei pressi dell’ingresso
dei Giardini Margherita(locali Chalet Giardini Margherita e Baraccano) alle ore
02:50 e alle 04:00 con termine corsa in Piazza VIII Agosto. In merito al servizio taxi di CO.TA.BO. e C.A.T. , i
responsabili si sono resi disponibili ad effettuare corse collettive serali che
attenderanno l’utenza negli stessi luoghi interessati dalle fermate della
navetta, laddove è ivi prevista una zona sosta taxi, o nelle immediate
vicinanze ed inoltre, su richiesta dei gestori dei locali aderenti all?accordo,
effettueranno corse collettive anche direttamente dalle discoteche. I gestori
dei locali offriranno ai giovani che intendono fruire del servizio taxi, un
buono di euro 2.60 pari al costo della corsa serale. Federfarma Bologna , infine, contribuirà all’iniziativa distribuendo gratuitamente, durante le serate d’incontro con i giovani, test autodiagnostici per la misurazione del tasso alcolemico nel sangue. Il protocollo sarà immediatamente operativo e rimarrà in vigore, in via sperimentale, per mesi sei. TRENTINO Studenti a lezione dai vigili
urbani
BORGO. Anche quest’anno il Corpo di polizia locale della
Bassa Valsugana e Tesino è stato impegnato in un progetto di educazione
stradale, che ha visto coinvolti tutti gli alunni delle classi II e IV del
Comprensorio C3. L’attività è stata suddivisa in lezioni teoriche e pratiche.
Durante le prime, sono state insegnate le basi del Codice della strada, con
particolare riferimento alle figure del pedone e del ciclista, con quiz sulle
norme di comportamento. Nelle seconde, i ragazzi hanno potuto verificare quanto
appreso in classe, accompagnati a piedi in giro per il paese e su di un
apposito percorso ciclopedonale. Le prove pratiche si sono svolte presso le
Scuole di Strigno e nel Centro polisportivo di Borgo. Nel progetto sono state
coinvolte anche le Scuole medie del territorio, con la preziosa collaborazione
dei vari Istituti scolastici, finalizzato ai corsi per il rilascio del
“patentino”, ossia del certificato di idoneità alla guida del ciclomotore. Le
lezioni hanno riguardato, oltre l’educazione stradale in senso stretto, anche
l’infortunistica stradale, ricercando cause e conseguenze degli incidenti. Si è parlato degli effetti dell’alcol e di altre sostanze sull’attenzione e sulla guida, argomento trattato con professionalità da Cinzia Grandelis, del Servizio di alcoologia dell’Azienda provinciale per i Servizi sanitari. Il corso si è concluso con una prova pratica in ciclomotore, su di un circuito appositamente preparato e gestito dagli istruttori Fmi del Moto Club Excelsior di Borgo Valsugana. (s.b.) LA GAZZETTA DI PARMA Sicurezza, quando la prevenzione
si fa «on the road»
PROGETTO PARTIRA’ A SETTEMBRE Sicurezza, quando la prevenzione si fa «on the road» II Giovani che incontrano altri giovani sulle strade e nei luoghi di aggregazione per fare prevenzione attraverso l’informazione sugli effetti di uso e abuso di sostanze e sui comportamenti a rischio legati alla guida in stato di ebbrezza e stupefacenti. E’ questo l’obiettivo del progetto Guida sicura, promosso dalla Provincia. SALUTE (LA REPUBBLICA) Ma chi guida sa le reazioni dei
farmaci?
