GRUPPO ABELE UFFICIO COMUNICAZIONE E STAMPA Inizia oggi alla Camera dei Deputati l’esame del disegno
di legge n. 2480-A/R, riguardante le nuove disposizioni in materia di
autotrasporto merci e di circolazione stradale: particolare attenzione è data
alla guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Le
associazioni Aicat, Aliseo, Eurocare Italia, Gruppo Abele e Sia, partendo dalla
loro esperienza con persone che abitualmente fanno uso/abuso di sostanze legali
e illegali, propongono possibili soluzioni per il rafforzamento delle misure
legislative in tema di alcool e guida e per l’applicazione delle normative in
vigore. Le
proposte contenute nel documento riguardano l’inasprimento delle sanzioni,
nuove procedure per il recupero di punti e rinnovo delle patenti e altre
specifiche per quanto riguarda giovani e neopatentati, il potenziamento dei
sistemi di controllo sulle strade, il comportamento alla guida di autisti e
autotrasportatori, la normativa relativa ai locali di divertimento, la
pubblicità e la distribuzione, le scuole, le Commissioni medico-provinciali per
le patenti e l’aiuto a coloro che dall’incontro dimostrano di avere problemi di
dipendenza. “Sostanzialmente – si legge nel documento - si tratta di
avviare un sistema complesso, che sappia operare di concerto tra le varie e
diverse agenzie, educative, di cura e di controllo sociale. Un sistema che sia
in grado di svolgere una funzione deterrente e dissuasiva, ma anche educativa,
formativa e partecipativa secondo un modello integrato e sinergico. La sfida
dell’intero “pacchetto” di proposte è di essere capace di coniugare il
necessario incremento del sistema sanzionatorio col potenziamento dell’aspetto
preventivo e la crescita complessiva di una cultura di maggior consapevolezza.
È questa l’unica via - dicono le associazioni - per andare oltre ad una logica
meramente repressiva”. In allegato il documento integrale. Presso l’Ufficio Comunicazione e Stampa del Gruppo Abele è
possibile reperire i dati relativi alle dimensioni del problema alcolcorrelato
in Italia, secondo quanto scritto dal Piano Nazionale Alcol e Salute, e i dati
di infrazioni e incidenti stradali forniti dalla Polizia Stradale dal 2004 a
oggi, disponibili su schede preparate appositamente. Sono inoltre a
disposizione anche la Legge n. 125 del 30 marzo 2001 – Legge quadro in materia
di alcol e di problemi alcolcorrelati, e gli artt. 186 e 187 del codice della
strada sotto esame nel ddl in discussione alla Camera. L’Ufficio Comunicazione e Stampa potrà fornire i nomi dei referenti delle associazioni firmatarie per eventuali interviste o approfondimenti. BLOGOSFERE Giovani e alcol: Commissione Europea istituisce Forum per
tutela salute giovani e controllo marketing alcolici Più di 40 fra organizzazioni non governative (ONG) e
rappresentanti delle aziende di settore (stakeholder) hanno siglato la
settimana scorsa a Brussels la Carta istitutiva dell’European Alcohol and
Health Forum (EAHF), una “piattaforma di azione comune – come si legge nella
nota stampa EC - finalizzata alla tutela della salute dei giovani e al
controllo delle campagne di comunicazione e delle vendite irresponsabili di
alcolici da parte della filiera distributiva”. Il Forum, che si riunirà due volte l’anno, vuole essere
una risposta a un fenomeno che solo in Europa conta 200.000 morti dovute a
problemi legati al consumo di alcol e che vede fra le cause della mortalità
giovanile una prevalenza di più del 25% per alcol. Per prendere parte al forum
i candidati devono presentare una proposta di piano di azione concreto con
definiti obiettivi e metodologia di monitoraggio e valutazione dei risultati. Anche la European Spirits
Organisation (CEPS), l’organizzazione che rappresenta i produttori europei di
alcolici, anch’essa fra i firmatari della Carta, in una nota stampa ribadisce
la totale disponibilità a fornire il proprio knowhow in materia di promozione
di un “consumo responsabile”, come già previsto dalla CEPS Charter del 2005. Il Forum europeo rientra nella azioni previste dalle
Strategie europee per supportare gli Stati membri nella riduzione dei danni
legati all’alcol pubblicate nell’ottobre 2006 (Communication on an EU strategy
to support Member States in reducing alcohol related harm, Brussels, October
2006). Marco Mozzoni IL SOLE24ORE NIENTE
ALCOLICI IN AUTOSTRADA
Stop del Governo a vino e birra in Autogrill
di Roberto Turno Il Governo ci aveva già provato col testo iniziale della
Finanziaria 2007, inciampando però nel "non possumus" della
presidenza della Camera; norma estranea alla manovra, va cassata. E così fu,
nell’ottobre scorso. Ma ora Palazzo Chigi rilancia, con poche righe inserite in
un disegno di legge di Livia Turco: niente vendita e somministrazione di
bevande alcoliche lungo le autostrade. Di fatto, dopo il pugno di ferro già in
vigore per i superalcolici (divieto di vendita al banco tra le 22 e le 6 del
mattino), per vino e birra scatterebbe il black-out totale negli Autogrill. Un
tesoretto che vale 50 milioni di fatturato l’anno (24,5 per gli Autogrill) e un
fiume di 1,2 milioni di litri di vino e di 2,5 milioni di litri di birra. Che
evaporerebbero. O magari, ma in misura ridotta, verrebbero fatturati prima dei
caselli autostradali. E così al Senato è già scattata la battaglia: di lobby, di
