Rassegna stampa del 9 Gennaio 2005 |
Da Il Mattino" del 9 gennaio 2005 AL PORTO Mercedes rubate dirette a Tunisi ragazza arrestata PETRONILLA CARILLO Ancora una volta il porto di Salerno si rivela crocevia per traffici
internazionali illeciti. Dalla droga alla ricettazione di auto rubate,
lo scalo marittimo è sempre nel mirino delle forze dell’ordine
in quanto diventa strada di passaggio per un grosso volume di affari illegali
gestito dalla malavita organizzata. Questa volta nel mirino degli agenti
del Compartimento di polizia stradale della Campania e della polizia di
frontiera marittima, finiscono due persone bloccate a bordo di due auto
di grossa cilindrata: due Mercedes C220, ultimo modello. Nel corso di
una serie di servizi finalizzati alla prevenzione e alla repressione dei
reati in genere, gli agenti hanno notato le Mercedes in fila per l’imbarco
per la Tunisia. A catturare l’attenzione dei poliziotti, il fatto
che alla guida delle due auto importanti vi fossero una giovane donna,
V.P. di 26 anni originaria di Latina, e un libico A.A. di 36 anni in Italia
con regolare permesso di soggiorno per lavoro. Le due auto sono così
state bloccate dagli uomini dei vicequestori Pio Russo e Giovanna Carbone
prima di imbarcarsi su un Eurostar Salerno della compagnia Grimaldi. È
stato così che gli investigatori, controllando i documenti si sono
accorti che erano falsi. Sono scattati controlli più approfonditi:
le due auto sono risultate rubate una nel casertano e l’altra nel
frusinate. Per la donna, risultata essere incensurata, si sono subito
aperte le porte del carcere di Fuorni. Pesanti le accuse nei suoi confronti:
riciclaggio, ricettazione e falso. L’auto da lei condotta aveva dati
contraffatti, come i documenti che erano stati prima rubati e poi falsificati.
Anche le targhe erano state falsificate ma riprodotte in modo tale da
riuscire a eludere qualsiasi controllo. È stato invece deferito
all’autorità giudiziaria il cittadino libico colpevole dei
soli reati di ricettazione e falso. I due, però, non viaggiavano
da soli. Anche i loro accompagnatori sono stati denunciati a piede libero
per il reato di concorso in riciclaggio.
Da "Il Giornale di Vicenza" del 9 gennaio 2005 I controlli della polstrada. Denunciate 7 persone durante le feste Assicurazioni, patenti e permessi Il documento falso viaggia in A4
Una denuncia ogni due giorni. La polstrada ha pizzicato sette persone
nelle ultime festività natalizie: tutte sono state fermate durante
i controlli in autostrada e tutte hanno mostrato agli agenti documenti
poi risultati fasulli. I poliziotti del vicequestore Macagnino da anni
battono a tappeto l’autostrada convinti che dai controlli campione
possano spuntare irregolarità e contraffazioni. Le verifiche danno
loro ragione: i sospetti che emergono in strada, in particolare in A4,
vengono spesso confermati dagli accertamenti compiuti in ufficio dalla
sezione di polizia giudiziaria, nella quale lavorano alcuni esperti su
scala nazionale nel settore del falso documentale che operano con strumentazione
all’avanguardia.
Fra la vigilia di Natale e l’Epifania sono stati denunciati sette immigrati. Si tratta di moldavi, serbi e croati che hanno esibito permessi di soggiorno, patenti, permessi internazionali di guida e assicurazioni fasulle. Queste ultime costituiscono l’aspetto più inquietante, poiché qualora uno di questi automobilisti restasse coinvolto in un incidente non ci sarebbe nessuna compagnia a coprire i danni che ha provocato. Il trucchetto di contraffarre i cedolini si sta diffondendo anche fra i cittadini italiani, che cercano di risparmiare sulle polizze. "Dai controlli emerge una realtà sconosciuta - spiega l’assistente capo Campagnolo -. Molti immigrati usano documenti falsi per nascondere la propria identità, e senza verifiche puntuali si creano una seconda vita". Da "Corriere Adriatico" del 9 gennaio 2005 Spunta il riciclaggio nell’inchiesta sulle importazioni parallele dalla Germania Auto rubate nella truffa dell’Iva Lorenzo Sconocchini Non
solo vetture esentasse, rivendute con sconti da capogiro grazie all’Iva
non pagata, ma anche automobili rubate. Spunta l’ipotesi del riciclaggio
nell’inchiesta condotta dal pm Paolo Gubinelli sull’importazione
parallela di auto dalla Germania. Tra quelle sequestrate a fine novembre,
soprattutto Mercedes, Audi e Volkswagen, ce ne sarebbero alcune di cui
era stato denunciato il furto o l’appropriazione dopo un noleggio.
Uno scatto in avanti dell’inchiesta che ha rinvigorito l’interesse
della polizia tedesca, partner della procura dorica nell’operazione
denominata “Golden Cars”. Dopo la proficua missione a Dusseldorf
di un investigatore della Guardia di finanza, che ha visitato la concessionaria
tedesca da cui partiva il fiume di auto rivendute in Italia a prezzi ultra-convenienti,
adesso gli investigatori tedeschi stanno per ricambiare la visita per
ottenere informazioni utili.
