Giovedì 26 Dicembre 2024
area riservata
ASAPS.it su

Rassegna stampa Alcol e guida del 19 giugno 2007

A cura di Alessandro Sbarbada e Roberto Argenta

 

Nota: a fine rassegna trovate una importante discussione, che ci riguarda molto da vicino, in quanto scaturita da un articolo pubblicato in rassegna lo scorso 11 giugno, a seguito di una vicenda dolorosissima.

Questa discussione è tratta dal blog “Emergenza Alcolismo”, un eccellente lavoro curato da Massimiliano Gentile, che ogni giorno pubblica gentilmente il nostro servizio di rassegna stampa.

Vi invitiamo a leggere con attenzione. Grazie.


 LA NUOVA VENEZIA

Gli esercenti fanno saltare la legge sull’alcol

(s.zan.)

In discussione il black out notturno dopo le pressioni dei ristoratori

VENEZIA. Il divieto di vendere, somministrare e consumare alcolici in luoghi pubblici dall’una alle sei del mattino sfuma ancora prima di diventare regola. La proposta di legge approvata all’unanimità il 28 novembre in Terza commissione per mettere un freno all’abuso di alcolici, soprattutto tra i più giovani, è destinata infatti ad essere «aggiustata» prima di essere sottoposta al voto del Consiglio. Dopo sei mesi di limbo, oggi pomeriggio, a partire dalle 14, il documento verrà rimesso in discussione. La revisione verrà presa in considerazione nel corso di una riunione informale tra i capigruppo e la Commissione preposta agli affari commerciali senza che il documento sia mai stato sottoposto al giudizio del consiglio, sulla cui testa è transitato fugacemente giovedì scorso quando era stato posto all’ordine del giorno. Nel mirino innanzitutto, e con ogni probabilità esclusivamente, il famigerato articolo 6 che prevede, appunto, 5 ore di black out alcolico notturno. Un punto a favore delle associazioni dei pubblici esercizi che si erano immediatamente scagliate contro la proposta proibizionista e un doloroso passo indietro per l’Associazione familiari e vittime della strada. Se oggi il progetto di legge 117, votato all’unanimità dalla totalità dei rappresentanti della Commissione, verrà decapitato di uno dei suoi punti cardine, si tratterà effettivamente di un dietrofront della politica di fronte alle ragioni del commercio. «Su richiesta delle forze politiche abbiamo deciso di rivedere il progetto di legge per valutare i margini di intervento dopo il confronto con gli esercenti» sostiene Giulana Fontanella, presidente della Terza commissione a margine di un convegno organizzato ieri a Padova dalle categorie, confermando a denti stretti l’arretramento che si profila all’orizzonte anche se - sostiene - un primo punto messo a segno è la reazione di scalpore suscitate dalla proposta: «Noi non siamo proibizionisti - precisa Fontanella - il messaggio deve focalizzarsi sulla necessità di sostenere e programmare i progetti di prevenzione». Il documento che verrà prodotto nell’incontro di oggi, dovrà sottostare all’iter consiliare, con la probabilità di vedere la luce solo il prossimo autunno e la coscienza di aver perso quasi un anno. Tutta un’estate di sballi. E malgrado le sollecitazioni che, numeri alla mano, arrivano dal responsabile dell’Osservatorio nazionale sull’alcol dell’Istituto superiore di sanità: «La vostra Regione è famosa per le richieste federaliste - sostiene Emanuele Scafato - questo non significa solo diritti ma anche doveri, responsabilità e adozione di misure proprie per contrastare il problema. Le regole sono necessarie. Il consumo responsabile nasce dal rispetto delle norme. E vendere alcolici ai minori è un crimine». Dal canto loro i pubblici esercizi hanno formalizzato proposte alternative a quella della Regione. Un decalogo che si arricchisce anche dei suggerimenti dei singoli, come vietare la somministrazione di alcolici nelle discoteche dopo una certa ora. Il decalogo ufficiale prevede corsi abilitanti e di aggiornamento per esercenti e il coinvolgimento degli studenti. (*)

 (*) Nota: non c’è niente da fare: in Italia l’alcol non si tocca.

E’ la solita storia: norme condivise dalla stragrande maggioranza dei cittadini non passano, solo per proteggere il denaro di qualcuno.

L’interesse di pochi calpesta il diritto alla salute e alla sicurezza di tutti.

In spregio a chi ne ha pagato, e ne pagherà, in sofferenza e disperazione umana, le drammatiche conseguenze.