strategie turistiche, di interessi d’immagine locali. E di differenti
concezioni di protezione della salute. Tra proibizionisti e antiproibizionisti,
proprio come per le droghe. Lo show down potrebbe esserci già nei prossimi
giorni, in commissione Igiene e sanità del Senato. Quando cominceranno le
votazioni del Ddl del ministro della Salute ("semplificazione degli
adempimenti amministrativi connessi alla tutela della salute") e a
quell’articolo (il 9), pensato per "contrastare gli effetti sullo stato di
salute e i costi anche di carattere sociale provocati dagli incidenti stradali
collegabili al consumo di alcol". Già non mancano gli emendamenti
soppressivi, o di decisivo alleggerimento del divieto, tutti targati
centrodestra. E altri del centrosinistra che, viceversa, chiedono di ampliare
sanzioni e divieti per alcolisti su quattro ruote e gestori di bar, locali,
rivendite in genere. Ma non solo. L’offensiva antiproibizionista è arrivata
anche dalla commissione per le "questioni regionali" di Palazzo
Madama che ha chiesto di valutare "l’opportunità" della soppressione
di una norma "eccessiva". E, va da sé, nettamente contrari sono la
catena Autogrill, vinai, birrai, mondo agricolo e rispettive federazioni. Poi
le Regioni, in qualche misura, che contano sull’effetto vetrina della vendita
di prodotti tipici locali, per il 27% acquistati da turisti, di 196 tipi di
vino e 130 marche in assortimento, oltre a 13 marche di birra. Un’intera
filiera in ansia, insomma, che vuole continuare a seguire la strada del
"Codice etico di autoregolazione" sulla sicurezza stradale siglato
con i ministri dell’Interno e delle Politiche giovanili, Giuliano Amato e
Giovanna Melandri. La strada della moral suasion, insomma. Ma il ministro della Salute vuole tenere fermo, forte anche di una campagna appena lanciata contro l’abuso di alcol e di un piano ad hoc per il quale sono stati stanziati 4,5 milioni in tre anni. A giorni il Senato deciderà a chi dare ragione. IL GAZZETTINO (PADOVA) FIPE VENETO Oggi tavola rotonda sul progetto di legge contro l’abuso
di alcol Divieto di vendere, somministrare e consumare prodotti alcolici dall’una alle sei del mattino in tutti i pubblici esercizi del Veneto: il progetto di legge n. 117 che lo prevede sta per approdare in consiglio regionale. La Fipe Veneto, federazione che riunisce i ventimila pubblici esercizi della regione, nell’intento di portare un contributo di idee e proposte a un tema delicato come quello dell’uso e abuso di alcol e droghe, ha indetto una tavola rotonda alla quale è invitata anche l’Associazione Familiari Vittime della Strada, dal titolo "Alcol, sicurezza e salute: vietare o educare?. Osservazioni e proposte sul Pdl regionale n. 117 sull’attività di somministrazione di alimenti e bevande": avrà luogo oggi alle 10,30 all’Hotel Holiday Inn in via Po. Intervengono: Lino Enrico Stoppani, presidente nazionale della Fipe, Edi Sommariva, direttore generale della Fipe nazionale, Emanuele Scafato, dell’Istituto Superiore di Sanità, Giuliana Fontanella, presidente della terza Commissione consiliare regionale, Fabio Gava, assessore regionale al Commercio, Arrigo Cipriani dell’Harry’s Bar di Venezia. Modera l’incontro Roberto Papetti, direttore de "Il Gazzettino". ASAPS Cassazione: guidare ubriachi è
reato, anche senza incidenti
La Suprema Corte ribadisce che l’ebbrezza al
volante è “reato di “pericolo” e, come tale, va sanzionato secondo la legge,
anche “senza danno” Al Giudice di Pace che l’aveva assolto, rispediti gli atti
del procedimento nei confronti di un 28enne, assolto per la “particolare
tenuità del fatto” ROMA, 18 giugno 2007 – Dunque, la Cassazione torna
sull’argomento: infatti, già in passato, alcune clamorose sentenze di
assoluzione nei confronti di conducenti colti in flagranza del reato di guida
in stato di ebbrezza (soprattutto da bevande alcoliche), avevano posto il
problema. In sostanza, colui che veniva denunciato per guida in stato di
ebbrezza, qualora la condotta non fosse (ancora, ndr) sfociata in conseguenze
peggiori, sembrava poter contare – almeno in alcune occasioni – sulla
benevolenza del giudice, il quale applicava comunque attenuati precise. La
“particolare tenuità del fatto”, dunque, poteva anche consentire all’ebbro di
farla franca, visto che, in fondo, nulla era successo. Una sentenza del Giudice
di Pace di Caltanissetta, (all’epoca la competenza era dei GdP) però, è stata
impugnata dal Procuratore Generale della città, che ha chiamato in causa gli
uffici romani di piazza Cavour, per manifesta illogicità del pronunciamento. Il parere della Suprema Corte, ha dato ragione al
ricorrente, ribadendo che il non aver causato incidenti appare circostanza del
tutto “…irrilevante, trattandosi di reato di pericolo e non di danno…” L’imputato, che ora dovrà fare i conti con la
determinazione della Cassazione, era stato fermato dalla Stradale, in piena
notte, all’uscita da una discoteca: l’etilometro aveva dato un responso di
positività all’assunzione di alcol (1 g/l, secondo le notizie giunte in
redazione), subì il ritiro della patente e la successiva sospensione da parte
del prefetto. A niente è valsa l’attestazione di “occasionalità” vantata
dall’imputato, né la sua “incensuratezza”, attenuanti ribadite dal GDP nel
dispositivo di sentenza, che non ha trovato d’accordo la procura nissena e,
