ALICE.IT Tomohito di Misaka in clinica per curare dipendenza (ANSA) - TOKYO, 23 GIU - Il principe Tomohito di Mikasa, verra’ ricoverato in una clinica a
causa della sua dipendenza dall’alcol. Il principe e’ noto per avere
proposto un paio di anni fa di "reintrodurre le concubine" a corte
per mantenere la successione maschile al trono. Tomohiko di Mikasa era gia’
stato ricoverato in ospedale parecchie volte fin dal 1991, quando aveva subito
un’operazione per asportare un cancro all’esofago dalla quale non si era mai
ripreso completamente. TRENTINO «Sono astemio», e
i produttori francesi si arrabbiano Sarkozy snobba il
vino PARIGI. Non è piaciuta ai produttori di vino
l’affermazione fatta da Nicolas Sarkozy di essere un astemio integrale. Da
Bordeaux, città simbolo del vino francese e sede del Winexpo 2007, lo accusano di lanciare un «cattivo
messaggio» e, dato che il vino in
Francia soffre un lungo periodo di crisi, lo invitano «a fare almeno uno
sforzo». Nell’ambiente il
rimpianto del suo predecessore Chirac c’è; lui almeno assaggiava, beveva e
degustava. «Ogni volta che lo si vede in tv sta facendo jogging. Non gli piace mangiare, non gli piace
bere, non rappresenta la cultura francese», dice un produttore di vino
della Provenza riferendosi a Sarkozy. (*) (*) Nota: alla luce di queste due notizie, suggerisco ai
produttori di vino francesi di trasferirsi in Giappone, ove potrebbero sentirsi
più gratificati. IL TEMPO Alla Rai hanno
tolto anche il piacere di brindare Tempi sempre più duri per la Rai, schiacciata dalla paralisi
del Consiglio d’Amministrazione. L’ultima ieri, quando il consigliere Giuliano
Urbani ha abbandonato il Cda in dissenso con le nomine avanzate dal dg Cappon
per le consociate. Ma se pure il presidente Petruccioli volesse brindare per la
fine dell’impasse o per un exploit di ascolti, dovrebbe rinunciare. Dal primo luglio l’alcol sarà bandito in
Rai ovunque, nelle mense, nei bar, nei distributori automatici, perfino
nei ristoranti convenzionati. La decisione fa capo a un’intesa della Conferenza
Stato-Regioni che proibisce l’alcol a chi svolge attività che comporti rischi
di infortuni sul lavoro. (*) Vedrete che nelle trasmissioni televisive continuerà ad esserci… TRENTINO Appuntamenti per tutta l’estate. E i carabinieri fanno razzia di patenti Al parco «al Poz»
di Preore fino a domenica musica dal vivo con cucina e bar sempre aperti di Fabio Simoni GIUDICARIE. È il momento della festa campestre del parco “al
Poz” di Preore, quattro serate no stop partite ieri con musica live a 360
gradi, liscio moderno e datato, cucina e bar sempre aperti, a partire dalle 20.
Quindici giorni fa, si è concluso con una partecipazione straordinaria, il
“Ragoli Country Legend”, manifestazione che è coincisa con la chiusura
dell’anno scolastico. Venerdì e sabato scorsi, festa a Pafsang di Villa
Rendena. E via di questo passo, per
tutta l’estate, con un rincorrersi di feste. Tutte o quasi con un fattore
predominante: il tasso alcolico elevato dei partecipanti. Fonti sicure parlano di 3.300 litri di birra vendute in una serata.
Dove questo? A Ragoli, la sera di sabato 9 giugno: festa di fine anno
scolastico con elezione di miss e mister Country Legend 2007. La Pro Loco di
Ragoli ha svuotato la bellezza di 110 fusti da 30 litri ciascuno: prodotto dei
due fattori: 3.300 litri di birra, appunto. Nell’ipotesi (ottimistica) che le persone presenti (moltissime delle
quali, giovani e giovanissime) fossero state 3.300, avrebbero sorseggiato,
mediamente, 1 litro di birra a testa. Tanta? Certo tanta, considerando, per
lo meno, che non tutti bevono birra. Anche alla luce del fatto che il codice
stradale fissa in 0,5 g/litro il tasso alcolico limite per non incorrere in
sanzioni. E che questo valore si raggiunge, indicativamente, con 1-2 bottiglie
da 330 cc di birra, 1-2 bicchieri di vino da 200 cc. Con le conseguenze che
sono sotto gli occhi di tutti: le morti del sabato sera, ma anche di altre
sere. Il “problema” alcool, insomma, non
si può nascondersi dietro ad un dito, esiste, certo che esiste e riguarda in
particolare i giovani. Non lo scopriamo noi, certamente. È in questa
direzione che i carabinieri della
stazione di Tione stanno esercitando un controllo serrato del territorio,
specie in occasione di questi “raduni”, pur preziosi dal punto di vista
sociale, ma deleteri come occasione di eccessi. Non sappiamo quante siano
state le patenti ritirate, quindici giorni fa, neppure ci interessa conoscerne
il numero. Certo qualcuno ha lasciato malinconicamente il posto di guida,
qualcun altro anche la macchina. E qui è il caso di ricordare che la guida in
stato di ebbrezza o di ubriachezza, comporta il ritiro immediato della patente,
la penalizzazione di 10 punti (20 se il guidatore è neopatentato), una
contravvenzione salata, la successiva sospensione del documento di guida da 15
giorni a tre mesi. E ancora la segnalazione del fatto alla Procura della
Repubblica, con possibili conseguenze penali. Forse tutto ciò non
basta? Sembra di no. Certo qualcosa
deve cambiare: nelle persone che partecipano a queste feste, ma anche in coloro
che le organizzano. Non ce ne vogliano quelle decine e decine di volontari,
che con il loro tempo e con le loro energie, gratuitamente, organizzano queste
occasioni di incontro di socializzazione. Vedano anche loro di dare un segnale,
di fare qualcosa, perché le tragedie che sempre più di frequente si ripetono sulle
nostre strade, non abbiano a perpetuarsi tragicamente. TRENTINO LA PRO LOCO «Ma qui niente
superalcolici» PREORE. «Che il problema dell’alcool legato alle feste
estive come la nostra esista, non vi è dubbio - ammette Biagio Leonardi
presidente della Pro Loco di Preore - e non è che noi, all’interno del
direttivo, non ce lo siamo posto. Dopo
averci ragionato un po’, abbiamo scelto di non puntare solo sulla birra, ma su
tutte le bevande analcoliche, soprattutto di non vendere superalcolici.
