CORRIERE SALUTE Donato Greco: «25 mila morti
all’anno per alcol»
Gli italiani bevono poco e bene Lo dice una ricerca dell’Ispo di
Renato Mannheimer. Il Ministero della Salute :
«Attenzione però a messaggi troppo rassicuranti» ROMA - Gli italiani bevono poco e bene, associando il
consumo di alcolici alla buona tavola. Il 90 per cento infatti afferma di
bere poco, privilegiando la qualitá, mentre solo il 4% ammette di alzare
talvolta il gomito. Il 48% non beve per nulla, mentre il 23% beve spesso ma in
modo moderato (*). I dati sono stati forniti da una ricerca presentata oggi a
Roma dall’Ispo, l’Istituto per gli studi sulla pubblica opinione presieduto da
Renato Mannheimer. Tuttavia Donato Greco, a capo del Dipartimento di prevenzione
e comunicazione del ministero della Salute, punta il dito contro «messaggi
tranquillizzanti come questo, che noi non condividiamo in alcun modo». E
ricorda, a margine dell’incontro, che ben «il 14% degli italiani beve troppo»,
e che l’alcol «provoca 25 mila morti l’anno». Rappresenta, dunque, «un grosso
problema del Paese su cui occorre tenere desta l’attenzione». «Non abbiamo
misurato quanta gente si ubriaca in Italia - replica Mannheimer rispondendo ai
giornalisti - nè tantomeno i morti provocati dall’alcol. Ci siamo limitati a
fotografare, intervistando un campione di 806 italiani over 18,
l’atteggiamento culturale della popolazione. Ed emerge chiaramente che gli
italiani sono più moderati (**), più temprati sul fronte alcol, rispetto ad
altri popoli europei. Non cambierò certo la mia ricerca - prosegue - per motivi
politici. Ci limitiamo a rappresentare i fenomeni per quello che sono, e la
fotografia che emerge dal nostro studio è quella da noi descritta». http://mediacenter.corriere.it/MediaCenter/action/player?uuid=ebd861d6-0de5-11dc-b87d-0003ba99c53b
(***) IL MINISTRO: BENE MA ATTENZIONE
«I dati presentati oggi dall’istituto di ricerca del
Professor Mannheimer sul rapporto tra gli italiani e l’alcol, messo a confronto
con quello esistente in altri Paesi europei, appaiono in linea con quanto già
rilevato da precedenti ricerche dell’Oms» ha commentato il ministro della
Salute Livia Turco. «Queste ricerche evidenziano come l’ubriacatura, con
conseguente intossicazione acuta da alcol, resti un fenomeno ancora limitato
rispetto ad altri Paesi europei. Tuttavia sarebbe un errore sottovalutarlo,
perché le stesse statistiche dell’Oms ci mostrano un pericoloso incremento
dell’abitudine al bere per ubriacarsi, anche nel nostro Paese e soprattutto tra
i giovani. Basti pensare che se nel 1999 la percentuale dei giovani italiani
che si ubriacavano almeno tre volte in un mese era del 3%, nel 2003 (ultimo
anno di osservazione disponibile) risultava del 7%. Quindi più che raddoppiata,
anche se sempre inferiore a quella di molti Paesi europei. Per questo i
risultati dell’indagine di Mannheimer, per quanto confortanti laddove
mostrano una maggioranza di approcci corretti al bere (****), non devono fuorviarci
da una forte attenzione alla correlazione tra abuso di alcol e salute. RIMANE PROBLEMA ABUSO - Il Ministero della Salute nell’occasione ha
diffuso alcuni dati che dimostrano come l’abuso di alcool resta infatti uno dei
principali fattori di rischio di malattia e morte. (*****) •In Italia l’abuso di alcool
uccide almeno 20 mila persone ogni anno. •7 mila muoiono per cirrosi epatica •Oltre 2.500 giovani, perdono la
vita per incidenti stradali causati dal bere. •Più di 100mila italiani si ricoverano, ogni anno, in
ospedale per conseguenze dell’abuso di alcool •L’alcool contribuisce a tante malattie, dalle patologie
epatiche ai tumori, dalle malattie cardiovascolari a quelle nervose. D’altra
parte l’Italia è un Paese in cui il consumo di bevande alcoliche, e in
particolare di vino, fa parte di una radicata tradizione culturale e
l’assunzione moderata di alcol è una consuetudine alimentare molto diffusa,
oltre che socialmente accettata. (*) Nota: bastano questi primi dati per capire che il
titolo è impreciso. Un titolo più corretto poteva essere “Gli italiani pensano
di bere poco e bene”. Anche il dato riportato del 48% di astemi/astinenti sta a
