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Rassegna stampa Alcol e Guida del 27 giugno 2007

A cura di Alessandro Sbarbada e Roberto Argenta

Comunicazione del Prof. Pier Paolo Vescovi

Voglio informare tutte le persone che lo hanno conosciuto che domenica 8 luglio alle ore 11e 30 presso la Chiesa di Marore di Parma verrà celebrata una S. Messa per ricordare G. Carlo Lezzi. Ho altresì in preparazione anche per quest’anno un incontro in memoria di G. Carlo

Nota: il dottor Giancarlo Lezzi è stato uno dei primi collaboratori del Prof. Hudolin a promuovere i Club degli alcolisti in trattamento in Italia.


VIRGILIO NOTIZIE

SICUREZZA STRADALE/ GIOVANARDI (UDC): BENE STOP VENDITA ALCOLICI

Roma, 27 giu. (APCom) - "Grande soddisfazione per l’accoglimento da parte del Governo del mio ordine del giorno che prevede il divieto di vendita per il consumo di alcol e superalcolici dalle 2 alle 6 di notte in tutti i locali pubblici ed aperti al pubblico". Lo afferma Carlo Giovanardi (Udc) in una nota.

"Si tratta di un impegno cogente - spiega l’ex ministro - ad introdurre tale norma al Senato nel provvedimento sulla sicurezza stradale in prima lettura alla Camera, per tentare di dare una risposta seria e responsabile contro le stragi del sabato sera".


IL GIORNALE DI VICENZA

LA RIFORMA. Oggi il voto alla Camera, poi si passa al Senato

Al volante col cellulare? In cella Via al nuovo codice della strada

In galera anche se trovati alla guida senza avere la patente

Stop alle stragi del sabato sera, basta agli autisti indisciplinati. Le nuove norme che riguardano il codice della strada il cui esame alla Camera slitta a oggi (restano ancora da ultimare le votazioni su pochi emendamenti, dopodiché si passerà alla votazione finale del testo che dovrà passare al Senato) hanno un’unico denominatore: prevenire. Ecco alcuni punti.

Autovetture. Chi ha la patente da meno di tre anni non potrà mettersi al volante di motocicli con potenza superiore a 25kW e ad auto più potenti di 60 kW: in pratica dovrà limitarsi a guidare solo le utilitarie. Arrivano inoltre revisioni obbligatorie della patente per i principianti che abbiano commesso incidenti gravi e, in generale, per chi dopo un incidente ha avuto la patente sospesa per almeno due mesi.

Cellulare al volante. Per chi parla al telefonino o ascolta musica in cuffia mentre è al volante ci sarà una multa da 148 a 594 euro e sarà possibile la sospensione della patente da uno a tre mesi. La sospensione, viene stabilito, scatterà qualora lo stesso soggetto sia recidivo e compia la stessa violazione in un biennio. Chi verrà trovato a guidare parlando al cellulare o ascoltando musica in cuffia, però, non perderà più cinque punti sulla patente come prevede la normativa vigente.

Senza patente. Altro che i 45 giorni di galera di Paris Hilton: chi guida senza patente rischierà l’arresto fino ad un anno, ma solo in caso di recidiva: lo prevede una modifica al codice della strada che inserisce questo comportamento tra i reati penali. Fino ad ora la guida senza patente veniva punita solo con una sanzione amministrativa da 2.257 a circa 9 mila euro. Accanto all’arresto, che si applica solo ai soggetti che abbiano compiuto la violazione due volte nel corso di un biennio la sanzione pecuniaria rimane, anche se lievemente minore.

Pubblicità. La pubblicità di automobili e motociclette non potrà più far riferimento alla velocità da essi raggiunta. Toccherà all’Authority per la concorrenza l’accertamento della violazione di questo divieto, che costerà da 50 a 500 mila euro. Somme che saranno destinate a finanziare iniziative di educazione stradale e campagne di informazione e prevenzione sulla sicurezza stradale.

Alcol in discoteca. Tutte le discoteche e i locali di intrattenimento dove si vendono alcoolici saranno obbligati a esporre sempre tabelle che indichino quali bevande ed assunte in quali quantità fanno superare i limiti previsti dalla legge per la guida in stato di ebbrezza.


