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Rassegna stampa Alcol e guida del 29 giugno 2007

A cura di Alessandro Sbarbada e Roberto Argenta

ASCA

E.ROMAGNA: ’NO ALCOL NO BOLLO!’, PDL LEGA NORD SU SICUREZZA STRADALE 

Bologna, 29 giu - ’’No alcol, no bollo!’’. E’ il nome della proposta di legge sulla sicurezza stradale presentato dal consigliere della Lega Nord Maurizio Parma

presso l’Assemblea legislativa dell’Emilia Romagna. Il provvedimento, secondo il proponente, non inasprisce norme di carattere repressivo gia’ in vigore per chi guida con tasso alcolico superiore al consentito, 0,5 grammi/litro, in quanto la guida in stato di ebbrezza da alcol e’ gia’ regolamentata dal ’’Nuovo codice della strada’’.

La proposta, invece, rileva l’esponente della Lega nord, si propone di fornire riconoscimenti di carattere economico ai conducenti rispettosi delle norme che regolano la sicurezza stradale. In particolare, il pdl prevede l’esenzione e/o la riduzione (attraverso bonus) della tassa di circolazione, al conducente dell’automezzo il quale, a seguito del controllo effettuato dalle forze dell’ordine, risulti rispettare i parametri previsti dalla legge circa l’assunzione di bevande alcoliche. (*)

L’articolo tre stabilisce il diritto al bonus: al primo controllo 30% di riduzione del bollo auto; al secondo controllo 60% ed, infine, al terzo controllo (tre bonus

consecutivi) esenzione totale del bollo.

res-muz/cam/lv

(*) Nota: è una proposta interessante per diversi motivi. È concettualmente semplice; fa leva sul premio e non sulla punizione; presenta la sobrietà come valore positivo; non si presta a remore ideologiche in quanto non può essere tacciata di proibizionismo. L’unico neo è l’essere legata agli scarsi controlli alcolimetrici. La probabilità di essere sottoposti ad un controllo è di una ogni 175 anni. Per ottenere i tre bonus che esentano dal pagamento del bollo i tempi sarebbero piuttosto lunghi.


CORRIERE ADRIATICO

Alla II circoscrizione

Due serate sul rischi dell’alcolismo

PESARO- Ogni anno in Italia circa 25 mila decessi sono associati all’alcol e riguardano più di 17 mila uomini e circa 7.000 donne. La stima della mortalità alcolcorrelata evidenzia un tasso di mortalità di 35 decessi su 100 mila abitanti. I dati emergono da indagini finanziate dal ministero della Salute. Ma a preoccupare di più sono gli adolescenti. Il 74% dei giovani, e nello specifico il 67% dei 13-15enni, beve alcolici il sabato sera. Di questi il 20% si ubriaca nel fine settimana. Purtroppo è un fenomeno in forte crescita, per il quale bisogna ricorrere ai ripari. A questo scopo a Pesaro l’Apcat, Associazione provinciale club alcolisti in trattamento, organizza due serate, oggi e domani, per sensibilizzare sui rischi derivanti dall’abuso di bevande alcoliche, in collaborazione con il Centro servizi per il volontariato e la 2a circoscrizione.

La prima serata è pensata per le famiglie. Con Noi e l’alcol; come la mettiamo? si ragionerà sul rapporto che si ha con l’alcol, su quando bisogna iniziare a considerarsi dipendenti e sui metodi per poterne uscire. Domani l’incontro è invece pensato più per gli operatori e le famiglie che gravitano intorno all’associazione, per i volontari. Si parlerà infatti di prevenzione. L’appuntamento è dalle 20.30 alle 22.30, presso la sala della 2a circoscrizione, in via Largo volontari del sangue n.9.


