LIBERO Gli italiani amano il vino, ma non
bevono mai per dimenticare ... Dibattito con Mannheimer e la Turco... 30-05-2007 Gli italiani non bevono per dimenticare come
fanno invece gli inglesi e gli svedesi. Una storia d’amore finita male, litigi
o battibecchi con amici di vecchia data. Nulla ci induce ad affogare i
dispiaceri nell’alcol. Sorseggiamo semmai un bicchiere di qualità possibilmente
accompagnato da un buon cibo. Chiara Buoncristiani (*) Nota: un’indagine basata su una autovalutazione non aiuta certo a capire la realtà dell’alcol. Se chiedessimo alla gente come giudica la propria capacità di guidare, mangiare correttamente, praticare sport ecc.. otterremmo gli stessi risultati.
Turco: preoccupa aumento giovani
che bevono per ubriacarsi "I dati presentati ieri a Roma dal prof. Mannheimer
sul rapporto tra gli italiani e l’alcol, messo a confronto con quello esistente
in altri Paesi europei, appaiono in linea con quanto già rilevato da precedenti
ricerche dell’Oms - ha affermato il Ministro della Salute Livia Turco - Queste
ricerche evidenziano come l’ubriacatura, con conseguente intossicazione acuta
da alcol, resti un fenomeno ancora limitato rispetto ad altri Paesi europei.
Droga, «scontro» Fioroni-Turco
Casini: «Il governo sia più coerente» Bonino: «Percorso impraticabile»
I NAS A SCUOLA GELO DEL MINISTRO
DELL’ISTRUZIONE SULLA PROPOSTA DELLA COLLEGA Droga, «scontro» Fioroni-Turco ROMA Casini: «Il governo sia più coerente» Bonino: «Percorso impraticabile» Elisabetta Martorelli II «Bisogna essere contro tutte le droghe, non esiste solo lo spinello e quindi non si può criminalizzare unicamente questo »: il giorno dopo la proposta choc di inviare i carabinieri dei Nas nelle scuole superiori, il ministro della Salute Livia Turco puntualizza. E sottolinea: «L’ultimo episodio è la conferma di come la legge sulla droga vada assolutamente cambiata». Ma il «collega» della Scuola, Giuseppe Fioroni, non ci sta: «Il percorso che abbiamo individuato si basa sulla persuasione e sull’informazione dei ragazzi sui gravi danni causati dal consumo di stupefacenti e dell’alcol. continua...
«Sull’organismo le conseguenze sono disastrose» «Non c’è dubbio: l’abuso di alcol ha conseguenze devastanti e c’è una grossa differenza tra chi abbina un bicchiere di vino a un piatto di tortellini e chi lo beve a stomaco vuoto». Giorgio Cantelli Forti, presidente della Società Italiana di Tossicologia, conferma che il consumo eccessivo di bevande alcoliche provoca disturbi comportamentali e fisiologici. Quanto influisce sul comportamento? «Dosi molto basse di alcol provocano all’inizio stati di eccitazione e disinibizione, poi sonnolenza e depressione. Ma a dosi elevate, i disturbi possono sfociare in comportamenti violenti e aggressivi. Non si tratta solo di perdere i propri freni inibitori, ma molto spesso il consumo di alcolici porta ad assumere comportamenti irruenti e pericolosi. Penso soprattutto ai giovani in discoteca: magari si beve qualche bicchierino per vincere la timidezza, ma poi non sono in grado di guidare. Ed ecco le stragi sulle strade». E le conseguenze a livello fisiologico? «L’abuso oltre a provocare la degenerazione di alcuni organi, come il fegato, è molto spesso associato all’insorgenza di tumori. Le bevande alcoliche a base di etanolo sono altamente cancerogene» Differenze se a bere è un giovane o un adulto? «Dipende dal metabolismo e in genere gli anziani lo hanno molto più lento e quindi sono più a rischio». va.ar. Giovani, così l’alcol diventa una
droga
