SALUTE EUROPA http://www.saluteeuropa.it/news/2007/06/0621001.htm
Basta un solo bicchiere
di vino in gravidanza per avere figli handicappati Può bastare un solo bicchiere di vino,
soprattutto nel primo trimestre di gravidanza, perché il bimbo nasca ritardato,
aggressivo, con malformazioni del viso e della testa. O perché abbia problemi
di apprendimento, di attenzione, di iperattività. O ancora disturbi affettivi
cognitivi o psicologici, alterazioni cerebrali e disturbi neurologici. E’ il
sorprendente risultato dei dati epidemiologici raccolti dal prof. Mauro
Ceccanti, docente all’Università "La Sapienza" e Direttore del Centro
di Riferimento Alcologico della Regione Lazio, secondo cui può bastare anche un solo bicchiere di vino perché il nascituro sia
vittima della fetopatia alcolica (FAS), sorte che tocca oggi al 4% dei nuovi
nati. Ma il dato più sorprendente è che molti ginecologi ignorano il rischio che corrono le donne incinte.
Secondo i dati statistici (che saranno presentati al convegno medico sulla
Sindrome Fetoalcolica il 22 giugno a Roma presso l’Auditorium di via Rieti 7) solo nel 10% dei casi i ginecologi italiani
consigliano alle donne in gravidanza di astenersi totalmente dal bere alcolici.
Si rischia dunque, inconsapevolmente, l’handicap per moltissimi bambini. La FAS non riguarda solo i figli di madri alcoliste né di donne che eccedono occasionalmente con l’alcol. Può riguardare donne che hanno bevuto un solo bicchiere di vino nei primi tre mesi di gestazione: questo rischia di compromettere irrimediabilmente il normale sviluppo neurologico del feto. I genitori accusano:
«Lo stop alla legge favore alle lobby» Dopo lo stop da parte del Consiglio regionale del Veneto alla legge antialcol varata a febbraio, cresce la protesta delle associazioni di familiari delle vittime della strada che accusano i politici di essere "schiavi" delle lobby commerciali e di aver fatto dietrofront dopo l’annuncio di un giro di vite contro gli ubriachi al volante: «Si accorgeranno di noi in campagna elettorale», minacciano annunciando iniziative clamorose. Replica del vicegovernatore veneto Luca Zaia: «Il proibizionismo non serve a risolvere il problema». Cresce la protesta
contro la Regione che ha deciso di non limitare la vendita di vino e drink
nelle ore notturne «Interessi più
importanti delle vite umane» I familiari delle
vittime della strada accusano i politici veneti per il dietrofront sulla legge
antialcol «Dopo che la
Regione Veneto ha fatto il voltafaccia sulla legge anti-alcol, per fermare il
fenomeno degli ubriachi al volante servono lo stato d’emergenza e i poteri
della Protezione Civile». L’Associazione familiari vittime della strada
(Aifvs) non usa mezze misure e coinvolge nella battaglia contro le stragi sulle
strade le più alte cariche istituzionali «da Napolitano in giù passando per
Galan, Illy, Cacciari e altri. Ormai i
numeri pur spaventosi - attacca la responsabile veneta dell’Aifvs, Pierina
Guerra - non fanno più paura a nessuno. Per frenare la "corsa alla
morte" che colpisce in primis i giovani deve scendere in strada l’esercito
o almeno la Protezione civile con poteri straordinari peraltro già previsti dal
nostro ordinamento per le emergenze. E se non è emergenza il bollettino di
guerra degli incidenti?». Da Treviso, a nome di diverse associazioni che si battono
per la sicurezza stradale, interviene anche Andrea Dan anima dell’associazione "Manuela" (il nome di sua
figlia, morta in auto a 6 anni). La sua reazione al dietrofront della
Regione è dura: «Si chiedeva al Consiglio veneto di votare una legge già
approvata all’unanimità dalla commissione in febbraio, invece, nulla. Si
