Foto Blaco
Il drammatico incidente di
Cremona con due mamme e una bambina che hanno perso la vita, travolte sulle
strisce da un motociclista, ripropone il dramma di una sinistrosità
che è il risultato assurdo delle logiche della pista. Mezzi, in particolare le
moto, veramente troppo potenti in mano ad emuli di Valentino Rossi che spesso
sono semplici signori Rossi e anche scarsamente valenti. Si continuano a produrre moto
con potenze assurde, fino a 180 cavalli, capaci di velocità ingovernabili che
toccano i 250-300 km/h, che in prima arrivano a 130, da 0 a 100 impiegano meno
di 3 secondi. Ad ogni nuovo modello si corre
a togliere un kg e ad aggiungere un cavallo, in una gara assurda che fa mettere
in strada moto con potenze che fino a 10 anni fa erano prerogativa dei campioni
della pista come Biaggi o Capirossi. Sembra assurdo, ma ormai il
posto più sicuro per la circolazione è la pista. L’incidente del pilota polacco
Robert Kubica, che con in Formula 1 è andato a sbattere a 200 km/h rimanendo
illeso, ne è la prova. Con frequenza i campioni delle moto volano fuori pista e
dopo una serie di capriole tornano a correre la domenica successiva. Ma in
pista ci sono vie di fuga con sabbia, protezioni elevatissime, scocche capaci
di assorbire urti incredibili, soccorsi sanitari prontissimi. Sulla strada è
tutta un’altra storia. Sulla strada ci sono alberi, pali, guard-rail taglienti,
l’elisoccorso arriva dopo 20-25 minuti, soprattutto sulla strada capita che
arrivi anche qualcuno in senso inverso o che ci siano delle strisce pedonali
con mamme, bambini o anziani che le attraversano. Per assurdo il sistema permette
di viaggiare su strada con moto e auto potentissime senza che sulla strada
stessa vigano le severe regole della pista, per una mancanza sempre più
allarmante di controlli. In pista chi buca il rosso come
Massa in Canada viene messo fuori gara. Chi supera i limiti di 80 km/h
all’ingresso dei box viene severamente sanzionato, così pure chi non osserva la
segnaletica verticale: bandiera gialla fai sorpassare, bandiera blu fatti
sorpassare. Se non lo fai sei penalizzato e perdi la gara. Sulla strada alla potenza
enorme dei mezzi si abbinano conducenti troppo spesso non adeguati o
inesperti (molti arrivano alla moto a 40 anni per esigenze di mobilità urbana). La
struttura stradale non ammette errori, i giudici di gara (in divisa) sono
troppo rari, i giudici di pace sono troppo comprensivi. Si permette anche
una certa disinvoltura nell’uso dell’alcol e sostanze. Sulla strada non si perde mai
la gara, si perde e si fa perdere la vita. Nello scorso fine settimana si
sono contati 18 incidenti mortali con coinvolti veicoli a due
ruote pari al 45%. Dall’inizio dell’anno nei soli week-end
sono stati 247 gli incidenti mortali dei dueruotisti
34% del totale. L’Italia detiene il record europeo della sinistrosità
per questa categoria con 1.535 morti e 95.194
feriti. 703 vittime fra i pedoni.
(dati Istat 2005). In un panorama del genere chi
si stupisce per tutto quello che sta accadendo o è in malafede o è un
incompetente. Forlì, lì 21 giugno 2007 Giordano Biserni |
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