QUOTIDIANO.IT Progetto "Peer Education ed
Alcol"
Ascoli Piceno
L’iniziativa è volta a diffondere,
attraverso una metodica innovativa, la consapevolezza di un uso responsabile delle
sostanze alcoliche tra gli studenti degli Istituti superiori dell’area
ascolana. Lunedì 28 maggio, alle ore 12,30, presso la sala riunioni
del Servizio Formazione Professionale (2° piano della sede di via Kennedy) si
terrà la conferenza stampa di presentazione delle conclusioni del progetto
denominato "Peer Education ed Alcol", volto a diffondere, attraverso
una metodica innovativa, la consapevolezza di un uso responsabile delle
sostanze alcoliche tra gli studenti degli Istituti superiori dell’area ascolana. "ALCOL, I PIACERI DELL’USO E I DISPIACERI
DELL’ABUSO", SEMINARIO IN PROVINCIA Bologna - Mercoledì 30 maggio, dalle 9.30 alle 13.30, nella sala
Zodiaco di palazzo Malvezzi (via Zamboni, 13 Bologna) si svolgerà il seminario
“Alcol-i piaceri dell’uso e i dispiaceri dell’abuso”, che presenta il percorso
progettuale e spettacolare “Disco Palace e la crew dei Pini”, realizzato
nell’ambito delle iniziative di sensibilizzazione e prevenzione sull’uso/abuso
delle sostanze alcoliche tra giovani. Carlo Fusi Se prevenire
A tutto svantaggio dei ragazzi i quali, non trovando
limiti e non venendo scoraggiati, sono indotti a spingersi sempre oltre nella
loro esplorazione. Secondo l’Osservatorio regionale sulle dipendenze nella
Regione Veneto più del 25% dei ragazzi tra i 12 e i 24 anni ha sperimentato la
cannabis e il 15% di loro la usano abitualmente. Sempre secondo i dati di
questo osservatorio, se i giovani mostrano di avere una elevata percezione del
rischio per sostanze come l’eroina, le anfetamine e la cocaina, tale percezione
si abbassa notevolmente per l’alcol e la cannabis. IL PIANO DELLA TURCO
«In tutte le scuole lotta alla droga con blitz dei Nas» Milano. Il ministro della Salute Livia Turco proporrà al ministro dell’Istruzione Fioroni di avviare «un’attività ispettiva dei Nas nelle scuole di tutta Italia». Lo ha annunciato lo stesso ministro della Salute ieri a Milano dove si è tenuta la celebrazione per gli 80 anni dell’Avis. La proposta del ministro arriva per l’allarme droga a scuola sorto dopo i recenti casi, quello del ragazzo di 15 anni della provincia di Milano morto in classe dopo aver fumato uno spinello all’intervallo e quello del preside di un istituto di Torino che ha chiamato i carabinieri perchè si era accorto che tra gli alunni circolavano sostanze stupefacenti. «Sarà utile fare una verifica a tappeto e attivare una ispezione dei Nas», ha spiegato il ministro della Salute che però ha ribadito anche la necessità di cambiare la normativa attuale che «è severissima nel colpire il consumo ma non serve a nulla. Bisogna invece fare una politica più severa per combattere il traffico di stupefacenti». Il ministro della Salute ha anche detto che per tutelare i ragazzi, affinchè non si diffondano in modo così capillare sostanze stupefacenti, spesso tagliate con sostanze altamente nocive, «c’è un lavoro educativo da fare ed è la cosa più faticosa ma è fondamentale. Il ministro Fioroni così commenta la proposta: «Dobbiamo prima di tutto rendere i ragazzi consapevoli dei rischi che corrono con l’uso di alcol e droga». Secondo Fioroni «l’azione educativa è prioritaria». Contrari, invece, i genitori alla proposta della Turco. «No ai Nas nelle scuole, sì al controllo del territorio, alla prevenzione e all’informazione» è quanto dichiara Donatella Posselli, presidente dell’Unione italiana genitori. «La proposta della ministra Turco di inviare i Nas nelle scuole non ci trova d’accordo», perchè, spiega in una nota il presidente dell’Unione genitori, Donatella Poselli. «Ben venga, invece, il controllo dei Nas ma sul territorio: le forze dell’ordine devono intervenire per reprimere lo spaccio nei luoghi maggiormente frequentati dai ragazzi» e ciò «fuori dalle scuole, discoteche, palestre, ecc.». Droga: Turco, mandiamo i Nas nelle
scuole
"Depenalizzare il consumo e
vigilare che nelle scuole non circoli la droga rientrano nella stessa
strategia". Così il ministro della Salute, Livia Turco, in un’intervista a
