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Rassegna stampa 12/01/2005

Rassegna stampa del 11 Gennaio 2005

Rassegna stampa del 11 Gennaio 2005


Da ANSA" del 11 gennaio 2005
Sirchia: contrastare l’uso dell’alcool
Valore alcolemico poco controllato, solo a 4 italiani su 100


 BOLOGNA
Piace all’Asaps l’intenzione del ministro della salute Sirchia di contrastare l’uso eccessivo di alcol. L’associazione degli amici della polizia stradale afferma che negli ultimi 3 anni solo 4 italiani su 100 sono stati controllati per il valore alcolemico, contro il 34% dei francesi,37% degli olandesi,41% degli svedesi, e addirittura il 64% dei finlandesi. Per Asaps con una alcolemia di 0,5 gr/l il rischio d’incidenti stradali aumenta del 38%.

Da "HelpConsumatori" del 11 gennaio 2005
Sicurezza stradale
Polizia Stradale: italiani più attenti al volante, meno morti nel 2004

Incidenti mortali in calo nell’ultimo anno, automobilisti più attenti all’impiego delle cinture di sicurezza e ragazzi più sensibili all’uso del casco in motorino. Grazie all’introduzione della patente a punti, alle numerose iniziative di sensibilizzazione e al notevole incremento dei controlli su strade e autostrade, gli italiani sembrano aver messo la testa a posto in fatto di guida sicura. Secondo i dati rilevati dalla polizia stradale e dai carabinieri, infatti, nel 2004 gli incidenti stradali sono diminuiti del 7% facendo registrare un calo del 9,4 % anche delle vittime: 386 morti in meno rispetto al 2003. E’ scesa al 6,4% anche la percentuale di feriti che lo scorso anno era pari al 6,7%.
Nel corso del 2004, le pattuglie della Stradale e dei carabinieri hanno accertato oltre 3 milioni di violazioni al Codice da parte degli automobilisti più indisciplinati per un totale di 4.108.432 punti decurtati dalla loro patente. Nel 16,8% dei controlli, inoltre, si è reso necessario il ritiro della licenza di guida.
Il dato più interessante, riguarda la notevole diminuzione delle violazioni relative all’uso del casco (62.725, -55,5% circa) e delle cinture di sicurezza (233.407,-29,7% circa), già registrata all’indomani dell’entrata in vigore della patente a punti il 1 luglio 2003. Questo potrebbe dimostrare una crescente consapevolezza da parte dei conducenti dei sistemi di protezione personale.
Se da una parte diminuiscono gli incidenti e aumenta la predisposizione all’uso delle norme di sicurezza alla guida, dall’altra si moltiplicano, invece, le violazioni accertate per il superamento dei limiti di velocità. Gli oltre 42mila servizi di controllo, infatti, hanno accertato circa 959mila infrazioni dovute alla guida veloce, il 6,8% in più rispetto al 2003. All’aumento dei controlli sulle condizioni psico-fisiche dei conducenti con etilometri e strumenti precursori (148.118 conducenti controllati nel 2004, +24%) è corrisposto, inoltre, l’aumento del 17,4% delle violazioni accertate per guida in stato di ebbrezza alcolica. Per guida sotto effetto di sostanze stupefacenti sono state invece registrate 4.621 infrazioni.
Per quanto riguarda gli incidenti in autostrada, dove la Polizia stradale opera in via esclusiva in ragione delle convenzioni con le società concessionarie, si registra un risultato più favorevole: gli incidenti mortali sono infatti passati da 532 nel 2003 a 468 nel 2004, con una diminuzione del 12%, mentre le vittime sono passate da 620 a 558 (-10%).

Da "Il Gazzettino" del 11 gennaio 2005
E Sirchia apre la crociata anche contro l’alcol
Dissuadere i minori sull’uso e l’abuso, regolamentando la pubblicità, è il punto di partenza dell’annunciato giro di vite

