Voglio informare tutte le persone che lo hanno
conosciuto che domenica 8 luglio alle ore 11e 30 presso la Chiesa di Marore di
Parma verrà celebrata una S. Messa per ricordare G. Carlo Lezzi. Ho altresì in
preparazione anche per quest’anno un incontro in memoria di G. Carlo Nota: il dottor Giancarlo Lezzi è stato uno dei primi collaboratori del Prof. Hudolin a promuovere i Club degli alcolisti in trattamento in Italia. VIRGILIO NOTIZIE
SICUREZZA STRADALE/ GIOVANARDI (UDC): BENE
STOP VENDITA ALCOLICI Roma, 27 giu. (APCom) - "Grande
soddisfazione per l’accoglimento da parte del Governo del mio ordine del giorno
che prevede il divieto di vendita per il consumo di alcol e superalcolici dalle
2 alle 6 di notte in tutti i locali pubblici ed aperti al pubblico". Lo
afferma Carlo Giovanardi (Udc) in una nota. "Si tratta di un impegno cogente - spiega l’ex ministro - ad introdurre tale norma al Senato nel provvedimento sulla sicurezza stradale in prima lettura alla Camera, per tentare di dare una risposta seria e responsabile contro le stragi del sabato sera". LA RIFORMA. Oggi il voto alla Camera,
poi si passa al Senato
Al volante col cellulare? In cella Via al
nuovo codice della strada In galera anche se
trovati alla guida senza avere la patente
Stop alle stragi del sabato sera, basta agli
autisti indisciplinati. Le nuove norme che riguardano il codice della strada il
cui esame alla Camera slitta a oggi (restano ancora da ultimare le votazioni su
pochi emendamenti, dopodiché si passerà alla votazione finale del testo che
dovrà passare al Senato) hanno un’unico denominatore: prevenire. Ecco alcuni
punti. Autovetture. Chi ha la patente da meno di tre
anni non potrà mettersi al volante di motocicli con potenza superiore a 25kW e
ad auto più potenti di 60 kW: in pratica dovrà limitarsi a guidare solo le
utilitarie. Arrivano inoltre revisioni obbligatorie della patente per i principianti
che abbiano commesso incidenti gravi e, in generale, per chi dopo un incidente
ha avuto la patente sospesa per almeno due mesi. Cellulare al volante. Per chi parla al
telefonino o ascolta musica in cuffia mentre è al volante ci sarà una multa da
148 a 594 euro e sarà possibile la sospensione della patente da uno a tre mesi.
La sospensione, viene stabilito, scatterà qualora lo stesso soggetto sia
recidivo e compia la stessa violazione in un biennio. Chi verrà trovato a
guidare parlando al cellulare o ascoltando musica in cuffia, però, non perderà
più cinque punti sulla patente come prevede la normativa vigente. Senza patente. Altro che i 45 giorni di galera
di Paris Hilton: chi guida senza patente rischierà l’arresto fino ad un anno,
ma solo in caso di recidiva: lo prevede una modifica al codice della strada che
inserisce questo comportamento tra i reati penali. Fino ad ora la guida senza
patente veniva punita solo con una sanzione amministrativa da 2.257 a circa 9
mila euro. Accanto all’arresto, che si applica solo ai soggetti che abbiano
compiuto la violazione due volte nel corso di un biennio la sanzione pecuniaria
rimane, anche se lievemente minore. Pubblicità. La pubblicità di automobili e
motociclette non potrà più far riferimento alla velocità da essi raggiunta.
