TRENTINO IL CORSO PREDAZZO. Sono più
di 5 lustri che in Italia si tengono corsi di sensibilizzazione all’approccio
ecologico-sociale ai problemi alcorrelati voluti dallo psichiatra croato
Vladimir Hudolin che ha fatto nascere in Italia più di 2200 Club degli
alcolisti in trattamento. Tuttavia, quello di Predazzo che si è tenuto dal 21
al 26 maggio presso la casa della gioventù è stato il primo che ha visto la
partecipazione di 7 ragazzi della 3ºA dell’ITC, tutti tra i 16 e 17 anni,
accompagnati dall’insegnante Silvia Turri. «All’inizio eravamo
scettici - ammette Cristina Giacomelli, una delle promotrici - ho detto loro:
se è troppo difficile potete tornare indietro». Invece già dal
primo giorno i ragazzi s’erano coinvolti. Ma sono stati soprattutto gli adulti
a trarre vantaggio dalla loro presenza. Una
presenza fresca, spontanea, priva di sovrastrutture che ha arricchito il corso
tanto da convincere il direttore, il sociologo pugliese Giovanni Aquilino, a
riproporre la presenza di ragazzi nelle prossime occasioni. Per una volta si è
parlato (anche) dei giovani con i giovani, dei figli con i figli. E i 7 ragazzi
non hanno mostrato nemmeno molti timori riverenziali. Un’esperienza che
ha arricchito tutta la classe, impegnata in un lavoro di ricerca che, oltre
all’indagine sui consumi di alcol fra gli stessi ragazzi dell’ITC, ha tracciato un quadro dettagliato ed
impietoso del fenomeno alcol in Italia e nel mondo. Un lavoro iniziato con
la lettura di tre quotidiani locali per 2 mesi da cui i ragazzi hanno dedotto
come spesso «si dà la colpa degli
incidenti alla strada anzichè agli uomini che hanno bevuto». «Ci siamo resi conto soprattutto della nostra disinformazione», affermano ancora i giovani che hanno preso parte al corso. Da qui l’approfondimento che ha prodotto una mole di lavoro e di dati cui si è aggiunta l’occasione del corso di sensibilizzazione. (f.m.) di Francesco
Morandini Alcol, i ragazzi
scoperchiano una realtà ignorata La ricerca evidenzia
comportamenti rischiosi che però non preoccupano i giovani Gli studenti aprono
gli occhi ai loro compagni. Un’esperienza che può dare ottimi frutti PREDAZZO. Il fatto
che il 6% dei 140 ragazzi dell’ITC abbia iniziato a bere prima dei 10 anni e
che più della metà lo abbia fatto prima dei 15 anni, è uno dei dati più
allarmanti dell’inchiesta sui consumi di alcol (vedi il “Trentino” di ieri)
realizzata dai ragazzi della 3ª A dell’Itc di Predazzo tra i loro compagni
all’interno del “progetto alcol” presentato nei giorni scorsi a genitori ed
insegnanti. Il dato non sconvolge chi da anni si occupa dei problemi
alcolcorrelati. Ma non si scompongono i ragazzi che conoscono
bene i propri comportamenti. In fondo è stata certificata una realtà spesso
volutamente ignorata. Tant’è che il 25 dei ragazzi intervistati ha avuto
almeno una volta la consapevolezza di essere a rischio per il fatto che il
guidatore dell’auto su cui viaggiavano aveva bevuto. Certo è che con il loro
lavoro e con l’incontro di giovedì cui hanno partecipato genitori e parecchi
amici che hanno condiviso con 7 di loro un’intensa settimana di
sensibilizzazione ai problemi alcolcorrelati, i ragazzi della 3ª A hanno tolto il coperchio ad una pentola in
cui bollono luoghi comuni, disinformazione, mancate responsabilità. Hanno aperto gli occhi anche ai propri
compagni, insegnanti e genitori. «Diventerete voi stessi formatori dei
vostri pari» ha detto un’insegnante consapevole dell’importanza di questa
esperienza. «Tant’è - ha
ricordato il vicepreside Marco Felicetti - che nei giorni scorsi gli stessi ragazzi hanno stigmatizzato il fatto che
nella scuola si stesse presentando un’iniziativa esterna con un rinfresco
alcolico. Il promotore della manifestazione ha capito e le bottiglie di vino
sono scomparse». Insomma, la
presenza dei ragazzi ha fatto tornare il vino nei cartoni. Dopo i ragazzi,
soddisfatti gli insegnanti. Un plauso è venuto da Marco Felicetti mentre
Cristina Giacomelli ha sottolineato il senso di educazione alla cittadinanza
insita nel progetto. «Ma la scuola svolge anche un ruolo informativo - ha
affermato Antonella Baccolo - ricordando il dato del questionario che indica la
scuola quale principale fonte di informazione sui problemi legati all’alcol». Resta il fatto che i giovani sanno che sarà dura affrontare
amici e compagni in discoteca o al pub affermando «no grazie non bevo». La
pressione al bere dei pari è forte, ma c’è anche la consapevolezza che essi
stessi potranno esercitare un’analoga pressione in senso contrario. Quanto
questa strada sia in salita è emerso dalla testimonianza di un ragazzo. «Ho perso gli amici - ha detto - in
discoteca ho rifiutato di bere e il giorno dopo non mi parlavano più». Ma al di là della
