LA GAZZETTA DI MANTOVA Lettere Rischi dell’alcol e
Festa della birra Leggo sulla Gazzetta
di questa mattina le dichiarazioni del Sindaco di Viadana, Giovanni Pavesi, a
proposito dei gravi fatti di violenza avvenuti in paese: "... c’è soprattutto l’alcol che spesso fa venir
meno la ragionevolezza . Quando si ha a che fare con persone ubriache è
difficile farle ragionare. Sembra assurdo ma è così, e quasi sempre, quando
succedono questi fatti di sangue, ci sono di mezzo persone che hanno bevuto ...
La prevenzione? Cerchiamo di fare il massimo". Dopo il Festival del
Lambrusco, organizzato in collaborazione con il Comune, questa sera a Viadana
inizia la Festa della Birra. Sembra assurdo ma è
così. Alessandro Sbarbada Dopo i tre coma
etilici, la campagna del ministro Ferrero prende
spunto da un episodio di Trento per lanciare la sua idea TRENTO. Prende spunto da un fatto di cronaca successo a Trento il ministro alla solidarietà sociale Paolo Ferrero per presentare una campagna di prevenzione contro ogni sostanza che possa alterare la percezione della realtà e diretta ai giovani. Il caso cui si riferisce sono i tre ragazzi che sono finiti in ospedale l’ultimo giorno di scuola perché troppo ubriachi. Uno, in particolare era in coma etilico ma anche i due amici hanno avuto bisogno di aiuto. «Una campagna - ha spiegato il ministro Paolo Ferrero - che abbia attenzione alle sostanze qualunque esse siano e non solo a quelle illegali. Tra queste anche l’alcol che è rientrato alla grande come sostanza da sballo, fuoriuscendo dal circuito del consumo alimentare: non se ne parla, ma in Spagna sono stati contati nell’ultimo anno 1200 coma etilici dovuti a quelli che vengono definiti «bottillones», fatti a base unicamente di vino. Il problema riguarda anche l’Italia visto che nel solo sabato successivo alla chiusura delle scuole, a Trento si sono contati ben 3 coma etilici». E’ in questo scenario che il ministro ha deciso di dare corso ad una campagna di prevenzione che vada oltre «gli spottoni». Una proposta che mira, per Paolo Ferrero, «ad aggredire il canale della prevenzione e, contemporaneamente, a mettere il concetto che la repressione sia efficace nella riduzione del consumo: la repressione non ha mai inciso». «No al lungolago -
discoteca» La festa giovanile
di sabato ha creato molti malumori di NICOLA MARCHESONI
LEVICO - Scoppiano le polemiche intorno alla festa giovanile organizzata sabato scorso dal Comune di Levico e da altri enti ed associazioni locali. Contro la manifestazione musicale, svoltasi presso la Spiaggia libera, si sono scagliati soprattutto gli operatori economici del lago. Gli albergatori di viale Segantini e delle zone limitrofe sono a dir poco furenti. Tanto furenti da aver stilato un documento, consegnato ieri al sindaco Carlo Stefenelli, nel quale chiedono un incontro urgente con la giunta per discutere dello stato di degrado in cui versa, a loro avviso, da tempo il lungolago. «Non è possibile trasformare una delle aree più belle della nostra realtà in una discoteca a cielo aperto dalle 14 fino a mezzanotte inoltrata» esordisce Donatella Bomassar , titolare dell’albergo Al Sorriso. «Capisco l’esigenza dei giovani di divertirsi, a tutto, però, c’è un limite. Si rendono conto gli organizzatori dello spettacolo dei disagi che hanno provocato? Credo di no». Dalle sue parole traspare un certo nervosismo: «Ci sono stati dei miei clienti che a causa del frastuono, perché poi di questo si trattava, volevano andarsene. La giornata di sabato per noi imprenditori turistici della parte bassa del paese è stata un disastro sotto il profilo dell’immagine. Il lungolago non è il posto giusto per effettuare iniziative del genere. Le si portino altrove, verso la montagna ad esempio». Ed affonda il colpo: «Mi spiegate il senso di proporre feste contro l’alcool e successivamente, è il caso dello scorso fine settimana, vedere scorrere, tra l’indifferenza generale, fiumi di birra»? Bomassar conclude facendo delle riflessioni più generali sul lungolago: «Da anni il lungolago è diventata una zona franca. La gente fa quello che vuole, parcheggia le macchine e i camper dove gli capita, fa grigliate ad ogni ora del giorno e della notte e urla. In barba ai turisti e ai levicensi che cercano pace e relax. Mancano i controlli e non c’è programmazione. Ne discuteremo in giunta». Sul concerto di sabato dice la sua anche Massimo Oss , presidente di Valsugana Vacanze Spa e titolare di un campeggio: «Comprendo l’esigenza dei ragazzi di ritrovarsi per ballare e cantare, loro, invece, dovrebbero rendersi conto che trasformare la Spiaggia libera in una discoteca è inopportuno. Anche a Rimini e a Jesolo, patrie del divertimento, stanno aumentando le fasce, quelle vicine agli alberghi, in cui si vietano manifestazioni rumorose». Tommaso Acler , uno degli ideatori dell’evento, è amareggiato. «Sono sempre disponibile - si difende il consigliere d’ Impegno per Levico - a confrontarmi con chi protesta. Ci sono i margini per risolvere, se ci sono, le divergenze tra noi e gli operatori economici». Quindi entra nel merito della serata di sabato. Lo fa con un pizzico di sana ironia: «Non mi sembra onestamente che ci siano state le esagerazioni messe in risalto da qualcuno. Andiamo avanti sereni per la nostra strada. Non ci fermeremo qui. Chi ha problemi mi contatti». LA POLEMICA Birra a fiumi nelle
feste in valle? Il Country Legend è molto di più GIUSEPPE CARNESSALI Questa volta non ci troviamo attorno al tavolo per
promuovere una qualsiasi delle feste che organizziamo come Pro Loco, ma ci troviamo
a scambiare idee su di un giornale, spazio per noi non usuale. È stato scritto
nei giorni scorsi del Country Legend, dell’innumerevole pubblico, della gente
che si è divertita, di quanta birra è stata consumata. Noi stavamo dall’altra
parte del bancone, come mente organizzativa, come lavoro, come preparazione.