di Guglielmo Pepe Nel nostro Paese, quando accade un fatto che scuote
l’opinione pubblica, succede di assistere a reazioni eccessive, dettate
talvolta da polemiche di parte e da strumentalizzazioni politiche. Di esempi ne
abbiamo un’infinità, perché quasi sempre c’è da registrare un commento
esagerato, fuori posto, sbagliato anche nel merito. L’ultimo caso è l’incidente
dello scuolabus, avvenuto in provincia di Vercelli, che è costato la vita a due
bambini e il ferimento ad altri venti piccoli. L’episodio ha colpito la nostra
sensibilità, non solo perché le vittime sono bimbi innocenti, ma anche per le
modalità dell’incidente. Infatti l’autista ha sostenuto di aver avuto un malore
che gli ha fatto perdere il controllo del mezzo. Però le analisi del sangue,
fatte subito dopo la tragedia, hanno rilevato tracce di cannabis (principio
attivo, il tetraidrocannabinolo) nel sangue. Questa verifica a posteriori ha
scatenato l’enfasi di qualche giornale (titolo a tutta pagina: "L’autista
era drogato") e la verve polemica dei politici che ritengono intoccabile
l’attuale legge anti-droga, la Fini-Giovanardi. È vero che l’autista ha ammesso di aver fumato uno
spinello la sera precedente la gita scolastica. Ma basta questo per definire un
uomo "drogato"? Evidentemente no. Per di più, tutti gli esperti
intervistati dai mass-media, hanno dichiarato che in base alle analisi del sangue
(solo tracce di cannabis), era impossibile stabilire un nesso causa/effetto tra
il fumo di uno spinello e la perdita - momentanea - dei sensi, soprattutto a
distanza di ore. Tuttavia non va sottovalutato che il fumo di una
"canna" agisce su mente e corpo. In un vecchio libricino
("Cannabis, uso e abuso ") Giancarlo Arnao (uno dei maggiori esperti,
ormai scomparso, sicuramente antiproibizionista), scriveva che "in linea
generale, gli effetti farmacologici della cannabis rendono sconsigliabile il suo
uso durante la guida dei veicoli". Inoltre venivano riportati i risultati
di uno studio su 522 consumatori: dopo aver fumato l’11,3 per cento segnalava
giramenti di testa, il 18,2 nausea, l’11,9 vomito, il 4,8 mal di testa e il 2,9
tendenza a svenire. Però si trattava di effetti di breve durata. È dunque
azzardato pensare che uno spinello fumato la sera, possa dare disturbi simili
il giorno successivo. Ciò non toglie che chi consuma droghe, così come chi beve
alcol (sicuramente molto più dannoso dell’hashish), non deve guidare un mezzo
pubblico: se lo fa diventa un pericolo sociale, perché mette a rischio la
salute dei cittadini. Ai quali, a tutt’oggi, può capitare di salire su un
autobus pubblico guidato da un tossicodipendente. Come mai? Nessuna legge
consente drug-test: si interviene a valle, punendo, non a monte, prevenendo.
Non per caso, subito dopo Vercelli, il ministro della Salute ha proposto (per
autisti pubblici e privati), esami periodici obbligatori per verificare
l’assunzione di sostanze stupefacenti, alcol o farmaci che possano
compromettere la capacità di guida. D’altronde i piloti d’aereo già si
sottopongono a questi controlli, così come gli sportivi professionisti. Gli
autisti sono dei privilegiati? Ecco, i farmaci: si sottovaluta spesso che alcuni medicinali
possono dare problemi seri. Li confermano le note del "bugiardino" di
un qualsiasi farmaco contro l’ipertensione: reazioni come capogiro, stanchezza,
debolezza, sensazione di sonnolenza, sono abbastanza usuali. Pertanto il
consiglio é "non svolgere attività che richiedono particolare attenzione,
come la guida di un veicolo e l’uso di macchinari". Allora: quante persone
prendono medicine analoghe e poi eseguono lavori rischiosi per sé e per gli
altri? Molte. Ed è probabile che neppure sappiano che quella pasticca
quotidiana contro la pressione alta può giocare bruttissimi scherzi. g.pepe@repubblica.it IL GIORNALE DI VICENZA.IT I numeri assolvono il vino buono
Sono i cocktail e i superalcolici
a causare lo sballo del sabato sera Roma. Il fatto che solo un decimo del valore delle
consumazioni in discoteca riguardi il vino dimostra che sono soprattutto i
superalcolici, i cocktail e gli aperitivi i principali responsabili degli
eccessi alcolici dei giovani il sabato sera. È quanto è emerso all’incontro “Salute:
alcol e giovani - formazione e sport per fermare lo sballo” promosso dalla
Coldiretti e da Città del Vino dopo l’annuncio del ministro della Solidarietà
sociale, Paolo Ferrero, sulla prossima approvazione in Consiglio dei ministri
di un disegno di legge che limita la pubblicità degli alcolici in televisione e