Vogliamo che le nostre serate siano un momento diverso di incontro. Per questo
puntiamo molto sulla cucina, con menù vari e a buon prezzo. Quest’anno la
nostra sarà una festa “ecosensibile”: per la prima volta utilizzeremo piatti in
ceramica e posate in metallo- L’alcol è
come un coltello; dipende dall’uso che se ne fa. Non per questo possiamo
impedire l’utilizzo del coltello. Vogliamo pensare positivo, ad una società
civile, ragionevole, moderatamente festaiola» (*). (f.s.) (*) Nota: leggete con attenzione l’ultima frase. Io capisco
che questo signore auspica un consumo “moderato” di alcol, ma dicendo così trasmette il messaggio che
bere poco significa fare poca festa. Come dire che il
divertimento è legato al bere. Ho interpretato male? Io voglio una società grandemente festaiola, dove ci
si possa divertire moltissimo, divertirsi senza assumere sostanze che alterano
la percezione della realtà e comportano dei rischi, quando non dei danni. TRENTINO GLI ESPERTI Centro alcologia
«Prevenzione» TIONE. «La nostra non è una contrapposizione fine a
se stessa - dice Federica Valenti
del Centro di Alcoologia di Tione - noi
ci muoviamo in un ottica di prevenzione. All’interno del coordinamento
“Salute e Sicurezza”, costituito da nostri operatori, da rappresentanti delle
forze dell’ordine e da altri rappresentanti della società civile, per fare un
esempio, abbiamo enucleato tre direttive
cardine, rese note a suo tempo a tutte le Pro Loco e a tutti i sindaci delle
Giudicarie: la prima pone l’accento sulla denominazione della festa (evitare
“Festa della birra”), la seconda richiama al rispetto della legge (il divieto
di distribuire bevande alcoliche ai minori di 16 anni o a persone alterate), la
terza invita alla vendita di bevande analcoliche, al contenimento del prezzo di
queste rispetto a quelle alcoliche, e ad altre iniziative che possano invitare
a moderare il bere». (f.s.) (*) (*) Nota: curare questo servizio di rassegna stampa è un
impegno oneroso, in termini di tempo, ma ci concede un piccolo spazio di
potere, concretizzato nel poter scrivere quello che vogliamo nelle note. E allora io ne approfitto per mandare un affettuoso
abbraccio alla dolce Federica - mia co-co un anno fa ad un corso di sensibilizzazione
a Caderzone - e alla sua non meno dolce collega Cristina, carissima amica di
famiglia da molti anni. Alessandro
Sbarbada L’ADIGE Accuse sui siti
dei giovani. «Ma era birra a bassa gradazione» La Rurale e la
festa alcolica Il malcontento serpeggia da giorni: la festa «senza nome»
organizzata la scorsa settimana dalla Cassa Rurale di Rovereto per lanciare il
nuovo conto per giovani «Benny» è nel mirino. Motivo? Troppa
birra gratis distribuita a tutti e - secondo alcuni anonimi
utenti dei siti web roveretani - anche a minorenni. Sono soprattutto i ragazzi che
frequentano il sito www.studentirovereto.it a calcare la mano: «Perché quando le
associazione fanno delle feste il comune si impunta per fare feste no alcol?
Perché se associazioni fanno feste no alcol il comune è più favorevole a
sovvenzionare? Perché all’open hands una
serata è stata no alcol e venerdì sera in piazza Malfatti a Rovereto si serviva
birra gratis? Perché un bar di rovereto se vende birra a un minorenne rischia
di chiudere e invece in piazza Malfatti i ragazzini erano ubriachi e bevevano
birra gratis?» si chiede l’utente Jahzontafire. E parte la discussione. Fra
favorevoli e contrari c’è chi ricorda che «l’alcol fa male, ed è ora che la
gente lo capisca. Ma è stato deciso da qualcuno che la birra si può dare a
queste feste perché ha un basso tasso alcolico, e quindi la davano, tutto qua.
Sui minorenni la tua parola vale quella di chiunque altro» scrive Shibuya. Cosa
risponde la Rurale? «Stiamo leggendo anche noi questi post sul forum - ci dice
il direttore, Luca Filagrana - ma una cosa dobbiamo dire: alla festa in piazza era tutto sotto controllo. Per prima
cosa, abbiamo chiesto al fornitore solo birra a bassa gradazione alcolica. In
secondo luogo, chi distribuiva la birra aveva l’ordine di chiedere la carta
d’identità nei casi dubbi, quindi escludo in modo assoluto che ci siano stati
minorenni ubriachi. Terzo, la distribuzione della birra è avvenuta per un periodo
di tempo molto limitato, e a causa della coda che c’era, è impossibile che uno
abbia bevuto più di due bicchieri». (*) Ma non è solo questione di alcol:
«Quello che ci interessa, è far capire che si
trattava di un evento nuovo, vivace, ma assolutamente sotto controllo.