chiedeva di vietare la vendita dell’alcool dall’1 alle 6 di mattina. Vorrei che
quei consiglieri regionali che hanno cambiato idea facessero conferenze stampa
per spiegare perchè ora la pensano diversamente. Per spiegare perchè i giovani
devono bere dopo l’1 di notte; se non credono che bere a quell’ora sia ancor
più pericoloso: è provato scientificamente il danno fisico. Se non pensano che
sia proprio lo stato di ebbrezza a far breccia per provare droghe o
allucinogeni, devastanti per il cervello. Se
non credono che 53 morti dal 1 gennaio nella sola Marca trevigiana valgano
infinitamente di più di un po’ di denaro alle lobby dell’alcol. E infine se
non pensano che consentire ai giovani di mescolare alcool, bolidi veloci e fumo
sia come autorizzare a farsi del male. Perchè mai un genitore deve soffrire
ogni sera consegnando l’auto al figlio? Quando
sarà tempo di elezioni - conclude Dan - farò nomi e cognomi di quei politici
che da febbraio ad oggi hanno cambiato idea. Dalla prossima settimana ci
saranno in tutto il Veneto i banchetti per raccogliere firme. Vedremo chi la
pensa come i Consiglieri. Non si
gioca sulla vita dei giovani: bastava un po’ di coraggio, si tratta di non
farli bere solo per 5 ore approvando quel disegno di legge». Le norme in
questione prevedevano l’anticipo della chiusura delle discoteche alle 3 di
notte e la sospensione di vendita e somministrazione di alcolici dall’1 fino
alle 6. La presidente dei Familiari Vittime della Strada, Giuseppa Cassaniti
Mastrojeni, già in febbraio aveva diffuso l’iniziativa della Regione Veneto
definendola «tanto innovativa da dover essere imitata senza badare a interessi
di parte». Adesso che è giunto il dietro-front i vertici dell’Aifvs si dicono
«delusissimi e increduli. È inspiegabile la marcia
indietro. Alla Regione è forse arrivato qualche scienziato che promuove
l’alcol negli orari dello sballo in discoteca?». Intanto contro norme troppo permissive sugli alcolici si
scaglia anche il presidente degli Amici della Polizia Stradale, Giordano
Biserni: «Un numero altissimo di
incidenti, troppo spesso non investigati, avviene per abuso di alcol. I
nostri controlli sono pochi per la scarsità di uomini e mezzi: la Francia ad
esempio effettua 11 milioni di controlli antialcol ogni anno. (*) Qualcuno sostiene che da noi frenino le
corporazioni (il vino è una voce importante del mercato), altri sostengono che
politicamente, liberalizzare rende. Fatto sta che i nostri giovani muoiono e
noi invece di ’stringere la vite’ e serrare i ranghi sulla prevenzione,
allentiamo la presa». Analoghi appelli a "un giro di vite" antialcol
vengono dall’associazione Aprosir di Bassano e dal comitato Gianna di Padova
che puntano il dito sugli enormi costi
sociali dell’incidentalità stradale: 4 miliardi di euro fra Veneto e Friuli nel
2006. Antonella Federici Gigi Bignotti (*) Nota: nell’ultimo anno rilevato, i controlli con
etilometro sono stati (circa) 11 milioni in Francia, circa duecentomila in
Italia. Ieri, 20 giugno, alla Camera dei Deputati, il ministro dei
Trasporti Bianchi ha dichiarato, nel corso di un suo intervento: “Il numero di
tali controlli peraltro nel nostro paese è molto ridotto (ne vengono effettuati
circa 500.000 l’anno, contro i due milioni e mezzo circa della Francia)” (pagina 20 degli atti in pdf). Come dire che il
ministro pensa che in Italia i controlli con etilometro siano circa un quinto
che in Francia, mentre nella realtà sono meno di un cinquantesimo. Ma se nemmeno il ministro conosce i dati corretti, come possiamo pensare che i nostri politici legiferino con cognizione di causa? Zaia: «Il