sui giornali e che prevede sulle confezioni etichette che avvertono sui
pericoli dell’abuso di alcol per la salute. Secondo l’Istat nel 2006 - sottolineano Coldiretti e Città
del Vino - le bevande alcoliche più diffuse tra i giovani nella fascia d’età
tra 18-24 anni sono stati con il 48 per cento gli aperitivi, mentre tra gli
adolescenti (11/17 anni) sono nell’ordine la birra (19,1 per cento) e gli
aperitivi (15,7 per cento) a conferma della pericolosità dei cosiddetti
’’alcolpops’’, mascherati da innocui analcolici, ma promossi con un’immagine di
divertimento e colori accattivanti che ne favoriscono il consumo tra i
giovanissimi. Anche per questo gli aperitivi sono le uniche bevande alcoliche
che hanno aumentato il numero di consumatori negli ultimi dieci anni, secondo
l’analisi dell’Istat, dalla quale si evidenzia che mentre le persone che
consumano vino (56,5%) o birra (46,1) sono leggermente calate, per gli
aperitivi si è verificato un aumento record del 19 per cento. Tra il 1986 e il 2006 i consumi di vino tra gli italiani
si sono ridotti da 68 a 48,8 litri con un calo del 28,2 per cento, ma con un
deciso orientamento alla qualità, e la spesa per gli acquisti familiari dei
vini a denominazione di origine confezionati (Doc/Docg) ha praticamente
raggiunto in valore quella per i vini da tavola. Le analisi degli esperti hanno
evidenziato che nella società moderna - continua la Coldiretti - cresce un
consumo di vino meditato e ragionato che è l’espressione di uno stile di vita
"lento" attento all’equilibrio psico-fisico "per stare bene con
se stessi" che - sottolineano Coldiretti e Città del Vino - si contrappone
al binge drinking, il consumo sregolato di alcol che ha riguardato nel 2006 il
2,1 per cento dei ragazzi tra gli 11 e i 15 anni, il 12,1 di quelli tra i 16 e
i 17 anni e il 15,3 di quelli tra i 18 e i 19 anni. Il fatto che almeno il 40 per
cento degli oltre 30mila iscritti all’Associazione italiana sommelier sono
giovani, dimostra - precisano Coldiretti e Città del Vino - che cresce tra le
nuove generazioni la cultura della degustazione consapevole del vino, da
contrapporre al consumo sregolato di alcol. «Una tendenza che va sostenuta perché il consumo moderato
di vino si è dimostrato essere, in ripetute prove scientifiche, positivo per la
salute» ha sostenuto il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel
sottolineare che «le campagne di informazione devono fare chiarezza e
promuovere modelli di consumo positivi senza creare allarmi generalizzati e
ingiustificati». Il boom del vino italiano all’estero - continua la
Coldiretti - è anche dovuto alle numerose ricerche che hanno evidenziato gli
effetti benefici del consumo di vino sulla salute come quello antistress della
melatonina, mentre negli Stati Uniti è stata addirittura data la possibilità a
un produttore di indicare sulle etichette del proprio vino il contenuto di
"resveratrolo", un importante antiossidante con effetti benefici
sull’apparato cardiovascolare. Per Valentino Valentini, presidente di Città del Vino: «da
questi dati si desume che il consumo eccessivo di alcolici tra i giovani è
preoccupante e non va sottovalutato. C’è ed è legato a consumi fuori pasto, non
riconducibili a un consumo quotidiano associato all’alimentazione o comunque
riferibile alla dieta mediterranea. Il vero antidoto contro l’abuso è la
cultura del bere bene e moderato, in particolare vino, perché se consumato
consapevolmente il vino fa bene, e non male, alla salute». (*) (*) Nota: il vino non è la principale bevanda alcolica dei giovani, ma i giovani non sono gli unici a bere. Il vino ha in ogni caso delle responsabilità: come bevanda alcolica di accesso e contribuendo con l’assillante pubblicità diretta e indiretta a quella cultura alcolica da cui derivano inevitabilmente i problemi correlati all’alcol. Affermare che bere vino si contrappone al consumo di alcol è come sostenere che favorire il consumo di sigari previene il tabagismo. TRENTINO Calliano cambia idea e si tuffa nella birra
Ignorato il patto antialcol (firmato). Conci: «Quello è
proibizionismo» Il vicesindaco tira dritto: «E’ ipocrita proibire le feste
e poi promuovere l’enogastronomia Piuttosto puntiamo su bus navetta e
alcoltest». Accanto alla bavarese ci sarà anche la versione «light» MICHELE STINGHEN CALLIANO. Tre giorni di birra, e niente proibizionismo. È
la scelta di Calliano, in controtendenza rispetto ai “dettami” del patto
antialcol del Comprensorio e alla politica del vicino Comune di Rovereto.
