Questa discussione è
tratta dal blog “Emergenza Alcolismo”, un eccellente lavoro curato da
Massimiliano Gentile, che ogni giorno pubblica gentilmente il nostro servizio
di rassegna stampa. Vi invitiamo a leggere con attenzione. Grazie. Gli esercenti fanno
saltare la legge sull’alcol (s.zan.) In discussione il
black out notturno dopo le pressioni dei ristoratori VENEZIA. Il divieto
di vendere, somministrare e consumare alcolici in luoghi pubblici dall’una alle
sei del mattino sfuma ancora prima di diventare regola. La proposta di
legge approvata all’unanimità il 28
novembre in Terza commissione per mettere un freno all’abuso di alcolici,
soprattutto tra i più giovani, è destinata infatti ad essere «aggiustata» prima
di essere sottoposta al voto del Consiglio. Dopo sei mesi di limbo, oggi
pomeriggio, a partire dalle 14, il documento verrà rimesso in discussione. La
revisione verrà presa in considerazione nel corso di una riunione informale tra
i capigruppo e la Commissione preposta agli affari commerciali senza che il documento sia mai stato
sottoposto al giudizio del consiglio, sulla cui testa è transitato fugacemente
giovedì scorso quando era stato posto all’ordine del giorno. Nel mirino
innanzitutto, e con ogni probabilità esclusivamente, il famigerato articolo 6
che prevede, appunto, 5 ore di black out alcolico notturno. Un punto a favore delle associazioni dei
pubblici esercizi che si erano immediatamente scagliate contro la proposta
proibizionista e un doloroso passo indietro per l’Associazione familiari e
vittime della strada. Se oggi il
progetto di legge 117, votato all’unanimità dalla totalità dei rappresentanti
della Commissione, verrà decapitato di uno dei suoi punti cardine, si tratterà
effettivamente di un dietrofront della politica di fronte alle ragioni del
commercio. «Su richiesta delle forze politiche abbiamo deciso di
rivedere il progetto di legge per valutare i margini di intervento dopo il
confronto con gli esercenti» sostiene Giulana Fontanella, presidente della
Terza commissione a margine di un convegno organizzato ieri a Padova dalle
categorie, confermando a denti stretti
l’arretramento che si profila all’orizzonte anche se - sostiene - un primo
punto messo a segno è la reazione di scalpore suscitate dalla proposta: «Noi
non siamo proibizionisti - precisa Fontanella - il messaggio deve focalizzarsi
sulla necessità di sostenere e programmare i progetti di prevenzione». Il
documento che verrà prodotto nell’incontro di oggi, dovrà sottostare all’iter
consiliare, con la probabilità di vedere
la luce solo il prossimo autunno e la coscienza di aver perso quasi un anno.
Tutta un’estate di sballi. E malgrado le sollecitazioni che, numeri alla
mano, arrivano dal responsabile dell’Osservatorio nazionale sull’alcol
dell’Istituto superiore di sanità: «La vostra Regione è famosa per le richieste
federaliste - sostiene Emanuele Scafato
- questo non significa solo diritti ma
anche doveri, responsabilità e adozione di misure proprie per contrastare il
problema. Le regole sono necessarie. Il consumo responsabile nasce dal rispetto
delle norme. E vendere alcolici ai minori è un crimine». Dal canto loro i
pubblici esercizi hanno formalizzato proposte alternative a quella della
Regione. Un decalogo che si arricchisce anche dei suggerimenti dei singoli,
come vietare la somministrazione di alcolici nelle discoteche dopo una certa
ora. Il decalogo ufficiale prevede corsi abilitanti e di aggiornamento per
esercenti e il coinvolgimento degli studenti. (*) E’ la solita storia: norme condivise dalla stragrande
maggioranza dei cittadini non passano, solo per proteggere il denaro di
qualcuno. L’interesse di pochi calpesta il diritto alla salute e
alla sicurezza di tutti. In spregio a chi ne ha pagato, e ne pagherà, in sofferenza e disperazione umana, le drammatiche conseguenze. Al convegno di
Padova su sicurezza e salute gli esercenti contestano il nuovo progetto di
legge regionale che vuole impedire la vendita di alcol dopo l’una di notte. E
avanzano una proposta Contro le stragi del
sabato sera arriva il "guidatore designato" Padova NOSTRO SERVIZIO «Spendiamo come
regione un mucchio di soldi per la promozione dell’enogastronomia: che senso ha
investire cifre così importanti se all’una di notte togliamo di mano il
bicchiere al turista? (*) Il proibizionismo potrebbe innescare il
famigerato pendolarismo o nomadismo notturno verso le regioni confinanti che
non pongono limiti agli orari di somministrazione delle bevande alcoliche».
