Foto Coraggio Sappiamo bene quanto la maggior parte degli incidenti stradali
sia da attribuire ad errore umano, più che a malfunzionamenti del veicolo o a
difetti delle infrastrutture. Già nel 1957, in uno studio pubblicato sul New
England Journal of Medicine, si parlava del 90% di incidenti da attribuire
ad errore del conducente; di questo 90%, secondo il National Highway Traffic
Safety Administration report del 1994, l’alcol contribuisce per il 40%. Altri
errori derivano da altri aspetti soggettivi, come ad esempio particolari tratti
di personalità che entrano in gioco in specifiche circostanze, come un’elevata
rabbia di tratto (Albanese, 2007a), o dall’eccesso di velocità che compromette
una corretta elaborazione delle informazioni durante la pratica di guida
(Albanese, 2007b). Un altro potenziale fattore che concorre al verificarsi di
un incidente stradale, direttamente correlato all’azione umana, è il cambiamento
di corsia, che può rappresentare un rischio a più livelli. Innanzitutto, porta
il guidatore a tenere il piede su due staffe, le due corsie, esponendolo
così contemporaneamente a due flussi di traffico. Secondariamente, una simile
manovra richiede una rapida valutazione degli spazi e delle distanze da parte
del guidatore. Inoltre, il cambiamento di corsia rappresenta un rischio per i
veicoli che seguono e che rimangono nella zona cieca degli specchietti
retrovisori. Infine, il tutto rappresenta un generale turbamento per il traffico
che segue. Purtroppo, il rischio complessivo associato ad ogni cambiamento di
corsia non è ben definibile, dato che il numero di cambiamenti di corsia
effettuati durante una guida normale non è quantificabile con precisione. Un
caso particolare di cambiamento di corsia è quello che si verifica in
condizione di traffico congestionato. In questo caso, si possono verificare
errori di giudizio circa le velocità delle due colonne, cosa che porta spesso
all’illusione che l’altra colonna si muova di più, anche se le due file
hanno la stessa velocità media, inducendo il guidatore a tentare il cambio di
corsia. Alla base di questo errore di giudizio risiede l’aspettativa che nella
fila accanto il tempo da trascorrere in colonna sarebbe minore. Inoltre, in una
condizione di traffico congestionato si tende a giudicare la propria velocità
valutando la progressione soggettiva in relazione a quella della colonna
adiacente, ed il fatto di vedere che l’auto dell’altra colonna che avevamo da
poco sorpassato ci sta adesso a sua volta sorpassando, contribuisce a trarre una valutazione errata. Redelmeier
e Tibshirani (2000) hanno trovato che l’altra colonna può erroneamente
essere [Bibliografia] Albanese, F. (2007a). Rabbia ed Aggressività come Fattori di Rischio per l’Incidente Stradale. In F. Taggi e P. Marturano (A cura di). Salute e Albanese, F. (2007b). Fattori che Concorrono al Verificarsi di Incidente (A cura di). Salute e sicurezza stradale: l’onda lunga del trauma. Redelmeier, D.A., e Tibshirani, R.J. (2000). da Il Centauro 112 |
|
|
© asaps.it |