Toccherà all’Authority per la concorrenza l’accertamento della violazione di
questo divieto, che costerà da 50 a 500 mila euro. Somme che saranno destinate
a finanziare iniziative di educazione stradale e campagne di informazione e prevenzione
sulla sicurezza stradale. Alcol in discoteca. Tutte le discoteche e i locali di intrattenimento dove si vendono alcoolici saranno obbligati a esporre sempre tabelle che indichino quali bevande ed assunte in quali quantità fanno superare i limiti previsti dalla legge per la guida in stato di ebbrezza. L’ADIGE Domenica 8 luglio sui prati di Anghebeni La festa analcolica
Sono stati i primi a proporle, ora vanno di moda e anche i comuni (come Rovereto) fanno regolamenti per invitare a considerare le feste alcol-free come prioritarie ed educative verso un nuovo stile di vita. Al punto che i contributi ai comitati organizzatori sono vincolati alla presenza o meno di alcol. I primi a gioirne sono naturalmente loro, gli ex-alcolisti dei gruppi Acat di Vallagarina e Montalbano che tanto si sono battuti per la questione. «È fondamentale che si capisca che ci si può divertire anche senza alcol» ricorda Franco Berlanda, presidente Acat. «La drammatica realtà del bere tra i giovanissimi, le conseguenze degli sballi e la continua ripetizione del clichè alcol-buona socializzazione, produce solo guasti" aggiunge. E loro qualche anno fa organizzarono proprio la loro festa analcolica, chiamarono la stampa e mostrarono che si può star bene anche a litri di aranciata. Da allora si è cominciato a parlarne e va dato atto proprio all’Acat di aver saputo porre la questione e la riflessione anche nelle mani degli enti pubblici che erogano i fondi per le feste estive, sempre tante e con troppo alcol. «La speranza è di vedere sparire per sempre le feste della birra» ricordavano qualche tempo fa gli ex dell’Acat, segnalando che spesso le ditte produttrici fanno arrivare ai comitati organizzatori litri gratis pur di conquistarsi spazio e visibilità nelle feste patronali o rionali. Per ricordare che senza alcol si vive bene ugualmente, l’Acat torna perciò alla carica con la «sua» festa. Si terrà domenica 8 luglio, ma le iscrizioni scadono il 30 giugno. Ancora una volta sono i prati di Anghebeni ad ospitarla. La festa analcolica sarà un momento di riflessione e condivisione che inizierà alle 9.30 con l’accoglienza degli ospiti e un piccolo momento ufficiale alle 12 prima del pranzo. Al pomeriggio gare di bocce e merenda a base di omelette e anguria. Alle 16.30 lotteria. Prenotazioni entro e non oltre il 30 giugno presso la sede Acat Vallagarina: 0464 / 412496 o al 393 / 8689746. C. P. L’ARENA L’assessore Bertacco:
«I giovani sono bombardati da messaggi contraddittori». Serpelloni: «Occorre pubblicità
educativa» Un Consorzio etico per
battere la droga
Sta per nascere un gruppo di lavoro che
appronterà un piano destinato alla prevenzione È stato promosso dal Comune e dalla Ulss 20 In
piazza Bra il bus informativo L’obiettivo è arginare la diffusione dell’uso
degli stupefacenti. Verranno coinvolti bimbi dagli 8 anni in su Ieri il ministro della solidarietà sociale
Paolo Ferrero ha annunciato di aver completato il disegno legge delega per la
riformare della legge quadro Fini-Giovanardi sulle sostanze stupefacenti. Una
legge che pone al centro della questione la causa che induce le persone a far
uso di sostanze legali o illegali; depenalizza il consumo, vale a dire elimina
il concetto di quantità fino ad oggi utilizzato per distinguere l’uso personale
dallo spaccio, lascia ai giudici la decisione in merito ed infine reintroduce
la distinzione tra droghe pesanti e leggere. Mentre su questi temi si accendeva il
dibattito nazionale, in piazza Bra il dipartimento delle dipendenze della Ulss
20, presentava il Consorzio etico per la salute dei giovani contro tutte le
droghe. Un controsenso? L’assessore ai servizi sociali del Comune Stefano
Bertacco che è tra i firmatari della carta costitutiva del consorzio, (a
firmarla per primo è stato il sindaco Flavio Tosi), è dell’idea che i giovani
siano bombardati da messaggi contrastanti. «E’ impensabile offrire un buon
esempio quando lo stesso Governo da una parte invita a raddoppiare le dosi
permesse e dall’altra invia i Nas nelle scuole», dice. Anna Cosimini, rappresentante della Agaras
(Associazione genitori amici San Patrignano), rispolvera un vecchio motto di
Vincenzo Muccioli «essere duri amorevolmente». E’ questa per lei la ricetta
giusta da offrire ai genitori. «Non si devono e non si possono giustificare i
giovani che fanno uso di droga», afferma. Che il distinguo tra droghe pesanti e
leggere non sia fattibile è la battaglia che da sempre porta avanti il
direttore del dipartimento delle dipendenze, Giovanni Serpelloni. I dati che offre purtroppo evidenziano come i
giovanissimi siano sempre più attirati dallo sballo e di come l’età media dei
consumi si sia notevolmente ridotta (secondo i dati dell’Osservatorio regionale
per le Dipendenze diretto sempre da Serpelloni, l’età media di inizio dei
consumi delle sostanze è a partire dai 14 anni). «Questa è una battaglia che
dobbiamo fare tutti insieme altrimenti non ne usciamo», sostiene, «le nuove
droghe sono sempre di più mimetizzate. La logica della distribuzione è
trasversale così come lo è il consumo. Occorre una pubblicità educativa
condivisa». «Un colpo di reni che smuova le famiglie, le
associazioni e soprattutto i giovani», così lo definiscono gli addetti ai
lavori del dipartimento della Ulss20, che hanno proposto nella XX Giornata
mondiale contro le droghe voluta dall’Onu, un LifeLine Bus o meglio un bus
attrezzato con materiale informativo che è stato offerto alle famiglie.