VALENTINA ARCOVIO Anche se gli italiani bevono poco e bene rispetto ad altri cittadini europei, l’abuso di alcol resta un grave problema di salute pubblica. I dati presentati ieri a Roma dall’Istituto per gli studi sulla pubblica opinione, di Renato Mannheimer, sembrano comunque confortanti: gli italiani adottano infatti uno stile «gourmet» perché associano il consumo a un buona tavola. Al contrario di quanto avviene in altri Paesi europei dove si beve in maniera più sregolata. Questi dati non hanno però convinto il ministro della Salute, Livia Turco, che ha ricordato come l’alcol uccide ogni anno circa 25mila italiani e che il «binge drinking», ovvero il bere per ubriacarsi, è una pratica giovanile sempre più alla moda. Lo dimostrano le stragi del sabato sera: quasi 2500 giovani perdono la vita a causa di incidenti stradali associati all’alcol. «Nonostante in Italia - ha sottolineato il ministro - l’ubriacatura rimane un fenomeno ancora limitato rispetto ad altri Paesi, sarebbe un errore sottovalutare il problema. Le statistiche dell’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) ci mostrano infatti un pericoloso aumento dell’abitudine al bere per ubriacarsi, specie tra i giovani». E coì, se nel 1999 la percentuale di giovani italiani che si ubriacavano almeno tre volte in un mese era del 3%, nel 2003 è aumentata al 7. Per questo Donato Greco, capo del Dipartimento di prevenzione e comunicazione del ministero della Salute, punta il dito contro i «messaggi tranquilizzanti lanciati dalla ricerca di Mannheimer». Greco, ha poi ricordato come l’abuso di alcol è un grosso problema per l’Italia: «Non condividiamo i messaggi di questa ricerca e non dimentichiamo che il 14% degli italiani beve troppo». Se la ricerca di Mannheimer ha affermato che il 90% degli italiani «beve poco e bene», quelli presentati un mese fa dall’Osservatorio nazionale alcol dell’Istituto superiore di sanità (Iss) sono meno ottimistici. Secondo l’Iss, «l’alcol è la prima causa di morte per i giovani maschi tra i 15 e i 29 anni». In più, ci sono 110mila italiani «costretti al ricovero per problemi relativi all’alcol». Ma Mannheimer ha comunque difeso la sua ricerca. «Non abbiamo misurato quanta gente si ubriaca in Italia - dice - né tantomeno i morti provocati dall’alcol. Ci siamo limitati a fotografare, intervistando un campione di 806 over 18, l’atteggiamento culturale della popolazione». E dalla ricerca è emerso che gli italiani «sono molto più moderati quando si tratta di alcol»: il 48% dichiara di non bere affatto e solo il 4% ammette di alzare «ogni tanto il gomito». I legami tra alcolismo e geni
Le Scienze
L’identificazione dei fattori genetici che rendono
vulnerabili alla dipendenza da alcolici potrebbe portare allo sviluppo di
terapie mirate, aiutando le persone a rischio a fare scelte più consapevoli per
la propria vita. Di John I. Nurnberger, Jr e Laura
Jean Bierut La dipendenza da alcolici è una malattia complessa e
controversa, ma la suscettibilità nei suoi confronti segue chiari schemi di
ereditarietà. Questo indica che alcune delle basi biologiche che determinano
maggiore vulnerabilità nei confronti dell’alcool sono trasmesse dai geni. Cannabis, alcol e disturbi
psicotici: corso a Bologna
Circa la metà dei pazienti affetti da disturbi psicotici
utilizza in modo non sporadico alcol e sostanze. Tuttavia, nonostante le
ricerche realizzate in circa venticinque anni in questo campo, non vi è ancora
una spiegazione univoca e condivisa universalmente sul perché l’utilizzazione
di alcol e sostanze tra le persone affette da disturbi psicotici sia così