L’ADIGE

Lettere

Qualche domanda al deputato Bezzi

Egregio signor deputato Giacomo Bezzi, leggo dall’Adige del 23 giugno l’articolo relativo alle sue proposte, il cui senso sembra essere sintetizzato dalla sua affermazione: «Inasprire le pene va bene, se sono educative, ma queste sono repressioni fasciste». Visto che lei dice di dover rispondere ai suoi elettori, eccone uno, profondamente insoddisfatto e culturalmente perplesso per la confusione che le sue affermazioni generano. Mi piace dunque porle alcune domande: quando per lei le pene da educative diventano repressive? perché in questo contesto utilizza il termine «fascista»; che senso ha? Quale valore attribuisce ad una persona morta perchè travolta da qualcuno che guidava con alcol o altre sostanze in corpo? Perché utilizza, come termine apparentemente di giustificazione, il fatto che anche lei talvolta guida e usa il cellulare? Significa anche che guida anche dopo aver consumato alcol? Non le sembra che, nella sua posizione di deputato della Repubblica, anziché tenere in elevata considerazione il punto di vista e le lamentele di chi infrange il codice della strada e ne subisce le previste e conosciute conseguenze (dato che nessuno lo ha costretto ad infrangere la legge), lei dovrebbe tenere in maggior considerazione la tutela della sicurezza e della salute di tutti e spendersi di conseguenza? A me consta che le pene, previste da una legge dello Stato per punire un reato, sono il modo accettato per dissuadere i cittadini dal commetterlo ed in quanto tali esse sono dunque educative, perchè questa è la modalità con cui lo Stato ci tutela, dissuadendoci dal mettere in atto comportamenti lesivi della sicurezza individuale e collettiva. È chiaro che in generale ci comportiamo meno peggio solo per paura della pena (e la paura è tanto maggiore quanto più aspra è la pena) e che sarebbe bello se, invece, crescesse il senso di corresponsabilità civile, cioè la capacità di valutare le nostre azioni anche dalla prospettiva degli altri. Forse però, lasciando da parte i «pessimismi cosmicidi chi dice che tanto non cambia nulla, esiste una via di uscita che a me sembra articolabile in almeno due atteggiamenti generali. Il primo è che ognuno di noi cominci a non mettere in atto comportamenti pericolosi per sé, la propria famiglia e gli altri (e l’uso di alcol e di sostanze illegali è un comportamento pericoloso e/o dannoso) e che, nel momento in cui incorre nelle sanzioni previste per averlo fatto, non cerchi di giustificarsi, ma riconosca la propria responsabilità e non difenda l’indifendibile (da un punto di vista morale) (e questo vale per me come per lei). Il secondo è che chi assunto un ruolo di tutela e promozione del bene comune (e questo vale per lei in quanto deputato) sia maggiormente consapevole che in questo ruolo l’interesse della collettività e di chi è in posizione di debolezza dovrebbe avere la precedenza sugli interessi dei singoli o di eventuali lobbies economiche. Questo è quanto propongo a me stesso ed anche a lei e che, sia io che lei, siamo liberi di fare, se crediamo nel valore propositivo ed educativo delle nostre azioni.

Claudio Zorzi , medico di famiglia - Ziano di Fiemme


IL GIORNALE

Sui bicchieri la scritta «Troppo alcol uccide»

Scritto sui bicchieri fa più effetto e sale prima al cervello.

«Troppo alcol uccide» è l’avviso choc che d’ora in poi comparirà sui long drink del Dom Café di Corso Como, noto locale dalle atmosfere anni ottanta in una delle vie più gettonate delle notti milanesi.

L’iniziativa, che si è guadagnata il patrocinio del comune di Milano, è nata da un’idea di Marco De Padova, 39enne, barman da quindici anni e da tre titolare del pub: «L’intenzione è di dare un messaggio forte al popolo della notte - ha detto - sensibilizzando i ragazzi sui danni provocati dall’eccessivo consumo di alcol. Ci siamo ispirati ai pacchetti di sigarette, scrivendo direttamente sul vetro. Non possiamo obbligare nessuno a non bere, ma possiamo fare qualcosa perché le persone siano più consapevoli». (*)

Un’idea accattivante che è piaciuta anche al Silb, il Sindacato italiano delle discoteche: «Si tratta di una spinta in più alla vasta campagna di sensibilizzazione che stiamo portando avanti - ha commentato il presidente Rudi Citterio - tra qualche giorno, per esempio, installeremo gli etilometri fai-da-te, che sono già presenti ai guardaroba di sei discoteche milanesi e nei pub sui Navigli».

(*) Nota: ogni iniziativa volta a sensibilizzare verso i rischi degli alcolici ha il merito, se non altro, di porre l’attenzione sul problema. Non c’è tuttavia da sperare troppo nell’efficacia delle scritte sui bicchieri. Pensare che la scritta “Troppo alcol uccide” sia uno shock per il popolo della notte è illusorio. Si può forse sperare nell’effetto sorpresa, visto che la maggior parte dei messaggi sugli alcolici vanno nella direzione opposta.