Opuscoli di ogni formato spiegano nel dettaglio i danni prodotti da alcol,
droga e fumo. Angelo De Cristan, direttore dei servizi sociali
dell’azienda che si occupa della salute pubblica sul territorio, non usa mezzi
termini quando afferma che «la droga oggi ha l’effetto di uno tzunami sulle
nuove generazioni». Come per il neo assessore Bertacco anche per lui alla base
ci sono sempre gli stessi problemi: confusione, ragioni culturali,
istituzionali, economiche e di mercato. «Stiamo programmando servizi di
prevenzione a partire dagli 8-10 anni», dice. E il Consorzio a cosa servirà? Ad
attivare un tavolo istituzionale finalizzato all’avvio in tempi rapidi di un
piano strategico di prevenzione. Proprio per questo Serpelloni ha consegnato
alle autorità civili e religiose un appello. Anna Zegarelli L’ARENA - L’emergenza in cifre I ragazzi veronesi primi tra i consumatori
veneti Secondo i dati dell’Osservatorio regionale per
le dipendenze l’età media di inizio dei consumi delle sostanze è a partire dai
14 anni. A 14 anni si fumano le prime sigarette, si beve il vino e la birra. A
15 anni si assumono i superalcolici e ai 16 anni si inizia a consumare eroina,
ectasy e cocaina. Su un campione di 4.912 giovani tra i 12 e i
24 anni emerge il fatto che a fare uso di alcol sono il 77.7% dei veronesi: il
19,2% beve birra e il 23.7% vino, almeno una volta alla settimana. A dichiarare
di essersi ubriacati almeno una volta sono i giovani tra i 15 ai 19 anni. La
percentuale dei giovani veronesi è del 48,4% per i maschi e il 46,3% per le
femmine. Nel Veneto la percentuale è del 61% per i ragazzi e del 59% per le
ragazze. Il fenomeno va sotto il nome di binge drinking. Verona è tra le città venete con la più alta percentuale di segnalazioni per guida sotto l’effetto di alcol: il 46%. I giovani veronesi che fumano sono il 59,6%, a fare uso di cannabis il 27,7%, un due per cento in più rispetto alla percentuale regionale che è del 25,4%. Alto è anche il consumo di cocaina il 5,5% contro il 4% della regione. Così anche per le anfetamine: il 3,7% contro l’1,7. Ecstasy il 4,6% contro il 3,5%. L’eroina è utilizzata dal 2,4% dei giovanissimi contro l’1,4% a livello regionale. Sul mercato scaligero si vende cocaina a 10 euro la dose; l’ecstasy va dai 5 ai 20 euro; l’eroina in promozione arriva a costare 20 euro, al massimo 50. (a.z.) BRESCIA OGGI
BAGNOLO. Aci e
consiglieri in campo
Stragi del sabato sera
Una mozione all’Onu
Prevenire le stragi del sabato sera. Il Comune
di Bagnolo scende in campo al fianco dell’Aci. Il Consiglio comunale ha
approvato all’unanimità una mozione che recepisce gli obbiettivi della campagna
varata dall’Automobile club d’Italia, in accordo con la Fia Foundation. Si
tratta di una raccolta di firme per appoggiare l’iniziativa «Strade sicure-make
roads safe», che intende sollecitare una risoluzione dell’Assemblea generale
dell’Onu che promuova azioni concrete. Gli obbiettivi sono chiari: supportare
un piano d’azione globale decennale del valore di 300 milioni di dollari per
migliorare la sicurezza stradale nei Paesi in via di sviluppo. Chiedere alla
Banca mondiale e ad altri principali donatori di garantire che almeno il 10%
degli stanziamenti per lo sviluppo delle infrastrutture stradali sia destinato
alla sicurezza. Si punta anche all’organizzazione di un summit
interministeriale mondiale, patrocinato dalle Nazioni unite, per concordare
azioni politiche ad alto livello. La mozione chiede inoltre alla comunità
internazionale di combattere le maggiori cause di incidenti attraverso
l’educazione alla guida, il disegno delle strade in funzione della sicurezza,
l’introduzione di misure a tutela dei pedoni e la lotta al fenomeno della guida
