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Rassegna stampa Alcol e guida del 30 maggio 2007

A cura di Alessandro Sbarabasa e Roberto Argenta

 

LIBERO

Gli italiani amano il vino, ma non bevono mai per dimenticare ...

Dibattito con Mannheimer e la Turco...

30-05-2007 Gli italiani non bevono per dimenticare come fanno invece gli inglesi e gli svedesi. Una storia d’amore finita male, litigi o battibecchi con amici di vecchia data. Nulla ci induce ad affogare i dispiaceri nell’alcol. Sorseggiamo semmai un bicchiere di qualità possibilmente accompagnato da un buon cibo.
A misurare il polso di questo atteggiamento tutto mediterraneo è lo studio realizzato dall’Ispo, l’Istituto per gli studi sulla pubblica opinione, presieduto da Renato Mannheimer, presentato ieri a “Roma eventi” durante un incontro sul tema “Culture del bere a confronto”. Si tratta di uno stile “gourmet”, descritto dall’indagine condotta su un campione di 806 casi rappresentativi della popolazione over 18, che per il 92 per cento degli intervistati implica bere poco ma bene, mentre solo il 4 per cento ammette di alzare talvolta il gomito. Il 48 per cento, addirittura, non beve affatto, mentre il 23 per cento beve spesso ma in modo contenuto. (*) Ma c’è un ma. Ed è rappresentato dal punto di vista di chi gestisce la sanità pubblica. Donato Greco, a capo del Dipartimento di prevenzione e comunicazione del ministero della Salute, punta infatti il dito contro “questi messaggi tranquillizzanti, che noi non condividiamo in alcun modo”.
E ricorda, a margine dell’incontro, che secondo i dati in possesso dell’Istituto superiore di sanità ben “il 14 per cento degli italiani beve troppo”, e che l’alcol “provoca 25mila morti l’anno”. Rappresenta, dunque, “un grosso problema del Paese su cui occorre tenere desta l’attenzione”. “Non abbiamo misurato quanta gente si ubriaca in Italia”, sottolinea Mannheimer, “né i morti provocati dall’alcol. Ci siamo limitati a fotografare l’atteggiamento culturale della popolazione”. Ed emerge chiaramente che gli italiani sono più moderati, più temprati sul fronte alcol, rispetto ad altri popoli europei.
“Non cambierò certo la mia ricerca”, ha precisato il sociologo, “per motivi politici. Ci limitiamo a rappresentare i fenomeni per quello che sono”. D’altra parte, un’ammissione sulla correttezza dell’indagine arriva dallo stesso ministro della Salute Livia Turco che osserva: “I dati presentati da Mannheimer sono in linea con quelli forniti dall’Organizzazione mondiale della sanità. Però le stesse statistiche dell’Oms ci mostrano un pericoloso incremento dell’abitudine al bere per ubriacarsi, anche nel nostro. Paese e soprattutto tra i giovani”.
E in effetti lo studio dell’Ipso per Master2000 non prende in considerazione i ragazzi dai 14 ai 18 anni. Fra i maggiorenni, comunque, solo l’8 per cento dei bevitori italiani, - circa il 4 per cento della popolazione adulta - cede al drink per dimenticare, contro il 39 per cento degli inglesi e il 31 per cento dei ciprioti.
E se gli italiani evitano di bere quando sono a casa in completo relax, gli inglesi anche tra le mura domestiche non rinunciano al cicchetto lontano dai pasti (12 per cento dei bevitori), così come il 7 per cento degli svedesi. A sorpresa, emerge inoltre un’Italia “bacchettona” sul fronte ubriachezza. Chi alza il gomito è più accettato in tutti gli altri Paesi, in particolare a Cipro. Il 40 per cento degli italiani, invece, non approva o accetta poco la sbronza.

Chiara Buoncristiani

(*) Nota: un’indagine basata su una autovalutazione non aiuta certo a capire la realtà dell’alcol. Se chiedessimo alla gente come giudica la propria capacità di guidare, mangiare correttamente, praticare sport ecc.. otterremmo gli stessi risultati.