Chi scrive è sì la Pro Loco di Ragoli ma, teniamo a precisare, non come
associazione, bensì come i soggetti che la compongono. Quindi proprio gli
adolescenti a cui si è fatto riferimento, proprio i genitori preoccupati per i
figli, proprio gli amici dei ragazzi che,
si è letto, sembrano esser vittime di un solo pensiero: la birra. Ma quanto
sono distanti le nostre posizioni, quanti punti di vista non sono stati
analizzati. Il Country Legend
non è birra, non è perdizione, non è nulla di tutto questo. Il Country è
un’ottantina di persone che lavora, è il gruppo pensionati del paese, gli
adolescenti, le mamme ed i padri di famiglia: e di certo, per il semplice scopo di offrire birra, questi numeri non servono. Per questo
ci sentiamo offesi: non è bello vedersi sminuire in questo modo. E per
quale motivo non chiedere a chi partecipa alla nostra festa: «Perché vai al
Country?». Nessuno risponderà: «Per la birra a 2 euro». Il Country ha successo perché è sano divertimento.
Dalla coreografia al live, dai balli agli animali, dalla cucina ad un bar attento più che mai a non
somministrare alcolici ai minori di 16 anni, tappezzato di divieti sia di fumo
che di “vietato somministrare bevande alcoliche a chi si presenta in stato
visibilmente alterato”, un bar che ha staccato le spine di ogni tipo di bevanda
almeno un’ora prima della chiusura della festa. Chi va al Country trova
allegria controllata, trova sicurezza. Ed una birra non può assolutamente
rappresentare un muovente per percorrere 200, anche 300 chilometri. Ecco perché una pura divisione tra
partecipanti alla festa e birra venduta, seppur matematicamente corretta,
risulta esser profondamente sbagliata: il concetto è errato, il problema è la
presunzione che un numero rappresenti o confermi un’idea. Come ogni anno,
anche in questa edizione abbiamo invitato gli amici dell’alcoltest. Arrivano
con il loro pulmino e a chi si offre, prima ancora di fare la prova del
palloncino, fanno domande, indagano, chiedono. L’alcoltest o la prova del
palloncino è soltanto la conclusione di un percorso. Esso infatti offre solo un
dato oggettivo che più o meno ha valore. Ciò che raccolgono invece è lo spirito
dei ragazzi, i loro pensieri, le loro idee, il contesto. Ed anche loro ci
aiutano nella campagna di sensibilizzazione contro l’alcol: da parte nostra,
come già detto, supportata mantenendo un prezzo tale sugli alcolici da
scoraggiarne l’uso, affiggendo i divieti, decidendo noi, quando terminare la
vendita, non affidandosi quindi alla domanda, scegliendo di non somministrare
bevande con un tasso alcolico maggiore dei 6 gradi, con l’eccezione del vino,
ai pasti; da parte loro con volantini, con pensieri per ognuno. Il prezzo
dell’alcol: lo sapevate che abbiamo trovato un bar, non troppo lontano da qui,
che offre al venerdì, dopo le 17, la birra a 1 euro? Chi parla quindi non è un
gruppo di ragazzi irresponsabili, ma adulti coscienti di quanta attenzione si
debba avere con i nostri ragazzi. Abbiamo persino eliminato qualunque tipo di
contenitore in vetro, non vogliamo correre nessun rischio. E se il Country deve
essere presentato solo attraverso cifre, eccole: stimate 5 mila persone
esclusivamente al sabato, consumato il doppio di litri di bibite gassate delle
edizioni passate, consumate 2 mila bottigliette d’acqua, consumati 200 chili di
pane. E per scelta non parliamo della cucina, non serve fare alti conti, basta
solo dire che anche qui tutto ha avuto più successo. Non è abbastanza? Allora
diciamo che nessuno è arrivato alla fine della festa lamentandosi di nulla,
nessuno ha avuto bisogno di nessun tipo di assistenza o soccorso (né da parte
dei carabinieri da noi stessi invitati a fare ronde, né dagli amici
dell’ambulanza del trasporto infermi, né dal corpo di sicurezza che ha
presenziato durante la serata). Questo è il nostro grande successo, questo
è il nostro grande obiettivo: offrire divertimento nella massima sicurezza.