L’abuso di vino, birra, spritz, superalcolici con la loro scia rossa di sangue,
che macchia le strade e precipita nel baratro della disperazione tante famiglie
venete, non può essere sconfitto
accollandone l’intero peso agli esercenti pubblici: Erminio Alajmo,
presidente della Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi) del Veneto, non
manda giù il progetto di legge 117 riguardante la disciplina delle attività di
somministrazione di alimenti e bevande approvata all’unanimità dalla terza
commissione consiliare della Regione Veneto che, all’articolo 6, prevede il
divieto di vendere, somministrare e consumare alcolici, di qualunque
gradazione, dall’una di notte alle sei del mattino. Aprendo ieri a Padova il convegno su "Alcol,
sicurezza e salute: vietare o educare?", Alajmo ha lanciato una serie di
proposte che affondano la prima ipotesi - vietare - e rilanciano la seconda,
educare. Come? Introducendo il
"guidatore designato" (**) ovvero individuare chi si metterà al
volante al ritorno dalla discoteca, pronto a non toccare alcol,
responsabilizzando gli studenti delle scuole e inserendo insegnamenti
obbligatori (soprattutto negli istituti alberghieri) sull’abuso delle sostanze
eccitanti, formando i futuri venditori sugli effetti-alcolcorrelati,
distribuendo cocktail a basso contenuto alcolico, esponendo a chiare lettere il
cartello che vieta a chi ha meno di 16 anni di bere alcolici. Inoltre
promuovendo campagne sulla sicurezza stradale e applicando le leggi vigenti.
Non ultimo, «non addossando - ha detto Alajmo - tutta la colpa ai pubblici
esercizi: c’è una miriade di attività
similari e abusive, penso a sagre, feste campestri, pseudo-circoli privati,
agriturismo, club, coordinate spesso da soggetti non identificati, che sembrano
esenti da ogni regola e controllo». Per Edi Sommariva, direttore generale
della Fipe nazionale, urge incrementare i controlli sulle strade: 300 mila
l’anno in Italia, contro i 10 milioni della Francia. «Il proibizionismo
- ha osservato il direttore del Gazzettino Roberto Papetti - non annulla i
problemi ma ne riduce l’impatto sociale: ogni società ha il diritto/dovere di
decidere se alcune cose sono da proibire o meno». Gli ha fatto eco Emanuele Scafato dell’Istituto
superiore di Sanità: «Se ci sono
regole giuste si vive bene, se ci sono regole sbagliate si vive male, se non ci
sono regole non si vive». E ha ricordato che le notti sono le più
pericolose con 35.098 incidenti stradali nel 2005 (nella metà dei casi per
guida distratta, mancato rispetto del codice della strada, velocità elevata)
che hanno causato il decesso di 1.529 persone e il ferimento di 54.873. «Riflettiamo su chi rimane pesantemente
disabile», ha esortato Scafato, mentre Arrigo Cipriani, celeberrimo
esercente veneto, lanciava una provocazione estrema: «Facciamo come accade in un centinaio di discoteche di New York dove
sono messi al bando gli alcolici: diamo da bere Coca-Cola». Da parte sua Giuliana Fontanella, presidente della terza
commissione consiliare regionale, ha difeso il progetto di legge, pur
ammettendo che oggi «verrà analizzato a tavolino: procederemo a eventuali
osservazioni, visto il grande scalpore che ha suscitato». In contemporanea
l’assessore regionale alle politiche economiche Fabio Gava sottoscriveva la
raccolta di firme indetta dalla Confcommercio Veneto contro la revisione degli
studi di settore. «Ho deciso di schierarmi senza remore - ha spiegato Gava -
perché con gli studi di settore il Governo ha cambiato le regole del gioco
durante la partita, violando così il corretto rapporto di fiducia tra istituzioni
e cittadini. Ho firmato al fianco dei commercianti, e sabato sarò in piazza a
Treviso con gli artigiani». Intanto oggi in Giunta a Padova, annuncia
l’assessore comunale alle politiche sociali Claudio Sinigaglia, si deciderà di
mettere in campo controlli incrociati di Polizia municipale e Questura: gli
agenti, muniti di etilometro, terranno monitorato il territorio comunale nei
week-end. Federica Cappellato Non ha senso investire un sacco di denaro pubblico per la
promozione dell’alcol, alla luce dei rischi che il bere comporta. AUTOGRILL:STOP VINO
IN AUTOSTRADA, DANNO A SISTEMA DA 50 MLN (ANSA) - ROMA, 19 GIU - Una perdita da 50 milioni di euro
all’anno. E’ questo l’impatto che, secondo Autogrill, potrebbe avere sul
sistema delle bevande a bassa gradazione alcolica il disegno di legge del
ministro della Salute, Livia Turco, che prevede il divieto di vendita di vino e
birra in autostrada (*). I danni, spiega Giuseppe Cerroni, direttore generale
Affari Istituzionali di Autogrill, sono sicuri: meno 50 milioni di euro di
vendite per un prodotto tipicamente italiano; centinaia di piccole aziende
vitivinicole che perderebbero una vetrina rivolta agli utenti autostradali e al
turismo; un colpo gratuito a una
componente essenziale della dieta mediterranea". Ricordando di aver
"smesso definitivamente di vendere superalcolici in tutte le sue aree di
servizio, anche se non obbligata da alcuna legge", Autogrill ricorda il
suo impegno a rafforzare la prevenzione degli incidenti del sabato sera e
conferma al ministro Turco "eguale disponibilità a collaborare con atti
concreti sulle politiche della sicurezza che riterrà di realizzare".(ANSA). (*) Nota: i turisti che vengono in Italia non vengono a
visitare le autostrade: se vogliono portarsi a casa una bottiglia di vino, la
acquistano lo stesso, nel corso delle loro visite alle nostre località
turistiche. Quindi il problema economico non è dei produttori di vino
e birra, ma dei gestori delle aree di servizio. Ancora una volta si tratta di scegliere tra tutelare
l’interesse economico di qualcuno, piuttosto che la salute e la sicurezza di
tutti. Io ho già un’idea su come andrà a finire: non ve lo dico per non passare da disfattista.