SALUTE EUROPA.IT

Turco: preoccupa aumento giovani che bevono per ubriacarsi

"I dati presentati ieri a Roma dal prof. Mannheimer sul rapporto tra gli italiani e l’alcol, messo a confronto con quello esistente in altri Paesi europei, appaiono in linea con quanto già rilevato da precedenti ricerche dell’Oms - ha affermato il Ministro della Salute Livia Turco - Queste ricerche evidenziano come l’ubriacatura, con conseguente intossicazione acuta da alcol, resti un fenomeno ancora limitato rispetto ad altri Paesi europei.
Tuttavia sarebbe un errore sottovalutarlo, perché le stesse statistiche dell’Oms ci mostrano un pericoloso incremento dell’abitudine al bere per ubriacarsi, anche nel nostro paese e soprattutto tra i giovani.
Basti pensare - ha proseguito - che se nel 1999 la percentuale dei giovani italiani che si ubriacavano almeno tre volte in un mese era del 3%, nel 2003 (ultimo anno di osservazione disponibile) risultava del 7%. Quindi più che raddoppiata, anche se sempre inferiore a quella di molti Paesi europei. Per questo i risultati dell’indagine di Mannheimer, per quanto confortanti laddove mostrano una maggioranza di approcci corretti al bere, non devono fuorviarci da una forte attenzione alla correlazione tra abuso di alcol e salute.
L’abuso di alcool resta infatti uno dei principali fattori di rischio di malattia e morte. In Italia l’abuso di alcool uccide almeno 20 mila persone ogni anno. 7 mila muoiono per cirrosi epatica Oltre 2.500 giovani, perdono la vita per incidenti stradali causati dal bere. Più di 100mila italiani si ricoverano, ogni anno, in ospedale per conseguenze dell’abuso di alcool L’alcool contribuisce a tante malattie, dalle patologie epatiche ai tumori, dalle malattie cardiovascolari a quelle nervose.
D’altra parte l’Italia è un Paese in cui il consumo di bevande alcoliche, e in particolare di vino, fa parte di una radicata tradizione culturale e l’assunzione moderata di alcol è una consuetudine alimentare molto diffusa, oltre che socialmente accettata.
Esistono tuttavia gravi criticità da affrontare: la crescita del numero dei consumatori, che comporta comunque una maggiore esposizione della popolazione ai rischi, anche quando si tratta di consumi moderati; c’è comunque un aumento dei consumi alcolici al di fuori dei pasti, che comporta rischi maggiori di quelli collegati a un consumo alimentare; la diffusione di consumo, abuso e ubriacature fra i giovani e giovanissimi, ivi comprese le giovani donne, come dimostrano i dati già citati dell’Oms; l’elevata e crescente mortalità giovanile per incidente stradale che in Italia si stima correlato ad abuso di alcol per più del 40% dei casi e che rappresenta la causa di più del 46% del totale dei morti di età compresa tra 15 e 24 anni. La realtà italiana richiede dunque la programmazione di adeguati interventi per prevenire questi danni e per promuovere comportamenti e stili di vita coerenti con il mantenimento di un buono stato di salute.
Elemento cruciale delle politiche di prevenzione appare, soprattutto per la protezione dei più giovani, l’adozione di politiche e azioni adeguate alle trasformazioni culturali in atto, che tengano conto dell’aumento dei comportamenti di consumo a rischio, favoriscano la corretta conoscenza e percezione dei rischi correlati ai vari comportamenti, e promuovano nei diversi contesti della società la crescita di fattori protettivi. In questa direzione vanno il recente "Piano nazionale alcol e salute" approvato dalla Conferenza Stato-Regioni lo scorso 29 marzo e il programma "Guadagnare Salute-Rendere più facili le scelte salutari" proposto dal Ministro della Salute e pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 25 maggio, finalizzato a sostenere gli stili di vita salutari della popolazione e a facilitare le scelte di salute dei cittadini, tramite la collaborazione di tutte le istituzioni e soggetti, di ambito sanitario e non, che possono svolgere un ruolo per il raggiungimento di questo obiettivo".



LA GAZZETTA DI PARMA

Droga, «scontro» Fioroni-Turco Casini: «Il governo sia più coerente» Bonino: «Percorso impraticabile»

I NAS A SCUOLA GELO DEL MINISTRO DELL’ISTRUZIONE SULLA PROPOSTA DELLA COLLEGA

Droga, «scontro» Fioroni-Turco ROMA Casini: «Il governo sia più coerente» Bonino: «Percorso impraticabile» Elisabetta Martorelli II «Bisogna essere contro tutte le droghe, non esiste solo lo spi­nello e quindi non si può cri­minalizzare unicamente que­sto »: il giorno dopo la proposta choc di inviare i carabinieri dei Nas nelle scuole superiori, il mi­nistro della Salute Livia Turco puntualizza. E sottolinea: «L’ul­timo episodio è la conferma di come la legge sulla droga vada assolutamente cambiata». Ma il «collega» della Scuola, Giuseppe Fioroni, non ci sta: «Il percorso che abbiamo indivi­duato si basa sulla persuasione e sull’informazione dei ragazzi sui gravi danni causati dal consumo di stupefacenti e dell’alcol. continua...



IL MATTINO (BENEVENTO)

«Sull’organismo le conseguenze sono disastrose»

«Non c’è dubbio: l’abuso di alcol ha conseguenze devastanti e c’è una grossa differenza tra chi abbina un bicchiere di vino a un piatto di tortellini e chi lo beve a stomaco vuoto». Giorgio Cantelli Forti, presidente della Società Italiana di Tossicologia, conferma che il consumo eccessivo di bevande alcoliche provoca disturbi comportamentali e fisiologici. Quanto influisce sul comportamento? «Dosi molto basse di alcol provocano all’inizio stati di eccitazione e disinibizione, poi sonnolenza e depressione. Ma a dosi elevate, i disturbi possono sfociare in comportamenti violenti e aggressivi. Non si tratta solo di perdere i propri freni inibitori, ma molto spesso il consumo di alcolici porta ad assumere comportamenti irruenti e pericolosi. Penso soprattutto ai giovani in discoteca: magari si beve qualche bicchierino per vincere la timidezza, ma poi non sono in grado di guidare. Ed ecco le stragi sulle strade». E le conseguenze a livello fisiologico? «L’abuso oltre a provocare la degenerazione di alcuni organi, come il fegato, è molto spesso associato all’insorgenza di tumori. Le bevande alcoliche a base di etanolo sono altamente cancerogene» Differenze se a bere è un giovane o un adulto? «Dipende dal metabolismo e in genere gli anziani lo hanno molto più lento e quindi sono più a rischio». va.ar.