Quindi ci schieriamo dalla parte della nobile difesa e della promozione di un
divertimento sobrio, controllato e che in nessun modo faccia male. Anche noi
diciamo no quindi alle feste dell’esagerazione, alle feste in cui si oltrepassa
il limite, alle feste dell’eccesso, alle feste in cui anche i nostri figli
potrebbero essere in pericolo. consigliere Pro Loco di Ragoli È stato fermato a
Treviso dopo un urto Ubriaco al volante È
la quarta volta Treviso. Si scontra
con la sua auto con un metronotte. E quando
arriva la polstrada, risulta positivo per la quarta volta all’etilometro, con
un tasso di alcol triplo di quello consentito. Immediati il ritiro della patente e la denuncia, ma essendo recidivo è scattato anche il
sequestro della sua autovettura. Ora dovrà aspettare a lungo prima di vedersela
restituire. Anche se non è detto che allora sia tornato in possesso della
patente, viste tutte le recidive. L’incidente risale a domenica mattina. Erano le 8: il macedone, residente a Vicenza, guidava una Fiat Bravo: si è scontrato con una Panda condotta da un metronotte che rientrava dal lavoro. L’impatto è stato violentissimo, e fortunatamente non ci sono stati danni seri alle persone coinvolte. La pattuglia della polstrada di Castelfranco ha rilevato l’incidente e dovrà ora stabilire chi non abbia rispettato il rosso. Ma gli agenti hanno subito potuto accertare che il macedone, S. S., guidava in stato di ebbrezza: gli è stato riscontrato un tasso alcolico di 1.50 microgrammi/litro. Ma soprattutto, per il macedone, è la quarta volta che viene pizzicato ebbro al volante. Stop all’abuso di
alcol Giro di vite a
Firenze contro l’abuso di alcol con una serie di provvedimenti per liberare il
centro storico dagli schiamazzi e dalla delinquenza. Ma soprattutto per salvare le vite dei giovani che, in preda all’alcol, troppo spesso muoiono in incidenti stradali o ancor peggio attentano alla vita altrui. Ma vediamo nel dettaglio come cambiera’ la notte dei fiorentini. Le discoteche potranno vendere alcolici fino alle tre, gli ambulanti dovranno chiudere alle due, rosticcerie e kebab a mezzanotte. La delibera sulla restrizione di somministrazione di alcolici, rivista e corretta con ultimi e fondamentali ritocchi, dall’assessore alle attivita’ produttive Silvano Gori, e’ stata firmata oggi dal sindaco Leonardo Domenici. Al primo punto viene richiesto un comportamento responsabile, di piena e consapevole collaborazione con i gestori dei locali. Li’ e con loro inizia il percorso che si chiama ’educazione alla notte’. Al punto numero due c’e’ la piena necessita’ di discutere e affrontare questi temi con tutti i comuni limitrofi. Sara’ fatta una riunione anche con Prato e Pistoia in modo da trovare d’intesa comune un accordo in materia di orari e di aperture straordinarie. Ovviamente l’adozione delle stesse norme eviterebbe la migrazione da una citta’ all’altra per bere, mettendo ancora piu’ a rischio la vita su strade e autostrade. Il terzo punto del piano Gori, che rientra sempre nell’ambito educazione alla notte, e’ l’incontro gia’ fissato per venerdi’ prossimo con le universita’ per stranieri di Firenze, con le universita’ italiane che hanno corsi per stranieri, con i consolati di Stati Uniti, Spagna, Inghilterra. Fondamentale infine il potenziamento richiesto dell’azione di vigilanza e l’inasprimento delle pene accessorie per chi sgarra. Nei guai un operaio
che è stato rintracciato dai carabinieri in pronto soccorso. Era anche ubriaco Tentato omicidio, un
arrestato In cella il
nigeriano che dopo aver colpito un connazionale l’ha investito È stato arrestato
la notte scorsa il cittadino nigeriano che domenica sera aveva spaccato una bottiglia in testa a un connazionale e poi gli era
passato sopra con l’auto, provocandogli ferite gravi, ma che per fortuna
non mettono in pericolo la sua vita. I carabinieri di Verona hanno rintracciato l’aggressore
nel posto più ovvio: il pronto soccorso, dove s’era recato per farsi medicare
una ferita. Oscar Osadolor, 34 anni, residente in via Ca’ Persa a
Casaleone, operaio senza precedenti penali adesso è in carcere con l’accusa di
tentato omicidio e stamattina comparirà davanti al giudice per la convalida
dell’arresto. L’episodio di violenza s’è verificato domenica sera verso
le 21. Osadolor era con una decina di connazionali a cena da amici a San Felice
extra, in via Belvedere. Il gruppetto ha
mangiato e soprattutto bevuto, quindi tra due è scoppiata la lite. Le grida hanno attirato
l’attenzione di numerosi residenti e così sono fioccate le telefonate al 112. Nel frattempo la lite dall’interno dell’abitazione è
arrivata in strada. Osadolor ha afferrato una bottiglia e l’ha spaccata in
testa a C.L., 23 anni, operaio a sua volta e regolare in Italia che è finito
prima contro il parabrezza dell’auto del suo aggressore poi secondo il racconto
dei testimoni, tenendosi la testa con il sangue che colava copioso è caduto per
