IL GAZZETTINO (Padova)
Divieto di vendere,
somministrare ... Divieto di vendere,
somministrare e consumare prodotti alcolici dall’1 alle 6 del mattino in tutti
i pubblici esercizi del Veneto: il progetto di legge n. 117 che lo prevede, e
che riguarda l’attività di somministrazione di alimenti e bevande, sta per
approdare in consiglio regionale. La Fipe Veneto, federazione che riunisce i 20.000 pubblici
esercizi della nostra regione, nell’intento di portare un contributo di idee e
proposte a un tema delicato come quello dell’uso e abuso di alcol e droghe, ha indetto una tavola rotonda alla quale è
invitata anche l’Associazione familiari vittime della strada (*), dal
titolo "Alcol, sicurezza e salute:
vietare o educare?", che si terrà domani, alle 10.30, all’Hotel
Holiday Inn in via Po 197. Interverranno alla tavola rotonda Lino Enrico Stoppani,
presidente Fipe nazionale, Edi Sommariva, direttore generale Fipe nazionale,
Emanuele Scafato, dell’Istituto Superiore di Sanità, Giuliana Fontanella,
presidente della 3. commissione consigliare regionale, Fabio Gava, assessore
regionale al commercio, Arrigo Cipriani dell’Harry’s Bar di Venezia. Moderatore
Roberto Papetti, direttore de "Il Gazzettino". La durata dell’incontro è prevista in un paio d’ore. Il
tema affronta un aspetto di grande interesse sociale e dai notevoli risvolti
commerciali e turistici, in considerazione della norma contenuta all’art. 6 del
Pdl regionale n. 117, la cui introduzione comporterebbe il divieto di vendere,
di somministrare e di consumare prodotti alcolici dalle ore una alle ore sei
del mattino in tutti i pubblici esercizi, attività commerciali e similari,
situati nel territorio veneto. Il divieto, secondo
le intenzioni dei proponenti, dovrebbe contrastare e ridurre fortemente i
problemi legati all’abuso di alcol, mentre a parere dei rappresentanti dei
pubblici esercizi sono altre le vie da percorrere per prevenire e controllare
il fenomeno. (**) All’inizio della tavola rotonda sarà presentato dai
Dirigenti Fipe il "Codice etico di autoregolazione per la sicurezza
stradale", sottoscritto recentemente dal Ministero dell’Interno, quello
delle Politiche giovanili e la Conferenza dei Presidenti delle regioni e da
nove Associazioni di categoria, tra cui la Fipe e il Silb (locali da ballo).
Inoltre, la Fipe Veneto illustrerà le iniziative che intende proporre e attuare
per il contrasto all’abuso di alcol.
(*) Nota: quale? Italiana, Europea, Manuela…?
(**) Nota: il titolo mi pare fuorviante, stiamo parlando
solo della fascia oraria tra le ore 1 di notte e le 5 del mattino!
Quando, molti decenni fa, è stata decisa la legge che ha
previsto che non si possa guidare ubriachi, si sarebbe potuto porsi la stessa
domanda: “Alcol, sicurezza e salute: vietare o educare?” Non mi pare questo il modo corretto di porre la questione,
perché in realtà è una contrapposizione che non esiste. All’evidente, indiscutibile, necessità di educare quanto
più possibile (dove “educare” naturalmente non significa mandare i sommelier a
fare lezioni nelle scuole elementari, ma informare la popolazione sui rischi
legati al bere), a fronte delle drammatiche diffusissime sofferenze
alcolcorrelate è opportuno attivarsi per tutelare la salute e la sicurezza dei
cittadini. Una regolamentazione degli orari di vendita delle bevande
alcoliche va in questa direzione.
IL GAZZETTINO
Marocchino falcia tre scooteristi: uno
muore Padova NOSTRA REDAZIONE Ha invaso
improvvisamente la corsia opposta e ha centrato, uno dopo l’altro, due scooter
con in sella tre persone, una è morta sul colpo. Le altre due sono ricoverate
in ospedale in gravi condizioni. Nella carambola è rimasto ferito anche un
quarto motociclista. Protagonista dell’episodio, avvenuto lungo l’argine che da
Codevigo conduce a Corte, nella Bassa padovana, è un marocchino di 40 anni, di
cui sono state rese note solo le iniziali: K. A. F.. L’uomo, sospettato di essere stato sotto l’effetto
di alcoolici al momento dell’incidente (nonostante non fosse ancora
mezzogiorno), è stato sottoposto alle analisi delle urine. Alla guida di
una Ford Escort, l’extracomunitario prima ha urtato lo scooter condotto da un
ragazzo di 31 anni, poi quello di una giovane di 29 anni di Piove di Sacco e,
infine, ha travolto il mezzo sul quale si trovava Simone Bacchini (trentatreenne) di Villatora di Saonara, che è morto
prima dell’arrivo dei soccorsi. L’altro giovane è stato condotto
all’ospedale di Padova, la ragazza che viaggiava con lui, Martina N., 29 anni,
in quello di Piove di Sacco: per
entrambi le condizioni vengono giudicate dai sanitari molto gravi. Illeso il conducente della Ford Escort impazzita, K.A.F:
per lui sono state disposte subito le analisi delle urine. È rimasto invece
molto choccato, ma senza un graffio, Francesco Pegoraro, residente a Cadoneghe,
amico di Simone Bacchini, che viaggiava in sella a un altro scooter ad una
decina di metri di distanza. «Stavamo andando al mare a Sottomarina dove ci aspettava
il fratello di Simone - racconta ancora sconvolto - Poi è successo tutto in un attimo: ho visto la Escort che viaggiava in
direzione opposta spostarsi nella nostra corsia. I due ragazzi in moto non sono
riusciti ad evitarla e anche Simone ci è finito addosso in pieno». La carambola di auto - che poteva avere conseguenze ancora
peggiori - non è finita lì: dietro la Ford del marocchino viaggiava un furgone
diretto a Campolongo Maggiore. L’autista ha frenato di colpo per evitare di
travolgere i ragazzi a terra ed è stato tamponato da una moto Ducati che
arrivava da dietro. In sella c’era il terzo ferito: A.B., di Codevigo,
trasportato al pronto soccorso con una frattura al polso. L’elicottero del Suem
ha invece portato il 33enne che appariva più grave a Padova, ma l’intervento
d’urgenza cui è stato sottoposto non è bastato a salvargli la vita per le gravi
lesioni interne riportate. Il fratello
della vittima, Davide Bacchini, si è precipitato sul posto e ha poi avuto il
compito di dare la notizia ai genitori Nicola e Germana che conducono un
negozio di accessori in pelle a Camin. La vittima era un grande appassionato di ballo e canto,
era l’anima del gruppo "Mjghty Power" che propone spettacoli nelle
discoteche. Soltanto 48 ore prima si era tenuto in Provincia a Padova
un summit sul problema della sicurezza stradale che aveva toccato proprio la
cosiddetta "via del mare" ancor più a rischio dopo la chiusura per
lavori del tratto che da Santa Margherita di Codevigo porta in Romea.