 IL GAZZETTINO

Al convegno di Padova su sicurezza e salute gli esercenti contestano il nuovo progetto di legge regionale che vuole impedire la vendita di alcol dopo l’una di notte. E avanzano una proposta 

Contro le stragi del sabato sera arriva il "guidatore designato"

Padova

NOSTRO SERVIZIO

«Spendiamo come regione un mucchio di soldi per la promozione dell’enogastronomia: che senso ha investire cifre così importanti se all’una di notte togliamo di mano il bicchiere al turista? (*) Il proibizionismo potrebbe innescare il famigerato pendolarismo o nomadismo notturno verso le regioni confinanti che non pongono limiti agli orari di somministrazione delle bevande alcoliche». L’abuso di vino, birra, spritz, superalcolici con la loro scia rossa di sangue, che macchia le strade e precipita nel baratro della disperazione tante famiglie venete, non può essere sconfitto accollandone l’intero peso agli esercenti pubblici: Erminio Alajmo, presidente della Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi) del Veneto, non manda giù il progetto di legge 117 riguardante la disciplina delle attività di somministrazione di alimenti e bevande approvata all’unanimità dalla terza commissione consiliare della Regione Veneto che, all’articolo 6, prevede il divieto di vendere, somministrare e consumare alcolici, di qualunque gradazione, dall’una di notte alle sei del mattino.

Aprendo ieri a Padova il convegno su "Alcol, sicurezza e salute: vietare o educare?", Alajmo ha lanciato una serie di proposte che affondano la prima ipotesi - vietare - e rilanciano la seconda, educare. Come? Introducendo il "guidatore designato" (**) ovvero individuare chi si metterà al volante al ritorno dalla discoteca, pronto a non toccare alcol, responsabilizzando gli studenti delle scuole e inserendo insegnamenti obbligatori (soprattutto negli istituti alberghieri) sull’abuso delle sostanze eccitanti, formando i futuri venditori sugli effetti-alcolcorrelati, distribuendo cocktail a basso contenuto alcolico, esponendo a chiare lettere il cartello che vieta a chi ha meno di 16 anni di bere alcolici. Inoltre promuovendo campagne sulla sicurezza stradale e applicando le leggi vigenti. Non ultimo, «non addossando - ha detto Alajmo - tutta la colpa ai pubblici esercizi: c’è una miriade di attività similari e abusive, penso a sagre, feste campestri, pseudo-circoli privati, agriturismo, club, coordinate spesso da soggetti non identificati, che sembrano esenti da ogni regola e controllo». Per Edi Sommariva, direttore generale della Fipe nazionale, urge incrementare i controlli sulle strade: 300 mila l’anno in Italia, contro i 10 milioni della Francia.

«Il proibizionismo - ha osservato il direttore del Gazzettino Roberto Papetti - non annulla i problemi ma ne riduce l’impatto sociale: ogni società ha il diritto/dovere di decidere se alcune cose sono da proibire o meno». Gli ha fatto eco Emanuele Scafato dell’Istituto superiore di Sanità: «Se ci sono regole giuste si vive bene, se ci sono regole sbagliate si vive male, se non ci sono regole non si vive». E ha ricordato che le notti sono le più pericolose con 35.098 incidenti stradali nel 2005 (nella metà dei casi per guida distratta, mancato rispetto del codice della strada, velocità elevata) che hanno causato il decesso di 1.529 persone e il ferimento di 54.873. «Riflettiamo su chi rimane pesantemente disabile», ha esortato Scafato, mentre Arrigo Cipriani, celeberrimo esercente veneto, lanciava una provocazione estrema: «Facciamo come accade in un centinaio di discoteche di New York dove sono messi al bando gli alcolici: diamo da bere Coca-Cola».

Da parte sua Giuliana Fontanella, presidente della terza commissione consiliare regionale, ha difeso il progetto di legge, pur ammettendo che oggi «verrà analizzato a tavolino: procederemo a eventuali osservazioni, visto il grande scalpore che ha suscitato». In contemporanea l’assessore regionale alle politiche economiche Fabio Gava sottoscriveva la raccolta di firme indetta dalla Confcommercio Veneto contro la revisione degli studi di settore. «Ho deciso di schierarmi senza remore - ha spiegato Gava - perché con gli studi di settore il Governo ha cambiato le regole del gioco durante la partita, violando così il corretto rapporto di fiducia tra istituzioni e cittadini. Ho firmato al fianco dei commercianti, e sabato sarò in piazza a Treviso con gli artigiani». Intanto oggi in Giunta a Padova, annuncia l’assessore comunale alle politiche sociali Claudio Sinigaglia, si deciderà di mettere in campo controlli incrociati di Polizia municipale e Questura: gli agenti, muniti di etilometro, terranno monitorato il territorio comunale nei week-end.

Federica Cappellato

 (*) Nota: è vero, non ha senso.

Non ha senso investire un sacco di denaro pubblico per la promozione dell’alcol, alla luce dei rischi che il bere comporta.

 (**) Nota: la scoperta dell’acqua calda.