mole di dati che avete appreso, abbiamo chiesto, cosa vi ha dato questa
esperienza? «Siamo più informati -
afferma Vittoria - poi ognuno farà le proprie scelte». «Ottimo lavoro da
discutere con i genitori - è l’opinione di Luigi Vinante, condirettore del
corso di sensibilizzazione - dobbiamo
lavorare sulla nostra cultura del “bere buono”, quella degli adulti. E si
può lavorare tra adulti e ragazzi». Ed ora? Si sta già pensando ad una tavola rotonda sul territorio da tenersi a settembre ed alla festa Diversamente divertente di Ziano dove il lavoro potrà essere presentato. E qualcuno ha parlato anche dell’ipotesi di un bar bianco a Predazzo. Bergamo: un morto e
3 feriti su A4 Giovane ubriaco alla
guida preso in pieno da altra vettura (ANSA) - BERGAMO, 3 GIU - Grave incidente all’alba sull’A4, tra Brescia e Milano. Morto un giovane di 26 anni che guidava in stato di ebrezza. Originario di Salerno, ma residente nel bergamasco, e’ morto nell’impatto tra la sua auto e un’altra con a bordo 3 venticinquenni, a Costa di Mezzate (Bergamo). Il giovane ha perso il controllo dell’auto ed e’ stato preso in pieno dall’altra vettura su cui viaggiavano due ragazzi di Osio Sopra e una ragazza di Dalmine, tutti feriti gravemente. GAZZETTA DI MANTOVA Uil tema della sicurezza stradale verrà affrontato anche
in un altro punto all’ordine del giorno della seduta di domani alle 21 in viale
Europa del consiglio della Circoscrizione Sud. Perché il Consiglio discuterà un
documento che chiede al Comune (ma anche ad altre istituzioni) di prendere
iniziative per combattere l’alcolismo “a tutela della salute pubblica”. A
presentare il documento saranno il presidente Mauro Capucetti (Prc) e il
consigliere di Fi Davide Scioscia. In sintesi, i due esponenti hanno declinato in chiave locale, una serie di indicazioni e provvedimenti intrapresi dal Trentino Alto Adige per combattere la piaga dell’alcolismo (soprattutto tra i giovani) e prevenire le stragi sulle strade provocate da conducenti in stato di ubriachezza. Tra i provvedimenti che vengono auspicati, ci sono anche il coordinamento con le forze dell’ordine per potenziare i controlli sulle strade con l’etilometro (in particolare fuori dai locali pubblici e in occasione di feste e sagre), l’appilcazione rigorosa del divieto di somministrazione di alcolici ai minori, il divieto di vendita a prezzi ridotti (o somministrazione gratuita) di alcolici in occasione di feste e manifestazioni. L’ADIGE «Perzen festival»,
festa senza «sballi» Sabato al centro
sportivo Obiettivo, limitare
l’alcol PERGINE - Si chiama «Perzen Giamming Festival» (gramelot
anglo-perginese) e l’hanno pensato ed organizzato tutto da soli. Sono ragazzi
che sgobbano al lavoro per molte ore al giorno, studentesse ed amici. Hanno
preparato una festa che sperano grande per sabato prossimo 9 giugno nello
spazio aperto del centro sportivo comunale. Bibite analcoliche ad un euro, prezzo promozionale, ma siccome non sono
neo-proibizionisti né predicatori senza tonaca consentiranno la birra, anche se
non la promuoveranno con prezzi vantaggiosi. Offerta pranzo 3,5 euro
(panino, patatine, bibita), insomma una festa di giovani per i giovani dalle 12
a mezzanotte, dice il programma. Con molta musica: dieci i gruppi in pedana e
dalle 22 in poi i milanesi «Sun eats Hours» (rock, funky ed altro), saranno la
guest star. Anche skateboard nell’impianto già praticato da qualche tempo nel
centro sportivo, ma che inaugureranno comunque, facendolo loro. Unico aiuto,
quello del Piano giovani di zona. Non hanno chiesto contribuiti pubblici
particolari. Incredibile. Matteo Dorigatti guida il comitato organizzatore, una
decina di ragazze, Samanta Lazzeri, Samantha Bertoletti, Beatrice Roat, Ottavia
Refatti ed altre, con ragazzi. Perginese, 20 anni, cuoco presso un centro
commerciale di Trento, ha progettato e concretizzato il festival assieme ai
ragazzi di Rdm dove leader è Lorenzo Vicentini (giovane parrucchiere dal 1997,
adesso con negozio suo), gruppo locale di riferimento per le crew in forte
crescita a Rovereto e Trento e con il gruppo Delle Scolette di Serso, periferia
perginese, guidato da Emanuele Dallapiccola . «Un giorno abbiamo letto un
volantino del Piano giovani che dava la possibilità di organzzare un evento»
ricorda Mattia. Incontri, lavoro, accordi. «Secondo me gli adulti che vedono
giovani organizzare una festa si fanno delle idee strane, che facciamo bagordi
o casini, invece noi pensiamo ad una festa divertente ma senza sballi
particolari». Aiutano i locali Spazio giovani ed Orizzonti Sonori. Che festa
volete, Mattia? «Per tutte le età dei giovani, vera, sana, senza spinelli,
bella da vedersi, che non sia il solito
appuntamento per ubriacarsi o bucarsi o farsi i cannoni» Come si fa?
