Il Rapporto analizza il mercato assicurativo alla luce delle novità introdotte nel 2005 dal "Codice delle Assicurazioni", dai "Decreti Bersani" e dal nuovo regolamento ISVAP, che tendono, appunto, a migliorare il legame tra cittadini e sistema assicurativo. In Italia si contano 34 milioni di polizze auto, il cui costo medio annuo si aggira intorno ai 1.040 euro (utilitaria a benzina in classe di entrata) e incide per il 40% sulla spesa di utilizzo dell’automobile pari a 2.640 euro. Il 95% del mercato è in mano ad intermediari (agenti, broker, promotori e sportelli bancari) e solo il 5% si sviluppa tramite vendita diretta tra le Compagnie e i propri assicurati. Su questo fronte Internet e telefono continuano a rappresentare una fetta marginale: appena l’1,4% dei contratti viene stipulato on-line e solo il 2,8% con il canale telefonico. Ciò è imputabile prevalentemente all’esiguo - quando non addirittura nullo - risparmio offerto dalle Compagnie ai consumatori che scelgono Internet. Le statistiche evidenziano un atteggiamento conservativo delle Compagnie assicurative verso i canali più redditizi, nei quali gli agenti contano per oltre il 90% delle polizze. Secondo l’Automobile Club d’Italia, le nuove norme con il Decreto Bersani espongono il mercato al forte rischio di una corsa al rialzo delle provvigioni offerte dalle Compagnie ai venditori; il rischio, infatti, è che i distributori propongano con più fervore le polizze sulle quali guadagnano di più anziché quelle maggiormente vantaggiose per i clienti. Per scongiurare tale ipotesi l’ACI propone il trasferimento della remunerazione degli agenti dalle Compagnie al consumatore, impostazione peraltro condivisa dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. Pur apprezzando lo
spirito innovativo e la logica di tutela delle novità introdotte
nell’ultimo biennio, l’ACI boccia alcune soluzioni che in apparenza favoriscono
l’automobilista ma che poi si traducono negativamente in un aggravio di costi
con pesanti ripercussioni sul piano sociale. La norma che prevede la
possibilità di estendere la stessa classe di merito a più veicoli intestati al
nucleo familiare, per esempio, comporterà una lievitazione dei prezzi dei
conducenti più responsabili e la perdita di efficacia del meccanismo del
bonus/malus che finora ha improntato i comportamenti dei conducenti alla
prudenza e al rispetto delle regole di circolazione. |
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