 WALLSTREET ITALIA

AUTOGRILL:STOP VINO IN AUTOSTRADA, DANNO A SISTEMA DA 50 MLN

(ANSA) - ROMA, 19 GIU - Una perdita da 50 milioni di euro all’anno. E’ questo l’impatto che, secondo Autogrill, potrebbe avere sul sistema delle bevande a bassa gradazione alcolica il disegno di legge del ministro della Salute, Livia Turco, che prevede il divieto di vendita di vino e birra in autostrada (*). I danni, spiega Giuseppe Cerroni, direttore generale Affari Istituzionali di Autogrill, sono sicuri: meno 50 milioni di euro di vendite per un prodotto tipicamente italiano; centinaia di piccole aziende vitivinicole che perderebbero una vetrina rivolta agli utenti autostradali e al turismo; un colpo gratuito a una componente essenziale della dieta mediterranea". Ricordando di aver "smesso definitivamente di vendere superalcolici in tutte le sue aree di servizio, anche se non obbligata da alcuna legge", Autogrill ricorda il suo impegno a rafforzare la prevenzione degli incidenti del sabato sera e conferma al ministro Turco "eguale disponibilità a collaborare con atti concreti sulle politiche della sicurezza che riterrà di realizzare".(ANSA).

 

(*) Nota: i turisti che vengono in Italia non vengono a visitare le autostrade: se vogliono portarsi a casa una bottiglia di vino, la acquistano lo stesso, nel corso delle loro visite alle nostre località turistiche.

Quindi il problema economico non è dei produttori di vino e birra, ma dei gestori delle aree di servizio.

Ancora una volta si tratta di scegliere tra tutelare l’interesse economico di qualcuno, piuttosto che la salute e la sicurezza di tutti.

Io ho già un’idea su come andrà a finire: non ve lo dico per non passare da disfattista.


 
LA REPUBBLICA del 18 giugno 2007

Video choc. “Vino più caro o sarà sangue”

Un video con sette uomini incappucciati che leggono un proclama rivolto al neopresidente Sarkozy: si alzi il prezzo del vino o scorrerà il sangue. L’anomala minaccia viene dalla Francia, dalla regione della Languedoc. Il gruppo di incappucciati risponde al nome di Crav, che sta per Unione per l’Azione della viticultura.

Il messaggio è stato lanciato questo fine settimana, a 100 anni dall’ultima rivolta dei vinocultori della zona, che finì con sei dimostranti uccisi dall’esercito francese.

Qual è la protesta attuale? I prezzi dei vini sono così bassi che molti agricoltori non riescono neanche più a sopravvivere, i loro guadagni sono diminuiti fino al 50%. Nei giorni scorsi il video, preceduto da atti dimostrativi per far capire al governo che il Crav è pronto anche a ricorrere alla violenza: supermercati che vendono vini stranieri colpiti con esplosivi, autobotti assaltate. (*)

La Languedoc produce più vino di quanto ne possa vendere, per questo i prezzi sono crollati. Il Crav chiede di incontrare il governo per arrivare a una soluzione.

 
(*) Nota: senza parole.


 
IL GAZZETTINO (Vicenza)

SCHIO Giovedì alle 18 piazza Almerico ospiterà il primo FestivalBao promosso da Comune, Asl 4, Ascom e progetto Blu Runner 

Musica in piazza per prevenire l’abuso di alcol 

Concerti, stand informativi delle autoscuole sulla guida in sicurezza, gara di cocktail analcolici 

Schio

Arriva Festivalbao, la musica contro l’abuso dell’alcool. Giovedì piazza Almerico ospiterà la manifestazione che mette insieme divertimento e prevenzione. Dalle 18 concerti, stand informativi, il camper di Blu Runner e una gara di cocktail analcolici. Un concerto per dire ai giovani che ci si può divertire anche senza abusare di alcool. È stata presentata ieri mattina nel municipio di Schio la prima edizione di "Festivalbao", così denominata perché si svolgerà nella piazza che, impropriamente, è chiamata piazza del Bao. La manifestazione di prevenzione e sensibilizzazione -organizzata da Comune, Asl 4, Ascom e Progetto Blu Runner- proporrà concerti, stand informativi delle scuole guida e la possibilità di effettuare una prova con l’alcotest nel camper di Blu Runner. Un’ora dopo i baristi di alcuni locali scledensi si sfideranno nella prova del cocktail analcolico che diventerà la bevanda ufficiale della prossima Notte Bianca. La festa, che rientra nel progetto "Locale Amico" e "Alcol e Guida", intende coniugare divertimento e prevenzione rispetto all’abuso di alcool e lanciare un messaggio chiaro: per divertirsi non serve bere. E, come suggerisce la denominazione dell’iniziativa, il linguaggio per parlare ai giovani è la musica: alle 18 la manifestazione, infatti, si aprirà con un dj set che accompagnerà i giovani fino alle 19 quando i protagonisti saranno, invece, i locali pubblici scledensi e i loro baristi che si sfideranno nella gara per la preparazione del cocktail analcolico. Dalle 20 ritornerà la musica con i concerti delle band locali "Devotion" e "Spigo" (rock alternativo). A chiudere la serata saranno, dalle 22 in poi, i "Sun Eats Hours" importante gruppo scledense impegnato in un tour internazionale.

