E’ quantomeno sconcertante il fatto che gli automobilisti italiani, secondo un’inchiesta trasmessa dal TG2 promossa da Promotor, debbano considerarsi fra i più rispettosi delle regole in Europa e che il nostro Paese sia fra i meglio posizionati in un’ipotetica graduatoria dei sinistri gravi, contandone “solo” 17 ogni 100 mila abitanti.
Qualcuno
ci dovrebbe spiegare, allora, perché secondo il recente Piano Nazionale per la
Sicurezza Stradale tracciato dal Ministero dei LL.PP. – Ispettorato generale
per la circolazione e la sicurezza stradale: “Negli ultimi dieci
anni l’intensità della riduzione del numero delle vittime è andata
progressivamente calando e il tasso medio di riduzione è stato inferiore allo
1,0% annuo. Nello stesso periodo, nei dodici Paesi europei con sistemi di
mobilità maturi, la riduzione annua dei morti per incidenti stradali è stata
del 2,4%, più del doppio di quella italiana. A causa di questa diversa dinamica
l’Italia, che negli anni ’70 era uno dei quattro Paesi europei con i più
elevati indici di sicurezza stradale, è diventata un Paese con livelli di
sicurezza medio-bassi.
Allo
stato attuale il ritardo che l’Italia ha accumulato nei confronti dei
Paesi europei più attenti alla sicurezza stradale può essere quantificato in 2.900
morti “aggiuntivi” ogni anno, circa 8 morti “in più” ogni giorno.
Se
dovessero confermarsi le tendenze in atto, l’Italia, nel 2010, diventerebbe
uno dei Paesi europei con i più bassi livelli di sicurezza stradale.”
I conti non tornano!
Secondo
Promotor siamo fra i migliori in Europa. Secondo la relazione presentata al
Parlamento dal Ministero dei Lavori Pubblici, invece, saremmo fra i peggiori.
Qual è la verità?
L’Asaps
propende per la seconda ipotesi!
Forlì, 22 giugno 2001
Giordano Biserni
Presidente Asaps