successivamente, la Cassazione. Secondo i giudici romani, se “…il tasso alcolimetrico del
giovane era risultato il doppio del massimo consentito, e ciò era già evidente
dal suo precario equilibrio statico e dalla difficoltà di coordinare le parole
ed i movimenti…”, non si può parlare di “fatto tenue” solo perché non si era
verificato alcun incidente, o per l’asserita occasionalità dell’evento, visto
che – lo sottolinea proprio la Cassazione – “…l’imputato potrebbe non essere incorso
in altri controlli occasionali in passato…” Anche in questo caso, la saggezza della Suprema Corte ci
trova del tutto d’accordo: visto il numero di controlli operati ogni anno in
Italia (quelli ufficiali non arrivano a 300mila), e visto il numero di patentati
circolanti, il conducente italiano ha la possibilità di essere controllato una
volta ogni 175 anni. Quindi, tornando al caso in esame, secondo la Cassazione,
non può trovare applicazione in questo ambito l’articolo 34 (esclusione della
procedibilità nei casi di particolare tenuità del fatto) del decreto
legislativo n. 274/2000 (Disposizioni sulla competenza penale del Giudice di
Pace, a norma dell’articolo 14 della Legge 24.11.1999, n. 468). Insomma, non si può assolvere una persona dal reato di guida
in stato di ebbrezza in riferimento alla “tenuità del fatto”, all’esiguità del
danno o del pericolo, alla sua occasionalità, al suo essere collegato ad
esigenze lavorative, di studio, di famiglia o di salute, da parte
dell’imputato. In soldoni, ci pare di capire, “troppo comodo cavarsela
così!” Dunque, sentenza annullata, ed atti rinviati allo stesso GDP che l’aveva emessa, il quale “…terrà conto di quanto qui affermato…” SUPEREVA NOTIZIE
Le vostre opinioni
TUTTE
LEGALI O TUTTE PROIBITE
A cura di MISS_LY Con rarissime eccezioni, la comunita’ internazionale ha
optato per l’approccio proibizionista sulle droghe. L’Onu, gli Stati Uniti,
l’Unione Europea, tra cui l’Italia, hanno scelto di combattere il fenomeno del narcotraffico
e del consumo di droghe con la repressione. E’ proibita la vendita, l’acquisto,
la cessione, il consumo, il trasporto, la produzione di sostanze quali
l’eroina, la cocaina, le metanfetamine, la cannabis, e altre. Il divieto, e le
sanzioni da esso derivanti, hanno come pilastri alcune motivazioni che possiamo
classificare in tre categorie: 1. drogarsi fa male alla salute; 2. drogarsi
riduce la produttivita’ e arreca un grave danno economico al sistema Paese; 3.
il traffico di droga arricchisce le organizzazioni criminali. Per quanto riguarda il primo punto, con l’eccezione forse
della cannabis, non vi sono dubbi. Assumere sostanze come l’eroina fa male alla
salute. A nostro avviso, legalizzare e quindi controllare il mercato delle
droghe potrebbe ridurre il danno alla salute provocato da queste sostanze: si
potrebbe controllare la loro composizione, visto che spesso sono tagliate con
sostanze ancora piu’ nocive della droga stessa; si potrebbe controllare ad ogni
stadio lo stato di salute del tossicodipendente; la diminuzione drastica del
costo di queste sostanze, coltivate e vendute legalmente, non spingerebbe cosi’
spesso il tossicodipendente a delinquere; eviterebbero il carcere -che alla
salute non fa certo bene- decine di migliaia di persone. Chi pero’ si oppone
alla legalizzazione rispondera’ che non ci si puo’ accontentare di limitare il
danno, un obiettivo troppo timido, ma lo si deve estirpare anche se -secondo
noi- questo significa aggravarlo. Per quanto riguarda invece il secondo punto, non vi e’
dubbio che alcune droghe limitano la produttivita’. Noi sosteniamo pero’ che
l’attuale regime di repressione accresce l’improduttivita’: la
criminalizzazione e l’incarcerazione hanno effetti ben piu’ gravi sulla
produttivita’ dell’individuo di quanto facciano le sostanze che assumono;
alcune droghe, quando prese in dosi moderate, non solo non interferiscono con
la produttivita’, ma possono addirittura aumentarla. Ma chi ha scelto la strada
del proibizionismo dira’ che un individuo sano, senza dipendenza o vizi alcuni,
e’ generalmente piu’ produttivo e virtuoso di uno che fa uso di droghe. Infine, per quanto riguarda il terzo punto, e’ certo che
il mercato della droga e’ un’attivita’ fondamentale per la sopravvivenza delle
organizzazioni criminali. Ancora una volta, noi siamo convinti che e’ proprio
grazie al proibizionismo che si crea il mercato nero, e quindi l’opportunita’
di guadagno per le mafie (vedi l’esempio fallimentare del proibizionismo
sull’alcool negli Stati Uniti negli anni ’20 dello scorso secolo). Ad esempio,
la depenalizzazione del mercato e del consumo della cannabis sottrarrebbe alle
organizzazioni criminali la quasi totalita’ degli introiti derivanti dal
traffico illecito. IL TABACCO Preso atto che le argomentazioni di chi vorrebbe
legalizzare il mercato ed il consumo delle droghe non sono largamente condivise
a livello istituzionale, dobbiamo constatare che vi e’ una grave lacuna nella
politica sulle droghe fino ad oggi promossa. Questa deficienza riguarda innanzi
tutto una delle sostanze piu’ nocive alla salute nella storia dell’umanita’: il
tabacco. Questo prodotto, oggi legale, miete circa 80.000 vittime l’anno solo
in Italia, e circa 4 milioni l’anno di vittime nel mondo. Ma la nocivita’ del tabacco non riguarda solo la salute.