Oltre alla buona musica, in piazza del Bao saranno presenti anche le scuole guida della città con uno stand che offrirà gadget ed informazioni sulla sicurezza con particolare attenzione ai pericoli legati alla guida in stato di ebbrezza. Quest’ultimo fenomeno preoccupa molto la città per i rischi che ne derivano: «Il fenomeno è ampio», ha affermato nel corso della presentazione il comandante della polizia locale Alto Vicentino Matteo Maroni. «Dove c’è abuso di alcool ci sono incidenti con feriti gravi. E questi avvengono soprattutto nel fine settimana nella fascia oraria che va dalle 2 di notte alle 6 del mattino. Bisogna far capire ai giovani che, se hanno ecceduto nel bere, devono aspettare almeno un’ora prima di mettersi alla guida». (*)

«Lo sballo, purtroppo, è visto come come una moda», ha aggiunto Francesco Lorenzi, del gruppo musicale Sun Eats Hous. «Bisogna rovesciare questa impostazione». «Per noi amministratori è uno dei temi più difficili da affrontare», ha confessato l’assessore Emilia Laugelli. «Non veniamo capiti dagli adolescenti, non siamo in grado di usare il loro linguaggio». Renato Cumerlato della Fipe ha affermato che sono necessarie leggi più precise in quanto, alle due di notte, gli esercenti sono impotenti di fronte a certe situazioni che si vengono a creare nei loro bar o locali pubblici in generale.

Fiorì Palmeri

 (*) Nota: bisogna far capire ai giovani, ai loro genitori e ai loro nonni che prima di guidare non si deve consumare alcol.


IL GAZZETTINO (Padova)

SAONARA/CODEVIGO Oggi l’esito sul tasso alcolico nelle urine prelevate al marocchino che ha provocato la mortale carambola di Rosara 

«Cerchiamo di farci forza nel ricordo di Simone» 

Ancora gravi le condizioni di Riccardo Maltauro ricoverato in Rianimazione, mentre è fuori pericolo la fidanzata Martina Nicolè

Saonara

Solo oggi si saprà con certezza se K.A.F., il marocchino 37enne residente a Mestre, responsabile della carambola mortale di Rosara, fosse veramente ubriaco fradicio al momento dell’incidente. Le analisi delle urine si sono rese necessarie subito dopo l’incidente che ha causato la morte di Simone Bacchini, 34enne, e gravi lesioni ad una coppia di fidanzati padovani, perchè l’extracomunitario non è apparso lucido ai carabinieri che hanno raccolto la sua testimonianza. Maglietta bianca, bermuda corte color sabbia e testa fra le mani. Dopo lo schianto, K.A.F è rimasto per qualche decina di minuti appoggiato al guard rail di via Argine Sinistro. Una sigaretta dietro l’altra e lo sguardo perso nel vuoto fino a che la polizia municipale lo ha invitato a salire nell’auto di servizio per accompagnarlo a sottoporsi agli accertamenti del caso. Per la famiglia Bacchini, che risiede in via Monte Rosa a Villatora, conoscere l’esito degli esami sarà solo un palliativo per l’immenso dolore che prova. Il fratello Davide, che con la moglie e due figli vive a pochi isolati di distanza dalla villetta in cui abitava Simone con la mamma Germana e il papà Nicola, non si è staccato un attimo dai genitori. «In questi giorni cerchiamo di farci forza a vicenda - dice - Non sappiamo ancora quando sarà celebrato il funerale perchè l’autorizzazione che abbiamo dato all’espianto degli organi prolungherà i tempi di qualche giorno. So che gli amici stanno preparando delle testimonianze d’affetto da leggere durante la messa e abbiamo ricevuto la disponibilità a cantare da parte del gruppo gospel dei "Summertime"». Anche il sindaco Andrea Buso ha voluto essere vicino alla famiglia con una lettera arrivata ieri mattina.

Continuano ad aggrapparsi alla speranza i genitori di Riccardo Maltauro, 31enne padovano, ricoverato in Rianimazione a Padova, dove è stato sottoposto a diversi interventi nel tentativo di fermare i gravi versamenti interni causati dall’urto. Sta meglio, invece, la sua ragazza, Martina Nicolè, 29 anni, anche lei di Padova, ricoverata a Piove di Sacco. Fra qualche giorno la giovane potrà alzarsi dal letto e il suo primo desiderio è quello di raggiungere il fidanzato.

Non cambia la situazione, invece, sul tratto di strada "incriminato", anche domenica preso d’assalto dai turisti del mare che hanno continuato a sfrecciare senza sosta, quasi indifferenti al mazzo di fiori e ai segni sull’asfalto: ciò che rimane dopo l’ennesimo tributo di sangue.