 
IL MATTINO (BENEVENTO)

Giovani, così l’alcol diventa una droga

VALENTINA ARCOVIO Anche se gli italiani bevono poco e bene rispetto ad altri cittadini europei, l’abuso di alcol resta un grave problema di salute pubblica. I dati presentati ieri a Roma dall’Istituto per gli studi sulla pubblica opinione, di Renato Mannheimer, sembrano comunque confortanti: gli italiani adottano infatti uno stile «gourmet» perché associano il consumo a un buona tavola. Al contrario di quanto avviene in altri Paesi europei dove si beve in maniera più sregolata. Questi dati non hanno però convinto il ministro della Salute, Livia Turco, che ha ricordato come l’alcol uccide ogni anno circa 25mila italiani e che il «binge drinking», ovvero il bere per ubriacarsi, è una pratica giovanile sempre più alla moda. Lo dimostrano le stragi del sabato sera: quasi 2500 giovani perdono la vita a causa di incidenti stradali associati all’alcol. «Nonostante in Italia - ha sottolineato il ministro - l’ubriacatura rimane un fenomeno ancora limitato rispetto ad altri Paesi, sarebbe un errore sottovalutare il problema. Le statistiche dell’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) ci mostrano infatti un pericoloso aumento dell’abitudine al bere per ubriacarsi, specie tra i giovani». E coì, se nel 1999 la percentuale di giovani italiani che si ubriacavano almeno tre volte in un mese era del 3%, nel 2003 è aumentata al 7. Per questo Donato Greco, capo del Dipartimento di prevenzione e comunicazione del ministero della Salute, punta il dito contro i «messaggi tranquilizzanti lanciati dalla ricerca di Mannheimer». Greco, ha poi ricordato come l’abuso di alcol è un grosso problema per l’Italia: «Non condividiamo i messaggi di questa ricerca e non dimentichiamo che il 14% degli italiani beve troppo». Se la ricerca di Mannheimer ha affermato che il 90% degli italiani «beve poco e bene», quelli presentati un mese fa dall’Osservatorio nazionale alcol dell’Istituto superiore di sanità (Iss) sono meno ottimistici. Secondo l’Iss, «l’alcol è la prima causa di morte per i giovani maschi tra i 15 e i 29 anni». In più, ci sono 110mila italiani «costretti al ricovero per problemi relativi all’alcol». Ma Mannheimer ha comunque difeso la sua ricerca. «Non abbiamo misurato quanta gente si ubriaca in Italia - dice - né tantomeno i morti provocati dall’alcol. Ci siamo limitati a fotografare, intervistando un campione di 806 over 18, l’atteggiamento culturale della popolazione». E dalla ricerca è emerso che gli italiani «sono molto più moderati quando si tratta di alcol»: il 48% dichiara di non bere affatto e solo il 4% ammette di alzare «ogni tanto il gomito».


 
LE SCIENZE

I legami tra alcolismo e geni

Le Scienze 

L’identificazione dei fattori genetici che rendono vulnerabili alla dipendenza da alcolici potrebbe portare allo sviluppo di terapie mirate, aiutando le persone a rischio a fare scelte più consapevoli per la propria vita. Di John I. Nurnberger, Jr e Laura Jean Bierut

La dipendenza da alcolici è una malattia complessa e controversa, ma la suscettibilità nei suoi confronti segue chiari schemi di ereditarietà. Questo indica che alcune delle basi biologiche che determinano maggiore vulnerabilità nei confronti dell’alcool sono trasmesse dai geni.
Alcuni tratti fisiologici, come particolari schemi di attività cerebrale negli alcolisti e nei loro figli, aiutano gli scienziati a individuare varianti geniche che affliggono le risposte della persona all’alcool. Scoprire i geni che influenzano l’alcolismo e le malattie a esso correlate porterà le conoscenze necessarie per capire in che modo si sviluppa questa patologia, e aprirà la via a cure migliori, consentendo ai soggetti a rischio di prendere decisioni consapevoli sulla propria salute e sul comportamento da tenere.


 
MODENA 2000

Cannabis, alcol e disturbi psicotici: corso a Bologna

Circa la metà dei pazienti affetti da disturbi psicotici utilizza in modo non sporadico alcol e sostanze. Tuttavia, nonostante le ricerche realizzate in circa venticinque anni in questo campo, non vi è ancora una spiegazione univoca e condivisa universalmente sul perché l’utilizzazione di alcol e sostanze tra le persone affette da disturbi psicotici sia così frequente e oggi in continuo aumento.
Dai dati emersi è evidente che coloro che utilizzano alcol e sostanze hanno un esito significativamente meno favorevole rispetto a coloro che non ne fanno uso. Alcol e cannabis, che destano particolare attenzione da parte dei media e dell’intera popolazione, correlati ai disturbi psicotici saranno oggetto di confronto scientifico nel Corso “Cannabis, alcol e disturbi psicotici”.
Il Corso, organizzato dalla Società Italiana di Psichiatria e coordinato dal Dottor Mariano Bassi, Presidente della stessa Società, si propone di esaminare e di discutere con i partecipanti:

· i fattori di rischio che portano i pazienti psicotici ad utilizzare alcol e cannabis

· gli aspetti epidemiologici del fenomeno

· i rapporti tra esordio della psicosi, alcol e cannabis

· i rapporti tra manifestazioni sintomatologiche, alcol e cannabis e le possibilità applicative dei principali modelli di intervento.

Il Corso, che si svolgerà in 16 città italiane e ha avuto inizio a Roma il 7 maggio, nel rispetto delle ultime normative di Farmindustria, riserva un’attenzione particolare alla formazione dei giovani psichiatri dando loro l’opportunità, non solo di partecipare, ma anche di presentare alcuni casi clinici. Docenti, nelle varie sedi, sono alcuni fra i maggiori esperti, nazionali ed internazionali, dell’argomento:Giuseppe Carrà, University College of London (UK)Massimo Clerici, Università degli Studi di MilanoGiovanni de Girolamo, Area Città, Azienda USL di BolognaEstello Massimo Diana, Ser.T. IglesiasLuigi Janiri, Università Cattolica di RomaFabrizio Schifano, University of Hertfordshire (UK).
Domani il Corso avrà luogo a Bologna presso la Cappella Ghisilardi (Piazza San Domenico – Bologna). I lavori si svolgeranno dalle ore 9.30 alle ore 13.00.
Al saluto di apertura saranno presenti il dottor Mariano Bassi, Direttore del Dipartimento di Salute Mentale Area Città dell’Azienda USL di Bologna e Presidente della Società Italiana di Psichiatria, il dottor Ilo Rossi, Segretario Sezione Regionale Emilia Romagna della Società Italiana di Psichiatria.I casi clinici verranno presentati da due psichiatri locali che presenteranno dati relativi alla nostra realtà.Nel corso delle giornate di incontro verranno raccolti dati che ci consentiranno di avere una esatta fotografia di tutte le realtà italiane.