Come le altre droghe gia’ proibite, il tabacco diminuisce fortemente la
produttivita’ dei singoli consumatori. Secondo una ricerca dell’Osservatorio
sul Tabacco dell’Istituto Nazionale dei Tumori, ogni anno sono persi quasi 52
milioni di giornate lavorative per ricoveri e trattamenti di patologie causate
dal tabacco. Secondo altre stime, un lavoratore perde in media un’ora di lavoro
al giorno per le cosiddette pause sigaretta. Sempre secondo l’indagine
dell’Istituto Nazionale dei Tumori, inoltre, le patologie causate dal tabacco
costano alle casse dello Stato piu’ di 1,2 miliardi di euro in spese sanitarie. Infine, come le altre droghe illegali, il traffico di
sigarette frutta miliardi di euro alle organizzazioni criminali, che ormai
gestiscono il 25% del mercato italiano di sigarette: in grandissima parte
Mafia, ’Ndrangheta e Sacra corona unita. Secondo stime attendibili, il mercato
illegale di sigarette frutta alle organizzazioni criminali circa 700 milioni di
euro l’anno. L’ALCOOL Come il tabacco, anche l’alcool e’ una sostanza
estremamente nociva alla salute, come sostiene il mondo medico-scientifico nel
suo intero. L’alcool e’ responsabile ogni anno di circa 1,8 milioni di decessi
nel mondo, fino a 40.000 in Italia. Secondo un rapporto della Commissione
europea, l’alcool causa morti premature e disabilita’ nel 12% della popolazione
maschile e nel 2% di quella femminile. L’alcool da’ origine a circa 60
malattie. Questa sostanza e’ anche responsabile di un cospicuo numero di
fatalita’ sulla strada (17.000 morti l’anno solo nell’Unione Europea). I costi
dei trattamenti sanitari sono stimati in 17 miliardi di euro solo nella Ue,
insieme a 5 miliardi di euro spesi per il trattamento e la prevenzione del
consumo problematico di alcool e l’alcoldipendenza. Il consumo di alcool ha anche un enorme impatto sociale
sotto il profilo della violenza, del crimine e della emarginazione, oltre a
causare frequenti e gravi problemi familiari. Secondo il rapporto della
Commissione, sette milioni di adulti dichiarano di essere stati coinvolti in
risse dopo aver bevuto nell’arco dell’ultimo anno e (sulla base di alcuni studi
che analizzano i costi a livello nazionale) i costi economici degli atti
criminali attribuibili all’alcol sono stati stimati in 33 miliardi di euro
nell’UE nel 2003. L’alcool ha anche un impatto sulla famiglia, con il 16% degli
abusi e dell’incuria nei confronti dei minori attribuiti al consumo, e tra i
4,7 milioni e i 9,1 milioni di bambini vivono in famiglie con problemi
alcolcorrelati. Si stima che ogni anno 23 milioni di persone siano
alcoldipendenti, in un anno qualsiasi le sofferenze causate ai membri delle
famiglie rappresentano un costo intangibile di 68 miliardi di euro. Come le droghe illegali, l’alcool ha conseguenze negative
sulla produttivita’. Sempre secondo un rapporto della Commissione europea, la
perdita di produttivita’ dovuta ad assenteismo alcol-attribuibile e la
disoccupazione sono stati stimati rispettivamente da 9 a 19 miliardi e da 6 a
23 miliardi di euro. TABACCO, ALCOOL E CANNABIS A CONFRONTO Per comprendere di cosa stiamo parlando, e’ utile
ricordare che le vittime del tabacco e dell’alcool sono molte di piu’ -ogni
anno circa 5,8 milioni nel mondo e 120 mila in Italia- di quelle causate dalla
cannabis, una sostanza oggi illegale e combattuta. E’ un dato di fatto che la
cannabis non abbia mai provocato un singolo decesso documentabile. E’
altrettanto vero che i danni alla salute provocati dalla cannabis non sono
stati ancora dimostrati in maniera inequivoca dalla scienza dopo decenni di
studi sulla materia, mentre quelli provocati dal tabacco e dall’alcol sono
riconosciuti all’unanimita’ dal mondo medico-scientifico. Ci pare quindi
evidente che il tabacco e l’alcool fanno molto piu’ male alla salute della
cannabis. Inoltre, come e piu’ della cannabis, il tabacco e l’alcool
diminuiscono fortemente la produttivita’, costano moltissimo alle casse dello
Stato, e arricchiscono le organizzazioni criminali. Pertanto, nell’ottica della
scelta politica quasi universalmente condivisa a livello istituzionale di
reprimere la vendita e il consumo di sostanze "pericolose", l’attuale
regime di legalizzazione del tabacco e dei suoi derivati e dell’alcool, e’ una
grave contraddizione. Per risolverla dobbiamo a nostro avviso legalizzare
droghe come la cannabis, innocua rispetto alle sigarette e al cognac, oppure
vietare -per coerenza- anche il tabacco e l’alcool. Coloro che sostengono il proibizionismo sulle droghe, fra
cui anche numerosi avidi consumatori di tabacco e di bevande alcoliche, diranno
che, contrariamente alle droghe gia’ illegali, il tabacco e l’alcool non
possono essere proibite in quanto sostanze socialmente diffuse e accettate.