Federica Bertaggia


 QUOTIDIANO.NET

L’INTERVISTA

Vasco Rossi: "La musica arriva direttamente al cuore"

Così, il Blasco senza età, nel corso di un’intervista concessa oggi all’emittente radiofonica RDS: "Poeta...non è esattamente la giusta definizione. Perchè i poeti non usano il mio linguaggio. Semmai sono un nuovo tipo di poeta"

 Roma, 18 giugno 2007 . - "Vasco, la vita spericolata dov’è finita. Adesso ti muovi in pullman...".

"Sì, Viaggio in pullman, Vita spericolata col pullman!".

Così, Vasco Rossi, nel corso di un’intervista concessa oggi all’emittente radiofonica RDS.

"Quanto ti senti poeta?".

"Poeta...non è esattamente la giusta definizione. Perchè i poeti non usano il mio linguaggio. Semmai sono un nuovo tipo di poeta; cantautore, scrivo parole e musica, un duplice linguaggio: parole e musica. La musica crea l’atmosfera per far arrivare la parola. Concepisco canzoni che arrivano dallo stomaco, che scrivo con l’istinto. Cose che, mi accorgo, spesso sono piu avanti del pensiero, il cuore va oltre. Molte volte dico delle cose nelle canzoni, che capisco anni dopo. Mi fido molto dell’istinto; è uno stato particolare di eccitazione, che non puoi sfogare in modo diverso e allora si trova da sfogarlo creando con la chitarra, magari in solitudine totale, perchè vuoi comunicare. Io ringrazio sempre la chitarra e il cielo".

"Michael Jackson ha detto recentemente: ’Con la droga il mondo sarebbe migliore’.....".

"Con la droga si intende tutto quello che fa male ed è proibito. Ci sono altre droghe che vengono considerate meno pericolose, come l’alcool, che invece fa più male. Considerare le droghe tutte uguali è criminale e genera solo confusione fra i ragazzi. La marijuana è pericolosa quanto l’alcool, forse meno - però da 50 anni l’hanno demonizzata e continuano a dire che uccide e altre sciocchezze di tutti i tipi. Con le droghe non è che il mondo sarebbe migliore, ma bisogna farci i conti; il mondo è sempre andato avanti e non si può farle sparire con la bacchetta magica".

"Vasco, ti trovo in gran forma".

"Grazie. Quando devo fare una cosa la faccio, ma devo avere un progetto preciso. Infatti, corro per necessità, non per piacere, perche mi serve per far un pò di fiato, per fare i concerti e stare due ore e mezza sul palco. Devo star attento, ero talmente ingrassato che non riuscivo piu a muovermi. Comunque, i primi 15 giorni che ho smesso di bere il vino, ero molto triste. Poi ho cominciato leggermente a sorridere. Ecco, ci vuole un mese per tornare a ridere normalmente. Poi si sta anche meglio".

"Come fai a tenere sotto il palco, persone di ogni età?".

"Perche è la grande magia della musica, delle canzoni. La musica ti fa arrivare direttamente al cuore, quando riesci a centrare l’atmosfera. E allora non è questione di età. Poi quando si parla, si parla ad un’anima sola: all’anima umana".

"Una magia costosa, quella dei tuoi tour".

"Ecco è importante dirlo. Sento sempre parlare di incassi esorbitanti delle mie tourneè; la gente immagina che arrivino in tasca a me e che così diventi anche più ricco di quello che sono. C’è un grande investimento in realtà. Investiamo moltissimo nella produzione, che costa oltre 15 milioni di euro...".

"Di nuovo tutto esaurito. Due date a Roma...".

"Questa è una cosa incredibile! Riempire l’Olimpico, neanche nei sogni più spericolati potevo immaginarlo. Poi due date di seguito. Penso sia un momento particolarmente magico.

Adesso arriva tutto quello che ho seminato in passato. In realtà, quante volte ho fatto concerti con poca gente; però quella poca gente era talmente convinta di aver visto chissà cosa, che tornava a casa e lo raccontava a tutti. C’è stato un tam-tam e nel giro di 15 anni siamo andati anche oltre, adesso torneremo indietro prima o poi!".

"Ti rendi conto che sei un punto di riferimento, senti la responsabilità?".

"Di quello che dico nelle canzoni sono perfettamente responsabile e contentissimo di essere punto di riferimento musicale e come testi. Mi fa piacere: per me era punto di riferimento Battisti o De Gregori, De Andrè. In quel senso so cosa si prova. Io aspettavo i loro dischi, li compravo e non rimanevo mai deluso, spero che adesso capiti lo stesso a chi compra i miei dischi".


IL GAZZETTINO

Gli undicenni amano il vino mentre i più grandi preferiscono i superalcolici (*)

A livello regionale il 3,6 per cento degli undicenni, il 5,4 per cento dei tredicenni e l’8,2 per cento dei quindicenni dichiarano di bere alcolici quotidianamente. Queste percentuali raddoppiano quando la frequenza diventa settimanale. Per quanto riguarda il tipo di alcolici, gli undicenni bevono soprattutto vino, seguito dalla birra e dai superalcolici. Ne tredicenni e nei quindicenni invece la bevanda alcolica preferita è la birra.

