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Rassegna stampa Alcol e guida del 18 giugno 2007

A cura di Alessandro Sbarbada e Roberto Argenta

GRUPPO ABELE UFFICIO COMUNICAZIONE E STAMPA
COMUNICATO STAMPA
UN DOCUMENTO DELLE ASSOCIAZIONI DAL TITOLO “GUIDA, TRASPORTI, ALCOOL E DROGHE” VERRA’ PRESENTATO DOMANI IN OCCASIONE DELLA DISCUSSIONE ALLA CAMERA DEL DDL N. 2480-A/R - DISPOSIZIONI IN MATERIA DI AUTOTRASPORTO MERCI E DI CIRCOLAZIONE STRADALE.

Inizia oggi alla Camera dei Deputati l’esame del disegno di legge n. 2480-A/R, riguardante le nuove disposizioni in materia di autotrasporto merci e di circolazione stradale: particolare attenzione è data alla guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Le associazioni Aicat, Aliseo, Eurocare Italia, Gruppo Abele e Sia, partendo dalla loro esperienza con persone che abitualmente fanno uso/abuso di sostanze legali e illegali, propongono possibili soluzioni per il rafforzamento delle misure legislative in tema di alcool e guida e per l’applicazione delle normative in vigore. Le proposte contenute nel documento riguardano l’inasprimento delle sanzioni, nuove procedure per il recupero di punti e rinnovo delle patenti e altre specifiche per quanto riguarda giovani e neopatentati, il potenziamento dei sistemi di controllo sulle strade, il comportamento alla guida di autisti e autotrasportatori, la normativa relativa ai locali di divertimento, la pubblicità e la distribuzione, le scuole, le Commissioni medico-provinciali per le patenti e l’aiuto a coloro che dall’incontro dimostrano di avere problemi di dipendenza.

“Sostanzialmente – si legge nel documento - si tratta di avviare un sistema complesso, che sappia operare di concerto tra le varie e diverse agenzie, educative, di cura e di controllo sociale. Un sistema che sia in grado di svolgere una funzione deterrente e dissuasiva, ma anche educativa, formativa e partecipativa secondo un modello integrato e sinergico. La sfida dell’intero “pacchetto” di proposte è di essere capace di coniugare il necessario incremento del sistema sanzionatorio col potenziamento dell’aspetto preventivo e la crescita complessiva di una cultura di maggior consapevolezza. È questa l’unica via - dicono le associazioni - per andare oltre ad una logica meramente repressiva”.

In allegato il documento integrale.

Presso l’Ufficio Comunicazione e Stampa del Gruppo Abele è possibile reperire i dati relativi alle dimensioni del problema alcolcorrelato in Italia, secondo quanto scritto dal Piano Nazionale Alcol e Salute, e i dati di infrazioni e incidenti stradali forniti dalla Polizia Stradale dal 2004 a oggi, disponibili su schede preparate appositamente. Sono inoltre a disposizione anche la Legge n. 125 del 30 marzo 2001 – Legge quadro in materia di alcol e di problemi alcolcorrelati, e gli artt. 186 e 187 del codice della strada sotto esame nel ddl in discussione alla Camera.

L’Ufficio Comunicazione e Stampa potrà fornire i nomi dei referenti delle associazioni firmatarie per eventuali interviste o approfondimenti.


BLOGOSFERE

Giovani e alcol: Commissione Europea istituisce Forum per tutela salute giovani e controllo marketing alcolici

Più di 40 fra organizzazioni non governative (ONG) e rappresentanti delle aziende di settore (stakeholder) hanno siglato la settimana scorsa a Brussels la Carta istitutiva dell’European Alcohol and Health Forum (EAHF), una “piattaforma di azione comune – come si legge nella nota stampa EC - finalizzata alla tutela della salute dei giovani e al controllo delle campagne di comunicazione e delle vendite irresponsabili di alcolici da parte della filiera distributiva”.

Il Forum, che si riunirà due volte l’anno, vuole essere una risposta a un fenomeno che solo in Europa conta 200.000 morti dovute a problemi legati al consumo di alcol e che vede fra le cause della mortalità giovanile una prevalenza di più del 25% per alcol. Per prendere parte al forum i candidati devono presentare una proposta di piano di azione concreto con definiti obiettivi e metodologia di monitoraggio e valutazione dei risultati.

Anche la European Spirits Organisation (CEPS), l’organizzazione che rappresenta i produttori europei di alcolici, anch’essa fra i firmatari della Carta, in una nota stampa ribadisce la totale disponibilità a fornire il proprio knowhow in materia di promozione di un “consumo responsabile”, come già previsto dalla CEPS Charter del 2005.

Il Forum europeo rientra nella azioni previste dalle Strategie europee per supportare gli Stati membri nella riduzione dei danni legati all’alcol pubblicate nell’ottobre 2006 (Communication on an EU strategy to support Member States in reducing alcohol related harm, Brussels, October 2006).

Marco Mozzoni 


IL SOLE24ORE

NIENTE ALCOLICI IN AUTOSTRADA
Stop del Governo a vino e birra in Autogrill

di Roberto Turno

Il Governo ci aveva già provato col testo iniziale della Finanziaria 2007, inciampando però nel "non possumus" della presidenza della Camera; norma estranea alla manovra, va cassata. E così fu, nell’ottobre scorso. Ma ora Palazzo Chigi rilancia, con poche righe inserite in un disegno di legge di Livia Turco: niente vendita e somministrazione di bevande alcoliche lungo le autostrade. Di fatto, dopo il pugno di ferro già in vigore per i superalcolici (divieto di vendita al banco tra le 22 e le 6 del mattino), per vino e birra scatterebbe il black-out totale negli Autogrill. Un tesoretto che vale 50 milioni di fatturato l’anno (24,5 per gli Autogrill) e un fiume di 1,2 milioni di litri di vino e di 2,5 milioni di litri di birra. Che evaporerebbero. O magari, ma in misura ridotta, verrebbero fatturati prima dei caselli autostradali.

