ASCA E.ROMAGNA: ’NO ALCOL NO BOLLO!’, PDL LEGA NORD SU SICUREZZA
STRADALE Bologna, 29 giu - ’’No alcol, no bollo!’’. E’ il nome della
proposta di legge sulla sicurezza stradale presentato dal consigliere della
Lega Nord Maurizio Parma presso l’Assemblea legislativa dell’Emilia Romagna. Il
provvedimento, secondo il proponente, non inasprisce norme di carattere
repressivo gia’ in vigore per chi guida con tasso alcolico superiore al
consentito, 0,5 grammi/litro, in quanto la guida in stato di ebbrezza da alcol
e’ gia’ regolamentata dal ’’Nuovo codice della strada’’. La proposta, invece, rileva l’esponente
della Lega nord, si propone di fornire riconoscimenti di carattere economico ai
conducenti rispettosi delle norme che regolano la sicurezza stradale. In particolare,
il pdl prevede l’esenzione e/o la riduzione (attraverso bonus) della tassa di
circolazione, al conducente dell’automezzo il quale, a seguito del controllo
effettuato dalle forze dell’ordine, risulti rispettare i parametri previsti
dalla legge circa l’assunzione di bevande alcoliche. (*) L’articolo tre stabilisce il diritto al bonus: al primo
controllo 30% di riduzione del bollo auto; al secondo controllo 60% ed, infine,
al terzo controllo (tre bonus consecutivi) esenzione totale del bollo. res-muz/cam/lv (*) Nota: è una proposta interessante per diversi motivi. È concettualmente semplice; fa leva sul premio e non sulla punizione; presenta la sobrietà come valore positivo; non si presta a remore ideologiche in quanto non può essere tacciata di proibizionismo. L’unico neo è l’essere legata agli scarsi controlli alcolimetrici. La probabilità di essere sottoposti ad un controllo è di una ogni 175 anni. Per ottenere i tre bonus che esentano dal pagamento del bollo i tempi sarebbero piuttosto lunghi. CORRIERE ADRIATICO Alla II circoscrizione Due serate sul rischi dell’alcolismo
PESARO- Ogni anno in Italia circa 25 mila decessi sono
associati all’alcol e riguardano più di 17 mila uomini e circa 7.000 donne. La
stima della mortalità alcolcorrelata evidenzia un tasso di mortalità di 35
decessi su 100 mila abitanti. I dati emergono da indagini finanziate dal
ministero della Salute. Ma a preoccupare di più sono gli adolescenti. Il 74%
dei giovani, e nello specifico il 67% dei 13-15enni, beve alcolici il sabato
sera. Di questi il 20% si ubriaca nel fine settimana. Purtroppo è un fenomeno
in forte crescita, per il quale bisogna ricorrere ai ripari. A questo scopo a
Pesaro l’Apcat, Associazione provinciale club alcolisti in trattamento,
organizza due serate, oggi e domani, per sensibilizzare sui rischi derivanti
dall’abuso di bevande alcoliche, in collaborazione con il Centro servizi per il
volontariato e la 2a circoscrizione. La prima serata è pensata per le famiglie. Con Noi e l’alcol; come la mettiamo? si ragionerà sul rapporto che si ha con l’alcol, su quando bisogna iniziare a considerarsi dipendenti e sui metodi per poterne uscire. Domani l’incontro è invece pensato più per gli operatori e le famiglie che gravitano intorno all’associazione, per i volontari. Si parlerà infatti di prevenzione. L’appuntamento è dalle 20.30 alle 22.30, presso la sala della 2a circoscrizione, in via Largo volontari del sangue n.9. L’ADIGE Lettere
Qualche domanda al deputato Bezzi
Egregio signor deputato Giacomo Bezzi, leggo dall’Adige del
23 giugno l’articolo relativo alle sue proposte, il cui senso sembra essere
sintetizzato dalla sua affermazione: «Inasprire le pene va bene, se sono