Domani comincia, al Parco Europa, la “Festa della Birra”, da alcune settimane
pubblicizzata da un grande cartello all’entrata del paese (con tanto di
bicchiere colmo fino all’orlo, corredato da una marca di birra tedesca). Sin dal titolo, è
una festa che va contro la politica adottata a Rovereto dall’assessore Manzana
e anche contro il patto firmato dai comuni lagarini due anni fa, su proposta
del Comitato Alcol Vallagarina. In questo patto veniva stabilito evitare
diciture esplicite, di inserire, per eventi di più giorni, almeno una giornata
senza vendita di alcolici. Il patto fu firmato anche da Calliano, più
precisamente dal sindaco Benoni, nel 2005. Una politica, questa, non condivisa
dall’amministrazione (riconfermata alle elezioni, con l’avvicendamento tra
Benoni e Pompermaier), che si schiera contro il “proibizionismo”. «È un
controsenso: a livello turistico si promuove, giustamente, l’enogastronomia, e
perciò il vino, e poi si fanno le crociate contro la somministrazione di vino e
birra alle feste», commenta il vicesindaco ed assessore alla cultura Lorenzo
Conci. Per Conci (co-fondatore del nuovo movimento Valli Unite, fuoriuscito
dalla Lega Nord) la lotta alle feste “alcoliche” rischia di essere addirittura
controproducente, sortendo effetti contrari, un po’ come ai tempi del
proibizionismo in America. «Invece delle solite parole - continua il
vicesindaco - per questi tre giorni abbiamo messo in campo alcuni interventi
concreti, per prevenire i rischi derivanti dall’abuso di alcolici. Innanzitutto
ci sarà un servizio di bus navetta gratuito, dalle 21 alle 1, con partenza
dalla stazione delle corriere di Rovereto, per domani e sabato. Inoltre il
corpo intercomunale di vigilanza ed in particolare il comandante Mazzucchi
garantirà la presenza di una pattuglia con etilotest, dove, prima di mettersi
alla guida, si potrà controllare quanto alcol c’è nel sangue. Infine ci sarà in
vendita anche una birra light, con gradazione di 2,9º. Comunque, per una
sbornia non è mai morto nessuno». (*) La festa è organizzata dal Comitato
Iniziative e patrocinata dal Comune. Gli stand aprono alle 19.30, con
distribuzione di gulasch, polenta, panini, wurstel, grappe e vini, oltre ovviamente
alla birra bavarese. Domani sera è “Caliam rock”: suonano i “Food 4 suol” e gli
“Yellow snow”. Si continua domani (musica con “Fronte del Blasco”) e domenica. (*) Nota: questa affermazione è frutto dell’ignoranza ed è offensiva soprattutto per le vittime passive degli alcolici. TRENTINO Interclub alcolisti PREDAZZO. L’associazione dei Club degli alcolisti in trattamento della valle di Fiemme (Acat) organizza sabato dalle 14 alle 16 circa, l’interclub zonale di Fiemme e Fassa, un incontro per confrontarsi, per discutere difficoltà e successi nel cammino dei club ed anche un’occasione particolare per far incontrare i club con la comunità di cui sono parte. L’appuntamento è al tendone delle feste di Predazzo in località Baldiss. L’interclub è in programma dalle 14 alle 15.30 circa. Seguirà la consegna dei diplomi e delle rose per gli anni di astinenza. (f.m.) L’ADIGE Tre giorni di iniziative di tipo economico, culturale e di