In questi ultimi anni il consumo dei superalcolici ha superato quello del vino. E questa abitudine è legata al fatto che il bere vino per accompagnare i pasti giornalieri fa parte della cultura del Veneto.

Con il crescere dell’età i giovani spostano le loro preferenze verso altre bevande, quali superalcolici o la birra.

Tra le singole province Rovigo è quella dove i giovani, secondo uno studio effettuato dalla Regione, con l’Ufficio scolastico regionale e l’Oms, hanno dichiarato di bere di più.

 

(*) Nota: a 11 anni i bambini bevono quello che versa nel loro bicchiere il papà.

Poi cominciano a bere per conto loro.


 IL GIORNALE

Con l’alcol solubile gli under 16 aggirano i divieti

Un euro e compri una bustina. Sciogli la polverina in acqua e bevi. Così i ragazzi olandesi potranno aggirare il divieto di acquistare alcolici se hanno meno di 16 anni. La nuova invenzione si chiama «Booz to go». «Poiché non si tratta di alcool in forma liquida sarà possibile vendere le bustine anche ai ragazzi di età inferiore al limite posto dalla legge», ha dichiarato Martyn van Nierop, uno dei responsabili del progetto. Le bustine contengono 20 grammi di polvere «magica» che una volta sciolta diventa un bevanda con gradazione al tre per cento d’alcol. Ha già suscitato entusiasmo ancora prima di essere commercializzata. Ma al momento rimane solo un esperimento da laboratorio: deve prima passare in mano alle autorità olandesi che dovranno risolvere il problema legale.


REUTERS

Il Vaticano pubblica i "dieci comandamenti" della guida

CITTA’ DEL VATICANO (Reuters) - Non guidare ubriaco. Rispetta le regole della strada. Non considerare l’automobile un’espressione di potere, di dominio e di occasione di peccato.

Sono alcune delle raccomandazioni contenute nel decalogo pubblicato oggi dal Vaticano all’interno della "Pastorale per gli utenti della strada", un vero e proprio manuale sugli aspetti spirituali e morali della guida.

Nelle 36 pagine del documento, sono contenuti i 10 comandamenti che coprono tutto ciò che ha a che fare con la guida su strada, dalla manutenzione della macchina alla limitazione dell’ "istinto di dominio" che si nasconde in ogni guidatore.

"La guida di un’automobile fa emergere dall’inconscio inclinazioni che di solito, quando non si è per strada, sono ’controllate’. Alla guida, invece, gli squilibri si manifestano, viene favorita la regressione a forme di comportamento primitive", si legge nel documento.

Nella pastorale sono presenti una serie di consigli sull’atteggiamento raccomandato a chi guida, che deve sforzarsi esercitare le virtù cristiane di carità, perdono e prudenza e deve evitare parolacce, gestacci e imprecazioni.

Segno della croce prima della partenza e preghiera durante la guida sono fortemente consigliati.

"Durante il viaggio si potrà con frutto anche pregare vocalmente, alternandosi specialmente, nella recitazione, con chi ci accompagna, come per la recita del Rosario che, per il suo ritmo e la sua dolce ripetizione, non distrae il conducente", recita il documento.

Il quinto comandamento del decalogo ammonisce: "L’automobile non sia per te espressione di potere, di dominio e occasione di peccato".

Durante la conferenza stampa di presentazione, alla domanda su quali siano le occasioni di peccato a cui fa riferimento il documento, il cardinale Renato Martino ha risposto "quelle in cui la macchina diventa il posto dove si compie il peccato".

Infine, la sezione del documento dedicata alla "Vanità e all’esaltazione personale" non risparmia frecciate ai possessori di auto sportive e di lusso.

"L’automobile si presta in modo particolare a essere usata dal proprietario come oggetto di ostentazione di sé e mezzo per eclissare gli altri e suscitare sentimenti di invidia", ammonisce il Vaticano.


L’ARENA di Verona

Siglato un accordo di collaborazione tra il Sert dell’Ulss 20 e il centro universitario di San Francisco

Aumenta il consumo di alcol tra i giovani

La prevenzione passa anche dalla genetica

Si possono individuare i trattamenti specifici per le persone più vulnerabili

 Si inizia a bere vino e birra a 14 anni e poco prima dell’aver compiuto15 anni si conoscono gli effetti dei superalcolici. E sempre a questa età i giovanissimi si avvicinano alla sigaretta. I dati sono stati resi noti dall’Osservatorio regionale sulle dipendenze di via Germania, evidenzia che su di un campione di 4.917 giovani veneti di età compresa tra i 12 ed i 14 anni, il 76 per cento fa uso di alcol. La percentuale è ancora più alta se si considera il dato veronese: 77,7 per cento.

Non c’è nessuna distinzione tra ragazzi e ragazze: tutti sanno che cosa è il «binge drinking», ovvero il bere compulsivo che vede nel buttare giù sei o più bicchieri di sostanze alcoliche il modo più veloce per «sballare».