IL GAZZETTINO

Giornata mondiale contro gli stupefacenti 

La droga origina pericolose dipendenze 

Attivato dall’Ulss 19 un punto di ascolto

In occasione della giornata mondiale dell’Onu contro la droga che si è celebrata martedì, l’Ulss 19 di Adria, tramite il Dipartimento per le dipendenze, scende in campo offendo un aiuto concreto alle persone in difficoltà.«Oggi - fa presente il dottor Andrea Finessi - viviamo una situazione che ci spinge continuamente a fare i conti con l’affermazione di noi stessi e con il bisogno di riconoscimento da parte di un contesto sempre più esigente nel richiedere di essere all’altezza delle diverse situazioni. La cocaina, l’alcol e altre droghe appaiono funzionali a tale meccanismo. Le persone che fanno uso di cocaina e altre droghe stimolanti tendono a rendere compatibile l’uso delle stesse con una vita relativamente normale». Subentrano, però, le conseguenze del malessere fisico, degli incidenti stradali, spessissimo correlati all’uso di droghe e alcol, dell’incrinarsi di relazioni importanti e, nel tempo, si perde il controllo dell’uso instaurando una vera e propria dipendenza.

«Le persone soggette a questo nuovo modo d’uso delle droghe - puntualizza Andrea Finessi - hanno una bassa percezione del rischio, in quanto inizialmente credono di saper controllare le sostanze e, in seguito, hanno difficoltà a chiedere aiuto ai servizi per le dipendenze come i Sert, per il timore di essere assimilati ai tossicodipendenti da eroina».

Il Dipartimento per le dipendenze Ulss 19 proprio per affrontare specificatamente la questione dei nuovi consumatori, svolge un’attività di sensibilizzazione sui rischi collegati all’uso di tutte le droghe ed ha attivato un punto d’accesso, al di fuori dei servizi gia noti per le dipendenze, per offrire un momento di ascolto e di consulenza che non susciti il timore di essere percepiti come tossicodipendenti.

Per informazioni telefonare al numero 340 - 5873912.


IL GAZZETTINO

ESTE In consiglio comunale 

"No agli alcolici" bocciata la mozione Presentata dal centrodestra

Non passa la mozione del centro destra per vietare la somministrazione di alcolici nei bar dalla mezzanotte alle sei. In una seduta del consiglio comunale carica di tensione la maggioranza la boccia senza appello accusando anzi la minoranza di strumentalizzare il tema. La prima reazione, in effetti, non è negativa: "Apprezzo la mozione al di là delle sfumature" esordisce Nino Trimarchi dell’Unione, reduce da un convegno a Verona proprio sull’alcoolismo giovanile: "E’ importante recuperare la progettualità del comune in questo settore, introducendo iniziative nella collettività, penso ad esempio ad una ludoteca in via Matteotti; non colpevolizziamo però i giovani e non parliamo di fascia a rischio, che si fa che aumentare la loro autostima".

Drastico invece il suo capogruppo Stefano Berton, contrario "ad ogni proibizionismo politico e culturale perchè non va alla radice ma analizza superficialmente il fenomeno. Il problema non è l’alcoolismo o la droga, ma il disagio giovanile che porta a queste manifestazioni e ad altri fenomeni di egoismo, maleducazione, mancato rispetto che un’amministrazione cerca di combattere non a colpi di proibizione ma a colpi di educazione. Facciamo in modo di essere promotori assieme alla famiglia, alla scuola di un forum permanente in cui i giovani riescano a parlare ai giovani".

Sulla stessa linea Anita Pinataro (Arcobaleno): "Non serve una misura coercitiva, la pedagogia insegna che misure drastiche comportano effetti contrari. Serve discorso più lungo che coinvolga i ragazzi la scuola, le famiglie; non può un sindaco affrontare un problema così grosso. Se i ragazzi hanno bisogno dello sballo, significa che hanno un vuoto di valori, perchè dietro c’è una società in crisi che non sa dare valori alternativi di legalità. Pensare di risolvere l’intreccio di problemi con il divieto di vendere alcool a una certa ora è ingenuo ed è pretestuoso chiamare in ballo l’amministrazione quando il problema è antico e complesso". (*) Alla fine il centrosinistra affossa con 12 voti la mozione che raccoglie solo i 6 voti del centrodestra.