 
IL GAZZETTINO (BELLUNO)

FIRMATO PROTOCOLLO IN PREFETTURA 

Dieci locali notturni dicono sì all’etilometro contro le stragi del sabato sera

Prefettura, Ascom, Silb (associazione che rappresenta 4000 discoteche italiane) e Iulm di Feltre hanno deciso di affrontare insieme il problema delle giovani morti sulla strada. Ieri, in Prefettura, è stato sottoscritto il Progetto di iniziative di sostegno dell’attività di prevenzione e contrasto del fenomeno delle stragi del sabato sera. Nei locali maggiormente frequentati dai giovani verrà promossa l’identificazione dei guidatori designati, ossia di coloro che in un gruppo di clienti si impegnano a non bere alcolici e ad assumersi la responsabilità della guida. I singoli esercenti potranno distribuire loro biglietti omaggio o ridotti, e sconti sulle consumazioni analcoliche. Proprio per incentivare il consumo di bevande prive di alcol, queste saranno vendute a prezzi inferiori rispetto ai drinks alcolici. Verrà inoltre favorita la diffusione di test alcolemici, da mettere a disposizione degli avventori, e di materiale informativo contro l’uso di alcol, sostanze stupefacenti e in genere contro la violenza e i comportamenti illeciti. Tra le altre iniziative: premi per chi si reca nei locali notturni con i mezzi pubblici, divieto di somministrazione di bevande alcoliche ai minori o a chi abbia già raggiunto la soglia di attenzione, sostenere la formazione dei gestori e del personale sul tema dell’abuso di alcol e divieti di consumo. «L’iniziativa ha spiegato il prefetto Provvidenza Delfina Raimondo - affianca tutti i servizi già messi in campo dalle forze dell’ordine. Il fine è rafforzare la prevenzione nei locali frequentati dai giovani, senza alcuna volontà punitiva. Con la collaborazione dei gestori si vuole coinvolgere e sensibilizzare i giovani sui pericoli e sulle drammatiche conseguenze che comporta l’affrontare la strada sotto l’effetto di sostanze alcoliche». All’iniziativa hanno aderito 10 locali bellunesi: La Birreria (Pedavena), Magica (Feltre), Mivida (Belluno), Maxim (Belluno), Mamamia (Salce), Mr Brown (Belluno), Il Molo (Cortina), Ribotta Art Bar (Auronzo), Birreria Villanova (Borca di Cadore), King Kamhamea (Auronzo).

Andrea Ciprian


 
L’ADIGE

A rischio la festa giovane al Moietto

Gli insulti al Comune nel volantino avrebbero fatto infuriare Valduga

Rischiano di pagare caro il gesto di spavalderia che li ha portati a dichiararsi fieri di organizzare la festa «senza il patrocinio del comune delle banane», rischiano di veder sfumare nel nulla quelle «Sfumature» tanto attese e tanto agognate. La festa al Moietto in calendario sabato prossimo è infatti a rischio: per via di quel «comune delle banane» e soprattutto per quel «no respect for politicians» («niente rispetto per i politici»), stampati a colori sui volantini distribuiti in tutti i bar della città, la ventiquattr’ore di camping e musica, performance e gastronomia, rischia di restare a terra. E a piedi. Il volantino - soltanto una delle versioni in circolazione - sarebbe il frutto di un’elaborazione non concordata all’interno dell’associazione, ma i membri della giunta si sarebbero offesi ugualmente. «Nessun rispetto? E allora niente palco. E niente autobus». A quattro giorni dall’evento al Moietto, quando sui siti internet e fra i ragazzi già è cominciato il count down, la due giorni di campeggio e concerti è tutt’altro che certa; se, come pare, il comune ha fatto marcia indietro rispetto alla concessione gratuita di palco e servizio bus navetta, e se, come aggiungono i ragazzi, il clima previsto per sabato non sarà dei più estivi, le probabilità che «Sfumature» replichi i successi degli altri anni si fanno decisamente scarse. La notizia è rimbalzata fra gli organizzatori e i fedelissimi ieri pomeriggio e la riunione per decidere sul da farsi non era ancora finita ieri sera, poco prima di mezzanotte: «Non sappiamo ancora nulla, è presto per parlare», diceva Barbara, la neopresidente di Calmapiatta, verso le undici e mezza. Per i ragazzi, e per i tanti iscritti al forum di «studentirovereto», si è trattato di un colpo duro da incassare. Che i rapporti fra Calmapiatta e l’amministrazione Valduga non fossero idilliaci è cosa nota, ma che si arrivasse a cancellare un evento così annunciato e atteso è un caso che ha pochi precedenti. In polemica con la nuova giunta, era saltato ad esempio «Summer Session 2006», kermesse musicale proposta dal Cdm e qualche scambio di veleni c’era stato anche con gli organizzatori del Rafanass; ma il «tira e molla» su «Sfumature» al Moietto è un’anomalia tutta da decifrare. Come si ricorderà, l’associazione Calmapiatta non aveva gradito il nuovo regolamento comunale per la concessione di contributi: «La campagna antialcol fatta con il proibizionismo non serve - avevano dichiarato i ragazzi - vogliamo restarne fuori». Di qui la decisione di rinunciare ai contributi comunali, ridurre le giornate di festa al Moietto e concentrare tutto in ventiquattr’ore, o meglio dal campeggio di venerdì sera alla partitona a calcio di domenica pomeriggio, con musica, giochi, spettacoli e video. Il comune si sarebbe limitato a concedere gratuitamente la struttura, ovvero il palco, montato e smontato dalle squadre di palazzo Pretorio, e il servizio gratuito di bus navetta. Ma la visione dei manifestini in quella versione così aggressiva avrebbe fatto inalberare sindaco e giunta: che sia stato per il «comune delle banane», per il «no respect for politicians», per le «slavine di birra» o per i «tendaggi selvaggi» - tutte espressioni poi cancellate nella versione successiva del volantino - dalla giunta sarebbe arrivata la decisione di tagliare definitivamente ogni rapporto. Niente bus navetta, prima garantito da e per il Moietto dal sabato pomeriggio a domenica all’alba, e niente palco, questa sarebbe stata la replica di Valduga a quelle parole vissute come un affronto. «Dicono che ci sono già spazi per i giovani, chiamano la musica inquinamento acustico, dicono di combattere l’abuso di alcol togliendoci quei pochi momenti di socialità e condivisione: no respect for politicians», si legge accanto al programma del due giugno al Moietto. E l’amministrazione avrebbe deciso di rispondere pan per focaccia. P. R.