frequente e oggi in continuo aumento. · i fattori di rischio che portano i pazienti psicotici ad
utilizzare alcol e cannabis · gli aspetti epidemiologici del fenomeno · i rapporti tra esordio della psicosi, alcol e cannabis · i rapporti tra manifestazioni sintomatologiche, alcol e
cannabis e le possibilità applicative dei principali modelli di intervento. Il Corso, che si svolgerà in 16 città italiane e ha avuto
inizio a Roma il 7 maggio, nel rispetto delle ultime normative di
Farmindustria, riserva un’attenzione particolare alla formazione dei giovani
psichiatri dando loro l’opportunità, non solo di partecipare, ma anche di
presentare alcuni casi clinici. Docenti, nelle varie sedi, sono alcuni fra i
maggiori esperti, nazionali ed internazionali, dell’argomento:Giuseppe Carrà,
University College of London (UK)Massimo Clerici, Università degli Studi di
MilanoGiovanni de Girolamo, Area Città, Azienda USL di BolognaEstello Massimo
Diana, Ser.T. IglesiasLuigi Janiri, Università Cattolica di RomaFabrizio
Schifano, University of Hertfordshire (UK). FIRMATO PROTOCOLLO IN PREFETTURA Dieci locali notturni dicono sì
all’etilometro contro le stragi del sabato sera Prefettura, Ascom, Silb (associazione che rappresenta 4000 discoteche italiane) e Iulm di Feltre hanno deciso di affrontare insieme il problema delle giovani morti sulla strada. Ieri, in Prefettura, è stato sottoscritto il Progetto di iniziative di sostegno dell’attività di prevenzione e contrasto del fenomeno delle stragi del sabato sera. Nei locali maggiormente frequentati dai giovani verrà promossa l’identificazione dei guidatori designati, ossia di coloro che in un gruppo di clienti si impegnano a non bere alcolici e ad assumersi la responsabilità della guida. I singoli esercenti potranno distribuire loro biglietti omaggio o ridotti, e sconti sulle consumazioni analcoliche. Proprio per incentivare il consumo di bevande prive di alcol, queste saranno vendute a prezzi inferiori rispetto ai drinks alcolici. Verrà inoltre favorita la diffusione di test alcolemici, da mettere a disposizione degli avventori, e di materiale informativo contro l’uso di alcol, sostanze stupefacenti e in genere contro la violenza e i comportamenti illeciti. Tra le altre iniziative: premi per chi si reca nei locali notturni con i mezzi pubblici, divieto di somministrazione di bevande alcoliche ai minori o a chi abbia già raggiunto la soglia di attenzione, sostenere la formazione dei gestori e del personale sul tema dell’abuso di alcol e divieti di consumo. «L’iniziativa ha spiegato il prefetto Provvidenza Delfina Raimondo - affianca tutti i servizi già messi in campo dalle forze dell’ordine. Il fine è rafforzare la prevenzione nei locali frequentati dai giovani, senza alcuna volontà punitiva. Con la collaborazione dei gestori si vuole coinvolgere e sensibilizzare i giovani sui pericoli e sulle drammatiche conseguenze che comporta l’affrontare la strada sotto l’effetto di sostanze alcoliche». All’iniziativa hanno aderito 10 locali bellunesi: La Birreria (Pedavena), Magica (Feltre), Mivida (Belluno), Maxim (Belluno), Mamamia (Salce), Mr Brown (Belluno), Il Molo (Cortina), Ribotta Art Bar (Auronzo), Birreria Villanova (Borca di Cadore), King Kamhamea (Auronzo). Andrea Ciprian A rischio la festa giovane al
Moietto
Gli insulti al Comune nel
volantino avrebbero fatto infuriare Valduga