Riccardo Piva

(*) Nota: la complessità dei problemi alcol correlati è tale che nessuna proposta in se stessa può essere risolutiva, ma questo non autorizza a respingere ogni tentativo di affrontare il problema. Si ha spesso l’impressione che più che una ricerca di soluzioni ci sia il tentativo di modellare le proposte alla propria visione del problema e alla propria esperienza. (Se il nostro solo strumento è un martello, ogni problema assomiglierà ad un chiodo da battere. Bill Gates)


IL TIRRENO

VENERDÌ, 29 GIUGNO 2007

La prof beve troppo, l’allieva la porta a casa

Litiga con la polizia dopo la cena con gli studenti: obbligata a essere accompagnata Se si fosse messa al volante, sarebbe stata sottoposta a controllo

PONTEDERA. Epilogo a sorpresa per gli studenti di un istituto superiore di Pontedera che hanno partecipato alla classica cena per salutare la fine della scuola in un locale della città. Una prof. che li aveva accompagnati in un pub, è stata protagonista di una vistosa lite con una pattuglia della polizia ed è stata costretta a tornare a casa “scortata” da una studentessa. L’insegnante, secondo i poliziotti, non era in grado di mettersi al volante della propria auto: i suoi comportamenti lasciavano pensare che avesse bevuto più del consentito. Se la prof. avesse deciso di tornare a casa autonomamente, sarebbe stata sottoposta a un controllo con probabile ritiro della patente. E forse anche con denuncia per guida in stato di ebbrezza. Così gli studenti hanno convinto la prof. - 50 anni, di Pisa - ad accettare il passaggio a casa. Alla guida dell’auto dell’insegnante si è messa una studentessa, seguita da altri compagni che poi - nel cuore della notte - l’hanno riaccompagnata a casa, a Pontedera. L’episodio risale ad alcune sere fa, davanti a un pub situato lungo la Tosco Romagnola. Sono quasi le due di notte quando la volante del commissariato arriva davanti al locale per uno dei tanti servizi effettuati anche per tenere sotto controllo il problema degli schiamazzi notturni e dei rumori molesti. Gli agenti scendono dalla macchina, dopo averla parcheggiata vicino all’ingresso del pub. La prof., che si trova con i ragazzi sull’altro lato della strada, non apprezza l’arrivo dei poliziotti. «È vietato, non potete abbandonare entrambi la macchina di servizio - attacca l’insegnante - ora chiamo il vostro capo, vi denuncio...», questo l’esordio, terminato in un litigio vero e proprio in mezzo alla strada. I poliziotti le spiegano che si sta sbagliando: le nuove auto di servizio hanno un sistema di teleallarme collegato con la centrale; gli agenti, dunque, possono scendere insieme per svolgere il loro lavoro. Nessuna procedura scorretta, dunque. I due poliziotti cercano di farlo capire all’insegnante che però, a quanto raccontano alcuni testimoni, non vuole saperne. Intanto i ragazzi si danno da fare per riportare la calma. Alla fine, i poliziotti vedendo le reazioni della docente e il suo crescente nervosismo le chiedono con cosa ha intenzione di andare a casa. «Ha la macchina?». La prima risposta della prof. è un secco no. Gli studenti invece, consapevoli dell’andamento della cena dove l’alcol non era mancato, rivelano che la donna ce l’ha ed è ferma in un parcheggio lì accanto. Al tempo stesso convincono la docente a non mettersi alla guida, intuendo che in caso contrario per lei sarebbero guai. Dopo quasi un’ora di trattativa l’insegnante viene accompagnata a casa, con i poliziotti presenti al momento della partenza. L’episodio non è passato inosservato tra i ragazzi, sia tra gli studenti che tra altri giovani che erano vicino al pub. Nei giorni successivi l’insegnante è stata convocata al commissariato. Si è difesa dicendo che non poteva essere accusata di avere bevuto più del normale e che la discussione era nata per un equivoco. Comunque alla fine gli agenti l’hanno graziata e forse le sono anche stati di aiuto. A distanza di alcuni giorni la storiella della prof. ha cominciato a circolare tra i ragazzi anche se la polizia - pensando alla situazione imbarazzante - non ha divulgato la notizia. (*)

Sabrina Chiellini

(*) Nota: le lezioni migliori non si imparano mai a scuola.