«Dipende da come la si vuole intendere, se per bere, per ballare, per suonare»:
Cioè? «Sarà un modo di vivere un concerto, deve suscitare piacevoli sensazioni
e ricordi, non musica malata». Cos’è la musica malata? «Quella che non mi induce
bei ricordi. Voglio cose positive, un
momento bello della mia vita, uno stato d’animo positivo, non disavventure e
schifezze. Speriamo di riuscirci, l’associazione volontaria è la nostra
forza, è l’insieme dei tre gruppi, collaborando riusciamo a fare belle cose, un
festival per incentivare i giovani». Ovvero? «In questo periodo noi giovani
siamo allo sbando, per fortuna noi siamo riusciti ad aggregare, a centrare un
obiettivo concreto». Quale? «Stare assieme, faticare, agire, riuscire.
Collaborare, è importante». Perché? «Noi tendiamo a percorrere ciascuno una
strada personale, collaborare è difficile, ma ora dentro il Giamming è
fantastico, ciascuno può avere sempre un punto di riferimento, io posso misurarmi
con altri responsabili di gruppi». Parli al maschile. E le ragazze? «Nel
Giamming ce ne sono e vanno subito al sodo. Sono felice di misurarmi con loro,
sono ragazze mature, hanno esperienze positive, sono serene e felici, hanno
molta voglia di mettersi in gioco». Sarà
una festa neo-proibizionista? «No. Certo non promuoveremo le bevande alcoliche
a basso prezzo. Mi vergogno e provo una certa stizza al vedere uno della mia
età che non ha passatempi fuorché il bar, mi infastidisce, non lo sopporto,
importante è cercare altro». Pensa che verranno tanti giovani, sapendo la
vostra intonazione? «Spero che i giovani
capiscano cosa vogliamo dire. Le scelte importanti ce le giochiamo adesso, la
partita è tosta, quando non si trova sfogo si va sull’alcol o in brutti giri.
Perché non dare sfogo ad altre passioni? Forse è perché alla nostra età non
sappiamo divertirci». Perché? «Bene o male quando uno finisce le medie si
blocca, ha un po’ di musica e di educazione fisica e basta, non so perché. Le
ragazze, invece, sono molto decise, fanno quello in cui credono, sanno
addirittura consigliarci. Comunque sarà una grande festa». Buona festa, allora.
M. A. ALICE.IT Gb: bandite le
magliette di calcio con sponsor alcolici Aziende aderiscono a
campagna tutela bambini e ragazzi (ANSA) - LONDRA, 3 GIU - Il Governo britannico mettera’ al bando le maglie sportive per bambini su cui campeggino i nomi delle aziende produttrici di alcolici. Molte squadre di calcio infatti sono sponsorizzate da colossi della birra. Una situazione che ha spinto il Gruppo Portman - che rappresenta le compagnie produttrici di alcolici - ad adeguarsi alle richieste del Governo, mettendo al bando le maglie incriminate e varando un Codice di autodisciplina sulla promozione e utilizzo del nome di alcolici. IL SECOLO XIX Maxi rissa al luna
park arrestate nove persone paura a cengio Ubriachi, assaltano
l’area giochi e picchiano i giostrai. Numerosi feriti Cengio. Pezzi di staccionata sradicati e utilizzati come
mazze chiodate. Altrettanto per le ringhiere divelte e utilizzate come
spranghe. Una rabbia cieca quella di
sette ragazzi cairesi- arrestati dai carabinieri per rissa, danneggiamento,
lesioni e resistenza a pubblico ufficiale- che la scorsa notte come furie si
sono scagliati, ubriachi, contro le giostre del luna park. Una furia che dopo
aver devastato stand e baracconi ha coinvolto anche i giostrai che cercavano di
fermarli. Sangue dappertutto sull’asfalto. Una maxi-rissa feroce, con nove persone arrestate, oltre
ai sette ragazzi anche due giostrai finiti in ospedale per le ferite causate e
riportate. Si tratta di sette giovani, in maggior parte ventenni, sei di Cairo,
tra cui un minorenne, residenti nel quartiere Buglio e uno di Carcare. Per
oltre un’ora la scorsa notte hanno messo a ferro e fuoco gli stand della fiera
"Cengio in festa" in località Isole. Un raid da "guerrieri della notte", con scene da
Far West , con anche due proprietari delle attrazioni itineranti, piemontesi,