E così al Senato è già scattata la battaglia: di lobby, di strategie turistiche, di interessi d’immagine locali. E di differenti concezioni di protezione della salute. Tra proibizionisti e antiproibizionisti, proprio come per le droghe. Lo show down potrebbe esserci già nei prossimi giorni, in commissione Igiene e sanità del Senato. Quando cominceranno le votazioni del Ddl del ministro della Salute ("semplificazione degli adempimenti amministrativi connessi alla tutela della salute") e a quell’articolo (il 9), pensato per "contrastare gli effetti sullo stato di salute e i costi anche di carattere sociale provocati dagli incidenti stradali collegabili al consumo di alcol". Già non mancano gli emendamenti soppressivi, o di decisivo alleggerimento del divieto, tutti targati centrodestra. E altri del centrosinistra che, viceversa, chiedono di ampliare sanzioni e divieti per alcolisti su quattro ruote e gestori di bar, locali, rivendite in genere.

Ma non solo. L’offensiva antiproibizionista è arrivata anche dalla commissione per le "questioni regionali" di Palazzo Madama che ha chiesto di valutare "l’opportunità" della soppressione di una norma "eccessiva". E, va da sé, nettamente contrari sono la catena Autogrill, vinai, birrai, mondo agricolo e rispettive federazioni. Poi le Regioni, in qualche misura, che contano sull’effetto vetrina della vendita di prodotti tipici locali, per il 27% acquistati da turisti, di 196 tipi di vino e 130 marche in assortimento, oltre a 13 marche di birra. Un’intera filiera in ansia, insomma, che vuole continuare a seguire la strada del "Codice etico di autoregolazione" sulla sicurezza stradale siglato con i ministri dell’Interno e delle Politiche giovanili, Giuliano Amato e Giovanna Melandri.

La strada della moral suasion, insomma. Ma il ministro della Salute vuole tenere fermo, forte anche di una campagna appena lanciata contro l’abuso di alcol e di un piano ad hoc per il quale sono stati stanziati 4,5 milioni in tre anni. A giorni il Senato deciderà a chi dare ragione.


IL GAZZETTINO (PADOVA)

FIPE VENETO 

Oggi tavola rotonda sul progetto di legge contro l’abuso di alcol

Divieto di vendere, somministrare e consumare prodotti alcolici dall’una alle sei del mattino in tutti i pubblici esercizi del Veneto: il progetto di legge n. 117 che lo prevede sta per approdare in consiglio regionale. La Fipe Veneto, federazione che riunisce i ventimila pubblici esercizi della regione, nell’intento di portare un contributo di idee e proposte a un tema delicato come quello dell’uso e abuso di alcol e droghe, ha indetto una tavola rotonda alla quale è invitata anche l’Associazione Familiari Vittime della Strada, dal titolo "Alcol, sicurezza e salute: vietare o educare?. Osservazioni e proposte sul Pdl regionale n. 117 sull’attività di somministrazione di alimenti e bevande": avrà luogo oggi alle 10,30 all’Hotel Holiday Inn in via Po. Intervengono: Lino Enrico Stoppani, presidente nazionale della Fipe, Edi Sommariva, direttore generale della Fipe nazionale, Emanuele Scafato, dell’Istituto Superiore di Sanità, Giuliana Fontanella, presidente della terza Commissione consiliare regionale, Fabio Gava, assessore regionale al Commercio, Arrigo Cipriani dell’Harry’s Bar di Venezia. Modera l’incontro Roberto Papetti, direttore de "Il Gazzettino".


ASAPS

Cassazione: guidare ubriachi è reato, anche senza incidenti

La Suprema Corte ribadisce che l’ebbrezza al volante è “reato di “pericolo” e, come tale, va sanzionato secondo la legge, anche “senza danno”

Al Giudice di Pace che l’aveva assolto, rispediti gli atti del procedimento nei confronti di un 28enne, assolto per la “particolare tenuità del fatto”

ROMA, 18 giugno 2007 – Dunque, la Cassazione torna sull’argomento: infatti, già in passato, alcune clamorose sentenze di assoluzione nei confronti di conducenti colti in flagranza del reato di guida in stato di ebbrezza (soprattutto da bevande alcoliche), avevano posto il problema. In sostanza, colui che veniva denunciato per guida in stato di ebbrezza, qualora la condotta non fosse (ancora, ndr) sfociata in conseguenze peggiori, sembrava poter contare – almeno in alcune occasioni – sulla benevolenza del giudice, il quale applicava comunque attenuati precise. La “particolare tenuità del fatto”, dunque, poteva anche consentire all’ebbro di farla franca, visto che, in fondo, nulla era successo. Una sentenza del Giudice di Pace di Caltanissetta, (all’epoca la competenza era dei GdP) però, è stata impugnata dal Procuratore Generale della città, che ha chiamato in causa gli uffici romani di piazza Cavour, per manifesta illogicità del pronunciamento.