L’ADIGE

Domenica 8 luglio sui prati di Anghebeni

La festa analcolica

Sono stati i primi a proporle, ora vanno di moda e anche i comuni (come Rovereto) fanno regolamenti per invitare a considerare le feste alcol-free come prioritarie ed educative verso un nuovo stile di vita. Al punto che i contributi ai comitati organizzatori sono vincolati alla presenza o meno di alcol. I primi a gioirne sono naturalmente loro, gli ex-alcolisti dei gruppi Acat di Vallagarina e Montalbano che tanto si sono battuti per la questione. «È fondamentale che si capisca che ci si può divertire anche senza alcol» ricorda Franco Berlanda, presidente Acat. «La drammatica realtà del bere tra i giovanissimi, le conseguenze degli sballi e la continua ripetizione del clichè alcol-buona socializzazione, produce solo guasti" aggiunge. E loro qualche anno fa organizzarono proprio la loro festa analcolica, chiamarono la stampa e mostrarono che si può star bene anche a litri di aranciata. Da allora si è cominciato a parlarne e va dato atto proprio all’Acat di aver saputo porre la questione e la riflessione anche nelle mani degli enti pubblici che erogano i fondi per le feste estive, sempre tante e con troppo alcol. «La speranza è di vedere sparire per sempre le feste della birra» ricordavano qualche tempo fa gli ex dell’Acat, segnalando che spesso le ditte produttrici fanno arrivare ai comitati organizzatori litri gratis pur di conquistarsi spazio e visibilità nelle feste patronali o rionali. Per ricordare che senza alcol si vive bene ugualmente, l’Acat torna perciò alla carica con la «sua» festa. Si terrà domenica 8 luglio, ma le iscrizioni scadono il 30 giugno. Ancora una volta sono i prati di Anghebeni ad ospitarla. La festa analcolica sarà un momento di riflessione e condivisione che inizierà alle 9.30 con l’accoglienza degli ospiti e un piccolo momento ufficiale alle 12 prima del pranzo. Al pomeriggio gare di bocce e merenda a base di omelette e anguria. Alle 16.30 lotteria. Prenotazioni entro e non oltre il 30 giugno presso la sede Acat Vallagarina: 0464 / 412496 o al 393 / 8689746. C. P.


L’ARENA

L’assessore Bertacco: «I giovani sono bombardati da messaggi contraddittori». Serpelloni: «Occorre pubblicità educativa»

Un Consorzio etico per battere la droga

Sta per nascere un gruppo di lavoro che appronterà un piano destinato alla prevenzione

È stato promosso dal Comune e dalla Ulss 20 In piazza Bra il bus informativo

L’obiettivo è arginare la diffusione dell’uso degli stupefacenti. Verranno coinvolti bimbi dagli 8 anni in su

Ieri il ministro della solidarietà sociale Paolo Ferrero ha annunciato di aver completato il disegno legge delega per la riformare della legge quadro Fini-Giovanardi sulle sostanze stupefacenti. Una legge che pone al centro della questione la causa che induce le persone a far uso di sostanze legali o illegali; depenalizza il consumo, vale a dire elimina il concetto di quantità fino ad oggi utilizzato per distinguere l’uso personale dallo spaccio, lascia ai giudici la decisione in merito ed infine reintroduce la distinzione tra droghe pesanti e leggere.

Mentre su questi temi si accendeva il dibattito nazionale, in piazza Bra il dipartimento delle dipendenze della Ulss 20, presentava il Consorzio etico per la salute dei giovani contro tutte le droghe. Un controsenso? L’assessore ai servizi sociali del Comune Stefano Bertacco che è tra i firmatari della carta costitutiva del consorzio, (a firmarla per primo è stato il sindaco Flavio Tosi), è dell’idea che i giovani siano bombardati da messaggi contrastanti. «E’ impensabile offrire un buon esempio quando lo stesso Governo da una parte invita a raddoppiare le dosi permesse e dall’altra invia i Nas nelle scuole», dice.

Anna Cosimini, rappresentante della Agaras (Associazione genitori amici San Patrignano), rispolvera un vecchio motto di Vincenzo Muccioli «essere duri amorevolmente». E’ questa per lei la ricetta giusta da offrire ai genitori. «Non si devono e non si possono giustificare i giovani che fanno uso di droga», afferma. Che il distinguo tra droghe pesanti e leggere non sia fattibile è la battaglia che da sempre porta avanti il direttore del dipartimento delle dipendenze, Giovanni Serpelloni.

