Pressphoto
Un
trucco facile per poter vendere o regalare ad amici e parenti gli scooter
sequestrati. Uno scherzetto che è costato caro a tre dei protagonisti, che ieri
sono finiti agli arresti domiciliari: il vice prefetto responsabile delle
confische, Calogero Cortimiglia, un ex funzionario dell’Agenzia del Demanio ora
componente della commissione tributaria regionale, Pietro Marra, e il titolare
di un’impresa di custodia giudiziaria di Casalnuovo, Mario Fumarolo. La truffa,
scoperta dalla Guardia di finanza, ha portato anche al sequestro preventivo di
30 milioni di euro, la somma complessivamente richiesta dai depositari a titolo
di indennità di custodia per i veicoli apparentemente rottamati. Sono in tutto
64 le aziende coinvolte, di cui 54 depositarie giudiziarie e dieci addette alla
rottamazione.
"Prezzi pazzi"
La gestione dei motorini sottoposti a sequestro amministrativo e le rivendite
illegali sono i filoni principali dell’operazione delle Fiamme gialle, che
prende il nome di "Prezzi pazzi" dal periodo dei saldi, in febbraio,
mese in cui sono iniziate le indagini. Un’operazione, ha spiegato il
procuratore aggiunto di Napoli Aldo De Chiara, "che ha goduto della
collaborazione leale di Prefettura e amministrazione finanziaria".
500 veicoli
L’illecito stava nel fingere l’avvenuto smaltimento delle moto nei tempi
previsti dalla legge. Questa procedura era possibile grazie alla creazione di
falsi documenti "Fir" (formulari identificativi dei rifiuti) per il
trasporto e lo smaltimento. Tutto in collaborazione con i titolari delle
aziende di demolizione. Con questo sistema, sono stati svuotati di circa 500
veicoli il deposito della polizia e quello dei vigili urbani in via Brin.
"La legalità è un fatto che non ha confini. Siamo i primi a guardarci
dentro come tutti quanti gli altri", ha commentato il prefetto di Napoli,
Alessandro Pansa, dopo aver saputo degli arresti. City/Ansa
|