intrattenimento VAL DI SOLE - Tre giorni di iniziative di tipo economico, culturale e di intrattenimento. Questo quanto programmato dalla Cassa Rurale di Rabbi e Caldes per l’ultimo fine settimana di maggio. L’istituto di credito cooperativo presieduto da Sergio Graifenberg stavolta ha deciso di abbinare all’assemblea annuale una serie di iniziative rivolte non solo ai soci ma estese a tutta la comunità, confermando ancora una volta il forte radicamento sul territorio e la costante attenzione alla vita della propria gente. Il nutrito programma si apre domani al teatro tenda in località Contre di Caldes, ove ad ore 9 vi sarà la rappresentazione dello spettacolo didattico riservato agli scolari delle scuole elementari proposto da Maurizio de Zanghi e Paolo Vicentini dal titolo «Miki e Piki i due lombrichi». Ad ore 20.30 sempre all teatro tenda tavola rotonda sul tema: «Le economie globali, l’unione europea e la globalizzazione» con la partecipazione di Orlando Orango della banca europea investimenti di Bruxelles e Silvio Goglio docente della facoltà di giurisprudenza dell’università di Trento. All’incontro seguirà lo spettacolo di flamenco proposto da Elena Vitali. La mattina di sabato sarà dedicata agli studenti delle scuole medie e superiori i quali si ritroveranno presso il teatro comunale di Malè per assistere allo spettacolo musicale del gruppo Artegiovane, cui seguirà un confronto con l’assessore provinciale alle politiche giovanili Tiziano Salvaterra. La sera di sabato sarà totalmente dedicata alla musica. Al palatenda di Caldes ad ore 21 dopo l’apertura da parte della Brats Band, il complesso musicale molto conosciuto dai giovani delle valli del Noce, si potrà assistere al concerto dello storico gruppo "Equipe 84" guidato dall’intramontabile Maurizio Vandelli. Gli organizzatori hanno voluto promuovere l’avvenimento come serata No Alcol. Domenica infine la giornata inizierà ad ore 9.30 alla palestra comunale di Caldes con la celebrazione della messa. Alle 10.30 sempre in palestra si terrà l’assemblea annuale della cassa rurale cui seguirà ad ore 12.30 il pranzo sociale riservato ai soci che l’hanno prenotato. Nel pomeriggio vi saranno inoltre l’esibizione del gruppo folk Val di Sole, del duo musicale Umberto e Paola per chiudere la tre giorni di festa in compagnia di Mauro Brusaferri all’insegna del ballo liscio. P. M. IL GAZZETTINO (BELLUNO) Al convegno organizzato da Ceis e Comunità Valbelluna duro
intervento del leader della consulta provinciale studentesca Dai ragazzi atto d’accusa alla
scuola
«Per i prof conta solo il nostro
rendimento, ma non c’è nessun rapporto. Mancano figure di riferimento» Limana Convegno a Limana ieri su "I giovani, i rischi, le
speranze, le risorse. La responsabilità degli attori sociali per aiutare i
giovani a crescere davvero", organizzato dalla Comunità Montana Valbelluna
e dal Ceis. Per Ezio Lise, assessore provinciale, servono interventi più
strutturati, non solo zonali, ma estesi a tutta la provincia con risorse
continuative e costanti. Un accenno anche all’esagerazione della stampa sul
fenomeno del bullismo sul quale è tornato il capo della Squadra Mobile, Mauro
Carisdeo: «La creazione di un sito a disposizione dei giovani per la denuncia
di episodi di bullismo è stata una cosa positiva, ma il fenomeno è stato
enfatizzato rispetto alla dimensione reale: il link approntato con la Prefettura,
infatti, ha registrato solo 10 segnalazioni in un anno delle quali la maggior
parte con frasi di presa in giro». Assente secondo il dirigente che ha vissuto
diverse esperienze in altre città, il fenomeno dei quartieri a rischio.«A
Belluno non ci sono bande e la stampa dovrebbe andar cauta del far di singoli
episodi di bullismo o vandalismo fenomeni diffusi che non fanno che creare
insicurezza». Positivo invece il progetto che la Questura sta portando
nelle scuole sulla legalità in cui insegnare i comportamenti corretti e come
