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Controlli Velocità in Francia: spariranno i cartelli di preavviso per i radar “non è una questione finanziaria, la vita è più importante”: dunque, il governo di Fillon parte con un nuovo giro di vite

La posizione dei dispositivi resterà comunque trasparente, sui GPS e sui siti istituzionali. Altre 1000 postazioni entro il 2007


(ASAPS) PARIGI, 26 maggio 2007 – Le migliaia di postazioni radar, disseminate in Francia in ogni angolo “nero” di strade nazionali e dipartimentali, potrebbero diventare più insidiose, se è vero che, al vaglio del governo, ci sarebbe l’intenzione di togliere i segnali di preavviso dei dispositivi. La lotta alla sinistrosità stradale in Francia, lo abbiamo scritto decine di volte, è stata una priorità nazionale fin dal 2002, anno della seconda rielezione di Chirac all’Eliseo. Purtroppo però, dopo anni di continuo miglioramento, complice anche un inverno eccezionalmente mite, i primi 4 mesi del 2007 hanno mostrato (con la sola eccezione di marzo), una pericolosa recrudescenza della mortalità. Secondo gli esperti del Dipartimento Interministeriale della Sicurezza Stradale, una parte di colpa sarebbe da attribuire ad una non meglio precisata “amnistia” - continuamente annunciata dai media - che riguarderebbe tutti gli illeciti stradali (amministrativi e penali). Nicolas Sarkozy, neo capo dello stato, ha subito tarpato le ali ad ogni speranza, negando con forza la possibilità che un atto di clemenza cancelli le condanne, le decurtazioni di punti o le sanzioni amministrative nel frattempo comminate. L’annuncio che i segnali di avvertimento delle postazioni per il rilevamento della velocità sarebbero sul punto di essere rimossi, sta creando nella Francia un vero e proprio tourbillon di polemiche, tra chi è d’accordo e tra chi invece si oppone con tutte le proprie forze all’iniziativa.

La “colpa” di tanto parlare è di Alain Juppé, vecchio portavoce del governo Chirac ed attualmente ministro dell’ecologia e dello sviluppo del governo di Francois Fillon appena nominato da Sarkozy. A dire il vero, non si tratta di una decisione già presa, ma – come è stato precisato da fonti governative – di una prospettiva in corso di valutazione. “I dati sulla sicurezza stradale – ha detto Juppé all’uscita del consiglio dei ministri del 23 maggio – non vanno affatto nella giusta direzione. La situazione si sta degradando ed è necessario riflettere sulle ragioni di questa evoluzione negativa. Bisogna fare una diagnosi e decidere quali siano le misure più opportune da intraprendere”.

Ma, alla fine, i cartelli, saranno tolti o no? Uno dei collaboratori più stretti di Juppé, Dominique Bussereau, suo segretario di stato ai Trasporti, ha detto senza mezzi termini che non è possibile escludere una decisione in tal senso: spiegando le ragioni del provvedimento, Bussereau ha detto che aumentando il timore di essere sanzionati, non potendo più sapere dove i dispositivi saranno installati, gli utenti della strada dovranno alzare il piede dall’acceleratore. “Oggi, questo accade solo nei pressi di una postazione radar”. Troppo comodo?
In Italia, l’operazione Trasparenza, decisa dal ministero dell’Interno, ha certamente dato i suoi frutti, e se non è chiaro dove l’autovelox sia stato piazzato con esattezza, è ovvio che la velocità media nelle aree dove l’attività di controllo sia stata precedentemente annunciata, diminuisca sensibilmente, facendo al contrario aumentare la sicurezza stradale.

La presenza del cartello di preavviso, anche in Francia, è considerata un “diritto naturale” di chi si trova al volante, ma nessuna legge lo prevede specificatamente. Secondo il prestigioso settimanale “AutoPlus”, la decisione finale dovrebbe essere presa entro il mese di giugno, quando l’iniziativa politica di Dominique Boussereau si concretizzerà con un documento ufficiale nel quale l’intera questione sarà affrontata scientificamente. “La decisione non è stata ancora presa – ha aggiunto il segretario di Juppé – ma non si tratta di una questione economica. Tutti i dispositivi GPS hanno una cartografia che indica la presenza dei radar, che del resto è pubblica. Noi pensiamo a togliere i cartelli, mantenendo però la conoscenza cartografica dei punti di rilevamento. Non è un modo per aumentare gli incassi, ma per salvaguardare la vita”. E chi aveva sperato in una tregua dell’azione di contrasto, è rimasto deluso: sono in arrivo nuove postazioni radar fisse, ed entro il 2007 un altro migliaio di apparecchiature entrerà in funzione. (ASAPS)

Sabato, 26 Maggio 2007
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