Video choc. “Vino
più caro o sarà sangue” Un video con sette
uomini incappucciati che leggono un proclama rivolto al neopresidente Sarkozy:
si alzi il prezzo del vino o scorrerà il sangue. L’anomala minaccia viene dalla
Francia, dalla regione della Languedoc. Il
gruppo di incappucciati risponde al nome di Crav, che sta per Unione per
l’Azione della viticultura. Il messaggio è stato lanciato questo fine settimana, a 100
anni dall’ultima rivolta dei vinocultori della zona, che finì con sei
dimostranti uccisi dall’esercito francese. Qual è la protesta attuale? I prezzi dei vini sono così
bassi che molti agricoltori non riescono neanche più a sopravvivere, i loro
guadagni sono diminuiti fino al 50%. Nei giorni scorsi il video, preceduto da
atti dimostrativi per far capire al governo che il Crav è pronto anche a ricorrere alla violenza: supermercati che
vendono vini stranieri colpiti con esplosivi, autobotti assaltate. (*) La Languedoc produce
più vino di quanto ne possa vendere, per questo i prezzi sono crollati. Il
Crav chiede di incontrare il governo per arrivare a una soluzione.
SCHIO Giovedì alle
18 piazza Almerico ospiterà il primo FestivalBao promosso da Comune, Asl 4,
Ascom e progetto Blu Runner Musica in piazza per
prevenire l’abuso di alcol Concerti, stand
informativi delle autoscuole sulla guida in sicurezza, gara di cocktail
analcolici Schio Arriva Festivalbao,
la musica contro l’abuso dell’alcool. Giovedì piazza Almerico ospiterà la manifestazione che
mette insieme divertimento e prevenzione. Dalle 18 concerti, stand informativi,
il camper di Blu Runner e una gara di cocktail analcolici. Un concerto per dire
ai giovani che ci si può divertire anche senza abusare di alcool. È stata
presentata ieri mattina nel municipio di Schio la prima edizione di
"Festivalbao", così denominata perché si svolgerà nella piazza che,
impropriamente, è chiamata piazza del Bao. La manifestazione di prevenzione e
sensibilizzazione -organizzata da Comune, Asl 4, Ascom e Progetto Blu Runner-
proporrà concerti, stand informativi delle scuole guida e la possibilità di
effettuare una prova con l’alcotest nel camper di Blu Runner. Un’ora dopo i
baristi di alcuni locali scledensi si sfideranno nella prova del cocktail
analcolico che diventerà la bevanda ufficiale della prossima Notte Bianca. La
festa, che rientra nel progetto "Locale Amico" e "Alcol e
Guida", intende coniugare divertimento e prevenzione rispetto all’abuso di
alcool e lanciare un messaggio chiaro:
per divertirsi non serve bere. E, come suggerisce la denominazione
dell’iniziativa, il linguaggio per parlare ai giovani è la musica: alle 18 la
manifestazione, infatti, si aprirà con un dj set che accompagnerà i giovani
fino alle 19 quando i protagonisti saranno, invece, i locali pubblici scledensi
e i loro baristi che si sfideranno nella gara per la preparazione del cocktail
analcolico. Dalle 20 ritornerà la musica con i concerti delle band locali
"Devotion" e "Spigo" (rock alternativo). A chiudere la
serata saranno, dalle 22 in poi, i "Sun Eats Hours" importante gruppo
scledense impegnato in un tour internazionale. Oltre alla buona musica, in piazza del Bao saranno
presenti anche le scuole guida della città con uno stand che offrirà gadget ed
informazioni sulla sicurezza con particolare attenzione ai pericoli legati alla
guida in stato di ebbrezza. Quest’ultimo fenomeno preoccupa molto la città per
i rischi che ne derivano: «Il fenomeno è ampio», ha affermato nel corso della
presentazione il comandante della polizia locale Alto Vicentino Matteo Maroni.
