L’ARENA DI VERONA Su 18 automobilisti
fermati venerdì sera sul lago, 12 erano ubriachi. In molti casi si tratta di
ventenni che neanche stavano in piedi Sempre più donne
brille al volante I controlli della
polizia stradale dimostrano che le ragazze bevono più degli uomini Ritirata la patente
anche a un padre che doveva andare a riprendere il figlio a una festa da amici di Alessandra Vaccari Le ragazzine bevono. Stanno quasi superando i maschi per
quantità di alcol ingurgitato nel fine settimana. E questo squallido primato
non le fa desistere dal mettersi poi alla guida della propria automobile. Lo testimoniano i dati della polizia stradale di Verona,
Legnago e Bardolino, che venerdì notte con quattro pattuglie coadiuvati da
alcuni dipendenti della Motorizzazione civile si sono messi a fare controlli
sul lago di Garda. E su 18 auto controllate a 12 automobilisti è stata ritirata
la patente per guida in stato d’ebrezza. Non soltanto. La sorpresa degli stessi
poliziotti di pattuglia e dei tecnici della Motorizzazione è stata tanta quando
hanno iniziato a constatare che le
ragazze al volante erano spesso ubriache fradice, ma tanto da non stare neanche
in piedi, tanto che se qualcuno avesse voluto approfittare della situazione non
avrebbe avuto problemi. A lanciare l’allarme era stato anche il dottor Giovanni
Serpelloni, responsabile dell’osservatorio per le dipendenze della Regione
Veneto. Anche i medici dell’ufficio patenti avevano sottolineato che sempre più
donne si presentavano a fare gli esami dopo il ritiro della patente per guida
in stato d’ebrezza. Oltre ai 12 denunciati per guida in stato d’ebbrezza c’è stato un altro passeggero che ha
minacciato di morte uno dei poliziotti in pattuglia. L’auto, con alla guida una ragazza è stata fermata. Lei era ubriaca in maniera evidente, ma è
stata sottoposta all’alcol test che l’ha confermato. Così la polizia ha
disposto il sequestro dell’auto. A quel punto il fidanzato della ragazza (un
cittadino peruviano) ha minacciato di morte il poliziotto. In un altro caso a
essere fermato è stato un padre che stava andando a recuperare il figlio a una
festa. E anche lui è stato trovato ubriaco. A breve alla
polizia stradale arriveranno le nuove strumentazioni acquistate dalla
Provincia. Si tratta dell’alcoblow, una macchinetta che è già in uso alla
polizia municipale e che permette di «scremare» i soggetti. Quelli che
risultano positivi vengono poi sottoposti all’alcoltest che, come esame è più
lungo e complicato. Venerdì sera i controlli sono stati soprattutto sul lago di Garda. Soprattutto in zona Affi e Calmasino. La polizia sapeva che ad Affi si sarebbe tenuta la festa della birra e per questo hanno scelto quella zona per i controlli. I «pattuglioni» proseguiranno anche nei prossimi weekend, a scacchiera per avere facilità di spostamento da una zona all’altra del territorio come accaduto anche l’altra notte con un paio di incidenti, l’uno a San Gregorio di Veronella e un altro a Domegliara, per fortuna in entrambi i casi senza gravi conseguenze. Tragico incidente a
Pontoglio. Il conducente denunciato per guida in stato di ebbrezza, anche per
droga, e omicidio colposo Al volante ubriaco,
muore l’amico La vittima è Danny
Vailati, di Romano di Lombardia. Aveva solo 19 anni I tre ragazzi
rientravano dopo una festa di Wilma Petenzi Un ragazzo di 19
anni morto, una ragazza di vent’anni ferita e un terzo ragazzo, il 25enne che
era alla guida dell’auto, ferito pure lui, benchè non in maniera seria, ma quel
che è più grave denunciato per guida in stato di ebbrezza e sotto effetto di
sostanza stupefacente e per omicidio colposo. È il bilancio dell’ennesimo incidente stradale mortale
verificatosi all’alba di ieri a Pontoglio in via Cividate, su un lungo tratto
rettilineo. Un bilancio gravissimo per la morte del giovane bergamasco, reso
ancor più grave dal fatto che l’amico a cui la vittima aveva affidato la
propria esistenza non era nelle condizioni psicofisiche idonee per mettersi
alla guida di un’auto. Danny Vailati, 19enne di Romano di Lombardia, è morto
ieri mattina a Pontoglio, mentre l’auto su cui viaggiava con i due amici si
ribaltava in un campo. A stabilire che il conducente dell’auto non era
perfettamente lucido la scorsa notte sono stati i medici dell’ospedale di
Chiari, subito dopo il ricovero per il drammatico incidente. Gli accertamenti diagnostici hanno appurato
che il 25enne aveva esagerato con l’alcol: il tasso di alcol nel sangue era di
1, il doppio rispetto al limite consentito per legge. Nel sangue i medici hanno