evitare i rischi. Azione sul territorio anche da parte del Sert che con l’unità
mobile si reca nei centri di aggregazione come sagre e concerti di massa per
far fronte all’uso dell’alcool. Azione attiva anche da parte dell’Ufficio provinciale
scolastico che ha istituito uno Sportello di ascolto seguito dalla dottoressa
Possamai pubblicizzato dal sito www.istruzionebelluno.eu in cui si offre la
possibilità ai ragazzi di esprimersi, di essere ascoltati, di incontrare
persone che possano rispondere ai bisogni e con le quali trovare delle
soluzioni per i problemi personali o scolastici. Tale progetto non va a
sostituire o sormontare il sito specifico sul bullismo attivato dalla
Prefettura.Ma di cosa hanno realmente bisogno i giovani?Negli interventi sono
emersi alcuni fattori prioritari: essere ascoltati, essere amati, avere degli
adulti di riferimento, ritrovare un senso e un significato alle proprie
giornate, imparare a sentire i bisogni, ad esprimerli a ricevere una risposta.
I giovani chiedono ascolto e proposte in cui investire le proprie capacità,
chiedono una scuola attraente, crescere in autonomia che sia indipendenza ma
con radici di riferimento, chiedono una scuola dove sia curata la relazione. Alessio Riccardi, presidente della Consulta provinciale
studentesca, nel suo intervento ha tracciato un atto d’accusa per la scuola:
«E’ vero, mancano figure di riferimento. Vorremmo trovarle nella scuola, ma
sotto questo aspetto ne registriamo il fallimento. E sono certamente di più i
prof che ostacolano la crescita formativa dei giovani di coloro che la
agevolano, tanti guarda caso fissano l’interrogazione il giorno dopo
un’assemblea. Puntano solo al rendimento degli studenti, ma nella maggioranza
dei casi non c’è nessun rapporto tra insegnanti e studenti». E per i genitori?
Un sostegno, un imparare a comprendere come sta avvenendo con il progetto del
Ceis con il supporto ai genitori di figli con difficoltà di apprendimento. Ed
inoltre, nelle parole dello psichiatra Paolo Crepét, il poter dare tempo ai
figli, condividere, conoscere per rendere una famiglia presente e in ascolto. Cristina Orsega IL GIORNALE DI VICENZA.IT Gli alunni fanno sentire la loro
voce
Rifiuti, alcol e auto I bimbi di
Campese scrivono al sindaco
(r. f.) I piccoli bassanesi fanno sentire la propria voce
sui grandi temi cittadini e scrivono al sindaco Gianpaolo Bizzotto una lettera
ben circostanziata denunciando alcuni problemi sociali. Una sorta di protesta costruttiva la loro, poiché per
ciascuna situazione evidenziata, indicano le possibili soluzioni. Dai rifiuti ammassati attorno alle aree ecologiche
all’abuso di alcol tra le giovani generazioni passando per la viabilità e
l’eccessiva velocità con la quale procedono gli autoveicoli sulle arterie dei
centri abitati. Sono questi i nodi rilevati e sui quali gli allievi della
classe quinta della primaria IV Novembre di Campese hanno inviato al primo
cittadino una lettera aperta, ben formulata e molto precisa, dimostrando
serietà e un’attenta analisi delle problematiche prese in considerazione. “Rifiuti ingombranti: per chi suona la campana?”, con
questa simpatica ma incisiva premessa i ragazzini affrontano la questione delle
immondizie. «Davanti alla nostra scuola ci sono i contenitori per la
raccolta differenziata, quindi per la carta, la plastica e il vetro - scrivono
i firmatari - ma spesso, sulla strada e anche nel nostro cortile, nei pressi
della siepe, finiscono pezzi di vetro, chiodi e altri materiali e residui di