«Dove c’è abuso di alcool ci sono
incidenti con feriti gravi. E questi avvengono soprattutto nel fine settimana
nella fascia oraria che va dalle 2 di notte alle 6 del mattino. Bisogna far
capire ai giovani che, se hanno ecceduto nel bere, devono aspettare almeno
un’ora prima di mettersi alla guida». (*) «Lo sballo, purtroppo, è visto come come una moda», ha
aggiunto Francesco Lorenzi, del gruppo musicale Sun Eats Hous. «Bisogna
rovesciare questa impostazione». «Per noi amministratori è uno dei temi più
difficili da affrontare», ha confessato l’assessore Emilia Laugelli. «Non
veniamo capiti dagli adolescenti, non siamo in grado di usare il loro
linguaggio». Renato Cumerlato della Fipe ha affermato che sono necessarie leggi più precise in quanto, alle due di
notte, gli esercenti sono impotenti di fronte a certe situazioni che si vengono
a creare nei loro bar o locali pubblici in generale. Fiorì Palmeri IL GAZZETTINO (Padova) SAONARA/CODEVIGO Oggi
l’esito sul tasso alcolico nelle urine prelevate al marocchino che ha provocato
la mortale carambola di Rosara «Cerchiamo di farci
forza nel ricordo di Simone» Ancora gravi le
condizioni di Riccardo Maltauro ricoverato in Rianimazione, mentre è fuori
pericolo la fidanzata Martina Nicolè Saonara Solo oggi si saprà
con certezza se K.A.F., il marocchino 37enne residente a Mestre, responsabile
della carambola mortale di Rosara, fosse veramente ubriaco fradicio al momento
dell’incidente. Le analisi delle urine si sono rese necessarie subito dopo
l’incidente che ha causato la morte di Simone Bacchini, 34enne, e gravi lesioni
ad una coppia di fidanzati padovani, perchè l’extracomunitario non è apparso lucido ai carabinieri che
hanno raccolto la sua testimonianza. Maglietta bianca, bermuda corte color
sabbia e testa fra le mani. Dopo lo schianto, K.A.F è rimasto per qualche
decina di minuti appoggiato al guard rail di via Argine Sinistro. Una sigaretta
dietro l’altra e lo sguardo perso nel vuoto fino a che la polizia municipale lo
ha invitato a salire nell’auto di servizio per accompagnarlo a sottoporsi agli
accertamenti del caso. Per la famiglia Bacchini, che risiede in via Monte Rosa
a Villatora, conoscere l’esito degli esami sarà solo un palliativo per
l’immenso dolore che prova. Il fratello Davide, che con la moglie e due figli
vive a pochi isolati di distanza dalla villetta in cui abitava Simone con la
mamma Germana e il papà Nicola, non si è staccato un attimo dai genitori. «In
questi giorni cerchiamo di farci forza a vicenda - dice - Non sappiamo ancora
quando sarà celebrato il funerale perchè l’autorizzazione che abbiamo dato
all’espianto degli organi prolungherà i tempi di qualche giorno. So che gli
amici stanno preparando delle testimonianze d’affetto da leggere durante la
messa e abbiamo ricevuto la disponibilità a cantare da parte del gruppo gospel
dei "Summertime"». Anche il sindaco Andrea Buso ha voluto essere
vicino alla famiglia con una lettera arrivata ieri mattina. Continuano ad aggrapparsi alla speranza i genitori di
Riccardo Maltauro, 31enne padovano, ricoverato in Rianimazione a Padova, dove è
stato sottoposto a diversi interventi nel tentativo di fermare i gravi
versamenti interni causati dall’urto. Sta meglio, invece, la sua ragazza,
Martina Nicolè, 29 anni, anche lei di Padova, ricoverata a Piove di Sacco. Fra
qualche giorno la giovane potrà alzarsi dal letto e il suo primo desiderio è
quello di raggiungere il fidanzato. Non cambia la situazione, invece, sul tratto di strada
"incriminato", anche domenica preso d’assalto dai turisti del mare
che hanno continuato a sfrecciare senza sosta, quasi indifferenti al mazzo di fiori e ai segni sull’asfalto: ciò che
rimane dopo l’ennesimo tributo di sangue. Federica Bertaggia L’INTERVISTA Vasco Rossi:
"La musica arriva direttamente al cuore" Così, il Blasco
senza età, nel corso di un’intervista concessa oggi all’emittente radiofonica
RDS: "Poeta...non è esattamente la
giusta definizione. Perchè i poeti non usano il mio linguaggio. Semmai sono un
nuovo tipo di poeta" Roma, 18 giugno
2007 . - "Vasco, la vita
spericolata dov’è finita. Adesso ti muovi in pullman...". "Sì, Viaggio in pullman, Vita spericolata col
pullman!". Così, Vasco Rossi, nel corso di un’intervista concessa
oggi all’emittente radiofonica RDS. "Quanto ti senti
poeta?". "Poeta...non è esattamente la giusta definizione.