I dati che offre purtroppo evidenziano come i giovanissimi siano sempre più attirati dallo sballo e di come l’età media dei consumi si sia notevolmente ridotta (secondo i dati dell’Osservatorio regionale per le Dipendenze diretto sempre da Serpelloni, l’età media di inizio dei consumi delle sostanze è a partire dai 14 anni). «Questa è una battaglia che dobbiamo fare tutti insieme altrimenti non ne usciamo», sostiene, «le nuove droghe sono sempre di più mimetizzate. La logica della distribuzione è trasversale così come lo è il consumo. Occorre una pubblicità educativa condivisa».

«Un colpo di reni che smuova le famiglie, le associazioni e soprattutto i giovani», così lo definiscono gli addetti ai lavori del dipartimento della Ulss20, che hanno proposto nella XX Giornata mondiale contro le droghe voluta dall’Onu, un LifeLine Bus o meglio un bus attrezzato con materiale informativo che è stato offerto alle famiglie. Opuscoli di ogni formato spiegano nel dettaglio i danni prodotti da alcol, droga e fumo.

Angelo De Cristan, direttore dei servizi sociali dell’azienda che si occupa della salute pubblica sul territorio, non usa mezzi termini quando afferma che «la droga oggi ha l’effetto di uno tzunami sulle nuove generazioni». Come per il neo assessore Bertacco anche per lui alla base ci sono sempre gli stessi problemi: confusione, ragioni culturali, istituzionali, economiche e di mercato. «Stiamo programmando servizi di prevenzione a partire dagli 8-10 anni», dice. E il Consorzio a cosa servirà? Ad attivare un tavolo istituzionale finalizzato all’avvio in tempi rapidi di un piano strategico di prevenzione. Proprio per questo Serpelloni ha consegnato alle autorità civili e religiose un appello.

Anna Zegarelli


L’ARENA

- L’emergenza in cifre

I ragazzi veronesi primi tra i consumatori veneti

Secondo i dati dell’Osservatorio regionale per le dipendenze l’età media di inizio dei consumi delle sostanze è a partire dai 14 anni. A 14 anni si fumano le prime sigarette, si beve il vino e la birra. A 15 anni si assumono i superalcolici e ai 16 anni si inizia a consumare eroina, ectasy e cocaina.

Su un campione di 4.912 giovani tra i 12 e i 24 anni emerge il fatto che a fare uso di alcol sono il 77.7% dei veronesi: il 19,2% beve birra e il 23.7% vino, almeno una volta alla settimana. A dichiarare di essersi ubriacati almeno una volta sono i giovani tra i 15 ai 19 anni. La percentuale dei giovani veronesi è del 48,4% per i maschi e il 46,3% per le femmine. Nel Veneto la percentuale è del 61% per i ragazzi e del 59% per le ragazze.

Il fenomeno va sotto il nome di binge drinking. Verona è tra le città venete con la più alta percentuale di segnalazioni per guida sotto l’effetto di alcol: il 46%. I giovani veronesi che fumano sono il 59,6%, a fare uso di cannabis il 27,7%, un due per cento in più rispetto alla percentuale regionale che è del 25,4%. Alto è anche il consumo di cocaina il 5,5% contro il 4% della regione. Così anche per le anfetamine: il 3,7% contro l’1,7. Ecstasy il 4,6% contro il 3,5%. L’eroina è utilizzata dal 2,4% dei giovanissimi contro l’1,4% a livello regionale. Sul mercato scaligero si vende cocaina a 10 euro la dose; l’ecstasy va dai 5 ai 20 euro; l’eroina in promozione arriva a costare 20 euro, al massimo 50. (a.z.)


BRESCIA OGGI

BAGNOLO. Aci e consiglieri in campo

Stragi del sabato sera Una mozione all’Onu

Prevenire le stragi del sabato sera. Il Comune di Bagnolo scende in campo al fianco dell’Aci. Il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità una mozione che recepisce gli obbiettivi della campagna varata dall’Automobile club d’Italia, in accordo con la Fia Foundation. Si tratta di una raccolta di firme per appoggiare l’iniziativa «Strade sicure-make roads safe», che intende sollecitare una risoluzione dell’Assemblea generale dell’Onu che promuova azioni concrete. Gli obbiettivi sono chiari: supportare un piano d’azione globale decennale del valore di 300 milioni di dollari per migliorare la sicurezza stradale nei Paesi in via di sviluppo. Chiedere alla Banca mondiale e ad altri principali donatori di garantire che almeno il 10% degli stanziamenti per lo sviluppo delle infrastrutture stradali sia destinato alla sicurezza.