All’incontro hanno partecipato anche amministratori di Chioggia Sottomarina e
Rosolina. E il morto ci è scappato proprio lungo la strada arginale scelta da
tanti pendolari del mare per tagliare qualche chilometro della trafficata
Strada statale Piovese ed entrare direttamente in Romea. L’assessore di
Codevigo, Luigino Uliana, denuncia: «Questa arteria è un disastro. (*) Soltanto due settimane fa un
camion era finito giù dall’argine e il rischio di incidenti è sempre più alto
adesso che l’altra strada è chiusa. Tanti pendolari, specie in scooter, cercano
vie alternative come questa e soprattutto nei week end è un serpentone continuo
di auto anche qui. Si tratta di una strada provinciale (la Sp 53) che è extra
urbana, quindi il limite è di 90 chilometri all’ora. Una follia se si pensa che
è una via stretta e arginale. Il nostro Comune ha predisposto con Correzzola un
controllo della Polizia municipale anche il sabato e la domenica». Purtroppo
non è bastato. In questo mese di giugno continua la tragica escalation di
incidenti (ma il periodo con più vittime a Nordest è luglio): sempre ieri un ragazzino trevigiano di 14
anni di Resana è morto nel primo pomeriggio in un incidente stradale accaduto a
Castelminio. Il giovane, in sella ad una bicicletta, stava uscendo dal
parcheggio di un centro commerciale quando è stato travolto da una Bmw guidata
da un uomo di 29 anni. È deceduto prima dell’arrivo dei soccorsi. (*) Nota: considerata la dinamica dell’incidente, un
ubriaco che invade la corsia opposta e travolge chi vi sta transitando, ap pare
discutibile dare la colpa alla strada (assessore) o rimarcare la nazionalità
del responsabile (titolo dell’articolo).
IL GAZZETTINO (Vicenza)
Delitto di Corso
Padova, il transessuale colombiano è stato arrestato con l’accusa di omicidio
al termine dell’interrogatorio di venerdì notte Ha ucciso in preda
ai fumi dell’alcol Sconcerto a Schio
per la morte di Giacomo Sbabo. Alla moglie aveva
detto: «Vado dagli amici» Vicenza Delitto di Corso Padova, è stato arrestato con l’accusa di
omicidio volontario Jimmy Anderson Martinez Gomez, 32 anni, in arte Valeryn.
Vittima, l’autista di Schio Giacomo Sbabo, 40 anni. Ancora poco chiaro il
movente. Forse Sbabo si era presentato in casa di Gomez pensando di trovare una
donna, e al suo rifiuto di intrattenersi con un trans potrebbe essere scoppiata
una lite. Forse la rabbia per un mancato guadagno dell’altro. Certo è che dalle analisi del sangue
effettuate subito dopo sul colombiano è emerso che aveva bevuto alcolici.
Sconcerto a Schio per l’omicidio. Sbabo, autista delle Latterie Vicentine, era
sposato da dieci anni. Venerdì sera, prima di recarsi in Corso Padova, aveva
detto alla moglie: vado da amici
IL GAZZETTINO (Vicenza)
È stato arrestato
ieri mattina il trans colombiano Jimmy Anderson Martinez Gomez. Ma nega di
avere ucciso Giacomo Sbabo L’omicida si è
scagliato anche contro un carabiniere In preda ai fumi
dell’alcool, in caserma ha aggredito un militare. Domani
l’interrogatorio e l’autopsia sul corpo della vittima È stato arrestato con l’accusa di omicidio volontario
Jimmy Anderson Martinez Gomez, 31 anni, cittadino colombiano, in arte Valeryn.
È accusato di avere ucciso Giacomo Sbabo, autista originario di Valli del
Pasubio, da tempo a Monte Magrè di Schio. Il trans colombiano non ha
confessato, anzi, nel lungo interrogatorio di venerdì notte ha solo detto avere
ricevuto Sbabo in casa, ma poi di essersi andato a cambiare in camera, por
ritrovare l’altro a terra, nel sangue. Certo è - sostengono i carabinieri - che
il coltello da cucina con cui Sbabo è stato assassinato era stato ben lavato e
riposto nel secchiaio. L’assassinio è avvenuto venerdì sera in una palazzina di
corso Padova a Vicenza, nell’abitazione del trans, al primo piano. Ancora poco
chiaro il movente. Forse Sbabo si era presentato pensando di trovare una donna
(i nomi Valeryn e Vanessa compaiono su inserzioni di giornale e siti internet)
e a un possibile rifiuto potrebbe essere scoppiata una lite. Sulla strada sono
stati trovati piatti rotti che il trans avrebbe lanciato dalla finestra. Forse
la rabbia per un mancato guadagno, forse ancora un tentativo di rapina finito
nel sangue. Comunque il portafoglio di Sbabo è stato trovato intatto. Domani sarà eseguita l’autopsia sul corpo dell’autista di
Schio. Mentre le analisi del sangue
avrebbero accertato che Valeryn aveva bevuto alcolici. Anche in caserma, per
l’interrogatorio di venerdì notte, il colombiano era su di giri tanto da avere
aggredito un carabiniere. Domani sarà comunque sentito dal giudice. Ma il
suo passato è una collezione di guai: denunciato per avere aggredito la titolare
della trattoria Tinello, era stato arrestato dopo una lite scoppiata in
autobus. Quanto a Sbabo nessuna macchia nel suo passato. Sposato da
dieci anni con Antonella, una ragazza del posto, viveva tra il lavoro di
autista e il grande impegno per accudire il suocero, malato di Alzheimer.