Perchè i poeti non usano il mio linguaggio. Semmai sono un nuovo tipo di poeta;
cantautore, scrivo parole e musica, un duplice linguaggio: parole e musica. La
musica crea l’atmosfera per far arrivare la parola. Concepisco canzoni che
arrivano dallo stomaco, che scrivo con l’istinto. Cose che, mi accorgo, spesso
sono piu avanti del pensiero, il cuore va oltre. Molte volte dico delle cose
nelle canzoni, che capisco anni dopo. Mi fido molto dell’istinto; è uno stato
particolare di eccitazione, che non puoi sfogare in modo diverso e allora si
trova da sfogarlo creando con la chitarra, magari in solitudine totale, perchè
vuoi comunicare. Io ringrazio sempre la chitarra e il cielo". "Michael Jackson
ha detto recentemente: ’Con la droga il mondo sarebbe migliore’.....". "Con la droga si intende tutto quello che fa male ed
è proibito. Ci sono altre droghe che
vengono considerate meno pericolose, come l’alcool, che invece fa più male.
Considerare le droghe tutte uguali è criminale e genera solo confusione fra i
ragazzi. La marijuana è pericolosa
quanto l’alcool, forse meno - però da 50 anni l’hanno demonizzata e continuano
a dire che uccide e altre sciocchezze di tutti i tipi. Con le droghe non è
che il mondo sarebbe migliore, ma bisogna
farci i conti; il mondo è sempre andato avanti e non si può farle sparire
con la bacchetta magica". "Vasco, ti
trovo in gran forma". "Grazie. Quando devo fare una cosa la faccio, ma devo
avere un progetto preciso. Infatti, corro per necessità, non per piacere,
perche mi serve per far un pò di fiato, per fare i concerti e stare due ore e
mezza sul palco. Devo star attento, ero talmente ingrassato che non riuscivo
piu a muovermi. Comunque, i primi 15 giorni
che ho smesso di bere il vino, ero molto triste. Poi ho cominciato leggermente
a sorridere. Ecco, ci vuole un mese per tornare a ridere normalmente. Poi si
sta anche meglio". "Come fai a
tenere sotto il palco, persone di ogni età?". "Perche è la grande magia della musica, delle
canzoni. La musica ti fa arrivare direttamente al cuore, quando riesci a
centrare l’atmosfera. E allora non è questione di età. Poi quando si parla, si
parla ad un’anima sola: all’anima umana". "Una magia costosa,
quella dei tuoi tour". "Ecco è importante dirlo. Sento sempre parlare di
incassi esorbitanti delle mie tourneè; la gente immagina che arrivino in tasca
a me e che così diventi anche più ricco di quello che sono. C’è un grande
investimento in realtà. Investiamo moltissimo nella produzione, che costa oltre
15 milioni di euro...". "Di nuovo tutto
esaurito. Due date a Roma...". "Questa è una cosa incredibile! Riempire l’Olimpico,
neanche nei sogni più spericolati potevo immaginarlo. Poi due date di seguito.
Penso sia un momento particolarmente magico. Adesso arriva tutto quello che ho seminato in passato. In
realtà, quante volte ho fatto concerti con poca gente; però quella poca gente
era talmente convinta di aver visto chissà cosa, che tornava a casa e lo
raccontava a tutti. C’è stato un tam-tam e nel giro di 15 anni siamo andati
anche oltre, adesso torneremo indietro prima o poi!". "Ti rendi conto
che sei un punto di riferimento, senti la responsabilità?". "Di quello che dico nelle canzoni sono perfettamente
responsabile e contentissimo di essere punto di riferimento musicale e come
testi. Mi fa piacere: per me era punto di riferimento Battisti o De Gregori, De
Andrè. In quel senso so cosa si prova. Io aspettavo i loro dischi, li compravo
e non rimanevo mai deluso, spero che adesso capiti lo stesso a chi compra i
miei dischi". IL GAZZETTINO Gli undicenni amano
il vino mentre i più grandi preferiscono i superalcolici (*) A livello regionale il 3,6 per cento degli undicenni, il
5,4 per cento dei tredicenni e l’8,2 per cento dei quindicenni dichiarano di
bere alcolici quotidianamente. Queste percentuali raddoppiano quando la
frequenza diventa settimanale. Per quanto riguarda il tipo di alcolici, gli
undicenni bevono soprattutto vino, seguito dalla birra e dai superalcolici. Ne
tredicenni e nei quindicenni invece la bevanda alcolica preferita è la birra. In questi ultimi anni il consumo dei superalcolici ha
superato quello del vino. E questa abitudine è legata al fatto che il bere vino