sotto effetto d’alcool e di droghe. «Del tema delle morti sulle strade - ha
spiegato il sindaco Giuseppe Panzini nel presentare la proposta - solitamente
ce ne ricordiamo solo il lunedì. Bagnolo, attraverso la Polizia locale, sta già
lavorando da anni con il mondo della scuola. La nostra Amministrazione comunale
da sempre si interessa a questo delicato aspetto, cercando di sviluppare
l’educazione stradale anche in quelli che saranno i patentati del futuro». «Sono oltre un milione e duecentomila i morti
sulle strade nel mondo ogni anno - si legge nella mozione -, tanti quanti
quelli provocati da tubercolosi e malaria. Ogni sei secondi una persona resta
uccisa o menomata; ogni tre minuti muore un bambino per incidente stradale.
Oltre il 90% degli incidenti avviene nei Paesi in via di sviluppo. Di fronte a
questo stillicidio di vite e nonostante il tema necessiti di un forte impegno
politico, si registra una diffusa indifferenza della comunità internazionale». Luca Canini IL GAZZETTINO All’Alberghiero i
barmen di Ascom e Confesercenti parteciperanno a un corso sulla preparazione di
cocktail analcolici Gusto e salute
brindando con i drink senza alcol
Bere con gusto senza alcol. È più una
filosofia del saper vivere - in tutti i sensi - che non una scelta dettata dal
solito moralismo d’accatto. Ed è anche una questione di educazione. Soprattutto
se a offrirla sono i professionisti del settore che prestano attenzione alla
qualità di ciò che propongono al cliente e anche al suo benessere psicofisico.
Perché libagioni, brindisi e divertimento siano sempre gratificanti e a lieto
fine. L’iniziativa "Un locale amico",
messa in cantiere dall’assessorato provinciale alle Politiche giovanili e dalle
categorie degli esercenti di somministrazione di Ascom Confcommercio e
Confesercenti, taglia il traguardo di un’altra importante tappa: debutta il
corso-concorso "Un drink analcolico per la salute", tre lezioni di
aggiornamemto professionale proposte dai docenti dell’Alberghiero di Adria a 25
corsisti, barmen e addetti alle sale bar, aderenti alle due associazioni
provinciali del commercio. Tema portante è la creazione di gradevoli drink per
bere e mangiare, in cui l’alcol sia off limits. Ieri l’iniziativa è stata presentata in
Provincia dall’assessore Tiziana Virgili, affiancata dal docente di sala bar
dell’Alberghiero, Giampiero Manca, insieme al direttore dell’Ascom Daniele
Tecchiati e al funzionario della Confesercenti Roberto Menin. «L’idea che vorremmo mettere in pratica - ha
sottolineato il professor Manca - è coniugare tecniche e prodotti rendendoli
gradevoli ai consumatori e distogliendoli in qualche caso dalla scelta dei
drink già confezionati che contengono tra l’altro sempre diverse parti di
alcol». Gli argomenti del corso spaziano dalla
conoscenza dei prodotti da utilizzare all’introduzione di bevande miscelate per
i cocktails analcolici, dalle decorazione alle tecniche di degustazione,
all’esercitazione pratica della miscelazione. Il corso inizierà il 1. ottobre
nei laboratori dell’Albeghiero e le migliori preparazioni saranno premiate al
Censer il 22 ottobre durante la fiera. «Questo è il nostro modo di rispondere alla
Regione che vorrebbe bloccare la vendita di alcolici all’una di notte - ha
osservato Menin - Piuttosto che i divieti, meglio l’educazione al bere sano e
di qualità». Franco Pavan CORRIERE ADRIATICO Polizia municipale notturna dal primo luglio e
più attenzione per la somministrazione di alcoolici Sindaco-esercenti,
patto per l’estate del Lido
FERMO - Una riunione lampo per evitare che un
clima d’opinione negativo, formato boomerang, finisca dritto dritto sul sorriso
di una stagione appena iniziata ma già proiettata verso il pienone di presenze.