 

ASAPS

Piacenza

Quattro giovani cremonesi muoiono in un incidente stradale Nello schianto anche tre feriti

Alcol e velocità sembra siano le cause del sinistro

All’indomani dell’approvazione alla Camera del Ddl che inasprisce le pene per chi viola le regole del Codice della Strada, su una strada del nostro Paese si è consumata l’ennesima tragedia. L’ennesima tragedia che vede coinvolti i giovani e causata dall’abuso di alcol e dalla velocità elevata. Quattro le vittime (il più grande aveva 28 anni il più giovane 20), del tragico incidente che si è verificato mercoledì sera sulla strada provinciale che collega Piacenza a Cremona, nelle vicinanze dello svincolo di Cortemaggiore, tra Monticelli d’Ongina e Castelvetro Piacentino. Quattro amici che rientravano da una serata trascorsa a Codogno si sono visti piombare addosso l’audi A4 station wagon guidata da un albanese di 27 anni, P.D. le sue iniziali, residente a Forlì. Anche se le cause e la dinamica esatta dell’incidente non sono ancora ben chiare, sembra che l’Audi abbia imboccato la semicurva a velocità elevata invadendo parzialmente la corsia dove in quel momento transitava la Seat Leon con a bordo i quattro amici. Una frazione di secondo, uno schianto e altre quattro giovani vite spezzate. Sempre da indiscrezioni, sembra che i tre albanesi a bordo della station wagon, uno di loro ora è ricoverato in gravi condizioni all’ospedale di Cremona, fossero appena stati respinti dal buttafuori di un locale perché visibilmente alterati. La verità la diranno gli esami a cui saranno sottoposti i tre extracomunitari. Le altre due vittime avevano 21 e 24 anni e tutte e quattro risiedevano a Cremona. Gli occupanti “dell’auto killer”, altri due cittadini albanesi di 22 e 34 anni, sono stati ricoverati all’ospedale della città lombarda.


 

ROMAGNA OGGI

Ubriaco sfonda porta ingresso e si infila in supermercato 

Bologna, 28 giu. - Ha sfondato a pugni la porta di ingresso e si e’ infilato nel supermercato Sigma di via San Pio V, a Bologna. Un testimone pero’ l’ha visto e ha chiamato la polizia.

Gli agenti, verso le 2 di stanotte, hanno bloccato un veneziano di 43 anni che si era nascosto nel bagno del negozio nell’inutile tentativo di sfuggire alla cattura.

Per lui, gia’ noto alle forze dell’ordine, e’ scattata una denuncia per tentato furto aggravato e il divieto di ritorno a Bologna.


LA SICILIA

Il suo corpo privo di vita…

Il suo corpo privo di vita è stato trovato ieri mattina, poco dopo le ore 13, in contrada Luppino, in territorio di S.M. di Licodia, da alcuni operai di un consorzio, arrivati sul posto per irrigare le piante. Il deceduto è un rumeno, senza fissa dimora, Ambroziu Baciu, 42 anni, la cui morte sembra sia da far risalire nell’arco temporale compreso tra le 36 e le 48 ore antecedenti il ritrovamento. Sul posto sono subito arrivati i carabinieri di S.M. di Licodia, un magistrato del Tribunale di Catania, i medici del 118, ed il medico legale. Secondo una prima ricostruzione sembra che l’uomo, forse in stato di ubriachezza, sia caduto mentre era all’interno del fondo, facendo un volo di un metro e mezzo, per finire in una parte sottostante dell’appezzamento di terra, dove ha sbattuto la testa ed è morto sul colpo. A stabilire con maggior chiarezza quanto è accaduto sarà l’autopsia che il medico legale effettuerà oggi nella sala mortuaria del Garibaldi di Catania.

M. S.


IL GAZZETTINO

Panino rubato da due ubriachi denunciati anche per molestie

Evidentemente ubriachi, malgrado fosse appena mezzogiorno, due polacchi, mercoledì, sono entrati nella cucina del Mc Donald’s di Udine e si sono "serviti" un panino, incuranti delle proteste del personale, al quale hanno anzi risposto con ingiurie.

Sul posto in poco tempo è giunta una pattuglia della Volante della Questura che ha denunciato R.W, 43 anni, e M.P., di 27, per furto in concorso e molestie, oltre alla sanzione amministrativa per l’ubriachezza. I due sono stati allontanati con foglio di via.

Sempre la Volante ieri mattina ha compiuto controlli nella zona di via Leopardi individuando tre bosniaci che avevano documenti irregolari per l’ingresso in Italia. Due sono stati espulsi mentre il terzo è stato arrestato, in quanto risultava già espulso in precedenza e aveva fatto rientro nonostante il divieto.

