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Rassegna stampa 07/01/2005

Rassegna stampa del 5 Gennaio 2005

Rassegna stampa del 5 Gennaio 2005

 



Da “ANSA”   del 5 gennaio 2005

Incidenti stradali: obiettivo Ue, ridurli del 50%

Entro il 2010 secondo i calcoli, 414 morti in meno ogni anno


 

FORLI’. L’obiettivo dell’Ue e’ chiaro: entro il 2010 gli incidenti, i morti e i feriti devono calare del 50%, calcolando la sinistrosita’ del 1997. Poiche’ nel 1997, secondo i dati Istat, si sono contati 190.031 incidenti, 6.226 morti e 270.962 feriti, e’ evidente che entro il 2010 i Paesi membri dell’Europa dovranno ridurre drasticamente i sinistri. Lo afferma l’ Asaps, l’Associazione sostenitori della polizia stradale. ’Un compito severo - commenta il presidente Asaps, Biserni - ma non impossibile’.

 


Da “HelpConsumatori”   del 5 gennaio 2005

Sicurezza stradale
Incidenti stradali: l’Unione Europea chiede di dimezzarli entro il 2010.

Secondo l’ASAPS l’obiettivo da raggiungere non sarà “agevole”, ma nemmeno “impossibile”



“L’obiettivo indicato dalla UE parla chiaro: gli incidenti, i morti e i feriti devono calare del 50%, tenendo come base di calcolo la sinistrosità del 1997. Poiché nel 1997, secondo i dati ufficiali Istat, si sono contati 190.031 incidenti, 6.226 morti e 270.962 feriti, è evidente che entro il 2010 il compito assegnato dall’Europa ai Paesi membri, per l’Italia si traduce in un risultato finale di 95.015 incidenti, 3.113 morti e 135.481 feriti”.
E’ quanto afferma l’Asaps, l’Associazione sostenitori della polizia stradale, secondo cui, “considerando che per arrivare al 2010 vanno considerati i dati dei sette anni mancanti, 2004 compreso, tenuto conto che dal 1997 al 2003 gli incidenti e i feriti sono addirittura aumentati del 18% e i decessi sono calati di 211 con una percentuale in lieve diminuzione del 3,9%, il compito che ci spetta per recuperare il terreno perduto non sarà proprio agevole”.
Dal 2004 al 2010 compreso il calo complessivo, per centrare l’obiettivo Europeo, dovrà essere di 130.126 incidenti, 2.902 morti e 206.179 feriti in meno, rispetto agli ultimi dati conosciuti, ossia quelli del 2003. Per ognuno dei sette anni mancanti dal 2004 al 2010, gli incidenti dovranno diminuire mediamente di 18.589 unità (in percentuale del 57,8%), di 414 unità i morti (in percentuale del 48,2%) e di 29.454 unità i feriti (in percentuale del 64,6%).
 “Un compito severo – ha commentato il presidente dell’ Asaps, Giordano Biserni - specie per il numero dei sinistri e dei feriti, ma non impossibile, soprattutto se si insisterà con più convinzione nel sistema dei controlli su strada dopo la patente a punti, e se si rivedrà il meccanismo del recupero punti. Si dovrà poi incentivare la rete dei controlli per la guida in stato di ebbrezza da alcol e sostanze, modificando anche la previsione sanzionatoria”. “Servono evidentemente – ha concluso Biserni - maggiori finanziamenti per gli interventi, assolutamente non più rinviabili, nell’adeguamento e miglioramento del sistema stradale. Una partenza ad handicap, un traguardo non impossibile”.

 


Da “Sesto Potere”  del 5 gennaio 2005

SICUREZZA STRADALE, ASAPS: "ECCO COME L’ITALIA POTRA’ RAGGIUNGERE L’OBIETTIVO U.E."


 

Forlì. L’obiettivo indicato dall’Ue parla chiaro, dice l’Asaps, gli incidenti i morti e i feriti devono calare del 50%, tenendo come base di calcolo la sinistrosità del 1997.
Poiché nel 1997, secondo i dati ufficiali Istat, si sono contati 190.031 incidenti, 6.226 morti e 270.962 feriti, è evidente che entro il 2010 il compito assegnato dall’Europa ai Paesi membri, per l’Italia si traduce in un risultato finale di 95.015 incidenti, 3.113 morti e 135.481 feriti.
In sostanza considerando che per arrivare al 2010, vanno considerati i dati dei 7 anni mancanti, 2004 compreso, tenuto conto che dal 1997 al 2003 gli incidenti e i feriti sono addirittura aumentati del 18 % e i decessi sono calati di 211 con una percentuale in lieve diminuzione del 3,9%, il compito che ci spetta per recuperare il terreno perduto non sarà proprio agevole.
Dal 2004 al 2010 compreso il calo complessivo, per centrare l’obiettivo Ue, dovrà essere di 130.126 incidenti, 2.902 morti e 206.179 feriti in meno, rispetto agli ultimi dati conosciuti, quelli del 2003.
In sostanza per ognuno dei 7 anni mancanti dal 2004 al 2010 la diminuzione media dovrà essere di 18.589 incidenti, 414 morti e 29.454 feriti in meno.
In percentuale, rispetto ai dati del 2003, gli incidenti dovranno diminuire entro il 2010 del 57,8%, i morti del 48,2%, i feriti addirittura del 64,6%
"Un compito severo - afferma Giordano Biserni, presidente Asaps - specie per il numero dei sinistri e dei feriti, ma non impossibile, soprattutto se si insisterà con più convinzione nel sistema dei controlli su strada dopo la Patente a Punti, e se si rivedrà il meccanismo del recupero punti. Si dovrà poi incentivare la rete dei controlli per la guida in stato di ebbrezza da alcol e sostanze, modificando anche la previsione sanzionatoria. Servono evidentemente maggiori finanziamenti per gli interventi, assolutamente non più rinviabili, nell’adeguamento e miglioramento del sistema stradale.
Una partenza ad handicap, un traguardo non impossibile".