Qualche critica ci può sempre essere, lo mettiamo in conto». (*) Nota: …come dire che è vero che è stata distribuita
birra gratis in Piazza, il che è estremamente grave. Nonché incompatibile con le indicazioni fornite dal Comune
di Rovereto. Se le cose stanno così, io penso che la cassa Rurale di
Rovereto, invece che difendere “un evento nuovo, vivace”, dovrebbe riconoscere
l’errore e chiedere pubblicamente scusa. IL SECOLO XIX Con la moto contro
pensilina del bus, grave un trentenne corso europa Christian
Menegatti, residente in via Gian Battista Monti a Sampierdarena, stava
rincasando all’alba 22/06/2007 QUELLA pensilina, che in corso Europa accoglie i passeggeri
in attesa del bus, Christian Menegatti non è riuscito proprio a schivarla.
Centrandola in pieno, ieri mattina, in sella al suo bolide a due ruote. E
finendo così con l’essere ricoverato in
fin di vita nel reparto rianimazione dell’ospedale San Martino. L’aria è calda, anche se sono le quattro e il sole ancora
non si vede. Menegatti, trentenne residente in via Gian Battista Monti a
Sampierdarena, la sente entrare sotto il casco che gli ripara la testa. Mentre
viaggia sulla sua moto, una Kawasaki 600, verso il centro: torna a casa. Quando supera l’incrocio con via Timavo e via Isonzo però,
qualcosa non va come dovrebbe. E l’uomo si ritrova a sbattere contro la
struttura di cemento e plexiglas che separa il traffico ordinario dalle corsie
gialle dei mezzi Amt. Lo schianto è
devastante, con la moto che si frantuma in mille pezzi. Mentre Christian
Menegatti interrompe con violenza la sua corsa contro il gabbiotto. Sembra non passare mese dell’anno ormai senza che
l’intersezione all’altezza di Sturla non si trasformi in una trappola infernale
per automobilisti, motociclisti o pedoni. Un ostacolo che spesso produce
incidenti spettacolari ma senza conseguenze gravi per le persone coinvolte.
Talvolta però, causa la legge dei grandi numeri, gli esiti sono ben più seri. Tanto che la precedente amministrazione comunale aveva
scelto proprio quell’incrocio come banco di prova per l’installazione di
telecamere vicino ai semafori. Il caso di Christian Menegatti rientra, purtroppo, nella
seconda categoria: quella degli episodi più drammatici. Il trentenne rimane
sdraiato a terra, privo di conoscenza. Finché un abitante di corso Europa,
svegliato dal rumore dell’impatto, non telefona al 118. Sul posto arrivano un’ambulanza e l’auto medica. I
soccorritori stabilizzano le condizioni dell’uomo, lo immobilizzano sulla
barella spinale e lo accompagnano al pronto soccorso del vicino ospedale San
Martino. Mentre gli agenti della polizia municipale, sezione infortunistica,
danno il via agli accertamenti e ai rilievi. I medici sottopongono il ferito ai primi test. La situazione
è gravissima. Menegatti viene ricoverato immediatamente nel reparto di
rianimazione. Gli esami del sangue,
stando alle prime indiscrezioni, sarebbero positivi all’alcol test. L’ipotesi
di un errore provocato da qualche bicchiere di troppo diventa così l’ipotesi
principale al vaglio dei vigili urbani per spiegare la genesi dell’incidente. M. Fag. IL GAZZETTINO Partono dal Veneto
due nuove proposte di legge per aumentare la sicurezza stradale e limitare le
stragi del sabato sera Di notte niente
alcol a bordo delle auto Venezia Divieto di trasportare in auto bevande alcoliche e superalcoliche non sigillate
durante la notte; divieto agli ambulanti di vendere o mescere alcolici e
superalcolici sempre durante le ore notturne; istituzione della figura
professionale dell’addetto alla sorveglianza e al trasporto notturno il quale
svolga la sua attività nei locali pubblici, nei club privati e in tutti quei
luoghi nei quali i giovani sono soliti incontrarsi e socializzare per fare le
ore piccole; promuovere l’istituzione di
un servizio di trasporto notturno su chiamata per portare a casa le persone che
non sono in condizioni di mettersi alla guida. Sono alcune delle proposte
che il Veneto affida a due progetti di legge - uno statale di iniziativa
regionale e uno regionale - per dettare norme che aiutino a migliorare la
sicurezza stradale e a prevenire comportamenti che sfociano in quelle che
tristemente vengono chiamate stragi del sabato sera. L’iniziativa, partita dai consiglieri
regionali Remo Sernagiotto, capogruppo di Forza Italia a palazzo Ferro Fini, e
Andrea Causin (Ulivo - Partito democratico veneto) ma che ha trovato subito le
adesione di Dario Bond (Forza Italia) e Gustavo Franchetto (Ulivo-Pdv), giunge all’indomani dell’affossamento del
tentativo di limitare la vendita e la somministrazione notturna di alcolici e
superalcolici nelle ore notturne (dall’1 alle 6 per la precisione) e di
anticipare l’apertura di discoteche, sale da balle e circoli privati alle 22 e
di fissarne la chiusura al massimo alle 4 del mattino. Tentativo affidato
al progetto di legge sulla disciplina dell’esercizio dell’attività di
somministrazione di alimenti e bevande all’interno del quale avevano trovato
spazio, proprio nel tentativo di fare qualcosa contro le stragi del sabato
sera, due articoli che prevedevano le limitazioni che tante polemiche hanno
sollevato dopo essere state approvate all’unanimità in commissione attività