La Stampa Mentre sulla Ss. 417 Ct-Gela si
continua a morire…
Mentre sulla Ss. 417 Ct-Gela si continua a morire, c’è chi
combatte e si adopera per non dimenticare le vittime e per far capire ai
giovani che rispettare le regole e il codice della strada evita stragi e salva
molte vite. Nuccio Merlini Hanno lavorato dall’alba al calar
della sera per sistemare il parco dopo i bagordi della festa di Mesiano Hanno lavorato dall’alba al calar della sera per sistemare il parco dopo i bagordi della festa di Mesiano. Un lavoraccio che però i ragazzi dell’Asi Leonardo ieri hanno affrontato con il sorriso sulle labbra. «Siamo soddisfatti per come sia andata questa edizione. Innanzitutto dal punto di vista meteo: ci aspettavamo l’acqua fin dal mattino, ma per fortuna la pioggia è arrivata solo nella tarda serata. E poi, parlando con i responsabili del punto di soccorso della Croce Rossa, quest’anno i ricoveri sono stati meno delle edizioni passate», spiega Valerio Mancini, vicepresidente dell’Asi Leonardo. È andata bene, dunque, la 14° edizione che quest’anno è coincisa con il decimo compleanno dell’associazione che organizza l’appuntamento primaverile più atteso dagli universitari trentini. Eppure più di una decina di giovani sono stati portati in ambulanza al pronto soccorso di Trento per intossicazione alcolica. Ed una trentina sono quelli che hanno smaltito la sbornia nell’infermeria allestita nei locali della mensa. «Ma ci sono solo quelli che bevono troppo - evidenzia Mancini - quando si parla di interventi della Croce Rossa intendiamo qualsiasi richiesta di aiuto. C’è anche chi scivola o si fa male ad un braccio». Alcol ne girava sabato sera a Mesiano, tutti se ne sono accorti. Eppure i numeri rispecchiano solo in parte la realtà. «Sono rimasti chiusi metà dei fusti di birra che avevamo prenotato per la festa: su 200 (che corrispondono circa a 6000 litri di birra, ndr) ne sono stati aperti 104. Quest’anno abbiamo cercato di arginare il problema con i controlli all’ingresso per vietare l’introduzione di lattine e bottiglie di alcolici. Purtroppo molti sono riusciti ad aggirare l’ostacolo. Ce ne siamo resi conto, ma purtroppo non facciamo i miracoli. Abbiamo un servizio di sicurezza che ha fatto lavoro eccezionale, ma ci vorrebbero 50-60 persone per riuscire a coprire l’intero perimetro della facoltà». Sono stati 5600 i biglietti venduti, ma ben di più le persone che sono riuscite ad entrare nel parco di Mesiano. «Il tetto di biglietti è dato dal numero di presenze massime previste per motivi di sicurezza. Certo, non sono arrivati tutti allo stesso momento e contare le presenze complessive sarebbe impossibile, ma possiamo dire che il 90% dei portoghesi è rappresentato dagli studenti delle scuole superiori». Il giorno dopo la festa, oltre a ripulire il parco assieme ad una ditta specializzata, i dodici dell’Asi Leonardo contano anche i danni. «Meno gravi dell’anno scorso - sostiene Valerio Mancini - Pur di entrare, alcuni si organizzano con attrezzi di ogni genere per forzare la recinzione, per abbattere i paletti. La scorsa edizione hanno divelto un centinaio di metri di rete, quest’anno per fortuna abbiamo trovato solo qualche "varco". Cento giovani sono stati scoperti in flagranza proprio mentre stavano scavalcando e sono stati accompagnati direttamente fuori». Qualche idea per il prossimo anno, per migliorare l’organizzazione ed evitare l’abuso di alcol? «Questa probabilmente sarà la mia ultima festa di Mesiano: il prossimo anno conto di laurearmi - spiega Mancini - Certo è che chiederemo ancora consiglio alle forze dell’ordine, come è accaduto quest’anno, per evitare disordini. Nei prossimi giorni avremo modo di sondare le impressioni di questa edizione. Una critica però l’abbiamo già avuta: secondo alcuni studenti, i gruppi che suonavano erano poco conosciuti». NEGRAR. Due giovani e un vecchio mezzo da 18 metri: per il
ministero è «prototipo». E forse può cambiare davvero qualcosa Un bus anti-stragi ma con il bar
Barbus: luci soffuse, ritrovo,
relax. Gli ideatori: «Viaggi sicuri e senza noia»
Negrar. Spostarsi in autobus è noioso e alienante?