Una riunione per stoppare, sul nascere, uno spot negativo per il turismo del
Lido. E per evitare che gli intenti dell’Amministrazione comunale (leggi orario
di chiusura posticipato per i locali della zona mare) e le aspettative degli
esercenti finiscano accartocciate da un episodio cruento, certo, ma si spera
isolato. Per tutto questo, dopo l’accoltellamento di un tunisino avvenuto
sabato notte in un tratto di spiaggia libera del Lido di Fermo, il sindaco
Saturnino Di Ruscio ha convocato ieri pomeriggio una riunione straordinaria
nella sede della Confcommercio. Un faccia a faccia con una decina di esercenti
del lungomare per arrivare a una presa di petto forte e chiara: dal primo
luglio la polizia municipale terrà sotto controllo la notte del Lido di Fermo. Un’azione deterrente, che porterà più
sicurezza, ma che dovrà sposarsi con il buon senso di tutti gli esercenti del
lungomare. “Ci sono state chieste a noi tutti gestori del
Lido di Fermo - spiega Federico Malavisi, titolare dello chalet Rivazzurra -
più serate di qualità e una somministrazione di alcolici più attenta. Il
messaggio è chiaro: l’afflusso notturno rispetto agli anni scorsi è
raddoppiato, anche la sicurezza deve essere quindi incrementata. Noi, peraltro,
abbiamo chiesto dei passaggi della polizia municipale anche in sella ai quad”.
La paralisi della viabilità (anche a piedi) registrata sabato scorso fotografa
in pieno la situazione: mai come quest’anno il Lido di Fermo si candida come
epicentro del turismo rivierasco. Rovinarlo, a estate appena stappata, sarebbe
un delitto. “La notte in Riviera è ancora tranquilla -
rimarca Tommaso Martufi -. Questa zona è forse una delle poche in cui si riesce
a coniugare il divertimento senza troppi pericoli dovuti alla delinquenza.
Certo che episodi come quello dell’altra sera fanno pensare. Esiste il problema
della somministrazione di alcolici, spesso esagerata e facile, ma qui il
discorso sarebbe credo più ampio: più attenzione negli chalet o nei bar,
soprattutto ai giovanissimi, ma se poi questi al pomeriggio vanno al
supermercato e comprano casse di birra siamo al punto di partenza”. Peraltro,
per contrastare il problema alcool, c’è già in cantiere un accordo con la Fipe
(che raccoglie iscritti della Confcommercio esercenti attività di bar,
ristoranti e locali notturni) del presidente provinciale Lucio Brunelli per
protocollo siglato con Asur e Serd. Mario Grazzani, milanese, è un frequentatore
del Lido dagli anni ’70. Vive diversi mesi all’anno tra la Costa Azzurra e
questo angolo di Marche: “Ho scelto il Lido negli anni ’70 - racconta - per un
insieme di caratteristiche: tranquillità per i bambini, la comodità della casa
vicino al mare e prezzi contenuti. I miei figli, ora, sono cresciuti ma ogni
estate vengono a trovarmi con le loro famiglie. Purtroppo, però, i turisti più
anziani devono evitare alcuni posti del lungomare. Soprattutto quelli
frequentati dagli extracomunitari. Non è razzismo ma timore che possa succedere
qualcosa di spiacevole come poi è accaduto l’altra sera. Forse servirebbero più
controlli da parte della polizia, forse servirebbe più prontezza d’intervento.