trovato anche traccia di sostanza stupefacente. Una condizione che ha fatto
scattare una denuncia nei confronti del giovane: gli agenti della polizia
stradale di Chiari lo hanno denunciato a piede libero per guida in stato di
ebbrezza e sotto influenza di sostanza stupefacenti. Automatica, invece, la
denuncia per omicidio colposo. Il drammatico
incidente si è verificato ieri mattina molto presto, qualche minuto dopo le
5.30. I tre
ragazzi stavano rientrando a casa: erano
stati fuori per festeggiare il compleanno di un’amica e poi avevano fatto
l’alba in una discoteca di Carobbio degli Angeli. Prima di rientrare a
Cortenuova e poi a Romano, si sono fermati in un bar di Pontoglio a fare
colazione. Erano a bordo di una Fiat Stylo rosso fiammante. Alla
guida, come detto, un 25enne di Romano di Lombardia (E.B le iniziali). A fianco
del 25enne viaggiava la ragazza, C.C. di 20 anni, di Cortenuova. Sul sedile
posteriore c’era Danny Vailati. La Stylo stava percorrendo via Cividate, la via
che porta in terra bergamasca e di colpo, senza un apparente motivo su un lungo
tratto rettilineo, a poco meno di 500 metri dal bar dove avevano fatto
colazione, il conducente ha perso il controllo dell’auto. Sulle cause
dell’uscita di strada stanno ancora lavorando gli agenti della polizia stradale
di Chiari. In pieno tratto rettilineo il conducente ha sbandato
all’altezza del numero civico 29. Dopo aver abbattuto la recinzione di
un’abitazione l’auto si è ribaltata più volte, finendo in un campo sottostante.
Vailati è rimasto schiacciato dalla
vettura stessa, durante una delle carambole. Nell’urto avrebbe subito una
frattura alle vertebre cervicali. Quando sono arrivati i soccorritori,
inviati dalla centrale operativa del 118, per il giovane 19enne non c’era più
niente da fare. Il conducente e la ragazza
sono usciti da soli dall’abitacolo, disperati perchè Danny non ce l’ha fatta.
I due ragazzi sono stati portati all’ospedale di Chiari, ieri in tarda
mattinata sono stati dimessi. La salma di Danny Vailati è stata composta al cimitero di Pontoglio a disposizione dell’autorità giudiziaria. Il padre Roberto e il fratello maggiore Christian hanno effettuato ieri il riconoscimento. Qualche istante prima dello schianto il padre aveva chiamato il figlio sul cellulare: «Sto rientrando» sono state le ultime parole di Danny. Poi alle 6 di mattina sul cellulare c’era la segreteria, i familiari hanno continuato a chiamare e l’ansia a crescere, immaginando il peggio, finchè un’amica del figlio li ha avvisati di un incidente a Pontoglio. Al loro arrivo la drammatica verità. L’APPELLO «Subito norme severe
su alcol e discoteche» I giovani morti sulle strade nell’ultimo sabato sera (ben 7 in tutta Italia) secondo Carmelo Lentino, portavoce nazionale della campagna sulla sicurezza stradale e contro le stragi del sabato sera «BastaUnAttimo», dimostrano come «non si possa più solo parlare, ma occorre urgentemente agire: occorre una più rapida approvazione del disegno di legge riguardante la sicurezza stradale che in queste settimane è in discussione alla Camera de Deputati». E l’onorevole Riccardo Pedrizzi, responsabile nazionale di An per le politiche della famiglia, fa notare che «di fronte alla carneficina dei nostri ragazzi che si verifica da troppi anni sulle strade ogni fine settimana, uno Stato che voglia dirsi civile e che abbia a cuore la tutela della vita e della salute pubblica non può seguitare a girarsi dall’altra parte». Secondo Pedrizzi bisogna fissare regole e paletti sull’orario di chiusura delle discoteche, sulla vendita degli alcolici, come avviene in occasione delle partite di calcio, sull’orario di entrata per i minorenni e di cessazione della musica, sull’intensità della stessa e delle luci psichedeliche che, attraverso gli effetti particolari che producono, abbassano la soglia di attenzione e favoriscono il consumo di sostanze stupefacenti». Egr. Signor Deputato Giacomo Bezzi leggo dall’Adige di oggi l’articolo relativo alle Sue
proposte, il cui senso sembra essere sintetizzato dalla Sua affermazione: «Inasprire le pene va bene, se sono educative, ma queste
sono repressioni fasciste» Visto che lei dice di dover rispondere ai suoi elettori,
eccone uno, profondamente insoddisfatto e culturalmente perplesso per la
confusione che le sue affermazioni generano. Mi piace dunque porle alcune domande:
A me consta che le pene, previste da una legge dello Stato
per punire un reato, sono il modo accettato per dissuadere i cittadini dal
commetterlo ed in quanto tali esse sono dunque educative, perchè questa è la
