L’immagine di una violazione accertata col sorpassometro
in A1
(ASAPS) BOLZANO, 18 giugno 2007 – Copione già visto, per un
divieto già istituito in molti tratti autostradali europei (non solo in
Italia): annuncio dell’imminente adozione del provvedimento, proteste dei
diretti interessati, scambio di battute al vetriolo tra le parti, minacce di
manifestazioni e, alla fine, conferma dell’interdizione. Ancora una volta, il
territorio conteso è la corsia di sorpasso dell’A22, l’autobrennero, nastro
d’asfalto che dal valico di frontiera (il Brennero appunto, al km zero) conduce
una buona parte di traffico commerciale e turistico da e per Austria e
Germania, fino a Modena, dove l’arteria si allaccia alla A1 (Milano-Napoli),
dopo aver tagliato in due l’A4 (Milano-Venezia). Una corsia di sorpasso lunga
ben 628 km, 314
per senso di marcia, che una parte di autotrasportatori, per mezzo delle
proprie rappresentanze, vogliono poter percorrere. L’ordinanza, che estende a
tutto il tracciato dell’arteria il divieto di sorpasso nella fascia oraria
dalle 6 alle 22(da Campogalliano fino al valico), riguarderà i veicoli
commerciali con massa superiore alle 12 tonnellate, ed è entrata in vigore alle
6 del 15 giugno scorso, estendendo il provvedimento finora in vigore dal
confine di stato fino ad Ala-Avio. Nel tratto tra Bolzano ed il Brennero,
invece, il divieto di sorpasso vale per
tutti i mezzi oltre le 7,5 tonnellate dalle 0 alle 24. La speranza di un
dietrofront dell’ultimo minuto, si è dissipata giovedì scorso (14 giugno)
quando il presidente di Autobrennero Silvano Grisenti ha affidato alle agenzie
la conferma del testo dell’ordinanza decisa il 18 maggio e confermata nel corso
di un consiglio d’amministrazione del 15 giugno scorso. “La nostra autostrada
ha il più basso indice di incidentalità in Italia – ha detto Grisenti – grazie
anche ai lavori per la sicurezza effettuati negli ultimi anni, ma ci siamo
accorti che il numero di morti nel tratto con il divieto di sorpasso è la metà
rispetto a quello dove non esiste, ed è addirittura di un terzo per il numero
di feriti. Si tratta quindi di un obbligo morale e di un atto dovuto”. Analoga
statistica, stilata ad esempio da Autostrade per l’Italia nel tratto
appenninico dell’A1 (Sasso Marconi – Firenze Sud), conferma la validità del
provvedimento, il quale – nonostante tutto – viene osteggiato da una parte del
mondo dell’autotrasporto, che contesta la validità, in termini di sicurezza, di
vietare il sorpasso tra veicoli commerciali in autostrada e si annunciano
proteste secondo una strategia d’azione comune tra le sigle Cna Fita, Fai,
Fiap, Sna Casartigiani, Confartigianato Trasporti, Anita ed Unitai. “È irragionevole
ed insensata – si legge in una nota dei rappresentanti del mondo
dell’autotrasporto – l’istituzione di un divieto che non raggiunge certamente
gli obiettivi di maggior sicurezza stradale”, e per questo è stata concordata
la decisione di “intraprendere una serie di iniziative di protesta con la
convinzione di poter prospettare alternative più efficaci e meno penalizzanti
per le velocità commerciali e per la stessa sicurezza stradale”. La “velocità
commerciale”, dunque, è uno dei nodi della questione: il divieto di sorpasso
inciderebbe negativamente sulla velocità dei vettori, con i conseguenti danni
derivanti dalla perdita di tempo incolonnati dietro i veicoli commerciali più
lenti. La tesi viene smentita dalla società concessionaria, con una nota
affidata al vicepresidente
dell’Autobrennero Benedikt Gramm, il quale ha spiegato che “la velocità media
rilevata dei Tir è di 78 km/h,
con il limite posto ad 80Km all’ora”, facendo intendere che le velocità di
punta sono ben superiori ai limiti. Del resto, è risaputo che con la tolleranza
prevista dalla legge, i veicoli commerciali marciano spesso, quando le
condizioni lo permettono, ad 85 - 86 orari. Altrettanta fermezza è comunque
annunciata dalle organizzazioni che rappresentano il trasporto, che promettono
battaglia. “Sin dai prossimi giorni – dicono – nel caso non giungessero segnali
di attenzione dal parte dei soggetti coinvolti e responsabili, le
rappresentanze invieranno formale disdetta dell’accordo del giugno 2003
(siglato fra Ministero dei Trasporti, ANAS, AISCAT ed Associazioni di
categoria) ed estenderanno l’iniziativa di protesta su tutta la rete
autostradale”’. È probabile che assisteremo nuovamente a manifestazioni del
cosiddetti “tir lumaca”, con lunghe colonne di veicoli commerciali che
marceranno a passo d’uomo. Presto, lo ha annunciato il presidente della A22
Silvano Grisenti, inizieranno lavori di allargamento delle corsie di emergenza.
(ASAPS)
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