L’ADIGE
Bevono un po’
troppo… di PAOLO BARI Bevono un po’ troppo, hanno rapporti non conflittuali in
famiglia e a scuola, tendono a diventare individualisti, spesso trascorrono un
periodo di studio all’estero, hanno imparato inglese e informatica, non
considerano negativa la pirateria informatica. Sono i giovani trentini,
descritti nella ricerca realizzata dallo Iard e dall’Iprase. Nei giorni scorsi
il quadro generale della situazione è stato illustrato all’assessore Salvaterra.
In autunno i risultati dell’indagine saranno presentati al pubblico e
pubblicati in un volume edito da «il Mulino». Antonio De Lillo, presidente
dello Iard, Arduino Salatin, direttore dell’Iprase, e Carlo Buzzi, responsabile
della ricerca, ne anticipano i contenuti. L’indagine è stata realizzata
attraverso interviste a un campione di oltre mille giovani fra i 15 e i 29
anni. Per la fascia dai 15 ai 22 anni sono state inoltre interpellate le mamme,
una scelta probabilmente unica in questo settore. Oltre al paragone fra le
convinzioni di madri e figli, la ricerca consente un confronto con l’analogo
studio a livello nazionale e con la precedente indagine provinciale del 2002.
Molteplici le considerazioni relative al rapporto dei giovani con la famiglia,
la scuola, il lavoro, il tempo libero, l’associazionismo. Vediamone alcune. In
generale la gioventù trentina appare sana; nonostante si evidenzino criticità e
forme di trasgressione, il quadro complessivo sembra positivo. In certi ambiti
la differenza rispetto alla situazione nazionale è tale da consentire
l’individuazione di una specificità trentina. In generale il rapporto con la
scuola - e in particolare con gli insegnanti - è soddisfacente. E infatti il
livello di scolarità è in forte aumento: superiore al resto d’Italia fino al
diploma, pari a quello nazionale per l’università. Il 25% degli intervistati
(soprattutto le ragazze) manifesta problemi d’ansia; il 20% (in prevalenza i
maschi) può essere etichettato come «studente distaccato», cioè annoiato e
indifferente a quanto si svolge in classe. Predomina il rifiuto verso forme di
trasgressione e di bullismo, che pure esistono ma forse sono enfatizzate. Il
28% dei giovani trentini ha compiuto un’esperienza di studio all’estero (nel
resto d’Italia il livello di internazionalizzazione è inferiore di 10 punti).
Purtroppo le disuguaglianze sociali si manifestano anche in questo settore:
mentre nelle famiglie benestanti il soggiorno all’estero coinvolge il 38% dei
giovani, in quelle meno abbienti la media si riduce al 18%. E ancora: la
conoscenza dell’inglese riguarda l’87% dei figli di genitori «ricchi» e
soltanto il 40% di ragazzi di famiglie disagiate. In ogni caso si tratta di
percentuali ben al sopra di quelle riscontrate nel resto d’Italia. Elevate appaiono
anche le competenze informatiche. Buono risulta il dialogo in famiglia. I
giovani trentini dichiarano per esempio di godere di più libertà dei coetanei
italiani, in particolare sembrano soffrire di limitate restrizioni nella sfera
sessuale. I figli offrono peraltro una scarsa collaborazione nei lavoretti di
casa, senza distinzione fra ragazzi e ragazze. Le disuguaglianze di genere si
ripresentano appena i giovani formano la loro famiglia: le ragazze tornano ad
essere caricate dei lavori domestici molto più dei loro mariti, compagni o
conviventi. Appare interessante - e forse paradossale - che le mamme siano
convinte di lasciare ai figli meno libertà di quella che i figli stessi
percepiscono. Se il rapporto con le sostanze stupefacenti rimane inalterato rispetto
a cinque anni fa, preoccupanti sono i
confronti relativi all’uso di bevande alcoliche. Il 52% dei giovani trentini
del 2007 ammette di aver abusato dell’alcol almeno una volta nell’ultimo
periodo; nel 2002 era il 46% mentre nel resto d’Italia la media è solo del 34%.
Per fortuna è cresciuta la consapevolezza dei rischi connessi con le bevande
alcoliche: i giovani tendono a non mettersi alla guida dopo aver bevuto, un
atteggiamento tipico del nord Europa. Negativa appare invece la crescita
dell’individualismo, la diminuzione della solidarietà e dell’impegno sociale.
Senza dimenticare la totale disaffezione e la generale sfiducia per la
politica. Un altro tratto di modernità (come dato oggettivo e non come giudizio
di valore) si coglie nell’apertura ad alcuni controversi temi di carattere
etico: eutanasia, aborto, inseminazione artificiale, convivenze
extramatrimoniali. Il problema della pirateria informatica non si pone nemmeno
per i giovani trentini. Copiare musica o video da internet non è considerato un
reato o una rischiosa trasgressione: è semplicemente normale e pienamente
condiviso da quasi tutti gli intervistati. Forse anche per questa abitudine i
consumi culturali dei giovani trentini sono superiori a quelli registrati nel
resto d’Italia.