Il parere della Suprema Corte, ha dato ragione al ricorrente, ribadendo che il non aver causato incidenti appare circostanza del tutto “…irrilevante, trattandosi di reato di pericolo e non di danno…”

L’imputato, che ora dovrà fare i conti con la determinazione della Cassazione, era stato fermato dalla Stradale, in piena notte, all’uscita da una discoteca: l’etilometro aveva dato un responso di positività all’assunzione di alcol (1 g/l, secondo le notizie giunte in redazione), subì il ritiro della patente e la successiva sospensione da parte del prefetto.

A niente è valsa l’attestazione di “occasionalità” vantata dall’imputato, né la sua “incensuratezza”, attenuanti ribadite dal GDP nel dispositivo di sentenza, che non ha trovato d’accordo la procura nissena e, successivamente, la Cassazione.

Secondo i giudici romani, se “…il tasso alcolimetrico del giovane era risultato il doppio del massimo consentito, e ciò era già evidente dal suo precario equilibrio statico e dalla difficoltà di coordinare le parole ed i movimenti…”, non si può parlare di “fatto tenue” solo perché non si era verificato alcun incidente, o per l’asserita occasionalità dell’evento, visto che – lo sottolinea proprio la Cassazione – “…l’imputato potrebbe non essere incorso in altri controlli occasionali in passato…”

Anche in questo caso, la saggezza della Suprema Corte ci trova del tutto d’accordo: visto il numero di controlli operati ogni anno in Italia (quelli ufficiali non arrivano a 300mila), e visto il numero di patentati circolanti, il conducente italiano ha la possibilità di essere controllato una volta ogni 175 anni.

Quindi, tornando al caso in esame, secondo la Cassazione, non può trovare applicazione in questo ambito l’articolo 34 (esclusione della procedibilità nei casi di particolare tenuità del fatto) del decreto legislativo n. 274/2000 (Disposizioni sulla competenza penale del Giudice di Pace, a norma dell’articolo 14 della Legge 24.11.1999, n. 468).

Insomma, non si può assolvere una persona dal reato di guida in stato di ebbrezza in riferimento alla “tenuità del fatto”, all’esiguità del danno o del pericolo, alla sua occasionalità, al suo essere collegato ad esigenze lavorative, di studio, di famiglia o di salute, da parte dell’imputato.

In soldoni, ci pare di capire, “troppo comodo cavarsela così!”

Dunque, sentenza annullata, ed atti rinviati allo stesso GDP che l’aveva emessa, il quale “…terrà conto di quanto qui affermato…”


SUPEREVA NOTIZIE

Le vostre opinioni

TUTTE LEGALI O TUTTE PROIBITE

A cura di MISS_LY

Con rarissime eccezioni, la comunita’ internazionale ha optato per l’approccio proibizionista sulle droghe. L’Onu, gli Stati Uniti, l’Unione Europea, tra cui l’Italia, hanno scelto di combattere il fenomeno del narcotraffico e del consumo di droghe con la repressione. E’ proibita la vendita, l’acquisto, la cessione, il consumo, il trasporto, la produzione di sostanze quali l’eroina, la cocaina, le metanfetamine, la cannabis, e altre. Il divieto, e le sanzioni da esso derivanti, hanno come pilastri alcune motivazioni che possiamo classificare in tre categorie: 1. drogarsi fa male alla salute; 2. drogarsi riduce la produttivita’ e arreca un grave danno economico al sistema Paese; 3. il traffico di droga arricchisce le organizzazioni criminali.

Per quanto riguarda il primo punto, con l’eccezione forse della cannabis, non vi sono dubbi. Assumere sostanze come l’eroina fa male alla salute. A nostro avviso, legalizzare e quindi controllare il mercato delle droghe potrebbe ridurre il danno alla salute provocato da queste sostanze: si potrebbe controllare la loro composizione, visto che spesso sono tagliate con sostanze ancora piu’ nocive della droga stessa; si potrebbe controllare ad ogni stadio lo stato di salute del tossicodipendente; la diminuzione drastica del costo di queste sostanze, coltivate e vendute legalmente, non spingerebbe cosi’ spesso il tossicodipendente a delinquere; eviterebbero il carcere -che alla salute non fa certo bene- decine di migliaia di persone. Chi pero’ si oppone alla legalizzazione rispondera’ che non ci si puo’ accontentare di limitare il danno, un obiettivo troppo timido, ma lo si deve estirpare anche se -secondo noi- questo significa aggravarlo.

Per quanto riguarda invece il secondo punto, non vi e’ dubbio che alcune droghe limitano la produttivita’. Noi sosteniamo pero’ che l’attuale regime di repressione accresce l’improduttivita’: la criminalizzazione e l’incarcerazione hanno effetti ben piu’ gravi sulla produttivita’ dell’individuo di quanto facciano le sostanze che assumono; alcune droghe, quando prese in dosi moderate, non solo non interferiscono con la produttivita’, ma possono addirittura aumentarla. Ma chi ha scelto la strada del proibizionismo dira’ che un individuo sano, senza dipendenza o vizi alcuni, e’ generalmente piu’ produttivo e virtuoso di uno che fa uso di droghe.

Infine, per quanto riguarda il terzo punto, e’ certo che il mercato della droga e’ un’attivita’ fondamentale per la sopravvivenza delle organizzazioni criminali. Ancora una volta, noi siamo convinti che e’ proprio grazie al proibizionismo che si crea il mercato nero, e quindi l’opportunita’ di guadagno per le mafie (vedi l’esempio fallimentare del proibizionismo sull’alcool negli Stati Uniti negli anni ’20 dello scorso secolo). Ad esempio, la depenalizzazione del mercato e del consumo della cannabis sottrarrebbe alle organizzazioni criminali la quasi totalita’ degli introiti derivanti dal traffico illecito.