significare che questi dati sono ben lontani dalla realtà. (**) Nota: “pensano di essere”, “dichiarano di essere”,
che è molto diverso da “sono”. Forse sono solo meno consapevoli, riguardo al loro bere. (***) Nota: questo video va visto,
perché rappresenta uno dei rarissimi esempi di informazione corretta e
scientifica in questo campo pubblicata su un organo di informazione di larga
diffusione. Complimenti ad Andrea Ghiselli, cui oggi questa rassegna
viene inoltrata per conoscenza. (****) Nota: ancora, mi ripeto:
non sono “approcci corretti”, ma persone che ritengono di avere un
approccio corretto. Chi si occupa di problemi alcolcorrelati sa bene l’enorme
differenza. (*****) Nota: riguardo all’utilizzo del termine “abuso”, indefinibile dal punto di vista pratico e scientifico, ho già scritto molte volte in rassegna su quanto a mio modesto parere sia un gravissimo errore, perché porta le persone a pensare che il problema riguardi sempre altri diversi da sé (ciascuno considera “uso” il proprio bere, “abuso” quello di qualcun altro), lasciando così le cose come stanno e vanificando in questo modo ogni possibilità di risultato in termini di prevenzione.
Germania, addio bevute per i neopatentati Il parlamento approva il divieto assoluto per gli under 21
e per tutti coloro che sono patentati da meno di 24 mesi Nel paese della “velocità
consigliata”, si stringono le viti in materia di sicurezza
(ASAPS) BERLINO, 29 maggio 2007 – Era nell’aria, ma nonostante le polemiche e tante, tantissime delazioni, la fermezza teutonica non si è smentita: venerdì scorso il Bundestag, la Camera Bassa del parlamento federale tedesco, ha detto sì al divieto per i neopatentati che intendano mettersi al volante, di assumere alcolici. Dunque, il codice stradale germanico si modifica ed integra una disciplina in materia di ebbrezza, già considerevolmente rigida, nonostante il paese dei lander sia uno dei principali produttori mondiali di birra e figuri tra i maggiori consumatori di vino e di superalcolici. Il pacchetto, prevede che i giovani al di sotto dei 21 anni e tutti coloro che abbiano conseguito il titolo alla guida da meno di 24 mesi, considerati per la loro inesperienza più soggetti ad incorrere in sinistri stradali, anche in condizioni di alcolemia entro gli 0,5 grammi di alcol per litro di sangue, non possano toccare alcolici prima di mettere in moto. Un divieto analogo, è già in vigore da tempo per i conducenti professionali (trasportatori, tassisti, sanitari ed autisti di veicoli a noleggio), con l’aggravante del raddoppio della sanzione oltre la soglia degli 0,11% g/l. Le forze di polizia tedesche, per legge, possono obbligare il conducente a sottoporsi sia all’analisi dell’alito che al prelievo di sangue presso una struttura ospedaliera. Chiunque violerà la legge, incorrerà però in una sanzione da 125 euro, oltre alla decurtazione di due punti dalla patente: il discorso diviene invece penale in caso di incidente stradale. Da tenere però in debita considerazione il fatto che se un conducente neopatentato, evidenzierà anche la minima traccia di alcol, vedrà raddoppiare il periodo di prova della patente, da due a quattro anni. Soddisfazione è stata espressa dal ministro dei trasporti Wolfgang Tiefensee e dagli organi federali e locali di polizia, visto che nel solo 2005, in Germania, più di 2mila giovani autisti, di età compresa tra i 18 ed i 21 anni, sono rimasti coinvolti in incidenti stradali sotto l’effetto di sostanze alcoliche. La camera bassa del parlamento, ha votato il provvedimento a larga maggioranza, ottenendo voti anche dall’opposizione, grazie all’impegno della Grosse Koalition. (ASAPS) GB, ETICHETTE SALUTISTE SUI
DRINK (9Colonne) - Londra, - Informativa sui rischi per la
salute su tutte le bevande alcoliche in Gran Bretagna dall’anno prossimo:
lo ha annunciato il governo, che ha raggiunto un accordo con le aziende
produttrici del settore. Verranno create nuove etichette che includeranno
dettagli su quante unità alcoliche ogni drink contiene e i livelli da non
superare, per uomini e donne, se dopo aver bevuto ci si mette alla guida.