produttive. Insomma, i progetti legislativi sulla vendita di alimenti e bevande
e quelle che dettano norme sulla sicurezza stradale imboccano percorsi diversi,
entrambi comunque dichiaratamente «veloci» per affrontare due settori che hanno
comunque bisogno urgente di regole in sintonia con i tempi moderni. «Il nostro
obiettivo di fondo - spiegano Sernagiotto e Causin - è di consentire, grazie a
una serie di interventi non coercitivi bensì educativi, al "popolo della
notte" formato in prevalenza da ragazzi e ragazze al di sotto dei
trent’anni, di potersi divertire senza rischiare la vita». Ed ecco allora che la proposta di legge statale rinnova quella
già presentata a marzo per rideterminare dal 1. gennaio 2008 le aliquote delle
accise relative a birra, prodotti alcolici intermedi e superalcolici in misura
tale da assicurare maggiori entrate pari a 100 milioni di euro che serviranno a
istituire un Fondo nazionale per la sicurezza stradale con l’aggiunta di due
articoli che vietano il trasporto a bordo di auto di bevande alcoliche non
sigillate dalle 23 alle 8 del mattino e, nello stesso lasso di tempo, agli
ambulanti di vendere alcolici. La legge regionale punta sulla nuova figura professionale
dell’addetto alla sorveglianza e al trasporto notturno, uno
"sceriffo" che controlla i luoghi di aggregazione per segnalare alle forze dell’ordine
spaccio di stupefacenti o giovani ubriachi che intendono mettersi al volante e
organizzare il ritorno a casa dei più alticci, trasportati da appositi mezzi
che la Regione finanzierà. Il servizio sarà a carico dell’utente ma in
questo modo, spiegano i due consiglieri, «i
genitori troveranno i loro figli a letto e non all’obitorio». Giuseppe Tedesco REPUBBLICA.IT Un quotidiano
locale ha trovato su Youtube il filmato di un gruppo di ragazzi che sfidano la sorte gettandosi in acqua
dopo grandi bevute di vino Bolzano, tuffi
proibiti dalla diga Ubriachi, fanno un
salto di sette metri Tania Cagnotto e
Christopher Sacchin: "Possono lasciarci l’osso del collo" BOLZANO - A Bolzano i
ragazzi rischiano la pelle per un tuffo e una bevuta di vino. Gli
adolescenti riescono ad avere comportamenti stupidamente pericolosi da sempre
(vedi Gioventù bruciata). Youtube, per l’ennesima volta, fa da palcoscenico: i
protagonisti del video si gettano dalla diga della Sill, una località
all’imbocco della val Sarentina, pochi chilometri a nord dal centro di Bolzano.
L’ingresso alla diga, ovviamente, è vietato. Chiuso da una
ringhiera con punte acuminate. Ma le sbarre sono state tranciate di netto per
creare un varco. Poi, l’ennesima bravata di gruppo. Un volo di circa sette
metri, pieno di pericoli. Adrenalina a mille, mescolata ad abbondanti sorsate
di vino. Un cocktail perfetto per uno sballo forte e a basso costo. E il ’vino
in cartone’, si conferma sempre di più come icona dello sballo a basso costo,
stampato persino come logo sulle magliette. E non a caso i ’tuffatori’ si fanno chiamare Taver sprinteam, con
riferimento alla loro bevanda preferita. (*) La storia dei ’tuffatori pazzi della diga’, girava da tempo
in città. "Avevo sentito di qualcosa del genere", racconta Maicol
Scuttari, giovane promessa della Bolzano Nuoto. "Conosco quel posto -
prosegue - perché me ne aveva parlato un amico, che mi aveva anche raccontato
che da lì si tuffavano, ma pensavo fossero solamente delle chiacchiere. Non
immaginavo che lo facessero davvero". Ma ora il quotidiano Alto Adige ha trovato le prove in
internet di queste bravate assurde. Il filmato, dal titolo "Dam Back -
Jumping from Diga", mostra una decina di ragazzi (compresa una ragazza)
che si lanciano nel vuoto e tentano anche delle evoluzioni per entrare con le
gambe, di pancia o addirittura di testa nel torrente Talvera. Acque gelate, più
o meno profonde a seconda della portata del fiume, con rocce, gorghi e
correnti. Se si sbaglia, il rischio è enorme. I tuffatori di Bolzano, quelli veri, come Tania Cagnotto e
Christopher Sacchin, tutti e due medaglia di bronzo ai Mondiali di Melbourne, dicono, senza giri di parole che si tratta
di roba "da lasciarci l’osso del collo", parlano di "pura
incoscienza e del rischio di finire su una sedia a rotelle". E spiegano che tuffarsi così, alla cieca, senza sapere cosa
nasconda l’acqua, per di più compiendo acrobazie nell’aria, senza tenere conto della corrente e dopo
aver bevuto, fa aumentare a dismisura i rischi. "E se lì ti capita
qualcosa - dicono -, non è che ci sia il bagnino a tirarti fuori dai
guai". Lo stesso Sacchin ammette di non essersi mai tuffato all’aperto, in
ambiente naturale."Perché ho troppa paura di farmi male". "Quando ci si tuffa, occorre sempre sapere cosa c’è
sotto aggiunge Tania Cagnotto -. Ma in quel tratto l’acqua non è trasparente,
per cui non si riesce a distinguere cosa ci sia sul fondo. E non bisogna
dimenticare la corrente che rischia di trascinarti via". E Scuttari
aggiunge: "Bisogna essere fuori di
testa per tuffarsi in quel posto". Avvertimenti che,
speriamo, gli spericolati tuffatori del Tavernello raccolgano e non mantengano
la promessa di un ’sequel’ che fanno al termine del video. (*) Nota: “Tavernello è per un consumo di vino moderato e ai
pasti”. IL GAZZETTINO (Rovigo) POLITICHE
GIOVANILI Disagio tra i
giovani, la Melandri chiama a Roma l’assessore Virgili (F.P.) «Basta con i