Si punta anche all’organizzazione di un summit interministeriale mondiale, patrocinato dalle Nazioni unite, per concordare azioni politiche ad alto livello. La mozione chiede inoltre alla comunità internazionale di combattere le maggiori cause di incidenti attraverso l’educazione alla guida, il disegno delle strade in funzione della sicurezza, l’introduzione di misure a tutela dei pedoni e la lotta al fenomeno della guida sotto effetto d’alcool e di droghe.

«Del tema delle morti sulle strade - ha spiegato il sindaco Giuseppe Panzini nel presentare la proposta - solitamente ce ne ricordiamo solo il lunedì. Bagnolo, attraverso la Polizia locale, sta già lavorando da anni con il mondo della scuola. La nostra Amministrazione comunale da sempre si interessa a questo delicato aspetto, cercando di sviluppare l’educazione stradale anche in quelli che saranno i patentati del futuro».

«Sono oltre un milione e duecentomila i morti sulle strade nel mondo ogni anno - si legge nella mozione -, tanti quanti quelli provocati da tubercolosi e malaria. Ogni sei secondi una persona resta uccisa o menomata; ogni tre minuti muore un bambino per incidente stradale. Oltre il 90% degli incidenti avviene nei Paesi in via di sviluppo. Di fronte a questo stillicidio di vite e nonostante il tema necessiti di un forte impegno politico, si registra una diffusa indifferenza della comunità internazionale».

Luca Canini


IL GAZZETTINO

All’Alberghiero i barmen di Ascom e Confesercenti parteciperanno a un corso sulla preparazione di cocktail analcolici 

Gusto e salute brindando con i drink senza alcol

Bere con gusto senza alcol. È più una filosofia del saper vivere - in tutti i sensi - che non una scelta dettata dal solito moralismo d’accatto. Ed è anche una questione di educazione. Soprattutto se a offrirla sono i professionisti del settore che prestano attenzione alla qualità di ciò che propongono al cliente e anche al suo benessere psicofisico. Perché libagioni, brindisi e divertimento siano sempre gratificanti e a lieto fine.

L’iniziativa "Un locale amico", messa in cantiere dall’assessorato provinciale alle Politiche giovanili e dalle categorie degli esercenti di somministrazione di Ascom Confcommercio e Confesercenti, taglia il traguardo di un’altra importante tappa: debutta il corso-concorso "Un drink analcolico per la salute", tre lezioni di aggiornamemto professionale proposte dai docenti dell’Alberghiero di Adria a 25 corsisti, barmen e addetti alle sale bar, aderenti alle due associazioni provinciali del commercio. Tema portante è la creazione di gradevoli drink per bere e mangiare, in cui l’alcol sia off limits.

Ieri l’iniziativa è stata presentata in Provincia dall’assessore Tiziana Virgili, affiancata dal docente di sala bar dell’Alberghiero, Giampiero Manca, insieme al direttore dell’Ascom Daniele Tecchiati e al funzionario della Confesercenti Roberto Menin.

«L’idea che vorremmo mettere in pratica - ha sottolineato il professor Manca - è coniugare tecniche e prodotti rendendoli gradevoli ai consumatori e distogliendoli in qualche caso dalla scelta dei drink già confezionati che contengono tra l’altro sempre diverse parti di alcol».

Gli argomenti del corso spaziano dalla conoscenza dei prodotti da utilizzare all’introduzione di bevande miscelate per i cocktails analcolici, dalle decorazione alle tecniche di degustazione, all’esercitazione pratica della miscelazione. Il corso inizierà il 1. ottobre nei laboratori dell’Albeghiero e le migliori preparazioni saranno premiate al Censer il 22 ottobre durante la fiera.

«Questo è il nostro modo di rispondere alla Regione che vorrebbe bloccare la vendita di alcolici all’una di notte - ha osservato Menin - Piuttosto che i divieti, meglio l’educazione al bere sano e di qualità».