rifiuti. Succede che qualche bambini li raccolga o li pesti con il rischio di
ferirsi. Tutto questo risulta pericoloso. Senza dire che mentre stiamo
svolgendo lezione capita che arrivi l’automezzo per la rimozione dei rifiuti
creando un rumore fastidioso. Per questi motivi proponiamo di spostare le campane
in un sito più adeguato». Un’altra questione denunciata riguarda l’abuso di alcol da
parte dei giovani. Un disagio per il quale suggeriscono a Bizzotto di far
chiudere i locali alla mezzanotte o almeno di provvedere affinché dopo
quell’ora i gestori non somministrino bevande alcoliche. «Se di sera decidiamo di fare quattro passi per le vie del
centro, lo spettacolo che ci troviamo di fronte non è dei migliori - scrivono
nella missiva -: un fiume di ragazzi, anche minorenni, con il bicchiere pieno
in mano!!!.. Ciò è molto grave. L’alcol altera l’equilibrio del soggetto e, al
di là dei danni personali, chi beve e si mette alla guida di un veicolo mette a
repentaglio la propria vita e quella degli altri, pedoni compresi». Infine, l’ultimo problema: il traffico veicolare per il
quale gli allievi della primaria chiedono al sindaco una maggiore vigilanza da
parte della polizia locale e delle altre forze di polizia. Soprattutto di sera
e durante l’orario di ingresso e di uscita dalla scuola. «A Campese c’è un’importante arteria stradale - spiegano - lungo la quale si verificano spesso incidenti anche gravi a causa dell’elevata velocità con la quale transitano le auto e i mezzi di trasporto. La nostra scuola e quella dell’infanzia sono vicinissime a questa strada, e noi bambini siamo preoccupati. Vorremmo pertanto suggerire di far aumentare la vigilanza». IL TEMPO Alcolismo
OGNI giorno si sente parlare sempre di più di abuso di alcol . I motivi che spingono un giovane a bere sono il sentirsi forte e accettato in un gruppo e l’eccessiva timidezza. I ragazzi non si rendono conto di quanto male si facciano, perché l’alcol ha potere psicoattivo, crea dipendenza fisica, psichica, dà assuefazione e implica pericolosità individuale e sociale. Le ricerche e i sondaggi effettuati al fine di scoprire quanti giovani bevono e quanti di essi si ubriacano hanno avuto dei risultati sbalorditivi. In Italia i giovani che hanno bevuto almeno una volta una bevanda alcolica nell’ultimo anno sono tantissimi, il 19,5% dai 11-15 anni, il 50,9% dai 16-17 anni, il 68,7% dai 18-19 anni e il 74,3% dai 20-24 anni. Da tale ricerca risulta che l’Italia è il paese europeo dove si comincia a bere prima, perché a 12 anni il 70% dei teenagers conoscono già l’alcol, mentre nel resto d’Europa questo fenomeno accade dopo i 14 anni. In Inghilterra il 50% dei quindicenni beve alcol almeno una volta alla settimana e il 90% si ubriaca, in Spagna il 34% dei giovani tra i 14-18 anni eccede una volta ogni 10 giorni, mentre il 58% soltanto ogni tanto, in Francia 8 giovani su 10 tra i 15-17 anni bevono alcol almeno una volta alla settimana e il 30% della mortalità è causata dall’alcolismo, mentre in Germania il 21,9% dei berlinesi tra i 15-16 anni si sono ubriacati almeno una o due volte negli ultimi 30 giorni. Gli esiti di questi sondaggi sono sorprendenti e, nonostante il numero alto delle vittime degli innumerevoli incidenti causati dall’alcol, nessuno cerca almeno di diminuire la quantità di alcol assunta. E’ sicuramente necessario prendere provvedimenti più drastici per risolvere questo problema. Inoltre, è opinione condivisa da molti che la pubblicità incida notevolmente sul consumo