L’ubriacarsi assume i contorni di un gioco pericoloso e proprio per mettere un freno a questa situazione dal dipartimento delle dipendenze della Ulss20 si cercano nuove soluzioni e iniziative. Ieri in occasione dell’incontro «Genetica e nuovi obiettivi per il trattamento dell’alcoldipedenza», è stato siglato un accordo di collaborazione scientifica fra l’Ernest Gallo Clinic & Research (*) del centro universitario californiano di San Francisco, e il gruppo di ricerca sulle Dipendenze di Verona della Ulss20.

L’obiettivo è di dare il via ad una ricerca sulla famiglia nell’ambito dello studio della genetica e dell’alcoldipendenza. «La ricerca nell’ambito della genetica delle dipendenze può portare a significativi progressi nel trattamento di disturbi complessi come quello dell’alcolismo e della tossicodipendenza e nell’individuazione di interventi di prevenzione specifici destinati alle persone maggiormente vulnerabili», ha dichiarato Raymond White, direttore dell’Ernest Gallo Clinic & Research Center. White è tra i pionieri nello studio delle tecniche molecolari e per i suoi risultati è stato candidato al premio Nobel. Dovremmo forse aspettarci un vaccino contro l’uso di alcol come quello per la cocaina? Non lo escludono Giovanni Serpelloni, direttore del dipartimento della Ulss20 e dell’Osservatorio Regionale, e Antonello Bonci ricercatore nel centro universitario della California, ma, avvertono, «ci vorranno anni di studio».

Dal suo laboratorio americano Bonci ha dimostrato che una droga di abuso come può essere la cocaina produce una memoria cellulare. Sua è sempre la scoperta di una molecola naturale presente nel cervello nello sviluppo della dipendenza da alcol. «Questa collaborazione è innovativa e stimolante in quanto si lega a nuove acquisizioni scientifiche nel campo dello studio della genetica», precisa Serpelloni. E in questo caso arrivano nuove precisazioni: l’identificazione delle influenze genetiche sulla vulnerabilità alcoldipendenza può dare il via ad una serie di trattamenti mirati. Serpelloni ha concluso invitando le associazioni Anonima Alcolisti e Acat a collaborare con il dipartimento in quella che considera «una vera opportunità di studio, ricerca e soprattutto di aiuto» (**).

Anna Zegarelli

 

(*) Nota: straordinario. Per chi non lo sapesse, Ernest Gallo fu uno dei più grandi produttori di vino della storia americana, quello che ideò la strategia di rilanciare l’immagine del vino nel mondo attraverso il messaggio di un suo beneficio per la salute e la longevità (da cui iniziò una serie di manipolazioni della scienza, mai terminate…).

 

(**) Nota: ogni occasione di studi, di ricerca e di collaborazione è sempre la benvenuta.

Ma va detto che questo tipo di approccio appare molto distante, culturalmente, dall’approccio ecologico-sociale che sta alla base del lavoro dei Club degli Alcolisti in trattamento.


IL GIORNALE DI VICENZA

«L’ho ucciso, non volevo»

Ma la parte civile insorge: «È una versione di comodo»

Il travestito colombiano Gomez Martinez confessa al gip le modalità «È stata una disgrazia, perché si è buttato contro di me minaccioso»

Il giudice ha convalidato l’arresto per omicidio volontario e ha firmato l’ordine di custodia in carcere

 di Ivano Tolettini

Attesa, la confessione dell’assassinio di Giacomo Sbabo c’è stata, completa. Rimane pur sempre una versione di parte, che dovrà essere confrontata con i dati scientifici dell’autopsia e con i rilievi eseguiti dai carabinieri nel miniappartamento di corso Padova 173, ma il transessuale colombiano Jimmy Anderson Gomez Martinez ha ammesso di avere ucciso l’autista di Schio. «Sono stato io a colpirlo, ma non volevo - spiega in carcere al gip Eloisa Pesenti e al pm Paolo Pecori -. Lui mi è venuto incontro minaccioso ed ho preso paura. Ho afferrato il coltello, ma è stata una disgrazia, perché si è buttato sopra, non volevo».

 Il motivo della discussione sfociata nel sangue, gli chiede il gip nell’aula degli interrogatori in carcere? «Il prezzo di una prestazione sessuale particolare. Gli ho chiesto 250 euro, lui voleva darmene solo 100. Abbiamo litigato un po’- afferma il viado colombiano di 31 anni alla presenza del suo avvocato di fiducia Piero Zuin - , quindi Sbabo mi ha colpito al volto e all’avambraccio con il tacco di una scarpa. È stato lì che ho perso la testa ed è successa la disgrazia. Avevo bevuto e non ero lucido. L’ho accoltellato, è vero, ma non volevo ucciderlo, anche perché è stato lui a venire contro di me».