terra. E nella foga di scappare Osadolor gli è poi andato addosso, passandogli sopra alle gambe e scappando via. Una volta arrivati sul posto i carabinieri hanno raccolto le testimonianze e sono andati nei pronto soccorso per vedere di rintracciare l’investitore. Il nigeriano era a Borgo Roma. Parcheggiata fuori la sua Bmw con il parabrezza in frantumi. Il nigeriano è stato arrestato con l’accusa di tentato omicidio. (a.v.) Viene presentato
oggi in occasione della XX giornata mondiale Onu. Il primo firmatario della
Carta costitutiva è il sindaco Tosi Consorzio etico
contro le droghe Serpelloni (Ulss20):
«Continuo aumento aggravato dall’abuso di alcol» Oggi, in occasione
della XX giornata mondiale Onu contro le droghe. il Dipartimento delle
Dipendenze Ulss 20, in collaborazione con il Comune, assessorato ai Servizi
Sociali e Famiglia, presenterà il Consorzio Etico Città di Verona per la salute
dei giovani contro tutte le droghe. Il Consorzio è una
«community contro tutte le droghe» formata da opinion leader e persone di
chiara fama che intendono testimoniare il valore di stili di vita sani e
gratificanti senza l’uso di sostanze e l’abuso di alcol facendosi parte attiva nella
diffusione dei Principi della Dichiarazione etica contro l’uso di sostanze
stupefacenti della Regione del Veneto. Il sindaco Flavio
Tosi, primo firmatario della Carta costitutiva del Consorzio, ha dichiarato:
«Il primo cittadino deve dare l’esempio (*), soprattutto quando si tratta di impegnarsi in prima
persona nella lotta a tutte le droghe e per il diritto alla salute dei nostri
giovani; invito quindi in maniera trasversale anche altri rappresentanti del
mondo produttivo, amministrativo e sociale veronesi a manifestare il proprio impegno contro le droghe». Di una idea
vincente ha parlato invece l’assessore ai Servizi Sociali e Famiglia Stefano
Bertacco, che apporrà ufficialmente la sua firma nel corso della conferenza
stampa di domani. «Ciò che stiamo rilevando da qualche anno», ha
sottolineato da parte sua il direttore dell’Osservatorio regionale sulle
dipendenze del Veneto e del Dipartimento delle dipendenze Ulss 20 di Verona
Giovanni Serpelloni, «è un trend in
aumento del fenomeno che non prelude alcunchè di buono per i prossimi anni: il
problema è aggravato dai risvolti spesso drammatici dell’abuso di alcol e
sostanze, dove entrano in gioco non solo concetti di ordine sanitario, per
i quali è doverosa la promozione di una costante sorveglianza di tutti ai fini
della tutela del diritto alla salute del minore, ma anche aspetti di natura sociale e di ordine più elevato che attengono alla
morale e alla spiritualità dell’essere umano». È per questo che sempre oggi Serpelloni consegnerà alle
autorità religiose e civili veronesi una Lettera aperta di appello per la
costituzione di un tavolo istituzionale finalizzato all’attivazione in tempi
rapidi di un piano strategico di prevenzione e comunicazione permanente per la
città della durata di almeno tre o cinque anni. Luino - Il corpo
scoperto questa mattina, martedì 26 giugno. Si tratta di un 46enne del posto. Si
avanza l’ipotesi del malore Giallo a Luino,
ritrovato corpo nelle acque del lago Il corpo di un uomo
di 46 anni, Giuseppe Congiu, nato in Sardegna ma residente a Luino è stato
trovato questa mattina, martedì 26 giugno, intorno alle 8, nelle acque del Lago
Maggiore nei pressi della scalinata che scende al lago tra il porto vecchio e
l’imbarcadero della Navigazione. Secondo le prime informazioni un passante, che
stava camminando sul porticciolo di Luino, ha visto il cadavere galleggiare a
pochi metri dalla riva. Lanciato l’allarme sono arrivate immediatamente due
squadre dei vigili del fuoco di Luino con un canotto. Il corpo è stato
ripescato in pochi minuti. Da una prima analisi fornita dagli uomini dell’Arma sul posto, coordinati dal Maresciallo De Martino comandante della stazione di Luino, l’uomo sarebbe finito in acqua in seguito ad un malore non precisato e che solo l’autopsia potrà chiarire. Alcuni testimoni, infatti, lo avrebbero visto alticcio la sera prima attorno all’una nella zona di piazza Libertà. Per il momento, comunque, non si escludono altre ipotesi; l’uomo, conosciuto nella zona in quanto aveva lavorato come pizzaiolo, non avrebbe precedenti penali a suo carico. Del caso si sta occupando il magistrato di turno Sara Arduini. L’Orizzonte, 20 anni
di storia e sfide contro il disagio IL PRESIDENTE: «UN
TRAGUARDO STRAORDINARIO» FESTA II Vent’anni di storia, vent’anni di sfide, a volte vinte altre, purtroppo, perse. Vent’anni a fianco di chi ne ha bisogno, con la convinzione, ben salda in testa, che uscire da tossicodipendenza e alcolismo è possibile. Questo, in sostanza, lo spirito che, da due decenni, anima i volontari della comunità L’Orizzonte, specializzata nella cura e nel recupero delle dipendenze da alcol e droga, che da qualche anno ha sede a Vicofertile. «Il centro è nato dal desiderio di dare una risposta al disagio di tante persone, e quello che tagliamo oggi è un traguardo molto importante - ha commentato il presidente Roberto Berselli -. continua... Droga e alcol:
quando la vita ricomincia «Un percorso duro ma
ora guardiamo avanti con fiducia» Dal buio alla