Rischiano di pagare caro il gesto di spavalderia che li ha portati a dichiararsi fieri di organizzare la festa «senza il patrocinio del comune delle banane», rischiano di veder sfumare nel nulla quelle «Sfumature» tanto attese e tanto agognate. La festa al Moietto in calendario sabato prossimo è infatti a rischio: per via di quel «comune delle banane» e soprattutto per quel «no respect for politicians» («niente rispetto per i politici»), stampati a colori sui volantini distribuiti in tutti i bar della città, la ventiquattr’ore di camping e musica, performance e gastronomia, rischia di restare a terra. E a piedi. Il volantino - soltanto una delle versioni in circolazione - sarebbe il frutto di un’elaborazione non concordata all’interno dell’associazione, ma i membri della giunta si sarebbero offesi ugualmente. «Nessun rispetto? E allora niente palco. E niente autobus». A quattro giorni dall’evento al Moietto, quando sui siti internet e fra i ragazzi già è cominciato il count down, la due giorni di campeggio e concerti è tutt’altro che certa; se, come pare, il comune ha fatto marcia indietro rispetto alla concessione gratuita di palco e servizio bus navetta, e se, come aggiungono i ragazzi, il clima previsto per sabato non sarà dei più estivi, le probabilità che «Sfumature» replichi i successi degli altri anni si fanno decisamente scarse. La notizia è rimbalzata fra gli organizzatori e i fedelissimi ieri pomeriggio e la riunione per decidere sul da farsi non era ancora finita ieri sera, poco prima di mezzanotte: «Non sappiamo ancora nulla, è presto per parlare», diceva Barbara, la neopresidente di Calmapiatta, verso le undici e mezza. Per i ragazzi, e per i tanti iscritti al forum di «studentirovereto», si è trattato di un colpo duro da incassare. Che i rapporti fra Calmapiatta e l’amministrazione Valduga non fossero idilliaci è cosa nota, ma che si arrivasse a cancellare un evento così annunciato e atteso è un caso che ha pochi precedenti. In polemica con la nuova giunta, era saltato ad esempio «Summer Session 2006», kermesse musicale proposta dal Cdm e qualche scambio di veleni c’era stato anche con gli organizzatori del Rafanass; ma il «tira e molla» su «Sfumature» al Moietto è un’anomalia tutta da decifrare. Come si ricorderà, l’associazione Calmapiatta non aveva gradito il nuovo regolamento comunale per la concessione di contributi: «La campagna antialcol fatta con il proibizionismo non serve - avevano dichiarato i ragazzi - vogliamo restarne fuori». Di qui la decisione di rinunciare ai contributi comunali, ridurre le giornate di festa al Moietto e concentrare tutto in ventiquattr’ore, o meglio dal campeggio di venerdì sera alla partitona a calcio di domenica pomeriggio, con musica, giochi, spettacoli e video. Il comune si sarebbe limitato a concedere gratuitamente la struttura, ovvero il palco, montato e smontato dalle squadre di palazzo Pretorio, e il servizio gratuito di bus navetta. Ma la visione dei manifestini in quella versione così aggressiva avrebbe fatto inalberare sindaco e giunta: che sia stato per il «comune delle banane», per il «no respect for politicians», per le «slavine di birra» o per i «tendaggi selvaggi» - tutte espressioni poi cancellate nella versione successiva del volantino - dalla giunta sarebbe arrivata la decisione di tagliare definitivamente ogni rapporto. Niente bus navetta, prima garantito da e per il Moietto dal sabato pomeriggio a domenica all’alba, e niente palco, questa sarebbe stata la replica di Valduga a quelle parole vissute come un affronto. «Dicono che ci sono già spazi per i giovani, chiamano la musica inquinamento acustico, dicono di combattere l’abuso di alcol togliendoci quei pochi momenti di socialità e condivisione: no respect for politicians», si legge accanto al programma del due giugno al Moietto. E l’amministrazione avrebbe deciso di rispondere pan per focaccia. P. R. PINCARA Disagio giovanile, droga e alcol