Per esempio io e mia moglie abbiamo dovuto aspettare quattro anni di nostre
precise richieste per veder installare i rallentatori di traffico in una zona
in cui, a volte, sembrava di assistere a vere e proprie corse in auto”. Più turisti uguale
anche più attenzione. “Sicuramente c’è più movimento rispetto l’anno scorso,
quindi è più facile che si verifichino casi del genere - analizzano la
situazione dallo Chalet ristorante Paradise, Daniela Borri e il suo staff
composto da Paolo Vinciguerra, Karen Taranto e Braim Morjane, per tutti Abramo
-. Noi, come ristorante, lavoriamo con un altro genere di clientela, con altri
orari... Ma purtroppo dobbiamo fare i conti con chi sul viale rompe le
bottiglie e crea qualche spiacevole inconveniente. Questa è una zona
tranquilla, non vogliamo che si rovini”. (…) L’OPINIONE Una circolare del capo del personale fa
discutere Viale Mazzini e Saxa Rubra
E dal primo luglio la
Rai sarà azienda dealcolizzata
Proibito l’uso degli
alcolici nelle mense e comunque durante l’orario di lavoro di Dimitri Buffa Da ora in poi vietato consumare alcoolici e
super alcoolici per chi lavora in Rai. Per nessun motivo. Né alle mense, né al
bar fuori Saxa Rubra e tantomeno portarsi la bottiglia da casa. Pena il licenziamento.
“Siamo diventati degli integralisti islamici? Sono arrivati i talebani? ” La
reazione dei dipendenti più inviperita non poteva essere al “comunicato al
personale” numero 9023, del 18 giugno 2007. Lo ha firmato il responsabile delle
risorse umane e organizzazione, Maurizio Braccialarghe, da poco nominato ad
della Sipra. Ma che c’è in realtà dietro l’ennesima stranezza targata Saxa
Rubra? Nella circolare di Braccialarghe si fa riferimento all’intesa del 16
marzo 2006 emanata dalla conferenza permanente per i rapporti tra lo stato e le
regioni e le provincia autonome di Trento e Bolzano, pubblicata sulla gazzetta
ufficiale, serie generale del 30 marzo 2006, numero 75, che “ha individuato in
14 punti le attività lavorative che comportano un elevato rischio per la
sicurezza, l’incolumità o la salute dei terzi, ai fini del divieto di
assunzione e somministrazione di bevande alcoliche e superalcooliche”. “Tra le attività
indicate – si legge nella burocratica circolare che non teme il ridicolo – ve
ne sono alcune presenti in azienda, svolte anche da società terze (esempio
manutenzione degli ascensori, medico comunque preposto ad attività diagnostiche
e terapeutiche, infermiere, mansioni comportanti l’obbligo della dotazione del
porto d’armi, ivi comprese attività di guardia particolare e giurata, addetti
alla guida di veicoli stradali per i quali è richiesto il possesso della
patente di guida categoria B, C, D, E e di veicoli in servizio di noleggio con
conducente, mansioni che prevedono attività in quota, oltre i due metri di
altezza) ”. “Pertanto – continua la nota – al fine di dare concreta attuazione
alla menzionata normativa e di garantire nel miglior modo possibile la
sicurezza, l’incolumità e la salute di tutti i lavoratori ed i soggetti terzi, a
decorrere dal 1° luglio viene introdotto un divieto generalizzato di
somministrazione di bevande alcooliche e superalcooliche nei confronti di
chiunque fruisca del servizio mensa”. “Tale divieto viene inoltre esteso –
continua la nota – nei confronti di tutti gli esercizi posti nei luoghi di
lavoro (esempio bar aziendali, distributori automatici di bevande) ovvero posti
all’esterno ma comunque dedicasti alla refezione dei dipendenti e/o
collaboratori (esempio ristoranti convenzionati) ”. Insomma siccome alla Rai ci sono le guardie giurate, i medici, gli addetti agli ascensori e quelli che lavorano a due metri di altezza, Braccialarghe vieta a tutti i dipendenti di assumere alcoolici non solo nelle mense Rai ma anche “in quelle convenzionate e vieta altresì a tutti i dipendenti di assumere bevande alcooliche sui luoghi di lavoro e durante l’orario di lavoro”. Un neo proibizionismo che ha già fatto impazzire di rabbia repressa quasi tutti i giornalisti Rai che allargano le braccia in segno di sconforto quando qualcuno gli nomina la circolare Braccialarghe. C’è anche chi ipotizza che questa amenità sia dovuta all’islamically correct che sta contagiando anche viale Mazzini e tutti si domandano chi e come farà i controlli del tasso alcolico, magari con il palloncino. Forse la Rai istituirà le “guardie a repressione del vizio e a promozione della virtù” come in Iran e in Arabia Saudita? Da notare infine che in questa direttiva, che richiama l’intesa Stato-Regioni di cui sopra, non si fa menzione di alcun tipo di droghe. E c’è anche chi dice che forse i dipendenti passeranno allo spinello in massa per tirarsi su visto che i cicchetti sono stati proibiti. IL GAZZETTINO Colpo di scena in aula al processo per