educative, ma queste sono repressioni fasciste». Visto che lei dice di dover
rispondere ai suoi elettori, eccone uno, profondamente insoddisfatto e
culturalmente perplesso per la confusione che le sue affermazioni generano. Mi
piace dunque porle alcune domande: quando per lei le pene da educative diventano
repressive? perché in questo contesto utilizza il termine «fascista»; che senso
ha? Quale valore attribuisce ad una persona morta perchè travolta da qualcuno
che guidava con alcol o altre sostanze in corpo? Perché utilizza, come termine
apparentemente di giustificazione, il fatto che anche lei talvolta guida e usa
il cellulare? Significa anche che guida anche dopo aver consumato alcol? Non le
sembra che, nella sua posizione di deputato della Repubblica, anziché tenere in
elevata considerazione il punto di vista e le lamentele di chi infrange il
codice della strada e ne subisce le previste e conosciute conseguenze (dato che
nessuno lo ha costretto ad infrangere la legge), lei dovrebbe tenere in maggior
considerazione la tutela della sicurezza e della salute di tutti e spendersi di
conseguenza? A me consta che le pene, previste da una legge dello Stato per
punire un reato, sono il modo accettato per dissuadere i cittadini dal
commetterlo ed in quanto tali esse sono dunque educative, perchè questa è la modalità
con cui lo Stato ci tutela, dissuadendoci dal mettere in atto comportamenti
lesivi della sicurezza individuale e collettiva. È chiaro che in generale ci
comportiamo meno peggio solo per paura della pena (e la paura è tanto maggiore
quanto più aspra è la pena) e che sarebbe bello se, invece, crescesse il senso
di corresponsabilità civile, cioè la capacità di valutare le nostre azioni
anche dalla prospettiva degli altri. Forse però, lasciando da parte i
«pessimismi cosmicidi chi dice che tanto non cambia nulla, esiste una via di
uscita che a me sembra articolabile in almeno due atteggiamenti generali. Il
primo è che ognuno di noi cominci a non mettere in atto comportamenti
pericolosi per sé, la propria famiglia e gli altri (e l’uso di alcol e di
sostanze illegali è un comportamento pericoloso e/o dannoso) e che, nel momento
in cui incorre nelle sanzioni previste per averlo fatto, non cerchi di
giustificarsi, ma riconosca la propria responsabilità e non difenda
l’indifendibile (da un punto di vista morale) (e questo vale per me come per
lei). Il secondo è che chi assunto un ruolo di tutela e promozione del bene
comune (e questo vale per lei in quanto deputato) sia maggiormente consapevole
che in questo ruolo l’interesse della collettività e di chi è in posizione di
debolezza dovrebbe avere la precedenza sugli interessi dei singoli o di
eventuali lobbies economiche. Questo è quanto propongo a me stesso ed anche a
lei e che, sia io che lei, siamo liberi di fare, se crediamo nel valore
propositivo ed educativo delle nostre azioni. Claudio Zorzi , medico di famiglia - Ziano di FiemmeIL GIORNALE Sui
bicchieri la scritta «Troppo alcol uccide»
Scritto sui bicchieri fa più effetto e sale prima al
cervello. «Troppo alcol uccide» è l’avviso choc
che d’ora in poi comparirà sui long drink del Dom Café di Corso Como, noto
locale dalle atmosfere anni ottanta in una delle vie più gettonate delle notti
milanesi. L’iniziativa, che si è guadagnata il patrocinio del comune
di Milano, è nata da un’idea di Marco De Padova, 39enne, barman da quindici
anni e da tre titolare del pub: «L’intenzione è di dare un messaggio forte al