messaggi sbagliati e fuorvianti nella pubblicità su alcolici e comportamenti a
rischio per i più giovani». L’appello arriva dalla Provincia di Rovigo e stavolta non è
rimasto chiuso tra gli stretti confini di Adige e Po. L’assessore provinciale
alle Politiche giovanili Tiziana Virgili ha messo nero su bianco tutto il suo
sconcerto per il continuo e ridondante atteggiamento di superficialità con cui
vengono diffusi messaggi pubblicitari che diventano pericolosi se recepiti da
personalità in via di formazione e maturazione come sono quelle della
stragrande maggioranza degli under 20 o 25. La combattiva assessore provinciale
ha inviato la sua denuncia niente meno che al ministro per le Politiche
giovanili Giovanna Melandri che l’ha convocata a Roma il 5 luglio prossimo per
affrontare i temi legati a un nuovo modo di approcciare l’educazione giovanile
su problematiche tanto delicate. Palazzo Celio insomma si sta ritagliando un ruolo di primo
piano a livello nazionale nella lotta al disagio giovanile. Una sensibilità
moderna, articolata ed attenta ad analizzare e a mettere in pratica ogni
metodica che possa arrivare all’obiettivo cercato, soprattutto adeguata ad
evitare che vengano vanificati gli sforzi fatti diffondendo contro-messaggi
insulsi e disattenti. Positive tra l’altro le campagne di sensibilizzazione scaturite dalla collaborazione tra l’assessorato provinciale alle Politiche giovanili, le scuole, i Comuni, gli enti e le categorie che hanno prodotto incontri, convegni, percorsi di approfondimento e tanto materiale divulgativo, coinvolgendo studenti, gruppi e organizzazioni giovanili e sportive. LA SICILIA catenanuova Tra i giovani scorre un fiume di alcol Catenanuova. Altre
bottiglie vuote di liquore si rinvengono disseminate, dopo quelle lasciate
qualche settimana fa, sui davanzali delle finestre di diverse abitazioni nei
pressi del centro abitato, mentre nei marciapiedi, agli angoli delle strade,
accanto ai sedili o dietro le autovetture, si scorgono al mattino bottiglie di
liquore e birra vuote a indicare l’abuso di bevande alcoliche fra i giovani.
Alcune bottiglie vuote di liquore (una sembra di whisky) sono state rinvenute
appese all’albero di eucalipto nei pressi dell’ufficio postale di via Dei
Mille. I consumatori dopo essersele scolate le hanno messe in una busta di
plastica per poi lanciarla. Il sacchetto, però, è finito appeso su un ramo. Le Istituzioni e le agenzie educative locali non possono
continuare a nicchiare sul fenomeno dell’alcolismo giovanile per evitare che
assuma dimensioni non gestibili e non prevenibili. In paese si ravvisa
l’urgente necessità di intervenire sinergicamente con azioni incisive e
iniziative di sensibilizzazione efficaci atte
a scoraggiare i giovani a "gettarsi" nell’alcool attraverso anche la
promozione di convegni e conferenze con il supporto di specialisti e studiosi
dell’argomento e di materie afferenti questioni sociologiche e
problematiche giovanili. Occorre fermare
questo sballo dei giovani che in numero sempre maggiore si tuffano nell’alcool,
bevendosi il "cervello", estraniandosi, invece di pensare a come
migliorare la vita sociale e civile. Gli ultimi dati dell’Istat sul fenomeno dell’alcolismo
giovanile sono allarmanti. Non basterebbero provvedimenti che limitino la
pubblicità degli alcolici sui mass media o l’inserimento di etichette sulle
confezioni che avvertano sui pericoli dell’abuso di alcool. Sarebbero
"pannicelli caldi". Lo si è visto già per le sigarette. Occorre
dialogare di più con i giovani, prevedere rigorose sanzioni, promuovere
iniziative di sensibilizzazione sui pericoli per la salute e sui conseguenti
danni sociali, familiari, culturali. Oppure, più semplicemente, sarebbe utile portare questi baldi giovani
a visitare i reparti di epatologia per farli rendere conto direttamente dei
gravissimi danni che l’alcool procura al fegato in primis. Nic. Sac. GUIDE.DADA.NET Convention Città
del Vino, 300 sindaci in provincia di Siena Domani mattina
l’assemblea nazionale a San Gimignano, nel pomeriggio la presentazione di
"Vernaccia 40" (fatta con le uve di tutti i produttori consorziati),
e di Vestire il Vino. Arrivano i nuovi calici per i vini toscani di qualità. Domani circa 300 sindaci da tutta Italia saranno presenti
alla Convention delle Città del Vino, che quest’anno per ricordare il
Ventennale dell’Associazione torna nelle terre di Siena, dove fu fondata il 21
marzo 1987. L’appuntamento è alle ore 9 al Teatro dei Leggieri, in piazza del
Duomo, a San Gimignano. All’ordine del giorno i grandi temi cari alle Città del Vino: lo sviluppo dell’enoturismo, le
politiche per la qualità dei territori; le buone pratiche di gestione
ambientale; la nuova fiscalità rurale. Nel pomeriggio invece nell’ambito della Convention di Città
del Vino sarà presentata a partire dalle 15,30 "Vernaccia 40": una
eccezionale Vernaccia di San Gimignano, ottenuta per celebrare i 40 anni dalla
Doc (1966) con le uve di tutti i produttori consorziati. Ne sono state prodotte
4 mila bottiglie che saranno messe in vendita a partire da domani al prezzo di
15 €. Il ricavato servirà per finanziare la costruzione di una scuola in
Birmania attraverso l’opera della fondazione onlus Francesca Pecorari.