 
IL GAZZETTINO (ROVIGO)

PINCARA

Disagio giovanile, droga e alcol

Stasera a Pincara, alle 21.30 nella sala civica della banca di credito cooperativo del Polesine, avrà luogo un incontro-dibattito sul tema disagio giovanile droga e alcol. Ne discuteranno l’assessore alle politiche giovanile della Provincia di Rovigo, Tiziana Virgili, un esperto del Sert di Rovigo-Lendinara, e il vicesindaco di Pincara, Giuseppe Traniello Gradassi. Saranno moderatrici della serata, Sofia de Stefani e Rossella Lorenzo, del gruppo giovanile "il paese delle meraviglie" organizzatore della serata.


 
IL GAZZETTINO (VICENZA)

VALDOBBIADENE

No testa, no party

Questa sera alle 20 nell’aula magna dell’Isiss Verdi si terrà un incontro dal titolo "No testa, no party", centrato sull’alcol e sulle droghe, sulla prevenzione e sui rischi correlati all’uso. Fitto il numero dei relatori, che affronteranno l’argomento da più punti di vista.


 
MARKETPRESS.INFO

COSA BEVONO GLI ITALIANI AL BAR? L’ANDAMENTO DEL MERCATO ITALIANO NEL 2006 E LE PREVISIONE PER IL 2007 DEL PIÙ IMPORTANTE GRUPPO INDIPENDENTE ITALIANO DI DISTRIBUZIONE DI BEVANDE 

Italiani sempre più poveri. E´ quanto emerge dall´ultimo rapporto Istat, eppure c´è un settore che nel 2006 ha conosciuto un periodo di ripresa, dopo anni di crisi: si tratta del circuito dei consumi fuori casa. Alle soglie della stagione estiva, Cda (Consorzio Distributori Alimentari), il più importante gruppo indipendente italiano di distributori di bevande, traccia un quadro dettagliato di quello che è stato l’andamento del mercato italiano del beverage nel 2006 e le prime previsioni per il 2007 a soli 4 mesi dall’inizio dell’anno. Secondo i dati elaborati dal consorzio (che da solo rappresenta oltre il 10% del mercato italiano della distribuzione di bevande), dopo anni di crisi il canale Horeca (acronimo di “Hotel, Restaurant, Café”, che comprende tutto il circuito dei consumi fuori casa, dal bar al locale notturno) ha registrato finalmente un trend positivo, segnando un +6,1% in fatturato e +5,5% in volumi rispetto al 2005. Un incremento però che ha riguardato anche i prezzi. Rispetto all’anno precedente, nel 2006 si è registrato infatti un aumento medio del 3,16%, con un picco del 5,01% nel mercato della birra (complice l’aumento delle accise) e del 4,55% nel segmento superalcolici. Sostanziale parità invece dei prezzi sul vino da 0,75 cl. (+0,36%). Il canale Bar è senza dubbio quello che ha ottenuto le migliori performance di vendita totali (+8,5%) seguito a ruota dalla ristorazione (+7%), mentre chiude con un +2,7% il canale locali notturni/serali Per quanto riguarda i volumi, i comparti merceologici che hanno ottenuto i risultati più positivi sono stati in assoluto quelli degli Energy Drink, con un +25,2% (da sole o per la realizzazione di cocktail, queste bevande hanno conosciuto nel 2006 un vero e proprio “boom” nel fuori casa), degli aperitivi alcolici (+ 23,7%), sostenuti dalla dilagante moda degli “happy hour”, e dei vini Doc (+ 13,82%). Altrettanto negativa la tendenza dei Ready to Drink, che nel 2006 hanno registrato un -25%. Sostanziale parità invece per le acque minerali (+2,9%), di cui gli italiani si confermano grandi bevitori, con circa 200 litri pro capite all’anno. Le acque piatte in particolare sono decisamente le favorite con il 70% dei volumi espressi contro il 26% delle gasate e il 4% delle effervescenti naturali. Il formato preferito nel fuori casa è quello da asporto da ½ litro in plastica che si conferma per comodità/servizio quello con le migliori performance verso il 2005 (+18%). Il settore delle birre manifesta invece una certa sofferenza e fa fatica a mantenere le proprie quote. Una situazione dovuta per lo più agli al consumo e da un conseguente spostamento degli italiani verso prodotti a maggior contenuto edonistico (energy drink e cocktail). Nel complesso comunque si beve lo stesso quantitativo di birra alla spina (+2%) e nel comparto crescono i consumi di birra in bottiglia (+9,54%). Stabili i consumi di succhi di frutta (+2%) in volumi su tutti i formati, mentre il formato cl. 200 tipico del bar e che da solo rappresenta il 70% dei volumi espressi dalla categoria, registra un -2,5% rispetto al 2005. Dopo alcuni anni di crescita, quindi, sia assiste in questo comparto ad una frenata nei consumi e, dopo il boom di gusti innovativi, si registra un ritorno importante ai “classici” pera, pesca e albicocca. Importante e in controtendenza rispetto alla campagna di sensibilizzazione sul consumo responsabile di superalcolici è la crescita del 13,6% a valore e del 12,8% a volumi di queste bevande, con particolare riferimento agli aperitivi alcolici e ai prodotti da miscelazione come vodka (+20,1%), vermouth (+22,3%) e gin (+13%). Il 2° e 3° trimestre del 2006 hanno dimostrato una maggiore vivacità nei consumi rispetto al 1° e 4°, complice sicuramente il periodo estivo come sempre determinante per il settore beverage; basti pensare infatti che i mesi centrali aprile/settembre valgono il 65% del giro d’affari annuo. Il 2006 dunque è stato un anno nel complesso positivo, ma quali sono le previsioni per il 2007? L’anno si è aperto denotando una conferma del trend registrato nel 2006. “In termini di prospettiva ed in condizioni climatiche “normali” – spiega Lucio Roncoroni, direttore di Cda - non ci attendiamo grandi crescite sul comparto acque minerali e nel mercato delle birre. Grandi sono le attese verso le birre di importazione (soprattutto tedesche) che stanno registrando gli incrementi più significativi”. I primi dati del 2007 relativi alle bevande analcoliche in particolare stanno confermando il trend positivo per le cole, per il the e per le bevande a base frutta. Stabili invece i prodotti isotonici e ancora in forte crescita gli energy drink soprattutto perché abbinati ai super alcolici.


