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Rassegna stampa 02/01/2005

Rassegna stampa del 1° Gennaio 2005

Rassegna stampa del 1° Gennaio 2005

 



Da “AGI”  del 1 gennaio 2005

SICUREZZA STRADALE: LUNARDI, MOBILITIAMO SOCIETA’ CIVILE


 

Roma. Gli incidenti stradali sono in costante calo così come i morti e i feriti, ma occorre fare di più: bisogna mobilitare la società civile. Questo l’appello del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Pietro Lunardi che, interpellato dall’Agi, nel proporre una sorta di grande alleanza per “salvaguardare la nostra vita e quella degli altri” lancia un appello a tutti gli automobilisti contro ogni sorta di distrazione mentre si e’ alla guida di un automezzo. “Nel mio ruolo di Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti - sono parole di Lunardi - ritengo doveroso sottolineare lo stato di sconcerto che si vive quando si assiste a questa sistematica ed assurda tragedia prodotta dalla incidentalità sulle nostre strade. Le cause che generano queste tragedie sono tante ma mi convinco sempre più che tra queste la principale sia la distrazione; sì anche la distrazione di andare più veloci dei limiti consentiti dalle norme del Codice della Strada. Mi chiedo però - ha aggiunto il ministro - se la distrazione possa attrarci a tal punto da essere disposti a regalarle la nostra vita, e, mi chiedo se, sempre la distrazione, possa continuare ad essere l’elemento che caratterizza tutti noi di fronte a notizie così tragiche come la fine di una intera famiglia. Da parte di chi, come me svolge una funzione ricca di responsabilità, senza dubbio c’è una forte ricerca su quanto si possa e si debba ancora fare; tuttavia penso che il mio Dicastero e quello dell’Interno abbiano dimostrato, in questi anni, non solo una grande attenzione al tema della sicurezza stradale, ma, purtroppo, ancora non siamo riusciti ad intaccare questa assurda abitudine che ognuno di noi possiede, cioè questa abitudine a distrarci. Vi invito quindi a meditare sulla responsabilità di ognuno di noi quando guida un auto, quando guida una moto; ricordiamoci che siamo in possesso di un’arma che può generare un omicidio ed un suicidio, ricordiamoci che giornalmente ci sono oltre 150 morti sulle strade europee; è come se cadesse, ogni giorno, un jumbo, e ricordiamoci che quando accade una cosa del genere ci sentiamo tutti coinvolti da un evento così tragico, invece poco facciamo quando, giornalmente, su un’altra modalità di trasporto, accade una tragedia paragonabile”. E per combattere questa assurda “guerra” che ogni anno conta migliaia di morti, Lunardi chiede una vera e propria mobilitazione: “Cerchiamo di costruire una vera mobilitazione della società civile, in particolare di tutti coloro che, direttamente e indirettamente, vivono all’interno del mondo del trasporto su strada, quali le autoscuole, le case costruttrici, le assicurazioni, i gestori delle autostrade, l’A.N.A.S. Cerchiamo di allearci, una volta tanto, per costruire insieme le condizioni che ci rendano più convinti della responsabilità che ognuno di noi ha: quella di salvaguardare la nostra vita e quella degli altri. Noi adulti - sottolinea Lunardi - non possiamo rassegnarci al fatto che ogni anno con i tanti, tantissimi giovani che non fanno ritorno a casa muore un pezzo d’Italia, si spegne una parte di noi. E guardando al recente passato e all’introduzione della patente a punti come delle nuove norme del codice della strada, Lunardi tiene a ricordare che “I risultati, raggiunti in questo primo anno pieno di applicazione delle nuove norme sulla sicurezza stradale, hanno fornito un chiaro e misurabile contenimento della incidentalità; ebbene questi risultati sono, nella maggior parte dei casi, da ascrivere alla coscienza civile della gente, alla responsabilità di ciascuno di noi nell’aver capito il valore della vita. Cerchiamo, in questi giorni, in cui il traffico sulla nostra rete stradale raggiunge livelli patologici, di essere rispettosi di noi stessi e degli altri ponendo attenzione nella guida, cercando di osservare pochissime ma essenziali regole comportamentali, cercando di definire per tempo un vero piano di viaggio utilizzando tutti i mezzi di informazione.