È un contesto di devianza, come hanno delineato le indagini dei carabinieri del tenente Graziano Ghinelli e del luogotenente Marco Ferrante, quello in cui matura l’omicidio. Anche se l’avvocato Andrea Massalin per conto della famiglia della vittima, insorge spiegando che è una versione di comodo quella fornita dall’assassino: «Bisogna che gli inquirenti approfondiscano il vero movente, capire quello che realmente è accaduto».

La moglie della vittima, Antonella Zanrosso, e i parenti più stretti oltre al profondo dolore per la morte violenta del congiunto, sono choccati, comprensibilmente, per avere scoperto la sua doppia vita, insospettata.

Il travestito Jimmy Gomez Martinez, in arte Valleryn, carattere rissoso, ha ripetuto di avere inferto una sola coltellata e che non aveva mai visto prima d’ora Sbabo, 40 anni, originario di Staro che da dieci anni abitava a Monte Magrè in contrada Gecchelini.

La vittima fino a pochi mesi fa aveva lavorato come camionista per una ditta di Schio, prima di essere assunto alle Latterie Vicentine come autista per andare a raccogliere quotidianamente il latte.

Rispondendo alle domande del giudice Pesenti, che ha convalidato l’arresto ed ha firmato l’ordine di custodia per omicidio volontario, il colombiano ha riepilogato i cinque contatti telefonici tra loro due venerdì, a partire dalle 18 fino alle 21.20, quando Sbabo è entrato nella sua abitazione. Il trans aveva un’alcolemia di cinque volte superiore (250) a quanto tollerato quando si guida.

«Avevamo concordato la prestazione e il prezzo al telefono - dice Valleryn -, ma quando lui è entrato in casa mi ha chiesto dell’altro. Abbiamo iniziato a discutere fino a quando ci siamo insultati pesantemente ed è successo quello che non avrebbe dovuto capitare. Lui è venuto contro di me e mi ha colpito con il tacco di una scarpa, io ho reagito e ho preso il coltello, colpendolo quando si è buttato contro di me. È stata una disgrazia perché non volevo».

L’autopsia ha accertato che Martinez ha piantato il coltello per quindici centimetri nel costato di Sbabo, spezzandogli una costola e trafiggendogli il cuore.

Il pm Pecori ha escluso, per il momento, di contestare all’omicida l’aggravante della rapina perché nel portafoglio di Sbabo sono stati rinvenuti dai carabinieri 370 euro. Pare tutti quelli che aveva con sé al momento di entrare nella casa del delitto.

Quanto ai cocci rinvenuti in strada che in un primo momento, in base ad alcune testimonianze, avevano fatto ipotizzare al lancio di piatti e di bambole nella concitazione della lite, in realtà si trattava di alcuni angioletti di ceramica che il colombiano teneva sul davanzale di una finestra che non apriva mai.

Quando venerdì sera dopo il delitto le imposte sono state aperte per i rilievi, inavvertitamente gli angioletti sono finiti sull’asfalto, frantumandosi. Il pm Pecori farà eseguire una consulenza per verificare se la dinamica dell’accoltellamento fornita da Gomez Martinez è compatibile con l’altezza di vittima e assassino.


L’ARENA di Verona

SAN BONIFACIO. Fuori dal locale volano bottiglie e sedie

Rissa al bar tra ubriachi Tre in cella e poi multati

Arrivano i carabinieri in via Trieste: arresti e subito il processo

 San Bonifacio. Se la sono data di santa ragione, lo testimoniano i referti medici che raccontano di ferite e contusioni che variano dai 14 ai 21 giorni. Tre giovani indiani residenti a San Bonifacio l’altra notte hanno scatenato una rissa tra loro per motivi futili e anche perché ubriachi. Si sono tirati addosso bottiglie e bicchieri e le sedie del bar scatenando un putiferio.

I residenti di viale Trieste hanno allertato i carabinieri che arrivati sul posto hanno trovato i tre intenti a picchiarsi, li hanno arrestati e accompagnati nelle celle di sicurezza in attesa del processo per direttissima che si è celebrato ieri mattina. I tre hanno chiesto al loro avvocato Marco Libardi di scegliere la formula del rito abbreviato e sono stati condannati al pagamento di 300 euro di multa ciascuno; la pena è stata sospesa e i condannati sono stati rimessi in libertà.

Tra sabato e domenica i militari della locale compagnia hanno eseguito un altro arresto per mancata ottemperanza dell’espulsione e segnalato un giovane per l’assunzione di stupefacenti sequestrandogli alcuni grammi di hashish.

In tutto, tra sabato e domenica sono state controllate 250 persone e 200 automobili grazie al lavoro di dieci pattuglie e 20 uomini. (a.v.)


Mercoledì, 20 Giugno 2007

stampa
Condividi


Area Riservata


Attenzione!
Stai per cancellarti dalla newsletter. Vuoi proseguire?

Iscriviti alla Newsletter
SOCIAL NETWORK