R.R

Roma
Dopo il fumo, l’alcol. "Si comincerà da qui: dissuadere i minori dall’uso dell’alcol regolamentando la pubblicità", annuncia il ministro Sirchia, deciso a procedere senza tentennamenti nella sua crociata salutista.
Ora, infatti, il titolare della Sanità anticipa che, dopo i divieti al fumo, si prepara un giro di vite anche sull’alcol. "Purtroppo - spiega infatti Sirchia - l’uso, anzi l’abuso di sostanze alcoliche sta crescendo tra i giovanissimi, sedotti soprattutto da quei cocktail tanto pubblicizzati che non esplicitano il tasso alcolico. Il primo passo da fare è quello stesso compiuto per le sigarette: regolamentare la pubblicità, soprattutto quella diretta ai minori. La pubblicità delle sigarette è stata vietata. Questo non si potrà fare per l’alcol ma si potrà impedire che l’abuso di birra e superalcolici venga propagandato come modello vincente. Gli spot dovranno chiaramente dire che l’alcol fa male a chi ha meno di 16 anni visto che i meccanismi di detossificazione sono ancora immaturi".
Nei fatti, l’abuso di alcol è, con il fumo, una delle maggiori cause di danni e di mortalità. Secondo alcune ricerche mediche, dopo aver bevuto un bicchiere di vino, i tempi di reazione si allungano: del 38 per cento di fronte a stimoli sonori, del 30 di fronte a stimoli luminosi e del 50 per cento per quelli periferici. Il risultato è che, anche in questo stato di leggera ebbrezza, ci si accorge in ritardo degli ostacoli e si riesce ad evitarli con maggiore difficoltà. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, gli incidenti statali provocati dall’alcol hanno provocato 8.000 decessi, 170.000 ricoveri, 600.000 prestazioni di pronto soccorso e 20.000 invalidità permanenti (dai riferiti al 2000). Inoltre 200 giovani perdono la vita ogni anno, a causa di un incidente stradale provocato dall’alcol.
Sui danni da alcol è difficile una statistica precisa (l’alcol farebbe dalle 30 alle 40 mila vittime l’anno) perché abbastanza frequentemente alcune cause di decesso - come la cirrosi epatica - non vengono segnalate come tali. Per l’Organizzazione mondiale della sanità, l’alcol provoca direttamente o indirettamente il 10 per cento di tutte le malattie, il 63 per cento delle cirrosi epatiche, il 41 per cento gli omicidi e il 45 per cento degli incidenti, oltre ad un 9 per cento di invalidità e malattie croniche.
Particolarmente grave, appare in Italia, il rapporto tra giovani e bevande alcoliche. Nel 2001, l’Istat aveva calcolato in 870 mila gli adolescenti (di età compresa tra i 14 e i 16 anni) che consumano alcolici: la cifra era registrata in crescita, di 22 mila adolescenti in più rispetto al 2000 e di ben 98 mila in più rispetto al 1998. L’incremento maggiore si registrava tra le teenager (passate dal 35,7 per cento del 1998 al 41,6 del 2001), mentre i consumatori maschi salivano dal 46,2 al 51,6 per cento. Sugli 870 mila giovani consumatori di alcol, ben 400 mila abusano soprattutto di birra, vino e aperitivi alcolici. Il primo bicchiere viene consumato a 11-12 anni (l’età più bassa, nella media europea che si attesta invece attorno ai 14 anni). I maschi preferiscono la birra (oltre 350 mila consumatori, nel 2001), seguita da vino, aperitivi alcolici e dagli amari. Anche le giovani preferiscono la birra ma, a differenza dei maschi, quasi ignorano gli amari a tutto vantaggio degli aperitivi alcolici: le ragazze con il drink in mano sono aumentate - dal 1998 al 2001 - del 28 per cento. Quanto alle motivazioni, i giovani bevono soprattutto per sentirsi più sicuri e integrati nel gruppo, oltre che "trendy" agli occhi dei coetanei: proprio per questo, il 12,2 per cento degli adolescenti preferisce bere fuori dai pasti.
Secondo l’Eurispes, l’Italia è comunque un Paese di buoni bevitori: ogni italiano di età superiore ai 15 anni beve (dato riferito al 1999) circa 105 litri di alcol l’anno, di cui circa 58 litri di vino e 33 litri di birra. Inoltre, sempre secondo l’Eurispes, si stimano un milione e mezzo di alcolisti (abuso quotidiano di alcol) e circa tre milioni e mezzo di persone (prevalentemente giovani) che comunque alzano il gomito più volte al mese.