L’etichetta di questa speciale Vernaccia è stata disegnata da uno studente
senese della scuola Duccio di Buoninsegna, selezionato dopo un concorso interno
aperto a tutta la scolaresca. A seguire la presentazione di "Vestire il
Vino", ovvero la presentazione di un kit di nuovi calici di cristallo di
Colle Val d’Elsa realizzati in esclusiva per degustare vini toscani di qualità,
ma anche una linea di bicchieri realizzati dalla regione Toscana. E per finire un appuntamento che ci riporta alle origini
della vite: la presentazione del progetto Vinum e del volume "Archeologia
della Vite e del Vino in Etruria", che ha coinvolto Città del Vino,
Università di Siena, Università di Milano e Soprintendenza ai Beni Archeologici
della Toscana. Intanto stamattina si è svolto al Santa Maria della Scala, a
Siena, il convegno "Le Città del Vino che vogliamo" che ha permesso
di fare il punto sui temi cari all’Associazione, di fare un bilancio sui primi
20 anni di attività e di lanciare i nuovi impegni per i prossimi anni. "In venti anni - ha ricordato il presidente Valentino
Valentini, a conclusione del convegno - mentre in tutta Italia aumentava la
popolazione delle metropoli a danno delle campagne, nelle Città del Vino è
avvenuto esattamente il contrario: la popolazione dei borghi è aumentata del
10%, quella delle aree rurali addirittura del 27%. Segno che la qualità della
vita dei nostri territori è un grande fattore di attrazione e coesione sociale
ed economica. Oggi sempre più contano la riconoscibilità e le identità dei
nostri territori, che possono rappresentare una leva di promozione efficace
anche per l’internazionalizzazione delle imprese e dei nostri prodotti - ha
sottolineato Valentini -. Dobbiamo quindi insistere sui modelli di sviluppo che
fin qui hanno caratterizzato l’attività dei Comuni Città del Vino, perché
dimostrano di essere congeniali a uno sviluppo compatibile con le necessità
dell’ambiente e delle comunità locali. Dobbiamo quindi sviluppare il turismo
del vino, promuovere insieme alle imprese i nostri prodotti e territori, e
tutelare le nostre risorse ambientali e il nostro paesaggio attraverso
strumenti come il Piano regolatore delle Città del Vino, il risparmio
energetico, il rispetto per l’ambiente. Ma senza dimenticare - ha concluso
Valentini - un altro tema che negli ultimi mesi è sotto i riflettori: quello del consumo moderato di vino, un
prodotto che se bevuto senza eccessi fa bene alla salute". (*) Al convegno hanno portato i saluti della Provincia di Siena
l’assessore all’Agricoltura Claudio Galletti, e Daniela Bindi, assessore
Attività Produttive del Comune di Siena. L’assessore Galletti ha sottolineato
l’importanza dei piccoli centri "come luogo di conservazione della nostra
civiltà". Tra gli altri sono intervenuti il filosofo Massimo Donà, che ha
parlato del rapporto tra vino e ricerca della verità; Fabio Renzi, segretario
generale della Fondazione Symbola, che ha parlato del vino come metafora della
qualità; ed Enzo Patierno, dirigente di Buonitalia spa, che ha invece parlato
del vino come chiave di successo dell’internazionalizzazione. (*) Nota: …o forse no. IL GAZZETTINO (Vicenza) Ubriaco contro la
Zonin. Lo ferma il campione di boxe Gambellara (g.z.) Quando ha
deciso di accanirsi contro la sede della Casa Vinicola Zonin in via
Borgolecco probabilmente non sapeva che si sarebbe trovato di fronte l’ex
campione italiano dei pesi super medi di pugilato. È finita male la stralunata iniziativa di un indiano che
ieri notte, in preda ai fumi dell’alcol, ha prima sfondato con la sua auto il
cancello d’ingresso dell’azienda e quindi ha iniziato a danneggiare la
foresteria (*). Pietro Pellizzaro, che dopo aver appeso i guantoni al
chiodo svolge servizio di vigilanza alla Zonin, ha prima cercato di calmarlo
con le buone, poi, quando ha visto che l’energumeno gli si è scagliato contro
pronunciando frasi sconnesse, è passato alle vie di fatto immobilizzandolo in
pochi secondi sino all’arrivo dei carabinieri del radiomobile di Valdagno che
lo hanno preso in consegna. (*) Nota: io penso si possano dare due diverse
interpretazioni a questo episodio. La prima è che questo signore volesse punire un produttore
di alcol, in quanto tale sostanza è la causa prima della sua sofferenza. La seconda è che questo signore volesse entrare nella casa vinicola, per cercare materia prima per alimentarla, questa sua sofferenza. IL GAZZETTINO (Treviso) L’assessore: «Ha
il mio appoggio» La
Fipe va all’attacco di TrevisoViva: «Noi primi a combattere l’alcol fra i
minori» Alcol e minori, i gestori dei locali che aderiscono alla
Fipe-ConfCommercio rivendicano la paternità della prima campagna di
prevenzione, con qualche stilettata polemica. "Il problema del consumo di alcol da parte dei minori di 16 anni sta
diventando una vera e propria emergenza sociale - recita una nota - ed i primi
a rendersene conto sono stati proprio i circa duemila gestori associati alla