(*) L’iniziativa nasce dalla consapevolezza che in Gran Bretagna il binge
drinking, cioè consumare 10 o più unità in una sola sessione per gli uomini e 7
o più per le donne, è un grosso problema di salute pubblica. Oltre 7,1 milioni
di inglesi bevono in quantità che generano pericolo. Probabilmente le nuove
etichette includeranno anche le raccomandazioni per le donne incinte o che
desiderano concepire: il consiglio è di non bere alcol affatto, mentre in
generale la dose giornaliera per un uomo sano è di 3-4 unità al giorno e per
una donna di 2-3 unità. Un’unità di alcol equivale a 10 ml di alcol puro; in
pratica, una pinta di birra o un bicchiere di vino rosso o bianco contengono
due unità. (*) Nota: prima di mettersi alla guida, il livello da non superare è zero. Ingegnere sgozza la moglie per
gelosia
Belluno NOSTRA REDAZIONE
Uccide la moglie con un coltello da cucina e si
costituisce alla polizia. Erano le undici e 20 di domenica sera quando in Questura
è arrivata una telefonata: «Credo di aver ucciso mia moglie». Immediatamente è
scattato il pronto intervento. L’operatore del 113, registrato il nome e
l’indirizzo dell’uomo, invia due pattuglie, una della Volante e un’altra della
Squadra Mobile, che partono subito verso Cavarzano, destinazione l’appartamento
al terzo piano del condominio in via Alpago 56. Quando i poliziotti arrivano
nella abitazione trovano la donna a terra nel bagno, in un lago di sangue. Antonio Soccol, 49 anni, ingegnere edile alla Diab di
Fortogna, Longarone, azienda che produce materiali plastici, è stato subito
arrestato per l’omicidio della moglie, Miriam Parissenti, 44 anni, ostetrica ai
consultori dell’Ulss 2 di Feltre, entrambi di origini agordine. È stato l’uomo
ad indicare agli agenti il luogo in cui si trovava la salma, il bagno, prima di
mettersi nelle loro mani senza opporre alcuna resistenza. Inspiegabili al
momento, i motivi alla base del folle gesto. Qualcuno dice che l’uomo
bevesse un po’ troppo spesso, altri insinuano che la serenità familiare
fosse stata turbata da un adulterio. Ma potrebbe trattarsi anche di una
profonda crisi depressiva che ha avuto come conseguenza un’azione folle e
imprevedibile. Questa sarebbe l’ipotesi più accreditata al momento dai poliziotti
che indagano coordinati dal sostituto procuratore Roberta Gallego. Di certo,
quando i poliziotti sono arrivati nel condominio signorile rosso mattone, in un
quartiere residenziale del capoluogo, l’uomo era confuso ma non ubriaco. In uno
sprazzo di lucidità Soccol ha affidato la figlia dodicenne ai vicini. Prima
delle undici e mezzo ha suonato il campanello della dirimpettaia, l’ex
assessore all’istruzione Maria Teresa Cassol, chiedendole di tenere la piccola,
senza dare alcuna spiegazione.La ragazzina, come hanno accertato in seguito i
poliziotti, non ha visto né sentito nulla. Mentre il papà ammazzava la mamma,
lei dormiva nel suo lettino. La mattina dopo si sarebbe dovuta alzare presto,
per andare a scuola, in prima media. Invece si è trovata a passare la notte dai
vicini e la mattina è stata accompagnata dai nonni materni ad Agordo. «La mamma
si è sentita male ed è dovuta andare in ospedale» le hanno detto. Ma chissà se
con il sesto senso dei ragazzini la piccola ha intuito la tragica verità. Sul
posto anche i vigili del fuoco, cui il Suem ha chiesto di intervenire con
l’autolettiga. Ma appena giunti a Cavarzano, nella villetta fronte strada
proprio davanti alla casa di riposo Gaggia Lante, sono stati rimandati
indietro. Ormai, per la vittima, non c’era più niente da fare. La donna è stata
uccisa con più coltellate, pare due, alla gola. Quando i poliziotti hanno
aperto la porta del bagno hanno visto la vittima, che indossava il pigiama,
distesa a terra con il collo squarciato, immersa in un lago di sangue. Non
sembrerebbe che abbia reagito, né che abbia avuto una colluttazione con il
marito. Così come lui non aveva macchie di sangue sul corpo e sui vestiti. Su
un mobiletto era appoggiato un grosso coltello da cucina, con la lama
insanguinata. La Polizia Scientifica ha effettuato i rilievi del caso, che
saranno utili ai colleghi della Mobile per il proseguo delle indagini.
