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In questi giorni, il DDL in materia di circolazione stradale, che dovrebbe “stringere la vite” della trasgressione e serrare i ranghi sulla prevenzione, ha cominciato l’iter parlamentare. Vi sono molte norme che ci
interessano, ma quella che ci sembra più “in forse” è purtroppo quella che
riteniamo più importante: la confisca del veicolo a chi, in stato di ebbrezza
alcolica, risulti avere un tasso alcolemico superiore a 1,5 grammi di alcol per
litro di sangue. È una paura legittima la nostra:
l’Italia sembra non trovare la vocazione per questo tipo di controllo, che
provoca un numero altissimo di incidenti, troppo spesso non investigati, e per
il quale non riusciamo a superare – in un anno – quello che paesi modello come
Francia (11 milioni di controlli nel 2006), Gran Bretagna o Spagna riescono a
fare in un paio di ponti festivi. Qualcuno sostiene sia colpa
delle corporazioni (il vino è una voce importante del mercato italiano, ma
alcol non significa solo vino), altri sostengono che politicamente, liberalizzare, rende. E dire, che anche la “bionda”
Germania, quella che organizza l’Oktober Fest, che spilla milioni di litri
della miglior birra mondiale, ha da tempo vietato l’uso di bevande alcoliche ai
conducenti professionali, e da pochi giorni la camera bassa del parlamento
federale (Bundestag) ha dato il via ad analogo divieto per tutti gli under 21
ed i neopatentati (24 mesi di prova). La Germania, secondo i dati
dell’ETSC, è al secondo posto in Europa (al primo la Repubblica Ceca) per l’azione di contrasto alla
criminalità stradale alcolica (-6% annuo dal 1996 al 2005). Ma perché abbiamo poca fiducia
nel nostro paese? l’Italia non ha nemmeno un’idea della portata del proprio
fenomeno… l’ETSC, che vuol dire European Transport Safety Council, e che ha
sede a Bruxelles, continua a lamentarsi di noi, del fatto che non trasmettiamo
dati, che non sappiamo da che parte cominciare. Nello studio ci sono infatti
paesi bravi (i migliori 9) e quelli meno bravi (i peggiori 9), ma l’Italia fa
parte di un gruppo di stati definiti “incapaci di monitorare il fenomeno locale
e, quindi, mettere le proprie statistiche a disposizione del consesso europeo”. Ma siamo incapaci anche di
proteggerci da noi stessi, se dobbiamo aspettare anni per mettere al sicuro gli
utenti della strada: la patente a punti non funziona più, gli organici delle
polizie stradali sono sempre più risicati, non ci sono mezzi né tecnologie
sufficienti, e ormai un ricorso su due beneficia di sentenze “illuminate”, che
vanificano anche l’unico strumento alternativo alla repressione pura: la
certezza della pena. In Francia, oltre 0,8 g/l, il
veicolo viene confiscato (sanzione 9mila euro) e se l’ebbrezza provoca
incidente con lesioni, la patente può essere sospesa anche per oltre 10 anni o
revocata e l’auto confiscata; in Spagna, rifiutarsi di soffiare
nell’etilometro, significa farsi 6 mesi in galera. Paris Hilton per aver guidato in
stato di ebbrezza è stata condannata a 30 mesi di reclusione, e altri 45 giorni
li ha presi per aver poi guidato senza patente. 23 li sta scontando. In Italia
un ubriaco che ha falciato e ucciso un giovane Carabiniere a Verona ha potuto
patteggiare 20 mesi, con zero giorni scontati. Chiediamo una mano ai politici
che hanno veramente a cuore la sicurezza stradale nella fase di approvazione
del DDL Bianchi affinché alcune misure che riguardano l’alcol, in particolare
la confisca del veicolo per ebbri over 1,5 g/l, non vengano di nuovo annacquate
come è accaduto con regolarità di recente nel nostro Parlamento. Forlì, lì 20 giugno 2007 Giordano Biserni Presidente Asaps |
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