L’ADIGE
Brillo al volante,
con le chiavi ha rovinato la vettura dei carabinieri Troppo alcol,
graffia la «gazzella» Non è piaciuta al giovane automobilista la segnalazione -
compresa di ritiro della patente - che i carabinieri stavano per affibbiargli. Preso dallo sconforto, ma anche
dall’alterazione alcolica, ha reagito con rabbia: un mazzo di chiavi nascosto
in mano, con un gesto rapido ha graffiato la fiancata della gazzella. I
carabinieri se ne sono accorti: oltre alla denuncia per guida in stato d’ebbrezza,
alla decurtazione di 10 punti dalla patente, al ritiro del documento di guida,
è stato segnalato per danneggiamento aggravato. Il controllo della vettura su
cui viaggiava A.A., veneto di origine ma residente in città, 24 anni, è
avvenuto nel corso di un servizio di routine. Il giovane, alle 4.30 di ieri
notte, è sfrecciato davanti alla gazzella del Radiomobile in via Brigata Acqui,
passando per via Pilati. I carabinieri hanno seguito la vettura, fino in piazza
Venezia, dove è stata fatta accostare. Il conducente
è stato sottoposto ad alcoltest: superava di quasi quattro volte il limite,
per cui è stato denunciato e la parente ritirata. Il giovane non ha accettato
di buon grado il controllo e soprattutto la verifica per capire se avesse
bevuto o meno: ha reagito con rabbia, facendo un graffio di una ventina di
centimetri sull’auto di servizio. E ha collezionato la seconda denuncia della
serata
IL SECOLO XIX
Santuario profanato
scoperti i vandali le scuse dei genitori risolto dai
carabinieri il giallo di caravonica Bravata di tre
ragazzini ubriachi. Il sindaco: «Oltre
ai danni, una pugnalata al cuore dei parrocchiani» Caravonica. Scoperti, dopo due settimane di indagini, i
vandali che avevano profanato lo storico santuario di Nostra Signora delle
Vigne e della "Casa del Pellegrino". Sono D.A., 17 anni, J.A. e A.L.,
entrambi di 18 anni, residenti tra Lucinasco, Imperia e Pontedassio. Avevano
danneggiato il luogo di culto nella notte tra il 2 e il 3 giugno probabilmente in preda ai fumi dell’alcol.
Prima avevano rovesciato le fioriere, quindi avevano sradicato i paletti che
proteggono il sagrato della chiesa per scaraventarli, dopo aver divelto la
grata che della finestra, all’interno del santuario distruggendo così panche e
inginocchiatoi. La nottata dei
teppisti si era conclusa con un raid anche alla Casa del pellegrino.
Utilizzando sacchi di cemento avevano otturato la fontana. «Con la forte pressione l’acqua
aveva danneggiato le tubature della casa restaurata con tanto sacrificio e
impegno dal Comune che l’ha sempre conservata come un gioiellino», racconta il
sindaco Fernando Gandolfi che proprio il giorno dopo il raid vandalico aveva
presentato una denuncia ai carabinieri. I militari della stazione di Borgomaro, coordinati dal
comandante Sandro Pinna, si sono subito dati da fare per scoprire gli autori di
un gesto che aveva scosso tutta la piccola comunità di Caravonica
particolarmente devota alla Nostra Signora delle Vigne. Qualcuno, quella notte,
aveva notato un’auto di colore scuro con dei ragazzi a bordo transitare in
paese. Le indagini sono partite proprio da quella vettura. Non contenti, poi, i vandali, si sono fatti vanto con i compagni del
"nobile gesto", il che ha condotto passo dopo passo i carabinieri di
Borgomaro a individuare i colpevoli. I genitori dei denunciati si sono scusati con il sindaco e
il parroco, rendendosi disponibili a pagare tutte le spese necessarie alla
sistemazione del danno. Una bravata commessa da un gruppo di ragazzi, alcuni
dalla fedina penale immacolata, che in una notte si sono trasformati in
teppisti da stadio segnalati alla Procura di Imperia per danneggiamento
aggravato. Il sindaco Gandolfi, non appena ha saputo dell’esito positivo delle
indagini, si è subito complimentato con i carabinieri. «Sono stati esemplari.
Il danno economico causato da quei ragazzi è stato ben poca roba rispetto al
danno morale provocato all’interà comunità di Caravonica. Quando i parrocchiani
hanno saputo che qualcuno l’aveva profanata è come se avessero ricevuto una
pugnalata al cuore. Sapevo che i carabinieri avrebbero compiuto indagini a
tutto campo per dare un nome e un volto a questi teppisti. Sono contento che le
cose si siano concluse per il verso giusto». Il santuario di Nostra Signora
delle Vigne, isolato ai margini dell’antica strada "marenca", ha
origini leggendarie. Pare che la statua miracolosa sia stata collocata su un
sacro pilone nel 1588 e da allora tutti ne sono innamorati. Giò Barbera
IL SECOLO XIX
Albenga aggressione
bis Albenga. Nuova aggressione a Beppe, il
"paninaro" di piazza del Popolo. Appena il tempo per aprire il
processo per l’aggressione subita da Beppe Zerlottin lo scorso dicembre, e il
noto esercente della centrale piazza ingauna è stato nuovamente oggetto delle violente
attenzioni, questa volta di un pregiudicato marocchino. Tutto è accaduto attorno alle tre dell’altra notte, quando
il ventisettenne Mohamed Mizouari si è presentato visibilmente ubriaco al chiosco gestito dall’ex barbiere (e padre
di Emiliano, il carabiniere perito due anni fa in un incidente stradale sulla
provinciale tra Villanova e Lusignano), pretendendo
che gli fosse servito da bere. Al
rifiuto di Zerlottin l’extracomunitario ha perso la testa, prendendosela
prima con alcuni altri avventori che avevano tentato di tranquillizzarlo,
quindi con lo stesso esercente. Mizouari si è accanito contro il chiosco ed i
frigoriferi, danneggiandoli, infine ha