Ricorderanno che l’ampia diffusione dell’alcool e’ il motivo del fallimento del
proibizionismo sull’alcool negli Stati Uniti. Ma se questo bastasse per non
proibire una sostanza nociva, allora non ci e’ chiaro perche’ la cannabis sia
oggi vietata. Come il tabagismo e l’alcolismo, infatti, il consumo di cannabis
e’ socialmente diffuso ed accettato. Se in Italia il 24,2% degli adulti si
dichiara fumatore di tabacco ed il 75% consumatore di alcool, e’ altrettanto
vero che il 20% degli italiani ha ammesso di aver consumato cannabis. Secondo
altri dati, addirittura la meta’ degli studenti universitari ne ha fatto uso
almeno una volta, ed un terzo ne fa uso regolarmente. L’attuale proibizione
sulla cannabis, quando messa a confronto con il regime di legalizzazione del
tabacco e dell’alcool, non puo’ quindi essere giustificata attraverso il suo
diverso grado di diffusione e accettazione sociale. TUTTE LEGALI O
TUTTE PROIBITE Sia ben chiaro, noi sosteniamo che proibire tabacco e
alcool non risolverebbe, ma aggraverebbe la situazione. Si regalerebbe alle
organizzazioni criminali il monopolio del mercato del tabacco e dell’alcool, aumentando
i loro proventi illeciti -come gia’ fatto con la cannabis, ad esempio. Inoltre
si criminalizzerebbero coloro che acquistano queste sostanze, addirittura
arrestando coloro che vengono pizzicati con un numero di sigarette o bottiglie
di birra che contengono una quantita’ piu’ alta di nicotina o di alcool di
quella consentita per uso personale. Se oggi un lavoratore che fuma perde
mediamente un’ora di lavoro al giorno, domani potrebbe perderne addirittura
otto e piu’ al giorno qualora finisse in prigione. Inoltre, i consumatori di
tabacco e di bevande alcoliche, costretti a ricorrere al mercato nero, non
avrebbero garanzie sul prodotto che acquistano, mettendo a rischio la loro
salute piu’ di quanto fanno oggi. Infine, i consumatori di tabacco e alcool,
divenuti criminali, negherebbero di farne uso ai loro medici, impedendo cosi’
un’azione di informazione, di prevenzione e di cura di malattie derivate dal
tabagismo e dall’alcolismo. Pertanto, siamo qui a chiedere che la strada fino ad ora
scelta, a meno che non sia abbandonata, venga perlomeno percorsa in maniera
coerente. Allo stato delle cose, chiediamo che il mercato ed il consumo di
cannabis siano depenalizzati, come gia’ per l’alcool e per il tabacco. In
alternativa, invitiamo il legislatore a vietare l’alcool ed il tabacco alla
stregua della cannabis. ARMONIZZAZIONE DELLA POLITICA SULLE DROGHE A questo fine, abbiamo redatto due proposte di legge con
lo scopo di integrare e completare la politica sulle droghe perseguita dal
nostro Paese. Nella prima viene depenalizzato il consumo ed il mercato della
cannabis. Nella seconda, alternativa alla prima, vengono introdotti l’alcool ed
il tabacco nella tabella I del Testo unico sugli stupefacenti, di fatto
proibendo queste sostanze come gia’ la cannabis. Se una di questa due misure
non fosse approvata, continuerebbe ad esserci una chiara percezione di
contraddittorieta’ ed ipocrisia nella strategia repressiva che contraddistingue
oggi l’Italia e la comunita’ internazionale. La legislazione vigente pregiudica innanzitutto la
strategia proibizionista, in quanto i cittadini, percependo i limiti e le
contraddizioni della legge, saranno incoraggiati a disattenderla. Per questo,
chiediamo che la repressione sia applicata in maniera giusta ed equa, senza
discriminazioni fra consumatori di droghe buone (tabacco e alcool) e cattive
(cannabis). (…) L’ARENA.IT Parona. Interclub Acat a Corte Molon Gli ex alcolisti: «Serve il
coraggio di cambiare»
C’erano tutti i club dell’Acat Chievo di Verona, con quasi
un centinaio di persone, ieri a Corte Molon, in occasione del grande Interclub
organizzato dall’associazione al Centro Giovanile Don Pighi. L’Acat è infatti
un’associazione onlus privata che si occupa dei problemi dovuti all’alcol
secondo la metodologia dello psichiatra croato Vladimir Hudolin: «Non serve
abbandonare l’alcol se contemporaneamente non inizia un cambiamento della
persona, e della comunità». Protagonisti della giornata, gli ex alcolisti e le loro
famiglie: un’occasione per raccontarsi e per ricordare la dura battaglia vinta
e il nuovo stile di vita raggiunto. «Perché l’alcol è un problema ben più grave di quanto si
pensi», precisa Raffaella, insegnante-servitrice del club di Avesa, «in quanto
non tocca solo la salute fisica, ma intacca i rapporti personali e si
ripercuote sulla famiglia e sulla comunità». Le famiglie riunitesi domenica a corte Molon hanno
raccontato le loro esperienze e sofferenze, con un’unica grande promessa: «mai
più». Ognuno ha scritto e ha reso partecipi gli uditori della propria storia,
di come ha trovato la forza di reagire e di come sia cambiata la sua vita dopo
la decisione di smettere con l’alcol. «Raggiungere un nuovo stile di vita», spiega Raffaella,
«vuol dire avere la volontà di fare delle scelte difficili, ma che allontanino