IL TABACCO

Preso atto che le argomentazioni di chi vorrebbe legalizzare il mercato ed il consumo delle droghe non sono largamente condivise a livello istituzionale, dobbiamo constatare che vi e’ una grave lacuna nella politica sulle droghe fino ad oggi promossa. Questa deficienza riguarda innanzi tutto una delle sostanze piu’ nocive alla salute nella storia dell’umanita’: il tabacco. Questo prodotto, oggi legale, miete circa 80.000 vittime l’anno solo in Italia, e circa 4 milioni l’anno di vittime nel mondo.

Ma la nocivita’ del tabacco non riguarda solo la salute. Come le altre droghe gia’ proibite, il tabacco diminuisce fortemente la produttivita’ dei singoli consumatori. Secondo una ricerca dell’Osservatorio sul Tabacco dell’Istituto Nazionale dei Tumori, ogni anno sono persi quasi 52 milioni di giornate lavorative per ricoveri e trattamenti di patologie causate dal tabacco. Secondo altre stime, un lavoratore perde in media un’ora di lavoro al giorno per le cosiddette pause sigaretta. Sempre secondo l’indagine dell’Istituto Nazionale dei Tumori, inoltre, le patologie causate dal tabacco costano alle casse dello Stato piu’ di 1,2 miliardi di euro in spese sanitarie.

Infine, come le altre droghe illegali, il traffico di sigarette frutta miliardi di euro alle organizzazioni criminali, che ormai gestiscono il 25% del mercato italiano di sigarette: in grandissima parte Mafia, ’Ndrangheta e Sacra corona unita. Secondo stime attendibili, il mercato illegale di sigarette frutta alle organizzazioni criminali circa 700 milioni di euro l’anno.

L’ALCOOL

Come il tabacco, anche l’alcool e’ una sostanza estremamente nociva alla salute, come sostiene il mondo medico-scientifico nel suo intero. L’alcool e’ responsabile ogni anno di circa 1,8 milioni di decessi nel mondo, fino a 40.000 in Italia. Secondo un rapporto della Commissione europea, l’alcool causa morti premature e disabilita’ nel 12% della popolazione maschile e nel 2% di quella femminile. L’alcool da’ origine a circa 60 malattie. Questa sostanza e’ anche responsabile di un cospicuo numero di fatalita’ sulla strada (17.000 morti l’anno solo nell’Unione Europea). I costi dei trattamenti sanitari sono stimati in 17 miliardi di euro solo nella Ue, insieme a 5 miliardi di euro spesi per il trattamento e la prevenzione del consumo problematico di alcool e l’alcoldipendenza.

Il consumo di alcool ha anche un enorme impatto sociale sotto il profilo della violenza, del crimine e della emarginazione, oltre a causare frequenti e gravi problemi familiari. Secondo il rapporto della Commissione, sette milioni di adulti dichiarano di essere stati coinvolti in risse dopo aver bevuto nell’arco dell’ultimo anno e (sulla base di alcuni studi che analizzano i costi a livello nazionale) i costi economici degli atti criminali attribuibili all’alcol sono stati stimati in 33 miliardi di euro nell’UE nel 2003. L’alcool ha anche un impatto sulla famiglia, con il 16% degli abusi e dell’incuria nei confronti dei minori attribuiti al consumo, e tra i 4,7 milioni e i 9,1 milioni di bambini vivono in famiglie con problemi alcolcorrelati. Si stima che ogni anno 23 milioni di persone siano alcoldipendenti, in un anno qualsiasi le sofferenze causate ai membri delle famiglie rappresentano un costo intangibile di 68 miliardi di euro.

Come le droghe illegali, l’alcool ha conseguenze negative sulla produttivita’. Sempre secondo un rapporto della Commissione europea, la perdita di produttivita’ dovuta ad assenteismo alcol-attribuibile e la disoccupazione sono stati stimati rispettivamente da 9 a 19 miliardi e da 6 a 23 miliardi di euro.

TABACCO, ALCOOL E CANNABIS A CONFRONTO

Per comprendere di cosa stiamo parlando, e’ utile ricordare che le vittime del tabacco e dell’alcool sono molte di piu’ -ogni anno circa 5,8 milioni nel mondo e 120 mila in Italia- di quelle causate dalla cannabis, una sostanza oggi illegale e combattuta. E’ un dato di fatto che la cannabis non abbia mai provocato un singolo decesso documentabile. E’ altrettanto vero che i danni alla salute provocati dalla cannabis non sono stati ancora dimostrati in maniera inequivoca dalla scienza dopo decenni di studi sulla materia, mentre quelli provocati dal tabacco e dall’alcol sono riconosciuti all’unanimita’ dal mondo medico-scientifico. Ci pare quindi evidente che il tabacco e l’alcool fanno molto piu’ male alla salute della cannabis. Inoltre, come e piu’ della cannabis, il tabacco e l’alcool diminuiscono fortemente la produttivita’, costano moltissimo alle casse dello Stato, e arricchiscono le organizzazioni criminali. Pertanto, nell’ottica della scelta politica quasi universalmente condivisa a livello istituzionale di reprimere la vendita e il consumo di sostanze "pericolose", l’attuale regime di legalizzazione del tabacco e dei suoi derivati e dell’alcool, e’ una grave contraddizione. Per risolverla dobbiamo a nostro avviso legalizzare droghe come la cannabis, innocua rispetto alle sigarette e al cognac, oppure vietare -per coerenza- anche il tabacco e l’alcool.