Franco Pavan


CORRIERE ADRIATICO

Polizia municipale notturna dal primo luglio e più attenzione per la somministrazione di alcoolici

Sindaco-esercenti, patto per l’estate del Lido

FERMO - Una riunione lampo per evitare che un clima d’opinione negativo, formato boomerang, finisca dritto dritto sul sorriso di una stagione appena iniziata ma già proiettata verso il pienone di presenze. Una riunione per stoppare, sul nascere, uno spot negativo per il turismo del Lido. E per evitare che gli intenti dell’Amministrazione comunale (leggi orario di chiusura posticipato per i locali della zona mare) e le aspettative degli esercenti finiscano accartocciate da un episodio cruento, certo, ma si spera isolato. Per tutto questo, dopo l’accoltellamento di un tunisino avvenuto sabato notte in un tratto di spiaggia libera del Lido di Fermo, il sindaco Saturnino Di Ruscio ha convocato ieri pomeriggio una riunione straordinaria nella sede della Confcommercio.

Un faccia a faccia con una decina di esercenti del lungomare per arrivare a una presa di petto forte e chiara: dal primo luglio la polizia municipale terrà sotto controllo la notte del Lido di Fermo.

Un’azione deterrente, che porterà più sicurezza, ma che dovrà sposarsi con il buon senso di tutti gli esercenti del lungomare.

“Ci sono state chieste a noi tutti gestori del Lido di Fermo - spiega Federico Malavisi, titolare dello chalet Rivazzurra - più serate di qualità e una somministrazione di alcolici più attenta. Il messaggio è chiaro: l’afflusso notturno rispetto agli anni scorsi è raddoppiato, anche la sicurezza deve essere quindi incrementata. Noi, peraltro, abbiamo chiesto dei passaggi della polizia municipale anche in sella ai quad”. La paralisi della viabilità (anche a piedi) registrata sabato scorso fotografa in pieno la situazione: mai come quest’anno il Lido di Fermo si candida come epicentro del turismo rivierasco. Rovinarlo, a estate appena stappata, sarebbe un delitto.

“La notte in Riviera è ancora tranquilla - rimarca Tommaso Martufi -. Questa zona è forse una delle poche in cui si riesce a coniugare il divertimento senza troppi pericoli dovuti alla delinquenza. Certo che episodi come quello dell’altra sera fanno pensare. Esiste il problema della somministrazione di alcolici, spesso esagerata e facile, ma qui il discorso sarebbe credo più ampio: più attenzione negli chalet o nei bar, soprattutto ai giovanissimi, ma se poi questi al pomeriggio vanno al supermercato e comprano casse di birra siamo al punto di partenza”. Peraltro, per contrastare il problema alcool, c’è già in cantiere un accordo con la Fipe (che raccoglie iscritti della Confcommercio esercenti attività di bar, ristoranti e locali notturni) del presidente provinciale Lucio Brunelli per protocollo siglato con Asur e Serd.

Mario Grazzani, milanese, è un frequentatore del Lido dagli anni ’70. Vive diversi mesi all’anno tra la Costa Azzurra e questo angolo di Marche: “Ho scelto il Lido negli anni ’70 - racconta - per un insieme di caratteristiche: tranquillità per i bambini, la comodità della casa vicino al mare e prezzi contenuti. I miei figli, ora, sono cresciuti ma ogni estate vengono a trovarmi con le loro famiglie. Purtroppo, però, i turisti più anziani devono evitare alcuni posti del lungomare. Soprattutto quelli frequentati dagli extracomunitari. Non è razzismo ma timore che possa succedere qualcosa di spiacevole come poi è accaduto l’altra sera. Forse servirebbero più controlli da parte della polizia, forse servirebbe più prontezza d’intervento. Per esempio io e mia moglie abbiamo dovuto aspettare quattro anni di nostre precise richieste per veder installare i rallentatori di traffico in una zona in cui, a volte, sembrava di assistere a vere e proprie corse in auto”.

Più turisti uguale anche più attenzione. “Sicuramente c’è più movimento rispetto l’anno scorso, quindi è più facile che si verifichino casi del genere - analizzano la situazione dallo Chalet ristorante Paradise, Daniela Borri e il suo staff composto da Paolo Vinciguerra, Karen Taranto e Braim Morjane, per tutti Abramo -. Noi, come ristorante, lavoriamo con un altro genere di clientela, con altri orari... Ma purtroppo dobbiamo fare i conti con chi sul viale rompe le bottiglie e crea qualche spiacevole inconveniente. Questa è una zona tranquilla, non vogliamo che si rovini”.