Stasera a Pincara, alle 21.30 nella sala civica della banca di credito cooperativo del Polesine, avrà luogo un incontro-dibattito sul tema disagio giovanile droga e alcol. Ne discuteranno l’assessore alle politiche giovanile della Provincia di Rovigo, Tiziana Virgili, un esperto del Sert di Rovigo-Lendinara, e il vicesindaco di Pincara, Giuseppe Traniello Gradassi. Saranno moderatrici della serata, Sofia de Stefani e Rossella Lorenzo, del gruppo giovanile "il paese delle meraviglie" organizzatore della serata. VALDOBBIADENE No testa, no party
Questa sera alle 20 nell’aula magna dell’Isiss Verdi si terrà un incontro dal titolo "No testa, no party", centrato sull’alcol e sulle droghe, sulla prevenzione e sui rischi correlati all’uso. Fitto il numero dei relatori, che affronteranno l’argomento da più punti di vista. COSA BEVONO GLI ITALIANI AL BAR? L’ANDAMENTO DEL MERCATO
ITALIANO NEL 2006 E LE PREVISIONE PER IL 2007 DEL PIÙ IMPORTANTE GRUPPO
INDIPENDENTE ITALIANO DI DISTRIBUZIONE DI BEVANDE Italiani sempre più poveri. E´ quanto emerge dall´ultimo rapporto Istat, eppure c´è un settore che nel 2006 ha conosciuto un periodo di ripresa, dopo anni di crisi: si tratta del circuito dei consumi fuori casa. Alle soglie della stagione estiva, Cda (Consorzio Distributori Alimentari), il più importante gruppo indipendente italiano di distributori di bevande, traccia un quadro dettagliato di quello che è stato l’andamento del mercato italiano del beverage nel 2006 e le prime previsioni per il 2007 a soli 4 mesi dall’inizio dell’anno. Secondo i dati elaborati dal consorzio (che da solo rappresenta oltre il 10% del mercato italiano della distribuzione di bevande), dopo anni di crisi il canale Horeca (acronimo di “Hotel, Restaurant, Café”, che comprende tutto il circuito dei consumi fuori casa, dal bar al locale notturno) ha registrato finalmente un trend positivo, segnando un +6,1% in fatturato e +5,5% in volumi rispetto al 2005. Un incremento però che ha riguardato anche i prezzi. Rispetto all’anno precedente, nel 2006 si è registrato infatti un aumento medio del 3,16%, con un picco del 5,01% nel mercato della birra (complice l’aumento delle accise) e del 4,55% nel segmento superalcolici. Sostanziale parità invece dei prezzi sul vino da 0,75 cl. (+0,36%). Il canale Bar è senza dubbio quello che ha ottenuto le migliori performance di vendita totali (+8,5%) seguito a ruota dalla ristorazione (+7%), mentre chiude con un +2,7% il canale locali notturni/serali Per quanto riguarda i volumi, i comparti merceologici che hanno ottenuto i risultati più positivi sono stati in assoluto quelli degli Energy Drink, con un +25,2% (da sole o per la realizzazione di cocktail, queste bevande hanno conosciuto nel 2006 un vero e proprio “boom” nel fuori casa), degli aperitivi alcolici (+ 23,7%), sostenuti dalla dilagante moda degli “happy hour”, e dei vini Doc (+ 13,82%). Altrettanto negativa la tendenza dei Ready to Drink, che nel 2006 hanno registrato un -25%. Sostanziale parità invece per le acque minerali (+2,9%), di cui gli italiani si confermano grandi bevitori, con circa 200 litri pro capite all’anno. Le acque piatte in particolare sono decisamente le favorite con il 70% dei volumi espressi contro il 26% delle gasate e il 4% delle effervescenti naturali. Il formato preferito nel fuori casa è quello da asporto da ½ litro in plastica che si conferma per comodità/servizio quello con le migliori performance