 


Da “La Repubblica”   del 1 gennaio 2005

Incidente stradale, jeep in burrone: muore carabiniere


 
Catanzaro. Un maresciallo dei carabinieri, Luca Sena, di 28 anni, originario di Agrigento ma residente a Palermo, è morto la scorsa notte in un incidente stradale accaduto a causa della caduta in un burrone del mezzo sul quale il militare viaggiava insieme ad altri tre colleghi. L’ incidente è accaduto in località Sacri di Guardavalle, nel Soveratese.

Il maresciallo Sena, insieme ai colleghi, nel momento dell’ incidente, era impegnato in un servizio per la ricerca di latitanti dopo che ai militari erano stati segnalati movimenti sospetti nei pressi di un casolare. Il fuoristrada con a bordo i quattro carabinieri è precipitato in un burrone mentre percorreva una strada sterrata in una zona impervia. Secondo la ricostruzione dell’incidente, il ciglio della strada, nel momento del passaggio del fuoristrada, ha ceduto, provocando la caduta del mezzo, che è precipitato per oltre duecento metri. I quattro militari sono stati sbalzati fuori dall’abitacolo. Ad avere la peggio è stato il maresciallo Sena, che ha battuto la testa morendo sul colpo. Gli altri tre carabinieri hanno riportato ferite lievi e sono stati medicati nell’ ospedale di Soverato. Per nessuno, comunque, si è reso necessario il ricovero.

 


Da “L’Arena”  del 1 gennaio 2005

 Inseguimento per le strade di Borgo Roma.

Tre rumeni in carcere, nel baule c’erano cento bottiglie di liquore

Fuggono sull’auto rubata, presi

r.v.


 

Fuggono alla polizia su un’auto rubata con dentro un centinaio di bottiglie di liquore ma si schiantano contro un muro. Tre persone sono state arrestate, e una quarta è riuscita a fuggire, dagli agenti della polizia stradale al termine di un inseguimento per le vie di Borgo Roma. Si tratta di S.D., 36 anni, M.V., 38 anni, e M.M., 27, tutti rumeni non in regola con il permesso di soggiorno e senza fissa dimora. Tutto è cominciato alle 2.15 del mattino in Basso Acquar quando la pattuglia della polstrada di Legnago, in servizio di controllo, ha intercettato una Lancia K con quattro persone. I poliziotti hanno deciso di procedere a un controllo e hanno intimato l’alt.
Ma il conducente della Lancia, alla vista della pattuglia, anziché fermarsi ha accelerato, cercando di fuggire in direzione di Borgo Roma, senza rispettare i semafori e i limiti di velocità. È scattato l’inseguimento ad alta velocità, durante il quale è stato sparato anche un colpo di pistola a scopo intimidatorio. L’auto dei fuggitivi ha svoltato per via Tombetta, dirigendosi verso la circonvallazione: ma anziché imboccare il senso di marcia corretto si è diretta verso il sottopasso in senso contrario, rischiando di causare un incidente che poteva avere conseguenze gravissime.

A quel punto gli agenti si sono affiancati e hanno tagliato la strada ai fuggitivi, costringendoli a deviare. La brusca manovra è terminata contro un muro. Il conducente dell’auto è riuscito a fuggire, gli altri tre sono stati presi mentre tentavano di dileguarsi. I tre sono stati accompagnati in questura per accertamenti. Determinante è stato il lavoro della squadra di polizia giudiziaria della polstrada di Verona che ha accertato che l’auto era stata rubata nella notte tra Natale e Santo Stefano al Saval. Non solo. Nel baule sono state recuperate un centinaio di bottiglie da collezione, per un valore di 15 mila euro, che erano state sottratte in Borgo Roma a un collezionista.

Miracolosamente nessuna bottiglia si era rotta e la refurtiva è stata restituita al proprietario, come l’auto.

Per i tre è scattato perciò il fermo di polizia giudiziaria con l’accusa di furto aggravato e continuato in abitazione. Trasferiti in carcere su disposizione del sostituto procuratore di turno Labia, compariranno davanti al giudice per il processo per direttissima.


Domenica, 02 Gennaio 2005
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