popolo della notte - ha detto - sensibilizzando i ragazzi sui danni provocati
dall’eccessivo consumo di alcol. Ci siamo ispirati ai pacchetti di sigarette,
scrivendo direttamente sul vetro. Non possiamo obbligare nessuno a non bere, ma
possiamo fare qualcosa perché le persone siano più consapevoli». (*) Un’idea accattivante che è piaciuta anche al Silb, il
Sindacato italiano delle discoteche: «Si tratta di una spinta in più alla vasta
campagna di sensibilizzazione che stiamo portando avanti - ha commentato il
presidente Rudi Citterio - tra qualche giorno, per esempio, installeremo gli
etilometri fai-da-te, che sono già presenti ai guardaroba di sei discoteche
milanesi e nei pub sui Navigli». (*) Nota: ogni iniziativa volta a sensibilizzare verso i rischi degli alcolici ha il merito, se non altro, di porre l’attenzione sul problema. Non c’è tuttavia da sperare troppo nell’efficacia delle scritte sui bicchieri. Pensare che la scritta “Troppo alcol uccide” sia uno shock per il popolo della notte è illusorio. Si può forse sperare nell’effetto sorpresa, visto che la maggior parte dei messaggi sugli alcolici vanno nella direzione opposta. IL GAZZETTINO Giornata mondiale contro gli
stupefacenti
La droga origina pericolose
dipendenze
Attivato dall’Ulss 19 un punto di
ascolto
In occasione della giornata mondiale dell’Onu contro la
droga che si è celebrata martedì, l’Ulss 19 di Adria, tramite il Dipartimento per
le dipendenze, scende in campo offendo un aiuto concreto alle persone in
difficoltà.«Oggi - fa presente il dottor Andrea Finessi - viviamo una
situazione che ci spinge continuamente a fare i conti con l’affermazione di noi
stessi e con il bisogno di riconoscimento da parte di un contesto sempre più
esigente nel richiedere di essere all’altezza delle diverse situazioni. La
cocaina, l’alcol e altre droghe appaiono funzionali a tale meccanismo. Le
persone che fanno uso di cocaina e altre droghe stimolanti tendono a rendere
compatibile l’uso delle stesse con una vita relativamente normale». Subentrano,
però, le conseguenze del malessere fisico, degli incidenti stradali,
spessissimo correlati all’uso di droghe e alcol, dell’incrinarsi di relazioni
importanti e, nel tempo, si perde il controllo dell’uso instaurando una vera e
propria dipendenza. «Le persone soggette a questo nuovo modo d’uso delle droghe
- puntualizza Andrea Finessi - hanno una bassa percezione del rischio, in
quanto inizialmente credono di saper controllare le sostanze e, in seguito,
hanno difficoltà a chiedere aiuto ai servizi per le dipendenze come i Sert, per
il timore di essere assimilati ai tossicodipendenti da eroina». Il Dipartimento per le dipendenze Ulss 19 proprio per
affrontare specificatamente la questione dei nuovi consumatori, svolge
un’attività di sensibilizzazione sui rischi collegati all’uso di tutte le
droghe ed ha attivato un punto d’accesso, al di fuori dei servizi gia noti per
le dipendenze, per offrire un momento di ascolto e di consulenza che non
susciti il timore di essere percepiti come tossicodipendenti. Per informazioni telefonare al numero 340 - 5873912. IL GAZZETTINO ESTE In consiglio comunale
"No agli alcolici" bocciata la mozione Presentata
dal centrodestra Non passa la mozione del centro destra
per vietare la somministrazione di alcolici nei bar dalla mezzanotte alle sei.
In una seduta del consiglio comunale carica di tensione la maggioranza la
boccia senza appello accusando anzi la minoranza di strumentalizzare il tema.