verso il 2005 (+18%). Il settore delle birre manifesta invece una certa sofferenza e fa fatica a mantenere le proprie quote. Una situazione dovuta per lo più agli al consumo e da un conseguente spostamento degli italiani verso prodotti a maggior contenuto edonistico (energy drink e cocktail). Nel complesso comunque si beve lo stesso quantitativo di birra alla spina (+2%) e nel comparto crescono i consumi di birra in bottiglia (+9,54%). Stabili i consumi di succhi di frutta (+2%) in volumi su tutti i formati, mentre il formato cl. 200 tipico del bar e che da solo rappresenta il 70% dei volumi espressi dalla categoria, registra un -2,5% rispetto al 2005. Dopo alcuni anni di crescita, quindi, sia assiste in questo comparto ad una frenata nei consumi e, dopo il boom di gusti innovativi, si registra un ritorno importante ai “classici” pera, pesca e albicocca. Importante e in controtendenza rispetto alla campagna di sensibilizzazione sul consumo responsabile di superalcolici è la crescita del 13,6% a valore e del 12,8% a volumi di queste bevande, con particolare riferimento agli aperitivi alcolici e ai prodotti da miscelazione come vodka (+20,1%), vermouth (+22,3%) e gin (+13%). Il 2° e 3° trimestre del 2006 hanno dimostrato una maggiore vivacità nei consumi rispetto al 1° e 4°, complice sicuramente il periodo estivo come sempre determinante per il settore beverage; basti pensare infatti che i mesi centrali aprile/settembre valgono il 65% del giro d’affari annuo. Il 2006 dunque è stato un anno nel complesso positivo, ma quali sono le previsioni per il 2007? L’anno si è aperto denotando una conferma del trend registrato nel 2006. “In termini di prospettiva ed in condizioni climatiche “normali” – spiega Lucio Roncoroni, direttore di Cda - non ci attendiamo grandi crescite sul comparto acque minerali e nel mercato delle birre. Grandi sono le attese verso le birre di importazione (soprattutto tedesche) che stanno registrando gli incrementi più significativi”. I primi dati del 2007 relativi alle bevande analcoliche in particolare stanno confermando il trend positivo per le cole, per il the e per le bevande a base frutta. Stabili invece i prodotti isotonici e ancora in forte crescita gli energy drink soprattutto perché abbinati ai super alcolici. L’inferno in famiglia
Non così, sulle medesime colonne, la notizia di un
direttore di banca di Castelmassa (Rovigo) che sgozza la moglie, maestra
elementare, con un martello e un rasoio e poi cerca di trascinare nel baratro
anche il figlio sedicenne: «Papà, aspetta, lascia che ti spieghi», lo implorava
cercando di ripararsi dai fendenti. Il ragazzo vivrà. Suo padre, che si è
infilato il rasoio in gola, non si sa. Storie di ordinaria follia, si diceva
una volta. Adesso si cerca di capirne di più di ognuna di queste terribili
sequenze di vita in comune e di inferni domestici che sembrano divampare
all’improvviso ma poi, a guardar meglio, ci mostrano saghe di rancori covati e
ingoiati in attesa di un gesto clamoroso e liberatorio, sacrificale e
annichilente. In certe famiglie le avvisaglie del dramma si trascinano per
anni. Dalla serenità di facciata, dalla discrezione esibita («ognuno qui si fa
i fatti propri») ecco che la realtà del giorno per giorno disvela convivenze
che solo l’amore (l’amore?) per i figli tiene o costringe negli stessi spazi
della stessa casa. Dentro quelle mura – anche senza arrivare all’estremo –
maturano incomprensioni che si trasformano in risentimenti e questi in rancori
e poi in odio aperto, incontenibile. Queste tragedie si annunciano da lontano.
