Il luogo
del tragico schianto in A1, dove hanno perso la vita 6 rumeni (foto tratta da
Il Messaggero)
(ASAPS) ROMA, 2 luglio 2007 –
Sono da poco passate le sette del mattino. Un pulmino che trasporta 9 immigrati
romeni, si ribalta al km 539 della A1, tra l’allacciamento della A24 e Roma
Nord. Le vittime sono 6, i feriti 3: la prima pattuglia giunta sul posto,
si è trovata davanti una carneficina. Ci sono volute ore per capire quello che
era successo:sembra che il conducente del Mercedes Vito con targa di Bucarest,
abbia fatto tutto da solo. Un colpo di sonno, una distrazione: accertare la
causa scatenante non sarà cosa facile, visto che anche l’autista è morto. Il
veloce furgoncino si è avvicinato allo spartitraffico centrale, ribaltandosi
più volte e disperdendo sulla carreggiata il suo carico umano. Probabile che le
vittime non avessero indossato le cinture di sicurezza, ma anche questo lo
dovranno accertare gli uomini della Stradale di Roma Nord. Sono stati subito
intrapresi contatti con la rappresentanza diplomatica romena, che si è assunta
il formale incarico di rintracciare i familiari ed avvertirli. Alcuni di loro
arriveranno in Italia già da oggi, per effettuare la pietosa opera di
riconoscimento ed ottenere così il rimpatrio delle salme. Gli immigrati romeni,
molti dei quali effettuano regolari viaggi di lavoro in Italia, come fossero
pendolari, viaggiano per giorni sui piccoli pulmini, fermandosi solo lo stretto
necessario: autogrill, rifornimento, una bottiglia d’acqua od un panino. La Romania è entrata così, in
Europa. Cominciando ben prima della ratifica dei trattati, ad “esportare” – ci
venga passato il termine – immigrati rimasti in larga parte clandestini fino
all’annessione da parte dell’Europa del paese sul delta del Danubio. Un
fenomeno che ha esportato criminalità, ma che ha principalmente condotto in
Italia centinaia di migliaia di badanti ed operai. Comunità rom a parte, per la
quale il discorso integrazione è questione diversa, l’immigrazione romena
finirà secondo molti col rappresentare una preziosa risorsa anche per il nostro
paese, luogo particolarmente ambito dagli ex sudditi di Nicolae Andruţă Ceauşescu. Un altro incidente plurimortale era avvenuto
nella notte a Novi Ligure (Alessandria), al km 81 della A7, dove un’auto
ha saltato la carreggiata finendo su un altro veicolo. La Polizia Stradale
cercherà di stabilire come sia stato possibile, e dovrà farlo per forza, visto
che la dinamica infortunistica ha lasciato sull’asfalto tre vittime: un uomo di
60 anni, una donna di 40 e la figlioletta di 7, passeggeri del veicolo che dopo
aver sbandato, ha impattato con violenza il securvia centrale, finendo
catapultato in aria. Anche in questo caso si tratta di stranieri, per
l’esattezza sudamericani. Una tragedia. La cronaca si sposta poi a Padova,
sulla A4, in prossimità di un cantiere di lavori: qui un 21enne,
presumibilmente in stato di ebbrezza, ha investito ed ucciso Mario De Biaggi,
46 anni di Salara (Rovigo), operaio che stava segnalando la presenza di un
cantiere autostradale di lavori nei pressi di Padova Est. L’investitore, alla
guida di una Mini Cooper, si è immediatamente dato alla fuga, ma è stato
comunque bloccato poco dopo dalla Polizia Stradale di Piove di Sacco (Padova),
rimediando però una “semplice” denuncia a piede libero per omicidio colposo ed
omissione di soccorso. Un affronto per l’ucciso, che stava lavorando per la sicurezza
di tutti: è giunto il momento di inasprire questa subdola fattispecie di reato,
prevedendo specificatamente per la fuga, l’arresto obbligatorio e pesanti
condanne. La Stradale
ha disposto accertamenti ospedalieri per confermare la presenza di alcol nel
sangue del pirata. Classica, invece, la storia che giunge da Arbatax,
centro della nuova provincia sarda dell’Ogliastra, dove Gian Marco Urru, 16
anni di Lanusei, ha perso la vita in un tragico incidente avvenuto nella notte
tra sabato e domenica. Gian Marco era in compagnia di altri quattro amici, a
bordo di un’auto, ribaltatasi dopo aver avuto un contatto con un altro veicolo,
e rimasti praticamente illesi. Anche in questo caso la Polizia Stradale, intervenuta
sul posto, dovrà stabilire se la vittima indossasse o meno le cinture di
sicurezza. Un ciclista di circa 65 anni, è poi stato investito a Torre a
Mare (Bari), e nel tardo pomeriggio di ieri (1 luglio) non era stato ancora
identificato. L’auto coinvolta nel sinistro si è dubito fermata ed è stato lo
stesso conducente ad allertare i soccorsi, rivelatisi purtroppo vani, e la Stradale. Continua
a peggiorare la situazione in provincia di Bergamo, dove nel solo mese
di giugno sono morte 18 persone, 10 nell’ultima settimana, 8 dei quali
motociclisti. A pochi km dal capoluogo, Luca Moroni, 22 anni, era in
sella ad un’Honda 125, quando un’auto – condotta da un coetaneo – gli ha
tagliato la strada. L’impatto è stato terribile, e per il centauro non c’è
stato niente da fare. Infine, a Salorno
(Bolzano), un rumeno di 22 anni è stato travolto da un’auto mentre cercava
di attraversare la carreggiata. Inspiegabili le ragioni del tragico gesto, ma
non è escluso che la vittima fosse in preda all’alcol. (ASAPS)
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