finiti in manette, ma soltanto per il coinvolgimento nella rissa. Gli arrestati, portati al carcere di Marassi dai
carabinieri dopo le prime cure al pronto soccorso di Cairo, sono Andrea Floris,
19 anni, Gianluca Aru, 23 anni, Samuel Costa, 22 anni, Carmine Salzano 19 anni,
Stefano Cutuli 19 anni, sino a ieri mattina trattenuto in ospedale, dove è
stato ricoverato per i traumi riportati, e il minorenne M.P. 17 anni. Tutti di
Cairo. Oltre a Marco Carta, 20 anni di Carcare. In manette anche gli ambulanti Siro Spinello, 40 anni, di
Alba e Mattew Scuffi, 22 anni, di Carrù. L’allarme è scattato quando la mezzanotte era passata da
un pezzo. «Correte qui stanno distruggendo tutto», la telefonata al 112. Luci e
giostre ormai erano spente, dopo la serata danzante. La banda del Buglio ha
cominciato a tempestare di calci e pugni il punging- bull. Altri si sono messi
a orinare sui camper dove erano alloggiati i giostrai. Da qui la reazione. La
situazione è degenerata. Calci e pugni. Un éscalation di violenza con i sette che non si sono
limitati ad una scazzottata, ma hanno cominciato a sradicare le recinzioni e le
staccionate, trasformate in armi. Sul posto sono arrivate diverse pattuglie dei carabinieri
dai paesi vicini, oltre a Cengio anche Millesimo. Davanti ai militari uno scenario di guerriglia urbana, con sangue
dappertutto e volti resi irriconoscibili dalle botte. Sono giunti anche
rinforzi al comando della Compagnia di Cairo che ha mobilitato tutti i
carabinieri a disposizione, anche quelli fuori servizio, e residenti nella
zona, per arginare la furia assurda della gang. Erano una ventina di
carabinieri in assetto anti sommossa, coordinati dal capitano Carlo Caci. Soltanto un’ora dopo, i nove protagonisti della rissa sono
stati immobilizzati e portati chi in caserma chi in ospedale per le prime cure.
Tre i militari che sono stati costretti a ricorrere alle cure dei medici del
pronto soccorso. Prognosi per loro come per i protagonisti della guerriglia
notturna, di una decina di giorni. Alberto Parodi IL SECOLO XIX «erano così sbronzi
da non stare in piedi» un testimone «ERANO tanto ubriachi che cadevano a terra in mezzo ai vetri delle bottiglie spaccate, e addirittura si picchiavano tra di loro. In Valbormida si conoscono, sono facce conosciute. Ogni estate vanno in giro per le sagre a menar le mani e a sfasciare tutto. Quante volte li abbiamo visti in branco mettere in mezzo vecchietti e ragazzi isolati, solo per menar le mani. Questa volta c’è chi ha reagito». Un amico dei giostrai coinvolto nella maxi rissa, chiede l’anonimato per raccontare l’accaduto: «Questa volta forse c’è stata più ferocia». Tutto è iniziato «con il pallone del punging ball. La macchinetta era spenta e il pallone non scendeva». E allora calci e pugni lo stesso contro il baraccone. E come segno di vendetta verso i giostrai, rei di aver chiuso tutto la gang si è messa a orinare sui camper. È stata la scintilla. I sette arrestati di Cairo e Carcare, sono facce conosciute al comando dell’Arma di Cairo. Giovani che già in passato sono stati fermati dai carabinieri per le risse scoppiate durante la stagione estiva. C’è chi ubriaco e in preda ancora ai fumi dell’alcol, una volta in caserma, dopo aver rifiutato il ricovero e le cure in ospedale, alle prime luci dell’alba è riuscito a riferire ai carabinieri la propria versione dei fatti: «Siamo stati provocati». Poco prima in terra, tra i baracconi del luna park, erano state trovati arnesi e spranghe improvvisate. TRENTINO «I ragazzi di
Sfumature hanno esagerato» Valduga: giusto il
no alla festa. Ma il sindaco viene contestato via e-mail ADDIO FESTIVAL Una
lettrice: «Così perde il sindaco» ROVERETO. Ironia ha voluto che la giornata di sabato
abbia riservato una pioggia battente: se Sfumature, il festival
dell’associazione Calmapiatta al Moietto, si fosse fatto, sarebbe probabilmente
stato una tragedia economica per gli ostinati e coraggiosi organizzatori.