Nell’immaginario di molti pendolari e viaggiatori il mezzo pubblico significa
lunghe attese, calca nel salire e scendere, ma anche solitudine e tedio. E se
una volta tanto a bordo si potesse bere un caffé, chiacchiere al banco, accomodarsi
su un divanetto e ascoltare musica? Altro che automobile, traffico e stress da
guida. Camilla Madinelli Parlare con le mani, ascoltare con
gli occhi. La storia di Pino Roveredo Intervista allo scrittore
triestino, figlio di genitori sordomuti, che ha conosciuto in passato il
manicomio, il carcere, l’alcolismo. A rinascere ogni volta lo ha aiutato la
scrittura, fino ad aggiudicarsi il premio Campiello TRIESTE - È una storia, direbbe Battisti, di discese
ardite e di altrettante risalite. Pino Roveredo, triestino classe 1954, ha
conosciuto in passato il manicomio, il carcere, l’alcolismo. A rinascere ogni
volta lo ha aiutato la scrittura, “la voce intima – spiega – che può trovare il
coraggio di scrivere nella disperazione e convincersi che nessuno è
irrecuperabile”. Con i racconti delicati, crudi e poetici del suo libro
“Mandami a dire” (edizioni Bompiani) ha vinto nel 2005 il prestigioso premio
Campiello, narrando storie di emarginati e “ultimi in classifica”. E deve il
dono di scrivere al fatto di essere figlio di genitori sordomuti: lo ricorda
anche in questa intervista, pubblicata dalla rivista “Effeta” della Fondazione
Gualandi di Bologna. Roveredo, perché questa esperienza
è stata così importante?
“Ho la fortuna di aver conosciuto il silenzio prima del
rumore. Per anni, con papà e mamma, ho parlato il linguaggio dei gesti. E forse
devo a questo un certo mio modo di scrivere, di togliere e aggiungere alle
frasi, di tagliare i verbi. Nell’abbraccio infinito del silenzio, ho imparato
che comunicare con i gesti richiede un’esplosione di fantasia per capirsi,
distinguere. Ci vogliono anche molto rispetto e attenzione, come ho scritto nel
primo racconto del mio libro, per parlare con le mani e ascoltare con gli
occhi. E non si può mentire: perché la distrazione del destino che ha tolto ai
sordi un senso, ne agevola altri. Me ne sono accorto fin da piccolo. Era
inutile provare a imbrogliare i miei genitori: se recitavo, mi scoprivano
subito. Mia madre, poi, aveva una sua capacità di invenzione tutta speciale”. Quale? “Guardava molto la televisione, film e sceneggiati. Non
poteva sentire i dialoghi, ma dopo ne ricostruiva le trame, le sconvolgeva a
suo modo, me le rinarrava a gesti con grande creatività. Mi ha lasciato questa
abitudine: ancora oggi, a volte, se guardo un telefilm tolgo l’audio e mi
reinvento la storia”. E di suo padre che ricordo ha?
“Per lui, calzolaio, era un gran vanto che io sapessi
scrivere. Ma soprattutto che sapessi cantare. Mi portava in osteria, io
intonavo a gran voce ‘Ciao ciao bambina’ di Modugno per gli avventori del
locale. Ed era una festa: mio padre incassava in compenso abbondanti bicchieri
di vino, io un po’ di monete”. Dopo questa infanzia tante
esperienze difficili, tra cui il carcere e la dipendenza dall’alcol. Una vita
tra gli “ultimi” della società, e poi il successo come scrittore… “Per carità. Degli ultimi mi sento sempre parte
integrante. Non vorrei per tutta la vita diventare ‘primo’ in qualcosa: dopo,
non rimane più spazio per niente. La grande gioia del Campiello vale per me un
penultimo posto. Lo sa? Da mio padre ho ereditato anche un grande amore per il
ciclismo: ma la mia passione sono i gregari, non i campioni. Su questo ho
scritto anche un racconto, ‘Il maiale col fiocco’. L’ho dedicato ai miei figli,
con l’augurio di essere qualche volta maglie nere, senza l’ansia di diventare a
tutti i costi primi in classifica. È la brutta ansia di questa nostra società
che rifiuta di conoscere la sconfitta, e insegna ai ragazzi a viverla come un
dramma. Senza capire che, invece, è un passaggio della vita”. Per questo lei lavora come
operatore di strada per i giovani tossicodipendenti?