proibizionismo non serve Basta non far bere chi deve guidare» Venezia «Il proibizionismo non serve a nulla». Il vice presidente
della giunta regionale del Veneto, Luca Zaia, non è che esulti per la battuta
d’arresto (forse definitiva) delle norme che intendevano vietare la vendita di
alcolici per parte della notte e anticipare l’orario di chiusura dei locali, ma
nemmeno risparmia aspre critiche a quelle che erano le intenzioni dei
legislatori veneti. E per fare valere le proprie ragioni, si richiama a «due
buoni osservatori» come quello di presidente della Provincia di Treviso prima e
di assessore regionale al turismo poi. «Abbiamo ricevuto tre premi, due internazionali
e uno nazionale, per la sicurezza stradale a Treviso - ricorda - dove in dieci
anni siamo passati da 180 a 70 morti l’anno». «Nel 1993 in Veneto - rinfresca
la memoria ai proibizionisti - ci fu un’analoga sollevazione contro l’alcol in
quanto si stava predisponendo la deregulation, ovvero si toglieva l’obbligo per
gli esercenti di chiudere tutti alle 2 del mattino lasciando la possibilità che
ciascuno si regolasse in accordo con i Comuni. Tutti pronosticarono stragi
ancora più pesanti e invece da quell’anno i morti si sono drasticamente
ridotti, almeno un 40 per cento». «Se qualcuno pensa
di essersi messo il cuore in pace sull’alcol per aver pensato che un
provvedimento del genere servisse a salvare delle vite, io ho invece grossi
dubbi - aggiunge il vicegovernatore del Veneto - I veri interventi devono andare in direzione di una educazione
alimentare corretta (*): l’informazione e la prevenzione che abbiamo fatto
a Treviso hanno pagato. In Nord Europa,
se vai a qualsiasi festa, trovi una fila di bicchieri trasparenti con l’acqua:
sono per i guidatori. È un fatto culturale come la raccolta differenziata dei
rifiuti: qualche anno fa nessuno la faceva, oggi ci dà fastidio gettare la
lattina nell’umido». In qualità di assessore regionale al turismo Zaia è
drastico. «Rispetto al turismo, sarebbe
la fine - sentenzia - Banalizzando, il turista tedesco che mangia la
pizza a mezzanotte deve dimenticarsi la birra: io sono tra quelli che dicono
che se uno si vuole ubriacare lo deve poter fare, salvo farsi portare a casa da
un altro. E poi ci sono alcune questioni pratiche poco chiare: se mi trovano
con alcolici nel baule dell’auto, cosa succede dopo l’1 di notte? Se ordino la birra alle 0.45 e me ne faccio
servire un litro e mezzo, fino a che ora posso berla? Ho l’impressione che
stiamo rasentando il ridicolo». (**) Quanto a una riscrittura della legge, non vuol sentirne
parlare. «Non servono proposte alternative: vorrei ricordare che la legge
sull’abuso di alcol esiste già in Italia. Se vieni beccato a guidare in stato
di ebbrezza ti ritirano la patente e forse sarebbe solo il caso di inasprire le
sanzioni perchè io sono per il ritiro graduale della patente, non per i punti:
non indossi la cintura e ti ritiro due giorni la patente. Non facciamo le
solite cose all’italiana dove, per evitare un pasticcio, ne facciamo un altro.
La norma è chiara: l’alcol lo puoi assumere solo se non guidi, punto e basta». Giuseppe Tedesco (*) Nota: consumare alcol alle 4 del mattino può rientrare
nei canoni di una educazione alimentare corretta? (**) Nota: dopo avere letto attentamente queste
osservazioni di Luca Zaia, sarete d’accordo sul fatto che c’è qualcuno che sta
rasentando il ridicolo... Su una questione, però, che è tragica. Dire che questo provvedimento comporterebbe la fine del
turismo in Veneto, significa che il turismo veneto si fonda sul consumo di
alcol nelle ore notturne. E io che pensavo a Venezia, le ville venete, l’Arena di
Verona, le Dolomiti….