Coloro che sostengono il proibizionismo sulle droghe, fra cui anche numerosi avidi consumatori di tabacco e di bevande alcoliche, diranno che, contrariamente alle droghe gia’ illegali, il tabacco e l’alcool non possono essere proibite in quanto sostanze socialmente diffuse e accettate. Ricorderanno che l’ampia diffusione dell’alcool e’ il motivo del fallimento del proibizionismo sull’alcool negli Stati Uniti. Ma se questo bastasse per non proibire una sostanza nociva, allora non ci e’ chiaro perche’ la cannabis sia oggi vietata. Come il tabagismo e l’alcolismo, infatti, il consumo di cannabis e’ socialmente diffuso ed accettato. Se in Italia il 24,2% degli adulti si dichiara fumatore di tabacco ed il 75% consumatore di alcool, e’ altrettanto vero che il 20% degli italiani ha ammesso di aver consumato cannabis. Secondo altri dati, addirittura la meta’ degli studenti universitari ne ha fatto uso almeno una volta, ed un terzo ne fa uso regolarmente. L’attuale proibizione sulla cannabis, quando messa a confronto con il regime di legalizzazione del tabacco e dell’alcool, non puo’ quindi essere giustificata attraverso il suo diverso grado di diffusione e accettazione sociale.

 TUTTE LEGALI O TUTTE PROIBITE

Sia ben chiaro, noi sosteniamo che proibire tabacco e alcool non risolverebbe, ma aggraverebbe la situazione. Si regalerebbe alle organizzazioni criminali il monopolio del mercato del tabacco e dell’alcool, aumentando i loro proventi illeciti -come gia’ fatto con la cannabis, ad esempio. Inoltre si criminalizzerebbero coloro che acquistano queste sostanze, addirittura arrestando coloro che vengono pizzicati con un numero di sigarette o bottiglie di birra che contengono una quantita’ piu’ alta di nicotina o di alcool di quella consentita per uso personale. Se oggi un lavoratore che fuma perde mediamente un’ora di lavoro al giorno, domani potrebbe perderne addirittura otto e piu’ al giorno qualora finisse in prigione. Inoltre, i consumatori di tabacco e di bevande alcoliche, costretti a ricorrere al mercato nero, non avrebbero garanzie sul prodotto che acquistano, mettendo a rischio la loro salute piu’ di quanto fanno oggi. Infine, i consumatori di tabacco e alcool, divenuti criminali, negherebbero di farne uso ai loro medici, impedendo cosi’ un’azione di informazione, di prevenzione e di cura di malattie derivate dal tabagismo e dall’alcolismo.

Pertanto, siamo qui a chiedere che la strada fino ad ora scelta, a meno che non sia abbandonata, venga perlomeno percorsa in maniera coerente. Allo stato delle cose, chiediamo che il mercato ed il consumo di cannabis siano depenalizzati, come gia’ per l’alcool e per il tabacco. In alternativa, invitiamo il legislatore a vietare l’alcool ed il tabacco alla stregua della cannabis.

ARMONIZZAZIONE DELLA POLITICA SULLE DROGHE

A questo fine, abbiamo redatto due proposte di legge con lo scopo di integrare e completare la politica sulle droghe perseguita dal nostro Paese. Nella prima viene depenalizzato il consumo ed il mercato della cannabis. Nella seconda, alternativa alla prima, vengono introdotti l’alcool ed il tabacco nella tabella I del Testo unico sugli stupefacenti, di fatto proibendo queste sostanze come gia’ la cannabis. Se una di questa due misure non fosse approvata, continuerebbe ad esserci una chiara percezione di contraddittorieta’ ed ipocrisia nella strategia repressiva che contraddistingue oggi l’Italia e la comunita’ internazionale.

La legislazione vigente pregiudica innanzitutto la strategia proibizionista, in quanto i cittadini, percependo i limiti e le contraddizioni della legge, saranno incoraggiati a disattenderla. Per questo, chiediamo che la repressione sia applicata in maniera giusta ed equa, senza discriminazioni fra consumatori di droghe buone (tabacco e alcool) e cattive (cannabis).

(…)


L’ARENA.IT

Parona. Interclub Acat a Corte Molon

Gli ex alcolisti: «Serve il coraggio di cambiare»

C’erano tutti i club dell’Acat Chievo di Verona, con quasi un centinaio di persone, ieri a Corte Molon, in occasione del grande Interclub organizzato dall’associazione al Centro Giovanile Don Pighi. L’Acat è infatti un’associazione onlus privata che si occupa dei problemi dovuti all’alcol secondo la metodologia dello psichiatra croato Vladimir Hudolin: «Non serve abbandonare l’alcol se contemporaneamente non inizia un cambiamento della persona, e della comunità».

Protagonisti della giornata, gli ex alcolisti e le loro famiglie: un’occasione per raccontarsi e per ricordare la dura battaglia vinta e il nuovo stile di vita raggiunto.

«Perché l’alcol è un problema ben più grave di quanto si pensi», precisa Raffaella, insegnante-servitrice del club di Avesa, «in quanto non tocca solo la salute fisica, ma intacca i rapporti personali e si ripercuote sulla famiglia e sulla comunità».

Le famiglie riunitesi domenica a corte Molon hanno raccontato le loro esperienze e sofferenze, con un’unica grande promessa: «mai più». Ognuno ha scritto e ha reso partecipi gli uditori della propria storia, di come ha trovato la forza di reagire e di come sia cambiata la sua vita dopo la decisione di smettere con l’alcol.