per accompagnare i pasti giornalieri fa parte della cultura del Veneto. Con il crescere dell’età i giovani spostano le loro
preferenze verso altre bevande, quali superalcolici o la birra. Tra le singole province Rovigo è quella dove i giovani,
secondo uno studio effettuato dalla Regione, con l’Ufficio scolastico regionale
e l’Oms, hanno dichiarato di bere di più. (*) Nota: a 11 anni i bambini bevono quello che versa nel
loro bicchiere il papà. Poi cominciano a bere per conto loro. Con l’alcol solubile
gli under 16 aggirano i divieti Un euro e compri una bustina. Sciogli la polverina in
acqua e bevi. Così i ragazzi olandesi potranno aggirare il divieto di
acquistare alcolici se hanno meno di 16 anni. La nuova invenzione si chiama
«Booz to go». «Poiché non si tratta di
alcool in forma liquida sarà possibile vendere le bustine anche ai ragazzi di
età inferiore al limite posto dalla legge», ha dichiarato Martyn van
Nierop, uno dei responsabili del progetto. Le bustine contengono 20 grammi di
polvere «magica» che una volta sciolta diventa un bevanda con gradazione al tre
per cento d’alcol. Ha già suscitato
entusiasmo ancora prima di essere commercializzata. Ma al momento rimane
solo un esperimento da laboratorio: deve prima passare in mano alle autorità
olandesi che dovranno risolvere il problema legale. REUTERS Il Vaticano pubblica
i "dieci comandamenti" della guida CITTA’ DEL VATICANO (Reuters) - Non guidare ubriaco. Rispetta le regole della strada. Non considerare
l’automobile un’espressione di potere, di dominio e di occasione di peccato. Sono alcune delle raccomandazioni contenute nel decalogo
pubblicato oggi dal Vaticano all’interno della "Pastorale per gli utenti della strada", un vero e proprio
manuale sugli aspetti spirituali e morali della guida. Nelle 36 pagine del documento, sono contenuti i 10
comandamenti che coprono tutto ciò che ha a che fare con la guida su strada,
dalla manutenzione della macchina alla limitazione dell’ "istinto di
dominio" che si nasconde in ogni guidatore. "La guida di un’automobile fa emergere dall’inconscio
inclinazioni che di solito, quando non si è per strada, sono ’controllate’.
Alla guida, invece, gli squilibri si manifestano, viene favorita la regressione
a forme di comportamento primitive", si legge nel documento. Nella pastorale sono presenti una serie di consigli
sull’atteggiamento raccomandato a chi guida, che deve sforzarsi esercitare le
virtù cristiane di carità, perdono e prudenza e deve evitare parolacce,
gestacci e imprecazioni. Segno della croce prima della partenza e preghiera durante
la guida sono fortemente consigliati. "Durante il viaggio si potrà con frutto anche pregare
vocalmente, alternandosi specialmente, nella recitazione, con chi ci
accompagna, come per la recita del Rosario che, per il suo ritmo e la sua dolce
ripetizione, non distrae il conducente", recita il documento. Il quinto comandamento del decalogo ammonisce:
"L’automobile non sia per te espressione di potere, di dominio e occasione
di peccato". Durante la conferenza stampa di presentazione, alla
domanda su quali siano le occasioni di peccato a cui fa riferimento il
documento, il cardinale Renato Martino ha risposto "quelle in cui la
macchina diventa il posto dove si compie il peccato". Infine, la sezione del documento dedicata alla
"Vanità e all’esaltazione personale" non risparmia frecciate ai
possessori di auto sportive e di lusso. "L’automobile si presta in modo particolare a essere
usata dal proprietario come oggetto di ostentazione di sé e mezzo per eclissare
gli altri e suscitare sentimenti di invidia", ammonisce il Vaticano. L’ARENA di Verona Siglato un accordo
di collaborazione tra il Sert dell’Ulss 20 e il centro universitario di San
Francisco Aumenta il consumo
di alcol tra i giovani La prevenzione passa
anche dalla genetica Si possono
individuare i trattamenti specifici per le persone più vulnerabili Si inizia a bere
vino e birra a 14 anni e poco prima dell’aver compiuto15 anni si conoscono gli
effetti dei superalcolici. E sempre a questa età i giovanissimi si avvicinano
alla sigaretta. I dati sono stati resi noti dall’Osservatorio regionale sulle
dipendenze di via Germania, evidenzia che su di un campione di 4.917 giovani
veneti di età compresa tra i 12 ed i 14 anni, il 76 per cento fa uso di alcol.