Gentile Ignazio Roberto Marino, Presidente Commissione
Igiene del Senato. Gentile Cesare CURSI, Vice-Presidente Commissione Igiene
del Senato Gentile Luca
MARCORA, Senatore della Repubblica La prego di ascoltare l’opinione di un nonno e della sua
nipotina a riguardo della vendita di bevande alcoliche negli autogrill
italiani. Hai sentito mia
carissima Emma? Ancora una volta il Dio Denaro sta per avere il sopravvento
sulla vita delle persone. Tu sei ancora
piccolissima, hai solo qualche mese di vita, ed ogni volta che qualcuno ti
parla, tu sorridi. Non conosci ancora tutte le contraddizioni di questo mondo. Vedi, noi umani
siamo degli esseri un po’ strani. Facciamo l’esempio
delle bevande alcoliche che sono quelle bevande che contengono più di un grado
di alcol. Il consumo di quelle bevande provoca, in Italia, la morte di quasi
30/40.000 persone all’anno, un morto ogni 15 minuti, e la perdita di circa il
2-5% del nostro PIL. Ciò nonostante continuiamo a pubblicizzare questi prodotti
per venderne sempre di più, perché ci
sono delle persone che vivono, e bene, sulla loro vendita. Ora, un ministro del
nostro paese addetto alla salute di tutte le persone, vorrebbe limitare i danni ed i drammi provocati da
queste bevande e tra le altre disposizioni e leggi che ha già emanato, vorrebbe
anche proibire la vendita e la somministrazione negli autogrill che si trovano
lungo le nostre autostrade. Però, un altro
ministro, dello stesso nostro governo, addetto all’agricoltura, cioè, tra le
tante altre cose, alla coltivazione e commercializzazione della vite e del
vino, è naturalmente contrario a questa proposta. Pensa, Emma, nel
nostro civilissimo paese, ci sono leggi che permettono anche ad un bambino di
acquistare delle bottiglie di alcolici, ed altre leggi che permettono di
guidare veicoli con un’alcolemia fino a 0,49 grammi di alcol per ogni litro di
sangue. Con la tua innocenza, cara Emma, mi faresti certamente
delle domande imbarazzanti quali: “Ma la vita di una persona, la mia piccola vita, vale meno
di un litro di vino?” “ Ma i nostri politici hanno una coscienza?” “Forse sarebbe il
caso di ripeterlo, a quei signori, che quella sostanza che vogliono continuare
a vendere anche sulle autostrade – come dicevi tu nonno – provoca tanto dolore
e tanti morti!” Mia piccola nipotina
io posso solo risponderti che anche i nostri politici hanno le mani legate e se
vogliono continuare a mantenere il loro dorato posto di lavoro devono
sottostare alle regole d’ingaggio, soffocando la loro coscienza e spingendo il
carretto dove i padroni delle bevande alcoliche indicano. Forse se anche le loro famiglie venissero toccate dal
dramma ed anche loro dovessero provare la disperazione di un padre o di una
madre nel riconoscere la salma di un figlio, forse cambierebbero idea, ascolterebbero
la loro coscienza e capirebbero che è meglio vivere con qualche euro in meno
che con qualche figlio in meno! Guido Dellagiacoma Predazzo (Tn) Rnp contro
supersanzioni per alcool e droga Roma, 20 giu (Velino) - Contrasti oggi in aula fra la
maggioranza e la Rosa nel Pugno sulle norme che inaspriscono le sanzioni per
chi guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Una
serie di emendamenti sostenuti da Rnp propongono infatti di mitigare multe e
durata delle sospensione della patente per chi incorre in questo tipo di
infrazioni. Ma per ora il testo originario del disegno dei legge sembra tenere.
Un testo che peraltro ha già subito una
attenuazione su questi punti dopo un nuovo passaggio in commissione Trasporti successivo
alla discussione generale in aula di un mese fa. Il capogruppo di Rnp Roberto Villetti ha comunque accusato oggi in aula
il governo e il ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi in particolare di
"emanare grida manzoniane secondo una logica reazionaria" senza poi
farle seguire da controlli capillari sulle strade. In ogni caso finora
l’impianto originario del ddl tiene e quindi resistono sia le ammende (massimo di 2.000 euro che sale a 4.000 in
caso di provocato incidente) sia il ritiro della patente fino ad una anno.