 


Da “HelpConsumatori”  del 5 gennaio 2005

 

Sicurezza stradale
Patente a punti. La detrazione dei punti al vaglio della Corte Costituzionale dopo la questione di legittimità sollevata da un legale di Genova



La detrazione dei punti dalla patente di guida del proprietario di un automezzo che non é in grado di fornire i dati personali e gli estremi della patente del conducente al momento dell’infrazione potrebbe venire dichiarata illegittima dalla Corte Costituzionale.
La questione di legittimità costituzionale di questa norma, contenuta nell’art. 126 bis del codice della strada, è stata sollevata da un legale genovese, ed è stata ritenuta fondata da un giudice di pace di Genova che l’ha trasmessa poi alla Consulta.
L’avv. Nicola Scodnik, difensore di un collega a cui sono stati detratti due punti dalla patente di guida per una infrazione commessa da uno dei suoi impiegati o associati, che aveva utilizzato un motociclo a lui intestato, a disposizione dello studio, aveva appunto sollevato la questione. Nel ricorso presentato il legale aveva sostenuto l’impossibilità da parte del suo assistito a fornire il nominativo del conducente del mezzo che è incorso nell’infrazione, in quanto “non sussiste concreta possibilità, a distanza di tempo, di poter verificare quale soggetto, il giorno e nell’ora della commessa infrazione, abbia parcheggiato il mezzo in zona vietata (si trattava di sosta riservata agli handicappati)”.
Il legale ha sostenuto che “non si può immaginare che un soggetto sia tenuto a dichiarare obbligatoriamente il nominativo di una persona poiché ciò comporterebbe una dichiarazione di scienza in relazione al fatto storico che il soggetto a cui il mezzo era in consegna fosse effettivamente colui che lo conduceva al momento della violazione, con tutte quelle che possono essere le responsabilità connesse al rendere dichiarazioni inconsapevolmente non veritiere”.
Nel ricorso era stato poi sottolineato che la norma risulta in contrasto con gli articoli 3, 24 e 25 della Costituzione, poiché il proprietario del veicolo che ha commesso l’infrazione non avrebbe alcuna possibilità di potersi difendere, ma subire unicamente le conseguenze di un automatismo legislativo, e verrebbe chiamato a rispondere indebitamente a titolo di responsabilità oggettiva.

 


Da “Il Messaggero”   del 5 gennaio 2005

Falsi incidenti stradali, 12 indagati tra cui un poliziotto e un avvocato


 

FROSINONE E CECCANO. Auto che si scontravano con troppa frequenza, automobilisti feriti che chiedevano cospicui risarcimenti alle compagnie assicurative. Ma il giochetto organizzato da dodici persone, tra cui un poliziotto della questura del capoluogo e una avvenente avvocatessa napoletana si è rotto: nei giorni scorsi la polizia stradale ha effettuato perquisizioni in due carrozzerie di Ceccano e in una di Frosinone e il sostituto procuratore di Frosinone, Valeria Tomassini, ha spiccato i dodici avvisi di garanzia. Il reato ipotizzato dalla procura è truffa ai danni delle assicurazioni e gli indagati sono difesi da Enrico Pavia e Filippo e Romano Misserville.
Il meccanismo ben oliato girava dal 2001. Secondo l’accusa, a partire da quella data, gli indagati avrebbero simulato incidenti stradali, spesso con persone ferite. E finora ne sarebbero stati accertati una venticinquina. L’avvocatessa pensava a curare le cause legali nei confronti delle compagnie assicurative, mentre i carrozzieri, è la tesi dell’accusa, pensavano a certificare i danni delle auto e ad emettere fatture fasulle per lavori mai eseguiti. O fatture gonfiate.
Il giochetto sarebbe andato avanti fino all’anno scorso quando le compagnie di assicurazione, tramite il nuovo sistema computerizzato, effettuarono dei controlli incrociati. A carico di determinati individui risultavano troppi sinistri. E per giunta alcuni nomi erano troppo ricorrenti nelle liste degli incidentati. Un sospetto che si trasformò in una denuncia da cui scaturirono le indagini. Gli investigatori hanno tirato fuori questi dodici nomi che ora sono finiti nel registro degli indagati. Non è escluso che i presunti truffatori abbiano goduto dell’appoggio di medici, per i referti, e di complicità nelle stesse compagnie assicurative. Su questi ultimi aspetti le indagini sono in corso.


Venerdì, 07 Gennaio 2005
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