colpito ripetutamente il titolare a calci e pugni, senza calmarsi neppure
all’arrivo dei carabinieri. una scena simile a quella dello scorso
dicembre, quando a prendersela con il popolare Beppe furono tre giovani (gli
ingauni Andrea Cucca e Danilo Salvaggio e l’etiope Mohamed Nassar) nei cui
confronti proprio dieci giorni fa è stato aperto il processo. In quell’occasione
Zerlottin rimediò anche una bottigliata in testa e riportarono ferite anche un
agente di polizia fuori servizio ed un cliente, mentre questa volta se l’è
cavata con contusioni e ferite giudicate guaribili in sette giorni dai medici
del pronto soccorso. Per Mizouari, invece, sono scattate le manette con le
accuse di lesioni personali, danneggiamenti ed anche resistenza e violenza a
pubblico ufficiale. La vicenda ha suscitato scalpore in città, dove Beppe
Zerlottin è conosciutissimo per la sua attività commerciale ma anche per il
lungo impegno sociale e politico, e dove crescono i timori per la sicurezza in
particolare nella zona tra il centro storico e la stazione. Episodi peraltro
non nuovi, se si pensa che alcuni anni fa proprio Beppe Zerlottin, allora in
compagnia del figlio Emiliano, furono protagonisti di un rocambolesco
inseguimento ai danni di un malvivente che aveva tentato di derubarlo. Luca Rebagliati
IL TEMPO – Roma
Dopo un incidente
sulla Togliatti Vigili minacciati
con il coltello PRIMA tamponano uno
scooter sulla Palmiro Togliatti. Poi aggrediscono i vigili accorsi sul luogo
dell’incidente. È
successo ieri sera alle 20:20. A bordo dell’Alfa 146, protagonista del
tamponamento, erano tre peruviani ubriachi,
tra cui una donna. Il conducente dello scooter, un italiano di 35 anni, non
ha riportato ferite gravi. All’arrivo della pattuglia del VII Gruppo della
polizia municipale uno dei tre peruviani si è allontanato. I due rimasti erano
privi di documenti. Alla richiesta di essere identificati la donna ha opposto
resistenza, graffiando e storcendo il braccio a una vigilessa. L’altro
peruviano invece è piombato tra i vigili minacciandoli con un arma da taglio,
autoprocurandosi delle ferite alle braccia. A quel punto sono accorse in aiuto
altre due pattuglie. L’auto è stata trasportata al deposito giudiziario per
ulteriori accertamenti e le persone fermate sono state accompagnate in
centrale, mentre la donna sarà denunciata per resistenza, violenza e lesioni a
pubblico ufficiale. I vigili intanto lamentano la mancanza delle attrezzature
necessarie: «Ogni giorno- ha ricordato il segretario romano del Sulpm,
Alessandro Marchetti - siamo costretti ad affrontare disarmati situazioni di
pericolo, anche grazie all’incapacità del consiglio comunale di approvare il
regolamento dell’armamento che preveda spray antiaggressione a getto balistico,
distanziometro e pistola».
IL SECOLO XIX
L’assassino-rapitore
poteva tornare libero domani processato in
tribunale Avrebbe lasciato il
carcere nel 2009 per buona condotta. Poi la fuga e il sequestro di madre e
figlia in Riviera Imperia. Potrebbe patteggiare una pena a due anni di
reclusione e quindi essere estradato in Germania Joachim Gunther Freier, il giardiniere
di Halle che l’8 giugno scorso sequestrò madre e figlia a Sanremo. Il processo
è atteso per domani in tribunale a Imperia: l’uomo sarà difeso da Anna
Gualtieri, avvocato d’ufficio. Ma dalla Germania rimbalzano altri particolari
sull’assassino. Detenuto presso il
carcere di massima sicurezza di Brandeburgo, dopo la condanna all’ergastolo per
l’uccisione di una ragazza di 26 anni, era seguito da un centro specializzato
di Berlino per curarsi. Nel 2009, per motivi di buona condotta, sarebbe stato addirittura
scarcerato. Emergono insomma nuovi particolari del vagabondo dell’ex
Ddr che per tornare in Patria aveva addirittura rapito, armato di coltello una
donna di 42 anni e la figlioletta di 7 nella zona di San Martino a Sanremo.
Aveva raccontato ai giudici italiani di non essere mai stato in carcere e
soprattutto di non avere mai avuto alcun rapporto con la giustizia. E invece si
è scoperto che negli anni ’70 aveva
tentato di uccidere una donna ed era stato condannato a 10 anni di reclusione.
Dopo la condanna all’ergastolo per la violenza sessuale e l’omicidio di una
ragazza nel 1986, altre 168 volte il giardiniere era uscito dal carcere di
Brandeburgo per fare tappa a Berlino per farsi curare dai suoi gravissimi
problemi di salute legati all’abuso di alcol. L’ultima volta Freier ha
deciso di fare di testa sua e di violare i dispositivi del giudice. Alla fine
di maggio è salito su un treno diretto in Francia da dove poi ha raggiunto
Sanremo: «Avevo voglia di una vacanza in Riviera. Non c’ero mai stato. Volevo
anche visitare Genova, altra bellissima città di cui avevo sentito parlare»,
aveva raccontato lunedì scorso al giudice Domenico Varalli. Gunther Freier, durante la reclusione nel maxi
penitenziario di Brandeburgo, era diventato un "detenuto modello".
Regolarmente si recava al centro terapico della capitale Berlino per poi fare
ritorno in prigione. Solo una volta gli
trovarono alcol nel sangue tornando in prigione e fu punito. Ora, dopo il
sequestro di madre e figlia, il giardiniere di Halle, è rinchiuso nel carcere
di Imperia. Domani sarà processato per sequestro di persona, lesioni e la
resistenza ai poliziotti che lo hanno arrestato. Tornerà in Germania per
scontare la pena ma anche per rispondere dell’evasione. E il carcere per lui
sarà probabilmente ancora lungo. G. Bar.