(…)


L’OPINIONE

Una circolare del capo del personale fa discutere Viale Mazzini e Saxa Rubra

E dal primo luglio la Rai sarà azienda dealcolizzata

Proibito l’uso degli alcolici nelle mense e comunque durante l’orario di lavoro

di Dimitri Buffa

Da ora in poi vietato consumare alcoolici e super alcoolici per chi lavora in Rai. Per nessun motivo. Né alle mense, né al bar fuori Saxa Rubra e tantomeno portarsi la bottiglia da casa. Pena il licenziamento. “Siamo diventati degli integralisti islamici? Sono arrivati i talebani? ” La reazione dei dipendenti più inviperita non poteva essere al “comunicato al personale” numero 9023, del 18 giugno 2007. Lo ha firmato il responsabile delle risorse umane e organizzazione, Maurizio Braccialarghe, da poco nominato ad della Sipra. Ma che c’è in realtà dietro l’ennesima stranezza targata Saxa Rubra? Nella circolare di Braccialarghe si fa riferimento all’intesa del 16 marzo 2006 emanata dalla conferenza permanente per i rapporti tra lo stato e le regioni e le provincia autonome di Trento e Bolzano, pubblicata sulla gazzetta ufficiale, serie generale del 30 marzo 2006, numero 75, che “ha individuato in 14 punti le attività lavorative che comportano un elevato rischio per la sicurezza, l’incolumità o la salute dei terzi, ai fini del divieto di assunzione e somministrazione di bevande alcoliche e superalcooliche”.

“Tra le attività indicate – si legge nella burocratica circolare che non teme il ridicolo – ve ne sono alcune presenti in azienda, svolte anche da società terze (esempio manutenzione degli ascensori, medico comunque preposto ad attività diagnostiche e terapeutiche, infermiere, mansioni comportanti l’obbligo della dotazione del porto d’armi, ivi comprese attività di guardia particolare e giurata, addetti alla guida di veicoli stradali per i quali è richiesto il possesso della patente di guida categoria B, C, D, E e di veicoli in servizio di noleggio con conducente, mansioni che prevedono attività in quota, oltre i due metri di altezza) ”. “Pertanto – continua la nota – al fine di dare concreta attuazione alla menzionata normativa e di garantire nel miglior modo possibile la sicurezza, l’incolumità e la salute di tutti i lavoratori ed i soggetti terzi, a decorrere dal 1° luglio viene introdotto un divieto generalizzato di somministrazione di bevande alcooliche e superalcooliche nei confronti di chiunque fruisca del servizio mensa”. “Tale divieto viene inoltre esteso – continua la nota – nei confronti di tutti gli esercizi posti nei luoghi di lavoro (esempio bar aziendali, distributori automatici di bevande) ovvero posti all’esterno ma comunque dedicasti alla refezione dei dipendenti e/o collaboratori (esempio ristoranti convenzionati) ”.

Insomma siccome alla Rai ci sono le guardie giurate, i medici, gli addetti agli ascensori e quelli che lavorano a due metri di altezza, Braccialarghe vieta a tutti i dipendenti di assumere alcoolici non solo nelle mense Rai ma anche “in quelle convenzionate e vieta altresì a tutti i dipendenti di assumere bevande alcooliche sui luoghi di lavoro e durante l’orario di lavoro”. Un neo proibizionismo che ha già fatto impazzire di rabbia repressa quasi tutti i giornalisti Rai che allargano le braccia in segno di sconforto quando qualcuno gli nomina la circolare Braccialarghe. C’è anche chi ipotizza che questa amenità sia dovuta all’islamically correct che sta contagiando anche viale Mazzini e tutti si domandano chi e come farà i controlli del tasso alcolico, magari con il palloncino. Forse la Rai istituirà le “guardie a repressione del vizio e a promozione della virtù” come in Iran e in Arabia Saudita? Da notare infine che in questa direttiva, che richiama l’intesa Stato-Regioni di cui sopra, non si fa menzione di alcun tipo di droghe. E c’è anche chi dice che forse i dipendenti passeranno allo spinello in massa per tirarsi su visto che i cicchetti sono stati proibiti.