Tutte pene che tra l’altro aumentano ulteriormente se il tasso alcoolemico
supera 1,5 grammi per litro di sangue, con l’aggiunta in quest’ultimo caso del
fermo amministrativo del veicolo incriminato fino a novanta gironi. A sostenere le proposte di diminuzione delle sanzioni è stata anche una parte dell’opposizione e Forza Italia in particolare, mentre il ministro dei Trasporti ha respinto le critiche di Villetti, ricordando che il governo ha già predisposto un aumento sistematico e significativo dei controlli della polizia stradale in tutta Italia. Il ddl viaggia comunque con ritmo blando ma costante verso il via libera definitivo di Montecitorio. Secondo il relatore Meta, che è anche presidente della X Commissione, si dovrebbe arrivare al sì finale della Camera entro domani, "anche perché - spiega - quello delle norme su alcool e droghe al volante dovrebbero essere l’ultimo scoglio da superare". Ieri intanto è stata approvata la norma che consente di esercitarsi già a 16 anni al volante col foglio rosa, ma avendo sempre accanto una persona che abbia la patente da almeno 10 anni e solo dopo 10 ore di scuola-guida. Il sì in questo caso è arrivato per la verità per un soffio, e grazie con il contributo determinante dell’opposizione. Respinta invece dall’assemblea la proposta leghista di commisurare le multe per eccesso di velocità al reddito dichiarato del trasgressore. Mentre la proposta di Mario Tassone (Udc) di predisporre su ogni autoveicolo un dispositivo elettronico che evita i colpi di sonno è stata trasformata in un ordine del giorno che impegnerà il governo ad incentivare lo sviluppo di questa tecnologia verificandone così l’’effettiva funzionalità. Aborigeni: vietati
alcol e porno Australi, crescono
abusi sui minori Giro di vite del premier australiano John Howard sugli
aborigeni. A fronte di un’impennata degli abusi sui minori commessi dagli
indigeni che vivino nel nord del Paese, le autorità locali hanno annunciato un
piano che vieta loro alcol e pornografia e intensifica i controlli sui servizi
sociali garantiti alla comunità. Nel mirino del governo anche l’alto tasso di
disoccupazione, il degrado culturale e la povertà. "Questa è
un’emergenza nazionale - ha spiegato il conservatore Howard al parlamento -
riguarda un gruppo di giovani
australiani che non ha mai tenuto in considerazione il valore dell’innocenza
dei bambini". Diversa invece la presa di posizione di alcuni leader
aborigini, secondo cui il piano è soltanto un inutile atto paternalistico messo
a punto senza consultare la comunità interessata. Le nuove misure riguardano circa metà del Territorio del
Nord dove vivono gli aborigeni e prevedono una fase di prova. Secondo quanto
stabilito, la vendita, il possesso e il
trasporto di alcol sarà bandito per sei mesi, poi verrà effettuata una verifica
sui risultati raggiunti. La misura è stata approvata dopo la pubblicazione di uno
studio sugli abusi ai minori in cui si sottolinea come proprio il consumo di
alcol sia uno dei fattori chiave della crisi della cultura aborigena. Discorso simile per quanto riguarda la pornografia. Il rapporto ha evidenziato un diffuso consumo di contenuti hard tra gli aborigeni, tanto che il materiale è a disposizione anche dei bambini. Per arginare questo fenomeno, il governo australiano intende assicurarsi che i computer forniti dallo Stato non siano in grado di scaricare immagini pornografiche. Ma non è tutto qui. Il piano del premier Howard prevede inoltre riduzioni dei sussidi riconosciuti agli aborigeni, in modo da costringere i genitori a spendere metà di tale contributo per beni essenziali. Nello specifico, gli aiuti dell’amministrazione verranno infine legati alla frequenza scolastica dei figli. In primo grado a
Vicenza era stato condannato a 5 anni e 8 mesi Violentò una ragazza
africana Parà Usa ottiene 6 mesi di sconto Ha patteggiato in
Appello 5 anni e 2 mesi di reclusione, ottenendo così uno sconto rispetto alla
sentenza di primo grado con cui il tribunale di Vicenza, nel novembre 2005, gli
aveva inflitto una condanna di sei mesi più pesante. Si è chiusa l’altra
mattina la vicenda giudiziaria dell’ex parà americano James Brown, 28 anni, che
era accusato di aver violentato con modi
animali una giovane africana. I fatti risalivano al febbraio 2004. Il soldato James
Brown, assistito dall’avv. Antonio Marchesini, condannato per lo stupro di una ragazza africana alla quale ne aveva
fatte di tutti i colori in una notte a base di sesso e alcol, dopo due anni di
detenzione e l’espulsione dall’esercito statunitense era tornato libero
nell’aprile 2006. Il caso di Brown, che era stato arrestato dalla polizia
dopo una indagine lampo in collaborazione con i carabinieri della Setaf, aveva
suscitato un vasto dibattito perché con la pubblicazione delle motivazioni il
tribunale collegiale presieduto da Giovanni Biondo, giudice estensore, gli aveva concesso le attenuanti generiche
poiché essendo reduce dalla guerra in Iraq era in uno stato di logorio
psicologico influenzato dagli atti di violenza che aveva visto al fronte.