IL GAZZETTINO (Padova)
«L’idea di far festa
tutta la notte ... «L’idea di far
festa tutta la notte non mi convince. Non che sia contrario alle feste ma è lo
spirito della Notte Bianca che non mi piace più. All’inizio era nata come
la possibilità di far uscire le famiglie anche la sera tardi, dando loro
spettacoli, cultura e negozi aperti. È andata bene nel 2004 e nel 2005. Ma nell’ultima edizione avevamo già realizzato
che si stava facendo strada una cultura diversa, del divertimento come sballo
che non è proprio quello che vogliamo. Dunque mi sembrerebbe contraddittorio
che noi facciamo una campagna contro l’alcolismo e produciamo ubriachi, ne
facciamo un’altra per la città pulita e contribuiamo a sporcarla, e poi una
terza contro i rumori e la assordiamo. Certo è che sarà martedì tutta al
Giunta a decidere e se altri vorranno farla a tutti i costi io non mi tirerò
indietro». Più che un decisione di Giunta valgono le parole di
Zanonato a spiegare la situazione della Notte Bianca, fallita come idea prima
ancora che dal punto di vista pratico. Insomma, il giudizio del sindaco è più
che una sentenza. Anche se c’è in mente di fare qualcosa di alternativo, magari
circoscritto a Prato della valle per salvaguardare almeno gli spettacoli e gli
appuntamenti culturali già programmati. Ma ci sarebbe anche una seconda opzione che è quella
caldeggiata dall’assessore al Commercio, Ruggero Pieruz, ovvero un appuntamento
a settembre. «Potremmo fare una festa del commercio» butta lì il sindaco, magari
in Prato della Valle. «Ma tutte le opzioni per ora sono in piedi: modificare,
spostare o sopprimere». Il problema
principale per la kermesse sono stati i costi: 350mila euro dei quali 170mila
da parte del Comune e gli altri da associazioni di categoria e lo sponsor
Coca-Cola.
Quest’ultimo però all’ultimo momento si è tirato indietro e anche gli altri di
soldi non ne avevano molti da spendere. Il Comune dunque ha pensato che in
tempi di austerity quei soldi sarebbero serviti per qualcosa di meglio. Sullo sfondo di tutta la vicenda però va sottolineato
anche il quadro politico. Lo strappo di parte dello Sdi dal sindaco, ovvero di
Carlo Covi che ha indicato Ruggero Pieruz come assessore al Commercio, potrebbe
avere influenzato l’esito finale del progetto. Pieruz infatti negli ultimi
giorni ha sempre sostenuto che «piuttosto che farla in tono minore sarebbe
meglio non farla» una posizione diversa da chi vorrebbe proporla a tutti i
costi perché ci sta lavorando da mesi e vuole dar lustro alla città e di conseguenza
anche all’amministrazione. Anche se pure lui propone l’alternativa. «Piuttosto
che un’edizione in tono minore, meglio lavorare da subito per un grande
appuntamento a settembre, coinvolgendo le associazioni di categoria e l’intero
mondo del commercio». Mauro Giacon
LA GAZZETTA DI PARMA
PAURA IN UN LOCALE
NEI PRESSI DELL’EX CURVA CANEPARI E’ INTERVENUTA LA
POLIZIA MUNICIPALE Ubriaco minaccia la
barista e prende a calci gli agenti Dopo lo show da Far
West un trentenne rumeno è stato arrestato II Movimentato episodio nella tarda serata di giovedì in
un bar, che si trova nel complesso commerciale nella rotonda dell’ex curva
«Canepari», in via Abate Zani. Protagonista un giovane rumeno, in preda ai fumi dell’alcol. Il
trentenne si è infilato nel bar, aperto solo di sera, iniziando a importunare
la barista e i clienti. Quando è arrivato nel locale fidentino, già aveva
alzato un bicchiere di troppo. Grida, minacce alla barista, calci e pugni sui
tavolini. In pochi attimi nel bar si è venuta a creare un’atmosfera da «saloon»
nel Far West. Inutili i tentativi di
sedare l’animo del giovane surriscaldato dal troppo alcol. continua...
IL TRENTINO
ALCOLISTI ANONIMI Un numero contro
l’alcol Chiunque abbia problemi con l’alcol e sia quindi
intenzionato a smettere di bere, può trovare un valido aiuto e sostegno
nell’associazione «Alcolisti anonimi». Non è prevista nessuna quota
d’iscrizione, e all’interno non esiste alcuna discriminazione e nessuno può
essere estromesso, giudicato o emarginato. Per ulteriori informazioni
rivolgersi al 334/7342437.
CORRIERE ADRIATICO
Individuati i
responsabili dell’episodio in centro dopo le indagini dei carabinieri Rissa al bar,
denunciate quattro persone PORTO RECANATI - Nei guai per una lite dinanzi a un
pubblico esercizio. I carabinieri di Porto Recanati, dopo aver raccolto
testimonianze su un furibondo parapiglia che si era scatenato mercoledì sera
innanzi ad un bar cittadino, sono risaliti all’identità di quei giovani coinvolti
nell’episodio. Si tratta di un tunisino, un catanese, un portorecanatese ed un
recanatese - tutti sotto i trent’anni - che, in preda ai fumi dell’alcol, dapprima si erano spintonati quindi
avevano iniziato una scazzottata che aveva avuto come teatro sia l’interno che
l’esterno del locale. Alcuni cittadini, testimoni dei fatti, avevano chiamato il
112 ma i giovani, alla vista della pattuglia dell’ Arma, placavano i loro animi
ed un paio di loro riuscivano ad allontanarsi prima dell’arrivo dei militari.
Sull’episodio, che non era passato inosservato ai residenti, i militari
portorecanatesi hanno avviato una serie indagini serrate per risalire a tutti i
responsabili della rissa. Testimonianze e riscontri fotografici hanno permesso
l’individuazione dei quattro che sono stati pertanto tutti denunciati
all’autorità giudiziaria. Nel corso delle indagini militari hanno anche
riscontrato che la barista, di
origine moldava, oltre a non aver avvertito per tempo le forze dell’ordine, aveva somministrato bevande alcooliche ai
quattro che, in stato di ubriachezza manifesta, avevano scatenato la rissa.
Per i quattro è stata contestata oltre alla rissa anche l’ubriachezza molesta,
mentre la barista è stato segnalata
all’autorità giudiziaria per somministrazione bevande alcoliche a persone in
stato di ubriachezza. Infine, è stata inoltrata proposta di misura di
prevenzione del foglio di via dal Comune per i non residenti denunciati.