l’investimento mortale di un 42enne di Forno di Zoldo, che nell’agosto 2005 si
scontrò con un fuoristrada a Sottolerive Travolto e ucciso in
bici, ma forse fu suicidio
Un conoscente ricorda: «Mi disse che nel giro di qualche giorno sarebbe
finito sotto un’auto». E la titolare di un bar conferma Belluno Carlo Giacomel,
deceduto il 9 agosto del 2005 in un incidente stradale verificatosi a
Sottolerive, in Comune di Forno di Zoldo, in più occasioni parlò di una propria
morte "imminente", anche qualche giorno prima dello scontro in cui
perse la vita. La rivelazione è uscita ieri nell’aula del tribunale di Belluno
al processo per omicidio colposo che si sta svolgendo a carico di Tullio
Martini, 55 anni, di Fusine di Zoldo Alto. L’uomo quella sera era alla guida
del fuoristrada Hyundai Tucson che si scontrò con Giacomel, 42 anni, di
Forsenighe, che procedeva sulla sua bicicletta. A Martini si contesta di
essersi trovato al volante in condizioni di alterazione alcolica che non gli
consentì la dovuta attenzione mentre transitava senza controllare la velocità
lungo un percorso contraddistinto da curve e controcurve. Sempre secondo
l’impianto accusatorio il Martini avrebbe tagliato una curva a sinistra
invadendo l’opposta corsia di marcia e andando così a scontrarsi con il
ciclista. Ieri l’attesa relazione del consulente del pm,
ingegner Paolo Piazza. Sulla scorta dei rilievi operati nell’immediatezza dai
carabinieri, il perito ha confermato che in entrambe le persone coinvolte nel
grave incidente si registrò un considerevole tasso alcolico (elevato - ha
precisato - nel ciclista e fuori della norma nell’automobilista); che si trattò
di impatto frontale e che l’urto si era avuto nella corsia riservata al
ciclista. Inoltre non si era trovata traccia di frenata sull’asfalto. Il
consulente ha illustrato le conclusioni del suo lavoro rispondendo poi alle
domande rivoltegli dalla pm Roberta Gallego e dal difensore dell’imputato,
Giorgio Azzalini. Poi è stata la volta degli altri testi. Una
lunga sequenza attraverso la quale, al di là della ricostruzione di quanto
avvenne in quella tragica serata di due anni fa, si sono delineati particolari
sul deceduto che potrebbero in qualche modo avere un ruolo nel dramma che gli
costò la vita. In particolare Elena Arnoldo, titolare di un bar frequentato da
Giacomel, interrogata sul fatto che Giacomel avesse mai esternato intenzioni
suicide ha risposto che a volte si lasciava andare in frasi del tipo «presto
morirò», e piangeva. Un altro teste, un conoscente che spesso lo incontrava al
bar, ha raccontato ancora di più: «Mi disse: tra qualche giorno mi investirà
un’auto». Poi è stata la volta dell’imputato: «Stavo
andando da Forno a Zoldo Alto. Rincasavo. Ero sulla mia corsia. Quella è una
curva che non si può tagliare. Non feci alcuna brusca frenata. In prossimità di
una curva ad un tratto sentii un colpo. Non l’ho visto: era nascosto dal muro
di cinta. Era come rannicchiato». Devono essere sentiti ancora due testi. Ad
uno - Paolo Ploner - assente ingiustificato, ieri è stata inflitta la multa di
100 euro. Si torna in aula il 28 settembre. Bruno De Donà BLOGOSFERE Combattere le carie
col vino: ecco come prevenire la placca
Sapevate che il vino oltre che "far buon
sangue", fa bene anche ai denti? Secondo uno studio dell’Università di
Pavia, pubblicato sul Journal of Agricolture and Food Chemistry, il vino
sarebbe un ottimo alleato di dentisti, di dentifrici e antiplacca. Spieghiamoci meglio. I ricercatori, coordinati
da Gabriella Gazzani hanno osservato che alcune componenti del vino, sia rosso,