“È il mio modo di continuare a salvarmi, provando ad
aiutare altri a salvarsi. È un modo anche egoista di ricordarmi chi sono stato
e posso tornare ad essere. Il mio percorso passato mi dà più facilità di
approccio con questi ragazzi: li incontro per strada e mi sentono come uno di
loro, uno che ha vissuto le loro situazioni”. Di tossicodipendenze, oggi, si
parla meno che in passato. “È perché il disagio, nella nostra società, corre con la
velocità della notizia. Oggi Simone Cristicchi vince a Sanremo con una canzone
che parla di matti, e di colpo tutti scoprono il disagio dei malati
psichiatrici. Domani si girerà pagina e sarà tutto dimenticato”. Si può insegnare ai più giovani un
modo diverso di pensare, che non abbia il tabù della sconfitta? “Si può insegnare loro a portare rispetto per i più deboli. Per qualsiasi debolezza. Io vado spesso nelle scuole, medie e superiori, perché ‘Mandami a dire’ è stato adottato come testo di lettura in più di duecento istituti. Mi faccio accompagnare a volte da Marita, una ragazza sordomuta di Pordenone: io leggo brani del libro, lei traduce con il linguaggio dei gesti. È anche un modo per far capire a chi non è sordo la pazienza degli occhi, l’attenzione che ci vuole nel dialogo, nell’ascoltare l’altro senza interrompere. È un’educazione che oggi si sta perdendo. Troppo spesso guardiamo senza vedere, e ascoltiamo senza sentire”. (Luca Baldazzi) Patta: in Italia scarsa cultura
della sicurezza alimentare
Roma, 28 mag. - “Devono essere compiuti ancora molti
sforzi per far crescere una cultura della sicurezza e della salute che vede
impegnati tutti gli attori sociali del paese”. Lo dichiara al VELINO il
sottosegretario alla Salute Gian Paolo Patta facendo riferimento a quanto
emerso in questi giorni riguardo le possibili contaminazioni della catena
alimentare da diossine e da altre sostanze cancerogene e nocive. (…) Questione sulla quale si è molto discusso ultimamente è la
proposta del ministro delle Politiche sociali Paolo Ferrero di vietare la
pubblicità degli alcolici negli spot televisivi e di riportare in etichetta avvertenze
chiare sui danni alla salute che essi possono provocare. “L’inserimento di
specifiche avvertenze sulle etichette delle bevande alcoliche – afferma Patta –
rende i cittadini più vicini all’adozione di stili di vita sani. È un’esigenza
che si pone soprattutto in relazione ai possibili danni indotti dal consumo
delle bevande alcoliche in alcune fasce a rischio. Anche gli Stati Uniti hanno
inserito queste avvertenze da tempo in tutte le bottiglie di vino”. Quello del
vino è un settore legato radicalmente alla tradizione italiana e alla dieta
mediterranea e sono molti i medici che ne esaltano le qualità salubri per
prevenire malattie cardiache. La preoccupazione delle organizzazioni agricole e
vitivinicole è quella di provocare in questo modo possibili danni a un settore
in crescita, quello legato al vino e che risulta essere molto diverso dai
superalcolici e dai soft drink, soprattutto nell’esportazione all’estero. (Edoardo Spera e Federico Tulli) Arrestati per aver aggredito gli
agenti dopo essere stati fermati all’uscita dell’A13
Botte ai poliziotti, in manette
Alla fine è scoppiata una zuffa nella sede della polizia autostradale di Rovigo. A finire in manette sono due persone, Laura Caparco, 51enne di Carbonera (Treviso) e Nasser Khelfi, 34enne algerino. Tutto è cominciato alle 5 di domenica mattina quando nelle vicinanze del casello autostradale di Rovigo la pattuglia della questura nota un’auto che si avvicina al casello. Prima di fermarsi al pedaggio le persone che sono sedute sui sedili posteriori si scambiano il posto, l’uomo che era al volante si siede sul sedile di fianco e al posto di guida si sistema una donna. Gli agenti fermano l’auto, l’algerino al volante è in evidente stato di ebbrezza, la donna sembra guidare sotto l’effetto di stupefacenti. Più tardi dall’auto spunteranno una siringa e un cucchiaio utilizzato per preparare la droga. Vengono accompagnati negli uffici della questura. La donna rifiuta di sottoporsi al test per verificare l’eventuale assunzione di droghe. Gli agenti comunicano che la sua patente è sequestrata. Laura Caparco si scaglia contro un poliziotto, interviene anche l’algerino, ne nasce una zuffa con due poliziotti che subiscono ferite giudicate guaribili in tre giorni. I poliziotti bloccano la 51enne di Treviso e l’algerino: vengono arrestati per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. La Agostini sta valutando quando
indire un consiglio comunale aperto sul caso
Dopo un mese Ahmetovic resta in
carcere
APPIGNANO - Un mese fa quattro ragazzi di Appignano
perdevano la vita in uno dei più tragici incidenti stradali che si siano mai
verificati nel nostro territorio. Un rom in stato di ebbrezza, Marco Ahmetovic,
affrontando contromano una semicurva, mentre percorreva la provinciale che conduce
ad Appignano, con il suo Fiat Ducato investiva quattro giovani che in sella al
loro motorino si stavano recando a Castel di Lama per degustare un gelato.