La prima reazione, in effetti, non è negativa: "Apprezzo la mozione al di
là delle sfumature" esordisce Nino Trimarchi dell’Unione, reduce da un
convegno a Verona proprio sull’alcoolismo giovanile: "E’ importante
recuperare la progettualità del comune in questo settore, introducendo
iniziative nella collettività, penso ad esempio ad una ludoteca in via
Matteotti; non colpevolizziamo però i giovani e non parliamo di fascia a
rischio, che si fa che aumentare la loro autostima". Drastico invece il suo capogruppo Stefano Berton, contrario
"ad ogni proibizionismo politico e culturale perchè non va alla radice ma
analizza superficialmente il fenomeno. Il problema non è l’alcoolismo o la
droga, ma il disagio giovanile che porta a queste manifestazioni e ad altri
fenomeni di egoismo, maleducazione, mancato rispetto che un’amministrazione
cerca di combattere non a colpi di proibizione ma a colpi di educazione.
Facciamo in modo di essere promotori assieme alla famiglia, alla scuola di un
forum permanente in cui i giovani riescano a parlare ai giovani". Sulla stessa linea Anita Pinataro (Arcobaleno): "Non
serve una misura coercitiva, la pedagogia insegna che misure drastiche
comportano effetti contrari. Serve discorso più lungo che coinvolga i ragazzi
la scuola, le famiglie; non può un sindaco affrontare un problema così grosso.
Se i ragazzi hanno bisogno dello sballo, significa che hanno un vuoto di
valori, perchè dietro c’è una società in crisi che non sa dare valori
alternativi di legalità. Pensare di risolvere l’intreccio di problemi con il
divieto di vendere alcool a una certa ora è ingenuo ed è pretestuoso chiamare
in ballo l’amministrazione quando il problema è antico e complesso". (*)
Alla fine il centrosinistra affossa con 12 voti la mozione che raccoglie solo i
6 voti del centrodestra. Riccardo Piva (*) Nota: la complessità dei problemi alcol correlati è tale che nessuna proposta in se stessa può essere risolutiva, ma questo non autorizza a respingere ogni tentativo di affrontare il problema. Si ha spesso l’impressione che più che una ricerca di soluzioni ci sia il tentativo di modellare le proposte alla propria visione del problema e alla propria esperienza. (Se il nostro solo strumento è un martello, ogni problema assomiglierà ad un chiodo da battere. Bill Gates) IL
TIRRENO VENERDÌ, 29 GIUGNO 2007 La
prof beve troppo, l’allieva la porta a casa
Litiga con la polizia dopo la cena con gli studenti:
obbligata a essere accompagnata Se si fosse messa al volante, sarebbe stata
sottoposta a controllo PONTEDERA. Epilogo a sorpresa per gli studenti di un
istituto superiore di Pontedera che hanno partecipato alla classica cena per
salutare la fine della scuola in un locale della città. Una prof. che li aveva
accompagnati in un pub, è stata protagonista di una vistosa lite con una
pattuglia della polizia ed è stata costretta a tornare a casa “scortata” da una
studentessa. L’insegnante, secondo i poliziotti, non era in grado di mettersi
al volante della propria auto: i suoi comportamenti lasciavano pensare che
avesse bevuto più del consentito. Se la prof. avesse deciso di tornare a casa
autonomamente, sarebbe stata sottoposta a un controllo con probabile ritiro
della patente. E forse anche con denuncia per guida in stato di ebbrezza. Così
gli studenti hanno convinto la prof. - 50 anni, di Pisa - ad accettare il
passaggio a casa. Alla guida dell’auto dell’insegnante si è messa una
studentessa, seguita da altri compagni che poi - nel cuore della notte -
l’hanno riaccompagnata a casa, a Pontedera. L’episodio risale ad alcune sere