CORRIERE ADRIATICO
Appello dal bar
Pierino: “Più repressione di notte” “Ma il vero problema
sono i gruppi di vandali” MACERATA - “Il livello della musica può essere un
problema, è vero, ma lo è ben tutto quanto accade attorno alle serate in
centro: vandalismi, gente ubriaca che si
abbandona a danneggiamenti e schiamazzi. Sono questi i fenomeni pericolosi
e da contrastare, anche per la sicurezza dei residenti”. Da Pierino si
sottolinea un fenomeno non isolato che
consegna le vie del centro a gruppi di balordi violenti e in preda ai fumi
dell’alcol. “L’altra sera la musica è finita ben prima delle due, ebbene
ancora un paio d’ore dopo c’era un gruppo di giovani in piazza che
schiamazzavano, giocavano a calcio con le bottiglie di birra vuote. In altre
occasioni questo genere di persone si è
accanita su fioriere, vetrine, arredi; oppure sporca, orina agli angoli dei
palazzi e quando la si apostrofa, diventa violenta, minaccia. In alcune ore
si ha l’impressione che il centro sia un suo terreno di conquista. I rumori per
una manifestazione o un concerto vanno certamente controllati, ma questo genere
di fenomeno è ben più dannoso e genera una insicurezza nei residenti e negli
esercenti di gran lunga più pericolosa. Su questo, ritengo, si debba esercitare
un’opera di prevenzione e repressione”.
CORRIERE ADRIATICO
Lotta alle
dipendenze MONTEGRANARO - Abuso di alcol e di sostanze
stupefacenti: sarà questo l’argomento dell’incontro organizzato dalla locale
sezione dei Ds per il prossimo 29 giugno. Ospite della serata il
sottosegretario alle politiche giovanili Giovanni Lolli. Con lui ci saranno anche, in qualità di relatori, don
Vinicio Albanesi, Giuseppe Buondonno, insegnante e segretario dei Ds di Fermo,
Luca Brandetti, segretario della Sinistra Giovanile e rappresentanti dell’Asur
fermana. L’intenzione è
quella di confrontarsi su un problema che interessa anche Montegranaro:
l’abuso di alcolici e di sostanze stupefacenti. Arresti, patenti ritirate,
numerosi altri casi di cronaca riferibili appunto agli abusi, fanno sì che
l’attenzione, intorno a questi fenomeni, debba sempre essere alta. (*)
(*) Nota: i più “vecchi” abbonati di questa rassegna
stampa ricordano forse la mia personale polemica, 4 anni fa, con un assessore
del Comune di Montegranaro, che ebbe a dichiarare “Non abbiamo alcolizzati”. Forse a qualche cosa è servita… Chi avesse voglia di approfondire, può trovare traccia di
questa interessante discussione nei primi articoli pubblicati al seguente link https://www.asaps.it/notizie/alcol_guida/0029.html
Alessandro Sbarbada
CORRIERE ADRIATICO
Mettersi alla guida
dopo aver alzato il gomito è pericoloso per sé e per gli altri. Campagna di
informazione e prevenzione da parte del Comune di Fermo La Polizia
municipale promette controlli a tappeto, la Solgas distribuisce mille alcoltest
gratuiti Abuso di alcolici,
nei locali arrivano i kit FERMO - Il Comune di Fermo ha intenzione di portare avanti
un progetto, campagna di prevenzione, contro l’abuso di alcol soprattutto
giovanile e nelle ore notturne. Il progetto prevede una sensibilizzazione dei
giovani attraverso l’affissione di un manifesto in tutti quei locali,
soprattutto lungo la costa, in cui da una certa ora serale si svolgono serate e
balli. In dotazione dei locali vi sarà un kit contenente un alcoltest
(palloncini gonfiabili) che il ragazzo, volendo, prima risalire in macchina
richiede al titolare del locale. I palloncini sono stati donati dalla Solgas ed
in tutto assommano a circa 1.000 pezzi per un costo complessivo di circa 1.200
euro. Il manifesto, redatto dall’assessorato
alla Polizia municipale di Fermo si chiama un soffio per la vita ed esorta a
fare la prova del palloncino, ricordando che: Finito il divertimento…la vita
continua. Sul fondo è riportata una tabella contenente il tasso alcolemico
(da 0,3 a 3 ed oltre grammi per litro) e, ad esempio, il tasso che va da 0,6 ad
1,2 g/l (termine entro il quale scatta la sanzione penale) porta ad alterazioni
del comportamento, equilibrio precario e riduzione delle capacità tanto da
farne definire la guida pericolosa. E’ importante fare preventivamente
l’alcoltest -dice l’assessore alla Polizia municipale, Massimo Monti -dalla
prossima settimana partirà questa campagna di prevenzione mentre le guardie
municipali hanno già in dotazione l’etilometro vero e proprio, con una pattuglia
apposita (probabilmente dagli inizi di luglio, ndr) che girerà la notte per
fermare chi reca pericolo lungo la strada con le conseguenze obbligatorie (ad
esempio il ritiro della patente, la confisca del mezzo, per finire al codice
penale). In molti si chiedono dopo quanto tempo cessino gli effetti dell’alcol
tenendo conto che il suo tempo d’eliminazione dipende dalla quantità ingerita
ed è, ad ogni modo, influenzato da fattori individuali. Comunque se la bevanda
alcolica è assunta a digiuno si raggiunge il livello massimo di alcolemia in
circa ½ ora; se viene, invece, vengono assunte le bevande alcoliche durante i
pasti, l’alcolemia raggiunge il massimo dopo circa ¾ d’ora-1 ora. Se l’alcol è
ingerito quando la dose precedente non è stata ancora eliminata dall’organismo,
si determina una sorta di accumulo. Contrariamente
a quanto si pensa né il freddo, né lo sforzo fisico, né il caffè accelerano il
processo d’eliminazione dell’alcol. Dallo 0,3 allo 0,4 g/l (2 bicchieri di
vino o 1 boccale di birra o 1 bicchierino di superalcolico) si registra uno
stato euforico ed una pericolosità di guida; dagli 0,6 ai 3 g/l (termini che
fanno scattare la sanzione penale) si passa dalle alterazioni di comportamento,