«Raggiungere un nuovo stile di vita», spiega Raffaella, «vuol dire avere la volontà di fare delle scelte difficili, ma che allontanino il rischio di ricadere nel vizio. Così migliorano i rapporti in famiglia».

Toccanti le testimonianze dei figli spesso minorenni di ex alcolisti, che con le loro parole hanno raccontato l’insofferenza, le incomprensioni e il dolore che questo problema porta all’interno delle mura domestiche.

«L’obiettivo dei Programmi Alcolici Territoriali è da sempre quello di contribuire allo sviluppo di una comunità con caratteristiche familiari», spiega Giampaolo Mazzi, presidente Acat Chievo, «in quanto una comunità competente sarà capace di mobilitare al proprio interno le risorse per risolvere i problemi».

Per maggiori informazioni chiamare l’Acat Verona Chievo allo 045.57.63.95. (a.p.)


LA PROVINCIA DI COMO

Discobus pronto a ripartire per la riviera romagnola

CANTU’ - Non c’è due senza tre. E dopo due esperimenti pienamente positivi, il Discobus torna a scaldare nuovamente i motori in vista di venerdì 29 giugno, confermandosi iniziativa indovinata per coinvolgere i ragazzi in un dialogo costruttivo. Dialogo sull’abuso di sostanze, per essere precisi. Le serate in discoteca accompagnati dal bus promosse da Spazio tribù ? la sala polifunzionale di via Tripoli - infatti, nascono proprio con l’intento di sensibilizzare i più giovani sui rischi e i pericoli concreti legati all’assunzione di alcol e droghe. Iniziativa come sempre finanziata dai Comuni del distretto ? Cantù capofila e poi Brenna, Carimate, Capiago Intimiano, Cermenate, Figino Serenza, Cucciago e Novedrate ? rivolta agli under 25 e la cui carta vincente sembra essere proprio la scelta di cercare un contatto con i famigerati giovani sul loro territorio. Venerdì 29 si torna ancora sulla Riviera romagnola allora, divertimentifico per eccellenza, e si torna alla "Villa delle rose" di Misano Adriatico, a un passo da Riccione, anche in virtù del deciso gradimento manifestato dai ragazzi. Divertimento consapevole e a prezzo abbordabile ? 30 euro tutto compreso ? oltre alla possibilità, sul bus, di ricevere informazioni e materiale esplicativo su sostanze e aids dagli educatori della cooperativa Mondovisione. Non più dunque, serate barbose per mettere in guardia i ragazzi da alcuni rischi, ma un coinvolgimento attraverso un’iniziativa decisamente più attraente. Come oramai da consuetudine, inoltre, prima della partenza ? mercoledì 27 alle 21 ? è previsto un incontro allo Spazio Tribù per illustrare l’iniziativa tanto ai ragazzi quanto ai genitori. Per iscrizioni è possibile chiamare lo 031.3515079 o andare direttamente alla sala prove in via Tripoli 2/A.


TRENTINO

Giovedì 28 parte la 12ª edizione, venerdì Verdena e Casino Royale 

Sul palco del Rafanass spot antialcol 

Gli organizzatori: «Diamo informazioni, ma non spetta a noi educare» 

ROVERETO. Rafanass, dodicesimo capitolo. Il festival che dal 1995 occupa un ruolo di primo piano nell’estate roveretana conferma la formula dei tre giorni (in passato si era arrivati addirittura a nove) ma con nomi di livello: serata clou venerdì 29, con i Verdena e la reunion dei Casino Royale, storica formazione del rock tricolore. E Andrea Meneghelli annuncia iniziative a sorpresa nel corso della manifestazione per invitare a un uso consapevole degli alcolici.

 «Premetto - spiega Maneghelli - che non spetta a noi, come a chiunque organizzi feste, educare i ragazzi. La realtà è che alle feste arrivano ragazzini, quasi sempre minorenni, con le borse di nylon colme di alcolici, oppure si presentano all’ingresso già ubriachi fradici. E’ evidente che alla base c’è una carenza di educazione. Spetta prima di tutti alla famiglia spiegare ai figli quali sono i comportamenti corretti da adottare. Poi, alla scuola e alle istituzioni. Tuttavia, credo che un segnale vada dato. Non lezioni di comportamento, che non verrebbero nemmeno capite, ma piccoli segni, ripetuti nell’arco della manifestazione, che possano dare informazioni utili per un uso corretto delle bevande alcoliche». Il Rafanass è stata forse la prima festa in Trentino a organizzare un servizio di bus navetta per consentire a chi ha bevuto troppo di tornare a casa propria in tutta sicurezza. Il bus navetta ci sarà anche quest’anno e oltre a Rovereto servirà Nomi, Volano e Mori. Negli anni passati uno stand dell’associazione Zerogradi, impegnata nell’informazione sui rischi alcolcorrelati, accoglieva gli avventori proponendo loro anche test alcolemici gratuiti. «Proseguiremo il discorso quest’anno con altre iniziative, sarà una sorpresa» garantisce Meneghelli.