fa, davanti a un pub situato lungo la Tosco Romagnola. Sono quasi le due di
notte quando la volante del commissariato arriva davanti al locale per uno dei
tanti servizi effettuati anche per tenere sotto controllo il problema degli
schiamazzi notturni e dei rumori molesti. Gli agenti scendono dalla macchina,
dopo averla parcheggiata vicino all’ingresso del pub. La prof., che si trova
con i ragazzi sull’altro lato della strada, non apprezza l’arrivo dei
poliziotti. «È vietato, non potete abbandonare entrambi la macchina di servizio
- attacca l’insegnante - ora chiamo il vostro capo, vi denuncio...», questo
l’esordio, terminato in un litigio vero e proprio in mezzo alla strada. I
poliziotti le spiegano che si sta sbagliando: le nuove auto di servizio hanno
un sistema di teleallarme collegato con la centrale; gli agenti, dunque,
possono scendere insieme per svolgere il loro lavoro. Nessuna procedura
scorretta, dunque. I due poliziotti cercano di farlo capire all’insegnante che
però, a quanto raccontano alcuni testimoni, non vuole saperne. Intanto i
ragazzi si danno da fare per riportare la calma. Alla fine, i poliziotti
vedendo le reazioni della docente e il suo crescente nervosismo le chiedono con
cosa ha intenzione di andare a casa. «Ha la macchina?». La prima risposta della
prof. è un secco no. Gli studenti invece, consapevoli dell’andamento della cena
dove l’alcol non era mancato, rivelano che la donna ce l’ha ed è ferma in un
parcheggio lì accanto. Al tempo stesso convincono la docente a non mettersi
alla guida, intuendo che in caso contrario per lei sarebbero guai. Dopo quasi
un’ora di trattativa l’insegnante viene accompagnata a casa, con i poliziotti
presenti al momento della partenza. L’episodio non è passato inosservato tra i
ragazzi, sia tra gli studenti che tra altri giovani che erano vicino al pub.
Nei giorni successivi l’insegnante è stata convocata al commissariato. Si è
difesa dicendo che non poteva essere accusata di avere bevuto più del normale e
che la discussione era nata per un equivoco. Comunque alla fine gli agenti
l’hanno graziata e forse le sono anche stati di aiuto. A distanza di alcuni
giorni la storiella della prof. ha cominciato a circolare tra i ragazzi anche
se la polizia - pensando alla situazione imbarazzante - non ha divulgato la
notizia. (*) Sabrina Chiellini (*) Nota: le lezioni migliori non si imparano mai a scuola. ASAPS Piacenza
Quattro giovani cremonesi muoiono in un
incidente stradale Nello schianto anche tre feriti Alcol
e velocità sembra siano le cause del sinistro
All’indomani dell’approvazione alla Camera del Ddl che inasprisce le pene per chi viola le regole del Codice della Strada, su una strada del nostro Paese si è consumata l’ennesima tragedia. L’ennesima tragedia che vede coinvolti i giovani e causata dall’abuso di alcol e dalla velocità elevata. Quattro le vittime (il più grande aveva 28 anni il più giovane 20), del tragico incidente che si è verificato mercoledì sera sulla strada provinciale che collega Piacenza a Cremona, nelle vicinanze dello svincolo di Cortemaggiore, tra Monticelli d’Ongina e Castelvetro Piacentino. Quattro amici che rientravano da una serata trascorsa a Codogno si sono visti piombare addosso l’audi A4 station wagon guidata da un albanese di 27 anni, P.D. le sue iniziali, residente a Forlì. Anche se le cause e la dinamica esatta dell’incidente non sono ancora ben chiare, sembra che l’Audi abbia imboccato la semicurva a velocità elevata invadendo parzialmente la corsia dove in quel momento transitava la Seat Leon con a bordo i quattro amici. Una frazione di secondo, uno schianto