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Si salveranno 1.200 vite, oltre ad evitare decine di migliaia di feriti - I nuovi specchi retrovisori per i veicoli industriali: come nasce la direttiva per sopprimere gli “angoli ciechi”, e perché si è voluta la sua retroattività fino al 2000

Relatore dell’iniziativa, è stato Paolo Costa, presidente della Commissione per i Trasporti ed il Turismo del Parlamento Europeo

L’onorevole Paolo Costa, presidente della Commissione per i Trasporti ed il Turismo del Parlamento Europeo

(ASAPS) BRUXELLES, 27 giugno 2007 – Era nell’aria da tempo, tanto che già lo scorso 9 maggio la norma era passata. Mancava solo il via libero definitivo, finalmente giunto da Bruxelles. Ora, tutti gli autocarri, anche quelli più vecchi, dovranno montare specchi retrovisori in grado di “ovviare” – tanto per usare il gergo dei tecnici – all’angolo “cieco”. La scelta di sicurezza, ribadita più volte anche sul Libro Bianco redatto dall’UE nel 2001 e, successivamente, nelle rivisitazioni dei documenti ufficiali successivamente stilati sui banchi di Strasburgo e Bruxelles, è cosa fatta. Ma di cosa si tratta, con esattezza? L’espansione del trasporto commerciale su strada, che in Europa sembra non conoscere fine, ha subito un’ulteriore accelerazione dopo l’allargamento ad est dell’Unione, con il risultato che il bilancio della sinistrosità stradale, in questo caso quella che vede coinvolta la categoria di veicoli commerciali, è destinato a divenire sempre più tragico. L’Ue ha cercato di far fronte a questa continua emergenza obbligando anche i conducenti dei bisonti della strada a fare uso delle cinture di sicurezza ed imponendo la rivoluzione del crono-tachigrafo digitale.
Ma, come nasce una direttiva di questo tipo?
Intanto, è doveroso rappresentare che il relatore della Proposta di Direttiva (tecnicamente si chiama così), è l’italiano Paolo Costa, ministro dei Lavori pubblici del governo Prodi dal 1996 al 1998, ed attualmente presidente della Commissione per i Trasporti ed il Turismo del Parlamento Europeo, all’interno del quale ricopre altri incarichi.
Il ruolo del politico italiano, in merito alla sicurezza stradale, si è fatto sempre più rilevante, e se oggi la direttiva è finalmente passata, lo si deve soprattutto a lui. Il punto di partenza è stato uno studio sulla sinistrosità, che attribuisce agli angoli ciechi dei veicoli commerciali (con massa superiore a 3,5 tonnellate), la morte in Europa di 400 persone ogni anno, una considerevole parte delle quali, il dato è tragico, è costituita da bambini in bicicletta. In ogni caso, le vittime sono in larga parte ciclisti e pedoni (di tutte le età), assolutamente non visti dal conducente di un veicolo pesante nella fase di svolta a destra.
Già nel 2003, in ossequio al Libro Bianco dei Trasporti redatto nel 2001 con lo scopo di dimezzare entro il 2010 il numero delle vittime su strada, il Parlamento europeo e il Consiglio avevano approvato la direttiva 2003/97/CE, che faceva espressamente riferimento a dotazioni di sicurezza obbligatorie sui camion di nuova costruzione ( (Heavy Good Vehicles - HGV).
Nel dettaglio, come abbiamo già spiegato in altri articoli e notizie pubblicate sul sito dell’Asaps, è divenuto imprescindibile dotare i bisonti della strada di una serie di specchi e di altri sistemi per la cosiddetta visione indiretta, in grado di ridurre il più possibile gli angoli ciechi. Con la direttiva 2003/97/CE, gi stati membri si sono trovati nella condizione di poter omologare, a partire dallo scorso anno (2006), solo veicoli commerciali dotati dei sistemi omologati.
A questo punto, però, si è posto un altro problema: analizzando i parchi di veicoli industriali di tutti e 25 i membri dell’Unione, lo staff di Costa si è accorto che, fino al 2023, continueranno a circolare veicoli immatricolati assai prima del 2006. Si tratta di 5 milioni di camion, entrati in esercizio prima della direttiva 2003/97/CE, destinati a percorrere ancora a lungo la rete stradale trans-europea, continuando ad incidere pesantemente sulla letalità degli eventi infortunistici a carico delle categorie più deboli dell’utenza stradale, ciclisti e pedoni e finendo col vanificare una buona parte degli impegni spesi per adottare la prima direttiva.
Per ovviare a questo problema, è stata dunque redatta la seconda proposta di Direttiva COM(2006)570, con la quale la Commissione europea ha alla fine ottenuto di obbligare gli stati membri a disporre l’adeguamento dei veicoli commerciali immatricolati dal 2000 al 2006.
Costa sosteneva la necessità di andare ancora più indietro nel tempo, ed includere così tutti i veicoli commerciali immatricolati dal 1998 in poi, ma il risultato ottenuto – viste le pressanti richieste in senso contrario da parte di molti – resta comunque eccezionale.
In questo modo, oltre 4 milioni di camion, dal furgone all’autotreno, dovranno attrezzarsi con i dispositivi conformi alla maggior sicurezza richiesta da Commissione e Parlamento Europeo, per l’acquisto dei quali, ogni veicolo commerciale, comporterà un impegno di spesa per il proprietario di 100/150 euro, … “inferiore – dice Paolo Costa – ad un pieno di gasolio”.
Poca, pochissima cosa, se si considera che la ritrovata visuale dei conducenti, consentirà di salvare 1.200 vite.
Il problema, per far passare la direttiva, era il tempo necessario: “ogni mese di ritardo sono una decina di vite tolte”, ha sempre sostenuto il presidente Costa, cercando di spronare l’assemblea europea a fissare date certe e improcrastinabili per estendere l’approvazione della prima direttiva. Tutti pensavano al 2008, ma alla fine la volata ha avuto luogo in questi giorni, ed ora tutti gli ostacoli sono stati superati.
Una curiosità? In Belgio, Olanda e Danimarca, queste regole sono già legge da molto tempo. (ASAPS)


© asaps.it
Giovedì, 28 Giugno 2007
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