L’appartamento è stato messo sotto sequestro. Il magistrato ha disposto
l’autopsia. Simona Pacini IN TRIBUNALE. Assolto giovane
trentino Aveva bevuto mentre aspettava il
carro-attrezzi
Bassano Aveva bevuto, sì, ma mentre aspettava il carro-attrezzi,
non prima di mettersi al volante. Ieri, in Tribunale, Michele Ghilardi, 22
anni, di Spera (Tn), è stato assolto da un’accusa di guida in stato di
ebbrezza. Il 9 aprile 2006, mentre con due amici si recava a un concerto, il
giovane uscì di strada con la propria vettura, a S. Nazario. Erano le 20.30,
circa un’ora più tardi arrivò una pattuglia della Polstrada per i rilievi e solo
verso le 24, in ospedale, fu sottoposto al test alcolimetrico, risultato
positivo. Il giovane ha sempre sostenuto che, visto che il concerto era
perduto e che aveva delle birre in macchina, le consumò coi compagni in attesa
dell’autogru. I due amici hanno confermato la versione in aula. Il
Ghilardi è stato assolto. (*) (*) Nota: questo episodio
rappresenta in maniera esemplare la vergognosa situazione della mancanza di una
cultura dei controlli in materia di alcol e guida. Non è accettabile che chi ha un
incidente venga sottoposto a controllo dell’alcolemia dopo più di tre ore.
Ci fosse una logica, e una cultura
dei controlli, una persona che, uscito di strada, poi bevesse alcol sapendo
(e qui sta il punto) che verrà sottoposto ad un controllo dell’alcolemia
non solo non dovrebbe essere assolto, ma la sua manifesta stupidità dovrebbe
casomai essere valutata come un’aggravante. C’è ancora molto da lavorare. Appuntamenti domani e il 6 giugno Una vita senza alcol Due serate
con Acat per capire come si fa
Bere fa male. Assunto forse
banale, ma secondo l’Acat di Verona (Associazione Club Alcolisti in
Trattamento) spesso sottovalutato. Ecco quindi due incontri, domani e il 6
giugno, alle 20.30, nella sala polifunzionale di via Brunelleschi 12, zona
Stadio, per spiegare le conseguenze del consumo di alcol ed educare alla
sobrietà come stile di vita. «Le conseguenze non sono soltanto fisiche», spiega
Giampaolo Mazzi, presidente Acat Chievo, «ma anche e soprattutto sociali».
Gli incontri fanno parte del progetto «Un elefante non è una rosa», che
si propone di sensibilizzare alla prevenzione dei comportamenti a rischio
dovuti al consumo di alcolici e alla costruzione di una rete di solidarietà tra
associazioni con diverse finalità. Il progetto è rivolto a tutta la comunità, bambini,
giovani adulti e anziani, in linea con la filosofia da sempre adottata
dall’Acat: «Nei nostri club abbiamo sempre cercato di coinvolgere le
famiglie degli alcolisti in un cammino condiviso, condividendone le diverse
storie, le speranze, le gioie e i dolori». L’obiettivo dei Programmi Alcolici
Territoriali è da sempre quello di contribuire allo sviluppo di una comunità
con caratteristiche familiari. Gabriella, di un atro club Acat di Avesa,
riferisce che il problema dell’alcol colpisce uomini e donne di tutte le classi
sociali e professionali, con un aumento, negli ultimi anni, proprio delle donne.