modalità con cui lo Stato ci tutela, dissuadendoci dal mettere in atto
comportamenti lesivi della sicurezza individuale e collettiva. E’ chiaro che in
generale ci comportiamo meno peggio solo per paura della pena (e la paura è
tanto maggiore quanto più aspra è la pena) e che sarebbe bello se, invece,
crescesse il senso di corresponsabilità civile, cioè la capacità di valutare le
nostre azioni anche dalla prospettiva degli altri. Forse però, lasciando da parte i ’pessimismi cosmici’ di
chi dice che tanto non cambia nulla, esiste una via di uscita che a me sembra
articolabile in almeno due atteggiamenti generali. Il primo è che ognuno di noi cominci a non mettere in atto comportamenti pericolosi per
sè, la propria famiglia e gli altri (e l’uso di alcol e di sostanze illegali è
un comportamento pericoloso e/o dannoso) e che, nel momento in cui incorre
nelle sanzioni previste per averlo fatto, non cerchi di giustificarsi, ma riconosca
la propria responsabilità e non difenda l’indifendibile (da un punto di vista
morale) (e questo vale per me come per Lei). Il secondo è che chi assunto un ruolo di tutela e
promozione del bene comune (e questo vale per Lei in quanto Deputato) sia maggiormente
consapevole che in questo ruolo l’interesse della collettività e di chi è in
posizione di debolezza dovrebbe avere la precedenza sugli interessi dei singoli
o di eventuali lobbies economiche. Questo è quanto propongo a me stesso ed anche a Lei e che,
sia io che Lei, siamo liberi di fare, se crediamo nel valore propositivo ed
educativo delle nostre azioni. Claudio Zorzi (invio questo mio punto di vista anche al Redattore della ’Rassegna Stampa su Alcol ed Altro’ Alessandro Sbarbada) ALL’ON. GIACOMO BEZZI AL GIORNALE L’ADIGE con preghiera di pubblicazione. L’altro giorno, dopo aver letto l’articolo dell’Adige
sulle contestazioni di Giacomo Bezzi alle nuove proposte di aumentare le sanzioni
per chi guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti,
per chi supera i limiti di velocità e per chi usa il telefonino durante la
guida, tutti comportamenti, a dire dell’autore dell’articolo, che, come provato
dalle numerose e purtroppo spesso tragiche statistiche, sono le cause
principali degli incidenti stradali, mi è nato il desiderio di calarmi nella
realtà locale e di immaginarmi in uno scompartimento di un treno mentre alcuni
trentini commentavano l’articolo in questione. A me piace farmi
qualche bicchiere di vino, di quello buono s’intende, e non capisco il motivo per
cui da un po’ di tempo in qua, tutti si accaniscono contro noi bevitori moderati e non vorrebbero più
farci neanche guidare. Ma che male facciamo? Io non bevo molto, qualche
bicchiere qua e là con gli amici, e poi me ne torno a casa tranquillo. Qualche
volta mi capita di bere qualche cosa in più, ma cosa vuoi che sia! Guido ancora
meglio, mi sento più sicuro e sento che la macchina risponde bene alle mie
sollecitazioni. Sono ancora più attento ed anche se vado un po’ più veloce, con
l’alcol in corpo, sento di avere riflessi migliori. Mi sento anche tranquillo perché io giro
generalmente di giorno ed incontro raramente le pattuglie delle Forze
dell’Ordine e poi se anche mi fermano, difficilmente hanno l’etilometro, ad
eccezione di quella volta che…..” “Ma sì, - lo
interrompe l’altro – neanche nelle feste
campestri ci vogliono più far bere la birra. Pensa che l’altra domenica mi sono
imbattuto in una festa campestre analcolica! Roba da matti! Non avevano neanche
la birra! Ma che festa campestre è se non si può bere e divertirsi! E’ proprio
vero che il mondo si sta ribaltando! Non nevica più, i ghiacciai si sciolgono,
scarseggia l’acqua e poi non ci lasciano neanche più bere la birra: almeno noi
risparmiamo l’acqua! ” “Bisognerebbe avere
più politici come Giacomo Bezzi.- riprende il primo interlocutore - Lo sai che motto aveva per la propaganda
elettorale? “Una politica più vicina alla realtà locale e alla gente.” E la
realtà locale ci dice che la gente trentina, la nostra gente, si mette alla guida dopo aver bevuto
alcolici, usa il telefonino mentre guida, supera i limiti di velocità, e sempre
più spesso fa uso di sostanze stupefacenti. E’ inutile nascondersi dietro un
dito. La realtà è questa e quindi Bezzi fa bene a chiedere delle leggi che
proteggano le tradizioni e la cultura della nostra gente!” A questo punto non potevo più starmene zitto: “Scusate se vi
interrompo ma lo sapete che il consumo di alcol provoca in Italia circa
30/40.000 morti all’anno e che è la prima causa di morte tra i giovani uomini europei?