e altre quattro giovani vite spezzate. Sempre da indiscrezioni, sembra che i tre albanesi a bordo della station wagon, uno di loro ora è ricoverato in gravi condizioni all’ospedale di Cremona, fossero appena stati respinti dal buttafuori di un locale perché visibilmente alterati. La verità la diranno gli esami a cui saranno sottoposti i tre extracomunitari. Le altre due vittime avevano 21 e 24 anni e tutte e quattro risiedevano a Cremona. Gli occupanti “dell’auto killer”, altri due cittadini albanesi di 22 e 34 anni, sono stati ricoverati all’ospedale della città lombarda. ROMAGNA OGGI Ubriaco
sfonda porta ingresso e si infila in supermercato
Bologna, 28 giu. - Ha sfondato a pugni la porta di ingresso
e si e’ infilato nel supermercato Sigma di via San Pio V, a Bologna. Un
testimone pero’ l’ha visto e ha chiamato la polizia. Gli agenti, verso le 2 di stanotte, hanno bloccato un
veneziano di 43 anni che si era nascosto nel bagno del negozio nell’inutile
tentativo di sfuggire alla cattura. Per lui, gia’ noto alle forze dell’ordine, e’ scattata una denuncia per tentato furto aggravato e il divieto di ritorno a Bologna. LA SICILIA Il suo corpo privo di vita… Il suo corpo privo di vita è stato trovato ieri mattina,
poco dopo le ore 13, in contrada Luppino, in territorio di S.M. di Licodia, da
alcuni operai di un consorzio, arrivati sul posto per irrigare le piante. Il
deceduto è un rumeno, senza fissa dimora, Ambroziu Baciu, 42 anni, la cui morte
sembra sia da far risalire nell’arco temporale compreso tra le 36 e le 48 ore
antecedenti il ritrovamento. Sul posto sono subito arrivati i carabinieri di
S.M. di Licodia, un magistrato del Tribunale di Catania, i medici del 118, ed
il medico legale. Secondo una prima ricostruzione sembra che l’uomo, forse in
stato di ubriachezza, sia caduto mentre era all’interno del fondo, facendo un
volo di un metro e mezzo, per finire in una parte sottostante dell’appezzamento
di terra, dove ha sbattuto la testa ed è morto sul colpo. A stabilire con
maggior chiarezza quanto è accaduto sarà l’autopsia che il medico legale
effettuerà oggi nella sala mortuaria del Garibaldi di Catania. M. S. IL GAZZETTINO Panino rubato da due ubriachi denunciati anche per molestie Evidentemente ubriachi, malgrado fosse
appena mezzogiorno, due polacchi, mercoledì, sono entrati nella cucina del Mc
Donald’s di Udine e si sono "serviti" un panino, incuranti delle
proteste del personale, al quale hanno anzi risposto con ingiurie. Sul posto in poco tempo è giunta una pattuglia della Volante
della Questura che ha denunciato R.W, 43 anni, e M.P., di 27, per furto in
concorso e molestie, oltre alla sanzione amministrativa per l’ubriachezza. I
due sono stati allontanati con foglio di via. Sempre la Volante ieri mattina ha compiuto controlli nella
zona di via Leopardi individuando tre bosniaci che avevano documenti irregolari
per l’ingresso in Italia. Due sono stati espulsi mentre il terzo è stato
arrestato, in quanto risultava già espulso in precedenza e aveva fatto rientro
nonostante il divieto. Sempre ieri, nel pomeriggio, indagato anche un albanese di 22 anni che si trovava in viale Europa Unita e non è stato in grado di esibire i propri documenti di identità personale. IL GAZZETTINO VIA TOMMASEO Ubriaco cade dalla bici, un settantunenne ricoverato in