speranza Alessia Ferri Un giorno mi sono guardato allo specchio e ho capito che non ero nessuno». Comincia così la toccante testimonianza di Francesco, 45 anni, e un passato da tossicodipendente che, fortunatamente, resta solo un brutto ricordo. «Ho fatto uso di sostanze stupefacenti per circa una ventina d’anni, buttando via quello che dovrebbe essere il periodo migliore della vita. Poi un giorno mi sono guardato allo specchio, e ho capito che l’uomo che vedevo riflesso era una persona che non aveva nulla: nessun amico, nessun lavoro, né una famiglia». continua... Carabiniere
aggredito dopo un incidente di ANGELA PIZZI RIMANE coinvolto in un incidente automobilistico con una pattuglia dei vigili urbani e va su tutte le furie. Aggredisce sia i poliziotti sia un carabiniere intervenuto sul posto per fare i rilievi del sinistro. Con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni aggravate è stato arrestato ieri mattina Riziero Morello, nomade trentaduenne residente a Cappelle Sul Tavo. Per cause che sono ancora in corso di accertamento, la macchina sulla quale viaggiava il giovane si è scontrata contro un’autovettura di servizio della polizia municipale. L’incidente si è verificato lungo via Vestina. Non è escluso che il giovane al momento del sinistro fosse sotto gli effetti di alcol o di sostanze stupefacenti. Intanto il militare ferito è stato accompagnato in ospedale dove è stato refertato con una prognosi di 21 giorni. Se la caverà con meno, invece, uno dei vigili urbani aggrediti da Morello. Ed era in preda ai fumi dell’alcol anche O.C.P., cittadino romeno di 40 anni fermato domenica sera in piazza della Repubblica. L’uomo pretendeva che il gestore del bar "Terminal" continuasse a servirgli da bere, nonostante fosse già ubriaco. Di fronte al rifiuto del titolare dell’esercizio, il romeno ha iniziato ad inveire contro di lui e contro gli altri clienti. Sul posto sono intervenuti gli agenti della Volante, anche loro accolti dall’uomo con ingiurie e minacce. Il suo nome è quindi finito sul registro dei denunciati. Relatori a confronto
oggi all’auditorium San Martino Maggiori tutele per
i giovani FERMO - In
progressivo aumento chi fa abuso di alcool soprattutto fra i giovani. Un allarme non sufficientemente recepito dall’opinione pubblica su cui tutti siamo chiamati a riflettere. “Recentemente - si legge in una nota del Comune dui Fermo - la Commissione Europea ha adottato una comunicazione che illustra la strategia volta a ridurre i danni dovuti all’alcool. È infatti urgente affrontare un problema che assume dimensioni sempre più rilevanti e produce conseguenze sempre più drammatiche. Si stima che nell’Unione Europea circa 55 milioni di persone bevano in quantità pericolose. Le conseguenze sono che: il consumo inadeguato di alcool è la causa principale del 7,4% di tutte le malattie e morti premature; l’assenteismo da consumo eccessivo di alcolici, il consumo durante ore di lavoro, il lavorare con postumi di una sbornia, sono tutte questioni che incidono negativamente sulle prestazioni lavorative e quindi su produttività e competitività; tra i giovani che hanno dai 15 ai 29 anni l’alcool è causa di oltre il 10% della mortalità femminile e del 25% circa di quella maschile; il 16% dei casi di abuso o trascuratezza nei confronti dei figli è dovuto all’alcool; durante la gravidanza l’assunzione di alcolici può causare deficit intellettivi del nascituro; un sinistro su 4 è attribuibile all’alcool e circa 10.000 all’anno sono i decessi nell’U.E. riconducibili al suo abuso. Sulla base di questi dati che si commentano da soli, il Sindaco Saturnino Di Ruscio, in collaborazione con Mario Vitali ha organizzato un incontro-dibattito per lanciare un segnale forte intorno al tema dell’abuso dell’alcol che non è un fatto solo eminentemente privato, ma coinvolge la famiglia e con essa tutta la comunità locale per diventare un problema di salute e benessere pubblico. L’Assessore ai servizi sociali Mariantonietta Di Felice sottolinea come negli ultimi tempi l’alcologia è andata sempre più affermandosi come settore di studio a carattere multidisciplinare di enorme rilevanza socio-sanitaria. È necessario sensibilizzare su di un argomento così attuale, promuovere l’incontro tra operatori e, in particolare, divulgare l’informazione sulla prima esperienza italiana riguardante la sindrome feto-alcologica. Di questi ed altri argomenti si tratterà, oggi dalle ore 17,30, presso il centro congressi S.Martino nell’incontro-dibattito L’alcool: costume e patologia, al quale prenderanno parte, in qualità di relatori, Mario Vitali, medico, dell’Università La Sapienza di Roma, Mauro Ceccanti, Titolare di Semeiotica Medica, dell’Università degli Studi La Sapienza di Roma, che presenterà i suoi più recenti studi sul tema dell’alcol come patologia strettamente interconnessa con il costume e la cultura ambientale e sociale di un territorio; nonché P.W. Koodituwakku, neuropsicologo, della University of New Mexico. Coordinerà i lavori Daniela Alessandrini, Dirigente dei servizi Sociali del Comune di Fermo. Urlò "terrona"
alla dottoressa Giovane a giudizio
per ingiurie Un anno fa ha
patteggiato 4 mesi e venti giorni per aver morso la mano di una dottoressa del
pronto soccorso.