E che procura molti disagi relazionali,
sociali, malattie…?” “Sì, sì -
risponde uno dei due – ma questo, come
dice lei, succede in Italia ed in Europa, mica qui da noi!” “E allora sapete che
qui da noi ci sono circa 170 Club degli Alcolisti in trattamento segno che i
problemi alcolcorrelati esistono
veramente anche in Trentino? E che frequentano i Club sono solo una minima parte delle
famiglie in difficoltà? ” “Certo che conosco i
Club – riprende l’altro – ci va anche
il Toni, ma lui sì che aveva problemi! E
poi lui non lo portava bene come me!” “E conosce altre
persone vicine a lei che hanno dei problemi in famiglia a causa dell’alcol?
” - ribatto io. “Sicuro! C’è mio
fratello, ma con una moglie fastidiosa
che continua a brontolargli, chi non berrebbe? Poi c’è un mio vicino di casa,
ma lui poverino è solo, non ha niente, e si consola bevendo, ma non fa male a
nessuno! E poi c’è…” “Anche la moglie del
Pero – sbotta l’altra persona – beve
parecchio, ma lei non sa cosa fare in tutto il giorno! Non le manca niente:ha
una bella casa, dei bravi figli, soldi, la serva! Forse beve per noia! ” “E il ragioniere
perché beve? - si intromette un altro – forse
perché….” “Allora vedete –
interrompo io – che anche la nostra gente
ha problemi con l’alcol, ed allora non sarebbe meglio proporre una diminuzione
del consumo e lavorare in quella direzione, come suggerisce l’O.M.S. con il suo
motto – alcol, meno è meglio – che
non chiedere la riduzione delle sanzioni, come ha fatto l’on. Giacomo Bezzi?” “Forse sì - ammettono
i miei interlocutori – ma vede, lui è un
onorevole trentino, è dei nostri ed abbiamo fiducia in quello che dice! Chi
conosce l’O.M.S.?” “Scusate se vi
chiedo un’ultima cosa: ma come mai oggi viaggiate in treno?”- termino io. “Perché mi hanno
ritirato la patente per guida in stato di ebbrezza” – rispondono tutti e due
insieme i miei interlocutori. ” Onorevole Giacomo Bezzi, anche se questo colloquio è
immaginario, rispecchia molto la realtà dei nostri paesi. Vuole chiarire qualcosa ai suoi sostenitori prima che
finiscano nella schiera dei 30/40.000 morti all’anno per colpa dell’alcol e lei
rimanga senza elettori? Guido Dellagiacoma guidode@cr-surfing.net San Gimignano Città del Vino nasce
club di parlamentari SIENA. Sono già 50
i parlamentari di tutti gli schieramenti politici che hanno aderito alla
costituenda “Associazione dei parlamentari amici delle Città del Vino”,
promossa dal deputato senese Franco Ceccuzzi. A darne notizia lo stesso Ceccuzzi
in occasione della convention di primavera, in programma in questi giorni a San
Gimignano, dove sono riuniti oltre 300 sindaci dei 550 comuni aderenti a Città
del Vino. La nascente associazione di
parlamentari vuol contribuire a stringere i rapporti tra Città del Vino e le
istituzioni, per valorizzare le tipicità e le identità locali dei territori.