Sempre ieri, nel pomeriggio, indagato anche un albanese di 22 anni che si trovava in viale Europa Unita e non è stato in grado di esibire i propri documenti di identità personale.


IL GAZZETTINO

VIA TOMMASEO 

Ubriaco cade dalla bici, un settantunenne ricoverato in ospedale

Qualcuno ha ipotizzato che un anziano fosse stato ridotto in fin di vita da un feroce bandito. In realtà le cose sono andate ben diversamente. A.C., sessantatunenne residente in città, trovato agonizzante il 22 giugno scorso alle 23.50 in via Tommaseo, all’altezza delle cucine popolari, è rimasto vittima di un incidente. L’uomo, che è ancora ricoverato in prognosi riservata in ospedale, da quanto accertato dai carabinieri stava viaggiando in sella alla sua bicicletta quando, a causa di una condizione psicofisica pare alterata dall’alcol, come emerso fin dal primo intervento dei medici, ha perso l’equilibrio finendo a terra. Nella caduta ha sbattuto violentemente sul proprio mezzo rimanendo così ferito gravemente.


IL GAZZETTINO

CODOGNÈ 

Quarantenne in scooter si schianta contro un palo e muore sul colpo 

È uscito di strada da solo. Tempo fa gli avevano ritirato la patente dell’auto. L’incidente mortale è avvenuto a poca distanza dall’abitazione dove viveva solo

Da solo in sella al suo scooter stava percorrendo via Vittorio Veneto a Codognè. Forse inavvertitamente Giuseppe De Luca ha colpito con la ruota il marciapiede. La sua corsa è terminata contro un palo della luce; l’impatto è stato fatale per il 43enne che stava probabilmente ritornando a casa. È morto sul colpo.

Giuseppe De Luca viveva da solo in via Manzoni 1 una palazzina che si trova a un centinaio di metri dall’incidente. Da novembre aveva cambiato casa dopo aver vissuto per diversi anni in centro a Codognè. Probabilmente a quell’ora stava rincasando per il pranzo, ma quel maledetto palo d’acciaio alle 13,15 di ieri pomeriggio gli ha stroncato la vita. Sul posto immediato l’intervento dell’elicottero del Suem. Gli uomini del primo soccorso hanno tentato invano di rianimarlo.Secondo un testimone il 43enne, nato a Vittorio Veneto nel 1964, aveva da poco tempo tolto il gesso per curare una frattura al braccio. Questo infortunio potrebbe essere stato una delle cause della sbandata fatale in quanto non gli avrebbe permesso di governare il mezzo.Una fuoriuscita autonoma hanno confermato i Carabinieri di Conegliano intervenuti sul posto. Dopo l’impatto il casco del giovane è rotolato lungo la strada così come il motociclo che ha terminato la sua corsa a pochi metri da un camion. Giuseppe De Luca ha invece sbattuto violentemente la testa contro un palo. Un residente che per primo gli ha prestato soccorso ricorda di aver sentito solamente l’ultimo rantolo dello sfortunato motociclista prima che spirasse. Giuseppe De Luca era senza documenti in quanto da poco tempo gli era stata ritirata la patente per guida in stato di ebbrezza. Alla guida di uno scooter 250 cc di cilindrata forse l’uomo non ci sarebbe potuto stare in quanto privo di patente. I vicini lo ricordano come una persona tranquilla e solitaria. Al momento pare che non lavorasse. Giuseppe De Luca è la 62esima vittima della strada nella provincia di Treviso da inizio anno e la 18esima nel solo mese di giugno. Matteo Spinazzè


WINENWES

“VIETARE LA VENDITA DI VINO IN AUOSTRADA E’ UN DANNO ALL’IMMAGINE PER L’ENOLOGIA ITALIANA”. CESARE CECCHI, PRODUTTORE DI CHIANTI CLASSICO, COMMENTA COSI’ A WINENEWS.TV IL DECRETO LEGGE DEL MINISTRO DELLA SANITA’ LIVIA TURCO

“Vietare la vendita di vino in autostrada è un danno all’immagine dell’enologia”. Cesare Cecchi, produttore di Chianti Classico, commenta così il ddl del Ministro della Sanità, Livia Turco“Vietare la vendita del vino in Autogrill sarebbe un danno soprattutto per l’immagine del vino italiano”. Cesare Cecchi, proprietario insieme al fratello Andrea della cantina chiantigiana, commenta così, a www.winenews.tv, il decreto legge del Ministro della Salute Livia Turco, che, all’articolo 9, vorrebbe proibire la vendita di tutti gli alcolici, vino compreso, su tutta la rete autostradale. Articolo che, peraltro, ha gia incontrato la netta opposizione del Ministro delle Politiche Agricole Paolo de Castro.