Invece il no dell’assessore Manzana ha cancellato la manifestazione, creando
però un caso di cui si discute ancora. L’associazione non ha indetto alcuna
protesta, riservandosi di spiegare la propria posizione nei prossimi giorni. Il sindaco Guglielmo Valduga, invece, non fa sconti all’età o all’inesperienza. «Nella vita è normale e logico ci siano contraddittori e provvedimenti contestati - osserva il sindaco -. Il regolamento sull’alcol può non essere piaciuto, e porsi in maniera critica rispetto alle decisioni dell’assessore fa parte del gioco e della dialettica. Provare a modificare le regole va bene. Ma quando ci si pone contro le regole e soprattutto contro il rispetto delle istituzioni allora la questione è diversa. Allora non ci può più essere dialogo. Se si accetta l’insulto alle istituzioni, allora si esce delle regole e si entra nel caos, nel qualunquismo. Per questo bene ha fatto l’assessore Manzana a mostrarsi fermo nei confronti di Calmapiatta. Non è una ripicca, ma una tutela delle istituzioni». L’amarezza nel mondo giovanile è però grande. «E bravo il sindaco - risponde con una secca mail Raffaella Campari -. Può ben festeggiare la sua grande vittoria contro un gruppo di facinorosi che volevano attentare alla quiete pubblica dei boschi del Moietto, versare fiumi di alcool e chissà cos’altro. Eppure mi viene in mente lo spot televisivo sulla vittoria facile di 100 che scendono in campo contro 11 o sull’unico decente che si fa incoronare sirenetto in un gruppo di sgorbi». la sproporzione di forze tra «un’associazione di ragazzi senza risorse finanziarie e senza legami politici, armati solo di tenacia e dell’ingenua illusione di poter smuover la calma ultrapiatta che stagna in questo borgo» e il Comune è evidente. Per lei però Valduga e Manzana hanno perso. «Perde il sindaco (ed ex insegnante) che non sa e non vuole portare avanti un dialogo con i suoi giovani e i suoi futuri potenziali elettori. Così, ostacolando negli ultimi tre mesi il tentativo di Calmapiatta di organizzare Sfumature (una delle poche feste per i ragazzi), Valduga si è perso la grande opportunità di ascoltare dei giovani che, senza alcun interesse personale impegnano molto del loro tempo libero per inventare eventi da offrire ai loro coetanei». TRENTINO GIUSTIFICAZIONI Brillo al volante:
«Bevo per scordare gli incidenti» Lo hanno fermato i carabinieri a Ortisei, guidava ubriaco. E’ bastato un controllo per capire che non era la prima volta, neanche la seconda e nemmeno la terza. Era l’ottava. In passato il camionista altoatesino Johann Eschgfaller si era reso responsabile della morte di 9 persone che viaggiavano su un pullmino contro cui si schiantò il suo camion. Con gli inquirenti si è giustificato così: «Scusatemi, ma bevo per dimenticare gli incidenti che ho provocato». IL GIORNALE DI VICENZA Fra Vicenza, Alte,
Sandrigo e Torri Raffica di incidenti
durante la notte Feriti giovanissimi A Montecchio una
macchina prende fuoco I due a bordo riescono a scappare fuori (d. n.) Velocità, stanchezza, sonno, forse anche
l’eccesso di alcolici. Sono le cause della raffica di incidenti avvenuti la
notte scorsa in città e provincia, alcuni dei quali con conseguenze drammatiche.
Fortunatamente, nessuno è rimasto ferito in maniera grave. Lo scontro più pauroso è avvenuto alle 4.30 ad Alte di
Montecchio Maggiore. In base ad una prima ricostruzione della polizia stradale
di Vicenza, la Ford Fiesta condotta da Andrea Dal Pero, 24 anni, residente a
Marano in via Prove, con a fianco Federico Grendene, 31, di Zugliano, avrebbe
imboccato la nuova rotatoria lungo la strada regionale 11 per accedere alla
tangenziale di Montecchio contromano. Un animale sarebbe sbucato all’improvviso
davanti al conducente che, per evitarlo, ha sterzato bruscamente urtando contro
un’aiuola, salendo su un cordolo e quindi centrando il guardrail. Dal motore ha
iniziato ad uscire del fumo e i due giovani sono usciti subito dall’abitacolo
prima che la vettura prendesse fuoco. Con i poliziotti sono intervenuti anche i
vigili del fuoco di Arzignano che hanno lavorato fino alle 6 per spegnere le
fiamme e per mettere in sicurezza la vettura, andata distrutta. Dal Pero e
Grendene hanno subito ferite non gravi, ma hanno rischiato parecchio. In contemporanea, a Torri di Quartesolo, lungo la
regionale 11, all’altezza del civico 18 di via Roma, Luigi Cipriotti, 25 anni,
residente a Grisignano in via Ferramosca, ha perso il controllo di un’Alfa
Romeo 147 ed è andato a sbattere con violenza contro la recinzione di
un’abitazione. Nell’impatto, la macchina ha preso fuoco e il principio
d’incendio è stato domato dai pompieri di Vicenza. Il giovane è stato soccorso
da un’ambulanza del Suem e la polstrada è in attesa di conoscere l’esito
dell’alcoltest al quale il conducente è stato sottoposto. Verso mezzanotte e 45, invece, era rimasto ferito Michele
Fantin, 19 anni, di Dueville, che alla guida di una Fiat Uno stava percorrendo
via Moro a Sandrigo quando , per cause al vaglio degli agenti, non è più