In quest’ottica, e per chiudere idealmente l’anno del ventennale
dell’associazione, è stato chiesto un incontro con il presidente della
Repubblica Giorgio Napolitano. In vista dell’incontro Città del Vino sta
preparando un manifesto in difesa della vitivinicoltura di qualita, per
illustrare al presidente Napolitano idee, dubbi e timori sul futuro delle aree
rurali. Il turismo del vino, è stato
ricordato, conta in Italia 4 milioni di visitatori l’anno per un giro d’affari
di 2,5 miliardi di euro, rappresentando un volano di sviluppo per tanti piccoli
territori e imprese. (*) (*) Nota: a questi 50 parlamentari, e anche a tutti gli altri,
sarebbe bene ricordare sempre che il
vino, bevanda responsabile in Italia di circa il 60 % dei problemi
alcolcorrelati, per il nostro paese è un
costo. Vale a dire che il giro d’affari legato alla produzione e
al commercio del vino non copre le spese socio sanitarie sostenute a seguito de
i problemi vino correlati. Per non parlare della sofferenza umana. ESTE. LA PROPOSTA
AVANZATA DAI PARTITI DI CENTRO DESTRA Alcolici vietati
dopo l’una di notte Este Vietare la
somministrazione di alcolici in tutti i bar di Este dall’una di notte alle sei
del mattino. È
quando chiedono i partiti del centro destra con una mozione che verrà proposta
martedì al consiglio comunale. «Per
molti giovani - premette la leghista Paola Goisis - l’eccesso di alcool non è
più un fatto occasionale ma un’abitudine (quattro ragazzi su dieci consumano in
modo pesante alcol da una a tre volta alla settimana) e questo incide
pesantemente sulle stragi del sabato sera che ormai raggiungono numeri da
guerra: in un anno 5426 morti sulle strade e 300 mila feriti in 225 mila
incidenti, con il 30\% delle vittime compreso fra i 15 e i 29 anni. Come
amministratori non possiamo rimanere inerti». Una proposta analoga è in discussione anche a Monselice, dove, osserva
la Goisis, «abbiamo registrato reazioni scandalose degli esercenti,
preoccupati più per il loro portafoglio che per la vita dei ragazzi». «Il testo della nostra mozione - fa presente Piergiorgio
Cortelazzo di An - ricalca il progetto di legge regionale che ha passato
all’unanimità l’esame in commissione e si rifà alla legge 125/01 che vieta la
vendita di alcolici in autogrill dalle 22. Non
pretendiamo con questa mozione di risolvere tutti i problemi e siamo ben
consapevoli che bottiglie di superalcolici si possono acquistare in qualsiasi
negozio e consumare a notte fonda; però di fronte a tante tragedie è necessario
che ognuno faccia la sua parte, noi come amministratori e poi gli altri, a
cominciare magari dai genitori. Non ci interessa a questo punto perdere i voti
di giovani ed esercenti"» «Sulla vita e sulla
salute non ci sono interessi economici che tengano», aggiunge Maurizio
Lucca dell’Udc. «Al fenomeno dell’abuso dell’alcool - conclude Stefano
Bernardoni di Fi- si lega poi quello del degrado che non è solo morale dei
giovani, ma anche igienico della città: chiediamo
non solo lo stop alla vendita, ma anche servizi frequenti di vigilanza per
rendere efficace il divieto». Riccardo Piva IL MATTINO La polizia avverte:
velocità e alcol le cause principali Roma. Incidenti stradali: dalla polizia i dati di un
drammatico fenomeno che sembra inarrestabile. E così si scopre che nel 14 per
cento dei casi è la velocità a costituire la causa principale o rappresenta
comunque la concausa che ne aggrava le conseguenze. Inoltre, il 75% degli
incidenti avviene in città, dove peraltro si concentrano il 44% dei morti e
oltre il 70% dei feriti. «Il pericolo - rileva in particolare il vicequestore
Rossanna Ferranti - non è legato esclusivamente al superamento dei limiti, ma
anche al tenere una velocità non adeguata alle condizioni della strada, quando
traffico, pioggia o nebbia impongono invece un’andatura molto al di sotto dei
limiti massimi stabiliti». Nel 2006 la polizia stradale ha accertato 1.018.027 violazioni
per il superamento dei limiti di velocità (+11,5% rispetto al 2005) e 63.881
per velocità pericolosa, che viene contestata quando il conducente, pur
rispettando i limiti, tiene una velocità non adeguata rispetto alle condizioni
della strada, di traffico, meterologiche. E che, al di là delle stragi del
sabato sera, la maggioranza degli incidenti avvenga in città lo testimonia
anche l’ultima vittima registratasi vicino a un luna park a Borgosesia che ha
coinvolto una coppia di nonni che
accompagnava il nipotino di tre anni alle giostre: mentre attraversavano la
strada, sulle strisce pedonali, è arrivata un’auto a forte velocità che li ha
investiti. La donna, Maria Pia Taverna di 51 anni, è morta dopo essere stata
ricoverata in ospedale, il marito e il nipote hanno riportato invece ferite
guaribili in 30 e 15 giorni. Il guidatore, un ventenne di Quarona
(Vercelli), si era fermato dopo l’incidente e ha contribuito ai soccorsi. E tra
le vittime va registrato nel Reggiano anche un ciclista travolto da un’auto
guidata da un pirata della strada. Si tratta di Antonio Barchi, 73 anni,
residente a Reggio Emilia, investito nella mattinata tra Casina e la frazione
San Querciola di Viano. I soccorritori lo hanno trovato sull’asfalto già morto