Fipe-ConfCommercio della provincia di Treviso, che - ben prima dei
"meriti" che qualche associazione locale si è autoprocurata (evidente
il riferimento a TrevisoViva, ndr) ed in linea con i più ampi progetti di
prevenzione provinciali, nazionali ed internazionali condotti dalle strutture
sanitarie e dalle Istituzioni, e con l’appoggio delle tre Usl della provincia
di Treviso - hanno dato vita, a proprie
spese e già da più di tre mesi, alla prima concreta campagna di prevenzione
volta ad arginare gli eccessi di alcol da parte dei minori di 16 anni". «Al motto di "Hai
meno di 16 anni, non chiedermi alcolici, per il resto bevi quello che vuoi"
- spiega il presidente della Fipe-ConfCommercio provinciale Franco Zoppè - i
gestori hanno deciso di impegnarsi concretamente sul fronte della prevenzione,
di proseguire nel cammino intrapreso qualche anno fa con le campagne
"guida sicuro" e di promuovere presso i propri locali un nuovo
messaggio, coinvolgente e positivo, volto a
frenare il consumo di alcol da parte dei minori e ad educare ad un consumo
controllato, responsabile e attento». (*) I gestori aderenti
a Fipe-ConfCommercio stanno anche predisponendo delle locandine da inviare a
tutte le scuole medie e superiori del territorio, rendendosi disponibili ad
interventi formativi mirati con i ragazzi (**) e prevedendo in tutti i corsi per gli esercenti e per
l’ottenimento del libretto sanitario, un modulo specifico di formazione per gli
addetti ai lavori. «Siamo consapevoli - afferma Zoppè - che per scoraggiare il
consumo di bevande alcoliche tra i minori i divieti e le sanzioni non bastano.
Tutti i soggetti interessati dal fenomeno devono fare uno sforzo e noi, come
abbiamo fatto in passato, stiamo lavorando seriamente. Di certo non molleremo
la presa, ma per arginare il problema occorre collaborare e le famiglie devono
fare la loro parte». L’iniziativa ha avuto il plauso dell’assessore al Sociale
Corrado Cecconato: «Ho sempre dato il mio pieno appoggio ad iniziative del
genere: ritengo che questo problema vada affrontato da tutti. Il mio appoggio è
sempre stato massimo, anche perché hanno sempre operato con grande
professionalità». (*) Nota: bah!... (**) Nota: per carità, fermateli. Non lasciate che sia l’oste a fare interventi educativi sul vino ai ragazzini nelle scuole! VARESENEWS Ubriaco in
ospedale, aggredisce i carabinieri: arrestato Esagera con l’alcool in discoteca, viene trasportato
all’ospedale di Busto e, per "sdebitarsi" distrugge alcune
attrezzature e aggredisce i carabinieri intervenuti per calmarlo. La serata
movimentata di un 26enne di origine napoletana ma domiciliato nel bustocco è
quindi terminata nel carcere cittadino: ora dovrà rispondere di minaccia,
resistenza e violenza a pubblico ufficiale, lesioni personali e danneggiamento
per diverse migliaia di euro. Tutto era iniziato come detto in un discoteca nella quale
F.V., che a suo carico ha qualche piccolo precedente, si è procurato alcune
escoriazioni forse dopo aver perso
l’equilibrio a causa del troppo alcool in corpo. Trasportato al pronto
soccorso di Busto il giovane ha dato in escandescenze, scagliandosi prima
contro il personale e poi sfogando la sua rabbia contro alcune attrezzature
ospedaliere. Sul posto si sono recati i Carabinieri, ma la vista delle
divise non ha certo calmato il 26enne, che prima
ha minacciato i militari della pattuglia, poi li ha insultati e infine è
passato alle vie di fatto aggredendoli. L’uomo ha così dato vita a un breve
ma violento parapiglia nel corso del quale un carabiniere ha riportato la
distorsione di un polso e una prognosi di 20 giorni. Anche alcuni sanitari del
pronto soccorso hanno subito piccole lesioni, guaribili nel giro di pochi
giorni. Ai polsi dell’uomo sono così scattate le manette, prima del trasporto in carcere. IL GAZZETTINO (Venezia) Dieci anni di
reclusione per la ... Dieci anni di
reclusione per la morte di Antonella Zannini, la restauratrice uccisa a 48 anni
dalle botte ricevute dal convivente. È la pena che il sostituto procuratore Rita Ugolini ha
chiesto venga inflitta a Luca Secco, 44 anni. Il magistrato ha concluso la sua
requisitoria ieri mattina, nel corso del processo celebrato con rito abbreviato
davanti al giudice per l’udienza preliminare Vincenzo Santoro. A sorpresa, il
pubblico ministero ha chiesto la deubricazione del reato inizialmente
contestato all’imputato, quello di omicidio volontario aggravato, nella meno
grave ipotesi di omicidio preterintenzionale: ovvero di aver ucciso senza
volerlo. La pena base richiesta dalla dottoressa Ugolini è di 15 anni, che
diventano dieci con lo sconto di un terzo della pena previsto dal rito
abbreviato. All’udienza si sono costituiti parte civile i genitori della
vittima con gli avvocati Paola Klinger e Marco Vianello, i quali hanno
sollecitato il giudice a condannare Secco al pagamento di 500mila euro