riuscito a governare la vettura che è scivolata sul fondo bagnato ed è uscita
di strada. Anche Fantin è stato sottoposto al test per accertare se avesse
bevuto troppo prima di mettersi al volante. Infine, a mezzanotte due persone erano state accompagnate al pronto soccorso del S. Bortolo per un incidente accaduto lungo via Trento, in città. Per cause da verificare, la Fiat Punto condotta da Stefano Guarda, 40 anni, residente proprio in viale Trento, mentre il conducente sterzava a sinistra per entrare nel cortile di casa era stata centrata dalla Opel Calibra guidata da Raffaella Guiotto, 20 anni, residente in città in via Zaguri. L’impatto era stato violento; i due al volante sono stati giudicati guaribili in una quarantina di giorni ciascuno. IL GAZZETTINO (Udine) RUDA Sono andati al
ricercatore Mian, al club alcolisti, a Ugo Pinat e "Checo" Fabrissin Assegnati i premi
"Croce di Malta" Ruda (L.N.) Ottava edizione del premio Croce di Malta che viene
conferito a cittadini ed associazioni che si siano distinte nell’ambito del
sociale e della solidarietà. In precedenza il sindaco Palmina Mian ha
consegnato le costituzioni ai neo diciottenni poi si è passati all’attribuzione
degli attestati. Il premio "Croce Di Malta" 2007 Mauro Stafuzza
(giovane rudese deceduto in giovane età inserito nel volontariato) è andato a
Emanuel Mian per la sua attività di ricercatore. Come gruppo ha avuto larghissimo consenso il Clubs Alcolisti In
Trattamento 352° E 64° a cui è stato assegnato il premio con la motivazione di
un costante impegno nel sostegno alle persone ed alle famiglie. Arrivato per acclamazione, dopo un porta a porta per la raccolta di firme, il premio alle persone singole, assegnato ex equo a Ugo Pinat e Francesco "Checo" Fabrissin. Per Ugo Pinat la motivazione è riferita alla sua attività professionale (per oltre 50 anni ha gestito il negozio di alimentari a Perteole), senza dimenticare la sua passione e la sua capacità nelle arti della poesia e della musica. Francesco "Checo" Fabrissin è stato premiato per il suo silenzioso, umile ed instancabile impegno a favore della gente. IL GAZZETTINO (Udine) LIGNANO Pattuglie
con l’etilometro all’esterno dei locali. I servizi saranno riproposti ogni
sabato notte Controlli all’uscita
dalle discoteche L’Arma impegnata
nella prevenzione delle stragi sulle strade: 12 patenti ritirate Lignano Sabbiadoro Oltre tremila incidenti stradali in un anno, molti dei
quali durante la notte. È il bilancio di un anno di attività sulle strade del
Friuli Venezia Giulia da parte dei caranibinieri. Molti sono gli incidenti
mortali o con esiti molto gravi. Ed è per questo che il comandante provinciale
dell’Arma, Carlo Gerosa, per l’estate ha chiesto ai suoi uomini un ulteriore
sforzo per prevenire le stragi del sabato sera. L’attività di prevenzione e di repressione
è già cominciata. Ieri notte, tra le 2 e le 6.30, militari delle Compagnie di
Latisana, Udine, Palmanova e Tolmezzo si
sono impegnati in un servizio anti-droga e anti-alcol all’esterno delle
discoteche. Nonostante le pattuglie fossero visibili, avessero i
lampeggianti accesi e continuassero a fermare ragazzi per sottoporli
all’alcoltest, in dodici casi si è
dovuto procedere con una denuncia in stato di libertà per guida in stato di
ebbrezza. La maggior parte dei
controllati era appena uscita dalla discoteca. Al deferimento all’autorità
giudiziaria è seguito anche il ritiro della patente. Nei controlli sono
incappati un quarantenne di San Stino di Livenza; un venticinquenne di
Cordenons; un venticinquenne di Portogruaro; una ventiseienne brasiliana che
abita a Trieste; un ventunenne di Valvasone; un ventenne di Zoppola; un
quarantaquattrenne di Udine; una ventiduenne di Portogruaro; un quarantunenne
pordenonese; infine, una diciannovenne di Campolongo al Torre. L’attività di prevenzione dei carabinieri non si esaurisce che l’intervento di ieri notte. Il Comando provinciale dei carabinieri di Udine intende ripetere il servizio anche nei prossimi fine settimana. CORRIERE DELLA SERA del 1 giugno 2007 Potrebbero essere
solo i primi di un gruppo più numeroso Olanda: gay drogati
e poi infettati con Hiv Tre persone
sieropositive adescavano omosessuali su internet, poi li narcotizzavano e
iniettavano loro il sangue infetto GRONINGEN (OLANDA) - La notizia che cinque omosessuali
sono stati drogati e dopo di che contagiati deliberatamente con sangue infetto
con il virus HIV è scoppiata come una deflagrazione ieri pomeriggio a
Groningen, durante la conferenza stampa convocata dalla polizia locale. Gli
indiziati sono quattro uomini, tre per maltrattamenti sessuali e uno per aver
fornito gli stupefacenti, tutti residenti nel nord dell’Olanda. VOCI DA OLTRE UN ANNO - Già dal giugno 2006 circolavano
voci in questo senso, pubblicate anche dal Gay Krant, il serio periodico a
distribuzione nazionale che si occupa di problematiche omosessuali. Finora,
però, non si era potuto provvedere a fermare il fenomeno perché nessuna delle
vittime aveva osato sporgere denuncia: l’imbarazzo e la vergogna sono le cause