per un grave trauma cranico. I carabinieri stanno ora indagando e vagliando
alcune testimonianze, tra cui quella di un uomo che era alla guida di un
trattore e che avrebbe visto l’impatto tra l’anziano ciclista e una Punto, poi
sparita. IL GAZZETTINO (Treviso) Il 40\% dei multati
durante il terzo ... Il 40\% dei multati
durante il terzo pattuglione estivo della polizia locale di venerdì notte, è
neopatentato. Un
dato allarmante, soprattutto se si considera che le contravvenzioni sono state
elevate per eccesso di velocità, anche se non tale da causare il ritiro della
patente. Ma i rilevamenti dei vigili trevigiani parlano chiaro: c’è stato anche
chi, nemmeno 20enne, andava a 90 all’ora su un limite di 50. E non erano pochi
i casi alla soglia del ritiro del documento di guida appena conseguito. C’è
stato poi anche chi correva tranquillamente senza patente, senza patentino e
senza assicurazione. Si tratta di un giovane brasiliano, 22enne, in sella al
suo ciclomotore: per lui una multa salatissima, 516 euro, oltre all’aggiuntiva in
caso di accertata assenza di altri documenti. Che i controlli dei vigili facessero paura a tanti, è
sicuro. A temere più degli altri la
prova dell’etilometro, venerdì notte, è stato un trevigiano di mezza età. Che,
alla vista della strumentazione degli agenti per rilevare l’alcolemia, si è
messo a piangere. Ha confessato ai vigili di aver cenato, con il
"contorno" di un bicchiere di vino, alle 21, e di aver avuto paura di
un esito positivo all’etilometro. Ma erano le 2 di notte e ormai l’alcool era
assorbito, eccome. Infatti il risultato è stato di 0.10 g/l. In tutto gli
agenti hanno elevato 26 contravvenzioni per eccesso di velocità, senza però
ritirare nessuna patente nemmeno per guida in stato di ebbrezza. Anche
all’esterno di due locali notturni, rumori e schiamazzi erano
"regolari". in totale i punti decurtati sono stati 70, la gran parte
dei quali appunto a neopatentati la cui sanzione raddoppia. I controlli sono
stati eseguiti in via del Mozzato, in via Sant’Antonino, in viale Felissent e in
viale IV Novembre fino alle 4 della notte. Serena Masetto "Alcool:
costume e patologia", se ne parla a Fermo Fermo | Sempre più
preoccupanti i dati sull’abuso di alcool tra i giovani e tra gli automobilisti,
ben 21 le patenti ritirate nel Fermano solo nell’ultimo weekend; Fermo
organizza un dibattito con esperti del settore al Centro San Martino In progressivo aumento chi fa abuso di alcool soprattutto
fra i giovani. Un allarme che fa riflettere, e che emerge sempre più evidente
anche nel Fermano, specie nei controlli del weekend, che vedono un numero
sempre crescente di patenti ritirate per guida in stato di ebbrezza e casi di
giovanissimi in preda ai fumi dell’alcool. Solo lo scorso sabato, ben 21 le
patenti ritirate dopo i controlli della Polizia all’etilometro. Numeri che
portano il dato complessivo da inizio anno a ben 125 persone risultate oltre i
limiti di legge. Recenti studi dell’Unione europea hanno dato un quadro
particolarmente preoccupante, registrando
come l’alcool sia causa di morte per il 25% delle persone sotto i 30 anni,
dell’incidenza pericolosa del bere sulle prestazioni lavorative e dei danni
gravissimi alla salute. Il comune di Fermo ha scelto di affrontare la
scottante tematica con un incontro-dibattito, voluto dal sindaco Saturnino Di
Ruscio e dal dottor Mario Vitali. Parola d’ordine, sensibilizzare su di un
argomento così attuale, promuovere l’incontro tra operatori che a diverso
titolo vengono a contatto con il problema e, in particolare, divulgare l’informazione sulla prima esperienza
italiana riguardante la sindrome feto-alcolica, ad oggi la principale causa
conosciuta di ritardo mentale che, però, risulta essere interamente prevenibile
intervenendo in tempo. Si parlerà di qesti argomenti martedì 26 giugno a partire dalle ore 17,30, presso il centro congressi S.Martino nell’incontro-dibattito "L’alcool: costume e patologia", al quale prenderanno parte, in qualità di relatori, Mario Vitali, medico, dell’Università degli Studi "La Sapienza" di Roma, che introdurrà l’argomento, il Prof. Mauro Ceccanti, Titolare di Semeiotica Medica alla Sapienza di Roma, che presenterà i suoi più recenti studi sul tema dell’alcol come patologia strettamente interconnessa con il costume e la cultura ambientale e sociale di un territorio. Ci sarà inoltre il Prof. P.W. Koodituwakku, neuropsicologo, della University of New Mexico che, eccezionalmente presente in Italia, porterà il suo contributo di ricercatore internazionale al tema in discussione. Coordinerà i lavori Daniela Alessandrini, Dirigente dei servizi Sociali del Comune di Fermo. ARRESTO Ubriaco, prima
scappa e poi ferisce un agente della Polstrada Bassano (B.C.) Venerdì, alle 21.30, in via Brocchi, una pattuglia
della Polizia stradale di Bassano ha notato una Lancia "Y" non
rispettare la luce rossa del semaforo collocato all’intersezione con via Mure
Bastion e tirare dritto verso piazzale Cadorna. L’unità si è posta
all’inseguimento, segnalando all’utilitaria di fermarsi. Il guidatore è stato di
tutt’altro avviso: è schizzato aldilà del ponte Nuovo, ha raggiunto la Ss.