d’alcol, soprattutto nei paesi con forti interessi in questo settore, dove la spesa per la pubblicità è nettamente superiore a quella destinata alla lotta contro l’alcolismo.Infatti essa tende a proporre nuovi valori associando simbolicamente alcol, ricchezza, sesso, salute. Inoltre, la sovrabbondanza e il prezzo accessibile di molti bevande alcoliche sono un incentivo all’acquisto e al consumo. Le soluzioni relative al problema sono parecchie, ma il primo passo dovrebbe essere fatto in famiglia dai genitori attraverso l’educazione dei ragazzi nella comprendere quanto l’alcol possa far male e sia ingannevole. Bere fa sentire "migliore" per una sera, ma il giorno dopo come ci si sente? Quindi come aiutare gli adolescenti che si ritrovano ubriachi e senza pace? Lottare contro la schiavitù della bottiglia non è facile, ma si può. Roxana Nohai 4 A Mercurio EMERGENZA ALCOLICSMO (Tratto da Giornal.it) Alcol e
giovani, progetti per cambiare le brutte abitudini
Ci sono alcune iniziative a livello provinciale per
cercare di cambiare le brutte abitudini dei giovani d’oggi in rapporto con
l’alcol. Un fenomeno tristemente presente anche tra i nostri ragazzi che sempre
di più e sempre ad una età inferiore si avvicinano al bicchiere. Domani verranno premiati i ragazzi che hanno pensato agli
slogan e i loghi più efficaci per disincentivare l’uso di alcol tra i giovani.
Il progetto, ha visto la partecipazione degli studenti classi seconde delle
scuole Manzoni, Straneo, Cavour di Alessandria e Valenziano di Tortona. Studenti e insegnanti si sono confrontati con gli
operatori dell’equipe prevenzione dell’ ASL 20 e 22 sul tema dell’alcol, a
partire da una revisione ed analisi critica dei messaggi pubblicitari sulle
bevande alcoliche. I dati rilevati a livello nazionale indicano che è in
aumento l’abuso di alcol tra i giovani e i giovanissimi (secondo le più recenti
statistiche la prima assunzione di alcol avviene tra gli 11 e 12 anni) e che la
tipologia dei consumi alcolici nei ragazzi si differenzia profondamente da
quella caratteristica degli adulti. Rispetto al passato sono avvenuti infatti
notevoli cambiamenti nello stile del bere: se prima erano era prevalente il
consumo settimanale di vino durante i pasti, negli ultimi 10 anni si assiste ad
un abuso di alcol durante il fine settimana e a frequenti episodi di “binge
drinking” (più di 5 bevande alcoliche nell’arco della serata). I progetti variano da interventi
di informazione e educazione alla salute, diretti ad accrescere nei destinatari
la consapevolezza del proprio atteggiamento verso la salute, a interventi di
supporto alla nascita del gruppo-classe, destinati a sostenere i processi di
conoscenza e integrazione tra gli allievi del primo anno di scuola superiore, a
progetti di “Peer Education”, che prevedono la costituzione, nell’ambito di
Istituti Scolastici, di gruppi di adolescenti disposti ad assumersi il ruolo di
attori primari nella progettazione e realizzazione di iniziative di prevenzione
rivolte a coetanei, fino all’attivazione di gruppi di discussione a termine a
ragazzi che presentano consumi occasionali, abusi di sostanze, difficoltà
evolutive. Il lavoro di prevenzione nel Ser.T. non è tanto finalizzato ad evitare il disagio, quanto piuttosto, volto a promuovere il benessere. IL GAZZETTINO (BELLUNO) Santa Giustina Moira Fiorot, ... Moira Fiorot, consigliere di minoranza di Santa Giustina,
scrive a "Il Gazzettino", sull’incidente mortale avvenuto nella
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