principali, perché si tratterebbe di omosessuali con un’apparente immagine
eterosessuale, padri di famiglia con una doppia vita quindi. Non per niente,
infatti, gli indiziati facevano pubblicità per le loro feste a sfondo sessuale
gay su internet, tramite chatbox, per poi incontrarsi fisicamente in case
private. I malcapitati che visitavano questi party venivano drogati sia con XTC
che con la famigerata GHB
(Gamma-idrossibutirrato), la cosiddetta droga da stupro (*), rimanendo
privi di conoscenza in balia delle voglie perverse del trio sieropositivo in
questione. LA DENUNCIA - I tre costringevano così le vittime ad avere
rapporti sessuali non protetti e inoltre per sommo dell’orrore iniettavano loro
un cocktail del proprio sangue infetto. Soltanto nel febbraio di quest’anno una
delle vittime, diventata sieropositiva, ha sporto la prima denuncia, cosicché a
metà maggio i tre, che hanno nel frattempo ammesso la propria colpevolezza,
sono stati arrestati. Le ragioni che i responsabili hanno addotto per il loro
comportamento sconsiderato sono due: l’eccitamento estatico e la possibilità di
fare del sesso «puro» senza freni e senza limiti. L’accusa del pubblico
ministero è di gravi lesioni apportate con premeditazione, la cui pena massima
è di sedici anni. «L’aspettativa di vita delle vittime grazie alle medicine è
allungabile, per questo non si può parlare di omicidio preterintenzionale o di
assassinio». Nel frattempo le denuncie sono diventate cinque, ma si teme che il
fenomeno abbia colpito decine di persone. Le reazioni delle istituzioni e delle
organizzazioni gay sono di incredulità e di condanna e si spera che le altre
persone coinvolte abbiano il coraggio di rivolgersi alla polizia. Marika Viano 01 giugno 2007 (*) Nota: o anche “exstasy liquida”, nome farmaceutico
Alcover. C’è chi la prescrive a persone con problemi alcolcorrelati. SUPEREVA NOTIZIE Calum Best, cocaina
e video shock Il fidanzato della
Lohan con prostitute Sesso e cocaina: un video shock ha svelato l’altro volto
di Calum Best, fidanzato di Lindsay Lohan nonché figlio dell’asso del pallone George Best. Nei fotogrammi pubblicati
dal Sun si vede Calum in camera con due prostitute: sniffa droga e si dedica a
varie pratiche sessuali con le due. "Sono stato stupido. Mi spiace per
tutto ciò. Sono giovane e mi piace
lasciarmi andare. Mi vergogno", ha detto Best al tabloid. Il filmato risale ai giorni immediatamenti successivi alla
vacanza che Best ha trascorso alle Bahamas con la Lohan. Nel video Calum si dà
a vario erotismo con entrambe le ragazze. A un certo punto stende piste di cocaina sul corpo di una di loro. "Che si tratti di alcol, droga o donne, arriva un momento in cui ti dici: non dovrei farlo", ha proseguito il modello americano, figlio della leggenda del calcio deceduta nel 2005 dopo una lunga battaglia contro l’alcol. IL GAZZETTINO (Treviso) Gli stacca un pezzo
di lingua durante la prestazione sessuale e lui perde la bussola Conegliano (S.Mas.) Può capitare, quando si frequentano prostitute,
di ritrovarsi con delle sgradite sorprese una volta terminato l’amplesso. In
molti casi si rimane senza portafogli o cellulare, e questo tipo di furto non è
inusuale alle cronache. In altre occasioni (non però a Conegliano) si viene
multati dai vigili e si può fruire del bollino rosa. Più raramente, ma è il
caso avvenuto venerdì notte, ci si può trovare con un pezzo di lingua in meno. E’ accaduto all’ospedale civile. Protagonista un macedone
42enne, N.K., che alle 2.40 di notte s’è presentato in pronto soccorso
denunciando che durante un rapporto con una meretrice, contatta sulla
Pontebbana, lei gli avrebbe morso la lingua provocandogli una dolorosa ferita.
Vista la situazione, ai sanitari dell’ospedale è parso il caso di chiamare la
Polizia. Agli agenti l’uomo ha raccontato di avere ricevuto l’indirizzo della
prostituta da un’amica, che li avrebbe fatti incontrare a casa della meretrice
sempre in Conegliano. I due sarebbero giunti presto al dunque: per il rapporto
lui ha pagato in anticipo, a scatola chiusa, ben 100 euro. Per nulla grata
dell’incasso, per cause che certo il macedone non racconterà mai, la donna gli
avrebbe sferrato un morso alla lingua, cacciandolo di casa. Ma sotto
l’abitazione di lei, il 42enne è tornato dopo essersi fatto medicare dai medici
del pronto soccorso. E da là, ha chiamato di nuovo le Volanti del
Commissariato: "Correte, mi ha minacciato". Secondo il racconto del
macedone, raggiunto per una seconda volta dagli agenti giunti sotto casa della
prostituta, la donna si sarebbe rifiutata di aprirgli, urlandogli "Appena
ti vedo ti ammazzo". A quel punto, per non perdere tutta la notte a sedare
il macedone che dava in escandescenze all’interno della propria auto, i
poliziotti hanno deciso di sottoporlo all’etilometro. Risultato più che
positivo, perchè l’uomo è risultato
avere 1.92 grammi/litro di alcolemia. Denunciato una prima volta per guida
in stato di ebbrezza, gli agenti si sono risoluti a sequestrargli l’auto. Lui