Denunce ai carabinieri, parenti che fanno da pacieri, amici che tentano
riconciliazioni destinate a naufragare nella coazione a ripetersi. Qualche
volta c’è di mezzo l’alcool, (*) il gioco, spesso il sospetto di «un’altra», o
ancora più spesso di «un altro», il tutto immerso nella cultura dello schiaffo,
del dirsi le cose a suon di ceffoni, per poi rimetterle nel silenzio delle
convenienze e delle ipocrisie condominiali. Di lite in lite si arriva al
coltello da cucina, al martello preso all’improvviso dalla cassetta degli
attrezzi e poi, a sangue sparso, si pensa al movente più semplice, all’accusa
che appare più credibile e che, sia chiaro, qualche volta lo è davvero: la
rapina. Magari da addossare al marocchino, all’algerino, all’albanese. Come a
Erba così a Cogne e in tanti altri casi, magari con fatica e attraverso
macchine investigative non sempre brillanti, s’arriva a ricomporre il senso di
drammi che rivelano una incommensurabile incapacità di rapportarsi alla fatica
del vivere e del vivere insieme. L’opinione pubblica, la gente che legge e vede
i telegiornali non è attratta soltanto dall’aspetto di «cronaca nera» – il
delitto ha sempre trovato attenzione, proprio per la sua natura di
rappresentazione suprema del male -, si sente coinvolta da una sorta di
«vicinanza» con questi atroci fatti, li sente non lontani da sé, li vive
attraverso una immedesimazione che forse cela paure ancestrali, il timore
stesso che la folgore del male oscuro, per dirla con Giuseppe Berto, possa
abbattersi anche nel nostro giardino, dove l’erba è ancora verde. Paolo Graldi (*) Nota: il consumo di alcolici ha sicuramente un ruolo importante come causa di problemi e di violenza in famiglia. La difficoltà nell’evidenziarne il peso negli specifici eventi e il fatto che spesso passa in secondo piano rispetto ad altri aspetti che colpiscono di più, fa ritenere che l’incidenza dell’alcol nei problemi famigliari sia ampiamente sottostimata. Per otto volte ubriaco in auto
Guidava con una patente estera All’uomo, un 51enne altoatesino, era stato ritirato il
documento per sette volte Così era andato a Praga e aveva ottenuto la licenza
dalle autorità ceche BOLZANO - Chissà se l’ottava sarà quella definitiva. Se lo
devono essere chiesti anche i carabinieri quando l’hanno fermato, completamente
ubriaco, al volante della sua auto. Non era la prima volta che E.J., altoatesino
di 51 anni, veniva fermato, dopo aver abbondantemente bevuto, mentre guidava.
Tanto che gli era stata ritirata la patente per sette volte. L’ultimo stop era
avvenuto il 29 novembre. Era la settima volta e si doveva trattare anche
dell’ultima volta alla guida di un’auto. Accusò i carabinieri, in aula
Tutto risale a un incidente
avvenuto 2 anni fa
Ha accusato i carabinieri di Cremona di avere redatto un
falso verbale ed ora Dario D., nato a Torino 31 anni fa, ma residente a Castelverde,
deve rispondere di calunnia nei confronti dei militari che si sono costituiti
parte civile attraverso l’avvocato Michela Soldi. Ritirate trentuno patenti per
guida in stato di ebbrezza
Alessandria. Trentuno patenti ritirate per guida in stato di ebbrezza.
E’ il bilancio della polizia stradale di Alessandria, ai comandi del comandante
Lucio Aprile, in 20 giorni di pattugliamenti sulle strade provinciali, dal 5 al
27 maggio. Un dato che preoccupa perché, nonostante la pressante campagna
mediatica sulla sicurezza stradale, non accenna a diminuire. La violazione più frequente è risultata essere quella
relativa al superamento del tasso alcolico, per cui è previsto il ritiro della
patente. Trentuno in totale, senza contare i posti di blocco mirati alla
prevenzione delle stragi del sabato sera. Ventuno delle violazioni, e dei
ritiri, sono state rilevate in autostrada dai posti di blocco istituiti
prevalentemente lungo la A 26. Tre sono stati invece i ritiri di patenti per
guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Il dato è stato desunto dalle
analisi eseguite in ospedale a seguito di incidenti stradale. I controlli delle
ultime settimana rientrano nelle ordinarie operazioni di pattugliamento e
controllo del territorio. Ma per arginare un fenomeno radicato, soprattutto
nella fascia d’età tra i 25 e i 50 anni, la polizia stradale sta, da tempo,