Da "Il Gazzettino" del 11 gennaio 2005
POLSTRADA E CARABINIERI
Gigi Bignotti

Le statistiche dicono che le vittime della strada nel 2004 sono state 3.735, ovvero più di 10 al giorno. Un’autentica strage. Ma rispetto al 2003 ce ne sono 386 in meno (il 9,4\%) e il merito è anche - ma non solo - della "stretta" contro gli ubriachi al volante. É il bilancio fornito ieri da Polizia stradale e Carabinieri. Fra i 158.220 incidenti rilevati dalle loro pattuglie almeno il 10\% sono stati provocati da ebbrezza alcolica (o assunzione di droghe). Nel computo mancano i dati dei vigili urbani relativi ai centri abitati (ma a soli 9 giorni dalla fine dell’anno le conseguenze di molti sinistri sono ancora da accertare). I bilanci definitivi arriveranno a fine febbraio da Istat e Aci.
Qualunque sia il dato finale, i 3.338 incidenti mortali del 2004 non sono una buona notizia (manca ancora il dato esatto sulle cause): sulle strade però si continua a morire troppo e il Nordest con oltre 700 vittime e altre 4 nella sola giornata di ieri (fra Vittorio Veneto e Pordenone), mantiene tristi primati in termini di mortalità con in testa la Marca trevigiana.
All’aumento dei controlli sui conducenti con gli etilometri (+24\%) è corrisposto l’aumento delle infrazioni per guida in stato di ebbrezza: in Italia sono state 39.641, +17,4\% sul 2003. Nel Nordest sono stati sottoposti ad alcoltest 15mila conducenti e in circa 4mila casi il tasso etilico era superiore ai limiti di legge.
Per la Polstrada in generale i dati sono incoraggianti "ma - si precisa - andranno aggiunti quelli delle Polizie locali". Nel 2004 Polstrada e Carabinieri hanno impiegato 4 milioni 73.115 pattuglie (+7\% sul 2003), accertando 3.124.395 violazioni, decurtando 4.108.432 punti e ritirando 99.071 patenti (+16,8\%).
Confermata la diminuzione di violazioni per uso del casco (-55\%) e cinture di sicurezza (-29\%). Gli eccessi di velocità sono stati 959.061 (+6,8\%). Per gli incidenti in autostrada il risultato è più favorevole: i mortali sono scesi da 532 a 468 nel 2004 (-12\%) mentre le vittime sono scese da 620 a 558 (-10\%).


Da "Il Gazzettino" del 11 gennaio 2005
Si registra un consistente incremento delle contravvenzioni
Alcol e alta velocità, il giro di vite della Polstrada
Schizzano da 204 a 255 le patenti ritirate sulle strade della Sinistra Piave grazie a una media di due pattuglie al giorno

Fulvio Fioretti

Vittorio Veneto
Telelaser e autovelox per combattere contro l’eccesso di velocità e la guida in stato di ebbrezza, con risultati evidenti sotto il profilo dei numeri, ed un aumento esponenziale di guidatori che dovranno frequentare ancora la scuola guida per recuperare i punti.
Dal bilancio 2004 dell’attività della Polstrada vittoriese si può dire che la patente a punti abbia concorso a ridurre le infrazioni più diffuse, mancato uso della cintura di sicurezza per primo, ma per il resto la situazione non è rosea: da 204 nel 2003 sono schizzate a 255 nel 2004 le patenti ritirate dalla Polizia Stradale guidata dall’ispettore capo Michele Cursio. L’eccesso di velocità, abbinato spesso alla guida in stato di ebbrezza, è stato in realtà una vera piaga, contro la quale l’impegno è stato massimo.
Con un organico ormai è ridotto al minimo (18 unità comandante compreso) nel 2004 la Polstrada vittoriese è riuscita ad incrementare un lavoro già notevole, che si è concretizzato in due pattuglie al giorno di media sulle strade della Sinistra Piave e della Provincia, per prevenire e reprimere le infrazioni al codice della strada che possono minare la sicurezza degli utenti, siano essi automobilisti o motociclisti, ciclisti o pedoni.
Aumentato il numero di pattuglie rispetto all’anno precedente, 728 invece di 648, anche i numero di contravvenzioni verbalizzate è stato rilevante: 3.070 contro 2.794 del 2003.
"Il maggiore controllo della velocità sulle nostre strade ha permesso di avere una riduzione sostanziale di incidenti stradali, almeno per quanto riguarda quelli rilevati dalle nostre pattuglie - sostiene il comandante Cursio - ma rimangono sempre i punti neri della viabilità che per noi corrispondono ai tratti locali della Pontebbana e Alemagna, soprattutto all’altezza della zona industriale di San Giacomo, dove sarebbe necessaria una rotatoria per un deflusso in maggiore sicurezza del traffico". Alla riduzione complessiva degli incidenti, 369 nel 2004 contro i 401 del 2003, pur restando purtroppo stabile il numero delle vittime, 10 in altrettanti incidenti mortali concentrati per la maggior parte nel primo semestre dell’anno, è corrisposto invece un consistente cambio della nazionalità degli automobilisti coinvolti in incidenti: ormai oltre il 30 per cento di questi sono originari della vecchia Europa dell’Est e dell’Africa.
 

 


Mercoledì, 12 Gennaio 2005
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