certo non l’ha presa bene: a piedi,
ubriaco fradicio, ha pensato di dirigersi verso via Maggior Piovesana,
affacciarsi al piantone del Commissariato e minacciare pesantemente i
poliziotti. A quel punto i poliziotti debbono aver perso la pazienza:
l’hanno fotosegnalato, identificato e denunciato nuovamente per minacce ed
ingiurie aggravate. (*) (*) Nota: lingua un po’ più corta, ma evidentemente ancora troppo lunga. IVG.IT Carambole d’auto a
Laigueglia e Savona Ponente. Ubriaco al volante della sua Audi A3, per evitare una vettura ferma in mezzo all’Aurelia a Laigueglia ha centrato due auto parcheggiate a bordo strada. Si tratta di un trentacinquenne di Diano Marina, I.M., che è stato denunciato dagli agenti della polizia stradale per guida in stato di ebbrezza. Episodio analogo in via Gramsci a Savona, dove un automobilista in preda ai fumi dell’alcool ha travolto quattro auto in sosta. L’uomo è stato identificato dalla polizia municipale e denunciato con ritiro immediato della patente. LA SICILIA (Gela) Pugni e testata a
gestore di un parco ludico Sotto gli effetti
dell’alcool fa "irruzione" all’interno di un parco ludico ricreativo
e aggredisce uno dei soci. L’ennesima aggressione si è registrata venerdì poco dopo le 23 nel
parco di viale Enrico Mattei nel quartiere Macchitella, in una zona dove
l’illuminazione pubblica è carente. All’uscita del parco giochi è stato
malmenato A. G. di 35 anni. A picchiarlo di santa ragione è stato un uomo, ben
conosciuto dalla vittima, che sotto gli
effetti di alcool, gli ha procurato diverse escoriazioni, e forse anche la
frattura del setto nasale. A. G. era all’interno del centro ludico ricreativo e stava
sistemando le ultime cose in vista dell’inaugurazione che avverrà questa sera.
Mentre si accingeva a chiudere i cancelli ha fatto irruzione l’uomo. Tra i due
pare che ci sia stato prima un alterco. In un secondo momento l’aggressore, ha
dato una testata al trentacinquenne facendolo cadere a terra. La vittima,
nonostante tutto, avrebbe provato a reagire ma, vendendo che l’aggressore era
fuori di sè, si è allontanato con la sua vettura. Il trentacinquenne, sanguinante, si è subito recato al
"Vittorio Emanuele" dove i medici gli hanno diagnosticato diverse
escoriazioni al volto e la sospetta frattura del setto nasale. Dopo le cure dei
medici A. G. ha rifiutato il ricovero. Pare che una denuncia sia stata presentata dalla vittima,
in forma precauzionale, nei confronti dell’aggressore che ben conosce le
abitudini del trentacinquenne. L.M. RAINEWS24 Quasi mille feriti
negli scontri di Rostock al corteo anti-G8 Un migliaio di feriti e 128 arresti. E’ questo il bilancio
della battaglia di Rostock, gli scontri tra agenti e Black Block scoppiati al
termine della manifestazione contro il vertice del G8 nella città
settentrionale della Germania. Il portavoce della polizia, Axel Falkenberg, ha riferito
che tra gli arrestati ci sono molti stranieri - bulgari, austriaci, giapponesi,
svedesi, francesi e russi - ma nessun italiano. La procura di Rostock ha emesso 10 mandati d’arresto per
aggressione e turbativa dell’ordine pubblico contro 10 militanti dei Black
Block. Le forze dell’ordine stimano che fossero almeno 2mila gli
autonomi arrivati a Rostock per creare disordini. Durante i lavori di
ripulitura delle strade sono state trovate bombolette vuote di gas lacrimogeni
con scritte in caratteri cirillici. Nel complesso il numero dei feriti, tra poliziotti e
dimostranti, ha sfiorato quota mille. Oltre ai 433 poliziotti che hanno
riportato lesioni, molto gravi in 33 casi, gli organizzatori della protesta
hanno riferito di 520 manifestanti feriti. "Siamo fortunati che non ci siano stati poliziotti
uccisi", ha affermato il presidente del sindacato della polizia, Konrad
Freiburg spiegando che "facinorosi, per lo più arrivati da Italia e
Grecia, si sono lasciati andare a violenze sorprendenti". Il direttore dell’antiterrorismo italiano, Carlo De
Stefano, ha però specificato: "Non risulta la presenza di italiani tra i
black block che hanno agito a Rostock. Non ha trovato conferma dai vertici
della polizia tedesca, né dai funzionari dell’Ucigos presenti in Germania
quanto affermato dal capo del sindacato di polizia, Konrad Freiberg". Manfred Stenner, uno degli organizzatori della pacifica
marcia di protesta in margine alla quale sono esplosi i tafferugli, ha usato il
termine "Dissent-Kids", dissenzienti
in preda spesso ai fumi dell’alcol, per qualificare una parte dei vandali
che hanno messo a soqquadro la città. "Si è trattato in parte", ha spiegato, "di ’dissent-kids’ ubriachi e determinati a compiere atti di teppismo, gente che non pensa politicamente e con la quale è impossibile discutere”. CORRIERE DI COMO Veronica Airoldi,
incidente e patente ritirata (d.cant.) Auto danneggiata e patente ritirata dopo il test
dell’etilometro. Brutta disavventura automobilistica per la neoeletta a Palazzo
Cernezzi, Veronica Airoldi. Dopo la
festa in discoteca organ
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