Il maresciallo del nucleo di polizia tributaria salito a Dusseldorf a fine novembre era tornato alla base con pacchi di documenti definiti dagli investigatori “molto utili alle indagini”, carte destinate allargare anche a commercianti e intermediari di altri Paesi europei (Francia, Spagna) l’inchiesta avviata su un traffico di auto di grossa cilindrata importate in Italia dalla Germania aggirando l’Iva grazie alle carte false sfornate da società “fantasma”. Proprio su una di queste, la “Inpex” - sede a Dusseldorf, ma titolari italianissimi di Roma - s’erano concentrate le attenzioni dopo il viaggio del detective delle Fiamme gialle. L’indagine della procura anconetana era uscita allo scoperto a fine novembre, con una serie di perquisizioni e sequestri, e ora vede indagate quindici persone per reati che vanno dall’associazione per delinquere finalizzata all’evasione fiscale, all’utilizzo di documenti falsi, alla truffa aggravata. Gli investigatori di Fiamme gialle, Polstrada e squadra di pg della procura, aiutati dai colleghi tedeschi, avevano perquisito 16 concessionarie: cinque nelle Marche (ad Ancona, Cingoli e Pesaro), dieci in Lombardia e una appunto a Dusseldorf, sulla quale adesso sta indagando anche la tributaria tedesca. In tutto erano state sequestrate 50 vetture di lusso e accertate violazioni fiscali pari a 14 milioni di euro di Iva evasa. L’occhio del ciclone è ad Ancona, negli autosaloni Eurotrade e Novacar dei fratelli Doriano e Giuliano Borgognoni, 43 e 47 anni, già coinvolti in un’inchiesta analoga condotta dalla procura di Taranto. Avrebbero orchestrato, secondo la procura, un valzer di vetture a prezzi scontati del 10-15% vendute alla clientela o ad altri concessionari, alcuni dei quali (la Automoda di via Caduti del Lavoro, concessionario Daewoo per Ancona e provincia ma rivenditore di vetture di svariate marche, e alla concessionaria Fiat Barigelli di Villa Strada di Cingoli) hanno subito il sequestro di vetture non ancora immatricolate. Il meccanismo che consentiva di “asciugare” i costi e smarcarsi dalla concorrenza, secondo la procura, era basato su una costellazione di società fittizie, intestate a prestanome. Grazie a queste ditte “cartiere” sarebbe stato possibile ai titolari della Eurotrade rifornirsi in Germania, Spagna e Francia di vetture di ogni tipo che dopo essere passate da un’unica concessionaria a Dusselforf arrivavano in Italia con fatture dalle quali risultava, con una falsa attestazione, che l’obbligo dell’Iva era stato già assolto nel paese comunitario d’acquisto con pagamento alla frontiera all’atto dello sdoganamento. Quelle che sono già in circolazione, circa tremila tra le Marche e il resto d’Italia, rischiano in teoria (ma difficilmente avverrà) il sequestro perché vendute con un atto falso che attestava il pagamento dell’Iva. Da "Gazzetta di Parma" del 9 gennaio 2005 In cella corriere della droga G. Az. Il suo bagaglio proibito l’aveva in gran parte sistemato sotto i sedili di quell’anonima Renault Clio in viaggio verso Milano. Un’auto qualunque, all’apparenza, che percorre a velocità regolare l’autostrada del Sole in un tranquillo sabato mattina. Ma l’utilitaria finisce nella rete dei controlli della polizia stradale di Parma, in servizio nel tratto tra Parma e Fiorenzuola. Sono quasi le 10, quando la pattuglia lampeggia alla Clio, per far sí che il conducente accosti e si fermi. Nessun risultato. L’auto continua a procedere tranquillamente in direzione Milano. Forse non ha visto i fari lampeggianti della pattuglia, o pi ù probabilmente spera che i poliziotti desistano. Al secondo alt, però, vicino al casello di Fiorenzuola, l’uomo accosta sulla corsia d’emergenza e si ferma. E’ nervoso e comincia a osservare con attenzione i movimenti dei poliziotti. Un segnale chiaro per gli agenti che, dopo aver controllato i documenti, decidono di passare al setaccio la Clio. Vengono controllati cassetti e intercapedini dell’auto e tutta la zona dei sedili. Una perquisizione minuziosa, che consente di far emergere il " bottino " , suddiviso in quattro pacchetti: in totale due chili di eroina, per un valore di mercato di circa 140mila euro. E per l’uomo - D. S., 33 anni, albanese clandestino - scatta l’arresto e il trasferimento nella casa circondariale di Piacenza. Un corriere della droga che ha già collezionato una serie di precedenti, grazie anche ai nomi - una decina di alias - forniti alle forze dell’ordine, e che era già stato espulso dal territorio italiano. La Clio, con targa italiana, è risultata invece intestata a un altro albanese, anch’egli pregiudicato. Molto probabilmente entrambi pedine di un’organizzazione ben pi ù ampia che gestisce il traffico di stupefacenti, con basi operative forse anche all’estero. E con flussi periodici verso l’Italia. Sono questi gli aspetti su cui si stanno ora concentrando le indagini, coordinate dall’autorità giudiziaria di Piacenza. Si tenterà anche di fare luce sulla destinazione dell’eroina. L’auto viaggiava in direzione Milano, ma ciò non toglie che la droga - come è stato appurato anche nei vari sequestri che la Stradale di Parma ha effettuato nei mesi scorsi - servisse a rifornire il mercato emiliano della droga.
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