Trinità e ha imboccato via S. Giorgio; da Villa Serena in poi lo sconosciuto ha compiuto una serie di manovre da
brivido, anche contromano, e solo per buona sorte non è avvenuta una disgrazia.
I tutori dell’ordine l’hanno alla fine bloccato alle porte di Valrovina. L’uomo è andato
subito in escandescenze e quando uno dei agenti gli ha aperto la portiera ha
finto di scendere e invece l’ha richiusa violentemente, intrappolandogli una
mano. L’altro
poliziotto è riuscito ad ammanettarlo e l’ha portato a Ca’ Baroncello. Qui
l’individuo è stato identificato per G.A.M., 49 anni, di Bassano, già noto alle
forze dell’ordine. Era evidentemente
ubriaco, ma si è rifiutato di sottoporsi al test alcolimetrico. È stato
arrestato per resistenza a pubblico ufficiale e condotto al S. Pio X di
Vicenza. Non gli è stata ritirata la
patente perchè... gli era già stata tolta dalla Polizia un mese fa. Auto
sequestrata. L’agente ferito è stato medicato al pronto soccorso (7 giorni di prognosi). Ha aggredito la
pattuglia di Verona Sud Camionista «bevuto»
arrestato per lesioni Camionista slovacco ubriaco arrestato dalla
polstrada di Verona Sud. L’altra notte una pattuglia è intervenuta
nell’area Monte Baldo nord su chiamata di un camionista che aveva sentito dei
botti contro il suo camion. Svegliatosi era sceso dalla cabina e s’era trovato davanti un collega sbronzo
che se l’è presa anche con lui. Il camionista ha quindi chiamato il 113 e nell’area di sosta è arrivata una pattuglia. Ma il camionista, che viene descritto come un energumeno s’è scagliato contro i poliziotti ferendone tre. Ad avere la peggio il primo intervenuto che s’è preso un pugno in pieno volto. Alla fine il camionista è stato arrestato per lesioni e resistenza e stamattina, dopo aver passato un paio di notti in cella a Montorio comparirà davanti al giudice per il processo per direttissima. (a.v.) Per la prima volta a
Venezia i carabinieri hanno usato l’etilometro in laguna: fermato un giovane al
timone in stato di ebbrezza Alcol test anche per
chi guida la barca Venezia NOSTRA REDAZIONE Stava percorrendo un
canale della laguna in modo poco lineare e pericoloso. Questo continuo percorso
a zig zag ha attirato immediatamente l’attenzione di un motoscafo dei
carabinieri che
si è rapidamente avvicinato alla piccola imbarcazione per prestare la
necessaria assistenza. Pochi istanti dopo, però, i militari si sono accorti che
alla guida del mezzo c’era un veneziano
ubriaco. Si tratta di un giovane di 23 anni, che è stato fermato alle 15
circa di sabato di fronte alle Fondamente Nuove. Con ogni probabilità è da ritenere che il giovane, durante il pranzo,
abbia bevuto un po’ più del solito. (*) Per la prima volta così i carabinieri del Nucleo natanti,
che da tempo effettuano questo genere di controlli nelle zone più trafficate e
caotiche di Venezia, si sono trovati a dover fare una segnalazione alle
autorità di un conducente di barca che aveva alzato un po’ troppo il gomito,
tanto che all’esame con l’etilometro il
giovane veneziano aveva un tasso alcolico superiore di tre volte a quello
consentito dalla legge. Una situazione del tutta analoga a quanto avviene
sulle strade della terraferma dove ogni settimana diversi automobilisti vengono
bloccati in stato di ubriachezza Quello accaduto l’altro giorno in un rio tra Cannaregio e
Castello, però, è solamente l’aspetto più curioso di una vasta attività di
controllo effettuata tra sabato e domenica tra Venezia e la laguna dai militari
dell’Arma nel quadro di una iniziativa, denominata «Estate sicura», predisposta
dal comandante provinciale colonnello Alberto Mosca. Controlli sono avvenuti tra Murano e l’Aeroporto Marco
Polo di Tessera, dove il limite di velocità viene sempre infranto dai taxi e
anche da barche private, di fronte al Lido e in bacino San Marco, alle
Fondamente Nuove e alla Giudecca. Il bilancio degli accertamenti ha portato alla denuncia a
piede libero di 25 persone, tra diportisti e conducenti di taxi acquei, per
violazione delle norme riguardanti il moto ondoso. Ma la "battaglia" dei carabinieri non si è
limitata ai soli limiti di velocità (che da troppo tempo vengono regolarmente
superati dai tassisti che si recano all’aeroporto Marco Polo con qualche
immancabile incidente), ma ha riguardato anche gli aspetti della sicurezza
della navigazione. Alla fine, così, sono state elevate una cinquantina di