 Il quale ha a cuore l’ormai famoso “lotto zero”, ovvero la ex discarica dei Lavini che l’assessore Renato Manzana ha promesso di allestire entro la prossima estate come area attrezzata per feste musicali e giovanili. «Benissimo - dice Meneghelli -, basta che si faccia. Intanto però in tutti questi anni nessuna miglioria è stata apportata a piazzale Degasperi, a tutt’oggi unico sfogo per questo genere di manifestazioni. Mi riferisco in particolare al problema della pioggia: bastano poche gocce per rendere il prato un acquitrino. Il terreno non drena, è stato posato vent’anni sull’asfalto del vecchio piazzale. Ogni volta che piove l’acqua si concentra sotto il palco, finendo in parte nei bagni e creando situazioni spiacevoli. Sono stato all’Open Hands da utente, per fortuna avevo le infradito ai piedi. Non servono interventi costosi, basterebbe qualche carotaggio per far smaltire l’acqua».

 Quanto al programma, giovedì 28 l’ingresso è gratuito. Suonano i Mojomatics (blues e rock’n’roll), i Minivip (mod/powerpop), la Municipale Balcanica (folk balcanico) e l’austriaco Dj Dunkelbunt. Venerdì ingresso a 10 euro: suonano Verdena e Casino Royale. Sabato (5 euro) tocca ai Dabol (dub, rock-a-muffin) e a Junior Kelly, autentico reggae dalla Giamaica.


ASAPS

Follia in autostrada Una donna imbocca l’A22 contromano e supera due blocchi prima di essere fermata a Parma (A1), dopo 57 chilometri di terrore

Speronate due pattuglie della Polizia Stradale: a Reggio Emilia, costretta a fermarsi da alcuni camion, la 30enne impazzita danza in corsia di sorpasso e poi fugge ancora

PARMA, 18 giugno 2007 – Definirlo “atto di follia alcolica”, è fin troppo riduttivo: se l’episodio fosse avvenuto in Svizzera, in Spagna, in Inghilterra o negli Stati Uniti – ma più genericamente, ovunque, al di fuori dell’Italia – la protagonista di uno dei contromano autostradali più atipici mai registrati, a quest’ora sarebbe in prigione, con l’accusa di attentato alla sicurezza dei trasporti. Tutto è cominciato alle 22 di venerdì notte (15 giugno), al casello di Carpi dell’A22, l’autostrada del Brennero. Una Panda imbocca la carreggiata nord dell’arteria, quella che conduce a Bolzano: peccato però che l’utilitaria, condotta da una 30enne di Peschiera Borromeo (Milano), si sia immessa al contrario, dirigendosi verso l’interconnessione con l’A1, a Modena: Carpi si trova al km 302 dell’Autobrennero, mentre il raccordo con l’autostrada del Sole è alla progressiva 314. la Panda ha percorso tutti i 12mila metri in corsia di sorpasso, puntando i veicoli nella giusta direzione, sfiorandoli nei tratti curvilinei e fornendo solo un assaggio di ciò che la ragazza al volante aveva intenzione di fare. Infatti, dopo aver raggiunto la fine dell’A22, ha proseguito verso Milano, ovviamente sempre contromano: la differenza di traffico tra le due arterie, non ha affatto intimidito la pirata della strada, che si è diretta a tutto gas verso la Lombardia. È stato il panico: il 113 è stato preso d’assalto e le pattuglie della Polizia Stradale si sono trovate a cercare di anticipare le mosse dell’auto impazzita: a Reggio Emilia, finalmente, un equipaggio è riuscito a bloccare l’auto, ma la 30enne ha prima finto di calmarsi e di ubbidire, e poi, prima ancora di essere scesa dall’auto, è riuscita a fuggire, ovviamente ancora in contromano, speronando il veicolo della specialità. Fatti alcuni chilometri, prima un frontale evitato per un soffio e poi il blocco improvvisato di alcuni camion – la collaborazione degli autotrasportatori gioca sempre un ruolo determinante in circostanze come questa – ha nuovamente costretto la pirata ad accostare. La donna ha aperto la portiera, è scesa dall’auto ed ha cominciato a danzare. Poi, secondo il copione che aveva ormai deciso di seguire fino in fondo, è tornata al volante ed è ripartita. A Parma, però, gli agenti non si sono fatti sorprendere di nuovo. La folle si è trovata davanti un vero e proprio blocco, impossibile da forzare: ha accostato, e restando sempre barricata nell’abitacolo, ha cercato di giustificarsi dicendo di aver “sbagliato” strada. quando le è stato chiesto di scendere, è scattata di nuovo, speronando un’altra pattuglia e ferendo due poliziotti. Un terzo agente, rimasto alla guida del suo veicolo di servizio, ha schiacciato l’auto della donna tra il mezzo dei centauri ed il guardrail, mettendo la parola fine ad oltre 180 minuti di panico e follia. Se avesse proseguito la marcia e fosse riuscita ad imboccare l’autostrada della Cisa (A15), la cronaca avrebbe commentato una tragedia e solo per una serie di fortunate circostanze, oggi, tutto si è risolto con il TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio) disposto dai medici del 118 intervenuti sul posto, e con 57 chilometri e 300 metri di angoscia; a pochi giorni di distanza da un altro contromano avvenuto sulla A26 tra Masone ed Ovada (Alessandria), con esito purtroppo mortale, il fenomeno monitorato dall’Asaps con uno speciale osservatorio - si ripropone con tutta la sua cruenza. nei primi tre mesi del 2007, abbiamo monitorato ben 44 episodi, di cui 25 (56,8%) in strade a carreggiate separate e 19 (43,2%) in ambiti ordinari. Nel 36,4% dei casi (16 episodi) è stata accertata la presenza di alcol nel sangue di coloro che hanno innescato la pericolosa manovra, mentre in 11 casi (25%), il fattore scatenante sembra essere stata la perdita d’orientamento da parte di conducenti anziani. Purtroppo, gli eventi fatali e l’indice di mortalità, restano elevatissimi: del 44 episodi, 7 sono risultati mortali (25%), ma il numero di morti è ormai arrivato a 18; sono invece 11 (25%) i casi contromano con feriti, avendo fatto registrare questi eventi un totale di 49 accessi al pronto soccorso. Infine segnaliamo due ultimi dati: il primo, che 10 episodi - il 22,7% - hanno visto il coinvolgimento di cittadini stranieri; il secondo che, in 20 casi, pari al 45,5% del totale - le folli corse sono state bloccate dalle forze di polizia.