 
IL MATTINO (BENEVENTO)

L’inferno in famiglia

Non così, sulle medesime colonne, la notizia di un direttore di banca di Castelmassa (Rovigo) che sgozza la moglie, maestra elementare, con un martello e un rasoio e poi cerca di trascinare nel baratro anche il figlio sedicenne: «Papà, aspetta, lascia che ti spieghi», lo implorava cercando di ripararsi dai fendenti. Il ragazzo vivrà. Suo padre, che si è infilato il rasoio in gola, non si sa. Storie di ordinaria follia, si diceva una volta. Adesso si cerca di capirne di più di ognuna di queste terribili sequenze di vita in comune e di inferni domestici che sembrano divampare all’improvviso ma poi, a guardar meglio, ci mostrano saghe di rancori covati e ingoiati in attesa di un gesto clamoroso e liberatorio, sacrificale e annichilente. In certe famiglie le avvisaglie del dramma si trascinano per anni. Dalla serenità di facciata, dalla discrezione esibita («ognuno qui si fa i fatti propri») ecco che la realtà del giorno per giorno disvela convivenze che solo l’amore (l’amore?) per i figli tiene o costringe negli stessi spazi della stessa casa. Dentro quelle mura – anche senza arrivare all’estremo – maturano incomprensioni che si trasformano in risentimenti e questi in rancori e poi in odio aperto, incontenibile. Queste tragedie si annunciano da lontano. Denunce ai carabinieri, parenti che fanno da pacieri, amici che tentano riconciliazioni destinate a naufragare nella coazione a ripetersi. Qualche volta c’è di mezzo l’alcool, (*) il gioco, spesso il sospetto di «un’altra», o ancora più spesso di «un altro», il tutto immerso nella cultura dello schiaffo, del dirsi le cose a suon di ceffoni, per poi rimetterle nel silenzio delle convenienze e delle ipocrisie condominiali. Di lite in lite si arriva al coltello da cucina, al martello preso all’improvviso dalla cassetta degli attrezzi e poi, a sangue sparso, si pensa al movente più semplice, all’accusa che appare più credibile e che, sia chiaro, qualche volta lo è davvero: la rapina. Magari da addossare al marocchino, all’algerino, all’albanese. Come a Erba così a Cogne e in tanti altri casi, magari con fatica e attraverso macchine investigative non sempre brillanti, s’arriva a ricomporre il senso di drammi che rivelano una incommensurabile incapacità di rapportarsi alla fatica del vivere e del vivere insieme. L’opinione pubblica, la gente che legge e vede i telegiornali non è attratta soltanto dall’aspetto di «cronaca nera» – il delitto ha sempre trovato attenzione, proprio per la sua natura di rappresentazione suprema del male -, si sente coinvolta da una sorta di «vicinanza» con questi atroci fatti, li sente non lontani da sé, li vive attraverso una immedesimazione che forse cela paure ancestrali, il timore stesso che la folgore del male oscuro, per dirla con Giuseppe Berto, possa abbattersi anche nel nostro giardino, dove l’erba è ancora verde. Paolo Graldi

(*) Nota: il consumo di alcolici ha sicuramente un ruolo importante come causa di problemi e di violenza in famiglia. La difficoltà nell’evidenziarne il peso negli specifici eventi e il fatto che spesso passa in secondo piano rispetto ad altri aspetti che colpiscono di più, fa ritenere che l’incidenza dell’alcol nei problemi famigliari sia ampiamente sottostimata.