Nei due incontri organizzati verrà applicata una tecnica innovativa che
prevede, accanto alle normali conferenze e dibattiti, un approccio teatrale per
coinvolgere il pubblico attraverso la messa in scena di monologhi e personaggi
che restituiranno le informazioni scientifiche e il luoghi comuni sotto forma
di vissuto tramite l’emozione espressa dalla grammatica corporea e della parola
recitata. L’Acat è un’associazione onlus privata che si occupa dei problemi
dovuti all’alcol secondo la metodologia dello psichiatra croato Vladimir
Hudolin: «Non serve abbandonare l’alcol se non inizia un cambiamento della
persona, della persona e della comunità». Per maggiori informazioni
chiamare l’Acat Verona Chievo allo 045.57.63.95. Alessio Pisanò MONSELICE «La proposta del no all’alcol nei locali notturni va
discussa al Tavolo sulle politiche giovanili» Monselice (O.M.) I giovani dimenticati. Sono quelli di Monselice.
Mai coinvolti nel dibattito sulla proposta di vietare l’alcol nei locali
notturni della città dopo l’una. Il confronto, con toni talora accesi, ha
coinvolto politici, gestori dei bar e associazioni di categoria. Mai loro, i
diretti interessati. A promuovere un’apertura verso i giovani è ora il gruppo
di minoranza "Per Monselice". «Penso che nessuno possa negare che la
concentrazione di tanti giovani nei locali notturni di Monselice , soprattutto
nei fine settimana - dice Francesco Corso dell’opposizione - ha generato
problemi. È necessario trovare una soluzione che tenga conto di tutte le
esigenze. Quello che mi stupisce è l’assenza di una proposta che ritengo quasi
ovvia: aprire un dialogo con i giovani». O.M. Giù dal viadotto per 30 metri Illeso l’automobilista che però è stato denunciato per guida in stato di
ebbrezza Un pauroso volo di 35 metri con l’auto dal viadotto
Giulfo, lungo la Ss 640, complici un bicchiere di troppo e l’alta velocità. Alla
fine del movimentato incidente verificatosi all’alba di domenica, C. F. nisseno
di 29 anni, è uscito completamente illeso dall’abitacolo della sua Fiat
“Punto”, ma non del tutto bene gli è andata quando gli agenti della Polizia
stradale si sono accorti che s’era messo al volante della sua auto ubriaco
fradicio. E, come se non bastasse, aveva pure esagerato nel pigiare il
pedale dell’acceleratore (*). Per lui, a quel punto, in un sol colpo, è
arrivata la denuncia all’Autorità giudiziaria per guida in stato di ebbrezza e
la sospensione della patente con effetto immediato, da cui per di più gli sono
stati decurtati 5 punti anche per l’alta velocità abbinati ad altri 10 punti. Valerio Martines
(*) Nota: l’euforia alcolcorrelata può portare a sottovalutare il pericolo, e quindi ad andare più veloci.
Ex Blur: "Orge con alcol e
cocaina"
Buttato oltre un milione di sterline Alex James l’aveva detto: "Sono il secondo membro
più alcolizzato della band più alcolizzata del Regno". (*) Oggi l’ex bassista
dei Blur ratifica in un libro, "Bit Of A Blue", in cui racconta di
aver speso più di un milione di sterline per acquistare champagne e cocaina.