IL GAZZETTINO

Colpo di scena in aula al processo per l’investimento mortale di un 42enne di Forno di Zoldo, che nell’agosto 2005 si scontrò con un fuoristrada a Sottolerive 

Travolto e ucciso in bici, ma forse fu suicidio 

Un conoscente ricorda: «Mi disse che nel giro di qualche giorno sarebbe finito sotto un’auto». E la titolare di un bar conferma

Belluno

Carlo Giacomel, deceduto il 9 agosto del 2005 in un incidente stradale verificatosi a Sottolerive, in Comune di Forno di Zoldo, in più occasioni parlò di una propria morte "imminente", anche qualche giorno prima dello scontro in cui perse la vita. La rivelazione è uscita ieri nell’aula del tribunale di Belluno al processo per omicidio colposo che si sta svolgendo a carico di Tullio Martini, 55 anni, di Fusine di Zoldo Alto. L’uomo quella sera era alla guida del fuoristrada Hyundai Tucson che si scontrò con Giacomel, 42 anni, di Forsenighe, che procedeva sulla sua bicicletta. A Martini si contesta di essersi trovato al volante in condizioni di alterazione alcolica che non gli consentì la dovuta attenzione mentre transitava senza controllare la velocità lungo un percorso contraddistinto da curve e controcurve. Sempre secondo l’impianto accusatorio il Martini avrebbe tagliato una curva a sinistra invadendo l’opposta corsia di marcia e andando così a scontrarsi con il ciclista.

Ieri l’attesa relazione del consulente del pm, ingegner Paolo Piazza. Sulla scorta dei rilievi operati nell’immediatezza dai carabinieri, il perito ha confermato che in entrambe le persone coinvolte nel grave incidente si registrò un considerevole tasso alcolico (elevato - ha precisato - nel ciclista e fuori della norma nell’automobilista); che si trattò di impatto frontale e che l’urto si era avuto nella corsia riservata al ciclista. Inoltre non si era trovata traccia di frenata sull’asfalto. Il consulente ha illustrato le conclusioni del suo lavoro rispondendo poi alle domande rivoltegli dalla pm Roberta Gallego e dal difensore dell’imputato, Giorgio Azzalini.

Poi è stata la volta degli altri testi. Una lunga sequenza attraverso la quale, al di là della ricostruzione di quanto avvenne in quella tragica serata di due anni fa, si sono delineati particolari sul deceduto che potrebbero in qualche modo avere un ruolo nel dramma che gli costò la vita. In particolare Elena Arnoldo, titolare di un bar frequentato da Giacomel, interrogata sul fatto che Giacomel avesse mai esternato intenzioni suicide ha risposto che a volte si lasciava andare in frasi del tipo «presto morirò», e piangeva. Un altro teste, un conoscente che spesso lo incontrava al bar, ha raccontato ancora di più: «Mi disse: tra qualche giorno mi investirà un’auto».

Poi è stata la volta dell’imputato: «Stavo andando da Forno a Zoldo Alto. Rincasavo. Ero sulla mia corsia. Quella è una curva che non si può tagliare. Non feci alcuna brusca frenata. In prossimità di una curva ad un tratto sentii un colpo. Non l’ho visto: era nascosto dal muro di cinta. Era come rannicchiato». Devono essere sentiti ancora due testi. Ad uno - Paolo Ploner - assente ingiustificato, ieri è stata inflitta la multa di 100 euro. Si torna in aula il 28 settembre.

Bruno De Donà


BLOGOSFERE

Combattere le carie col vino: ecco come prevenire la placca

Sapevate che il vino oltre che "far buon sangue", fa bene anche ai denti? Secondo uno studio dell’Università di Pavia, pubblicato sul Journal of Agricolture and Food Chemistry, il vino sarebbe un ottimo alleato di dentisti, di dentifrici e antiplacca.

Spieghiamoci meglio. I ricercatori, coordinati da Gabriella Gazzani hanno osservato che alcune componenti del vino, sia rosso, sia bianco, si sono dimostrati attivi ed efficaci contro alcune specie di streptococchi responsabili della formazione delle carie.

Il team di ricercatori non ha ancora individuato con certezza quali siano le componenti del vino ad avere queste portentose proprietà, anche se i maggiori sospetti sono concentrati su alcuni acidi, come ad esempio il tartarico e l’acetico.

