Elisa Cerreti, 26 anni.
(ASAPS) MACERATA, 23 giugno 2007 – Ma quanto è cattiva la
strada? Quanto male può fare, in un attimo solo? Tocca a molti passare la vita
ragionando sull’ultimo istante di figli, genitori, fratelli o amici. Elisa
Cerreti, 26 anni, non è mai tornata a casa. Il silenzio sulla sua morte
(nemmeno una riga d’agenzia), però, si è interrotto pochi giorni dopo, quando,
dalla sua università, è arrivato il via libera alla discussione della sua tesi
di laurea in comunicazione visiva multimediale. Ovviamente, il diploma non avrà
alcun valore legale, ma sarà comunque un grande riconoscimento, postumo,
all’impegno della bellissima Elisa, voluto da professori e genitori, ed
accordato dalla direttrice dell’Accademia, la professoressa Anna Verducci. La
vita di Elisa era stata spesa attorno al suo sogno più grande: la danza. Grazie
alla passione ed al talento che l’avevano contraddistinta, aveva potuto
frequentare la scuola di Paolo Stoppa, fino ad arrivare al massimo livello. Il 28 giugno, lo stesso giorno fissato proprio dalla studentessa, il
suo professore, Massimo Puliani, discuterà la tesi al posto della sfortunata
ragazza, con cui aveva condiviso le fasi più importanti della sua
realizzazione, davanti alla commissione presieduta dal professor Stefano
Lucinato. Il video che
aveva girato e perfezionato di persona, con titolo “la danza e la
multimedialità”, sarà proiettato nell’aula magna, gremita – lo immaginiamo –
dai genitori di Elisa e da tutti i suoi amici. Gli stessi che vivono ore di
angoscia per la sorte di Michela Terruccidoro, l’amica di Elisa che si trovava
con lei in auto al momento del tragico schianto, ricoverata in gravi
condizioni. “Abbiamo perso Elisa,
tragicamente, come Valdivia, Eliana e Fanì. Con loro – scrivono i docenti
sul sito web dell’accademia (accademiabellearti.com) – abbiamo perso anche una parte di noi, le aspettattive, le speranze, la
promessa di una continuità del nostro agire.” Il professor Puliani, commenterà il lavoro multimediale e
quello scritto, esattamente come avrebbe dovuto fare Elisa, illustrandone le
caratteristiche, spiegando il significato della musica e le tecniche impiegate.
La commissione assegnerà poi il voto di laurea, e l’attestato sarà consegnato
proprio come se la neo-dottoressa fosse ancora viva. Un grande riconoscimento,
una speranza che darà forza ai genitori ed agli amici di Elisa. La storia ci ricorda un’altro tragico episodio: quello di
Silvia Luciani, 24 anni, uccisa sulla strada il 25 maggio 2006. Silvia, come Elisa, aveva terminato gli
studi universitari, ed all’agognata laurea in psicologia mancava solo la
discussione della tesi su “Watson e lo studio dell’ottimismo”. Una marchigiana e una abruzzese: Elisa di Recanati, Silvia di Cugnoli (Pescara). Ne parlammo sul
nostro sito, alla fine di agosto dello stesso anno, quando la madre di Silvia,
Lidia, decise che il lavoro della figlia non poteva andare perduto. 49 anni, ex
operaia tessile con licenza elementare, decise di sedersi davanti alla
commissione, proprio come avrebbe dovuto fare la sua Silvia, alla quale aveva
dedicato l’intera esistenza. Dopo aver vinto le resistenze della burocrazia
(solo in caso di guerra, uno studente deceduto può conseguire postumo il titolo
e fregiarsene), Lidia ebbe soddisfazione e poté incantare i professori con il
lavoro che la figlia aveva realizzato. La festa di laurea fu sulla tomba della
ragazza, cosparsa di confetti bianchi. (ASAPS)
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