“Al di là delle eventuali perdite di fatturato e di immagine, questa proposta - continua Cecchi, le cui etichette si trovano facilmente anche negli Autogrill - testimonia un atteggiamento generale che tende a strumentalizzare negativamente il vino a sproposito”.

“È un provvedimento “populista” che non va - conclude Cesare Cecchi - nella direzione giusta. Abbiamo milioni di turisti che si aspettano di trovare qualche bottiglia sugli scaffali anche in autostrada. Il vino fa parte della nostra cultura, il fatto che si voglia attuare questa manovra è un segno negativo”.


TGCOM

Bjorkman, tennis e birra non legano

"Giocai ubriaco in Davis, ko 6-0 6-1"

Jonas Bjorkman ha 35 anni e una carriera di tutto rispetto nel circuito Atp, ma passerà alla storia per qualcosa che esula da racchetta e palline. Il tennista svedese ha ammesso candidamente di essere sceso in campo ubriaco per un match di coppa Davis, a Buenos Aires contro Acasuso. A sconfitta certificata, Bjorkman ha deciso di disputare l’ultimo singolare dopo aver passato la notte a bere birra. Risultato? Ko, 6-0 6-1.

Magari non sarà l’unico, vien da pensare ricordando tennisti d’altre epoche e le loro curiose stravaganze sul campo e fuori; certamente è il primo ad ammetterlo. Le rivelazioni di Jonas Bjorkman al quotidiano svedese ’Expressen’ hanno già fatto il giro del mondo, facendo nascere, a seconda di chi le leggeva, sorrisi e sopracciglia aggrottate. "Sono sceso in campo ubriaco e ho perso", inizia così l’intervista verità del 35enne di Vaxjo. L’episodio si riferisce a una sfida di coppa Davis tra la nazionale svedese e il team argentino, andata in scena lo scorso mese di febbraio a Buenos Aires. Dopo una notte passata a folleggiare nei pub della capitale, Bjorkman è sceso in campo per affrontare Josè Acasuso, incassando un eloquente 6-0, 6-1. La qualificazione era già compromessa, visti gli esiti dei primi tre match del week-end favorevoli ai padroni di casa, ma la scelta dello svedese ha suscitato l’indignazione della propria federazione che, tramite il presidente Stefan Dahlbo, ha già fatto sapere di voler esaminare l’accaduto.

"Quando qualcuno beve qualche birra durante la notte - prosegue il tennista scandinavo -, un po’ di alcol rimane... Quando sono sceso in campo ero ancora scombussolato". Dopo la candida ammissione, però, Bjorkman tiene a precisare come la decisione volesse sottolineare la totale insoddisfazione per l’atteggiamento del pubblico argentino durante i tre giorni della sfida. "Fu un autentico scandalo - accusa l’interessato -. L’atteggiamento della platea fu incredibilmente scorretto. La gente, incitata da Maradona, si comportò malissimo". I componenti della squadra svedese pensarono addirittura di disertar e l’ultima giornata, ma poi si decise di scendere in campo: Bjorkman, però, lo fece a modo suo. Ora è a Wimbledon, per il torneo di doppio da disputare insieme a Max Mirny e di cui la coppia è testa di serie numero due. Londra, posto di pub e buona birra: il compagno bielorusso farà bene a non perderlo d’occhio.


 

LA NAZIONE

Ubriachi sull’auto killer: strage Quattro ragazzi morti a Piacenza, tornavano dalla gelateria. Gli altri tre gravi

CORRIERE ALTO ADIGE

«Alcol alla guida, no al giro di vite»

Autoscuole: punire chi beve, senza alibi

Alcol alla guida, Svp tollerante

CORRIERE DELLA SERA

Ubriachi, si schiantano: strage sull’asfalto

IL SECOLO XIX

Coca e alcol: si abbassa l’età dei consumatori

Rissa tra ubriachi al Prino la polizia identifica 20 persone


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Sabato, 30 Giugno 2007
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