il rischio di ricadere nel vizio. Così migliorano i rapporti in famiglia». Toccanti le testimonianze dei figli spesso minorenni di ex
alcolisti, che con le loro parole hanno raccontato l’insofferenza, le incomprensioni
e il dolore che questo problema porta all’interno delle mura domestiche. «L’obiettivo dei Programmi Alcolici Territoriali è da
sempre quello di contribuire allo sviluppo di una comunità con caratteristiche
familiari», spiega Giampaolo Mazzi, presidente Acat Chievo, «in quanto una
comunità competente sarà capace di mobilitare al proprio interno le risorse per
risolvere i problemi». Per maggiori informazioni chiamare l’Acat Verona Chievo allo 045.57.63.95. (a.p.) LA PROVINCIA DI COMO Discobus pronto a ripartire per la
riviera romagnola
CANTU’ - Non c’è due senza tre. E dopo due esperimenti pienamente positivi, il Discobus torna a scaldare nuovamente i motori in vista di venerdì 29 giugno, confermandosi iniziativa indovinata per coinvolgere i ragazzi in un dialogo costruttivo. Dialogo sull’abuso di sostanze, per essere precisi. Le serate in discoteca accompagnati dal bus promosse da Spazio tribù ? la sala polifunzionale di via Tripoli - infatti, nascono proprio con l’intento di sensibilizzare i più giovani sui rischi e i pericoli concreti legati all’assunzione di alcol e droghe. Iniziativa come sempre finanziata dai Comuni del distretto ? Cantù capofila e poi Brenna, Carimate, Capiago Intimiano, Cermenate, Figino Serenza, Cucciago e Novedrate ? rivolta agli under 25 e la cui carta vincente sembra essere proprio la scelta di cercare un contatto con i famigerati giovani sul loro territorio. Venerdì 29 si torna ancora sulla Riviera romagnola allora, divertimentifico per eccellenza, e si torna alla "Villa delle rose" di Misano Adriatico, a un passo da Riccione, anche in virtù del deciso gradimento manifestato dai ragazzi. Divertimento consapevole e a prezzo abbordabile ? 30 euro tutto compreso ? oltre alla possibilità, sul bus, di ricevere informazioni e materiale esplicativo su sostanze e aids dagli educatori della cooperativa Mondovisione. Non più dunque, serate barbose per mettere in guardia i ragazzi da alcuni rischi, ma un coinvolgimento attraverso un’iniziativa decisamente più attraente. Come oramai da consuetudine, inoltre, prima della partenza ? mercoledì 27 alle 21 ? è previsto un incontro allo Spazio Tribù per illustrare l’iniziativa tanto ai ragazzi quanto ai genitori. Per iscrizioni è possibile chiamare lo 031.3515079 o andare direttamente alla sala prove in via Tripoli 2/A. TRENTINO Giovedì 28 parte la 12ª edizione,
venerdì Verdena e Casino Royale
Sul palco del Rafanass spot
antialcol
Gli organizzatori: «Diamo
informazioni, ma non spetta a noi educare»
ROVERETO. Rafanass, dodicesimo capitolo. Il festival che
dal 1995 occupa un ruolo di primo piano nell’estate roveretana conferma la
formula dei tre giorni (in passato si era arrivati addirittura a nove) ma con
nomi di livello: serata clou venerdì 29, con i Verdena e la reunion dei Casino
Royale, storica formazione del rock tricolore. E Andrea Meneghelli annuncia
iniziative a sorpresa nel corso della manifestazione per invitare a un uso
consapevole degli alcolici. «Premetto - spiega
Maneghelli - che non spetta a noi, come a chiunque organizzi feste, educare i
ragazzi. La realtà è che alle feste arrivano ragazzini, quasi sempre minorenni,
con le borse di nylon colme di alcolici, oppure si presentano all’ingresso già
ubriachi fradici. E’ evidente che alla base c’è una carenza di educazione. Spetta
prima di tutti alla famiglia spiegare ai figli quali sono i comportamenti
corretti da adottare. Poi, alla scuola e alle istituzioni. Tuttavia, credo che
un segnale vada dato. Non lezioni di comportamento, che non verrebbero nemmeno
capite, ma piccoli segni, ripetuti nell’arco della manifestazione, che possano
dare informazioni utili per un uso corretto delle bevande alcoliche». Il
Rafanass è stata forse la prima festa in Trentino a organizzare un servizio di
bus navetta per consentire a chi ha bevuto troppo di tornare a casa propria in
tutta sicurezza. Il bus navetta ci sarà anche quest’anno e oltre a Rovereto
servirà Nomi, Volano e Mori. Negli anni passati uno stand dell’associazione Zerogradi,
impegnata nell’informazione sui rischi alcolcorrelati, accoglieva gli avventori
proponendo loro anche test alcolemici gratuiti. «Proseguiremo il discorso
quest’anno con altre iniziative, sarà una sorpresa» garantisce Meneghelli. Il quale ha a cuore
l’ormai famoso “lotto zero”, ovvero la ex discarica dei Lavini che l’assessore
Renato Manzana ha promesso di allestire entro la prossima estate come area
attrezzata per feste musicali e giovanili. «Benissimo - dice Meneghelli -,
basta che si faccia. Intanto però in tutti questi anni nessuna miglioria è
stata apportata a piazzale Degasperi, a tutt’oggi unico sfogo per questo genere
di manifestazioni. Mi riferisco in particolare al problema della pioggia:
bastano poche gocce per rendere il prato un acquitrino. Il terreno non drena, è
stato posato vent’anni sull’asfalto del vecchio piazzale. Ogni volta che piove
l’acqua si concentra sotto il palco, finendo in parte nei bagni e creando
situazioni spiacevoli. Sono stato all’Open Hands da utente, per fortuna avevo
le infradito ai piedi. Non servono interventi costosi, basterebbe qualche
carotaggio per far smaltire l’acqua». Quanto al programma, giovedì 28 l’ingresso è gratuito. Suonano i Mojomatics (blues e rock’n’roll), i Minivip (mod/powerpop), la Municipale Balcanica (folk balcanico) e l’austriaco Dj Dunkelbunt. Venerdì ingresso a 10 euro: suonano Verdena e Casino Royale. Sabato (5 euro) tocca ai Dabol (dub, rock-a-muffin) e a Junior Kelly, autentico reggae dalla Giamaica. ASAPS Follia in
autostrada Una donna imbocca l’A22 contromano e supera due blocchi prima di
essere fermata a Parma (A1), dopo 57 chilometri di terrore
Speronate due pattuglie della Polizia Stradale: a Reggio
Emilia, costretta a fermarsi da alcuni camion, la 30enne impazzita danza in
corsia di sorpasso e poi fugge ancora PARMA, 18 giugno 2007 – Definirlo “atto di follia alcolica”, è fin troppo riduttivo: se l’episodio fosse avvenuto in Svizzera, in Spagna, in Inghilterra o negli Stati Uniti – ma più genericamente, ovunque, al di fuori dell’Italia – la protagonista di uno dei contromano autostradali più atipici mai registrati, a quest’ora sarebbe in prigione, con l’accusa di attentato alla sicurezza dei trasporti. Tutto è cominciato alle 22 di venerdì notte (15 giugno), al casello di Carpi dell’A22, l’autostrada del Brennero. Una Panda imbocca la carreggiata nord dell’arteria, quella che conduce a Bolzano: peccato però che l’utilitaria, condotta da una 30enne di Peschiera Borromeo (Milano), si sia immessa al contrario, dirigendosi verso l’interconnessione con l’A1, a Modena: Carpi si trova al km 302 dell’Autobrennero, mentre il raccordo con l’autostrada del Sole è alla progressiva 314. la Panda ha percorso tutti i 12mila metri in corsia di sorpasso, puntando i veicoli nella giusta direzione, sfiorandoli nei tratti curvilinei e fornendo solo un assaggio di ciò che la ragazza al volante aveva intenzione di fare. Infatti, dopo aver raggiunto la fine dell’A22, ha proseguito verso Milano, ovviamente sempre contromano: la differenza di traffico tra le due arterie, non ha affatto intimidito la pirata della strada, che si è diretta a tutto gas verso la Lombardia. È stato il panico: il 113 è stato preso d’assalto e le pattuglie della Polizia Stradale si sono trovate a cercare di anticipare le mosse dell’auto impazzita: a Reggio Emilia, finalmente, un equipaggio è riuscito a bloccare l’auto, ma la 30enne ha prima finto di calmarsi e di ubbidire, e poi, prima ancora di essere scesa dall’auto, è riuscita a fuggire, ovviamente ancora in contromano, speronando il veicolo della specialità. Fatti alcuni chilometri, prima un frontale evitato per un soffio e poi il blocco improvvisato di alcuni camion – la collaborazione degli autotrasportatori gioca sempre un ruolo determinante in circostanze come questa – ha nuovamente costretto la pirata ad accostare. La donna ha aperto la portiera, è scesa dall’auto ed ha cominciato a danzare. Poi, secondo il copione che aveva ormai deciso di seguire fino in fondo, è tornata al volante ed è ripartita. A Parma, però, gli agenti non si sono fatti sorprendere di nuovo. La folle si è trovata davanti un vero e proprio blocco, impossibile da forzare: ha accostato, e restando sempre barricata nell’abitacolo, ha cercato di giustificarsi dicendo di aver “sbagliato” strada. quando le è stato chiesto di scendere, è scattata di nuovo, speronando un’altra pattuglia e ferendo due poliziotti. Un terzo agente, rimasto alla guida del suo veicolo di servizio, ha schiacciato l’auto della donna tra il mezzo dei centauri ed il guardrail, mettendo la parola fine ad oltre 180 minuti di panico e follia. Se avesse proseguito la marcia e fosse riuscita ad imboccare l’autostrada della Cisa (A15), la cronaca avrebbe commentato una tragedia e solo per una serie di fortunate circostanze, oggi, tutto si è risolto con il TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio) disposto dai medici del 118 intervenuti sul posto, e con 57 chilometri e 300 metri di angoscia; a pochi giorni di distanza da un altro contromano avvenuto sulla A26 tra Masone ed Ovada (Alessandria), con esito purtroppo mortale, il fenomeno monitorato dall’Asaps con uno speciale osservatorio - si ripropone con tutta la sua cruenza. nei primi tre mesi del 2007, abbiamo monitorato ben 44 episodi, di cui 25 (56,8%) in strade a carreggiate separate e 19 (43,2%) in ambiti ordinari. Nel 36,4% dei casi (16 episodi) è stata accertata la presenza di alcol nel sangue di coloro che hanno innescato la pericolosa manovra, mentre in 11 casi (25%), il fattore scatenante sembra essere stata la perdita d’orientamento da parte di conducenti anziani. Purtroppo, gli eventi fatali e l’indice di mortalità, restano elevatissimi: del 44 episodi, 7 sono risultati mortali (25%), ma il numero di morti è ormai arrivato a 18; sono invece 11 (25%) i casi contromano con feriti, avendo fatto registrare questi eventi un totale di 49 accessi al pronto soccorso. Infine segnaliamo due ultimi dati: il primo, che 10 episodi - il 22,7% - hanno visto il coinvolgimento di cittadini stranieri; il secondo che, in 20 casi, pari al 45,5% del totale - le folli corse sono state bloccate dalle forze di polizia. IL SECOLO XIX Guida contromano: perde 70 punti