La percentuale è ancora più alta se si considera il dato veronese: 77,7 per
cento. Non c’è nessuna distinzione tra ragazzi e ragazze: tutti
sanno che cosa è il «binge drinking», ovvero il bere compulsivo che vede nel
buttare giù sei o più bicchieri di sostanze alcoliche il modo più veloce per
«sballare». L’ubriacarsi assume i contorni di un gioco pericoloso e
proprio per mettere un freno a questa situazione dal dipartimento delle
dipendenze della Ulss20 si cercano nuove soluzioni e iniziative. Ieri in
occasione dell’incontro «Genetica e nuovi obiettivi per il trattamento
dell’alcoldipedenza», è stato siglato un accordo di collaborazione scientifica fra l’Ernest Gallo Clinic & Research
(*) del centro universitario californiano di San Francisco, e il gruppo di
ricerca sulle Dipendenze di Verona della Ulss20. L’obiettivo è di dare il via ad una ricerca sulla famiglia
nell’ambito dello studio della genetica e dell’alcoldipendenza. «La ricerca
nell’ambito della genetica delle dipendenze può portare a significativi
progressi nel trattamento di disturbi complessi come quello dell’alcolismo e
della tossicodipendenza e nell’individuazione di interventi di prevenzione
specifici destinati alle persone maggiormente vulnerabili», ha dichiarato
Raymond White, direttore dell’Ernest Gallo Clinic & Research Center. White
è tra i pionieri nello studio delle tecniche molecolari e per i suoi risultati
è stato candidato al premio Nobel. Dovremmo forse aspettarci un vaccino contro
l’uso di alcol come quello per la cocaina? Non lo escludono Giovanni
Serpelloni, direttore del dipartimento della Ulss20 e dell’Osservatorio
Regionale, e Antonello Bonci ricercatore nel centro universitario della
California, ma, avvertono, «ci vorranno anni di studio». Dal suo laboratorio americano Bonci ha dimostrato che una
droga di abuso come può essere la cocaina produce una memoria cellulare. Sua è
sempre la scoperta di una molecola
naturale presente nel cervello nello sviluppo della dipendenza da alcol. «Questa
collaborazione è innovativa e stimolante in quanto si lega a nuove acquisizioni
scientifiche nel campo dello studio della genetica», precisa Serpelloni. E in
questo caso arrivano nuove precisazioni: l’identificazione
delle influenze genetiche sulla vulnerabilità alcoldipendenza può dare il via
ad una serie di trattamenti mirati. Serpelloni
ha concluso invitando le associazioni Anonima Alcolisti e Acat a collaborare
con il dipartimento in quella che considera «una vera opportunità di studio,
ricerca e soprattutto di aiuto» (**). Anna Zegarelli (*) Nota: straordinario. Per chi non lo sapesse, Ernest
Gallo fu uno dei più grandi produttori di vino della storia americana, quello
che ideò la strategia di rilanciare l’immagine del vino nel mondo attraverso il
messaggio di un suo beneficio per la salute e la longevità (da cui iniziò una
serie di manipolazioni della scienza, mai terminate…). (**) Nota: ogni occasione di studi, di ricerca e di
collaborazione è sempre la benvenuta. Ma va detto che questo tipo di approccio appare molto
distante, culturalmente, dall’approccio ecologico-sociale che sta alla base del
lavoro dei Club degli Alcolisti in trattamento. IL GIORNALE DI VICENZA «L’ho ucciso, non
volevo» Ma la parte civile
insorge: «È una versione di comodo» Il travestito
colombiano Gomez Martinez confessa al gip le modalità «È stata una disgrazia,
perché si è buttato contro di me minaccioso» Il giudice ha
convalidato l’arresto per omicidio volontario e ha firmato l’ordine di custodia
in carcere di Ivano Tolettini Attesa, la confessione dell’assassinio di Giacomo Sbabo
c’è stata, completa. Rimane pur sempre una versione di parte, che dovrà essere
confrontata con i dati scientifici dell’autopsia e con i rilievi eseguiti dai carabinieri
nel miniappartamento di corso Padova 173, ma il transessuale colombiano Jimmy
Anderson Gomez Martinez ha ammesso di avere ucciso l’autista di Schio. «Sono
stato io a colpirlo, ma non volevo - spiega in carcere al gip Eloisa Pesenti e
al pm Paolo Pecori -. Lui mi è venuto incontro minaccioso ed ho preso paura. Ho
afferrato il coltello, ma è stata una disgrazia, perché si è buttato sopra, non
volevo». Il motivo della
discussione sfociata nel sangue, gli chiede il gip nell’aula degli interrogatori
in carcere? «Il prezzo di una prestazione sessuale particolare. Gli ho chiesto
250 euro, lui voleva darmene solo 100. Abbiamo litigato un po’- afferma il
viado colombiano di 31 anni alla presenza del suo avvocato di fiducia Piero
Zuin - , quindi Sbabo mi ha colpito al volto e all’avambraccio con il tacco di