deambulazione appena sufficiente, alla forte confusione mentale fino al coma od
alla morte, passando attraverso gradi sempre più pericolosi di guida. Per
quanto riguarda le sanzioni penali vi è il ritiro o sospensione della patente,
denuncia all’autorità giudiziaria e sanzioni che possono variare a seconda la
recidiva. L’assessorato alle Polizia
urbana ha anche detto di aver predisposto un pieghevole con tutti gli alberghi,
B&B, ristoranti, pizzerie, enoteche e bar (con i relativi giorni di
chiusura settimanale) presenti nel centro storico di Fermo (39 locali in
tutto). ROLANDO CIRENEI
IL GIORNALE
Ubriaco sfonda tubo
del gas: due palazzi evacuati Un boato, poi un altro. L’aria pesante, il rischio di
esplosioni e di crolli. Sono stati svegliati così la scorsa notte gli abitanti di
Pegli, in via Beato Martino e in via Camilleri. Tutto per colpa di un ubriaco che ha perso il controllo della sua auto
e si è schiantato dritto dritto contro una condotta del gas. Poi se n’è andato,
come nulla fosse accaduto. Le conseguenze della
sua follia le hanno pagate i residenti, costretti poco dopo mezzanotte a
lasciare le loro abitazioni e a scendere in strada per il rischio di esplosioni
a causa della fuga di gas. I vigili del fuoco hanno chiesto a circa 40 persone di attendere
fuori casa la fine delle operazioni di messa in sicurezza. Molte famiglie, due
interi palazzi evacuati per ragioni di precauzione, ma il disagio è stato molto
sentito dai residenti, che solo dopo le due di mattina hanno potuto far rientro
in casa. I tecnici e gli operaio hanno infatti lavorato con la massima rapidità
ma hanno comunque impiegato oltre un’ora per sostituire la condotta danneggiata
nell’impatto. Sul posto sono intervenute anche pattuglie dei vigili urbani e
della polizia. Proprio due volanti si sono messe alla ricerca del pirata
della strada che, dopo aver urtato il muro e rotto la tubatura del metano, ha
cercato di allontanarsi, In breve tempo è stata trovata l’auto, con i segni
dell’incidente. Era parcheggiata normalmente, poco lontano da via Camilleri. Ma
era vuota. Il suo proprietario e conducente non c’era. A quel punto sono
scattate le ricerche dell’uomo che non era neppure nella sua abitazione. Un paio d’ore più tardi è stato individuato
e interrogato. Ancora in preda all’alcol ha cercato di giustificarsi e ha
ammesso di essere il responsabile dello schianto contro il muro. «Ho perso il
controllo», è riuscito a dire, senza però spiegare esattamente la dinamica.
Quanto allo sfondamento della tubatura e alla conseguente fuga di gas, l’uomo ha ribadito di non essersi
accorto di quanto era accaduto. Una versione peraltro credibile viste le
sue condizioni. Una giustificazione che naturalmente non gli ha evitato
tutta una serie di sanzioni e la decurtazione di molti punti sulla patente.
Certo più delle ore di sonno fatte perdere ai residenti di Pegli.
TGCOM
Harry, notte brava
con sexy-barista In Canada sbronza
colossale e avances Sono imbarazzanti i particolari raccontati da una 20enne
barista sulla serata trascorsa dal principe Harry al Cowboy Club di Calgary, in
Canada, dove l’erede reale si sta addestrando con l’esercito Gb. La bionda
Katherine Smith ha detto al News of the world che Harry avrebbe offerto il suo corpo per l’ennesimo vassoio di drinks.
Non pago, le ha anche permesso di indossare la collana regalatagli dalla
fidanzata Chelsy. "Posso dirvi che non indossava la biancheria intima,
questo è ovvio", ha ammesso l’attraente ragazza. Il principe avrebbe ingurgitato una montagna di cocktails, poi
l’avrebbe pregata di fare una doccia con lui. (*) Quindi, le sarebbe saltato addosso per baciarla nel bagno degli uomini
e le avrebbe mostrato con fierezza la cicatrice che si è fatto sul capezzolo
dopo una gara alcolica tra amici. Ma l’’avrebbe anche sculacciata... "Ho visto che indossava un pendaglio di legno scuro
con la forma dell’Africa. Se l’è tolto e me l’ha fatto indossare per pochi
minuti. Ha detto che era veramente importante per lui, ma non mi ha detto
perchè", ha raccontato Katherine, aggiungendo che lui non ha mai detto di
essere fidanzato. Ma la serata si sarebbe conclusa in un appartamento in
affitto. Qui Harry cui avrebbe anche "provato" con una collega,
Cherie. Nella casa, dove sono rimasti fino alle 6 del mattino, c’erano anche un
amico, Charles, in compagnia di un’altra amichetta, Kate. Non c’è che dire,
davvero una serata con i fiocchi...
(*) Nota: tutte queste storie sulle ubriacature dei due
“principini” inglesi divertono molto l’opinione pubblica di tutto il mondo, a
partire da quella inglese. Magari a sorridere sono quelle stesse persone che si
commuovevano osservando in televisione i funerali della Principessa Diana. Ma nessuno rileva che, fino a prova contraria, questi
ragazzi sono rimasti orfani di madre, ancora giovanissimi, proprio a causa di
un problema alcolcorrelato. Articoli simili sono stati pubblicati a decine, per
esempio, sulla vita di George Best, rallegrando per anni milioni di inglesi: ad
un certo punto il tono di queste notizie è cambiato. Con l’alcol non si scherza, perché prima o poi può
presentare il conto.
LA REPUBBLICA ubriaco
al volante falcia tre giovani uno muore, due gravi
LA SICILIA Ubriaco investe tre scooteristi
IL PICCOLO DI TRIESTE festa
del vino, strage di patenti
LA NAZIONE (Siena) Studente
massacrato con un mazza da golf fuori dalla discoteca In gravi condizioni un
19enne americano
IL RESTO DEL CARLINO (Modena) Ubriachi
al volante, ritirate sette patenti Prima retata notturna del Corpo dei vigili
LA NAZIONE Lunedì, 18 Giugno 2007
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