sulla patente
Un neopatentato ha pensato bene di
guidare l’auto ubriaco, in contromano, senza cinture di sicurezza lungo la via
Aurelia tra Albissola e Varazze: è stato sorpreso da una pattuglia della
polizia stradale di Savona e gli sono stati decurtati 70 punti dalla patente,
un record. Il giovane, di origini napoletane, ha anche rimediato una denuncia alla Procura della Repubblica per guida in stato di ebbrezza. È l’aspetto più curioso della notte di controlli eseguiti dalla polizia stradale di Savona e di Albenga contro le stragi del sabato sera. Il servizio si è concluso con otto automobilisti denunciati per guida in stato di ebbrezza e una settantina di violazioni al codice della strada contestate agli automobilisti controllati all’uscita dei locali notturni di Pietra Ligure, Alassio e Albissola. IL GAZZETTINO (PADOVA) Nel silenzio della casa di Villatora lo sfogo di Davide
Bacchini, il fratello del trentatreenne investito da un marocchino che guidava
in stato di ebbrezza «Simone non c’è più per colpa di un immigrato» La famiglia ha deciso di donare il cuore e le cornee.
Restano ancora gravi i due ragazzi ricoverati in ospedale Codevigo/Saonara L’esodo verso il mare non si è fermato per tutta la
giornata di ieri lungo via Argine Sinistro, la strada che collega Corte a
Codevigo, dove sabato mattina ha perso la vita Simone Bacchini, 33enne di
Villatora, travolto dall’auto impazzita di K.A.F., marocchino 37enne di
Conegliano, risultato positivo all’alcol test. La famiglia ha deciso di donare
gli organi: il cuore, le cornee e tessuti molli. Un lungo serpentone di auto
cariche di ombrelloni e borse da spiaggia, ma quasi nessuno sembra far caso al
mazzo di fiori bianchi che gli amici di Simone hanno attaccato al guardrail nel
punto dove si è verificata la carambola mortale che ha coinvolto due scooter,
un’auto, una moto e un furgone. Solo due ragazzi in motorino arrivano piano
dall’incrocio di Santa Margherita, alzano la visiera del casco e cercano con
gli occhi un riferimento. Quando adocchiano i fiori e i segni tracciati dai
carabinieri sull’asfalto, parcheggiano a ridosso della scarpata e si fermano in
piedi per qualche minuto con gli occhi fissi al guard rail. Sono due amici di
Simone, Andrea e Giorgio, diciannovenni padovani. «Lo abbiamo conosciuto un
paio d’anni fa durante un’esibizione dei "Mighty Power", il suo
gruppo di ballo hip hop - raccontano - Per noi era un mito quando ballava, aveva
una carica e una passione che spaccavano. Poi ci siamo persi di vista e
stamattina abbiamo trovato la sua foto sul giornale. Che storia... Siamo
rimasti senza parole. Avevamo organizzato una giornata al mare per oggi ma non
ce l’abbiamo fatta a non deviare per vedere dove il nostro amico ha perso la
vita». Disperazione e immenso cordoglio regnano anche in via Monte Rosa a
Villatora, dove il 33enne, rappresentante della ditta di famiglia per la
vendita di accessori in pelle, viveva con i genitori Nicola, ex presidente dei
grossisti dell’Ascom padovana e la mamma Germana Rampin. Ieri mattina il via
vai di amici, parenti, di giornalisti e di semplici curiosi che passeggiavano
davanti al cancello, strideva con il silenzio racchiuso nelle mura
dell’abitazione. Sostenuto da Francesco Pegoraro, l’amico di Cadoneghe che
seguiva Simone in motorino la mattina dell’incidente, solo il fratello Davide
si è fatto forza per parlare: «Mio fratello non c’è più e devo ringraziare un
immigrato per questo». (*) Nella sua voce nessun risentimento, solo un fiume di
dolore che sgorga dal cuore. «Simone e Francesco stavano venendo a trovarmi a
Sottomarina - continua - Poi ho ricevuto quella telefonata. Mio fratello era un
punto di riferimento nella nostra famiglia, una persona buona d’animo in casa
ma anche fuori». I funerali si svolgeranno presumibilmente mercoledì o giovedì
e forse a cantare ci sarà il gruppo gospel dei Summertime. (…) Federica Bertaggia (*) Nota: non sarà facile spiegare al fratello della vittima che la principale causa della tragedia sono gli alcolici bevuti dall’investitore e non la sua nazionalità. In simili situazioni si è portati più facilmente ad attribuirne le cause a fattori vissuti come estranei piuttosto che ad elementi che possono anche appartenerci. IL GIORNALE.IT Studente guida ubriaco e uccide un
marocchino
Bocconiano ubriaco uccide con
l’auto un passante
di Enrico Silvestri Dopo l’incidente l’automobil
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