una scarpa. È stato lì che ho perso la testa ed è successa la disgrazia. Avevo bevuto e non ero lucido. L’ho
accoltellato, è vero, ma non volevo ucciderlo, anche perché è stato lui a
venire contro di me». È un contesto di devianza, come hanno delineato le
indagini dei carabinieri del tenente Graziano Ghinelli e del luogotenente Marco
Ferrante, quello in cui matura l’omicidio. Anche se l’avvocato Andrea Massalin
per conto della famiglia della vittima, insorge spiegando che è una versione di
comodo quella fornita dall’assassino: «Bisogna che gli inquirenti
approfondiscano il vero movente, capire quello che realmente è accaduto». La moglie della vittima, Antonella Zanrosso, e i parenti
più stretti oltre al profondo dolore per la morte violenta del congiunto, sono
choccati, comprensibilmente, per avere scoperto la sua doppia vita,
insospettata. Il travestito Jimmy Gomez Martinez, in arte Valleryn,
carattere rissoso, ha ripetuto di avere inferto una sola coltellata e che non
aveva mai visto prima d’ora Sbabo, 40 anni, originario di Staro che da dieci
anni abitava a Monte Magrè in contrada Gecchelini. La vittima fino a pochi mesi fa aveva lavorato come
camionista per una ditta di Schio, prima di essere assunto alle Latterie
Vicentine come autista per andare a raccogliere quotidianamente il latte. Rispondendo alle domande del giudice Pesenti, che ha
convalidato l’arresto ed ha firmato l’ordine di custodia per omicidio
volontario, il colombiano ha riepilogato i cinque contatti telefonici tra loro
due venerdì, a partire dalle 18 fino alle 21.20, quando Sbabo è entrato nella
sua abitazione. Il trans aveva un’alcolemia di cinque volte superiore (250) a
quanto tollerato quando si guida. «Avevamo concordato la prestazione e il prezzo al telefono
- dice Valleryn -, ma quando lui è entrato in casa mi ha chiesto dell’altro.
Abbiamo iniziato a discutere fino a quando ci siamo insultati pesantemente ed è
successo quello che non avrebbe dovuto capitare. Lui è venuto contro di me e mi
ha colpito con il tacco di una scarpa, io ho reagito e ho preso il coltello,
colpendolo quando si è buttato contro di me. È stata una disgrazia perché non
volevo». L’autopsia ha accertato che Martinez ha piantato il
coltello per quindici centimetri nel costato di Sbabo, spezzandogli una costola
e trafiggendogli il cuore. Il pm Pecori ha escluso, per il momento, di contestare
all’omicida l’aggravante della rapina perché nel portafoglio di Sbabo sono
stati rinvenuti dai carabinieri 370 euro. Pare tutti quelli che aveva con sé al
momento di entrare nella casa del delitto. Quanto ai cocci rinvenuti in strada che in un primo
momento, in base ad alcune testimonianze, avevano fatto ipotizzare al lancio di
piatti e di bambole nella concitazione della lite, in realtà si trattava di
alcuni angioletti di ceramica che il colombiano teneva sul davanzale di una
finestra che non apriva mai. Quando venerdì sera dopo il delitto le imposte sono state
aperte per i rilievi, inavvertitamente gli angioletti sono finiti sull’asfalto,
frantumandosi. Il pm Pecori farà eseguire una consulenza per verificare se la
dinamica dell’accoltellamento fornita da Gomez Martinez è compatibile con
l’altezza di vittima e assassino. L’ARENA di Verona SAN BONIFACIO. Fuori
dal locale volano bottiglie e sedie Rissa al bar tra
ubriachi Tre in cella e poi multati Arrivano i
carabinieri in via Trieste: arresti e subito il processo San Bonifacio. Se
la sono data di santa ragione, lo testimoniano i referti medici che raccontano
di ferite e contusioni che variano dai 14 ai 21 giorni. Tre giovani indiani
residenti a San Bonifacio l’altra notte hanno
scatenato una rissa tra loro per motivi futili e anche perché ubriachi. Si sono
tirati addosso bottiglie e bicchieri e le sedie del bar scatenando un
putiferio. I residenti di viale Trieste hanno allertato i carabinieri
che arrivati sul posto hanno trovato i tre intenti a picchiarsi, li hanno
arrestati e accompagnati nelle celle di sicurezza in attesa del processo per
direttissima che si è celebrato ieri mattina. I tre hanno chiesto al loro
avvocato Marco Libardi di scegliere la formula del rito abbreviato e sono stati
condannati al pagamento di 300 euro di multa ciascuno; la pena è stata sospesa
e i condannati sono stati rimessi in libertà. Tra sabato e domenica i militari della locale compagnia
hanno eseguito un altro arresto per mancata ottemperanza dell’espulsione e
segnalato un giovane per l’assunzione di stupefacenti sequestrandogli alcuni
grammi di hashish. In tutto, tra sabato e domenica sono state controllate 250
persone e 200 automobili grazie al lavoro di dieci pattuglie e 20 uomini.
(a.v.) Mercoledì, 20 Giugno 2007
|