IL SECOLO XIX

Guida contromano: perde 70 punti sulla patente

Un neopatentato ha pensato bene di guidare l’auto ubriaco, in contromano, senza cinture di sicurezza lungo la via Aurelia tra Albissola e Varazze: è stato sorpreso da una pattuglia della polizia stradale di Savona e gli sono stati decurtati 70 punti dalla patente, un record.

Il giovane, di origini napoletane, ha anche rimediato una denuncia alla Procura della Repubblica per guida in stato di ebbrezza. È l’aspetto più curioso della notte di controlli eseguiti dalla polizia stradale di Savona e di Albenga contro le stragi del sabato sera. Il servizio si è concluso con otto automobilisti denunciati per guida in stato di ebbrezza e una settantina di violazioni al codice della strada contestate agli automobilisti controllati all’uscita dei locali notturni di Pietra Ligure, Alassio e Albissola.


IL GAZZETTINO (PADOVA)

Nel silenzio della casa di Villatora lo sfogo di Davide Bacchini, il fratello del trentatreenne investito da un marocchino che guidava in stato di ebbrezza 

«Simone non c’è più per colpa di un immigrato» 

La famiglia ha deciso di donare il cuore e le cornee. Restano ancora gravi i due ragazzi ricoverati in ospedale

Codevigo/Saonara

L’esodo verso il mare non si è fermato per tutta la giornata di ieri lungo via Argine Sinistro, la strada che collega Corte a Codevigo, dove sabato mattina ha perso la vita Simone Bacchini, 33enne di Villatora, travolto dall’auto impazzita di K.A.F., marocchino 37enne di Conegliano, risultato positivo all’alcol test. La famiglia ha deciso di donare gli organi: il cuore, le cornee e tessuti molli. Un lungo serpentone di auto cariche di ombrelloni e borse da spiaggia, ma quasi nessuno sembra far caso al mazzo di fiori bianchi che gli amici di Simone hanno attaccato al guardrail nel punto dove si è verificata la carambola mortale che ha coinvolto due scooter, un’auto, una moto e un furgone. Solo due ragazzi in motorino arrivano piano dall’incrocio di Santa Margherita, alzano la visiera del casco e cercano con gli occhi un riferimento. Quando adocchiano i fiori e i segni tracciati dai carabinieri sull’asfalto, parcheggiano a ridosso della scarpata e si fermano in piedi per qualche minuto con gli occhi fissi al guard rail. Sono due amici di Simone, Andrea e Giorgio, diciannovenni padovani. «Lo abbiamo conosciuto un paio d’anni fa durante un’esibizione dei "Mighty Power", il suo gruppo di ballo hip hop - raccontano - Per noi era un mito quando ballava, aveva una carica e una passione che spaccavano. Poi ci siamo persi di vista e stamattina abbiamo trovato la sua foto sul giornale. Che storia... Siamo rimasti senza parole. Avevamo organizzato una giornata al mare per oggi ma non ce l’abbiamo fatta a non deviare per vedere dove il nostro amico ha perso la vita». Disperazione e immenso cordoglio regnano anche in via Monte Rosa a Villatora, dove il 33enne, rappresentante della ditta di famiglia per la vendita di accessori in pelle, viveva con i genitori Nicola, ex presidente dei grossisti dell’Ascom padovana e la mamma Germana Rampin. Ieri mattina il via vai di amici, parenti, di giornalisti e di semplici curiosi che passeggiavano davanti al cancello, strideva con il silenzio racchiuso nelle mura dell’abitazione. Sostenuto da Francesco Pegoraro, l’amico di Cadoneghe che seguiva Simone in motorino la mattina dell’incidente, solo il fratello Davide si è fatto forza per parlare: «Mio fratello non c’è più e devo ringraziare un immigrato per questo». (*) Nella sua voce nessun risentimento, solo un fiume di dolore che sgorga dal cuore. «Simone e Francesco stavano venendo a trovarmi a Sottomarina - continua - Poi ho ricevuto quella telefonata. Mio fratello era un punto di riferimento nella nostra famiglia, una persona buona d’animo in casa ma anche fuori». I funerali si svolgeranno presumibilmente mercoledì o giovedì e forse a cantare ci sarà il gruppo gospel dei Summertime.

(…)

Federica Bertaggia

(*) Nota: non sarà facile spiegare al fratello della vittima che la principale causa della tragedia sono gli alcolici bevuti dall’investitore e non la sua nazionalità. In simili situazioni si è portati più facilmente ad attribuirne le cause a fattori vissuti come estranei piuttosto che ad elementi che possono anche appartenerci.


IL GIORNALE.IT

Studente guida ubriaco e uccide un marocchino

Bocconiano ubriaco uccide con l’auto un passante

di Enrico Silvestri

Dopo l’incidente l’automobil

Martedì, 19 Giugno 2007
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