ospedale Qualcuno ha ipotizzato che un anziano fosse stato ridotto in fin di vita da un feroce bandito. In realtà le cose sono andate ben diversamente. A.C., sessantatunenne residente in città, trovato agonizzante il 22 giugno scorso alle 23.50 in via Tommaseo, all’altezza delle cucine popolari, è rimasto vittima di un incidente. L’uomo, che è ancora ricoverato in prognosi riservata in ospedale, da quanto accertato dai carabinieri stava viaggiando in sella alla sua bicicletta quando, a causa di una condizione psicofisica pare alterata dall’alcol, come emerso fin dal primo intervento dei medici, ha perso l’equilibrio finendo a terra. Nella caduta ha sbattuto violentemente sul proprio mezzo rimanendo così ferito gravemente. IL GAZZETTINO CODOGNÈ Quarantenne in scooter si schianta
contro un palo e muore sul colpo È uscito di strada da solo. Tempo fa gli avevano ritirato la
patente dell’auto. L’incidente mortale è avvenuto a poca distanza
dall’abitazione dove viveva solo Da solo in sella al suo scooter stava percorrendo via
Vittorio Veneto a Codognè. Forse inavvertitamente Giuseppe De Luca ha colpito
con la ruota il marciapiede. La sua corsa è terminata contro un palo della
luce; l’impatto è stato fatale per il 43enne che stava probabilmente ritornando
a casa. È morto sul colpo. Giuseppe De Luca viveva da solo in via Manzoni 1 una palazzina che si trova a un centinaio di metri dall’incidente. Da novembre aveva cambiato casa dopo aver vissuto per diversi anni in centro a Codognè. Probabilmente a quell’ora stava rincasando per il pranzo, ma quel maledetto palo d’acciaio alle 13,15 di ieri pomeriggio gli ha stroncato la vita. Sul posto immediato l’intervento dell’elicottero del Suem. Gli uomini del primo soccorso hanno tentato invano di rianimarlo.Secondo un testimone il 43enne, nato a Vittorio Veneto nel 1964, aveva da poco tempo tolto il gesso per curare una frattura al braccio. Questo infortunio potrebbe essere stato una delle cause della sbandata fatale in quanto non gli avrebbe permesso di governare il mezzo.Una fuoriuscita autonoma hanno confermato i Carabinieri di Conegliano intervenuti sul posto. Dopo l’impatto il casco del giovane è rotolato lungo la strada così come il motociclo che ha terminato la sua corsa a pochi metri da un camion. Giuseppe De Luca ha invece sbattuto violentemente la testa contro un palo. Un residente che per primo gli ha prestato soccorso ricorda di aver sentito solamente l’ultimo rantolo dello sfortunato motociclista prima che spirasse. Giuseppe De Luca era senza documenti in quanto da poco tempo gli era stata ritirata la patente per guida in stato di ebbrezza. Alla guida di uno scooter 250 cc di cilindrata forse l’uomo non ci sarebbe potuto stare in quanto privo di patente. I vicini lo ricordano come una persona tranquilla e solitaria. Al momento pare che non lavorasse. Giuseppe De Luca è la 62esima vittima della strada nella provincia di Treviso da inizio anno e la 18esima nel solo mese di giugno. Matteo Spinazzè WINENWES “VIETARE LA VENDITA DI VINO IN AUOSTRADA E’ UN DANNO
ALL’IMMAGINE PER L’ENOLOGIA ITALIANA”. CESARE CECCHI, PRODUTTORE DI CHIANTI
CLASSICO, COMMENTA COSI’ A WINENEWS.TV IL DECRETO LEGGE DEL MINISTRO DELLA
SANITA’ LIVIA TURCO “Vietare la vendita di vino in autostrada è un danno
all’immagine dell’enologia”. Cesare Cecchi, produttore di Chianti Classico,
commenta così il ddl del Ministro della Sanità, Livia Turco“Vietare la vendita
del vino in Autogrill sarebbe un danno soprattutto per l’immagine del vino
italiano”. Cesare Cecchi, proprietario insieme al fratello Andrea della cantina
chiantigiana, commenta così, a www.winenews.tv, il decreto legge del Ministro
della Salute Livia Turco, che, all’articolo 9, vorrebbe proibire la vendita di
tutti gli alcolici, vino compreso, su tutta la rete autostradale. Articolo che,
peraltro, ha gia incontrato la netta opposizione del Ministro delle Politiche