Ora si ritrova di nuovo in Tribunale accusata di ingiurie e resistenza a
pubblico ufficiale. L’imputata è Fanny Padoan, bellunese di 29 anni, difesa dall’avvocato Erminio Mazzucco, già
conosciuta nelle aule di palazzo di Giustizia. Parte offesa è sempre il medico
che l’ebbe in cura il 24 marzo dello scorso anno quando la ragazza fu portata visibilmente ubriaca al pronto soccorso
del San Martino. Fanny Padoan sferrò un
morso alla mano sinistra della dottoressa Maria Grazia Ruggeri, quando
questa le si avvicinò. Poi si mise a urlare di essere sieropositiva e di avere
l’epatite C. Ma l’affermazione non risultò veritiera. Per questi fatti la
ragazza ha patteggiato la pena. Ora però, in merito allo stesso episodio, sbuca
un altro capo di imputazione, secondo il quale Padoan avrebbe ingiuriato il
medico dicendole «sei una terrona, e sai che i terroni sono inferiori»,
opponendo resistenza alla donna che in quel momento rappresentava comunque un
ruolo di pubblico ufficiale. Ieri l’udienza filtro davanti al giudice Elisabetta
Scolozzi durante la quale è stata fissata la data di inizio del processo per il
prossimo 11 ottobre. (*) Ubriachi,
aggrediscono i medici PAOLA DESIDERIO Castellabate. Si recano al Saut per farsi medicare ma appena trovano un pretesto diventano irritabili e aggrediscono verbalmente i sanitari. Accade spesso a Santa Maria di Castellabate dove il presidio di emergenza nelle ore notturne, soprattutto d’estate, diventa sovente il punto di arrivo di gruppi di giovani reduci da serate in discoteca, a volte un po’ brilli, magari lì per farsi medicare dopo una rissa o a seguito di qualche incidente d’auto. «Vorremmo che questa storia finisca – dicono i medici spazientiti dalla frequenza di questi episodi – vorremmo più tutela». L’ultimo episodio si è verificato sabato sera. I medici di turno erano nel presidio quando è arrivato un gruppo di ragazzi, una decina all’incirca. Due di loro avevano fatto un incidente, nulla di grave, qualche piccola ferita da farsi medicare. Gli altri erano lì per accompagnarli. I medici li hanno accolti e medicati. Tutto nella normalità. Ma poi, senza nessun motivo questi giovani, mentre erano all’esterno, hanno iniziato ad insultare i dottori, hanno preso a botte e danneggiato un distributore per le bevande e strappato degli avvisi relativi all’attività del Saut che erano affissi fuori. Come se si trattasse di un gioco. Per fortuna fino ad oggi le aggressioni sono state solo verbali. Ma stanno mettendo a dura prova la pazienza del personale medico del Saut di Castellabate, presso il quale è di postazione anche un’ambulanza dell’Humanitas, oltre al fatto che i medici sono preoccupati che prima o poi qualche giovane possa aggredire qualcuno anche fisicamente. I medici chiedono solo di poter lavorare in tranquillità, senza dover vivere con l’angoscia di queste situazioni. «Si è sempre trattato di insulti e minacce, non di più, ma abbiamo comunque paura che la situazione degeneri. – spiegano un medico – Vorremmo solo maggiore attenzione, magari una guardia giurata. Non credevo che a Castellabate si verificassero cose come queste». A mettere in allerta i sanitari è la frequenza di questi episodi, uno dei quali avvenuto anche una sera che erano di turno due donne. Il Saut di Castellabate si trova nella frazione Santa Maria, ma non è in vista, e la sua collocazione favorisce questi gruppi di ragazzi che a volte sembrano prendersela con gli altri quasi come se si trattasse di un gioco. Un’analoga situazione si verificò a Capaccio Scalo qualche anno fa. Anche lì i medici del Saut furono presi di mira da un gruppo di teppisti. Ubriaco sbanda e
finisce con l’auto contro un muro Mirano Sbanda e finisce fuori strade, gli trovano un tasso alcolemico quasi cinque volte sopra al limite. E’ successo sabato pomeriggio, intorno alle 17.45, a Ballò di Mirano. Il protagonista di questa singolare disavventura è A.S., un 59enne di Mirano. L’uomo, alla guida di un Peugeot 106, secondo una prima ricostruzione dei fatti si stava dirigendo verso Scaltenigo percorrendo appunto via Ballò. Improvvisamente l’uomo ha perso il controllo della vettura e dopo una serie di pericolose sbandate ha terminato la sua corsa contro un muro di recinzione, all’altezza del civico 17. Sul posto, gli agenti della Polizia