 
REPUBBLICA.IT

Per otto volte ubriaco in auto Guidava con una patente estera

All’uomo, un 51enne altoatesino, era stato ritirato il documento per sette volte Così era andato a Praga e aveva ottenuto la licenza dalle autorità ceche

BOLZANO - Chissà se l’ottava sarà quella definitiva. Se lo devono essere chiesti anche i carabinieri quando l’hanno fermato, completamente ubriaco, al volante della sua auto. Non era la prima volta che E.J., altoatesino di 51 anni, veniva fermato, dopo aver abbondantemente bevuto, mentre guidava. Tanto che gli era stata ritirata la patente per sette volte. L’ultimo stop era avvenuto il 29 novembre. Era la settima volta e si doveva trattare anche dell’ultima volta alla guida di un’auto.
I militari erano convinti di aver tolto E. J. dalla circolazione. Ma l’uomo non si era dato per vinto. Pur di guidare ancora, era andato nella Repubblica Ceca prendendo là la residenza e ottenendo una patente a Praga. Poi aveva scritto alle autorità ceche dicendo di aver smarrito la patente ed era così riuscito a farsene inviare un’altra rilasciata dalla Repubblica Ceca.
Ma i carabinieri lo hanno fermato di nuovo: ubriaco al volante alle 10 del mattino. Ora per lui ci sarà anche una multa dai 3.000 ai 10.000 euro.


 
CREMONA WEB

Accusò i carabinieri, in aula

Tutto risale a un incidente avvenuto 2 anni fa

Ha accusato i carabinieri di Cremona di avere redatto un falso verbale ed ora Dario D., nato a Torino 31 anni fa, ma residente a Castelverde, deve rispondere di calunnia nei confronti dei militari che si sono costituiti parte civile attraverso l’avvocato Michela Soldi.
Il fatto risale alle 2,45 del 20 ottobre del 2005. I due militari, l’appuntato Giuseppe Spadaccia e il carabiniere scelto Cosimo Cancellara, erano intervenuti in via Sant’Ambrogio per una macchina uscita di strada.
Al volante della Bmw della fidanzata c’era Dario D. che, in stato di ebbrezza, stava discutendo con il proprietario di un’abitazione danneggiata dall’incidente.
Calmati gli animi, i due carabinieri avevano sentito la testimonianza di Daniele, che aveva raccontato di essere uscito di strada da solo. «So tornato ora da una cena con amici e ciò grosse conoscenze non me potete fa niente» (frasi scritte dallo stesso Daniele sul verbale), «ho bevuto tanto tanto e mentre stavo anda a casa co la machina de la mi ragazza... ho perso il controllo de sto c... di machina...perché non ciò visto più nulla».
Daniele aveva poi chiesto ai due militari, alla presenza di testimoni, di non fare il verbale perché lui era un grande amico di un maresciallo dei carabinieri e perché non aveva la patente in quanto già revocata da un anno per stato di ebbrezza. «Diciamo che guidava la mi ragazza, lei è d’accordo, chiamela pure».
La scena si era poi spostata in caserma dove il maresciallo amico dell’imputato, gli aveva spiegato che non si poteva fare nulla, ma nello stesso tempo aveva anche redarguito i due carabinieri dicendo che erano stati troppo cattivi con l’automobilista.
Ora l’imputato deve rispondere di calunnia per aver accusato i carabinieri di avere redatto un verbale falso, visto che, a suo dire, al volante dell’auto c’era la fidanzata e non lui.
In aula il giudice Marco Cucchetto si è però dichiarato incompetente, in quanto aveva già giudicato l’imputato per guida in stato di ebbrezza.
Il 25 settembre si tornerà a discutere del caso.


 
IL SECOLO XIX

Ritirate trentuno patenti per guida in stato di ebbrezza

Alessandria.

Trentuno patenti ritirate per guida in stato di ebbrezza. E’ il bilancio della polizia stradale di Alessandria, ai comandi del comandante Lucio Aprile, in 20 giorni di pattugliamenti sulle strade provinciali, dal 5 al 27 maggio. Un dato che preoccupa perché, nonostante la pressante campagna mediatica sulla sicurezza stradale, non accenna a diminuire.

La violazione più frequente è risultata essere quella relativa al superamento del tasso alcolico, per cui è previsto il ritiro della patente. Trentuno in totale, senza contare i posti di blocco mirati alla prevenzione delle stragi del sabato sera. Ventuno delle violazioni, e dei ritiri, sono state rilevate in autostrada dai posti di blocco istituiti prevalentemente lungo la A 26. Tre sono stati invece i ritiri di patenti per guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Il dato è stato desunto dalle analisi eseguite in ospedale a seguito di incidenti stradale. I controlli delle ultime settimana rientrano nelle ordinarie operazioni di pattugliamento e controllo del territorio. Ma per arginare un fenomeno radicato, soprattutto nella fascia d’età tra i 25 e i 50 anni, la polizia stradale sta, da tempo, mettendo in atto controlli mirati durate i fine settimana sulle strade maggiormente frequentate dai giovani per la presenza di locali e discoteche. E, ad ogni pattugliamento, è un bollettino di guerra.
Lo scorso fine settimana, tre sono state le patenti ritirate e 300 punti sottratti in totale. "Manteniamo alta la guardia", è il messaggio delle forze dell’ordine. Non solo contro le stragi del sabato sera ma anche durante i giorni feriali.

I. Na.


 
IL SECOLO XIX

Taggia, ubriaco cade dalla moto poi picchia i suoi soccorritori

Dopo un giro per locali

Completamente ubriaco, si è messo alla guida dello scooter di un amico, con il quale è poi caduto rovinosamente a terra. A procurargli dei danni, però, più che la caduta è stata la sua reazione alla vista dei militi della Croce Verde di Arma di Taggia e dei carabinieri della locale stazione, che ha insultato e minacciato guadagnandosi una denuncia.
Protagonista dell’episodio, avvenuto ieri mattina intorno alle 5, è stato un pregiudicato di Taggia di 43 anni. L’uomo, dopo aver trascorso la serata e parte della notte in alcuni locali pubblici, nei quali ha alzato abbondantemente il gomito, è salito sulla Vespa di un amico, con la quale intendeva fare ritorno a casa. Le sue condizioni non glielo hanno consentito: dopo alcune centinaia di metri, arrivato in via San Francesco, il 43enne ha perso il controllo dello scooter, sbattendo prima contro lo spartitraffico e poi cadendo sull’asfalto. Un automobilista di passaggio ha dato l’allarme, e sul posto sono arrivati gli uomini della Croce Verde e una pattuglia dei carabinieri. Durante il tragitto verso l’ospedale di Sanremo, l’uomo ha più volte insultato e minacciato i militi e gli stessi rappresentanti dell’Arma, rifiutandosi anche di sottoporsi al test alcolemico. E’ stato denunciato a piede libero, per guida in stato di ebbrezza e per aver rifiutato il test. All’ospedale è stato medicato e dimesso con una prognosi di 8 giorni.