"Facevo orge e spendevo tutti i guadagni ottenuti con il gruppo in alcol e
droghe" dice il musicista, che ha affiancato Damon Albarn nella sfida con
gli Oasis. (*) Nota: un titolo davvero prestigioso, bravo. Prima del sesso un goccetto Eva Mendes è riuscita a vincere l’imbarazzo di
girare scene hot bevendo vodka e succo d’arancia LOS ANGELES, - Eva Mendes ha rivelato il suo segreto per girare
le scene di sesso davanti alla telecamera: l’alcol. Nonostante abbia un fisico
invidiabile che mostra abitualmente sulle copertine dei giornali, la bella
attrice ha infatti rivelato di provare particole imbarazzo nel girare scene di
sesso sul set. La sua "prima volta" è stata con Joaquin Phoenix, che
veste i panni del suo fidanzato in We Own The Night, film di James Gray
presentato a Cannes. LIONI Si proietta il film su alcol e
giovani FLAMINIO BROGNA Lioni. Sarà proiettato questa mattina alle 10,30 presso il Cinema nuovo di Lioni il cortometraggio «Autunno blu» che tratta dell’abuso di alcol tra i giovani e delle stragi del sabato sera. La manifestazione rientra nella giornata finale della sesta edizione della Rassegna «Il cinema con tematiche sociali 2007», curato dall’Associazione Chiara Project Onlus con la regia di Loreta Di Chiara. Protagonisti gli alunni delle scuole medie di Lioni, Conza, Teora coadiuvati dai loro docenti. «Il grande successo ottenuto dai cortometraggi "La Cantina di Zio Peppe" e "Cuore di Pane", presentati con successo dalla Regione Campania al Salone dell’editoria della Pace di Venezia - spiega Loreta Di Chiara - e soprattutto il dilagare dell’abuso di alcool presso le più verdi generazioni ci ha incoraggiati a portare avanti il progetto di un altro audiovisivo nato nell’ambito della campagna di informazione, educazione, prevenzione dell’uso e l’abuso di Alcool a cui l’associazione da anni lavora . "Autunno Blu" vuole essere un viaggio poetico nelle emozioni girato in ricordo del bimbo investito mentre nell’autunno dell’anno scorso era in strada con la sua mamma». Durante la cerimonia di presentazione del cortometraggio, come supporto alla campagna di informazione, educazione, prevenzione dell’uso e l’abuso di Alcool, sarà presentato anche l’opuscolo «No all’alcool sì alle tisane». Saranno presenti alla manifestazione tutti gli alunni delle scuole medie di Lioni, Conza e Teora, i sindaci di comunie i dirigenti scolastici. Paris
Hilton: in carcere o in beauty farm? Gli amici dell’ereditiera sono fin troppo ottimisti Si sta avvicinando
la data dell’incarcerazione di Paris Hilton: la bionda ereditiera dovrà passare
23 giorni dietro le sbarre per aver guidato senza patente (ritiratale dalla
polizia perchè trovata ubriaca al volante). Le cose sono migliorate ma resta il problema integrazione Quartiere in cerca di riscatto FERMO - Africani, cinesi, slavi, sudamericani, rumeni. In
una parola: stranieri. Ormai sono presenti in ogni comune ma non c’è dubbio che
Lido Tre Archi resta una delle zone marchigiane in cui se ne trovano di più.
Sono una buona parte della popolazione residente. La maggioranza, la minoranza?
Poco importa. Il problema è che c’è un po’ di tutto: musulmani, cristiani,
cattolici, induisti e chi più ne ha più ne metta. Tutti insieme in uno “scacco”
di terra che si affaccia sul mare. Uno “scacco” che poteva essere il fiore
all’occhiello di Fermo, l’unico sbocco sulla costa insieme a Marina Palmense
del Comune capoluogo della nuova Provincia. Invece, le scelte urbanistiche
scellerate, sbagliate, poco lungimiranti fatte nel passato ne hanno segnato il
destino. In poche centinaia di metri quadrati si concentrano più di mille e
quattrocento appartamenti. Di recente è stato costruito un nuovo grattacielo e
a poca distanza, a San Tommaso, sono in costruzione altre due palazzine con
decine di abitazioni. Palazzi, palazzoni, grattacieli. Tradotto: cemento. E
tantissimi mini appartamenti, 40-50 metri quadrati. Affittati, spesso in nero e
a prezzi esosi, ad extracomunitari che qui hanno stabilito da anni il loro
quartier generale. Con fenomeni di violenza che hanno raggiunto, specie in
passato, anche picchi molto preoccupanti. In passato, appunto, perché a fatica
ma con grande tenacia, specie per la determinazione degli abitanti del
quartiere che hanno scritto lettere, inviato fax e inscenato proteste per
richiamare l’attenzione del Comune, le cose nel tempo sono via via migliorate.