Agricole Paolo de Castro. “Al di là delle eventuali perdite di fatturato e di
immagine, questa proposta - continua Cecchi, le cui etichette si trovano
facilmente anche negli Autogrill - testimonia un atteggiamento generale che
tende a strumentalizzare negativamente il vino a sproposito”. “È un provvedimento “populista” che non va - conclude Cesare Cecchi - nella direzione giusta. Abbiamo milioni di turisti che si aspettano di trovare qualche bottiglia sugli scaffali anche in autostrada. Il vino fa parte della nostra cultura, il fatto che si voglia attuare questa manovra è un segno negativo”. TGCOM Bjorkman,
tennis e birra non legano
"Giocai
ubriaco in Davis, ko 6-0 6-1"
Jonas Bjorkman ha 35 anni e una carriera di tutto rispetto
nel circuito Atp, ma passerà alla storia per qualcosa che esula da racchetta e
palline. Il tennista svedese ha ammesso candidamente di essere sceso in campo
ubriaco per un match di coppa Davis, a Buenos Aires contro Acasuso. A sconfitta
certificata, Bjorkman ha deciso di disputare l’ultimo singolare dopo aver
passato la notte a bere birra. Risultato? Ko, 6-0 6-1. Magari non sarà l’unico, vien da pensare ricordando tennisti
d’altre epoche e le loro curiose stravaganze sul campo e fuori; certamente è il
primo ad ammetterlo. Le rivelazioni di Jonas Bjorkman al quotidiano svedese
’Expressen’ hanno già fatto il giro del mondo, facendo nascere, a seconda di
chi le leggeva, sorrisi e sopracciglia aggrottate. "Sono sceso in campo
ubriaco e ho perso", inizia così l’intervista verità del 35enne di Vaxjo.
L’episodio si riferisce a una sfida di coppa Davis tra la nazionale svedese e
il team argentino, andata in scena lo scorso mese di febbraio a Buenos Aires.
Dopo una notte passata a folleggiare nei pub della capitale, Bjorkman è sceso
in campo per affrontare Josè Acasuso, incassando un eloquente 6-0, 6-1. La
qualificazione era già compromessa, visti gli esiti dei primi tre match del
week-end favorevoli ai padroni di casa, ma la scelta dello svedese ha suscitato
l’indignazione della propria federazione che, tramite il presidente Stefan
Dahlbo, ha già fatto sapere di voler esaminare l’accaduto. "Quando qualcuno beve qualche birra durante la notte - prosegue il tennista scandinavo -, un po’ di alcol rimane... Quando sono sceso in campo ero ancora scombussolato". Dopo la candida ammissione, però, Bjorkman tiene a precisare come la decisione volesse sottolineare la totale insoddisfazione per l’atteggiamento del pubblico argentino durante i tre giorni della sfida. "Fu un autentico scandalo - accusa l’interessato -. L’atteggiamento della platea fu incredibilmente scorretto. La gente, incitata da Maradona, si comportò malissimo". I componenti della squadra svedese pensarono addirittura di disertar e l’ultima giornata, ma poi si decise di scendere in campo: Bjorkman, però, lo fece a modo suo. Ora è a Wimbledon, per il torneo di doppio da disputare insieme a Max Mirny e di cui la coppia è testa di serie numero due. Londra, posto di pub e buona birra: il compagno bielorusso farà bene a non perderlo d’occhio. LA NAZIONE Ubriachi sull’auto killer: strage Quattro ragazzi morti a
Piacenza, tornavano dalla gelateria. Gli altri tre gravi CORRIERE ALTO ADIGE «Alcol alla guida, no al giro di vite» Autoscuole: punire chi beve, senza alibi Alcol alla guida, Svp tollerante CORRIERE DELLA SERA Ubriachi, si schiantano: strage sull’asfalto IL SECOLO XIX Coca e alcol: si abbassa l’età dei consumatori Rissa tra ubriachi al Prino la polizia identifica 20 persone |
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