contravvenzioni per il mancato rispetto delle indicazioni riguardanti, ad
esempio, le dotazioni di sicurezza a bordo. È stata fermata anche una barca,
con otto persone a bordo, che stava uscendo in mare con il serbatoio del motore
praticamente vuoto. I carabinieri del Nucleo natanti di Venezia, un gruppo
coordinato dal capitano Mario Marino e composto da personale specializzato
vista la particolarità della laguna veneziana, evidenziano che ogni anno sono
decine le richieste di soccorso dovute in gran parte all’imprudenza o alla
superficialità con cui si affronta il mare. Con ogni probabilità anche nei prossimi
fine settimana il comando provinciale di Venezia realizzerà altri controlli
analoghi. L’obiettivo di queste verifiche, fanno sapere al comando
di San Zaccaria, è soprattutto quello di cercare di arginare per quanto
possibile l’aumento costante del moto ondoso, ma è del tutto evidente che
l’altro aspetto della vicenda è quello che riguarda proprio la sicurezza delle
persone che viaggiano in laguna. Molte infrazioni possono provocare anche
incidenti gravi e non è escluso che davanti ad alcuni comportamenti irregolari
ci sia poi il rischio concreto di finire direttamente dentro le acque della
laguna. (*) Nota: non ci sono notizie in realtà su quanto sia “il solito”. Notte alcolica, tre
arresti per violenza Un tunisino e due
lagarini In preda ai fumi
dell’alcol Hanno smaltito la
sbornia al fresco di una cella e stamattina dovranno aspettare il giudizio del
magistrato per l’eventuale scarcerazione: è finita male per due ventenni
lagarini ed un tunisino la notte di
bisboccia cominciata in compagnia di qualche sorso di troppo di birra e
superalcolici. (*) In preda agli effetti dell’alcol i tre, arrestati in due
diversi momenti della nottata fra sabato e domenica, hanno infatti reagito con
violenza all’intervento congiunto di polizia e carabinieri. Il primo episodio è
accaduto alle dieci di sera ed ha visto per protagonista un giovane tunisino;
visibilmente alterato, quando ha incrociato la pattuglia della polizia ha perso
il controllo ed ha cominciato ad inveire
contro gli uomini in divisa reagendo anche fisicamente. La situazione si è
fatta sempre più tesa e quando è intervenuta anche la gazzella dei carabinieri,
chiamati a supporto dell’operazione, alle forze dell’ordine non è rimasto che
portare l’uomo in cella, arrestato con l’accusa di violenza e resistenza a
pubblico ufficiale. Simile la dinamica e del tutto analoghe le «cause» per il
piccolo tafferuglio verificatosi sempre in centro città qualche ora più tardi:
erano quasi le tre del mattino quando i carabinieri hanno arrestato due ventenni
della Vallagarina. A spasso per Rovereto, i due mostravano chiaramente i segni di una sbornia in pieno svolgimento e
alla vista dei militi hanno ingaggiato un vivace battibecco che li ha portati
in caserma in stato di arresto con l’accusa di resistenza e violenza a pubblico
ufficiale. La movimentata notte di lavoro per le forze dell’ordine non è
purtroppo un caso isolato nella quotidiana azione di monitoraggio della vita
cittadina, soprattutto nelle ore notturne del fine settimana: sono infatti più
numerosi di quanto venga reso noto i giovani che, nel bel mezzo di una nottata
di svago, all’incontro con i tutori dell’ordine reagiscono in modo brusco e
violento. Complice l’annebbiamento dei
sensi indotto dall’alcol e quel senso di onnipotenza che porta a cancellare
ogni remora, i giovani finiscono in questo modo in guai giudiziari che
rischiano di macchiare per sempre la fedina penale: un arresto è un
arresto, e una bravata compiuta magari per impressionare gli amici arriva a
costare decisamente caro. Oltre alla notte in cella (e se l’episodio accade di
sabato le notti diventano due), resta indelebile l’esperienza della comparsa
davanti al magistrato con tutto il seguito burocratico-legale che mette in
allarme amici e congiunti. E tutto per
colpa di una sbornia mal gestita. (**) Il Comune di
Bertiolo ha insignito della cittadinanza onoraria suor Maria Luisa Pregno Il grazie alla madre
Teresa friulana (D.P.) Una Madre Teresa di Calcutta friulana. Con tutte le
proporzioni del caso, alla gente di Bertiolo suor Maria Luisa Pregno ricorda la
piccola e indimenticabile missionaria. E ieri il Comune le ha conferito la
cittadinanza onoraria, riconoscimento assegnato per la prima volta
dall’Amministrazione comunale. U
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