mettendo in atto controlli mirati durate i fine settimana sulle strade
maggiormente frequentate dai giovani per la presenza di locali e discoteche. E,
ad ogni pattugliamento, è un bollettino di guerra. I. Na. Taggia, ubriaco cade dalla moto
poi picchia i suoi soccorritori Dopo un giro per locali
Completamente ubriaco, si è messo alla guida dello scooter
di un amico, con il quale è poi caduto rovinosamente a terra. A procurargli dei
danni, però, più che la caduta è stata la sua reazione alla vista dei militi
della Croce Verde di Arma di Taggia e dei carabinieri della locale stazione,
che ha insultato e minacciato guadagnandosi una denuncia. Precipita dal ponte di Bagliani
ventunenne salvato dal casco
Cisano
VOLA dal ponte di Bagliani, ma se la cava con un forte trauma facciale, forse grazie al casco da motociclista. Protagonista della vicenda è Igor Aicardi, ventunenne di origini slave che vive in val Neva con la famiglia adottiva. Attorno alle 17,30 di ieri il giovane è precipitato da un’altezza di diversi metri, dal ponte che unisce i vicoli del borgo con via della Utra. Un volo che avrebbe potuto avere conseguenze drammatiche, ma che fortunatamente per il giovane si è risolto senza conseguenze particolarmente gravi. Secondo una prima ricostruzione da parte dei carabinieri che sono giunti sul posto assieme alla Croce Bianca, il giovane si sarebbe lanciato nel vuoto come in un maldestro tentativo di suicidio, ma senza togliere dalla testa il casco da motociclista. I carabinieri non sembrano tuttavia escludere l’ipotesi di una caduta fortuita, dovuta probabilmente allo stato di ebbrezza in cui si sarebbe trovato il giovane, già in cura al Cim e noto alle cronache per diversi episodi. La scorsa estate Aicardi mentre era al volante della sua auto era stato protagonista di un drammatico incidente avvenuto davanti all’ingresso della caserma Turinetto. L’auto di Aicardi si era violentemente scontrata con lo scooter di Gianfranco Garello, cinquantacinquenne casellante dell’Autofiori che stava rientrando a casa dopo avere terminato il turno di lavoro, uccidendolo sul colpo. Proprio da allora il giovane avrebbe sofferto di crisi depressive. Questa volta il volo di Aicardi non ha avuto conseguenze drammatiche. Il giovane è stato soccorso e immediatamente trasportato al Santa Corona, dove i medici gli hanno riscontrato un forte trauma facciale e numerose fratture in diverse parti del corpo e lo hanno sottoposto ad una lunga serie di accertamenti. La prognosi è riservata ma le sue condizioni non preoccupano i sanitari. CANALE D’AGORDO Assolto albanese a processo per
maltrattamenti
Finisce con una sentenza di non doversi procedere il
processo per maltrattamenti nei confronti della moglie a carico di un albanese,
Mirash Cekaj, 34 anni, residente a Canale, difeso dall’avvocato Roberto
Pregaglia. (*) Nota: esiste anche un alcolismo benigno? POLSTRADA E CARABINIERI Alcol, azzerate 14 patenti
Sono venticinque gli automobilisti che tra le 20 di sabato e le 8 di ieri sono stati appiedati dalle forze dell’ordine. Quattordici automobilisti si sono ritrovati senza patente di guida dopo essere stati sottoposti ad alcoltest, tra i quali due con un tasso di alcol nel sangue sei volte superiore a quello massimo consentito dalla legge. Sono stati tutti denunciati in stato di libertà per guida in stato d’ebbrezza. Altri undici conducenti hanno perso la patente per velocità fuorilegge: oltre 40 chilometri orari. BREVI Brilli alla guida, due denunciati Superava di tre volte il limite di alcol per mettersi alla guida un sessantenne fermato dai vigili giovedì alle 20.40, in Lung’Adige Leopardi. Denunciato anche un 34enne di Pergine, trovato brillo dopo essere rimasto coinvolto in uno scontro, venerdì, nei all’Interporto. Velocità, 63 multe Sono 63 le multe comminate e 2 le patenti ritirate per eccesso di velocità. La scorsa settimana le verifiche con l’autovelox e il telelaser hanno interessato la statale 45 bis a Vigolo Baselga, via Brennero, via Vicenza, viale Verona, località Lamar, via Muredei. Camion multati a Meano Nove sono stati i camion multati dalla polizia municipale la settimana scorsa sulla provinciale 76 Gardolo Lona-Lases, prima delle 6. Per gli autisti, multa da 74 euro. Giovedì, 31 Maggio 2007
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