Locale di Mirano per i rilievi del caso. Ai vigili, però, la dinamica del sinistro è apparsa fin da subito decisamente anomala: la velocità di crociera era piuttosto moderata, il manto stradale asciutto e non presentava tracce di olio che potessero motivare un’uscita di strada. Date le circostanze poco chiare, gli agenti non hanno esitato a sottoporre l’uomo al classico esame del "palloncino". L’etilometro ha fugato ogni possibile dubbio sullo stato di ebbrezza dell’incauto automobilista: dal test, infatti, è risultato un tasso alcolemico pari a 2,4 grammi per litro, un valore quasi cinque volte superiore al limite di 0,5 fissato dalla legge. Per A.S. è scattato il ritiro immediato della patente di guida oltre ad una denuncia all’autorità giudiziaria. Non è la prima volta che a Mirano i vigili scoprono automobilisti con un tasso alcolemico da record: sempre di pomeriggio, infatti, circa un anno fa, un anziano venne trovato con un valore di 3,6 grammi per litro, soglia, a detta dei medici, del coma etilico. Per droga e alcol
1114 pazienti in cura al Sert. E cresce il numero dei giovanissimi che fa uso
di stupefacenti Millecentoquattordici utenti in carico al Sert di Vicenza
ed almeno il 45-50 per cento dei giovani che sono venuti in contatto con
sostanze psicotrope. Sono i dati allarmanti che devono far riflettere in questa
"Giornata mondiale di lotta alla droga". Bisogna riflettere, in particolare,
sul ruolo delle agenzie formative della società: famiglia, scuola ed
istituzioni, che devono ripensare la propria funzione, per rispondere
efficacemente ai problemi della società ed alle difficoltà dei giovani, che
rifuggono nella droga individuandola come energizzante, come carburante
indispensabile per ricaricare l’organismo e superare ogni difficoltà.
L’assessore agli Interventi sociali, Patrizia Barbieri, in questo giorno
particolare richiama alla riflessione ed esprime solidarietà e vicinanza alle
famiglie, agli operatori ed a tutti coloro che con grande pazienza e sofferenza
affrontano quotidianamente il delicatissimo e grave problema della
tossicodipendenza, in continuo aumento tra i giovani. "Millequattordici
risultano essere stati gli utenti in carico al servizio del Sert, sede di
Vicenza nello scorso anno - commenta l’assessore Patrizia Barbieri - un dato
sicuramente allarmante, che deve farci riflettere sul ruolo educativo e
formativo che devono assumere la famiglia, la scuola, le istituzioni e l’intera
società". L’età di inizio dell’assunzione di droghe nei ragazzi si sta
abbassando sempre di più. Sempre dai dati del Sert si evince che il numero di
utenti dal 1990 al 2006 è progressivamente cresciuto. Inoltre, circa il 45-50
per cento dei giovani sembra avere sperimentato almeno una volta l’uso dello
spinello. Alcol, tabacco e cannabis,
rappresentano la porta di ingresso all’uso di droghe più pesanti, come
l’eroina, la cocaina, e così via. L’attuale crisi dei valori e delle
tradizioni, il consumismo, spesso esasperato, il disagio esistenziale che
colpisce molti giovani, l’incertezza per il proprio futuro, sembrano, oggi,
essere fattori causali nello sviluppo del fenomeno della tossicodipendenza.
"Dobbiamo fare uno sforzo tutti assieme - conclude l’assessore Patrizia
Barbieri - per essere vicini ai nostri giovani, probabilmente per capirli di
più, per educarli alla responsabilità e alla libertà, per insegnare loro ad
assaporare gli autentici valori della vita, senza rinchiudersi in paradisi
artificiali che seminano solo la cultura della morte. Questa Giornata deve
essere un inno alla vita, una speranza per il futuro dei nostri giovani". Matteo Crestani ARZERGRANDE. OPERAIO
MAROCCHINO SOTTO PROCESSO «La studentessa mi
confidò che il padre la picchiava» Padova L’insegnante dell’istituto tecnico "Valle" lo
ammette davanti al giudice monocratico Nicoletta Lolli, che sta giudicando un
operaio nordafricano. La giovane studentessa marocchina si era confidata con
lei. Le aveva raccontato che il padre la picchiava. Ma ha sottovalutato la
cosa. Non ha fatto nulla. Fino a quando la ragazza non è finita in ospedale e
ha potuto avere il sostegno delle assistenti sociali. La professoressa ha raccontato al giudice che la giovane marocchina le
aveva detto che il padre la picchiava perchè portava i jeans e si truccava.