sia bianco, si sono dimostrati attivi ed efficaci contro alcune specie di
streptococchi responsabili della formazione delle carie. Il team di ricercatori non ha ancora
individuato con certezza quali siano le componenti del vino ad avere queste
portentose proprietà, anche se i maggiori sospetti sono concentrati su alcuni
acidi, come ad esempio il tartarico e l’acetico. Fino ad adesso le proprietà del vino sono
state sperimentate solamente in vitro. Nello specifico, per neutralizzare
determinati ceppi di streptococchi colpevoli alcuni della formazione della
placca batterica, altri responsabili di faringiti. "I nostri risultati –
hanno dichiarato i ricercatori – sembrano confermare che il vino possa essere
utilizzato come antimicrobico, e che potrebbe essere utilizzato per la
prevenzione delle carie e delle infezioni delle vie respiratorie". Cosa ne
pensate? L’avreste mai immaginato? (*) (*) Nota: veramente si, l’abbiamo immaginato che prima o poi una notizia del genere sarebbe stata pubblicata. Anche la nicotina ha un’azione profilattica contro la carie. Qualsiasi ricercatore fumatore potrebbe dimostrarlo. KATAWEB
Una sentenza penale impedisce
l’iscrizione nel registro degli esercenti
Condanna per
ubriachezza, niente ristorante
(Cassazione 9149/2007) 27 giugno 2007 - Chi ha riportato una condanna penale per ubriachezza non può aprire un’attività di ristorazione. Lo ha stabilito la Prima Sezione Civile della Corte di Cassazione respingendo il ricorso di un ristoratore che aveva chiesto di essere iscritto nel registro degli esercenti il commercio per aprire un’attività di ristorazione, ottenendo un rifiuto da parte della Corte di Appello di Trieste a causa di un suo precedente penale per ubriachezza. Inutilmente l’uomo si è difeso sostenendo che i giudici di merito non avessero tenuto conto che il reato di ubriachezza è stato depenalizzato. La Suprema Corte ha infatti ribadito che chi riporta una condanna per reati relativi alla prevenzione dell’alcolismo non può essere iscritto nel registro degli esercenti, e l’esistenza della condanna è liberamente valutata dal giudice civile o amministrativo senza che la decisione penale possa in alcun modo vincolarlo, ma fino a quando la condanna non venga revocata, indipendentemente dalla sua rilevanza giuridica, non è possibile l’iscrizione nel registro degli esercenti: in buona sostanza, il semplice fatto che esista una condanna per ubriachezza impedisce l’esercizio dell’attività di ristorazione. VIRGILIO NOTIZIE Australia - Critiche a premier Howard per
piano anti-violenza nelle comunità aborigene 27-06-2007 - Il piano anti-violenza nelle
comunità aborigene del Northern Territory, varato dal premier australiano John
Howard, sta già suscitando numerose critiche: per combattere un’ondata di
violenze contro donne e bambini, favorita dal consumo di alcool, il primo ministro
ha infatti deciso di inviare nelle comunità squadre di polizia ed esercito,
coadiuvate da ex-peacekeepers, e di portare avanti un piano che prevede il
bando al consumo di alcool e il divieto di usare materiale pornografico. Alcuni
aborigeni sarebbero addirittura fuggiti dalle proprie case per paura che i
figli potessero essere sequestrati. Il premier ha rassicurato le comunità in
questione, definendo "esagerate" queste preoccupazioni. (*) Nota: la decimazione degli aborigeni australiani a causa degli alcolici è scandalosa, ma ancora di più lo è la decisione di proibire gli alcolici e la pornografia esclusivamente agli aborigeni. Esiste una soluzione: condividere quella parte della cultura aborigena per la quale l’alcol era sconosciuto. In fondo i “bianchi” sono arrivati dopo. Quanti australiani sarebbero disposti a rinunciare agli alcolici sapendo che questo eviterebbe una sorta di genocidio? E, in generale, quante persone rinuncerebbero agli alcolici sapendo che il loro gesto contribuirebbe ad evitare l’enorme sofferenza causata dall’alcol? Utopia? “La differenza tra come è e come dovrebbe essere il mondo, è uguale alla differenza che c’è tra quello che si fa e quello che si potrebbe fare”. (Ghandi) PANORAMA LA NUOVA FERRARA CORRIERE DELLA SERA IL SECOLO XIX IL GIORNO |
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