Subito dopo l’investimento il nomade veniva accompagnato al pronto soccorso del
Mazzoni per essere medicato ed il giorno seguente trasferito al carcere di
Marino del Tronto dove è tuttora recluso. I carabinieri intervengono al
pronto soccorso
ASCOLI - Sono dovuti intervenire i carabinieri per
allontanare dal Pronto Soccorso dell’ospedale Mazzoni un uomo che si era
presentato in evidente stato di ebrezza. Intorno alle 20 di martedì l’ubriaco,
che aveva creato qualche problema in quanto infastidiva la gente, è stato
accompagnato in ospedale dove l’infermiera dell’accettazione gli ha assegnato
il codice bianco e lo ha invitato a sedersi in attesa che lo potesse visitare
il medico di turno. S.C., Ubriaco a tutto gas si scatena
sull’A15. Denunciato
FERMATO DALLA STRADALE Ubriaco a tutto gas si scatena sull’A15 Denunciato II Prima ha alzato il gomito. Poi ha pestato il piede sull’acceleratore. E alla fine è incappato nella rete tesa dagli agenti della Stradale che con estrema cautela hanno stoppato la sua corsa scriteriata. Spiegando che scambiare l’A15 per una pista d’autoscontri può essere molto pericoloso. Protagonista di questa brutta storia di alcol e velocità un 40enne di origine piemontese che, nel pomeriggio di ieri, ha imboccato l’A15 in direzione Parma: peccato che prima di entrare nel casello l’uomo avesse fatto un carico davvero eccessivo di bicchierini. continua... Paura in centro, tenta di dar
fuoco ad una casa
CIVITANOVA - Sono stati attimi di vero terrore quelli che
sono stati vissuti ieri sera in via Zara, una traversa del centralissimo corso
Umberto I, la via dello shopping e della bella vita civitanovese. Erano da poco passate le 21,30 quando al centralino dei
vigili del fuoco di Civitanova è giunta un telefonata che segnalava la presenza
di fiamme al secondo piano di una palazzina appunto in via Zara.
Immediatamente, dalla caserma che si trova nei pressi dello stadio, sono
partiti uomini e mezzi dei vigili del fuoco in direzione centro. Un intervento
che si giocava sugli attimi, come si è appurato poi, una volta che i vigili del
fuoco sono giunti sul posto. Infatti un uomo, in preda a problemi di natura
mentale, aveva dato fuoco ad un materasso all’interno della sua abitazione, e
le fiamme minacciavano di estendersi al resto della casa. Decisivo l’intervento
dei vigili del fuoco per fermare il procedere delle fiamme, mentre sul posto
giungevano anche i carabinieri della Compagnia di Civitanova. Alcuni cingalesi avevano preso in
affitto la sala parrocchiale di Bertesina La festa finisce a bottigliate Cinque
arresti nel “saloon” Donna rifiuta un ballo e viene
colpita: scoppia una maxi rissa (i. t.) «Signora, permette un ballo?». «No, con lei non mi
va». E come riposta l’aspirante compagno, evidentemente deluso e su di giri,
afferra una bottiglia e la sfascia sulla testa della povera ragazza Lyana Pataben
Jayaweera, costretta a farsi accompagnare all’ospedale per l’evidente trauma. Ritirata la patente, altre 17
sospese sul Garda
Guida troppo brillo si schianta a
Marone
Aveva bevuto troppo con gli amici e, nonostante le
imperfette condizioni psicofisiche un trentunenne di Cortefranca, sabato sera
si è messo alla guida di una Bmw. Al suo fianco un amico che non si è
preoccupato delle condizioni del conducente. Dopo anni di difficoltà, nel 2006
sono aumentati del 5,5% per vino, acque minerali e birre. Il fatturato è
cresciuto del 6,1% Bevande, su i consumi fuori casa
Dopo anni di crisi, nel 2006 il circuito dei consumi fuori
casa ha vissuto un periodo di ripresa. Agli inizi della stagione estiva, il
Consorzio distributori alimentari (Cda) delinea un quadro dell’andamento del
mercato italiano del «beverage» nel 2006 e le prime previsioni per quest’anno. |