«Ma io dubitavo», ha spiegato la testimone al giudice monocratico. Poi la
studentessa si era confidata anche di ritorno da una gita di classe. Le aveva
mostrato i lividi che aveva sulle gambe. Il
padre l’aveva presa a cinghiate perchè aveva bevuto una birra e il suo alito
puzzava di alcol. Ed era la mattina del 6 aprile dello scorso anno, alle
6.30 quando la professoressa ricevette un sms dalla ragazza. Le diceva che sarebbe venuta a scuola, ma
non avrebbe più fatto ritorno a casa. Il padre l’aveva picchiata nuovamente.
Quella mattina venne a scuola e l’accompagnarono al pronto soccorso. Il padre, difeso dall’avvocato Fabio Targa, non voleva che
la figlia si "occidentalizzasse", che assumesse usi e costumi dei
coetanei. Niente jeans, niente magliette attillate, niente rossetto, niente
fard. Insomma, le ha impedito di emanciparsi. Non risparmiava minacce e botte per reprimere il desiderio
dell’adolescente di integrarsi. Ha rimediato la revoca della patria potestà e
l’allontanamento della figlia dall’abitazione genitoriale. E ora si ritrova a
dover fare i conti con il giudice penale dinanzi al quale è chiamato a
difendersi dall’accusa di maltrattamenti in famiglia. Ha quarantacinque
anni, è marocchino, immigrato regolare, musulmano osservante. Sposato, quattro
figli, fa l’operaio in un cementificio in provincia di Venezia. Ad Arzergrande
arrivò nel 1996. Conclusa la scuola dell’obbligo la ragazza iniziò a frequentare l’istituto tecnico a Padova. E la cultura impartita dal genitore si scontrò subito con il desiderio di autodeterminazione manifestato dall’adolescente che cominciava ad imparare dai suoi compagni di scuola un diverso modo di vivere. Lo scontro in famiglia si fece acceso. L’ostinata chiusura dell’operaio nei confronti della cultura occidentale, considerata addirittura prodotto del diavolo, faceva soffrire pure la moglie che con grande fatica è riuscita ad indossare un paio di pantaloni. Parte la task force
dei carabinieri, in 12 hanno perso la patente per eccesso di alcol Anche i carabinieri, in questi fine settimana di inizio
estate, hanno iniziato le pattuglie notturne. Se fino all’anno scorso ogni
Compagnia si organizzava per conto proprio, controllando il territorio di
competenza, dallo scorso fine settimana tutti i militari del Comando trevigiano
lavorano in sinergia. In tutto, dalle 22 di venerdì alle 5 di domenica notte,
60 carabinieri in 30 pattuglie distribuite in provincia hanno verificato 350
persone e 220 veicoli tra automobili e motocicli, controllando in maniera
uniforme il territorio delle cinque compagnie. Ben 12 persone sono state trovate a guidare sotto l’effetto dell’alcool: a loro è stata tolta la patente e sono state denunciate. In tutto sono state 30 le patenti e le carte di circolazione ritirate, e non solo per ebbrezza: molti conducenti sono stati trovati a circolare senza la revisione o senza assicurazione. Le contravvenzioni elevate sono state 70, per diversi motivi, tra cui la guida senza le cinture di sicurezza. I militari delle cinque compagnie della provincia hanno eseguito una serie di controlli anche all’esterno dei principali locali notturni del loro territorio, in totale 25. In nessuno venivano servite bevande alcoliche a persone già ubriache, che avrebbero poi potuto mettersi alla guida. RESISTENZA A
PUBBLICO UFFICIALE Convalidato
l’arresto dell’ubriaco che ha schiacciato le dita a un agente Bassano É stato convalidato, ieri, in Tribunale, l’arresto
dell’uomo che dopo essere stato inseguito e bloccato da una pattuglia della
Polizia stradale, ubriaco, ha aggredito gli agenti e ne ha ferito uno. Venerdì,
alle 21.30, in via Brocchi, i poliziotti hanno notato una Lancia "Y"
passare col "rosso" e tirare dritto. É iniziato un inseguimento.
L’individuo ha raggiunto la Ss. Trinità e ha imboccato via S. Giorgio,
compiendo una serie di manovre folli; solo per buona sorte non è avvenuta una
disgrazia. I tutori dell’ordine l’hanno alla fine acciuffato alle porte di
Valrovina. L’uomo - Graziano Antonio Marcolin, 49 anni, di Bassano - era visibilmente alterato. Si è infuriato,
e quando uno dei agenti gli si è avvicinato l’ha spinto contro la portiera e
l’ha richiusa violentemente, schiacciandogli due dita e provocandogli una
contusione al polso. L’altro poliziotto è riuscito ad ammanettarlo e l’ha
portato a Ca’ Baroncello. Il Marcolin, già noto alle forze dell’ordine, è stato
arrestato per resistenza a pubblico ufficiale. Si è rifiutato di sottoporsi al test alcolimetrico. L’agente ferito
ha avuto 7 giorni di prognosi. Ieri, in aula, il legale del 49enne ha chiesto i termini a
difesa. Il giudice ha rinviato il direttissimo a giovedì. Marcolin resta in
cella. B.C. Picchia carabiniere
dopo un incidente
|