Egli infatti era appena rientrato alla Ederle a Vicenza dopo essere stato al
fronte e quella notte aveva caricato in macchina la giovane di 27 anni e gliene aveva fatte di tutti i colori. Dopo i primi sei
mesi di detenzione in Italia, le autorità americane lo avevano trasferito nel
carcere militare in Germania per un altro anno e mezzo fino a quando Brown non
è stato espulso dall’esercito. Da quel momento egli è tornato ad essere un
borghese ed è stato rimesso fuori, tornando in America. L’africana, che lavora come ballerina e vive a Verona, ha spiegato di non aver mai visto i 100 mila euro di risarcimento che il tribunale aveva indicato come risarcimento per il trauma subito. La sentenza col patteggiamento entro breve diventerà definitiva. Picchia moglie e
figlio, arrestato pegli IL CALDO e l’alcol
hanno fatto perdere il controllo a un cittadino ucraino di 33 anni. Un papà e un marito, che per sfogare la rabbia generata dai bicchieri di
troppo ha malmenato prima la moglie e poi il suo bambino di appena un anno.
Mandando tutti e due all’ospedale. È questa la triste storia vissuta
martedì scorso da una famiglia di via Merano, a Pegli: l’uomo, alla fine, è
stato arrestato dai carabinieri del nucleo radiomobile per maltrattamenti in
famiglia e lesioni. Sono le 17 quando alcune signore del quartiere ascoltano
le grida di una donna in strada. È una ventinovenne originaria dell’Ucraina.
Con in braccio un neonato. «Mio marito ci ha picchiati - grida - aiutatemi». Le
abitanti accolgono la poverina, coperta di lividi, e contattano il 112. Sul posto si precipita una pattuglia dell’Arma. I militari
ascoltano il racconto della giovane mamma e chiamano il 118 per far
accompagnare lei e il figlio in ospedale. Una volta messi al sicuro i due, si
precipitano nella roulotte dove questi ultimi vivono. Dentro trovano il
trentatreenne, ancora alterato dal bere. L’uomo è agitato, ma non fa troppa
resistenza: sa, con tutta probabilità, di aver esagerato. I carabinieri lo
accompagnano in caserma per ascoltarlo. Dopo l’interrogatorio, scatterà per lui
l’arresto: maltrattamenti in famiglia e lesioni, l’accusa. La moglie infatti, a causa delle percosse rimediate
dall’uomo, viene medicata al pronto soccorso del San Martino. Ha contusioni sul
tutto il corpo, che guariranno in cinque giorni, ma, fortunatamente, nessuna
lesione grave. Il bambino di un anno invece viene accompagnato al Gaslini: i
dottori non rilevano nessuna ferita. Per sicurezza però ricoverano il piccolino
in osservazione per una notte. M. Fag. IL GAZZETTINO (Treviso) Bambini in pericolo
... Castelfranco Bambini in pericolo ai giardinetti pubblici di via
Malvolta. Sugli scivoli, la mattina
vengono trovati cocci di vetro che sembrano lasciati apposta per ferire i
ragazzini che si recano al parco per giocare. La situazione, venuta alla
luce dopo che alcune mamme l’hanno segnalata alle forze dell’ordine,
rappresenta il culmine di una situazione fatta di degrado e di sporcizia che
continua a protrarsi da tempo. I giardinetti di via Malvolta, da luogo riservato ad
accogliere le famigliole, sono diventati il bivacco di decine di
extracomunitari che praticamente tutte le sere vi si danno appuntamento. Il
risultato? Ogni mattina si trovano bottiglie e vetri spaccati disseminati
ovunque, sporcizia, cartacce, persino i resti di fuochi accesi all’aperto
presumibilmente per cucinare. Ed oltre agli extracomunitari, per lo più
magrebini e gente di colore come testimonia chi vive nei paraggi, si deve fare
i conti anche con giovani del posto che si divertono ad imbrattare con le
bombolette spray i giochi dei ragazzini e le panchine (spesso con scritte
volgari o con simboli politici), tanto che oramai non rimane più alcun pezzo di
tavola pulito. Difficile dire chi possa essere stato a piazzare i vetri sui
ripiani degli scivoli, se i primi oppure i secondi. Fatto sta che la situazione
è particolarmente allarmante e la gente che frequenta il parco chiede che venga
posta la parola fine al degrado. «Nei giorni scorsi mi è capitato più volte di arrivare e
di trovare i cocci posizionati sullo scivolo - dichiara una mamma - Si vedeva
che erano stati messi apposta. Per fortuna me ne sono accorta e li ho tolti. Ma
se non li avessi notati? Se mio figlio si fosse ferito?». «Tutte le sere vedo
gruppi di extracomunitari che stanno qui ore ed ore - racconta un uomo che vive
proprio di fronte, ieri mattina al parco insieme ai suoi due figli - Rimangono
ben oltre la mezzanotte e la mattina si trova di tutto. Non può andare avanti
così. Bisogna chiudere i cancelli la sera». «Non solo accendono fuochi per