Fino ad adesso le proprietà del vino sono state sperimentate solamente in vitro. Nello specifico, per neutralizzare determinati ceppi di streptococchi colpevoli alcuni della formazione della placca batterica, altri responsabili di faringiti. "I nostri risultati – hanno dichiarato i ricercatori – sembrano confermare che il vino possa essere utilizzato come antimicrobico, e che potrebbe essere utilizzato per la prevenzione delle carie e delle infezioni delle vie respiratorie". Cosa ne pensate? L’avreste mai immaginato? (*)

(*) Nota: veramente si, l’abbiamo immaginato che prima o poi una notizia del genere sarebbe stata pubblicata. Anche la nicotina ha un’azione profilattica contro la carie. Qualsiasi ricercatore fumatore potrebbe dimostrarlo.


KATAWEB

Una sentenza penale impedisce l’iscrizione nel registro degli esercenti

Condanna per ubriachezza, niente ristorante

(Cassazione 9149/2007)

27 giugno 2007 - Chi ha riportato una condanna penale per ubriachezza non può aprire un’attività di ristorazione. Lo ha stabilito la Prima Sezione Civile della Corte di Cassazione respingendo il ricorso di un ristoratore che aveva chiesto di essere iscritto nel registro degli esercenti il commercio per aprire un’attività di ristorazione, ottenendo un rifiuto da parte della Corte di Appello di Trieste a causa di un suo precedente penale per ubriachezza. Inutilmente l’uomo si è difeso sostenendo che i giudici di merito non avessero tenuto conto che il reato di ubriachezza è stato depenalizzato. La Suprema Corte ha infatti ribadito che chi riporta una condanna per reati relativi alla prevenzione dell’alcolismo non può essere iscritto nel registro degli esercenti, e l’esistenza della condanna è liberamente valutata dal giudice civile o amministrativo senza che la decisione penale possa in alcun modo vincolarlo, ma fino a quando la condanna non venga revocata, indipendentemente dalla sua rilevanza giuridica, non è possibile l’iscrizione nel registro degli esercenti: in buona sostanza, il semplice fatto che esista una condanna per ubriachezza impedisce l’esercizio dell’attività di ristorazione.


VIRGILIO NOTIZIE

Australia - Critiche a premier Howard per piano anti-violenza nelle comunità aborigene

27-06-2007 - Il piano anti-violenza nelle comunità aborigene del Northern Territory, varato dal premier australiano John Howard, sta già suscitando numerose critiche: per combattere un’ondata di violenze contro donne e bambini, favorita dal consumo di alcool, il primo ministro ha infatti deciso di inviare nelle comunità squadre di polizia ed esercito, coadiuvate da ex-peacekeepers, e di portare avanti un piano che prevede il bando al consumo di alcool e il divieto di usare materiale pornografico. Alcuni aborigeni sarebbero addirittura fuggiti dalle proprie case per paura che i figli potessero essere sequestrati. Il premier ha rassicurato le comunità in questione, definendo "esagerate" queste preoccupazioni.

(*) Nota: la decimazione degli aborigeni australiani a causa degli alcolici è scandalosa, ma ancora di più lo è la decisione di proibire gli alcolici e la pornografia esclusivamente agli aborigeni. Esiste una soluzione: condividere quella parte della cultura aborigena per la quale l’alcol era sconosciuto. In fondo i “bianchi” sono arrivati dopo. Quanti australiani sarebbero disposti a rinunciare agli alcolici sapendo che questo eviterebbe una sorta di genocidio? E, in generale, quante persone rinuncerebbero agli alcolici sapendo che il loro gesto contribuirebbe ad evitare l’enorme sofferenza causata dall’alcol? Utopia? “La differenza tra come è e come dovrebbe essere il mondo, è uguale alla differenza che c’è tra quello che si fa e quello che si potrebbe fare”. (Ghandi)


PANORAMA
Alcol e guida: verso tolleranza zero

LA NUOVA FERRARA
la guida e il bere occhio al messaggio

CORRIERE DELLA SERA
Ubriaco al volante, ha cercato di fuggire a piedi dopo essere rimasto coinvolto in un incidente, ma ...
Amanti dell’arte o dell’alcol? E il New York Times sbatte Roma in prima pagina

IL SECOLO XIX
Tossicodipendenze, è allarme«In Liguria i Sert non ce la fanno»

IL GIORNO
Automobilisti ubriachi al volante I vigili annunciano il pugno di ferro 

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Giovedì, 28 Giugno 2007
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