Anche se il problema delinquenza non è del tutto risolto. Bisogna lottare
ancora. Nel centrosinistra sono emerse posizioni diverse anche
nell’ultima riunione politica Il caso Rom rischia di spaccare la maggioranza Oggi in Consiglio la mozione di An contro l’insediamento
di qualunque campo di nomadi APPIGNANO - A distanza di poco più di un mese, la strage
di Appignano del Tronto oggi (martedì) tornerà dolorosamente d’attualità sotto
l’aspetto della discussione politica. Questo pomeriggio, infatti, a Palazzo San
Filippo, è all’ordine del giorno la mozione presentata dai consiglieri di
Alleanza Nazionale (Vittorio Crescenzi, Massimiliano Brugni, Pasqualino Piounti
e Attilio Fedeli) in merito al “possibile ripristino del campo nomadi di
Appignano del Tronto”. Un documento che si annuncia esplosivo e che potrebbe
creare problemi alla tenuta della maggioranza. I consiglieri dell’opposizione
chiedono esplicitamente all’Amministrazione provinciale di esprimersi contro
l’ipotesi di insediamento di un altro campo nomadi Rom nel territorio piceno.
Una richiesta forte, suggellata da motivi di ordine pubblico dopo che proprio
un giovane automobilista Rom, Marco Ahmetovic quel maledetto 23 aprile investì
ed uccise quattro giovani appignanesi. Su questa tragica vicenda il
presidente Rossi ha mantenuto la sua posizione solidale esponendosi anche a
feroci attacchi politici. Ha sostenuto che la tragedia è stata provocata non da
un Rom perchè Rom ma da un’automobilista ubriaco al volante come purtroppo è
avvenuto in altre disgrazie stradali. Ma nel centrosinistra non tutti la
pensano allo stesso modo e le posizioni diverse sono emerse anche nell’ultima
riunione politica. «E’ vero che la tragedia è stata provocata da un automobilista
ubriaco - ha detto il capogruppo della Margherita - ma è anche vero che il
problema dell’insediamento dei Rom era già stato denunciato dalla comunità
appignanese che li sopportava a fatica». Come riuscire allora ad evitare che la
maggioranza si possa spaccare «e che l’opposizione possa trarne vantaggio dalla
speculazione politica» come sostengono alcuni consiglieri Ds? E’ ovvio che la
mozione ha un valore strettamente politico ma scarsa efficacia. Non spetta al
consiglio provinciale stabilire se una comunità Rom possa insediarsi o meno in
un posto. E’ un compito, eventualmente del prefetto, impedire che ciò possa
accadere. Ad esempio, se un proprietario terriero vende un appezzamento ai Rom
con trattativa privata cosa può fare la Provincia? Ed è proprio l’impossibilità
ad agire la tesi sulla quale punterà Rossi nella risposta ai consiglieri di
Alleanza Nazionale i quali però chiederanno un pronunciamento del consesso su
questa spinosa vicenda. Insomma si annuncia una battaglia a Palazzo San Filippo
nell’auspicio che i lutti difficilmente accettati dalla comunità appignanese
non siano il pretesto per accendere lo scontro politico e acuire i distinguoin
entrambi i versanti. Forse anche per questo motivo, prudentemente, il sindaco
di Appignano del Tronto, Nazzarena Agostini, non ha ancora indetto la seduta
consiliare pubblica sull’intera problematica e sulla storia dell’insediamento
Rom nel piccolo centro della Vallata del Tronto. Quale risultato
amministrativo, quale sintesi potrebbe emergere da quel tipo di dibattito in un
paese costellato, in un solo mese, da una serie impressionante di lutti?
Intanto l’automobilista Ahmetovic, a distanza di più di un mese dal terribile
incidente, resta rinchiuso nel carcere di Marino del Tronto in attesa che le
analisi sul suo sangue possano dare risultati probanti sia per l’accusa che per
la difesa. MARIO PACI
Lo zingaro è in carcere da oltre un mese e non supera lo
choc Una psicologa per Ahmetovic APPIGNANO - Mercoledì mattina Marco Ahmetovic, il
ventiduenne rom che il 23 aprile scorso ha spezzato la vita di quattro giovani
appignanesi a seguito di un incidente stradale lungo la provinciale che da
Appignano conduce a Castel di Lama, verrà sentito per la seconda volta da una
psicologa. SANDRO CONTI
I dati diffusi dal Comune Giovani e alcol Scatta l’allarme
Mercoledì, 30 Maggio 2007
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