cucinare - denuncia un nonno a passeggio con la nipotina - ma dormono pure
sulle panchine e addirittura sui giochi dei bambini. Ogni mattina la stessa storia: bisogna fare slalom tra le bottiglie di
birra lasciate a terra. In altri giardini pubblici, penso a quelli di via
Verdi, queste cose non accadono, non lasciano entrare la gente di notte. Non
capisco perché qui tutto debba essere abbandonato a se stesso». Matteo Ceron Arcade, per
prevenire gli incidenti controlli serali con gli etilometri Arcade Controlli con l’etilometro per affrontare la piaga degli
incidenti stradali. Arcade si dimostra ancora una volta un comune
particolarmente sensibile al tema sicurezza. I controlli serali della polizia
municipale sono stati effettuati anche con l’uso dell’etilometro. Ma il
sindaco, Emanuela Pol, si è spinto oltre, coinvolgendo pure i titolari dei bar
e locali pubblici del territorio, per invitarli a collaborare a questa iniziativa,
volta a dare agli automobilisti la consapevolezza del loro livello alcolemico.
I gestori hanno aderito di buon grado all’iniziativa e così i vigili si sono
messi all’opera invitando giovani e meno giovani a sottoporsi alla prova del
palloncino: i cittadini hanno gradito l’esperimento perchè hanno potuto
rendersi conto del proprio stato di ebbrezza, constatare quanti bicchieri
influiscono sul test. «I comuni piccoli come il nostro sono in prima linea nella
prevenzione, non multiamo per fare cassa, come impropriamente veniamo
accusati». Perchè il problema, per Emanuela Pol, è anche di ordine culturale:
«La bravura sulla strada, per il nostro paese, si manifesta nel saper evitare i
controlli attraverso segnali tra automobilisti e comportamenti furbeschi in
genere, e ciò è oggi reso più drammatico da una mancanza di cultura per la vita
da parte dei giovanissimi». Paola Gazziola IL GAZZETTINO (Treviso) Rumori fuori dai
locali? Ora arriveranno subito i vigili Accordo fra polizia
municipale, TrevisoViva, residenti e titolari: nessun tentativo
"privato" di placare gli animi se non si tratta di clienti D’ora in poi, quando ci saranno accenni di rissa e
schiamazzi fuori dai locali da parte di gruppi esterni che con i bar non
c’entrano niente, i gestori chiameranno le forze dell’ordine senza cercare di
far desistere gli esagitati. Questo il primo risultato dell’incontro-fiume di
ieri mattina al Comando dei vigili tra la comandante Federica Franzoso, la
presidente di TrevisoViva Mirella Tuzzato, il portavoce del Comitato antirumore
Auro Palomba e una trentina di gestori di locali notturni trevigiani. La riunione è iniziata riconoscendo che non sono i pub a
creare schiamazzi e chiasso, bensì gruppi provenienti da fuori città che nel
fine settimana, soprattutto il sabato e la domenica, arrivano nel centro storico e si ubriacano. Più volte i baristi
hanno tentato di zittirli, proprio per timore che dai controlli dei vigili
emergesse una responsabilità del locale, ma alcuni sono stati minacciati con bottiglie rotte e messi a tacere. In
alcune occasioni i residenti si sono lamentati del chiasso e il pub è stato
multato. «I controlli che faceva il precedente comandante dei vigili Danilo
Salmaso erano scandalosi perchè non centravano l’origine del problema: si pensava solo a sanzionare i locali non
considerando che i controlli sui gruppi di ubriachi nelle piazze era
indipendente dai baristi - ha commentato la Tuzzato a margine dell’incontro
-. Nella dottoressa Franzoso abbiamo trovato una persona comprensiva e chiara
nei suoi intenti. In questo avvicinamento tra baristi e residenti è contato
molto anche il sindaco Gobbo che ha autorizzato l’incontro con i vigili». E proprio dalla comandante della polizia locale è arrivato
l’invito a creare un decalogo di regole per ufficializzare il dialogo tra
baristi e residenti: «Se i titolari dei pub, quando succede qualcosa cui sono
estranei, chiamano le forze dell’ordine invece che tentare di arrangiarsi -
continua Tuzzato - si tuteleranno al meglio ed eviteranno di essere coinvolti nei
guai». Se qualcuno farà il furbo, anche tra i baristi, verrà messo al bando
proprio dai suoi colleghi: «Non è giusto che per pochi che non rispettano le
regole, tutti i locali debbano rimetterci in quelle che finora sono state solo
campagne per far multe. Noi aiuteremo a migliorare la città, ma anche dai
residenti deve venire un aiuto: non si può chiamare i vigili già alle otto e
mezza di sera, bisogna venirsi incontro». L’auspicio per questo nuovo dialogo
però è dei migliori: «Si è parlato in una atmosfera rilassata e collaborativa.