 
IL SECOLO XIX

Precipita dal ponte di Bagliani ventunenne salvato dal casco

Cisano

VOLA dal ponte di Bagliani, ma se la cava con un forte trauma facciale, forse grazie al casco da motociclista. Protagonista della vicenda è Igor Aicardi, ventunenne di origini slave che vive in val Neva con la famiglia adottiva. Attorno alle 17,30 di ieri il giovane è precipitato da un’altezza di diversi metri, dal ponte che unisce i vicoli del borgo con via della Utra. Un volo che avrebbe potuto avere conseguenze drammatiche, ma che fortunatamente per il giovane si è risolto senza conseguenze particolarmente gravi. Secondo una prima ricostruzione da parte dei carabinieri che sono giunti sul posto assieme alla Croce Bianca, il giovane si sarebbe lanciato nel vuoto come in un maldestro tentativo di suicidio, ma senza togliere dalla testa il casco da motociclista. I carabinieri non sembrano tuttavia escludere l’ipotesi di una caduta fortuita, dovuta probabilmente allo stato di ebbrezza in cui si sarebbe trovato il giovane, già in cura al Cim e noto alle cronache per diversi episodi. La scorsa estate Aicardi mentre era al volante della sua auto era stato protagonista di un drammatico incidente avvenuto davanti all’ingresso della caserma Turinetto. L’auto di Aicardi si era violentemente scontrata con lo scooter di Gianfranco Garello, cinquantacinquenne casellante dell’Autofiori che stava rientrando a casa dopo avere terminato il turno di lavoro, uccidendolo sul colpo. Proprio da allora il giovane avrebbe sofferto di crisi depressive. Questa volta il volo di Aicardi non ha avuto conseguenze drammatiche. Il giovane è stato soccorso e immediatamente trasportato al Santa Corona, dove i medici gli hanno riscontrato un forte trauma facciale e numerose fratture in diverse parti del corpo e lo hanno sottoposto ad una lunga serie di accertamenti. La prognosi è riservata ma le sue condizioni non preoccupano i sanitari.


 
IL GAZZETTINO (BELLUNO)

CANALE D’AGORDO 

Assolto albanese a processo per maltrattamenti

Finisce con una sentenza di non doversi procedere il processo per maltrattamenti nei confronti della moglie a carico di un albanese, Mirash Cekaj, 34 anni, residente a Canale, difeso dall’avvocato Roberto Pregaglia.
Marjana Toma Cekaj nel 2004 si era rivolta per due volte ai carabinieri, chiedendone l’intervento, dopo che il marito l’aveva picchiata. L’indagine dei carabinieri di Cortina, incaricati dalla Procura, ha permesso di stabilire che l’uomo soffriva di una forma di alcolismo patologico, (*) che gli episodi erano accaduti dopo che l’uomo aveva bevuto e che, dopo una cura disintossicante al Sert, il problema era stato risolto.
L’istruttoria dibattimentale non ha evidenziato una continuità dei fatti contestati tale da concretizzare il reato di maltrattamenti (procedibile d’ufficio), per cui il giudice ha derubricato l’accusa a percosse, minacce e ingiurie.
Reati procedibili a querela di parte, che la donna, come ha dichiarato in aula, non ha mai presentato. Gli episodi si limitavano infatti a due e poco altro.
Il giudice Elisabetta Scolozzi ha dunque emesso sentenza di non doversi procedere accogliendo la richiesta dello stesso pubblico ministero Massimo De Bortoli per l’assoluzione.
 

(*) Nota: esiste anche un alcolismo benigno?


 
IL GAZZETTINO (PORDENONE)

POLSTRADA E CARABINIERI

Alcol, azzerate 14 patenti

Sono venticinque gli automobilisti che tra le 20 di sabato e le 8 di ieri sono stati appiedati dalle forze dell’ordine. Quattordici automobilisti si sono ritrovati senza patente di guida dopo essere stati sottoposti ad alcoltest, tra i quali due con un tasso di alcol nel sangue sei volte superiore a quello massimo consentito dalla legge. Sono stati tutti denunciati in stato di libertà per guida in stato d’ebbrezza. Altri undici conducenti hanno perso la patente per velocità fuorilegge: oltre 40 chilometri orari.


 
L’ADIGE

BREVI

Brilli alla guida, due denunciati Superava di tre volte il limite di alcol per mettersi alla guida un sessantenne fermato dai vigili giovedì alle 20.40, in Lung’Adige Leopardi. Denunciato anche un 34enne di Pergine, trovato brillo dopo essere rimasto coinvolto in uno scontro, venerdì, nei all’Interporto. Velocità, 63 multe Sono 63 le multe comminate e 2 le patenti ritirate per eccesso di velocità. La scorsa settimana le verifiche con l’autovelox e il telelaser hanno interessato la statale 45 bis a Vigolo Baselga, via Brennero, via Vicenza, viale Verona, località Lamar, via Muredei. Camion multati a Meano Nove sono stati i camion multati dalla polizia municipale la settimana scorsa sulla provinciale 76 Gardolo Lona-Lases, prima delle 6. Per gli autisti, multa da 74 euro.


Giovedì, 31 Maggio 2007

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