ciascuno, a titolo di risarcimento del danno subito. Somma che i genitori di
Antonella sono intenzionati a devolvere in beneficenza ad un’associazione che
si occupa del recupero dalle tossicodipendenze. I difensori di Secco, gli avvocati Piero Coluccio e Stefano
Tigani, si sono invece battuti per l’assoluzione del loro assistito, sostenendo
che non vi è prova dell’esistenza di un nesso di causalità tra le lesioni
provocate alla donna dall’imputato l’11 marzo del 2006 e il successivo decesso
avvenuto quattro giorni più tardi. I legali hanno depositato i risultati di una
consulenza medico-legale eseguita dal dottor Raimondo di Padova, secondo la
quale a provocare la morte della donna potrebbe essere stato un ematoma sulla
fronte, provocato forse da una caduta. Secondo una consulenza psichiatrica, firmata
dal professor Augusto Rizzoli su incarico della difesa, Secco è da considerarsi
seminfermo di mente. Ben diverse le conclusioni a cui sono giunti i consulenti
della procura. Il dottor Mario Tantalo ha infatti accertato che l’imputato era perfettamente in grado
di intendere e di volere al momento del fatto, nonostante l’abuso di droghe e
alcool. E il
dottor Silvano Zancaner ha stabilito che sono state proprio le percosse ricevute dal convivente a provocare il
decesso di Antonella. La donna è morta a causa di un ematoma interno alla
testa, che ha compresso il cervello e ha provocato un arresto
cardiocircolatorio. Dell’ematoma non vi era traccia esterna e, secondo il
dottor Zancaner, è stato provocato dagli
schiaffi con cui Secco avrebbe colpito la donna: la violenza sarebbe stata tale
da causare lo spostamento del cervello, che sarebbe andato a sbattere contro la
scatola cranica. Conclusa la discussione, il giudice Santoro ha rinviato
l’udienza al prossimo 20 luglio per eventuali repliche di accusa e difesa e per
la sentenza.Il corpo senza vita della restauratrice fu rinvenuto il 15 marzo
del 2006 nella abitazione di Cannaregio, ai Santi Apostoli. Secco attualmente
si trova in una comunità per il recupero dei tossicodipendenti. Gianluca Amadori L’ARENA di Verona Conclusa l’udienza
a carico di un tedesco accusato di lesioni. L’incidente accaduto sul Garda tre
anni fa Travolse un
bagnante, patteggia 6 mesi Con il motoscafo
investì il pedalò dove c’era un uomo che prendeva il sole L’incidente poteva
aver conseguenze drammatiche: un turista di Bolzano, Ervin Avancini, stava
tranquillamente prendendo il sole sdraiato sul pedalò. Era abbastanza vicino a
riva e non immaginò che era comunque in pericolo: un motoscafo gli «volò» sopra e la chiglia lo ferì alla coscia. Per quelle lesioni, ieri davanti al giudice Isabella Cesari
e al pm Susanna Balasini, Hans Werner von Prondzinsky, il cittadino tedesco che
il 17 luglio 2004 era alla guida del natante, ha patteggiato una pena
complessiva di 6 mesi e 10 giorni oltre a 1600 euro. Pena complessiva perché doveva rispondere, oltre che delle lesioni,
anche di aver condotto il motoscafo in stato di ebbrezza (cinque mesi e 10
giorni) e di essersi avvicinato troppo alla riva (un mese di arresto per questa
violazione stabilita dal codice della navigazione) e 1600 per le lesioni
colpose. L’incidente si verificò di fronte a Lazise, nei pressi del
campeggio «La Quercia» dove poi il ferito venne riportato a riva. Avancini,
oggi cinquantenne, stava tranquillamente seduto sul pedalò quando venne
«sorvolato» da un motoscafo che altri due turisti tedeschi stavano riportando
al noleggio. La chiglia gli tagliò la coscia ma riportò altre lesioni, i
primi a soccorrerlo furono i volontari dell’idroambulanza della Croce Rossa,
poi l’uomo, portato a riva, fu trasportato in ambulanza alla Pederzoli di
Peschiera. Sul posto era arrivato anche l’elicottero di Verona Emergenza, ma le
condizioni del ferito fortunatamente non erano gravi al punto da giustificare
un trasporto aereo. Stando comunque a quanto ricostruito dalle forze
dell’ordine il motoscafo prese un’onda e
«volò» sopra il pedalò, complice il lago ma anche il fatto che il conducente
avesse, come emerse in seguito, bevuto. Questo è stato ritenuto l’addebito più grave, punito più severamente. Anche se la pena, sospesa, è stata condonata. NEL CENTRO ONLINE Abruzzo Models for a Top Life Prosegue con
successo la campagna di sensibilizzazione sul tema del pericoloso accostamento
alcol - guida sicura, rivolta a giovani e giovanissimi. In allestimento
una mostra fotografica in cui i ragazzi sono protagonisti Models For a Top Life continua il suo percorso verso la
sensibilizzazione sul tema del pericoloso accostamento alcol - guida sicura.
Dopo il casting di venerdì 1 giugno, presso il ‘Fragile’ di Avezzano dove un
centinaio di candidati si sono sottoposti a un test fotografico, dieci ragazzi
e dieci ragazze sono stati scelti per rappresentare il progetto attraverso la
loro immagine. Nel corso di due giornate caratterizzate da entusiasmo e
curiosità, l’8 il 9 giugno
|