È significativo che si sia riconosciuta la volontà di cooperazione della nuova
comandante della polizia locale rispetto al precedente dirigente e che i
baristi abbiano ringraziato il sindaco Gobbo: di fatto porteremo a lui il
decalogo di collaborazione tra locali e residenti». Serena Masetto Il Bondone come la
gara delle auto: bella salita La lenta e faticosa
ripresa economica e turistica del Monte Bondone ha nella famosa gara
automobilistica una metafora perfetta: anch’essa è lunga, tortuosa ed in
salita. Sarà per questo che noi operatori della montagna l’amiamo tantissimo,
perché è una festa splendida, ci fa immaginare per qualche istante com’era la
nostra montagna in piena attività, prima che tante altre manifestazioni della
stessa caratura venissero soppresse o trasferite altrove come per esempio -
ricordate? - il Trofeo Topolino, il Trofeo del Barba, fin’anche la 3-Tre. Ma
forse, più semplicemente, la cronoscalata ci piace perché ci consente di aprire
in bellezza la stagione con gli alberghi ed i locali al completo, ci regala un
po’ di ossigeno per continuare un’estate che si prospetta asfittica, ci dona
visibilità e promozione di livello internazionale come pochi altri eventi
riescono a fare. Magari nell’attesa di maturare altre proposte ed attrazioni
turistiche ed ambientali più consone e coerenti con la montagna. Ma intanto la
Trento Bondone rappresenta l’eccezione che conferma la regola. Pochi davvero
sono i casi di un coinvolgimento di operatori, volontari, forze di polizia così
massiccio e coordinato. Pochi davvero sono i tracciati che vantano un così
basso numero di incidenti, e - va detto - mai mortali. La Trento -Bondone è un
fiore all’occhiello del Trentino per tradizione, sicurezza, efficienza ed anche
pulizia. Noi che parliamo coi piloti, è unanimemente giudicata la migliore a
livello nazionale ed europeo. Con l’organizzazione e la tenacia della Scuderia
Trentina, sono migliaia le famiglie che si godono in tranquillità la gara ed
una bella giornata sul Bondone, mentre
piccoli gruppi di giovani se ne stanno in tenda incuranti a smaltire la sbronza
della sera prima: se hanno scambiato la gara per una festa di strapaese, dove
l’unico imperativo è gonfiarsi di birra, le colpe non sono da ricercare nella
manifestazione, ma altrove, nella sfera dei valori e nell’educazione che
abbiamo dato ai nostri ragazzi. Gli operatori del Monte Bondone sono
abituati a resistere, perché anche il loro percorso è sempre stato in salita.
Noi vogliamo la cronoscalata, e non temiamo le immancabili piccole polemicucce
che da sempre precedono e seguono la gara: sono antiche di 80 anni, come la
Trento - Bondone. Stefano Zampol Alberto Barbieri MONTE BONDONE Per sabato c’è la
deroga fino a notte Musica e negozi aperti
ANCONA - In occasione della Festa della Musica, che si svolgerà ad Ancona sabato 23 giugno, a partire dalle 19 e fino a tarda sera, un’ordinanza sindacale stabilisce che le attività economiche cittadine - nel corso dello svolgimento della manifestazione - possono derogare agli orari di apertura e chiusura delle loro attività. Dopo le 20 è peraltro fatto divieto di vendita di bevande alcoliche per asporto su vetro per tutta la notte fino alle 6 del giorno successivo, domenica 24 giugno, in linea con la legge regionale n.30/2005 che consente tra l’altro di limitare il consumo delle bevande alcoliche. CORRIERE ALTO ADIGE
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